Lettera alle Famiglie della nostra Diocesi
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Diocesi di
Teggiano-Policastro
LETTERA DEL VESCOVO
MONS. ANTONIO DE LUCA,
ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI
IN OCCASIONE DELLA
S. PASQUA 2012
Lettera alle famiglie
della nostra Diocesi
A voi dilette famiglie della Chiesa di Dio che
è in Teggiano-Policastro, rivolgo il mio sincero
saluto ed un cordiale augurio pasquale di
Risurrezione e di vita.
Ringraziandovi ancora per la calorosa accoglienza
che mi avete riservato all'ingresso in Diocesi il 4
febbraio u.s., permettetemi di entrare umilmente
ed in punta di piedi nelle vostre case per poter
condividere con voi gioie e speranze, ansie e
preoccupazioni, fatiche e aspirazioni, attese e
progetti di tutto il popolo di Dio; se me lo consenti-
te, lasciate che ciò avvenga attraverso la fede
comune in Gesù di Nazaret, “
” ( ) della nostra storia.
Desidererei abbracciare ognuno di voi con tutto
l'ardore apostolico e la vicinanza pastorale che ho
assunto a motto del mio episcopato con voi, fra di
voi, e per voi sul modello dell'apostolo Paolo:
“ ” (
).
Con questa mia lettera mi piacerebbe in qualche
modo poter contribuire nell’accompagnare,
sostenere e incoraggiare i nostri, i vostri percorsi di
umanità e di vita buona, alla luce e secondo gli
orientamenti che la fede cristiana ed il Magistero
della Chiesa cattolica propongono ed invitano i
suoi amati figli a farli propri e a testimoniarli nel
il Signore e il
Maestro Gv 13, 14
Purché in ogni maniera sia annunciato Cristo Fil
1, 18
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ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI
IN OCCASIONE DELLA
S. PASQUA 2012
concreto del vissuto personale, familiare, profes-
sionale, più ampiamente sociale, civile e istituzio-
nale.
Per questo vi vengo incontro sapendo che la
famiglia oggi, più di ieri, ha una grande e delicata
responsabilità, originale e insostituibile . Essa è: il
“ ” , luogo di accoglienza, di
generazione, maturazione e servizio alla vita in
pienezza; “
” alla vita e ai valori che danno senso alla
vita; “
” in ogni
ambito del vissuto.
Vorrei consegnarvi con questo mio scritto una frase
di san Paolo e quanto da essa discende: “
” (
).
L'apostolo delle genti fa esperienza che attraverso
la riconciliazione operata da Cristo e la sua vittoria
sul peccato e sulla morte tutto è nuovo, tutto è
rivestito di luce, tutto è vita nuova. Anche nelle
nostre, famiglie non ci sia più un pensiero ed un
agire improntato a rimpianti o nostalgie, indecisio-
ni, paure o disperazione, ma tutto in Cristo diventi
1
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3
4
santuario della vita
prima e indispensabile comunità
educante
scuola di socialità... all'insegna del rispetto,
della giustizia, del dialogo, dell'amore
… se uno è
in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie
sono passate; ecco, ne sono nate di nuove 2 Cor
5, 17
1
2
3
4
Su questi aspetti, cf., GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio,
qui n. 36. Più ampiamente, mi permetto di rimandare a: CONCILIO
VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, Parte II, cap. I; PONTIFICIO
CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina
sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, cap.
V.
GIOVANNI PAOLO II, Enc. Evangelium vitae, qui n. 92.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti past. per il decennio
2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36.
GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio, n. 43.
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S. PASQUA 2012
'nuovo'. Vi scrivo in questo tempo di Pasqua,
tempo di luce e gioia, di pace vera, sincera, autenti-
ca, profonda da creare, ri-creare sempre e dovun-
que con nuovo vigore. Lasciamo che la
Risurrezione di Cristo faccia risorgere anche la
nostra vita e le nostre comunità. Penso in particola-
re a tutti quei contesti dove per le più svariate
ragioni si sperimenta maggiormente il senso della
sofferenza, della fragilità e del limite umano.
Datemi la possibilità di indicarvi qualche modalità
mediante cui questo percorso di rinnovata umaniz-
zazione può essere reso possibile e fecondo per noi
tutti.
Molti anni fa in un'intervista Madre Teresa di
Calcutta (1910-1997) esclamò: “
”.
Viviamo tempi di crisi, generalmente considerata
di natura economica, ma non solo. Essa è primaria-
mente di natura etica e culturale, antropologica: ci
sentiamo tutti intimamente più deboli e fragili.
Mentre il Paese si va impoverendo ogni giorno, e lo
sviluppo tecnico-scientifico si rivela strutturalmen-
te ambiguo, facciamo fatica a vivere con dignità;
veniamo allora ricondotti ad una sobria essenzialità
e portati a chiederci nuovamente: su cosa crescerà
in noi? Quale vera crescita e autentico sviluppo
potremo favorire? La fede cristiana ha una parola
La luce della Pasqua
e l'identità della famiglia cristiana:
essere in Cristo creature nuove.
Se le famiglie
tornassero a pregare insieme, avrebbero più pace.
Niente mette tanta pace, quanto la preghiera fatta
insieme
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significativa da dire per aiutare le nostre famiglie a
uscire da questa e da tutte le forme di crisi?
Nel contesto attuale le difficoltà presenti obbligano
al discernimento e ad una rinnovata progettualità
compiuti con quel fiducioso realismo, saggezza e
speranza attinti con forza e slancio proprio alla luce
della fede pasquale.
Papa Leone XIII (1810-1903) disse: “
”.
Guardando alla famiglia di Gesù e radicati su valori
profondi riscopriamo insieme la nostra identità, la
grandezza della vostra vocazione e del servizio che
rendete alla Chiesa e alla società civile proprio
vivendo con generosa coerenza e disponibilità ciò
che contrassegna la vostra realtà familiare.
Richiamo qualche ambito privilegiato.
Innanzitutto l’accoglienza e la trasmissione
del dono della vita e della fede, con cui edificate la
Chiesa e la società. Penso a ciò che contraddistin-
gue le realtà fondamentali dell'esperienza familia-
re: il Vangelo dell'amore cristiano che si esprime
stabilmente e con tutto se stessi, fino al dono di sé,
attraverso le relazioni complementari fondate sul
matrimonio all'interno e all'esterno della vita
coniugale e familiare tra uomo e donna, marito e
moglie, padre e madre, genitori e figli, fratelli e
sorelle, tra parenti e familiari e via via allargando il
cerchio verso tutti, come stupore per l'esistenza
dell'altro, la gioia di riceversi, accogliersi e donarsi,
5
La famiglia è la
cellula della società; se essa è sana, tutto
l'organismo prospera. Se essa è malata, l'intera
comunità deperisce e muore
5
Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 21.
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la fedeltà al proprio dono nel servizio disinteressa-
to, la fecondità e l'apertura al futuro nelle varie
dimensioni dell'esistenza. La vita è un miracolo
grande nella storia del mondo, ma sempre fragile e
minacciato: per questo ha bisogno da parte di tutti
di attenzione, cura, rispetto in ogni sua forma, in
specie per quegli ambiti intangibili e non negozia-
bili, come il diritto alla vita dal concepimento fino
alla morte naturale, alla famiglia e alla libertà di
educazione (specie, quella religiosa), ma anche
politiche giuste per la salute ed il rispetto del
creato, le giovani generazioni, la casa, il lavoro e
una sana economia, l'armonizzazione tra i tempi di
vita familiare e il lavoro, la tutela della donna come
madre e lavoratrice, la crescita della società civile,
l'investimento in una nuova cultura politica, la
difesa dei più poveri ed emarginati, gli anziani
fragili, i disabili, senza dimenticare le tante persone
migranti che si trovano nel nostro territorio con
tutto il loro carico di aspirazioni e problemi, e che
auspico – anche attraverso la nostra collaborazione
– possano integrarsi sempre più fra di noi.
Inoltre, vorrei ricordare che è in famiglia
che si imparano i primi elementi fondamentali
della religione cristiana: il segno della croce, le
preghiere del mattino, della sera e dei pasti, il modo
di vivere la domenica e il tempo della festa, il
riconoscimento e la pratica convinta dei simboli
della fede. Altresì, è in famiglia che si impara il
modo corretto di trattare le persone, i piccoli, i
poveri, gli ammalati e gli anziani con rispetto e nel
servizio reciproco e fraterno, le modalità 'umane'
con cui relazionarsi con ciascuno e con tutti, i
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IN OCCASIONE DELLA
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contenuti essenziali di ciò che ha valore nella vita e
merita salvaguardia e promozione. Sulla scia del IV
Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona (16-20
ottobre 2006) ritroviamo personalmente e comuni-
tariamente una più robusta coscienza missionaria
nel divenire autentici testimoni di Gesù Risorto,
Speranza del mondo, perché i differenti ambiti
della vita affettiva, lavoro e festa, fragilità umana,
tradizione e cittadinanza si basino sempre più sulla
sua Pasqua e sulla vita vera e bella, felice che da
essa scaturisce per tutti .
Forti della nostra identità, siamo impegnati con
particolare dedizione e responsabilità a far nostro il
pressante appello con cui il Santo Padre Benedetto
XVI ci ha esortato lo scorso ottobre 2011 a varcare
la “ ” ( ), tenendo lo sguardo
fisso su Gesù (cf., ), l´inviato del Padre,
attraverso una particolare riflessione e riscoperta
del dono della fede . Tale invito si fonda sulla
consapevolezza che solo una sempre più profonda
conoscenza di Cristo e del suo mistero, una conti-
nua ricerca della contemplazione del suo volto,
una viva e virtuosa esperienza di incontro con Lui
nella Parola e nei sacramenti, una convinta acco-
6
7
La luce della Pasqua
e la missione della famiglia cristiana:
essere nuovi nella fede e agire in novità di vita
porta della fede At 14, 27
Eb 12, 2
6
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Nota past. “Rigenerati per una
speranza viva” (1 Pt 1,3): testimoni del grande 'Si' di Dio all'uomo.7
L'11 ottobre 2011 è stato indetto l'“Anno della fede”: esso avrà inizio l'11
ottobre 2012 nel 50° anniversario dall'apertura del Concilio Vaticano II e
terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re dell'universo: cf.,
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta Fidei.
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glienza della chiamata universale alla santità e,
insieme, l´attenzione ragionevole al mutare del
contesto culturale e sociale possono dare efficacia
all´annuncio del Vangelo e credibilità alla sua
testimonianza secondo quelle modalità costanti e
sempre nuove rese opportune da un 'nuovo zelo'
nell'opera di ri-evangelizzazione e di promozione
umana da ricercare e favorire negli svariati contesti
in cui si svolge ogni giorno la nostra missione.
Questa è anche la prospettiva contenuta negli
Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per
questo decennio. Infatti, vi leggiamo: “
” .
Conosco le inquietudini e i travagli con cui voi
mariti e mogli, padri e madri, figli, faticate in
famiglia e in società a proporre e realizzare in
misura adeguata ragioni profonde per vivere. A tal
fine, vi esorto ad essere testimoni veridici e infatica-
bili di quell'amore sponsale consacrato all'altare,
promosso e valorizzato all'interno della coppia,
per i vostri figli e verso tutti coloro che incontrate
sul vostro cammino. Il prossimo Incontro Mondiale
delle Famiglie (il cui tema sarà "
… Per i
genitori, l'educazione è un dovere essenziale… nel
senso che non può essere delegato né surrogato.
Educare in famiglia è oggi un'arte davvero difficile.
Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudi-
ne, di inadeguatezza e, addirittura, d'impotenza.
Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché
la società privilegia gli individui e non considera la
famiglia come sua cellula fondamentale
La Famiglia: il
8
8
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti past. per il decennio
2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36.
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lavoro e la festa
l'uomo nuovo… il
nuovo Adamo rivelando il mistero del
Padre e del suo amore svela anche pienamente
l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima
vocazione
”), che si svolgerà a Milano dal 30
maggio al 3 giugno p.v., costituirà un importante
evento di mobilitazione e coscientizzazione sulla
vocazione e missione della famiglia cristiana.
Le novità del presente, la ricchezza e la complessità
dei percorsi del pensiero umano, come anche
dell’esperienza di ogni giorno, richiedono una
costante traduzione in parole e opere delle ragioni
della speranza cristiana , in modo che sia possibile
proporre a ogni persona e all'intera società i criteri
e le norme di vita che scaturiscono dall´autentica
realtà dell´uomo, quale ci è stata pienamente
rivelata in Gesù Cristo. E' lui “
”, Colui che “
” . Il mistero dell'uomo nella luce del
Verbo incarnato, morto e risorto per la nostra
salvezza comporta la condivisione del cammino di
ogni uomo e donna, mettendo in chiara luce la
partecipazione delle famiglie cristiane alla missio-
ne della Chiesa oggi: esse, aiutate dalle comunità
parrocchiali in cui sono inserite, dai gruppi eccle-
siali, associazioni e movimenti, sono chiamate ad
assumere e testimoniare in comportamenti concre-
ti e visibili i valori evangelici, aiutando nello stesso
tempo ogni persona che incontrano negli ambiti di
vita da loro frequentati (scuola e ambienti educati-
vi, parrocchia, mass-media, lavoro e professione,
realtà istituzionali, svago e tempo libero, ecc.) a
9
10
Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Spe salvi.
CONCILIO VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 22.
9
10
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lasciarsi interpellare dalla verità sull'uomo donata
a noi dal Vangelo e risplendente in forma completa
e autentica nel Signore Gesù, unico vero Salvatore
dell'uomo, di ogni uomo e tutto l'uomo. E' la novità
della Pasqua che vogliamo vivere con tutta
l'intensità possibile della fede a dischiudere per noi
orizzonti di speranza e di fiducia in cammini di
umanità sempre rispettosi della sua dignità trascen-
dente e che mai pongano altro al suo posto, in
particolare quando, per le difficoltà che si possono
incontrare nella vita o seguendo falsi ideali e
parziali prospettive, si vorrebbe ridurre l'uomo a
ciò che esso non è, né può mai essere. Ne derive-
rebbe solo una sterile e infruttuosa riduzione di
significato che avrebbe conseguenze nefaste per la
vita buona di ciascuno e di tutti coloro con cui
siamo chiamati a coltivare e custodire con dignità il
'giardino' nel quale siamo stati posti per un proget-
to di amore e che il Signore ci fa abitare (cf., Gen 2,
15).
E' a partire da questa ri-motivata presa a cuore
dell'identità e missione a voi generosamente
affidata dall'appartenenza alla comunità cristiana,
per camminare in novità di vita invito le vostre
famiglie con forza a essere 'piccola Chiesa', dal
Concilio chiamata “ ” che crede,
professa, educa, annuncia e vive, prega in comu-
Alla luce della Pasqua,
cosa far nascere di nuovo nelle nostre famiglie?
Chiesa domestica11
11
CONCILIO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, n. 11; cf., ID.,
Decr. Apostolicam Actuositatem, n. 11.
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nione di amore e di vita al suo interno e con tutte le
altre famiglie e componenti del vissuto cristiano.
Con tutta la Chiesa diocesana e i cari sacerdoti, vi
incoraggio e sostengo nel presentare in ogni
contesto di vita le ragioni della fede in modo serio e
condivisibile, prestando attenzione alle domande,
alle reali attese e alle scelte delle persone che sono
accanto e attorno a voi. Nel dialogo con chi non
crede sappiate attingere luce dal Vangelo, impe-
gnandovi con convinzione perché il Cristo che in
esso rifulge diventi vostro inseparabile e fedele
compagno di viaggio nella vita di ogni giorno,
facendovi prossimi a tutti (cf., ), ma
senza conformarvi a quei modelli culturali e
ideologici che non vi consentono di “
” ( ). Desidero vivamente che
sappiate dire e vivere il Vangelo con le parole e le
opere semplici della vita ordinaria, per imparare a
parlare al cuore di ogni uomo. Mi sembra questo il
modo per comporre in forma significativa la tensio-
ne missionaria che scaturisce dalla fede cristiana e
la conseguente coerenza della vita, senza fram-
mentazioni e sovrapposizioni tra ciò che sarebbe
proprio della fede e ciò che invece inerisce gli
impegni temporali. “
” .
In particolare, insieme a voi ci impegniamo nel
seno delle nostre comunità parrocchiali e lo faremo
in forma ecclesiale nel prossimo Convegno dioce-
sano in giugno, sforzandoci di declinare in forme
Lc 10, 29-37
discernere la
volontà di Dio, ciò che buono, a lui gradito e
perfetto Rm 12,2
… a Gesù Cristo, che ci ama,
sta a cuore tutto l'uomo12
12
BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 15.
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diffuse e popolari il progetto di vita buona che è
proprio della vita cristiana, aiutandoci tutti insieme
ad analizzare e giudicare da credenti le questioni
impellenti del nostro tempo, ed esprimere di
conseguenza valutazioni e orientamenti legati ad
una visione autentica della persona umana e dei
problemi che la riguardano nella sua totalità. Siate
coscienza critica e propositiva secondo la fede in
tutti gli ambienti della società civile, sociale e
politica della nostra amata Diocesi, evitando il più
possibile divisioni faziose, opposizioni e chiusure
di parte che non conducono al raggiungimento del
vero bene comune di ciascuno e di tutti.
Ricerchiamo insieme forme efficaci di presenza sul
territorio diocesano e di valorizzazione autentica
della vocazione affidata a ognuno, perché in ogni
luogo risplenda la bellezza della testimonianza
cristiana in tutta la sua autenticità, per una efficace
penetrazione nel vissuto delle nostre società.
Con competenza e disponibilità siate presenti,
valorizzando l'apporto di ciascuno dei componenti
dei vostri nuclei familiari, con una feconda assun-
zione di responsabilità nei cammini formativi delle
nostre comunità parrocchiali. In questo senso,
nello specifico, vorrei che si sviluppassero a livello
parrocchiale e interparrocchiale, foraniale e
diocesano luoghi significativi e momenti forti di
formazione, per alimentare il cammino di fede e
l'impegno di testimonianza di tutti i credenti, nel
delicato e opportuno servizio alla comunità eccle-
siale, civile e politica. L´annuncio della Parola, la
preghiera e la celebrazione dei sacramenti traccino
itinerari di spiritualità che formino in maniera
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significativa bambini, ragazzi, giovani e adulti ad
una vita di carità autentica, sullo stile dell'amore di
Dio, radicato e già presente in tante realtà della
nostra Diocesi, ma sempre da ri-vitalizzare nei
contenuti e nelle modalità, perché nell'adesione al
comune cammino di crescita, si esprima nello
specifico una più consapevole appartenenza alla
vita della nostra comunità cristiana.
“
” ( ). Vi chiedo di imparare
quotidianamente a donare con ribadita convinzio-
ne quello che siamo, 'comunità d'amore', per far
crescere e moltiplicare il bene della carità fra tutti
gli uomini, ed in particolare verso chi vive isolato o
è escluso dal banchetto della vita (cf.:
), ed è bisognoso del pane dell'amore
per poter vivere. Nessuno si senta emarginato fra di
voi. Vi esorto a non stancarvi di essere operatori di
bene in questo tempo di fragilità sia personale e
interpersonale che sociale. Siate capaci di trarre il
bene dalle esperienze negative che ogni giorno si
presentano nelle vostre case. Se è vero che “
” ( ) e “ ” (1 Gv 4, 7),
impegniamoci ad invocare con insistenza nella
preghiera il dono dell'amore vero perché – da Lui
generati e da Lui amati fino al dono della sua stessa
Vita per noi – restiamo in Lui (cf., ) e
diveniamo suoi veri testimoni per la vita buona del
mondo .
Si, implorate incessantemente il Signore. Ciascuno
lo invochi con il proprio coniuge, insieme ai vostri
… Mediante l'amore siate invece a servizio gli uni
degli altri Gal 5, 13
Lc 16, 19-31;
Mt 22, 1-14
Dio è
amore 1 Gv 4, 8 l'amore è da Dio
Gv 15, 1-17
13
13
D., Deus caritas est.
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figli, con i vostri anziani genitori. A immagine della
Trinità divina, siate una cosa sola, una sola voce,
una sola invocazione (cf., ).
Invocatelo sempre. Pregate spesso come ci ha
suggerito sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109):
“
” .
Con la vostra testimonianza evangelica e nello stile
cristiano del dialogo e del confronto con tutti,
condividete e collaborate con ogni uomo di buona
volontà, illuminando di spirito cristiano ogni realtà
vitale di cui è impregnato il nostro bel territorio.
Una parola di speciale vicinanza vorrei rivolgere a
tutte quelle famiglie che vivono momenti di diffi-
coltà, in questo nostro tempo impegnativo e
difficile, ma non meno bello e straordinario per
l'opportunità di far fiorire nuove vocazioni alla
comunione di vita e di amore nella famiglia. Non
sentitevi mai soli, il Signore Gesù e tutta la comuni-
tà diocesana con Lui sentiamo vivo il peso delle
vostre fatiche, oscurità e sofferenze, di qualsiasi
natura esse siano: economiche, affettive, morali e
spirituali.
Gv 17, 21-23
Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a
noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza
di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre
fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo
nulla senza te. Insegnami a cercarti e mostrati
quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi
insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi
desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi
amandoti e ti ami trovandoti14
14
SANT'ANSELMO, Proslògion, ed. F.S. Schmitt, Seckau-Edimburgo 1938,
cap. I, 99-100 (cf., Seconda Lettura dall'Ufficio delle Ore del Venerdi della I
Settimana di Avvento).
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Siamo consapevoli che solo ri-scoprendoci tutti
appartenenti all'unica famiglia dei figli di Dio e
fratelli in Gesù Cristo gli uni degli altri, insieme
secondo quel tesoro di bene che ciascuno è e vuole
rendere partecipi i fratelli nella condivisione della
comunità familiare, ecclesiale e civile, sociale e
istituzionale, potremo superare tutte le tenebre che
offuscano il nostro cammino, perché su ogni uomo
e donna sfolgori in tutta la sua luminosità e calore
umano il sole di Pasqua. Nella reciprocità costrutti-
va della fede che ci unisce, ognuno di noi divenga
familiare e responsabile delle vicende vitali di ogni
altro membro della comunità: scopriremo così il
senso vero e genuino dell'essere gli uni con gli altri
e per gli altri, non “
” ( ; altresì,
cf., ).
Vorrei che questa lettera vi dicesse tutto l'amore
mio e del Presbiterio, facendovi parte del mio
cuore di padre e pastore del gregge a me umilmente
affidato, perché ciascuno di voi possa essere
raggiunto e confortato, animato nella costruzione
responsabile della sua vita personale, familiare e
più ampiamente sociale, secondo lo Spirito del
Signore Gesù.
Vi invito a imitare quei santi genitori che con fatica
hanno seguito i loro figli nel cammino della vita.
… più stranieri né ospiti, ma…
concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati
sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti,
avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per
essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi
venite edificati insieme per divenire abitazione di
Dio per mezzo dello Spirito Ef 2, 19-22
1 Pt 2, 9-10
14
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IN OCCASIONE DELLA
S. PASQUA 2012
Essi sono stati un punto di riferimento imprescindi-
bile per le loro scelte. Se non ci fosse stata la scuola
di santa Monica, non avremmo avuto
sant’Agostino; se non ci fosse stata mamma Margh-
erita non avremmo avuto san Giovanni Bosco; se
non ci fossero sante madri e santi padri il mondo
sarebbe più povero di umanità. La famiglia è scuola
di preghiera e di umanità. Beati voi se sarete capaci
di accompagnare i vostri figli con la preghiera, la
presenza discreta e una testimonianza credibile nel
quotidiano. Avremo così nel futuro uomini e donne
capaci di cambiare le sorti del mondo, a comincia-
re da quelle del nostro travagliato Meridione.
Sant’Agostino (354-430) nelle Confessioni scriverà:
“
”. Beati voi se un giorno un vostro
figlio dirà questo di voi.
Un ricordo speciale alle famiglie provate dalla
sofferenza, e a quei coniugi che vivono situazioni
irregolari di unione. Saluto con affetto tutti i nostri
emigrati all’estero e che aspetto di incontrare nei
paesi d’origine.
Vi benedico tutti con molta e viva cordialità,
augurando a ciascuna e a tutte le nostre amate
famiglie una serena Pasqua di Risurrezione.
Pasqua di Risurrezione
8 aprile 2012
+
Ciò che io sono lo debbo alla virtù e alla preghiera
di mia madre
Antonio, Vescovo
15
Preghiera prima dei pasti
nel giorno di Pasqua e in ogni Domenica
Uno dei genitori introduce la preghiera con questo saluto:
Tutti insieme concludono con la preghiera:
La pace del Signore sia su di noi
e sulla nostra Casa.
«Il primo giorno della settimana, al mattino presto
esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli
aromi che avevano preparato. Trovarono che la
pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non
trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si
domandavano che senso avesse tutto questo, ecco
due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante.
Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a
terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i
morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”»
.
Effondi Signore la tua benedizione
sulla nostra famiglia riunita nel tuo nome.
Fà che ognuno di noi sia fervente nello spirito,
assiduo nella preghiera,
premuroso nel reciproco aiuto,
sollecito alle necessità degli altri,
testimone di fede e di amore,
con le parole e le opere.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
Quindi qualcuno legge un brano della Sacra Scrittura:
(Luca
24,1-6)
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