Lettera aperta a te che sei nato negli anni 60! · Junior tour 2001 - Brasile. La macchina del...

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Lettera aperta a... te che sei nato negli anni 60! Quest'anno i nati nel 1983 diventano maggiorenni. In quell'anno noi, nati negli anni Sessanta, frequentavamo le Scuole Medie o Superiori e molti iniziavano a lavorare. Oggi, che abbiamo superato i trenta (e qualcuno i quaranta!), non ci consideriamo vecchi ma certo possiamo raccontare il no- stro piccolo mondo con i ricordi di quegli anni. Ricordi di un paese in pieno sviluppo economico ma ricco però di quei valori "contadini" che forse oggi non esistono più! Sono nato negli anni 60 e voglio dedicare questo editoriale ai miei coetanei… Caro trentenne, lo sai che i nuovi maggiorenni erano in età pre-puberale quando è cominciata la guerra del Golfo? Non hanno ricordi significativi dell'Era Reagan e non immaginano neppure che qualcuno gli possa aver sparato. Avevano 8 anni quando l'URSS si è disintegrata, non si ricor- dano dunque della Guerra Fredda. Conoscono una sola Germa- nia, anche se a scuola hanno detto loro che ce n'erano due. So- no troppo giovani per ricordarsi dello scoppio del Challenger e per loro l'AIDS è sempre esistito. Pensa che per loro Lugagnano è sempre stata amministrata da Sona e non credono se gli racconti che fino a qualche anno Argenteria, bomboniere e liste di nozze Ingrosso e dettaglio ----------------------------------------------------------- Via Pelacane,41/2 - Lugagnano (Verona) - Telefono 045 514567 Stime, consigli, creazioni di prestigio ----------------------------------------------------------- Via Pelacane,41 - Lugagnano (Verona) - Telefono 045 8680460 9 Numero 9 - Anno Secondo - Ottobre 2001 - Bimestrale - Stampato in proprio Costituito a norma dell’art. 18 della Costituzione e dell’art. 36 del C.C. IL BACO DA SETA - Appuntamento di Cultura e Società di Lugagnano C.F. 93139380237 - www.lugagnano.it

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Lettera aperta a...te che sei nato negli anni 60!

Quest'anno i nati nel 1983 diventano maggiorenni.In quell'anno noi, nati negli anni Sessanta, frequentavamo leScuole Medie o Superiori e molti iniziavano a lavorare.Oggi, che abbiamo superato i trenta (e qualcuno i quaranta!),non ci consideriamo vecchi ma certo possiamo raccontare il no-stro piccolo mondo con i ricordi di quegli anni.Ricordi di un paese in pieno sviluppo economico ma ricco però diquei valori "contadini" che forse oggi non esistono più! Sono nato negli anni 60 e voglio dedicare questo editoriale aimiei coetanei…

Caro trentenne,lo sai che i nuovi maggiorenni erano in età pre-puberale quandoè cominciata la guerra del Golfo? Non hanno ricordi significatividell'Era Reagan e non immaginano neppure che qualcuno glipossa aver sparato.Avevano 8 anni quando l'URSS si è disintegrata, non si ricor-dano dunque della Guerra Fredda. Conoscono una sola Germa-nia, anche se a scuola hanno detto loro che ce n'erano due. So-no troppo giovani per ricordarsi dello scoppio del Challenger eper loro l'AIDS è sempre esistito.Pensa che per loro Lugagnano è sempre stata amministratada Sona e non credono se gli racconti che fino a qualche anno

Argenteria, bomboniere e liste di nozzeIngrosso e dettaglio

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prima esistevano 4 sindaci.Hanno conosciuto un solo Papa, che è durato pertutta la loro vita; conoscono don Mario ma donBrunelli non sanno neppure chi sia! Non ricordano gli affreschi storici che alloggiava-no all'entrata di Corte Beccarie. Non hanno maivisto la vecchia chiesa del paese; in quella nuovainvece hanno sempre visto l'organo ma non san-no che dietro vi è nascosto un dipinto della Basi-lica di San Pietro.Se gli racconti che un tempo c'era una vera epropria band (chitarre, batteria e tastiere) inchiesa, alla messa delle 9 e 30, ti guardano comepazzo; la "calma" di Suor Nives, la "forza" diSuor Angela e la "vivacità" di Don Eros l'hannovissuta solo attraverso i racconti dei loro genitori.Prova a raccontar loro che venivi premiato per il

S o m m a r i oLettera aperta a... te che sei nato negli anni 60’Viabilità: perchè non sfruttare via Binelunghe?Villa Maria: un angolo di storia nel cuore di LugagnanoStranieri a Lugagnano. Viaggio in un paese multietnicoE’ tempo di mostra per il Gruppo Micologico LugagnanoAVIS: è sempre l’ora di donareLettere dal Fronte: La perigliosa ricerca di una casaReplica del NAL: il nostro impegno merita il contributoMister Lugagnano: al via le votazioni!Alpini Lugagnano: tesseramento 2002Il Lugagnano Calcio cresce: al via una stagione ricca di novitàGli amatori passano di rigoreCronache dal SeggioLo sapevate?Quattro chiacchiere mondiali. Faccia a faccia con Renato MisturiniJunior tour 2001 - Brasile.La macchina del tempo. Cronaca di un’estate di venticinque anni faPuntaspillo del BacoLa Gazzetta ComunaleUna penisola di lugagnanesiRelaxUn anno dopo l’amicizia continua. Cronaca di un viaggio in PoloniaVocabolario MinoreGruppo Culturale Lugagnano: parte il cineforum 2001 - 2002Università Popolare: il corso di ceramica sbarca all’ArsenaleUna finestra sulle medie. La voce dei ragazzi sugli attentati in USALettere al giornaleAi fornelli... con Dany. Torta di fichi e nociLugagnano e la politica: lanciamo una tavola rotondaI ragazzi ed il paese: una realtà troppo stretta?

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Stampato con il contributo della

Filiale di LugagnanoVia 26 aprile, 2 - Tel. 045 514666

Stampato con il contributo del

Comune di SonaAssessorato alla Cultura - Biblioteca

Stampato con il contributo della

Luigi Residori

numero di messe partecipate in estate e che ledomeniche pomeriggio le passavi in sala K3 alleamatoriali proiezioni di "Altrimenti ci arrabbiamo"con i mitici Bud Spencer e Terence Hill: ti guarde-ranno attoniti, dubitando della tua sanità menta-le…Loro La Notizia l'hanno sempre ascoltata alla TVma non hanno mai pagato un giovane scout peraverla. Non hanno mai giocato con l'Atari; il CD èentrato sul mercato che loro erano bebè, quindinon hanno mai avuto un mangiadischi.Sono nati tre anni dopo che la Sony ha commer-cializzato il Walkman e per loro i pattini hanno

Il Baco da Setalo puoi trovare presso

EdicolaCastioni Sergio

Via Cao Prà, 30 - Lugagnano (Verona)Tel. 045 514268

Vecio Sega (Ciocaelmambo!), le camminate diSandra (l'edicolante di San Massimo) e di Boriccia piedi scalzi, le biciclettate della Viola… Hanno conosciuto da piccoli il Mercato delle pe-sche perché vi si svolgeva una sagra.Sono increduli se diciamo che il sindaco Tomel-leri giocava nella squadra locale come forte cen-trocampista; Boscaini neppure lo immaginanocome allenatore e Salvetti lo associano solo alFestivalbar.Non possono credere che Travolta fosse un balle-rino, non sanno chi sia "L'uomo dai sei milioni didollari" o "L'incredibile Hulk" e per loro MichaelJackson è stato sempre stato bianco. Credonoche "Love boat" e "Charlie's Angels" sianofilm a luci rosse e "CHIP's" solo una marca di pa-tatine. Il lunedì nero della Borsa, del 1987, è perloro ugualmente importante della Grande Depres-sione del 1929.Non hanno mai passato il dopo messa della do-menica mattina davanti alla cara Rosetta per unCiupa-Ciupa e non hanno mai giocato sopra adun cesto portarifiuti a "Coletto" e a "Squadre" conle figurine di Quintarelli.Non hanno partecipato alla gioia del primo pas-saggio in Promozione del Lugagnano Calcio diFogliato, Campagnari, Omero, Vicentini, Forlin eBriggi quando il paese si ritrovò interamente uni-to allo stadio.Se parli di calcio sanno tutto, ma non sono maistati… "Campioni del mondo, Campioni del mon-do, Campioni del mondo" nella magica notte diMadrid.

Caro coetaneo non dimenticare tutto questo e ca-ri neo maggiorenni… in bocca al lupo, per il vo-stro futuro!

Gianluigi Mazzi

[email protected]

sempre e solo avuto le ruotein linea.Sono nati con il telefono incasa e non hanno mai attesodelle ore perché la televisionesi accendesse. Non ricordanoquelle con solo 10 canali chesi cambiavano con la manopo-la, non hanno mai visto Tv inbianco e nero e neanche pos-sono immaginare che non esi-stesse il telecomando.Per loro il PC ed il cellularesono cose normali ma nonhanno mai visto le 50, le 100e le 150 lire di carta.Alla loro nascita Lugagnano aveva già l'attualelunghezza e contava già 5000 abitanti; il Qua-drante Europa è sempre esistito e il Fenilon è so-lo un cartello curioso all'uscita della Bretella aSan Massimo. Non hanno mai visto il vecchio cimi-tero ma hanno assistito al disastro Cogemar.La scuola media è sempre stata in via Carducci enon sono mai stati "ammassati" nella vecchia se-de di Via Barbarani. Non hanno mai solfeggiatocon la professoressa Simonetti e solo pochi…hanno recitato ("My name is Susan Page") nelleore di Rasconà.Mancalacqua per loro è una via e non una frazio-ne del paese; Baionetta è solo un'arma e non unBar e soprattutto, stavano per essere "pensati econcepiti" quando Ginon girava su "carro e mus-so", vestito da Tzigano.Lo stradone di San Massimo l'hanno visto sempreilluminato e largo a sufficienza per passare condue macchine; non hanno mai atteso il passaggiodella Littorina alla Rampa visto che per loronon è mai esistito un passaggio a livello.Un biglietto di treno Sommacampagna-Veronanon è mai stato comperato e non hanno mai at-traversato a piedi o in bicicletta la statale 11 perandare a Bussolengo.Per loro il semaforo al centro del paese è sem-pre esistito.Non hanno partecipato alla ricostruzione di Buianel Friuli e non hanno mai comperato un bigliettodel cinema "La perla".Per quanto li riguarda, Cernobyl potrebbe essereil nome di un farmaco contro il mal di testa e lacava Belvedere un luogo pittoresco dove passarela giornata di Pasquetta.La festa delle zitelle alla fine di febbraio sembra aloro il titolo di un film. Non hanno mai sentito ilrombo dell'Alfetta del Plinio sulla strada princi-pale; non hanno mai ascoltato le serenate del

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Uno scorcio dellostraordinariopubblico cheaccompagnò ilLugagnano aCamisano per lafinale contro ilCampetra per iltitolo di CampioneVeneto.(Foto Pachera)

livello viario, che a nostro avviso hanno più logicaper uno sviluppo razionale del paese.Quindi, seguendo il grafico qui riportato, vedia-mo che ponendo una rotonda all'ingresso di Lu-gagnano, immediatamente prima dei ponti auto-stradali, otterremmo il duplice risultato di rallenta-re e deviare il traffico verso via Binelunghe cheverrebbe opportunamente allargata. L'ostacolomaggiore a questo punto risulterebbe l'attraver-samento dell'autostrada, che verrebbe forza-tamente fatto attraverso un nuovo ponte. Chiara-

I recenti lavori eseguiti lungo via Binelunghehanno evidenziato la possibilità di usufruire di unstrada già esistente, con notevoli possi-bilità di essere ampliata, allo scopo dideviare il traffico verso quell'ipotetica enon si sa quanto lontana prospettiva direalizzare una tangenziale per Luga-gnano.Questa proposta era già apparsa nelnumero precedente del Baco e ora ab-biamo voluto tradurvela graficamente.Nel farlo abbiamo adottato la planimetriadel PRG attualmente vigente, mante-nendo o togliendo quelle indicazioni, a

Viabilità:Perché non sfruttareVia Binelunghe?

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rantito attraverso rotatorie per evitare pericolosiincroci a raso. Tutta una larga fascia attorno allatangenziale deve essere assoggettata a rispettostradale e magari piantumata un po' come è statofatto nel Comune di Sommacampagna sullastrada dell'ex-discarica. Quindi non siamo d'ac-cordo con le previsioni del piano, che sul nostrografico non abbiamo volutamente riportato, cheprevedono nuove residenze a ridosso della tan-genziale e molti incroci a raso a collegamento delpaese, che avrebbero, a nostro avviso, l'unico ri-sultato di essere rischiosi per l'incolumità di chi liattraversa e rallenterebbero molto il traffico.Infine, ribadiamo la nostra ferma convinzione, chela tangenziale debba proseguire dove era stataprogettata, collegando la zona industriale della

Grande Mela con delle rotatorie, per pro-seguire sino alla Strada Provinciale Mo-renica, collegandosi magari con la stessarotonda dell'"Olmo".

Gianfranco Dalla Valentina

[email protected]

mente l'onere finanziario non è dei più agevoli, mase pensiamo a quanti di questi ponti sono statifatti, per prendere un esempio, per il nuovo mer-cato ortofrutticolo, forse uno per una comunità disettemila abitanti sarebbe giustificato. Inoltrenon sarebbe più necessario ricorrere a nuoviespropri e ad un conseguente spreco di territorioagricolo.Attraversata l'autostrada, la tangenziale deve es-sere destinata al traffico a scorrimento velocee pesante. Per questo motivo devono essere li-mitati gli accessi alla parte abitata. Noi ne abbia-mo ipotizzato tre, uno da via Brennero, uno da viaPelacane e uno da via Capitello. All'inizio, al centroe alla fine del paese. L'accesso deve essere ga-

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L’immagine grandeschematizza quantodescritto in questoarticolo. Le due fotoriprendono invecedue zone di viaSacharov.

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Adesso ci si passa davanti generalmente in auto,attenti più che altro al costante flusso del traffico. Epoi il baricentro del paese ormai è indiscutibil-mente spostato oltre il crocevia.Così l'ingresso di Villa Maria, con il suo grandecancello in ferro, attira più che altro l'interesse dichi, alla disperata ricerca di un parcheggio, finisceper mollarvi davanti la macchina, per una sosta piùo meno rapida.Ma nell'ultimo secolo questo lungo edificio sullavia principale è stato senz'altro un punto fermodella vita di Lugagnano, assieme alla piazzetta edalla vecchia chiesa, allora poco distanti.Conosciuto comunemente come Corte Marchiori o,più tardi, come Corte Innocenti, l'insieme di que-

sti edifici trova probabilmente il suo nucleo origina-rio addirittura nel Cinquecento, agli albori dellastoria moderna di Lugagnano.Una mappa del territorio veronese ad ovest dellaCittà, destinato a pascolo pubblico e denominatoCampagna Maggiore, testimonia infatti la presenzain Lugagnan di alcuni edifici in muratura: uno diquesti presenta appunto struttura e posizione mol-to simili alla parte di Villa Maria prospiciente viaXXVI Aprile.Da alcuni particolari si può dedurre che la mappain pergamena, di notevoli dimensioni, sia stata ese-guita nella seconda metà del XVI secolo. Peraltro,nello stesso disegno è ben identificabile la zonadel Ghetto (oggi via XXIV maggio), dove un edificio,prima della ristrutturazione del 1985, presentavaancora un'apertura murata, con impressa la data

"1521". E' dunque probabile che anche la corte dicui ci occupiamo abbia avuto origine tra la fine delQuattrocento e gli inizi del Cinquecento, quando lazona di Lugagnano iniziò a ripopolarsi dopo la lun-ga stagione medievale.In ogni caso, la corte è ben testimoniata a partiredal Settecento, quando risulta di proprietà dellafamiglia Ferrante. Si trattava di possidenti che de-tenevano estesi appezzamenti intorno a Luga-gnano, dove si trasferirono e risiedettero fino allametà dell'Ottocento.Nel 1843, però, il capofamiglia Gaetano morì, la-sciando moglie e figli in giovane età. La vedova de-cise dunque di vendere le sue proprietà in Luga-gnano e di andarsene via coi bambini. Il cimiteroconservò la tomba del Ferrante fino alla demolizio-ne del 1982. E' davvero un peccato che la lapidetombale, una fra le poche salvata dalle ruspe etrasportata nel cimitero nuovo, sia andata smarritasuccessivamente. Era infatti singolare per esseresormontata da una tavolozza con pennelli da pitto-re, mentre spiccava l'assenza di qualsiasi segnocristiano. La stessa scritta commemorativa, dettataprobabilmente dal dolore della vedova, escludevaqualsiasi richiamo alla Resurrezione e si limitava arichiamare le doti artistiche del defunto "… chiu-dendo colle sue ossa ogni speranza di consolazio-ne".Dai Ferrante la corte passò quindi alla abbiente fa-miglia veronese dei Marchiori. Guglielmo, Tipogra-fo vescovile, ne fece la propria residenza di villeg-giatura, aggiungendo la casa del custode posta asinistra del cancello, che porta ancora in alto le sueiniziali.L'arrivo della carrozza con tiro a quattro apriva lastagione estiva della corte e costituì per moltianni un imperdibile avvenimento per il nostro rusti-co paesello.La corte fu ribattezzata Villa Maria dal nome del-l'unica figlia di Guglielmo Marchiori la quale, dopo lenozze con il fattore Albino Nocenti, venne ad abi-tare stabilmente a Lugagnano.Mentre sul retro, nel 1920, la villa fu ingentilita dauna cappella privata, la facciata - con un pizzicodi alterigia - venne innalzata nella sua parte finaleverso il crocevia, così da raggiungere almeno l'al-tezza della casa confinante, che già aveva avutol'ardire di sporgersi verso la strada, rispetto alla li-nea della corte!

Sopra, il vecchiomercato delle peschedavanti alla villa.A fianco la chiesetta diVilla Maria poco dopo lasua inaugurazione (21 agosto 1920).

Villa Maria: un angolo di storianel cuore di Lugagnano

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Lo stesso periodo bellico potè solo ral-lentare, ma non bloccare il volano delbenessere, finalmente avviato. La pro-duzione di pesche e di pere di VillaMaria vide solo diversificare la propriadestinazione E quando la terra si assestò su una re-sa normale, le campagne intorno al no-stro paese si erano già ricoperte di filaridi pesche, così che subito dopo la Se-conda guerra mondiale prese vita aLugagnano un mercato ortofrutticoloche, guarda caso, si teneva davanti aVilla Maria.All'interno della stessa, intanto, erano infunzione già da tempo alcune celle fri-gorifere che, ancora una volta all'a-vanguardia nella provincia, permetteva-no la conservazione della frutta e man-tenevano a livelli di eccellenza l'aziendadi Villa Maria.Negli ultimi decenni le attività dell'a-zienda agricola si sono via via ridotte,con l'avanzare dell'età dei quattro fra-telli Innocenti e così anche il rilievo diVilla Maria è andato scemando.Infine, a partire dalla seconda metà de-gli anni Ottanta, è intervenuta anche lalottizzazione dell'ultima campagna di-rettamente in pertinenza della villa,compresa tra le attuali via Nascimbeni evia Stazione, così che la corte ha persoogni funzione di supporto produttivo edè rimasta semplice residenza per l'ulti-mo discendente diretto di GuglielmoMarchiori, Alberto Innocenti e, dopo lasua morte intervenuta recentemente, disua moglie Franca Gozzo.

Massimo Gasparato

[email protected]

Inizia così la storia recente della corte che, ap-punto dagli Anni Venti divenne il fulcro di un'azien-da agricola modello, condotta dai quattro figli diMaria Marchiori, che nel frattempo avevano ottenu-to di cambiare il cognome paterno da Nocenti aInnocenti.Villa Maria vide così arrivare nel 1929 l'irrigazionee, grazie alle possibilità economiche dei proprietari,ne beneficiò al massimo grado trasformando subitoin frutteti le proprie campagne.Fu una stagione d'oro per tutta la nostra zona e inparticolare per l'azienda agricola dei fratelli Inno-centi, che mieteva premi ad ogni esposizione, siain Italia che all'estero: i terreni, infatti, da sempresfruttati solo a fieno, mais o gelso, regalarono di-versi anni di rese eccezionali per i frutteti, quasi asdebitarsi in un sol colpo, dopo secoli di raccoltistentati. La fama delle pesche di Lugagnano si dif-fuse al punto che anche coltivatori di zone vicinevenivano a chiederne in prestito qualche cassetta,da esporre furbescamente a proprio nome nellevarie mostre ortofrutticole.

Alcune delle notizie riportatein questo articolo sono descritte, in maniera più

approfondita ed ampliata,nel libro “Fregole di Storia

- Appunti e spunti su Lugagnano e dintorni”

di Massimo Gasparato con lacollaborazione

di Gianluigi Mazzi.Il volume, edito da ProformaEdizioni, è disponibile presso

l’Edicola Castioni Sergio (via Cao Prà, 30 - Tel.

045.514268), al costo di L.40.000. Parte dei proventiviene devoluta a progetti

umanitari nel mondo.

Autunno 1941.L’Ecc. Letta parlaalle maestranze deiFratelli Innocenti,azienda modellonella frutticultura.

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Stranieri a LugagnanoViaggio in un paesemultietnico

guenza di una serie di concause che vanno dalcrescente benessere economico rintracciabile inItalia al peggiorare delle situazioni e delle congiun-ture politiche e socio-economiche di nazioni dell’exUnione Sovietica, dell’Asia e dell’Africa.A questo fenomeno di immigrazione “tipica” va poiaggiunto il fenomeno nuovo della maggiore circo-lazione di cittadini nella Comunità Europea per lavo-ro o per motivi familiari, fenomeno ingigantitosi do-po il Trattato di Schengen.Ecco che, quasi senza che ce ne accorgessimo, an-che Lugagnano ha cominciato ad assumere le ca-ratteristiche di una realtà multietnica. E questosia nella elencazione delle nazioni rappresentatenel nostro paese, ben trentadue, sia nelle percen-tuali, 248 stranieri su una popolazione di circa7.000 abitanti, cioè il 3,5 per cento. Siamo lonta-ni dalla media di Verona città, che ormai raggiungeil 10 per cento di residenti immigrati (soprattuttodallo Sri Lanka e dal Bangladesh), ma sempre unapercentuale significativa.Visti questi numeri cambia un po’ la prospettivadel paesello rurale e contadino, ci si accorge di unarealtà importante sia in termini quantitativi chequalitativi ma poco conosciuta.La comunità straniera più rappresentata a Luga-gnano è quella dei cittadini africani (Costa D’Avorio,Ghana, Marocco, Nigeria, Senegal, Somalia, Tunisia)con 88 membri. Dall’Europa dell’Est (RepubblicaCeca, Iugoslavia, Polonia, Romania, Ucraina) pro-vengono 63 cittadini, dalla Macedonia e dall’Albaniane provengono 39, 12 dal Sud America. Dalla Cinaprovengono 18 cittadini, mentre 13 sono cittadinicomunitari. Abbiamo poi 4 Indiani, una Thailandese,un Israeliano e 9 Libanesi.Cittadini provenienti da realtà completamente op-poste e quindi giunti a Lugagnano per i motivi piùdisparati e diversi. Persone che comunque ora fan-no parte a pieno titolo della nostra comunità eche della comunità dovrebbero sentirsi componentiattive.Facendo una veloce indagine nelle decine di asso-ciazioni piccole o grandi che operano a Lugagnanoabbiamo scoperto, a meno che non ci sia sfuggitoqualche caso isolato, che in nessuna è presentequalcuno di questi stranieri. E’ questo ci sembra unindice indicativo di quanto poco in effetti siano inse-riti.Probabilmente molti non ne hanno semplicementeinteresse per motivi familiari, professionali o perso-nali. Ma siamo certi che parecchi sarebbero inveceinteressati a partecipare alla vita associativa delpaese, sportiva, culturale, politica che sia, ma chenon sappiamo effettivamente come e a chi propor-si.In questo senso interessante ed efficace era statal’iniziativa della Parrocchia di divulgare un libretto

E passato qualche anno da quando i primi stranieridi colore venuti ad abitare a Lugagnano suscita-vano una certa curiosità in una comunità che anco-ra non conosceva il significato di realtà multietni-che. In questo senso tutta la nostra Nazione ha

vissuto il fe-nomeno inmaniera ri-tardata ri-spetto ad altriStati ancheEuropei. Perparecchi annisiamo statinoi gli emi-granti in giroper il mondosoprattuttoalla fine del-l’Ottocento eagli inizi delNovecento,era dalle no-stre terre chesi partiva allaricerca di for-tuna con de-stinazioni cheandavanodalle nazioni

europee più ricche fino al Sud America, agli StatiUniti, al Canada per arrivare all’Australia.Il fenomeno dell’immigrazione è invece relativa-mente recente. Nel periodo postbellico la situazioneinfatti si capovolse e l’Europa diventò un continentedi immigrati (circa 8 milioni nel periodo 1950-80).Questa inversione di tendenza fu dovuta alla poli-tica dei principali paesi europei, preoccupati dallamancanza di manodopera al partire dal decolloeconomico. Il fenomeno più evidente fu l’arrivo inmassa dei cosidetti Gastarbeiter provenienti dall’Eu-ropa Meridionale nella Repubblica Federale Tede-sca. Questo processo inizialmente non riguardò l’I-talia, che non attuò politiche di questa natura, maci investì in pieno un decennio dopo come conse-

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Carnevale 2001:piccoli mascherati perle vie del paese.

to comunità piccole e coesecome le nostre non possonoreggere partizioni interne.Una sfida. Perché questenuove realtà rappresentano si-curamente una ricchezza peril paese, e spetta al paese, atutti noi, fare in modo che nes-suno si senta straniero tra dinoi. La tradizione della nostragente, le nostre origini diconodiversamente, e le dramma-tiche congiunture internazio-nali di questi tempi lo esigo-no.Dimostrare di essere una co-munità aperta, è questa lanuova sfida.Anzi, la sfida di sempre.

Mario [email protected]

che riportava tutti i gruppi operanti in quell’ambitocon indirizzi e recapiti.Ma bisognerebbe fare di più.Certamente utile è l’annuale festa organizzata dal-l’Amministrazione Comunale per dare il benvenutoai nuovi abitanti dei quattro paesi, ma la vera in-tegrazione si manifesta ad altri livelli, orizzontalipiù che verticali. Perché non promuovere momentidi incontro con quei cittadini che, non proveniendodall’area comunitaria, probabilmente hanno mag-giori problemi ad integrarsi in un contesto note-volmente strutturato e quindi di difficile permeabili-tà? Certo però che la risposta non dovrebbe esseresolo e solamente istituzionale. Importante sarebbeche le molte associazioni di Lugagnano trovasse-ro spazi, tempi e modi per avvicinare queste nuoverealtà, per proporre a questi nuovi cittadini, e nonsolo a loro, la possibilità di partecipare ad attivi-tà, iniziative, gruppi ed esperienze.Nei gruppi che si rivolgono ai bambini, come l’Asso-ciazione Calcio Lugagnano, questo accade già.Nelle squadre giovanili cominciano a militare parec-chi ragazzini non originari del paese. E questo è unfenomeno importante e da seguire con attenzio-ne, favorito dall’universalità del calcio come sportmondiale e, sicuramente, dalla disponibilità dei variallenatori e dell’Associazione in generale.Ma è con i giovani e con gli adulti che si giocala vera partita.Sarebbe sicuramente utile per la crescita del tessu-to sociale della nostra comunità, che sta modifican-dosi in maniera evidente, tentare di coinvolgerenella vita pubblica anche questa grossa fetta dicompaesani, naturalmente nella misura di quantoloro siano effettivamente interessati ad essere co-involti.Nel pensare a questa breve inchiesta ci sarebbepiaciuto sentire da qualcuno dei nuovi residentistranieri come vivono Lugagnano, come stanno tranoi. Ma, a meno di cominciare a suonare ai campa-nelli delle case dove abitano diventando quindi soloelemento di disturbo, il fatto che non fossero pre-senti nelle varie realtà associative del paese ci haimpedito di avere una percezione, se non “per sen-tito dire”, di quale sia il loro livello di inserimento.Quello che comunque abbiamo ricavato è un qua-dro di un’integrazione assolutamente deficitaria ecarente, tanto da poter parlare per alcuni di questigruppi addirittura di microcomunità chiuse all’inter-no della comunità generale. Di gruppi che fisica-mente vivono a Lugagnano ma che con il paesenon hanno alcun tipo di interscambio, di osmosi.Un problema ed una sfida.Un problema. Perché questi numeri sono imman-cabilmente destinati a crescere, ed il fenomeno dapura curiosità potrebbe diventare rilevante in quan-

Stranieri residenti a Lugagnano

Stranieri residenti in tutto il territorio del Comune di Sona: 597

Ringraziamo l’Ufficio Anagrafe del Comune di Sona, nella persona del responsabile

Dott. Alberto Zumerle, per la sollecita e cortese collaborazione fornitaci nel reperire questi dati.

L A S C H E D A

Albanesi 33Austriaci 1Brasiliani 1Cechi 1Cinesi 18Costa D’Avorio 3Dominicani 1Finlandesi 1Francesi 4Ghanesi 27Greci 1Indiani 4Israeliani 1Iugoslavi 25Libanesi 9Macedoni 6Marocchini 25

Messicani 2Nigeriani 14Olandesi 1Peruviani 2Polacchi 3Portoghesi 2Romeni 34Senegalesi 9Somali 1Tedeschi 3Thailandesi 1Tunisini 9Ucraini 1Uruguayani 3Venezuelani 3

TOTALE 248

Chiunque volesse mandarci testi,commenti, lettere o materiale

di qualsiasi tipo può scrivere a:

IL BACO DA SETAVia Beccarie, 48

37060 Lugagnano (VR)oppure mandare

una e-mail all'indirizzo:[email protected]

Risponderemo a tutta la posta arrivata.

Non verranno pubblicate letterenon firmate nè a queste potremo,

ovviamente, rispondere.

C'è voluto un po' più tempo di quanto ci si eraproposti, ma l'insegna della sede dell'AVIS, pressoil crocevia, si è arricchita di un orologio.Il messaggio che si vuole trasmettere è semplice:quando ci capiterà di controllare l'ora, ripensia-mo all'ultima donazione e vediamo se non è ma-gari il momento di tornare a dare il nostro aiutoa chi lo sta aspettando.La raccolta di sangue, tra l'altro, nel periodo esti-vo vive sempre il suo momento più tranquillo,mentre invece - soprattutto a causa dell'aumentodi incidenti stradali - la richiesta di trasfusioninon cala, ma anzi si impenna. Di qui la ricorrentenecessità dei Centri Trasfusionali di sollecitare leSezioni per poter ricostituire le scorte, quandonon addirittura per far fronte ad una vera e pro-pria emergenza.Come donatori di Lugagnano, abbiamo registratoun apprezzabile recupero nello scorso mese diagosto, ma per questo anno il saldo del periodogennaio/agosto risulta pari a 344 donazioni e re-sta quindi ancora negativo di 32, rispetto al2000.

E’ sempre l’ora di donare

Da qui la decisione del Direttivo di inviare unalettera agli iscritti della Sezione che non avesse-ro donato negli ultimi due anni: siamo certi chesarà stata accolta per quello che è, ossia tuttomeno che un rimprovero!Siamo ben consapevoli delle mille situazioniche possono aver determinato queste sospensio-ni, ma siamo ugualmente consapevoli del gravebisogno di sangue che, non lo si dirà mai abba-stanza, ancora oggi può trovare risposta solonella donazione, a dispetto di tutti i progressi del-la scienza medica.Il consuntivo delle donazioni mensili di settembreci dirà presto se il nostro amichevole promemoriaha sortito qualche risultato. Magari potrà essereanche l'occasione per riprendere i contatti con laSezione che, quest'anno, avrà il suo momento diincontro conviviale proprio fra pochi giorni.L'appuntamento per la cena sociale, infatti, è persabato sera, 27 ottobre p.v., presso Villa Ventoa Custoza: come da programma ed inviti, più am-pia sarà la partecipazione, più riuscita sarà la se-rata.

Come ogni anno anche questo settembre il Grup-po Micologico ed Ambientale di Lugagnano ha te-nuto la consueta mostra sui funghi.Sabato 29 e domenica 30 settembre un notevolenumero di visitatori si è recato a visitare l’an-nuale mostra tenutasi come al solito presso laBaita degli Alpini in via Caduti del Lavoro.Come ogni anno la preparazione ha coinvolto ungrosso numero di appassionati, quest’anno diecisquadre per un totale di circa 20/25 persone, chesi sono recate in Lessinia ed in Trentino AltoAdige nei giorni immediatamente antecedenti laMostra per raccogliere gli esemplari da esporre.Il risultato è stato, come al solito, eccezionale. I vi-sitatori hanno potuto prendere visione di addirittu-ra 320 specie diverse, dai funghi più prelibati aipiù velenosi. Un grosso risultato che testimonia

E’ tempo di Mostra per il Gruppo Micologicodi Lugagnano

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Nella foto adestra laricchissimaesposizione difunghipresentata allamostra disettembre delGruppoMicologico.

dell’attività di uno tra i gruppi più appassionatidella nostra comunità. Nella sala della mostra erapresente anche il Sig. Mauro De Carli, un veroesperto in materia, che con il suo microscopioeseguiva delle analisi a livello sporale su variesemplari.A breve il Gruppo Micologico allestirà una propriasede stabile all’interno della baita, presso la qualesi potrà, tra le altre cose, usufruire del servizio diriconoscimento dei funghi.I signori Castioni e Recchia ci informano poiche l’attività vera e propria del Gruppo inizierà il17 gennaio con un corso di micologia di basesull’arco di quattro incontri. Poi, a partire dal 21febbraio verrà tenuto un corso di botanica di ba-se con uscita didattica di fine corso e quindi delleconferenze su temi specifici legati al mondo deifunghi e della natura. Nel frattempo tutti i lunedìd’autunno e d’inverno i soci si trovano alle21.00 presso la sede per determinare, studiare,fotografare catalogare ed assaggiare i funghi dalvero. Il gruppo estende l’invito a tutti coloro chefossero interessati ad avvicinarsi ad un mondo af-fascinante ed interessante.

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L'impegno economico e organizzativo, infatti, nonha certo il banale scopo di aggiungere un'altramangiata alle tante che già abbiamo in program-ma, magari pure con qualche problema di dieta.E' invece il bisogno di vedersi tutti assieme alme-no una volta l'anno, di passare alcune ore in alle-gria e magari scoprire che qualcuno che conoscia-mo da tanto tempo condivide con noi il valoredella donazione, senza che lo sapessimo. La cenaannuale è anche il momento per farsi accompa-gnare da un amico/a che possa così scoprire co-me i donatori sono gente normale, normalissima,senza doti eccezionali, ma che fanno qualcosache li rende davvero speciali.

Università:la perigliosa ricercadi una casa

quando ho allargato le braccia e raggiungevo con-temporaneamente tre stanze (sì c'era pure unaspecie di cucina, dove stavano pranzando in sette,non so come e dove…).Scartata questa soluzione, ho conosciuto chi mi hapresentato casa sua come una comune dedita allameditazione e al diver-timento più vario, chiaccettava solo naturisti(mi sto ancora chie-dendo che significhi..),chi ha ricavato stanzeda sgabuzzini e sotto-scala, chi mi chiedevaquanti amici (nonmiei) avrei potutoospitare nella mia futu-ra stanza…insommaun delirio di facce e ra-gazzi.Questa storia ha peròun lieto fine, ho tro-vato una stanza spaziosa in posizione centrale edei coinquilini non troppo esigenti, anche se ad in-termittenza si rompe un elettrodomestico (nell'ordi-ne: lavatrice, caldaia, frigorifero, interruttori ecc.) ei muri hanno certi spifferi da cui il mattino vedosorgere il sole (o quasi).Ma se fosse tutto tranquillo e riposante come a ca-sa non sarebbe vera vita universitaria, giu-sto???

Veronica Fenzi

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Cari lettori del baco, di ritorno dalle vacanze e inmezzo alle scartoffie per gli esami (che come diceil proverbio non finiscono mai…soprattutto se si ri-mandano di sessione in sessione!), la vostra inviatauniversitaria vi parlerà stavolta dei guai che si in-contrano quando si cerca casa in un'altra città.Il primo passo è quello di mettere un annuncionelle principali bacheche di facoltà, o semplicemen-te leggere quelli già affissi e telefonare per infor-mazioni e per andare a vedere la futura abitazione,e qui com'è intuibile, inizia il bello della faccenda.Per andare a vedere un "appartamento in posizio-ne centrale" ho dovuto una volta cambiare tre au-tobus e farmi un bel pezzo di strada a piedi, perarrivare in estrema periferia a vedere una casache di centrale aveva solo la posizione nella via, nelsenso che attorno non c'era nulla! Anche sulledimensioni si fa molta confusione, per cui gli agget-tivi “spazioso, comodo, ampio” perdono del tutto illoro significato originario. Nelle mie peregrinazionisono finita in un microscopico monolocale dove giàabitavano tre persone, appena arrivata ho sbattutocontro lo stipite della porta (da cui penzolavanopanni ad asciugare), ho perso l'equilibrio e mi sonotrovata in uno stanzino minuscolo dove ho avutoun attacco di claustrofobia (mi hanno detto che erail bagno, non lo so, l'unica cosa che ricordo sonodelle pareti blu troppo vicine che mi schiacciavano).Una volta uscita, ho vistato la camera dove tre lettierano incastrati uno all'altro, per cui stendendosisu uno si era in contatto con i piedi della vicinamentre per alzarsi il mattino si doveva attraversa-re il corpo di un'altra: il momento clou è stato

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al nostro indirizzo di posta elettronica [email protected] oppure una letterapresso la nostra sede di via Beccarie 48.Nel voto basta che riportiate nome, cognome edanno di nascita del vostro prescelto.Di volta in volta ad ogni uscita del Baco vi daremoconto dei voti pervenutici e della classifica provvi-soria, fino ad arrivare alla proclamazione del bel-lo di Lugagnano nella primavera del 2002.Qualche componente femminile della Redazionesostiene che trovare un vero Mister a Lugagnano èimpresa ardua......Staremo a vedere!

La Redazione

Dopo lo straordinario successo ottenuto dal nostroconcorso per individuare Miss Lugagnano con ben894 voti pervenuti, ci è sembrato doveroso ripro-porre lo stesso concorso, ma questa volta almaschile.Con questo numero del Baco fino al numero diaprile potrete votare quello che per voi è ilragazzo o l’uomo più bello ed affascinante diLugagnano.I votati devono avere come unico ma impre-scindibile requisito quello di abitare nel nostropaese.Come votare? Semplice: potete inviare un SMS alnostro numero 338 5936472, oppure una mail

E dopo la Miss...

Mister Lugagnano:al via le votazioni!

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attività, e non sono poche, che la nostra Associ-azione promuove tra le quali le luminarie natalizie.Preghiamo quindi la Redazione del giornale di ap-portare la giusta correzione su ciò che è statoprecedentemente pubblicato, puntualizzando che ilcontributo che il NAL riceve è solo parte dellespese di cui l’Associazione si fa carico.Ringraziamo.

La Presidente del N.A.L.Mirella Carusio

Queste poche righe per puntualizzare ciò che èerroneamente apparso sul numero 8 de “Il Bacoda Seta” circa i contributi che il NAL riceve dal Co-mune.La nostra associazione merita l’onore di esserepromotrice delle varie opere e manifestazioni chesi svolgono in paese: corsi di formazione profes-sionale per commercianti, contributi alle variemanifestazioni folcloristiche e alle scuole per corsiinformativi dei genitori ecc.Il contributo che riceviamo, infatti, è per tutte le

Associazioni e contributi comunali

Replica del NAL: il nostro impegno merita il contributo

In seguito all’articolo “A chi vanno i contributi? Associazioni finanziamenti Comunali”, apparso sullo scorsonumero, nel quale si prendevano in analisi i vari contributi forniti dall’Amministrazione Comunale alle asso-ciazioni del paese, abbiamo ricevuto questa cortese lettera di dissenso del N.A.L.Lettera che pubblichiamo qui sotto.

Forse alpini non si nasce, ma si diventa, e lo si di-venta sempre più con il passare degli anni, conl'acquisizione di quelle esperienze di vita di cui noigiovani siamo ancora carenti. Sicuramente in noi,cari "veci", troverete aiuto, ma state certi che non èancora scoccata l'ora del vostro pensionamento!Tornando alle votazioni, un sondaggio condotto al-l'interno della baita, dà pareri contrastanti su chisarà il successore del capogruppo dimissionarioCristini; certo è che chiunque esso sia, avrà ungrande onore ma anche un'eredità pesante dasobbarcarsi, è per questo che necessita dei miglioriauguri per eguagliare e se possibile migliorare, l'o-pera straordinaria svolta dal suo predecessore.E' premura del gruppo alpini, ringraziare la popola-zione di Lugagnano per la buona affluenza dipubblico intervenuto alle due serate organizzate inoccasione del nono anniversario dall'inaugurazionedella baita Monte Baldo.Un ringraziamento particolare rivolto pubblicamenteanche alla corale "Voci del Baldo", che ha aiuta-to l'organizzazione della serata di sabato otto set-tembre, in cui si sono esibite con enorme successole corali "Voci di Colognola ai Colli" e "Brigata tre la-ghi di Mantova".

AGENDA ALPINAIl gruppo alpini Lugagnano organizza per domenica14 ottobre 2001 la terza edizione della manife-stazione podistica campestre denominata: La Bai-ta Monte Baldo. Si tratta di una gara campestreagonistica a categorie, riservata agli "alpini" ed agli"amici degli alpini" con percorsi di 5 e 10,5 km.La partenza avverrà davanti alla baita con inizio al-le ore 9.00. La quota d'iscrizione singola è di £.6.000. Per informazioni resp. Sig. ZANIN TIZIANO orario lavoro (045/984093) e ore pasti(045/8699588).

Massimo Adamoli

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L'otto dicembre, giorno dell'Immacolata Concezionedi Maria, per il gruppo alpini Lugagnano scade co-me ogni anno la festa del tesseramento.Lo svolgimento della giornata ricalca quello deglianni trascorsi, con il ritrovo degli alpini alle oredieci alla baita Monte Baldo, da dove partirà poi ilcorteo che raggiungerà la chiesa per animare lacelebrazione della S.Messa delle ore undici.Conclusa la cerimonia religiosa, nel piazzale DonEnrico Brunelli, sarà deposta una corona d'alloroal monumento dei caduti, quindi, partenza per ilpranzo sociale con destinazione Bussolengo, ri-storante Tower (ex Concorde).La festa del tesseramento di quest'anno, sarà pre-ceduta la sera prima (venerdì sette dicembre) daun appuntamento di grande importanza per i nostrialpini, e cioè, la votazione per il rinnovo del diret-tivo, che rimarrà in carica per il triennio successivo.Le votazioni che avranno luogo all'interno della bai-ta, inizieranno verso le ore venti e trenta e si pro-trarranno fino a tarda serata, con diritto di votoesclusivamente per i soci alpini (non per i simpatiz-zanti) iscritti regolarmente al gruppo.E' utile ricordare l'importanza che ha questa vo-tazione per il nostro gruppo, il cui desiderio piùgrande è quello di rimpolpare l'attuale ed esiguodirettivo con nuove forze che lo sappiano rilancia-re moralmente verso quello spirito d'iniziativa equella compattezza che da sempre lo hanno con-traddistinto.Si invoca soprattutto ricambio ma anche ringiovani-mento, proprio nell'anno in cui sembra aver assun-to i connotati dell'irrevocabilità la decisione del ca-pogruppo Arnoldo Cristini di passare la manodopo un trentennio esatto alla guida del gruppo.Ringiovanimento dicevamo, assolutamente necessa-rio anche se di complicata attuazione.Le forze giovani ci sono, ma latitano, forse perchécon le molteplici attività ed i vari interessi chebombardano la vita dei giovani d'oggi, in una scaladi priorità, entrare a far parte del direttivo alpinioccupa uno degli ultimi scalini e questo, secondome, non per egoismo o per poca voglia di mettersiin gioco, ma proprio per il fatto della giovane età.

Alpini Lugagnano:Tesseramento 2002

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La vecchia osteriada Milio (ex DalTuri), locale diritrovo per moltegenerazioni delsecolo scorso. Trale due guerre eraconsiderata unavera e propria“balera”.

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95) potranno quest' anno giovarsi della nascitadella Scuola Calcio il cui responsabile è Massi-mo Gasparato, già allenatore di squadre giova-nili in passato e richiamato dalla società per crea-re appunto una Scuola Calcio sul modello Chievo,applicando organizzazioni e metodologie degnedi un settore giovanile professionistico.Per il Lugagnano il futuro sembra già di suc-cesso.

Filippo Zendrini

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Inizia la nuova stagione calcistica e il Lugagna-no si presenta al via convinto di poter dire la suain gran parte delle competizioni a cui figuranoiscritte le proprie formazioni.Rimasto pressochè invariato l'organigramma so-cietario (Dalla Rosa-Residori Presidenti, Pa-narotto-Coati vice) e confermato il responsabiledel settore giovanile (Giannone) non sono man-cate le novità nell'area tecnica, a cominciare dallaPrima squadra quest'anno affidata all'esperto"Puma" Montagnoli, un tecnico che ha già af-frontato l'Eccellenza in più squadre con buoni ri-sultati.Anche nel settore giovanile non sono comun-que mancate le novità, prima fra tutte il ritorno diLuca Vassanelli alla guida della Juniores, il tec-nico che sfiorò il titolo Allievi nella stagione 98-99arrivando secondo.La squadra è stata rinforzata e obiettivo è piaz-zarsi almeno nelle prime 5 del torneo regionale(quest'anno formato soprattutto da formazioni vi-centine).Gli Allievi anch'essi iscritti al campionato regio-nale avranno forse il compito più difficile: quellodi salvarsi (sono 3 le retrocessioni) "conceden-do" un anno di vantaggio a tutte le altre forma-zioni. La rosa è composta nella stragrande mag-gioranza da ragazzi nati nel 1986 e si dovrà con-frontare con compagini formate da giocatori natinel 1985; l'impegno è proibitivo ma la truppaguidata da Rudari già in passato ha regalatosorprese positive e ottimi risultati.Campionato Regionale da disputare anche per iGiovanissimi 1987, rinforzati con alcuni acqui-sti; dopo il non certo brillante campionato scorsola formazione allenata da Borin punta ad un tor-neo di vertice con l'obiettivo di finire almeno frale prime 4.Stagione che si preannuncia positiva per i Giova-nissimi 88-89, con la panchina affidata a Vit-torio Zerpelloni: unificando le due annate sispera in un campionato di crescita e in buonpiazzamento finale. Nuova avventura per CarloSalvadori che dopo i successi ottenuti con gli'86 cercherà di ripeterli guidando da quest'annogli esordienti formati da ragazzi nati nel 1990:anche qui si prevede una stagione da protagoni-sta.Le altre compagini lugagnanesi (i Pulcini 91, iMinipulcini 92 e 93 e i Piccoli Amici 94-

Il Lugagnano Calcio cresceAl via una stagione ricca di novità

Sabato e domenica 15/16 settembre si è svoltosul campo comunale di calcio di via Marconi a Lu-gagnano il 3° trofeo Franco Conti dedicato allamemoria del Sindaco scomparso prematuramentequalche anno fa, tra le squadre amatoriali del Co-mune di Sona, organizzato, quest'anno dagli Ama-tori Lugagnano.Davanti ad un buon numero di persone, rispetto aisoliti spettatori che assistono alle partite di questecategorie, si sono scontrati gli Amatori Luga-gnano, Mancalacqua, Palazzolo, S. Giorgio edue squadre di Sona.Grande equilibrio in tutte le sette partite del tor-neo con solo due incontri che hanno visto prevale-re una delle due squadre in campo e di una solarete!La differenza l'hanno fatta allora i calci di rigore.Gli Amatori Lugagnano, grazie all'abilità del por-tiere Mirco Coati e degli infallibili cecchini dagliundici metri si sono aggiudicati il torneo, in unequilibrata finale con gli Amatori Palazzolo, cam-pioni in carica.Anche l'altra squadra del paese, gli AmatoriMancalacqua, nonostante il piazzamento non ec-cellente, ha dimostrato di essere ben viva e di po-ter, l'anno venturo, ristabilire l'equilibrio nel derbystrapaesano.E alla fine, nel pieno rispetto dello spirito amatoria-le, tutti assieme a mangiare due pennette al ragùinnaffiate da un buon bicchiere di Bardolino!

G.D.V.

Gli amatori passano...di rigore!

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Lo sapevate che l’ex allenatore del Lugagnano Giancarlo Apostoli ha militato per 9 anni comepossente centromediano nel Chievo Verona?Era soprannominato “Trapano” e ed era una dellepedine del centrocampo gialloblu fino al 1966,quando venne venduto al Battaglino San Massimoassieme ad un altro lugagnanese come ArnaldoCirca.

G.M.

Lo sapevate?

Lo scorso 7 ottobre si sono tenute le votazioniper il Referendum costituzionale (il primo nella no-stra storia repubblicana) e la sorte, non cieca maavente le fattezze corpulente del mio Presidentedi Sezione, mi ha permesso un’altra volta di svol-gere il compito di Segretario e, soprattutto, di po-ter osservare da una posizione privilegiata unatipologia umana assai interessante: il lugagna-nese al voto.I trattati di antropologia per troppo tempo hannocolpevolmente trascurato questo bizzarro toposumano. Ma è ora di svelarne tutte le curiose abi-tudini e di rivelarle alla comunità scientifica.Innanzittutto il nostro votante paesano tende adessere assai mattiniero.I seggi aprono alle 6.30 del mattino della domeni-ca, giorno usualmente deputato al riposo, maquando gli assonnatissimi scutatori si presenta-no presso le loro sezioni trovano immancabilmen-te già in fila impazienti parecchi dei nostri concit-tadini, scalpitanti e vogliosi di esercitare la loroprerogativa costituzionale prima che sorga il solee l’alba li sorprenda sciaguratamente privi di tim-bro sul certificato elettorale.Me n’è capitato uno, conciato come fosse appenauscito da un incontro (perso) di lotta nel fangocon godzilla, che, maledendo la nostra lentezza,continuava a ricordare: “presto, presto, che ho unaereo da prendere!”.Meraviglie del villaggio globale!Il compaesano votante poi ama attendere il pro-prio turno per entrare in cabina commentando inmaniera sarcastica l’assoluta inutilità dell’eserci-zio del volo (“tanto i fa sempre quel che i vol lo-ri”) salvo poi venire a votare con percentuali chesono immancabilmente tra le più alte d’Italia (aSona domenica ha votato il 41,5 % contro il 34,2per cento nazionale), perfetta metafora dell’ap-proccio veneto alla vita.Il votante lughense poi, soprattutto se di famigliapaesana da 270 generazioni, tende ad esserelievemente permaloso e considera un offesapersonale, da lavare possibilmente con il sangue,l’innocua richiesta di un documento d’identità daparte dello scrutatore. “Ma come, vivo a luganianda quando son nato! I me conose tuti!”. Possibile,sembra chiedersi esterrefatto il nostro, che il Mini-stero dell’Interno nei propri regolamenti tenga in

Cronache dalSeggio.Compaesani al voto

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Ecosì poco conto i legami di sangue e la notorietàpaesana?Il voto rimane comunque importante momento so-ciale, oserei dire mondano per un paese come ilnostro.Ecco che in seggio piombano famiglie intere, connonna, nipoti e cane al seguito, vestiti e sorridenticome nel giorno del battesimo del promogenito.E a nessuno, nemmeno al più sconosciuto dei pre-senti o al vicino a cui di solito si avvelenano pro-ditoriamente i gerani che sporgono dal davanzale,si rifiuta un saluto e, addirittura, una pacca sullaspalla.Adoro essere al seggio il giorno delle elezioni. Sa-rò romantico ma riscopro un paeseinteressanto, sociale e partecipe, una Lugagna-no che sa di essere parte di questa scassata maadorabile Italia e che ci tiene a condividerne legrandi scelte. A Lugagnano sappiamo essere cit-tadini seri e responsabili, presenti e consapevoli.Ma, per cortesia, non chiedeteci la carta d’iden-tità.

Mario Salvetti

[email protected]

Una foto di Misturiniapparsa sul

periodico King.

Dove ti alleni Renato?Da 13 anni mi alleno nelle strutture del Don Cala-bria di Via Roveggia per conto della PolisportivaSan Michele, la mia società. Prima gareggiavo perla Galm, poi passai alla Spea di Padova e per ulti-mo l'attuale società di Verona.Riesci ad allenarti da solo?Basta darsi degli obiettivi. Dopo circa 20 anni checonosci i carichi che puoi sopportare e che haiimparato a capire le metodologie per sviluppare imuscoli, ce la si può fare anche da soli. Certo midispiace avere chiuso il rapporto con il mio alle-natore.In ogni caso, la federazione stabilisce delle misureminime che ogni atleta deve superare per potereaccedere ai vari tipi di campionati: europei, mon-diali o alle paraolimpiadi.Basta superarli con una certa continuità e la par-tecipazione è assicurata. Arrivare sul podio, però,è un'altra cosa.

Quali sono le tue discipline?Io gareggio per le specialità del lancio del disco edel giavellotto. Dove detengo i record italiani. Peròconcorro anche al Pentatlon che oltre ad averequelle discipline ha anche lancio del peso, i 200metri e i 1500 metri.

La carrozzella per la corsa come è fatta?Sono strumenti di una certa tecnologia. Basti pen-sare che costano attorno ai 7/8 milioni. Tempo fal'Associazione Piccoli e Medie Industrie (API) diVerona me ne donò una, proprio prima di unapartita di basket della allora Birex, al Palazzettodello Sport.

Siamo curiosi… si guadagna ad esserecampioni del mondo?No, assolutamente no! La società mi paga le spe-se: nelle diverse competizioni mondiali mi copre lespese di trasferta ed alloggio.In Italia oltre a non guadagnare ("che non è certoil mio obiettivo!"), girano pochi soldi. La mentalitàè arretrata ed è ben diversa da quella di altriPaesi. Se pensiamo che gli atleti americani peresempio, si allenano in strutture all'avanguardia,finanziate dallo Stato e sono addirittura sponso-rizzati. La mentalità è diversa: in Francia, in Ger-mania, in Svizzera, in Svezia, in Inghilterra, esisto-no tanti ed eccellenti atleti grazie alla "spinta" che

Quanti lugagnanesi (e sonesi) sanno che nel no-stro paese vive un detentore del titolo dicampione italiano e di record italiano del lanciodel giavellotto e del lancio del disco? Quanti sannoche questo fenomeno è anche campione italia-no di Pentathlon?Renato Misturini ha iniziato a fare attività sportivaa 14 anni, 6 anni dopo un terribile incidente chegli ha tolto l'uso delle gambe. L'attività fisioterapi-ca che svolgeva nel centro di riabilitazione "VillaRosa" a Pergine, in provincia di Trento, l'ha messoin contatto con persone che l'hanno spronato a

svolgere attività sportiva."Hai un ottimo apparato muscola-re, perché non provi a fare Ba-sket?" gli dicevano. "In effetti hoprovato a fare Basket per qualcheanno ma è dura stare sempre inpanchina" ci confida Renato."Ho conosciuto poi nel 1982 DinoFarinazzo, che è stato il mio alle-natore fino a due anni fa; mi spin-se a fare lancio del disco per lelunghe leve che ho".Pian piano Renato ha occupato igradini alti del podio e i primi re-cord italiani sono arrivati. "Aquel punto non ti pesa fare anche4 allenamenti alla settimana!".

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Faccia a faccia con Renato Misturini

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Il fatto curioso è che al terminedi una gara dove mi classificaiprimo un giornalista mi chiesecosa desideravo ora. Io risposiun lavoro a mezza giornata perallenarmi. L'intervista fu pubbli-cata e un mese dopo l'ospedalemi chiamò.

Qual è la gara che ricordi dipiù?Le ricordo tutte, ognuna per unfatto, un accaduto o per la vit-toria. Ricordo tantissimo i mon-diali di Berlino, nel 94 dove ar-rivai secondo nella gara di Pen-tathlon, e fui battuto da un altroitaliano, Maurizio Nalin di Nova-ra. Alla penultima gara ero po-sizionato quarto, ma una splen-dida gara nei 1500 metri mipermise di arrivare sul podio,nel secondo gradino.Devo dire che ricordo con piacere anche l'euro-peo di quest'anno, a Nottwill (CH), dove ho vintouna medaglia d'oro nel Lancio del Disco e unbronzo nel Lancio del Giavellotto.

Hai qualche persona da ringraziare?Tantissime persone. Non faccio i nomi ma devoringraziare molti che mi hanno aiutato, sia nell'at-tività sportiva che nella vita di tutti i giorni.

Obiettivi imminenti?Sicuramente luglio 2002 in Francia dove vorreigareggiare nel giavellotto e nel disco. Attendo lemisure minime imposte dalla federazione per ini-ziare a superarle e quindi ritornare nelle competi-zioni mondiali. Davanti c'è anche Atene, con leolimpiadi… Chissa!

Tu vivi a Lugagnano. Come lo valuti?Io sono nato a Lugagnano nel 1963 e da allora, aparte una piccola parentesi di alcuni anni, vivo inquesto paese, con mia madre, in via Parini. Houna fidanzata lugagnanese che si chiama Nadia.Non ho grossi problemi anche se devo dire cheforse i compaesani mi conoscono poco. Mi cono-scono molto di più fuori paese!Il mio nome compare una volta all'anno, subitodopo le gare importanti, quando se ne parla neigiornali e alla tv per i risultati conseguiti. Ma nonlo considero un mio esclusivo problema, se pen-siamo che ci sono sport come l'atletica, il nuoto eil ciclismo dove atleti normodotati lavorano e fan-no sacrifici per tutto l'anno senza nessuna citazio-ne e nemmeno ribalta. ("Forse si capisce perché

i media danno alle nostre attività.Giro a voi una domanda… "Avete visto ancoradelle nostre gare in televisione?".

Ma esiste veramente una differenza cosìevidente tra il nostro Paese e gli altri?Certo! Pensate che in Australia esiste lo stessotrattamento tra atleti normodotati e disabili, sottotutti i profili, anche quello economico…

Come si posiziona l'Italia nel medaglieredelle varie competizioni?Più o meno come per i normodotati in Europa.Decisamente peggio in ambito mondiale, dove sia-mo tra il 15° e il 20° posto. I più forti al mondosono i tedeschi, gli americani, i francesi ed i cana-desi.

Parlaci del gruppo italiano…Gli atleti vengono suddivisi in tre categorie a se-conda della disabilità che possiedono: fisici, non-vedenti e amputati. Io appartengo ai "fisici". Tratutti siamo una cinquantina che partecipiamo,mentre il mio gruppo in particolare consiste diuna dozzina di atleti.Una cosa diversa rispetto ai normodotati è che visono campionati che si tengono in luoghi diversiin base alla tipologia di disabilità. Forse per le di-verse strutture che sono necessarie. Anche se,però, alle paraolimpiadi siamo tutti assieme.

La squadra azzurra è composta da giovani?Purtroppo no. Questo è un grosso problema vistoche non c'è riciclo e che ci fa soffrire molto.Gli atleti che compongono la squadra non sonocerto giovanissimi. Noi più "anziani" facciamo dellapropaganda verso i più giovani ma occorre tantosacrificio e qui molti si arrendono.

Esiste anche qui il doping?Vengono fatti i controlli e quindi esiste! Soprattuttoper gli atleti dove esiste un incentivo economico,legato ai premi e agli sponsor.In Italia, visto quanto si guadagna in questo sport(!!!!) non esiste il motivo per dopparsi.Sono risultato anch'io positivo ad un controllocausa un errore del mio medico, per un farmacoche prendevo. L'errore capita spesso se pensia-mo che l'anno scorso alle olimpiadi di Sidney futrovata positiva al doping l'intera squadra bulgaradei pesi!

Oltre ad allenarti lavori?Come ho detto prima, non si può campare con ipremi che ti dà l'associazione (10 volte menoconsistenti dei normodotati, NdR). Così svolgoun'attività part-time presso l'ospedale di Negrar.

Misturini nel corso diuna delle numerose

premiazioni che hannocaratterizzato la sua

carriere sportiva.Sotto, a sinistra,

un momento del lanciodel giavellotto, in una

recente gara.

LA SCHEDA TECNICA DI RENATO MISTURINI

Nato a Bussolengo il 05 giugno1963 e resi-dente a Lugagnano (VR) in Via Parini n. 3Società: POLISPORTIVA S. MICHELEVERONAPratica l'Atletica Leggera dal 1983 nelle se-guenti specialità: Lancio del Disco, Lanciodel Giavellotto e PentathlonE' detentore del titolo di Campione Italianoe record Italiano nel lancio del giavellottocon la misura di 24,80 mt, nel lancio del Di-sco con la misura di 32,16 mt, inoltre è Campione Italiano di Pentathlonche è composto da 5 specialità (Lancio del Disco, Lancio del Giavellotto, Gettodel Peso, 200 mt e 1500 mt).

Fa parte da oltre 15 anni della nazionale Italiana di atletica leggera.Nel 1983 ha partecipato ai Campionati Europei svoltisi a Parigi dove ha ottenu-to un 2° posto nel Lancio del Disco e un 3° posto nel Lancio del Giavellotto.Nel 1985 ai campionati Europei di Bruxelles è arrivato 2° nel Lancio del Disco.Nel 1986 a Stoke Mandeville (GB) ai giochi Internazionali ha vinto il titolo Mon-diale nel Lancio del Disco e nel Pentathlon, 2° nel Lancio del Giavellotto.Nel 1987 a Stoke Mandeville (GB) ha vinto i titoli Mondiali nel Lancio del Disco,del Giavellotto e del Pentathlon.Nel 1988 ha avuto la prima esperienza alle paraolimpiadi di Seoul (Corea delSud). Medaglia di bronzo nel Pentathlon.Nel 1989 a Stoke Mandeville (GB) si è piazzato 2° nel Getto del Peso e 4° nellancio del Disco.Nel 1990 ad Assen (NL) 3° Lancio del Disco e 4° nel Pentathlon.Nel 1992 Barcellona Paraolimpiadi 4° nel Lancio del Disco e 5° nel Pentathlon.Nel 1994 Berlino Campionati del Mondo Medaglia d'Argento nel Pentathlon,Bronzo nel Lancio del Disco e 5° nel Lancio del Giavellotto.Nel 1995 Nove Mesto (Rep. Ceca) Campionati Europei di Pentathlon 6° posto.Nel 1996 Atlanta (USA). Partecipa alla terza Paraolimpiade ottenendo dei piaz-zamenti di prestigio: 4° nel Lancio del Disco, 5° nel lancio del Giavellotto e 11°nel Pentathlon.Nel 1997 ai campionati Italiani di società a Padova, dopo sette anni stabilisce ilnuovo record Italiano nel Lancio del Disco con la misura di 30,88 mt.Nel 1998 ai campionati del Mondo di Birmingham (GB) medaglia d'Argento nelLancio del Disco, 5° nel Lancio del Giavellotto, stabilendo il nuovo Record Italia-no con la misura di 24,80 mt e 7° nel Pentathlon.A settembre al meeting di Atletica Leggera "Walter Botta" nel Lancio del Discomigliora il proprio Record Italiano con la misura di 31.16 mt.Nel 1999 ai giochi Mondiali di Christchurch (NZ) medaglia d'oro nel Lancio delDisco, Bronzo nel Lancio del Giavellotto.Ai campionati australiani disputati a Sidney medaglia di Bronzo nel Lancio delDisco, e Bronzo nel Lancio del Giavellotto.Nel 2000 ai campionati di società ad Ancona nel Lancio del Disco migliora ilRecord Italiano con la misura di 32.16 mt.Nel 2001 ai campionati Europei di Nottwill (CH) medaglia d'oro nel Lancio delDisco e Bronzo nel Lancio del Giavellotto.È Campione Italiano nel disco ininterrottamente dal 1983.

odio il calcio!").Devo comunque dire che Lugagnano mi conoscepoco anche per colpa mia, visto che ho un carat-tere riservato…L'Amministrazione mi ha premiato anni fa con unafesta nella nuova palestra. Non grandi cose ma èsempre stata presente.

Complimenti per tutto questo. E adesso co-sa vorresti? Magari anche noi del Baco po-tremmo darti qualche occasione…Non lo so proprio. In questo momento sono sere-no e non mi pongo questo problema. Intervistate-mi dopo i mondiali del prossimo anno…Forse una cosa mi permetto di dire… Non ho maivinto il premio come migliore atleta del Comune diSona… Speriamo che un giorno arrivi!

Terminiamo guardando le centinaia di fotografieche lo ritraggono nei momenti delle gare. Proven-gono da tutte le parti del mondo: Nuova Zelanda,Sydney, Stati Uniti, Europa.Anche servizi fotografici per giornali a tiratura eu-ropea (King, NdR) e occasioni importanti come lamedaglia d'oro al valore atletico conseguito nel1988 dopo il mondiale. Convivere con una cam-pione come lui non è soltanto eccezionale per itraguardi sportivi, ma anche per avere saputo da-re una direzione positiva e incredibile alla sua vita.

Gianmichele Bianco e Gianluigi Mazzi

Ultima ora

Causa il ripetersi di farneticanti, volgari, offensivied inqualificabili messaggi apparsi sul guestbook

del nostro sito www.lugagnano.it ci siamo visti costretti a interrompere

senza indugio tale servizio.Ci scusiamo fortemente con i nostri concittadini

che fossero risultati offesi da tali messaggi anonimi.

Purtroppo la correttezza e l'intelligenza sono virtù sconosciute a molti.

Rimaniamo esterefatti dal comportamentoinsultante di tali individui e dalla condotta

inqualificabile di chi ha approffittato di questa situazione per seminare discordia

ed esacerbare gli animi.Non è questo il tipo di comunità

nella quale crediamo.

Lugagnano, 7 ottobre 2001

pag.19OTTOBRE2 0 0 1

(quattro di Lugagnano e una ragazza di Palazzo-lo) a questa proposta di viaggio, così da renderesuperflua ogni selezione (dato che i posti disponi-bili erano appunto cinque)? Perché un'iniziativacosì illuminata non ha mosso gli animi, e nemme-no le gambe direi, di tanti miei coetanei? Purtrop-po non ho le risposte a queste domande, o nonvoglio trovarle o forse non sono la persona adattaper farlo; una cosa è certa: quando i ragazzi bra-siliani ci chiedevano perché avessimo chiesto dipartire solo in cinque, era difficile spiegare loroche forse una settimana in un villaggio di Fortale-za avrebbe riscosso più successo...

Andrea Tommasini

Il Junior Tour, l'iniziativa promossa da un po' dianni a questa parte dall'Amministrazione Comuna-le, con lo scopo di far conoscere ai ragazzi dai 16ai 25 anni alcune realtà diverse dalla nostra, haavuto quest'anno come meta il Nord Est delBrasile. E' stato indubbiamente un viaggio inte-ressante, un'esperienza divertente e allo stessotempo forte che ci ha permesso di vedere luoghisplendidi, situazioni di miseria, ma anche tantepersone che lavorano affinché le cose cambino:sono sicuramente queste persone quelle che, sulpiano umano, ci hanno dato di più, dimostrandociconcretamente cosa significhino parole come so-lidarietà o impegno... Ci sono ragazzi che a 19 o20 anni in una favela di Salvador gestiscono dasoli un progetto per recuperare adolescenti attra-verso la musica delle percussioni (www.bagun.ongba.org.br/ ); volontari italiani, lai-ci e non, che si confrontano con situazioni difficili eistituzioni spesso latitanti: forse queste possonosembrare cose banali, magari viste in qualche do-cumentario, ma per i nostri occhi di giovani oc-cidentali non è stato sicuramente così. Nel no-stro viaggio abbiamo toccato diverse grandi cittàcome Salvador, Recife, Joao Pessoa: tante realtàdiverse in cui allegria sono i colori di Salvador; sa-crificio è una ragazza che, per andare a scuola,viaggia quattro ore al giorno a Olinda; povertà èun bambino alla discarica di Joao Pessoa. Fare,però, qui un elenco di tutte le cose viste e le emo-zioni provate sarebbe riduttivo, noioso e forseretorico, piuttosto, visto che mi è stato chiesto dal-la redazione di agganciarmi alla realtà dei giovanidi Lugagnano, proporrei uno spunto di rifles-sione: perché abbiamo aderito solo in cinque

Junior Tour 2001- BrasileForte esperienza, ma perché solo in cinque?

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Nella foto ilgruppo delJunior Tour inBrasile.

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Stemo per entrar en marso questa seraL’uselin su la tirelaghe da maridar na giovane belaci ela ci no ela?...e via per le vie del paese…una frotta di ragazzinitutti muniti di "Graziella" con sella da cross e volan-te rubato a qualche vecchia FIAT 600 oramai in dis-uso, lunghissimo tubo di scappamento costruito con iconi sui quali si arrotolava il filo alla Tessitura Adi-ge, trascinavano a terra dei "bussolotti" per le viebuie e ancora "bianche" del paese sin sotto le fine-stre delle povere zitelle del paese per intonar questacanzoncina….E' proprio con la serata dei "bussolotti" che diamoinizio al nostro racconto.Quelli che hanno passato da poco la trentina ricorda-no ancora i più grandi che l'ultima sera del mese difebbraio scorazzavano avanti e indietro per il pae-se cantando a squarciagola queste strofe.Era l'addio all'inverno, alle giornate fredde e buiechiusi in casa e il benvenuto alla primavera, allegiornate che si allungavano, al caldo che stava per

arrivare….e per tutti noi più piccoli era l'annunciodella bella stagione e dei divertimenti dell'estate pre-cedente che finalmente si potevano riprendere.Ma con l'arrivo della primavera e delle belle giornateandava a diminuire in maniera direttamente propor-zionale la voglia di andar a scuola. Le giornate pas-sate con il grembiule nero e il fiocchetto azzurrosui banchi di scuola erano interminabili, e su queibanchi che avevano quello strano buco su di un latoche solo dopo molti anni ho capito che era il postoper il calamaio, spesso ci si doveva venire pure alpomeriggio, visto che le scuole elementari di via DeGasperi erano troppo piccole per quanti eravamo. Ma

si doveva studiare anche perché alla fine della se-conda elementare c'erano pure gli esami da affron-tare. Ma con l'aiuto della maestra, che a quei tempiera una soltanto ed era quasi una seconda mamma,e del nostro inseparabile sussidiario si imparavano ledivisioni a due o tre cifre e la "prova del 9", cheadesso non riusciamo più a ripetere!Certo è, che spesso ci abbandonavamo a pensareagli amici che stavano al campo della chiesa a giocarinterminabili partite a calcio o alla possibilità persa dipoter "pelare" qualcuno giocando a figurine sul bi-done delle immondizie di fianco a Quintarelli. Egiocando a "muro" o a "colletto" si scorrevano voltiquali Zoff, Capello, Lippi, Mazzola e Rivera che anco-ra calcavano i campi da calcio.Ma non erano soltanto le figurine che venivano ba-rattate o raccolte: i tappi dei succhi di frutta conle bandierine da infilare nei raggi delle biciclette era-no ambitissimi, mentre per gli adesivi, si compivanoautentici pellegrinaggi da negozio in negozio, spe-rando che questo o l'altro commerciante ne avessequalcuno di nuovi da regalare.Con l'arrivo dell'estate terminava con grande dispia-cere per tutti anche "SUPERGULP" il programmadi cartoni animati con il "Gruppo TNT" che andava inonda ogni giovedì sera, che era l'unico momentodella settimana nel quale ci era concesso stare alza-ti sin dopo il carosello delle 20.30. Ma oramai legiornate erano talmente lunghe che, complice anche

il fatto che venivamo tutti spediti arecitare il rosario nel mese di mag-gio, si poteva rimaner fuori anchedopo cena.E così, nelle serate nelle quali nonci si dedicava a cacciar le luccioleche ancora si vedevano dalle no-stre parti, si finiva, dopo aver"sgranato" il rosario a "sgranare"qualche ramo di ciliegio al "busodel gato". Ma che paura quelle vol-te che il povero, defraudato e ar-rabbiatissimo contadino ci scopri-va sulla pianta senza alcuna via difuga!! E così, dopo una bella "bac-

chettata" con una "frasca de salgar" si prendeva pu-re una bella sberla a casa dalla mamma.Ma intanto erano finite le scuole, la maestra ci salu-tava raccomandandoci di fare i compiti e noi, assen-tendo, riponevamo la "busta" con la ferma intenzio-ne di riaprirla, però, solo qualche giorno prima di ot-tobre.Con la fine della scuola il tempo libero era decisa-mente maggiore. Ciononostante non se ne voleva sa-pere di stare a letto di più la mattina o di fare il ri-posino al pomeriggio. Bisognava scendere in stradaper giocare.Anzi, molto spesso, ci capitava di alzarci prima la

Cronaca di un’estatedi 25 anni fa

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Il momento più brutto dell'e-state era quando l'amico delcuore se ne partiva per pas-sare i fatidici 20 giorni a Ro-solina Mare. Mancava ilcompagno di gioco, ma nonmancava certo la fantasia. Cibastava una vecchia casset-ta delle pesche posata inuna canaletta in terra dovescorreva un po' di acqua perfarci sentire grandi navigato-ri. E forse un po' lo eravamo,navigatori dei nostri sogni.E così, giocando con le "pice"o con i soldatini, passavamo igiorni. E tornava pure l'amico, con il suo carico diconchiglie di Rosolina dalle quali incredibilmentesembrava di udire sempre il mare.E arrivava anche settembre e la mamma ci costrin-geva a riprendere in mano il sussidiario. L'estatese ne stava lentamente andando, con il suo carico difantasie, di giochi e di ricordi da riprendere con laprimavera successiva.

Gianfranco Dalla Valentina

[email protected]

mattina per partecipare alle messe feriali, fiduciosi diottenere il tanto ambito premio che Don Eros pro-metteva a chi superava le cinquanta presenze estiveservendo messa come chierichetto. Eh si… stranoma vero! In quegli anni eravamo tutti chierichetti!Ma senza dubbio, l'ambizione di tutti era quella divincere una Primavera Ragazzi, dove tutti noi, divi-si per squadre con magliettine colorate di blu, rosso,arancione e giallo ci scontravamo in epici tornei dicalcio. E che tristezza scoprire che, come l'anno pre-cedente i più forti erano sempre quelli che indossa-vano una maglietta di colore differente dal tuo!Ma se il tardo pomeriggio fino a sera era occupatoda queste interminabili partite di calcio, il resto dellagiornata era scandito da una serie di giochi che ave-vano nella loro costante ripetizione una sorta di ri-tualità.Gran parte del tempo della giornata era dedicato allacostruzione della "casetta", quella traballante costru-zione frutto di tanto lavoro che ognuno costruiva coni propri amici o alle "montagnette" , o su un albe-ro, o dentro addirittura ad un tombino di una cana-letta abbandonata. Talvolta questo piccolo rifugio-co-vo raggiungeva un tale grado di confort che si po-trebbe paragonare ad una "suite" di un albergo, contanto di tappeti e specchi appesi. E dentro a questinascondigli, oltre alla normale oggettistica parago-nabile a quella che si riscontra in una vera casa, ov-viamente tutto in scala ridotta, venivano depositateanche le "armi" della banda: cerbottane, arco e frec-ce, "bolas" e i "tesori" della compagnia.Per questo motivo dovevano essere celate megliopossibile dagli occhi dei "nemici", capaci di ogni catti-veria qualora avessero scoperto tali tesori.Ovviamente ciò scatenava delle furibonde lotte che fi-nivano per penalizzare sempre i più piccoli qual'eroio, che le prendevano sia dai più grossi che dallamamma. E i prepotenti di allora si scorgono ancoraper le vie del paese con l'aria che per loro nulla siacambiato!Moltissimo tempo però veniva dedicato anche allacostruzione dei "carrettini", capolavoro di inge-gneria meccanica tra tavole di legno o cassette dellafrutta, qualche bullone e cuscinetto a sfera regalatocida qualche meccanico stanco di vederci ronzare at-torno ai suoi pezzi di ricambio.La costruzione o la modifica di questo veicolo eradettata da precise esperienze, frutto di qualche "ca-pitombolo" dell'anno precedente e da tecniche diguida differenti per ciascuno.C'era chi guidava da seduto e pilotava con i piediusando le mani sulle leve laterali dei freni, altri inveceche guidavano direttamente con le mani stando ingi-nocchiato su questo piccolo veicolo e c'era anchechi, sempre guidando con le mani stava però sdraia-to sull'asse. Il risultato era comunque uguale e benvisibile sulle ginocchia e sui gomiti di tutti noi!

A sinistra la foto digruppo concalciatori e tifosi altermine della partitache sancì lo storicopassaggio inPromozione delLugagnano il 10maggio 1981.(Foto Pachera)

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pag.22OTTOBRE2 0 0 1

La Gazzetta Comunale

Pubblichiamo per estratto una selezione delle deli-bere di Giunta e di Consiglio del Comune di So-na approvate nel bimestre e di maggiore inte-resse per la nostra comunità o per l’intero Comu-ne. In questo numero copriamo il periodo che vadal 06/07/2001 al 20/09/2001. I testi pubblica-ti non hanno carattere di ufficialità.Chiunque fosse interessato ai testi integrali può far-ne richiesta presso la Segreteria del Comune di Sona.

Atto Giunta del 06/07/2001 numero 171:14° censimento generale della popolazione, censi-mento generale delle abitazioni e 8° censimento ge-nerale dell’industria e dei servizi. Costituzione del-l’ufficio di censimento.Atto Giunta del 06/07/2001 numero 175:Manutenzione straordinaria strade e vie comunalianno 2001 - Approvazione progetto esecutivo.Atto Giunta del 06/07/2001 numero 177:Assegnazione contributo ad A.V.I.S. Lugagnano peracquisto ed istallazione orologio stradale.Atto Giunta del 13/07/2001 numero 184:

Approvazione progetto esecutivo delle opere di ur-banizzazione e schema definitivo di convenzione del-la variante planivolumetrica alla lottizzazione deno-minata “Borgo” di Lugagnano di Sona.Atto Giunta del 27/07/2001 numero 192:Assegnazione contributo al N.A.L. - Negozi AssociatiLugagnano - per allestimento luminarie natalizie edorganizzazione manifestazioni varie. Anno 2001.Atto Giunta del 31/08/2001 numero 219:Lavori di completamento di n. 8 cappelle di famigliapresso il cimitero di S. Giorgio in Salici - approvazio-ne progetto definitivo-esecutivoAtto Giunta del 31/08/2001 numero 221:Approvazione organizzazione cineforum anno2001/2002. Autorizzazione prelievo dal fondo di ri-serva.Atto Giunta del 07/09/2001 numero 226:Lavori di realizzazione impianti sportivi in Sona ca-poluogo - affidamento incarico all’arch. Luciano Mar-chesini per collaudo statico e tecnico-amministrativoe rideterminazione quadro economico.Atto Giunta del 07/09/2001 numero 228:Lavori estenzione reti acqua, gas e fognatura comu-nale - 3 stralcio - affidamento incarico dd.ll. e coor-dinamento sicurezza in fase esecutiva e ridetermina-zione quadro economico.Atto Giunta del 12/09/2001 numero 229:Concessione utilizzo sala di lettura di Lugagnano algruppo “Arcani Sigilli”. Approvazione schema di con-venzione.Atto Consiglio del 20/09/2001:Provvedimenti per il rilascio di concessione edilizia inderoga all’attuale normativa del P.R.G. ai sensi del-l’art. 80 della L.R. 61/85, per la ristrutturazione diun fabbricato da destinare a centro di accoglienzadisabili gravi in zona “E2a-Rurale” della frazione diPalazzolo.Atto Consiglio del 20/09/2001:Approvazione regolamento per l’applicazione dellesanzioni amministrative alle violazioni dei regola-menti e ordinanze comunali.

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Nella foto i lavori disostituzione delletubature in eternitdalle Beccarie allaCorte Messedaglia.

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pag.23OTTOBRE2 0 0 1

Nella foto alcunimomenti dellapartecipatissimaserata inaugurale

Una cosa su cui l'Università Popolare sicuramente nonha nulla da invidiare rispetto alle Università classicheè nel momento e nelle modalità dell'inaugurazionedell'anno accademico: un paio di mesi prima dell'iniziodelle lezioni e la lettura integrale di tutti i programmiche verranno svolti.Invece, che c'è di meglio di far conoscere in anticipo eper tempo i contenuti dei corsi, il loro calendario, lenuove opportunità offerte?Il presidente dell'università popolare, Lino Lonardi, ilrettore dell'università Ing. Marino Bonomi e il ViceSindaco Dottor Ezio Costa sono intervenuti durantela serata dell'inaugurazione tenuta mercoledì 5settembre presso l'aula magna delle scuole medie diLugagnano. La presentazione del XIV annoaccademico dell'università è stata seguita da circa140 persone che hanno ascoltato il resocontodell'attività dello scorso anno, seguita da circa 500allievi, e la presentazione dei 34 corsi che sarannoattivati quest'anno a partire dal giorno 8 Ottobre,data ufficiale di inizio delle lezioni.L'università popolare di opportunità di apprendimentone ha realmente moltissime; basta fare qualcheesempio con i titoli e le tematiche dei corsi:danze e balli di generi anche distanti dalle nostretradizioni (caraibiche, ad esempio); percorsi descrittivie storici sui castelli e le fortificazioni nel veronese.Formazione su Internet e i suoi aspetti.Corsi che curano i vari aspetti dell'alimentazione edella salutistica come l'enologia, l'omeopatia, lapsicologia, la riflessologia e lo Yoga. Corsi di lingue avari livelli.Corsi sulla storia sia di aspetti artistici, come lamusica, sia culturali come l'Antico Egitto (tenuto da unfamoso archeologo-egittologo che ha avuto e ha

concessioni di escavazioni sui luoghi dell'egittologia).Mai come oggi, inoltre, assume particolare importanzalo studio dell'Islam per capire e comprendere prima digiudicare.Infine, ma non ultimi, vi sono corsiche trattano di ceramica e didisegno con opportunità diesporre i propri manufatti. I lavoridi quest'anno di tutti gli allievi dellaProfessoressa Elda Calvi, adesempio, saranno espostiall'Arsenale di Verona.Se la partecipazione alle lezioni(e il Presidente ha auspicato unamaggior attenzione alle frequenzedei corsi…) è appassionata comela descrizione del programma sulpiacere della lettura tenuto dallaProfessoressa Elisa Zoppei(Università di Verona), allora nonc'è da stupirsi se il Vice SindacoCosta ha definito l'UniversitàPopolare la dodicesima Scuoladel Comune. E parlare di assegnare spazi e risorsesempre maggiori non è proprio fuori luogo.Buon lavoro e buon anno accademico

Gianmichele [email protected]

In accordo con i responsabili dell'università Popolare,inseriamo quale riferimento ai corsi e qualcheriferimento per le iscrizioni.

Indice dei corsi- Ballo caraibico avanzato- Ballo caraibico base- Ballo liscio base e avanzato- Castelli e fortificazioni nel veronese 2° parte- Ceramica diurna- Ceramica serale- Creatività manuale- Cultura islamica- Disegno e pittura- Disegno propedeutico alla scultura- Enologia avanzato

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AL’università?

Popolare!Inaugurazione del nuovo anno accademico

- corso di ceramica L. 90.000;- corso di disegno propedeutico alla scultura L. 60.000;- corso di riflessologia L. 60.000;- corso di enologia avanzato L. 60.000;- secondo corso semestrale L. 30.000;- secondo corso annuale L. 60.000.ISCRIZIONI DAL 03.09.01 AL 05.10.01 CON ISEGUENTI ORARI: 9.30-12.30 15.30-19.00LUNEDI' BIBLIOTECA SONAMARTEDI SALA LETTURA LUGAGNANO

BIBLIOTECA SONAMERCOLEDI' BIBLIOTECA SONA

SALA LETTURA LUGAGNANOGIOVEDI' SALA LETTURA LUGAGNANO

BIBLIOTECA SONAVENERDI' BIBLIOTECA SONA

SALA LETTURA LUGAGNANOSABATO BIBLIOTECA SONA

E' possibile, negli stessi orari, ritirare un opuscolo conil programma dei corsi.Per ulteriori informazioni telefonare alla Segreteriadell'Università Popolare c/o Biblioteca di Sona(045/6091286) o presso la Sala di Lettura diLugagnano (045/514383).

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- Enologia base- Fitoterapia, alimentazione e nutrizione- Il piacere della lettura- Inglese 1° bisettimanale- Inglese 2° bisettimanale- Inglese 3° Avanzato- Inglese conversazione- Introduzione a internet avanzato- Introduzione a internet base- L'antico egitto. Introduzione- Omeopatia 1 e 2 - Ortho-bionomy - Piccolo cucito - Psicologia- Riflessologia avanzato- Riflessologia base- Spagnolo base e avanzato- Storia della musica con guida all'ascolto- Storia delle religioni- Yoga

Inizio lezioni: Lunedì 8 Ottobre 2001Quote di partecipazione: - iscrizione L. 60.000;- iscrizione ultrasesantacinquenni L. 30.000;- corsi semestrali (10 lezioni) L. 40.000;- corsi annuali (20 lezioni) L. 80.000;

Via Don Minzoni 2/A37060 Lugagnano di Sona (Verona)Tel. 045 514562

Tra le cose belle (e brutte) di un paese come ilnostro sicuramente non va dimenticata la passio-ne che ancora regna incontrastata per il verosport nazionale, il pettegolezzo sfrenato.Basti dire che solo per aver pubblicato un paio dilettere di elogio al nuovo Curato qualcuno (piùd'uno) ci ha improvvidamente ed incautamentecucito addosso l'etichetta di fanatici sostenitori didon Giuliano, magari, e chissà poi perché, a sca-pito del Parroco.Lungi totalmente da noi l'intenzione di prendereparte a tristi e meschini dibattiti da gossip pae-sano, a volare troppo basso si rischia solo di pre-cipitare.E soprattutto non se ne curi don Mario. Noi rite-niamo doveroso e corretto pubblicare tutto ciòche ci viene spedito, ma, in questo come in altricasi, le nostre idee e le nostre convinzioni dimora-no assolutamente altrove.Senza alcun dubbio.

La Redazione

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MERZARIIn Italia esistono 127 nuclei familiariMerzari così distribuiti:

BRUTTIIn Italia esistono

650 nuclei familiariBrutti così distribuiti:

TOMMASINIIn Italia esistono 1257 nuclei familiari

Tommasini così distribuiti:

Distribuzione dei FASOLI in U.S.A.

Proseguiamo la rassegna dei cognomi di Lugagnano e la loro distribuzione sul territorio nazionale. I cogno-mi presi in esame in questo numero sono: Merzari, Brutti e Tommasini. Continuiamo poi la ricerca dell-la diffusione dei nostri cognomi negli Stati Uniti. Questa volta tocca ai Fasoli.

Una penisola di lugagnanesi

Al piano terra del Museo di Storia Naturale di Londra, esposto in unabacheca, è visibile un cranio umano di circa 40.000 anni fa, pro-veniente da una caverna in località Broken Hill in Zambia.Esso presenta un foro perfettamente rotondo sul lato sinistro, intornoal quale non si possono notare più o meno pronunciate fratture radialidell’osso, tipiche quando la frattura è la conseguenza di un colpo in-ferto con un corpo contundente e anche nel caso che sia prodotto dauna freccia. Se poi osserviamo il cranio anche sul lato destro, rilevia-mo una frattura non passante ma ben chiara: l’oggetto che ha provo-cato il foro all’altezza della tempia sul lato sinistro del cranio ha sfon-dato l’osso anche dall’altra parte. Qualunque medico legale di ogginon troverebbe sostanziali differenze con l’effetto di un colpo di armada fuoco su un caduto dei nostri giorni.Un’arma da fuoco usata contro un uomo di Neanderthal in pienoPleistocene? E da chi?da ANGELI, DEI, ASTRONAVI di Roberto Pinotti. Ediz. Mondadorii, 1991

La curiosità

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Il giovane marito, tutto nudo, si contempla con am-mirazione nello specchio della camera d’albergo.“Con due centimetri in più” dice fieramente “sareiun re”: “Si”, ribatte la moglie, “e con due centimetriin meno saresti una regina”

(Groucho Marx)

Mia moglie è un segno di terra, io sono un segnod’acqua. Insieme facciamo fango.

(Rodney Dangerfield)

Avevo una ragazza tanto seria e bene educata chetutte le volte mi diceva “scusa le spalle”.

(Comix)

Dicono che il cane sia il migliore amico dell’uomo.Secondo me non è vero. Quanti dei vostri amici ave-te fatto castrare recentemente?

(Larry Reeb)

E’ molto meglio dare che ricevere. E poi è deducibi-le.

(Jacob M. Braunde)

Sono stato incarcerato per un reato d’opinione: ioero dell’opinione che emettere assegni a vuoto sipotesse, la banca no.

(Anatolj Balasz)

All’università dell’Illinois pensano di essere riusciti asviluppare una nuova fonte energetica, Pensano dipoter ricavare carburante dal letame di cavallo. Stodicendo la verità. L’ho letto sul giornale. Ora, nonso se questo consentirà alla tua macchina di fare50 chilometri con quattro litri, ma di sicuro impediràche qualcuno ti freghi il carburante aspirandolo conla bocca.

(Billy Crystal)

Mai prestare la tua auto a qualcuno che hai messoal mondo.

(Emma Bombeck)

La diplomazia è l’arte di dire: “bel cagnolino”, fin-chè non hai trovato un sasso.

(Wynn Catlin)

Era così piatta che di reggiseno non aveva la prima,aveva la retromarcia.

(Giorgio Faletti)

Le fredddd...ure

A causa di un violento atto d’amore con una ragazza di 18 anni mi sono ritrovato all’ospe-dale e siccome ho fatto passare la cosa come un incidente, adesso mi trovo nei pasticci nel dovercompilare la denunica.

Il fatto che mi ha causato la traumatizzazione dei testicoli con compressione dell’organogenitale, è avvenuto un mese fa nella cucina del ristorante di un albergo di Sant’Arcangelo di Roma-gna dopo la mezzanotte.

Siccome mi piaceva molto la ragazza che faceva la cameriera in quell’albergo ed essendo iolì alloggiato per qualche giorno, trovandomi solo con lei in cucina l’ho spinta sul tavolo per cercare dipossederla e quando sono stato sopra di lei ho gridato non di gioia ma di dolore perché nel saltaresul tavolo i miei testicoli sono rimasti nel cassetto che con la spinta si è chiuso facendomi provare undolore soprannaturale.

Adesso come faccio a far passare tutto questo come un incidente sul lavoro? Siccome fac-cio il rappresentante che cosa scrivo sulla denuncia?

Sant’Archangelo di Romagna, 1975

Da quando faccio la cura delle banane sono migliorate anche le mie prestazioni sessuali. In-fatti ho notato che da qualche anno anche la durata della prestazione sessuale si è molto allungata el’apparecchiatura genitale risponde perfettamente ad ogni esigenza. Ho cinquant’anni ma è come sene avessi trenta perché ce l’ho sempre pronto e sul chi va là.

L’unica cosa che mi preoccupa di questo eccezionale risultato è la forma che ha assunto daqualche tempo a questa parte. Si è leggermente incurvato ed è diventato più grosso al centro e pic-colo sulla punta.

Non vorrei che anche in questa trasformazione influisse la cura delle banane. Ne mangioventicinque al giorno. Vorrei sapere se sono troppe.

Palermo, 1976

C a r o D i r e t t o r eda ULTIME LETTEREAL DIRETTORE di Ro-mano Battaglia. Ediz.Rizzoli, 1976

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dalla Parrocchia di Lugagnano (non me ne voglianogli organizzatori da cui certamente non dipendonoepisodi di rilevanza internazionale) che voglio qui ri-assumere:- Israele, viaggio dell'agosto 1990: il paese èminacciato dai lanci dei missili Scud Iracheni. Ha ini-zio la Guerra del Golfo;- Russia, viaggio dell'agosto 1991: insurrezio-ne popolare. I carri armati entrano a Mosca che,naturalmente, era la principale meta dei nostri pelle-grini, ed avviene la destituzione dell'allora presiden-te Gorbaciov;- Israele, viaggio dell'ottobre 1999: L'attualeprimo ministro in quel momento non ancora in cari-ca, Sharon, visita provocatoriamente la spianata del-le moschee di Gerusalemme. Ha inizio la secondaintifada, evitata per pochi giorni dai pellegrini luga-gnanesi.Ma eccoci giunti a domenica 12 agosto 2001 al-le ore 19:30. Siamo tutti insieme pronti a partireper quello che sarà un viaggio di ben 19 ore: attra-verseremo nell'ordine l'Austria, la Repubblica Ceca,e per ultimo finalmente arriveremmo in Polonia aCrocovia (Krakóv in Polacco). Carichiamo sul pull-man le valigie e i viveri: cassette di pesche a volon-tà, pastine, succhi di frutta, parecchi pacchi di pen-nette che poi si riveleranno vitali, vino che saràparticolarmente utile per agevolare i rapporti diplo-matici alle frontiere e ci consentirà di trovare unacerta disponibilità da parte dei doganieri.Partenza alle ore 20:00 circa, e subito, grazie ai

Non me ne vogliano Vania o Don Giuliano se horubato il titolo di questo pezzo dal libretto dei cantie delle preghiere che loro hanno preparato e che ciha accompagnato durante il viaggio in Polonia.L'ho trovato particolarmente adatto a condensare ilsenso dell'indimenticabile esperienza che, grazie aloro, abbiamo potuto compiere e per la quale li rin-grazio.Tutto ha avuto inizio nell'agosto del 2000, annogiubilare, quando la comunità di Lugagnano haospitato per quattro giorni una cinquantina di gio-vani Polacchi della diocesi di Cracovia, diretti a Ro-ma per la Giornata Mondiale della Gioventù.Non sapevamo nulla di loro: chi erano, da dove ve-nivano con precisione, la loro età. L'unica certezza,per noi, era la loro nazionalità polacca. Eppure lacomunità ha dato affettuosa ospitalità a questisconosciuti venuti da lontano, e venticinque famiglieli hanno accolti nelle loro case. Poi questo gruppodi 50 ragazzi polacchi, guidati da Padre Jozef(che si è rivelato un estimatore della cucina italiana)e da Kasia la ragazza che svolgeva il compito di ca-po comitiva è ripartito, lasciando però un segno intutti noi. La loro modestia, il loro affetto, la loro sim-patia, hanno fatto sì che si creasse, pur in così bre-ve tempo, un solido rapporto d'amicizia che abbia-mo avuto modo di rafforzare anche quest'anno, vi-sitando la loro terra.Memorabile, per la vita della comunità di Lugagna-no, rimane tra gli altri il ricordo della partita dicalcio Italia - Polonia, giocata sul campo parroc-chiale e già decisa sin dai primi minuti; è infatti ter-minata con il canonico risultato di 8 - 3, a favoredell'Italia. Qualche mese dopo la loro partenza daLugagnano gli amici polacchi ci hanno proposto diessere noi loro ospiti in Polonia per contraccambia-re l'accoglienza che avevano ricevuto. Naturalmentenon potevamo fare altro che accettare. Le preoc-cupazioni per il viaggio erano principalmente due. Inprimo luogo il cibo: ciò che ci verrà cucinato saràtutto "tipicamente" polacco (era quel "tipicamen-te" a preoccupare tutti). Poi le divise ed i giocatorida schierare per la rivincita calcistica, gentilmenteconcessa da noi italiani; era infatti prevista la sfidadi ritorno in terra straniera: Polonia - Italia.Era anche facilmente prevedibile la costante sfor-tuna che caratterizza sempre i viaggi organizzati

Lugagnano 2000 - Cracovia 2001

Un anno dopo l’amicizia continuaCronaca di un viaggio in Polonia

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Nella foto sottola validaformazionecalcistica cheha difeso icolori delnostro paesein terrapolacca

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al nostro alloggio stanchi come non mai! Non tutti,naturalmente, sono andati a riposare così tardi,qualcuno ha preferito risparmiare le forze per ilgiorno dopo, martedì, che prevedeva una giornatafaticosa e carica di impegni, in particolare la visitaad Auschiwitz. Sveglia alle otto (tra le imprecazio-ni per le punture di zanzare subite durante la not-te), una veloce visita al centro di Cracovia per cam-biare la valuta (la moneta polacca è lo zloty cheequivale a circa 500 lire italiane) ed acquistarequalche souvenir nei negozi della Piazza del Merca-to. La nostalgia per la nostra patria e per la nostracittà lasciata due giorni prima era davvero intensaa tal punto che, durante il cammino, davanti ai pas-santi stupefatti, si intonavano i canti italiani più dis-parati, dall' "Inno di Mameli" al tipico veronese "Se illago el fusse pocio" accompagnati dallo sventoliodella bandiera internazionale dell'Hellas Verona intesta al gruppo. Dopo il pranzo al sacco, la visita alcampo di sterminio di Auschiwitz. Sul cancellodi Auschiwitz campeggia, lugubre ironia, la scritta"Arbeit macht frei" (Il lavoro rende liberi). Certo nonè necessario che io vi parli della storia di Auschi-witz, del numero delle persone che vi hanno trovatola morte, della loro nazionalità o religione. Questisono dati che si trovano su tutti i libri di storia cheognuno potrebbe consultare.Preferisco invece cercare di spiegare a chi non hamai visto Auschiwitz, il motivo per il quale esso èstato costruito e per cui sono nati i lager: i nazistivolevano realizzare il più grande sterminio dellastoria ed ottenere, con questo mezzo, il predomi-nio sul mondo intero della cosiddetta "razza aria-na" tanto proclamata da uno che d'aspetto arianonon aveva proprio niente.Mi colpì particolarmente scoprire che l'efficienzatecnica fosse l'unica norma riconosciuta nella ge-stione del campo: era la pura logica della contabilitàaziendale applicata alla realizzazione di uno ster-minio. Di ritorno al nostro alloggio, cenammo men-tre si svolgeva la cerimonia promossa dal consi-gliere comunale Gasparato, rappresentante dell'Am-ministrazione Comunale di Sona, che ha consegnatoa Padre Jozef ed a Kasia (nostra instancabile ac-compagnatrice insieme alle quattro sorelle minori) ilgagliardetto del Comune, una medaglia bronzea diSan Zeno, alcune spille del nostro Comune. Qualcheeconomista presente nel gruppo ha anche critica-to questa ricca distribuzione di doni, acquistati a ca-rico del contribuente, prevedendo per il prossimoanno un aumento dell'imposta comunale ICI.Ma, tasse comunali a parte, torniamo alla nostraserata che trascorse di nuovo in centro a Crocoviainsieme ai nostri amici.Dopo la sveglia del mercoledì e la S. messa, e dopouna lauta colazione, siamo partiti per Wieliczka:dovevamo visitare le miniere di sale.La miniera, ancora a regime, è strutturata su nove

cori intonati dal Neno e dal Meme, si crea una sim-patica armonia tra la comitiva e i due mitici autistiMassimo e Gerardo al grido di: "AUTISTA TEPPISTASEI IL PRIMO DELLA LISTA!!!".Qualcuno, di cui generosamente non faccio il no-me, ha gradito durante il viaggio una bella colazionea base di panini con bistecca!!!!Durante il viaggio, tra l'altro, viene studiata a tavoli-no la squadra per la partita di calcio: non dovevamoassolutamente farci prendere alla sprovvista. Nelprimo pomeriggio di lunedì arriviamo in Polonia aCracovia e siamo accolti da alcuni dei nostri amicipolacchi che ci accompagneranno durante tutta lanostra visita. Ritroviamo, tra gli altri, Padre Jozef, piùin forma che mai.Cracovia, terza città della Polonia, è un centro indu-striale e culturale di primaria importanza, con800.000 abitanti; si trova nella valle del fiume Visto-la. Il nostro alloggio è una scuola a pochi passi dalcentro città che, nel periodo estivo, viene adibita aostello per la gioventù. L'accoglienza che abbiamotrovato è stata davvero bellissima: una tavolataimbandita, tantissimi dolci e gli abbracci degli amiciritrovati ci hanno subito rallegrati. Il benvenuto dalle"comari" del posto, è stato invece pungente. Co-mari, in Polonia, significa, zanzare e, vi assicuro,avevamo il nostro bel da fare per proteggerci. At-tendevamo con timore la nostra prima cena in Po-lonia: quale piatto "tipico" avremmo sperimentato? Ilmenù è stato il seguente: una zuppa (presumibil-mente con carne), medaglioni di carne colore rosa(non siamo riusciti a capire se fosse di pollo, mucca,maiale), pomodori ed una torta alla crema che ha ri-scosso discreto successo. Dopo una prima sistema-zione dei bagagli siamo usciti in compagnia dei no-stri amici, per una prima visita del centro storico, adieci minuti di circa di cammino. Un giro della piazza,un gelato, poi, verso mezzanotte, eccoci di ritorno

Nella foto il gruppocompleto dei partecipanti alviaggio in Polonia

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piani; per percorrerli tutti, dal primo situato a 64 mdalla superficie, all'ultimo giacente a 327 metri diprofondità, occorre percorrere 250 km di corridoi.La pericolosità di quest'ambiente spingeva i minato-ri a cercare la protezione divina. Lo testimonianole cappelle per la celebrazione dei riti sacri ricavatescavando letteralmente il sale. Finché eravamo al-l'interno, da una caverna una vera e propria orche-stra ha intonato l'inno italiano e l'aria verdiana del"Va' pensiero" che, naturalmente, Don Giulianoha cantato: peccato per l'intonazione non sempreperfetta e per le clamorose steccate!!Ma uno stupore ancora maggiore ha suscitato intutti la visita della chiesa dedicata a Santa Kinga. Sitratta di una caverna interamente scolpita nel sale a101 metri sotto la superficie; l'abile mano non di fa-mosi scultori bensì di semplici minatori ha ricavatoal suo interno incantevoli incisioni, sculture, deco-razioni, persino gli scalini ed i lampadari sono fattidi sale.Il continuo salire e scendere di scale, i corridoi bas-si dove i più alti fra noi erano costretti a chinarsiper passare, ci hanno stancato. Siamo arrivati addi-rittura a pensare che una visita così stancante nonfosse stata programmata casualmente proprio per ilmercoledì, giorno della partita, ma si trattasse diuna vera e propria tattica studiata a tavolino dainostri avversari per aver maggiori possibilità di suc-cesso nell'incontro sportivo previsto per la sera. Ilsospetto è divenuto certezza proseguendo l'itine-rario previsto per la giornata. Abbiamo infatti visita-to il Castello e la Cattedrale di Wavel, costruzioniche dominano la città di Cracovia dall'alto di unacollina sulle rive della Vistola. Naturalmente, questemete le abbiamo raggiunte a piedi, come a piediabbiamo salito gli angusti scalini che portavano incima al campanile della cattedrale.Terminata la visita e tornati al nostro alloggio dopouna breve sosta per rinfrescarci un po', siamo ri-partiti alla volta del paese di Tokarnia, la parroc-chia di Padre Jozef, dove ci attendeva una festa e latanto attesa partita.Baci abbracci con gli amici polacchi, balli, cantiscambio di regali, un buffet niente male e, per la se-rata, addirittura un gruppo folcloristico polacco cheha ballato e cantato per noi! E finalmente giunse anche il momento tanto atteso:la partita. L'incontro è stato condizionato dalle di-mensioni del campo di gioco: si trattava di un cam-po da calcetto, quindi le squadre erano ciascuna dicinque componenti. E naturalmente, noi avevamopianificato modulo tattico e strategia di gioco preve-dendo di giocare in 11 contro 11. Tuttavia, il risul-tato finale dava ragione della nostra innegabilesuperiorità fisica e tattica: Polonia 2 Italia 5. La se-rata si è conclusa con balli ed una vera e propriadiscoteca all'aperto. È stato, questo, il momento in

cui tutti ci siamo divertiti di più: il ballo è stato an-che un modo per comunicare con i nostri amici. So-prattutto qualche "perplesso", presente nel grup-po, trascinato dall'euforia della situazione e con l'in-tenzione di evitare sospetti da parte del gruppo hausato il ballo anche per abbordare spudorata-mente le ragazze polacche.La serata si è protratta fino a tarda ora: in fondo ilgiorno dopo, giovedì, non ci aspettava una giornataparticolarmente dura essendo prevista la visita allacittadina natale del Papa, Wadovice, e la cerimoniadel gemellaggio con il paese.Wadowice è una modesta cittadina di periferia, do-ve non potevano che crescere persone semplici co-me è Papa Wojtiva. Qui egli ha vissuto gli annidella sua giovinezza. La casa natale del Papa è oggitrasformata in museo; è ricca di foto e scritti che ri-cordano tutti i momenti la vita del papa e il suocammino verso la consacrazione.Alla visita alla casa del papa è seguita la S. Messa,celebrata nella chiesa di Wadovice. Poi il breve ge-mellaggio promosso dal consigliere Gasparato nelMunicipio del paese, con i rappresentanti politici delposto talmente presi alla sprovvista che l'unica au-torità di uno certo "spessore" presente era il co-mandante dei vigili urbani in ciabatte perché uffi-cialmente in ferie. Anche in questo caso la distribu-zione dei regali è stata talmente generosa da farsembrare concreta la ventilata ipotesi di un au-mento dell'ICI. Tornati nel primo pomeriggio all'al-loggio di Cracovia e dopo una veloce ripulita, siamoripartiti per il paese di Sieprawia, la parrocchianatale di Padre Jozef. Abbiamo visitato la nuovachiesa del paese, inaugurata da pochi anni, nellaquale ci ha colpito un enorme crocefisso in metalloposto dietro l'altare principale. Verso sera siamo ri-tornati a Cracovia centro dove i nostri amici polacchici hanno riservato una gradita sorpresa per lenirela nostra nostalgia per l'Italia: la pizza! Certo, eradi buona qualità anche se non ottima come quellacui siamo abituati noi, ma soprattutto abbiamo ap-prezzato il loro impegno nel cercare di darci la mi-gliore accoglienza possibile e di farci sentire a no-stro agio anche se, nel momento in cui ci hannochiesto se qualcuno desiderava ketchup sulla piz-za, abbiamo tutti gentilmente rifiutato. Il viaggio eraquasi giunto alla sua conclusione e per il venerdìera programmata la visita alla città di Czestocho-wa ed in particolare al santuario di Jasna Gòra, do-ve è custodito il quadro della Madonna nera che laleggenda narra essere stato dipinto dall'evangelistaLuca. La visita alla cappella dove è custodita l'iconadella Madonna Nera ci ha rivelato la grande devo-zione di cui i polacchi la circondano. Si avvicinava lafine del nostro viaggio: la partenza era fissata perle ore 6.30 della mattina del sabato. Non volevamoperò che la nostra ultima sera polacca fosse una

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book (link "Tutti in piazza") del sito del paesewww.lugagnano.it che invito tutti a visitare per la-sciare un proprio pensiero in merito a questa pole-mica.Alcuni tra noi, soprattutto i più giovani, hanno deci-so di proseguire comunque nel divertimento not-turno, vagando tra i bar di Cracovia insieme a Kasiae a Padre Jozef ed, che ha allietato il gruppo con ilracconto di episodi divertenti della sua vita da pre-te.Infine la mattina di sabato alle ore 6:30 partimmoper il ritorno, che fu all'insegna di una generalestanchezza vista l'intensità della settimana che ave-vamo trascorso. Ora siamo qui, con un bellissimo ri-cordo del nostro viaggio e con il desiderio di rive-dere al più presto i nostri amici polacchi.L'organizzazione di un nuovo viaggio ricomincia.

Matteo Buttini

[email protected]

sera come le altre; perciò abbiamo invitato i nostriamici all'alloggio di Cracovia per una cena all'italia-na: pennette all'arrabbiata. Quella sera la cuci-na è divenuta il regno dei nostri migliori cuochi:Ernesto e Renzo Perina, Franco Pachera, BrunoZerpellon. Il risultato non poteva che essere ottimo!La pastasciutta è stata molto apprezzata anchedai polacchi e da Padre Jozef che non ha mai rifiu-tato neppure il buon vino italiano. I canti e la baldo-ria sono stati talmente chiassosi che la padronaera intenzionata a chiamare la polizia. Abbiamo allo-ra trasferito la nostra festa sulla Piazza del Merca-to, in centro Cracovia, dove abbiamo rallegrato ipassanti intonando i nostri canti nazionali, anche sequalcuno anche tra di noi non ha molto apprezzatotanta spregiudicata allegria. Infatti c'è stato anchechi giustamente ne è stato disturbato, ed ha pre-ferito poi tornarsene a dormire. La polemica è pro-seguita anche dopo la fine del viaggio con accesediscussioni in merito tenutesi su internet nel guest-

Un'altra puntata con i termini dialettali tipici del no-stro parlato contadino. Più o meno usati, essi "tra-mandano" al giorno d'oggi anni di mutamenti e sto-ria, con evoluzioni notevoli dal significato etimologi-co originale.

Me poro nono. Un modo rispettoso per citareuna persona defunta: me poro nono, me poro bupà(papà), el poro Toni. Poro, poaro, poareto vengonodal latino “pauper”, dove pau sta per produrre.Poareto è in effetti colui che “produce poco”.

Pitoco. Deriva dal greco “ptokhos” ed indica l’indi-viduo costretto a vivere in povertà, ingiustamenteridotto in miseria, vittima di quanti lo sfruttano.

Ciaparse en franco. Un guadagno modesto, frut-to magari di un lavoro precario. “No l’è bon de cia-parse un franco”, indica “che non riesce a trovarelavoro”. Tuttora molto utilizzato, il termine “Franco”è sempre stato sinonimo di lira. La parola apparivacome “Franc” sulle monete utilizzate nel Veneto delsecolo XIV. Oltre a Franco è oggi ancora molto dif-fusa la parola “schei” (che deriva invece dal tede-sco) utilizzata a cominciare dal periodo di dominioaustriaco.Un’espressione simpatica è “Ghe manca sinqueschei par far un franco”, con la quale si indica unlavoro incompleto, non ancora finito. Oppure “sonrestà sensa un franco” per dire che sono rimastoal verde.

Darghe na papina. Una sberla, ricevere o dareuna sberla. Esistono due tipi di “papine”. Quellacordiale, di simpatia, detta “en bufeto” e quella piùcattiva, “na papina a man roersa”, un vero ceffonecon il palmo della mano. La vera papina è riferitacomunque ad una sberla sulle labbra, presumibilevariazione dalla voce labri, labari, papari e appuntopapina.

Catarlo sù col cuciarin. Cuciarin è il diminutivo di“cuciare”: in latino cochler da cochlearium, che vuoldire “allevamento di chiocciole”. “Catar su uno colcuciar” significa prestare aiuto a una persona de-bole, ammalata.Esiste anche l’espressione “far el cuciarin”, riferitoal bambino che sporge il labbro inferiore più delsuperiore, e sta per scoppiare in pianto.

Gianluigi Mazzi

[email protected]

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NI Vocabolario minore

Avete espressioni o termini dialettali da suggerirci o dei quali vi

interesserebbe sapere significati,

origini, e provenienze?Inviateci i vostri quesiti o le vostre segnalazioni

ai nostri indirizzi, sapremo fornirvi risposte e spiegazioni.

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L’ultima settimana di settembre presso le sale del-l’Arsenale si è tenuta la mostra “Creatività at-traverso l’arte” organizzata dalla 2° Circo-scrizione e dal Comune di Sona. Ad esporre sonostati gli allievi del Corso di Ceramica dell’Univer-sità Popolare. Una sede illustre per una bellamostra, 250 le opere esposte, frutto del lavoro,della passione e del talento artistico di un foltogruppo di nostri concittadini.La mostra, inaugurata dall’Assessore all’Istruzionedel Comune di Verona Perbellini, dal Presidentedella 2° circoscrizione Manzini, dall’Assessore allaCultura del Comune di Sona Costa e dal Rettoredell’Università Popolare Bonomi, è stata visitataanche dal Sindaco del Comune di Verona SignoraSironi.

M.S.

Università Popolare:Il corso di ceramicasbarca all’Arsenale

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Missionario di Lugagnano.Domenica pomeriggio: febbraio - marzo: CI-NERAGAZZI presso il Centro Parrocchiale di Luga-gnano (con tessera ANSPI) organizzato sempre dalGruppo Culturale ANSPI Lugagnano.

Elena Recchia

Anche quest’anno è in partenza il Cineforum inver-nale organizzato dal Gruppo Culturale Lugagnano.L'iniziativa, sostenuta in parte dal Comune di Sona,vede come forza promotrice un esiguo ma attivogruppo che anche quest'anno propone una rosa dititoli sicuramente interessante e capace di soddisfa-re gli spettatori piu esigenti. Alcuni dei film in pro-grammazione saranno inoltre commentati da un cri-tico presente in sala, che aiutera il pubblico ad ana-lizzare e discutere quanto visto insieme. Questo e ilcalendario del Cineforum di Lugagnano:

GIOVEDI' 4 ottobre 2001 h 20:30serata inaugurale gratuita "Il gusto degli altri" con il critico C.G. Cesaretti;11 ottobre 2001 "Sangue vivo" con critico

C.G. Cesaretti18 ottobre 2001 "L'ultimo bacio"25 ottobre 2001 "Hymalaya"8 novembre 2001 "I cento passi" con critico

avv. G. Guarienti15 novembre 2001 "Erin Brokovich"22 novembre 2001 "Il pane e le rose" con critico

Alessandra Faustini29 novembre 2001 "Billy Elliott"6 dicembre 2001 "Il cerchio" con critico C.G. Cesaretti13 dicembre 2001 "Chocolat" seguirà rinfresco20 dicembre 2001 "La stanza del figlio" con critico

C.G. Cesaretti

I film verranno proiettati presso il Salone del Cen-tro Parrocchiale di Lugagnano ogni giovedì se-ra con inizio alle 20.30. Le tessere di abbonamentopotranno essere fatte nelle stesse serate di proie-zione dall’11 al 25 ottobre ed il costo è di lire30.000 per dieci proiezioni. Invece il costo del bi-glietto per una singola proiezione è di lire 4.000.L’organizzazione si riserva la facoltà di apportarevariazioni alla programmazione per ragioni tecnicheo cause di forza maggiore.Sono inoltre allo studio altri eventi in programma-zione per il 2002:Seconda meta di Gennaio: viaggio nel mondodella droga e nuove dipendenze organizzato dalComune di Sona in collaborazione con Gruppo Culturale ANSPI Lugagnano e Progetto Rullo di Tam-buriFine gennaio: Concerto per un incontro tra cultu-re presso il centro parrocchiale di Lugagnano orga-nizzato dal Gruppo Culturale ANSPI e Gruppo

Gruppo Culturale Lugagnano: parte il Cineforum 2001 - 2002

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hanno perso i figli e in generale per chi ha persoparenti e amici. Rabbia perché è da stupidi morireper il volere di un uomo che dalla vita ha avuto solosoldi e neanche un briciolo di cuore!

Deborah Anselmi 2A

Quando sono venuto a conoscenza di quanto eraaccaduto, il mio primo pensiero è andato a quellepersone disperse sotto le macerie e a quelli in voloal momento dell'impatto.Ancor oggi a distanza di una settimana non riesco acapire la freddezza che hanno queste persone chevanno alla morte in nome dell'ideale di liberare il lo-ro popolo, mettendo altre persone innocenti nellacondizione di morire senza alcuna colpa.

Pietro Boscaini 2A

Quando noi abbiamo visto le immagini delle TorriGemelle distrutte da aerei, pilotati da terroristi, cisiamo spaventate per il disastro causato, per tuttele persone che sono morte e per le persone chehanno ritrovato sotto le macerie in fin di vita. Noiabbiamo subito pensato a tutte le persone intrap-polate nelle torri che cercavano di uscire e chiedereaiuto a chi c'era vicino.

Francesca Mattuzzi e Marcela Stanus-Ghib

Io sul fatto accaduto in America ho delle mie opinio-ni, nel senso che i terroristi hanno fatto l'attentatosolo per dimostrare che l'America non è invulnerabi-le, perché (sempre dal mio punto di vista) per l'A-merica è sempre stato facile bombardare perché daquel che mi risulta loro non hanno mai combattutoin casa e ora (nel rispetto di tutte le persone mor-te) sa anche lei cosa vuol dire "perdere" molte per-sone.

Alessandro Zangani 2A

Il fatto che è accaduto in America credo che abbiasconvolto proprio tutti: grandi e piccoli, cristiani,ebrei, mussulmani, credenti e no. E' stata una stra-ge di dimensioni assurde e quello che più mi fa sta-re male è che quelle persone non c'entravano nien-te, erano tutte persone che si trovavano lì solo perlavoro. Io non so che tipo di religione sia quella deiTalebani, so solo che nessun dio può accettare unmassacro di vite umane così. Quando penso aquanti hanno perso dentro le torri i loro papà, le lo-ro mamme o anche solo amici o conoscenti, mi vie-ne una rabbia dentro che farei la guerra anch'io,

Martedì 11 settembre 2001 un attacco aereo im-provviso si scaglia contro l'America. Il primo aereosi dirige contro una delle torri gemelle; dopo circauna ventina di minuti un altro aereo viene dirottatocontro l'altra torre gemella: la paura è ormai diffusae migliaia sono i feriti, ancor di più i morti.Dopo un po' la notizia di un altro aereo che sischianta contro il Pentagono. L'America è in predaal panico: gente che si butta dai palazzi, poliziottiche cercano di fare il possibile per aiutare i ferititravolti dalle macerie, dalla polvere e dal fumo.Giovedì 13 settembre 2001 si parla già di guerra: ilpresidente americano Bush lo conferma. La Nato sischiera a favore degli USA. Venerdì 14 tutta l'Euro-pa proclama il lutto internazionale con tre minuti disilenzio per la tragedia americana. Sabato 15 l'Ame-rica si prepara a questa guerra contro il terrorismo.Pieni poteri al presidente Bush. Domenica 16 leprospettive che questa guerra contro il terrorismointernazionale possa durare un tempo limitato sono

infondate: si prevedono molti anni di duralotta.

Le nostre impressioniStavo camminando per le vie del paese,quando all'improvviso al televisore di unbar fecero vedere una scena in diretta...un aereo che si schiantava contro unadelle Torri Gemelle di New York!!! Neigiorni seguenti non si parlò d'altro! Inquell'istante, quando passai davanti albar, mi rattristai, provai a mettermi neipanni degli Americani, che avevano vistole loro case crollare lentamente in unagrossa nuvola di polvere e fuoco, e dei

parenti delle persone che in quegli attimi hannoperso la vita! Tristezza, angoscia e timore sono state le unichecose che sono riuscita a provare in quel momento!L'America è sempre stato un Paese che mi affasci-na, e lo è tutt'ora, e vedere i suoi abitanti così di-sperati, angosciati ed impauriti mi turba molto!Spero solo che non scoppi davvero la Terza GuerraMondiale perché sarebbe davvero un disastro!!!

Nicole Bertocchi 2A

In questi giorni ho provato solo paura, dolore erabbia. Paura che la guerra ci raggiunga, anche seormai ci siamo già dentro fino al collo. Dolore per ifigli che hanno perso i genitori, per i genitori che

La voce dei ragazzi sugli attentati in USAIl primo giorno di scuola i ragazzi delle medie riflettono sui fatti dell'11 settembre.Ecco le impressioni a caldo di alcuni alunni di seconda.

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Secondo me i fatti accaduti in America non sono de-gni della razza umana e chiunque sia stato a darel'ordine di attaccare ha perso la ragione. Quandosono venuto a conoscenza di questa strage mi tro-vavo a calcio e prima di tornare a casa non ero sta-to informato. Le immagini che ho visto alla TV sonostate certamente le peggiori che abbia mai visto.Due giorni dopo ho sentito al telegiornale le dichia-razioni molto dure da parte di Bush e i miei primipensieri non sono state certo cose belle: quando hosentito che la guerra sarebbe stata lunga, mi sonoterrorizzato, ma mia mamma mi ha consolato dicen-domi che la guerra sarebbe stata combattuta in Af-ghanistan. Speriamo che tutto vada bene.

Leonardo Marchesini 2A

A me è dispiaciuto molto il fatto che è successo inAmerica martedì 11 settembre, soprattutto per levittime e le loro famiglie. Questi due fatti (quello diNew York delle Torri Gemelle e quello di Washingtondel Pentagono) hanno sconvolto tutti. Adesso Bushvuole fare una caccia spietata agli autori di questodisastro, ha detto anche che farà una guerra chedurerà a lungo. Secondo me la religione in cui cre-dono gli Islamici è un po' stupida perché secondoloro chi uccide va in paradiso.

Alberto Costa 2A

Su ciò che è accaduto l'11 settembre 2001 l'Ameri-ca è sotto shock. Io, quando ho visto cosa è acca-duto, ci sono rimasta; l'unica cosa che si poteva ve-dere era il fumo, persone decedute e tristezza. Aquelle persone che pilotavano gli aerei non interes-sava che sarebbero morti; ma la cosa più importan-te sono le persone che hanno ucciso sopra gli aereie sotto le macerie.

Giada Gaziero 2A

ma poi penso che se faccio la guerra sono come lo-ro, allora non so più quello che è giusto. Una cosa ècerta perdonarli non è facile.

Simone Zerpelloni 2A

La tragedia che ha colpito l'America ha sconvoltotutti noi. Guardando il telegiornale, vedendo eascoltando quanti morti ci sono stati, rimango scon-volta. Quando ho visto il primo aereo colpire la pri-ma torre, poi il secondo aereo colpire l'altra, veden-do poi crollare case e palazzi, è come se mi avesse-ro colpita al cuore. Questa tragedia fa riflettere mol-to perché nel mondo ci sono persone che non pen-sano a quello che fanno e a quanto dolore causano,persone che non entrano nel loro obiettivo: colpi-scono e basta.

Maria Sparaco 2A

America in lutto e il terrore in tutti noiLa nostra impressione sull'attentato delle torri ge-melle a New York è che i terroristi sono stati vigliac-chi a uccidere tutte quelle persone che non c'entra-vano niente, che non potevano difendersi dai loroattacchi e che non se la sarebbero mai aspettata.Proviamo molto dolore per le persone che sonomorte e per i loro famigliari. Gli Americani sono inguerra con i Talebani, ma soprattutto con il loro ca-po Osama Bin Laden e probabilmente anche noi,essendo alleati con l'America, dovremo partecipare.

Marco Manganotti e Andrea Di Mascio (2C)

La prima volta che ho sentito parlare della vicenda,la credevo un incidente come tanti; solo dopo misono reso conto della gravità dell'accaduto. Mi èdispiaciuto molto per le vittime innocenti che sonorimaste coinvolte solo per la stupidità di alcune per-sone che, come fanno capire, vogliono la guerra.Secondo me il timore più grande della gente è chescoppi la Terza guerra mondiale. Comunque speroche non duri molto tutto questo.

Davide Graniti 2A

Il prossimo numero de IL BACO DA SETAlo troverete, sempre in edicola, il 22 dicembre dell’anno 2001.

IL BACO DA SETAAppuntamento

di Cultura e Società di Lugagnano

Via Beccarie 48, Lugagnano (VR)Telefono: 338 5936472

Codice Fiscale 93139380237e-mail: [email protected]

www.lugagnano.it

Direttori:Mazzi Gianluigi, Bianco Giovanni, Salvetti Mario

Dalla Valentina Gianfranco

Costituito a norma dell'art. 18 della Costituzione e dell'art. 36 del Codice Civile

STAMPATO IN PROPRIO

SONO UNA MAMMA E VORREI... Lugagnano, agosto 2001

Sono una mamma e vorrei esprimere qualche miariflessione sull'articolo scritto dai responsabili delGrest Estivo Elementari.Trovo alquanto sgradevole e pesante l'apprezza-mento "che non vuole essere una semplice critica"su alcuni genitori, soprattutto proveniente da ra-gazzi (e sottolineo ragazzi) che di esperienza, lo-ro malgrado, hanno dimostrato di averne poca.Se anche noi genitori scrivessimo un "lato" cheabbiamo trovato "negativo" di questo Grest, nonbasterebbero tutte le pagine del "Baco", visto l'in-gente numero dei partecipanti.Ogni lavoro ha, purtroppo, il suo "osso" (comune-mente si dice così) ma se ci lasciamo sopraffaredall'iceberg delle difficoltà probabilmente affondia-mo come il "TITANIC" e quindi saremmo quasi tuttidisoccupati….. Le situazioni (anche spiacevoli)che si sono venute a creare potevano, secondome, essere trattate diversamente, con più diplo-mazia, con più calma, sempre comunque con se-renità e con qualche sorriso in più (cosa che hovisto poco sui visi degli animatori) così forse sualcuni muri poteva essere aperta qualche fine-stra…Questa mia lettera non vuole essere un'ulteriorecritica sul lavoro svolto, anzi in parte un ringrazia-mento, in fondo i nostri bambini si sono divertiti,in loro rimane il ricordo delle risate, delle canzoni,della piscina, dei giochi con l'acqua. Ricordi dolciche fanno dimenticare l'amaro che da entrambe leparti può aver lasciato questo Grest.Questa esperienza sarà di lezione sia agli anima-tori che a noi genitori, in modo da offrire (senzaricadere in errori già commessi) la prossima esta-te un servizio e un'organizzazione migliori.Comunque, grazie a tutti.

Lettera firmata

BRANCACCIO 2001Lugagnano, settembre 2001

Anche quest'anno ho deciso di trascorrere le mievacanze facendo un'esperienza diversa, mettendoa disposizione il mio tempo per gli altri, conoscen-do una realtà diversa, una realtà difficile! Pensere-te subito all'Africa, alla Bosnia ecc… no, sono ri-masta in Italia, precisamente nel quartiere Bran-caccio, alla periferia di Palermo. Ho conosciutoMaurizio Attale, responsabile del "Centro di Acco-glienza Padre Nostro" ad una conferenza a Vero-na, presentava la realtà di Palermo, delle borgate,le difficoltà dei ragazzi, la mancanza di strutture,ricordava l'opera di Padre Pugliesi e tutti gli ope-ratori e i volontari che cercano di continuare a la-vorare per costruire un futuro normale.Sono stata ospite appunto di questo centro, uncentro di quartiere, posto in mezzo alla borgata,come un'altra abitazione, un centro di strada, pos-so dire il CUORE di Brancaccio. Palermo è una cittàstupenda da tutti i punti di vista, una città caotica,una città culturalmente da scoprire. C'è la Palermomedioevale rappresentata dalla Torre e la Chiesadi S. Nicolò, la Chiesa di San Francesco d'Assisiecc…, la Palermo Aragonese, quella Baroccaecc… Alla periferia della città le cose cambiano,anche la struttura dei quartieri è diversa, le stessecase sono vecchie, decrepite, ammassate l'una al-l'altra. Le strade strette e buie ecc… Qui don Pu-gliesi svolgeva il suo apostolato senza clamori, era

Lettere al giornale,

o se preferite

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AIl Comitato di Redazione garantisce la pubblicazione deglielaborati che vengano inviati al periodico e che appaiano ri-vestire un qualche interesse per i lettori, fatta sempre salvala possibilità di escludere i testi in contrasto con il nostroStatuto. Il Comitato di Redazione non è da considerarsi re-sponsabile a nessun titolo del contenuto ideologico degli ela-borati pubblicati nella rubrica della posta.

C a r r o z z e r i a

Zanin Tiziano e figliVerniciatura a forno - Banco di riscontro scocche

Aderente Accordo ANIA

Via Betlemme, 15 - 37060 Lugagnano (VR) - Tel. 045 984093

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un prete normale, ma predicare la normalità alBrancaccio, una delle zone a più alta densità ma-fiosa della città, gli è costata la vita. E' stato uccisoperché nel suo quartiere voleva una scuola media,una biblioteca, un asilo e perché strappava con lasua azione pastorale e pedagogica sempre piùbambini, adolescenti, giovani, dalla palude dell'ille-galità. Il giorno del suo compleanno, il 16 settem-bre 1993, viene ucciso, muore un sacerdote impe-gnato nell'annunciare il Vangelo, nell'aiutare lagente, nel costruire un futuro di libertà in un quar-tiere privo di diritti essenziali. Ora quei giovani,quei bimbi, i volontari lottano tutti i giorni per con-tinuare l'opera di Pugliesi, per dare una possibilitàai ragazzi. Il centro è attivo e lotta contro la realtàgiorno per giorno. Maurizio Attale è appunto il re-sponsabile del Centro, e ci si dedica completamen-te, crede e lotta per questo, ama aiutare gli altri.Al centro operano 2 assistenti sociali, Ivana e Mim-mo, che vi lavorano si, ma non certo per i soldi,perché i finanziamenti sono miseri, poi Anna che èla segretaria ma è l'anima del centro perché si oc-cupa con amore di tutto, la sua come quella deglialtri è una scelta di vita. E ancora 2 psicologhe,consulente familiare, legale, poi Antonio vice presi-dente ecc. Tutti insieme per offrire una possibilitàdiversa a quelle persone. Il centro fornisce inoltreassistenza a famiglie in difficoltà con viveri, aiuta atamponare le necessità quotidiane di extracomuni-tari, persone agli arresti domiciliari, non escludedai progetti nemmeno la Terza Età, ma l'obiettivoprincipale è quello di aiutare 80 bambini con graviproblemi familiari alle spalle, seguendone la cresci-ta psico-fisica e morale. Le attività per i bambinimirano attraverso il gioco e il recupero scolastico,ad impartire fondamentali ideali quotidiani. E' stataun'esperienza fantastica, che fa crescere e matu-rare. Non scendo nei particolari descrivendo le dif-ficoltà della realtà nel quartiere, ma vi lascio dicen-dovi che la vera missionarietà non è solo questio-ne di annuncio, si tratta di trasformare la Parola inPane, secondo la legge della condivisione e dellacarità e questo vale per tutti.

Martina Castioni

LETTERA AL SINDACOLugagnano, settembre 2001

Volevo sottolineare lo stato di degrado della viadove abito, Via Gaburri a San Giorgio in Salici! Lavia è in condizioni vergognose, grazie al Comunedi Sona, dal quale dipendiamo.Volevo solo ricordare che sono già passati cinquemesi dall'inizio dei lavori e tuttora la strada è incondizioni pietose "strada del terzo mondo": pienadi buche profonde, polvere in estate e adesso che

piove sembra una palude, c'è di più, in questi gior-ni particolarmente piovosi, l'acqua ha trascinatotutta la terra intasando le fognature. Le case conla soglia a livello stradale, e sono parecchie, han-no dovuto fare i conti con un vero e proprio alla-gamento delle loro case.I fatti sono testimoniabili, sabato 1 settembre il li-vello dell'acqua piovana aveva raggiunto i 20 cm.Spero che grazie a questo spazio questa letterapossa giungere a chi di dovere.Distinti saluti.

Lavarini Michele

via gaburri 30, San Giorgio in Salici (Verona)

DAL MONDO...www.lugagnano.it, settembre 2001Il nostro sito ha notevole successo anche in SudAmerica. Pensate che un brasiliano di origine italia-na, attraverso i motori di ricerca, ha visto nellaclassifica di Miss lugagnano il nome di Alice Miglio-ranzi e si è rivolto a noi per verificare le sue originie magari il grado di parentela.

Oi. Il mio nome è Douglas Miglioranzi Júnior. Lovorrebbe corrispondere voi, quindi sono un paren-te le relative marche Brasile e sto osservando altutto una famiglia nel Internet. Attendo la rispostaRingraziamenti,

Douglas Miglioranzi

Non poteva mancare anche una Mazzi brasilianache si rivolge sempre a noi, in questo caso a MazziGianluigi, per conoscere le origine del nonno, parti-to dall’Italia tanti anni fa.

My name is Ana Maria Mazzi. I am Brazilian and Ilive in São José do Rio Preto, State ofSão Paulo, Brazil.I am seeking for the people with last name MAZZIin Europe and, especialyy in Italy, through Internet.My paternal grandfather calleed himself JOSÉ MAZ-ZI ant it was natural of Bologna.Until the present moment, I just have knowledge ofyou, with the last name Mazzi in Verona, Italy. But i

La viaprincipale diLugagnano,direzionecentro.

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robot da cucina. Iniziare montando le uova assie-me allo zucchero, di seguito aggiungere il burro ela farina fino a formare una crema.A questo punto aggiungere tutta la frutta seccacon il miele e tenere il robot avviato finchè la fruttasi è tritata. Versare l'impasto così ottenuto in unatortiera rettangolare imburrata ed infarinata e li-vellarlo con una spatola. Se si desidera si può pra-ticare sulla superficiedell'impasto dei solchetti con le punte di unaforchetta come a formare una grata.

COTTURAMettere in forno preriscaldato a 180° per 45 mi-nuti circa. Servire il dolce tagliato a piccole porzio-ni e messo su un bel vassoio di portata. Ottimo!!!!!

Danila Mazzi

[email protected]

E' arrivato l'au-tunno e con iprimi freddi ètornata anche lavoglia di tra-

scorrere delle serate con gli amici... Questa tortainfatti sarà ottima da gustare dopo una cena, trauna chiacchiera e l'altra.... e vedrete che risulta-to otterrà!!!!!

INGREDIENTI20 noci, 250 gr di mandorle, 200 gr di fichi secchi200 gr di burro a temperatura ambiente, 80 gr dizucchero, 3 uova intere, 2 etti di miele, 1 etto e1/2 di farina

PREPARAZIONEQuesto dolce viene interamente preparato con il

Torta di fichi e noci

have no information of them. My grandfather wasone of 5 Ciregna brothers, 4 of which left the townat the end of world war 1. My grandfathers namewas Peter. Can you help. Thank you very much.

Giovanni Ciregna

In questo caso la redazione si è attivata e ha sco-perto che il cognome Ciregna è molto diffuso a Lu-gagnano Val d’Arda (Piacenza). Giovanni è stato aiutato e indirizzato verso la bi-blioteca di quel Comune con la quale ha iniziato laricerca.

believe there to be a lot of peo-ple with same last name, evemdispersed for the whole Italy. Iam very happy for being in con-tact with you. I always wanted toknow more on the Family Mazziin Italy, but nobory here in Bra-zil, knew how to find out. Please,answer me this e-mail. I believethat have a lot to talk. Receive

this toghether with a very strong hug. I am missingalready.

From: Stefano SellaTo: [email protected] Sent: Thursday, October 04, 2001 1:03 AMSalve, anche se non vale per la classifica (ovvia-mente) vorrei farvi presente che avrei votato an-ch'io per Alice Miglioranzi. Purtroppo non sono ve-nuto a conoscenza per tempo di questo concorsoaltrimenti... L'ho conosciuta anni fa all'università.Al tempo era molto carina e visto il risultato delconcorso, noto con piacere che la sua bellezza èrimasta tale. Gradirei, se possibile, che le facciatepervenire i miei saluti e le mie congratulazioni.Un saluto, Stefano Sella, Vicenza

From: Giovanni Ciregna To: [email protected] Sent: Friday, August 10, 2001 9:54 AMHi! We are the CIREGNA from Sydney, Australia. I amrelated to the Ciregna Family from Lugagnano. We

La foto sopra, inviataci dal signor Ciregna, mostra l’ItalianForum di Leichhardt(Sydney), famoso ristorante e shoppingcentre italiano.

Alla preparazione di questo numero hanno partecipato:

Andrea Tommasini, Chiara Buttini, Danila Mazzi,Davide Permunian, El Bacan, Elena Recchia

Ester Beatrice Manganotti, Francesca Rudari,Filippo Zendrini, Gianfranco Dalla Valentina

Gianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco, I ragazzi delleScuole Medie, Ivo Cambioli, La Sietta, Manuel

Posenato, Mario Pachera Mario Salvetti, MassimoAdamoli, Massimo Gasparato, Matteo Buttini,

Natascia Arduini, Paolo Perissinotto,Simonetta Tinazzi, Stefania Paon e Veronica Fenzi.

Il nono numero de Il Baco da Seta è statostampato in 700 copie.

Data di stampa: 8 ottobre 2001

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Nella foto Ziletti,vigile di Sona, inservizio sulle stradedel nostro paese.

Lugagnano e la Politica:Lanciamo una tavola rotonda

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aperta, vasta e condivisa possibile.Riteniamo che questo possa diventare un utile eproficuo strumento di confrontro tra i cittadini ele varie componenti pubbliche, dialogo spesso ca-rente e latitante.Una maniera per dibattere sulle vicende e suiproblemi del nostro paese in modo serio e costrut-tivo. Per segnalare quello che va e quello che nonva, per proporre problemi e soluzioni, per appro-vare o disapprovare, per discutere, argomentaree vivere questo nostro paese e la sua vita pubbli-ca.A questo fine vi invitiamo caldamente fin da ora adinviarci, per posta o per email, domande o argo-menti che ritenete di interesse collettivo.Noi provvederemo renderli tema di discussionedella tavola rotonda.

Mario Salvetti

[email protected]

Con il prossimo numero di Dicembre de Il Bacoda Seta daremo vita stabilmente ad una tavolarotonda virtuale su questo giornale tra le varieforze politiche che operano sul territorio del no-stro Comune. Tale discussione sarà incentrata suigrandi e piccoli temi che interessano Lugagnano ela sua comunità.Proporremo su ogni numero della rivista tre do-mande, da noi ideate o inviateci dai nostri lettori,e di seguito pubblicheremo le risposte fornitecidai vari movimenti politici, poste tra loro in con-traddittorio.Abbiamo contattato tutti i gruppi rappresentati inConsiglio Comunale ed abbiamo già raccolto alcu-ne adesioni, siamo in attesa della risposta deglialtri.Se poi l’iniziativa incontrerà il vostro interessepensiamo di allargare questa tavola rotonda adaltre componenti sociali e del volontariato del pae-se, in modo da creare una discussione la più

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diversa e che quindi abbiano inevitabilmenteidee diverse dalle loro.Certamente non è necessario frequentare tutti ilocali di Verona e dintorni per entrare in contattocon persone diverse. Punti fondamentali di scam-bio sono il luogo di lavoro o ancor più l'università,dove non solo si incontrano individui che hannoavuto esperienze differenti dalle proprie ma cheprovengono addirittura da altre città, con abitudinidiverse.Tutto questo soddisfa senza dubbio questo bisogno di nuovi contatti ma allo stesso tempo, ve-nendo a conoscenza che "là fuori" ci sono altreidee, altre abitudini, ci si rende conto che il nostro"habitat" ci sta ancora più stretto.Da un lato, questo fenomeno ha un carattere, estre-mamente positivo, in quanto tende ad allargaregli orizzonti; è un bene che i giovani cerchino, con-sciamente o meno di interessarsi alle esperienze al-trui; in questo modo si creano un pacchetto di scel-te e idee, giuste o meno, del quale servirsi percrearsi un punto di vista critico su diversi aspetti,più o meno importanti, della vita.Da un altro lato sarebbe interessante che poiqueste idee maturate, grazie alle esperienze più di-verse fuori dal paese, potessero essere condivisefacendolo crescere.

Ester Beatrice Manganotti

[email protected]

In un incontro di Redazione mi è stato posto questoquesito: cos'è che manca, qui nel paese, per i gio-vani dai 20 ai 25 anni? Perché i ragazzi, non appe-na acquisiscono un po' di indipendenza tendono aspostarsi, ad evadere dai soliti ambienti, dalle soli-te strade percorse e ripercorse. Cos'è che nontrovano qui?

Mi sono resa conto che, nonostante questosia un fenomeno piuttosto palpabile, fino adora non mi ero mai soffermata a riflettercisopra, a cercare una causa che desse dellespiegazioni a questa costante migrazione.Per tutti credo sia evidente che i punti di ri-trovo offerti dal nostro paese non sianocerto le mete predilette dai giovani, se noncome punti di partenza verso altre desti-nazioni, non certo come ambienti dove tra-scorrere l'intera serata.Sono certa che però, potrebbero essereaperti decine di pub o una miriade di nuovilocali dei più disparati generi che il proble-ma non sarebbe risolto. La questione è senza dubbio un'altra.Non è secondo me la ricerca di nuovi am-bienti che spinge i giovani a prendere il lar-go; certo, se qui sorgessero nuovi locali, lanovità attirerebbe senza dubbio l'attenzione

di molti ragazzi, ma passati gli effetti della curiosità,la situazione tornerebbe ad essere quella di sem-pre.Quello che spinge i giovani ad esplorare nuovi puntidi ritrovo non è certo la ricerca del locale più esclu-sivo o di quello più divertente, ma il bisogno diavere dei contatti con persone diverse, e di avereun confronto con gente più o meno a loro coeta-nea, ma che magari conduce un tipo di vitadiverso.Non sono a mio parere, le strutture, gli ambienti o ilpaese in sé, che dopo qualche tempo, ai giovani,comincia a stare stretto, ma le persone che si in-contrano. Con questo non intendo dire che raggiun-ta una certa età si tenda a snobbare gli amici fre-quentati fino al giorno prima, semplicemente che siarriva ad un punto tale che si sente il bisogno diconfrontarsi con persone che hanno avuto espe-rienze diverse dalle proprie, che non abbiano fre-quentato le stesse scuole, gli stessi luoghi e la stes-sa gente, che magari hanno ricevuto un'educazione

I ragazzi e il paese: una realtà troppo stretta?

Sarebbe interessante

che su questo tema

si aprisse una dibattito.

Chiunque avesse

qualcosa da dire,

da commentare,

da negare,

da aggiungere

o su cui dissentire

può farlo inviando

una mail o una lettera

ai nostri indirizzi.

IL BACO DA SETA

L a C o p e r t i n a

Vi sarete sicuramente chiesti il motivo della copertina di questo numero del Baco. Presto detto.

Sulla scia dei più famosi ed autorevoli periodicinazionali, come Panorama e L’Espresso, anche noi

abbiamo ritenuto commercialmente utileproporre un nudo in prima pagina. Purtroppo lenostre esigue finanze non ci hanno permesso di

ingaggiare modelle in carne ed ossa e siamo staticostretti a ripiegare su ben più

economici manichini.