Lettera aperta al consiglio comunale di Rieti

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LETTERA APERTA AL CONSIGLIO COMUNALE DI RIETI Il tema della riorganizzazione delle province è giunto al capolinea. E' coscienza comune l'impatto che l'accorpamento Rieti-Viterbo avrà in termini di arretramento demografico, economico, sociale. Le poche iniziative tese ad una via di uscita si sono rivelate battaglie di retroguardia condotte con armi spuntate. E' nato ed opera un movimento che pensa ad un futuro diverso, con Terni in Umbria, per costituire una Regione forte nel cuore dell'Italia, in un territorio omogeneo con infrastrutture stradali e ferroviarie esistenti ed avanzate, già integrate con Rieti. Si sceglie lo strumento del Referendum provinciale, con fondamento nella Costituzione della Repubblica. Il tema, ben presente presso la società civile, è totalmente ignorato dalla politica. Tuttavia i sondaggi sia presso la cittadinanza che presso le associazioni imprenditoriali e produttive, indicano la strada verso l'Umbria con percentuali plebiscitarie. Oggi il consiglio comunale, convocato sul tema del riordino delle province, si appresta ad una discussione che presso l'opinione pubblica non suscita alcuna aspettativa. Le recenti elezioni comunali sono state giustamente definite una “rivoluzione”. Un sindaco di sinistra dopo 18 anni, una classe dirigente azzerata, un rinnovamento con pochi precedenti. Un consiglio comunale composto in maggioranza da rappresentanti della “società civile”, ed in cui si rileva un arretramento di tutti i partiti tradizionali, incapaci di esprimere una visione politica, una prospettiva di futuro per un città che “perde pezzi”, incapace di reagire. Non alla destra, al centro, alla sinistra del consiglio rivolgiamo il nostro invito, ma singolarmente a quella parte che rappresenta la società civile, ed all'altra che è invece espressione dei partiti, del cui precario stato di salute non ci rallegriamo. Esortiamo i rappresentanti delle liste civiche a guardare agli interessi degli elettori, sostenendo i cittadini, che tramite il Referendum potranno in libertà individuare una strada su cui indirizzare il proprio futuro. La politica, sino ad oggi, non è stata in grado di farlo. Ai partiti offriamo con la nostra proposta una opportunità di riscatto e di crescita. La possibilità, in Regione Umbria, di poter esprimere una rappresentanza in consiglio regionale, e poter così esplicare un esercizio politico ben diverso da quanto possibile nel Lazio, in cui dalla prossima legislatura non vi sarà alcun rappresentante del reatino. Offriamo l'opportunità di svolgere una nuova politica, nella visione di “area vasta” delle zone interne, prospettiva per poter difendere l'unità dei comuni della provincia di Rieti. E l'unico modo per generare soluzioni condivise, vista l'incapacità di sintesi sin qui dimostrata dalla politica, è rappresentato dal Referendum. Senza condivisione di scelte dal giorno successivo all'accorpamento sarà scontata la fuga dei comuni verso l'Aquila, Ascoli, Terni.

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LETTERA APERTA AL CONSIGLIO COMUNALE DI RIETI

Il tema della riorganizzazione delle province è giunto al capolinea. E' coscienza comune l'impattoche l'accorpamento Rieti-Viterbo avrà in termini di arretramento demografico, economico, sociale.Le poche iniziative tese ad una via di uscita si sono rivelate battaglie di retroguardia condotte conarmi spuntate.E' nato ed opera un movimento che pensa ad un futuro diverso, con Terni in Umbria, per costituireuna Regione forte nel cuore dell'Italia, in un territorio omogeneo con infrastrutture stradali eferroviarie esistenti ed avanzate, già integrate con Rieti. Si sceglie lo strumento del Referendumprovinciale, con fondamento nella Costituzione della Repubblica. Il tema, ben presente presso lasocietà civile, è totalmente ignorato dalla politica. Tuttavia i sondaggi sia presso la cittadinanza chepresso le associazioni imprenditoriali e produttive, indicano la strada verso l'Umbria con percentualiplebiscitarie.

Oggi il consiglio comunale, convocato sul tema del riordino delle province, si appresta ad unadiscussione che presso l'opinione pubblica non suscita alcuna aspettativa.

Le recenti elezioni comunali sono state giustamente definite una “rivoluzione”. Un sindaco disinistra dopo 18 anni, una classe dirigente azzerata, un rinnovamento con pochi precedenti. Unconsiglio comunale composto in maggioranza da rappresentanti della “società civile”, ed in cui sirileva un arretramento di tutti i partiti tradizionali, incapaci di esprimere una visione politica, unaprospettiva di futuro per un città che “perde pezzi”, incapace di reagire.

Non alla destra, al centro, alla sinistra del consiglio rivolgiamo il nostro invito, ma singolarmente aquella parte che rappresenta la società civile, ed all'altra che è invece espressione dei partiti, del cuiprecario stato di salute non ci rallegriamo.

Esortiamo i rappresentanti delle liste civiche a guardare agli interessi degli elettori, sostenendo icittadini, che tramite il Referendum potranno in libertà individuare una strada su cui indirizzare ilproprio futuro. La politica, sino ad oggi, non è stata in grado di farlo.

Ai partiti offriamo con la nostra proposta una opportunità di riscatto e di crescita. La possibilità, inRegione Umbria, di poter esprimere una rappresentanza in consiglio regionale, e poter cosìesplicare un esercizio politico ben diverso da quanto possibile nel Lazio, in cui dalla prossimalegislatura non vi sarà alcun rappresentante del reatino.

Offriamo l'opportunità di svolgere una nuova politica, nella visione di “area vasta” delle zoneinterne, prospettiva per poter difendere l'unità dei comuni della provincia di Rieti. E l'unico modoper generare soluzioni condivise, vista l'incapacità di sintesi sin qui dimostrata dalla politica, èrappresentato dal Referendum. Senza condivisione di scelte dal giorno successivo all'accorpamentosarà scontata la fuga dei comuni verso l'Aquila, Ascoli, Terni.