LETTERA SULLA TOLLERANZA di Locke

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LETTERA SULLA TOLLERANZA di Locke. Scritta nel 1865 in Olanda da Locke. I conflitti religiosi avevano da sempre preoccupato Locke e andando in Germania aveva notato che l,e non in Inghilterra, luteranismi,cattolici e calvinisti convivevano in buona armonia,in parte per il potere esercitato dai magistrati e in parte per la buona natura del popolo. Nel 1642 lInghilterra giunse alla guerra civile e il paese perse lunita religiosa. Solo allora la TOLLERANZA si impose come un programma effettivo poich lInghilterra non poteva risolvere le diversit religiose separando territorialmente i seguaci di fede diverse. Nella LETTERA SULLA TOLLERANZA Locke afferma che il primo principio che deve guidare uno stato il principio della tolleranza,il quale tollera la diversit e la pluralit del comportamenti. Per garantire ci devono essere distinte, nella loro reciproca autonomia,le questioni dello Stato e quelle della Chiesa,per evitare che il fanatismo dei politici vada a negare il diritto della libert di culto. Lo STATO una societ di uomini formati per promuovere solo i beni civili( la vita,la libert,lintegrit del corpo) e ad esso spetta il compito di garantire il rispetto dei diritti di ciascuno e deve intervenire solo laddove le credenze e i culti,fuoriuscendo dalla sfera privata,comportino un possibile danno per la societ. La CHIESA invece unistituzione a cui ci si aggrega spontaneamente,per amore di Dio e ad essa spetta solo la cura delle anime. Luomo per natura non costretto a far parte di nessuna chiesa,entra spontaneamente nella societ,nella quale crede di aver trovato la vera religione. Per Locke solo due elementi hanno diritto alla tolleranza : la prima specie costituita da tutte le opinioni speculative (fede della trinit,peccato originale..),ossia tutte quelle cose che non hanno nessun riferimento alla societ; la seconda specie sono luogo,tempo e modo dellesercizio del culto del proprio Dio. Ognuno deve avere la libert del proprio culto,poich una cosa tra noi e Dio e ha unimportanza eterna;mentre il magistrato arbitrio tra uomo e uomo e pu rendere giustizia contro il nostro vicino,ma no contro Dio. Per questo motivo non si pu pensare che gli uomini diano al magistrato il potere di scegliere la loro via di salvezza. Dovranno scegliere da soli la strada da seguire e per fa si che ci avviene occorre fede e sincerit interiore,avendo la convinzione di ci che si sta facendo. Locke in questo trattato afferma proprio che non spetta al magistrato punire con le leggi tutti quegli aspetti che ritiene siano peccato per Dio. Per esempio lavarizia,lozio,il non aiutare gli altri nel bisogno sono tutti peccati ma non vengono puniti dalla legge poich non arrecano nessun danno alla propriet altrui. Nella ricerca della salvezza, magistrato e individuo sono due ricercatori uguali,nessuno ha una conoscenza pi certa e infallibile dellaltro. La libert di coscienza quindi il grande privilegio del suddito come il diritto di imposizione il grande privilegio del magistrato; per questo se questultimo volesse costringere gli uomini ad accettare le sue idee,essi devono fare ci che la loro coscienza richiede,nella misura in cui lo possono fare,senza far uso della violenza. RIFLESSIONI La tolleranza una grande virt che tutti dovrebbero possedere poich anche se ci sono persone diverse da noi,per estrazione sociale e culturale,per opinioni politiche e fede religiose,per nazionalit e razza,sono tuttavia uguali a noi,nei loro bisogni,nelle loro insicurezze e nei loro progetti di vita. Nella societ in cui viviamo per,noi stessi,molte volte,abbiamo comportamenti intolleranti,anche involontariamente. Ci avviene perch spesso pensiamo che qualcuno possa mettere a rischio i nostri valori e i nostri affetti. La soluzione per tutto ci forse non concepibile,ma la tolleranza rimane comunque un valore da difendere,un valore prezioso secondo il quale bisogna avere rispetto dei punti

di vista diversi dai nostri,concedendo ad ognuno la libert di pensiero e contribuendo in questo modo al progresso della societ.