Lettera alle Famiglie della nostra Diocesi

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Diocesi di Teggiano-Policastro LETTERA DEL VESCOVO MONS. ANTONIO DE LUCA, ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012 Lettera alle famiglie della nostra Diocesi A voi dilette famiglie della Chiesa di Dio che è in Teggiano-Policastro, rivolgo il mio sincero saluto ed un cordiale augurio pasquale di Risurrezione e di vita. Ringraziandovi ancora per la calorosa accoglienza che mi avete riservato all'ingresso in Diocesi il 4 febbraio u.s., permettetemi di entrare umilmente ed in punta di piedi nelle vostre case per poter condividere con voi gioie e speranze, ansie e preoccupazioni, fatiche e aspirazioni, attese e progetti di tutto il popolo di Dio; se me lo consenti- te, lasciate che ciò avvenga attraverso la fede comune in Gesù di Nazaret, “ ”( ) della nostra storia. Desidererei abbracciare ognuno di voi con tutto l'ardore apostolico e la vicinanza pastorale che ho assunto a motto del mio episcopato con voi, fra di voi, e per voi sul modello dell'apostolo Paolo: ”( ). Con questa mia lettera mi piacerebbe in qualche modo poter contribuire nell’accompagnare, sostenere e incoraggiare i nostri, i vostri percorsi di umanità e di vita buona, alla luce e secondo gli orientamenti che la fede cristiana ed il Magistero della Chiesa cattolica propongono ed invitano i suoi amati figli a farli propri e a testimoniarli nel il Signore e il Maestro Gv 13, 14 Purché in ogni maniera sia annunciato Cristo Fil 1, 18 1

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Lettera del Vescovo alle famiglie della Diocesi di Teggiano-Policastro

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Teggiano-Policastro

LETTERA DEL VESCOVO

MONS. ANTONIO DE LUCA,

ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI

IN OCCASIONE DELLA

S. PASQUA 2012

Lettera alle famiglie

della nostra Diocesi

A voi dilette famiglie della Chiesa di Dio che

è in Teggiano-Policastro, rivolgo il mio sincero

saluto ed un cordiale augurio pasquale di

Risurrezione e di vita.

Ringraziandovi ancora per la calorosa accoglienza

che mi avete riservato all'ingresso in Diocesi il 4

febbraio u.s., permettetemi di entrare umilmente

ed in punta di piedi nelle vostre case per poter

condividere con voi gioie e speranze, ansie e

preoccupazioni, fatiche e aspirazioni, attese e

progetti di tutto il popolo di Dio; se me lo consenti-

te, lasciate che ciò avvenga attraverso la fede

comune in Gesù di Nazaret, “

” ( ) della nostra storia.

Desidererei abbracciare ognuno di voi con tutto

l'ardore apostolico e la vicinanza pastorale che ho

assunto a motto del mio episcopato con voi, fra di

voi, e per voi sul modello dell'apostolo Paolo:

“ ” (

).

Con questa mia lettera mi piacerebbe in qualche

modo poter contribuire nell’accompagnare,

sostenere e incoraggiare i nostri, i vostri percorsi di

umanità e di vita buona, alla luce e secondo gli

orientamenti che la fede cristiana ed il Magistero

della Chiesa cattolica propongono ed invitano i

suoi amati figli a farli propri e a testimoniarli nel

il Signore e il

Maestro Gv 13, 14

Purché in ogni maniera sia annunciato Cristo Fil

1, 18

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concreto del vissuto personale, familiare, profes-

sionale, più ampiamente sociale, civile e istituzio-

nale.

Per questo vi vengo incontro sapendo che la

famiglia oggi, più di ieri, ha una grande e delicata

responsabilità, originale e insostituibile . Essa è: il

“ ” , luogo di accoglienza, di

generazione, maturazione e servizio alla vita in

pienezza; “

” alla vita e ai valori che danno senso alla

vita; “

” in ogni

ambito del vissuto.

Vorrei consegnarvi con questo mio scritto una frase

di san Paolo e quanto da essa discende: “

” (

).

L'apostolo delle genti fa esperienza che attraverso

la riconciliazione operata da Cristo e la sua vittoria

sul peccato e sulla morte tutto è nuovo, tutto è

rivestito di luce, tutto è vita nuova. Anche nelle

nostre, famiglie non ci sia più un pensiero ed un

agire improntato a rimpianti o nostalgie, indecisio-

ni, paure o disperazione, ma tutto in Cristo diventi

1

2

3

4

santuario della vita

prima e indispensabile comunità

educante

scuola di socialità... all'insegna del rispetto,

della giustizia, del dialogo, dell'amore

… se uno è

in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie

sono passate; ecco, ne sono nate di nuove 2 Cor

5, 17

1

2

3

4

Su questi aspetti, cf., GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio,

qui n. 36. Più ampiamente, mi permetto di rimandare a: CONCILIO

VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, Parte II, cap. I; PONTIFICIO

CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina

sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, cap.

V.

GIOVANNI PAOLO II, Enc. Evangelium vitae, qui n. 92.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti past. per il decennio

2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36.

GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio, n. 43.

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'nuovo'. Vi scrivo in questo tempo di Pasqua,

tempo di luce e gioia, di pace vera, sincera, autenti-

ca, profonda da creare, ri-creare sempre e dovun-

que con nuovo vigore. Lasciamo che la

Risurrezione di Cristo faccia risorgere anche la

nostra vita e le nostre comunità. Penso in particola-

re a tutti quei contesti dove per le più svariate

ragioni si sperimenta maggiormente il senso della

sofferenza, della fragilità e del limite umano.

Datemi la possibilità di indicarvi qualche modalità

mediante cui questo percorso di rinnovata umaniz-

zazione può essere reso possibile e fecondo per noi

tutti.

Molti anni fa in un'intervista Madre Teresa di

Calcutta (1910-1997) esclamò: “

”.

Viviamo tempi di crisi, generalmente considerata

di natura economica, ma non solo. Essa è primaria-

mente di natura etica e culturale, antropologica: ci

sentiamo tutti intimamente più deboli e fragili.

Mentre il Paese si va impoverendo ogni giorno, e lo

sviluppo tecnico-scientifico si rivela strutturalmen-

te ambiguo, facciamo fatica a vivere con dignità;

veniamo allora ricondotti ad una sobria essenzialità

e portati a chiederci nuovamente: su cosa crescerà

in noi? Quale vera crescita e autentico sviluppo

potremo favorire? La fede cristiana ha una parola

La luce della Pasqua

e l'identità della famiglia cristiana:

essere in Cristo creature nuove.

Se le famiglie

tornassero a pregare insieme, avrebbero più pace.

Niente mette tanta pace, quanto la preghiera fatta

insieme

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significativa da dire per aiutare le nostre famiglie a

uscire da questa e da tutte le forme di crisi?

Nel contesto attuale le difficoltà presenti obbligano

al discernimento e ad una rinnovata progettualità

compiuti con quel fiducioso realismo, saggezza e

speranza attinti con forza e slancio proprio alla luce

della fede pasquale.

Papa Leone XIII (1810-1903) disse: “

”.

Guardando alla famiglia di Gesù e radicati su valori

profondi riscopriamo insieme la nostra identità, la

grandezza della vostra vocazione e del servizio che

rendete alla Chiesa e alla società civile proprio

vivendo con generosa coerenza e disponibilità ciò

che contrassegna la vostra realtà familiare.

Richiamo qualche ambito privilegiato.

Innanzitutto l’accoglienza e la trasmissione

del dono della vita e della fede, con cui edificate la

Chiesa e la società. Penso a ciò che contraddistin-

gue le realtà fondamentali dell'esperienza familia-

re: il Vangelo dell'amore cristiano che si esprime

stabilmente e con tutto se stessi, fino al dono di sé,

attraverso le relazioni complementari fondate sul

matrimonio all'interno e all'esterno della vita

coniugale e familiare tra uomo e donna, marito e

moglie, padre e madre, genitori e figli, fratelli e

sorelle, tra parenti e familiari e via via allargando il

cerchio verso tutti, come stupore per l'esistenza

dell'altro, la gioia di riceversi, accogliersi e donarsi,

5

La famiglia è la

cellula della società; se essa è sana, tutto

l'organismo prospera. Se essa è malata, l'intera

comunità deperisce e muore

5

Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 21.

4

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la fedeltà al proprio dono nel servizio disinteressa-

to, la fecondità e l'apertura al futuro nelle varie

dimensioni dell'esistenza. La vita è un miracolo

grande nella storia del mondo, ma sempre fragile e

minacciato: per questo ha bisogno da parte di tutti

di attenzione, cura, rispetto in ogni sua forma, in

specie per quegli ambiti intangibili e non negozia-

bili, come il diritto alla vita dal concepimento fino

alla morte naturale, alla famiglia e alla libertà di

educazione (specie, quella religiosa), ma anche

politiche giuste per la salute ed il rispetto del

creato, le giovani generazioni, la casa, il lavoro e

una sana economia, l'armonizzazione tra i tempi di

vita familiare e il lavoro, la tutela della donna come

madre e lavoratrice, la crescita della società civile,

l'investimento in una nuova cultura politica, la

difesa dei più poveri ed emarginati, gli anziani

fragili, i disabili, senza dimenticare le tante persone

migranti che si trovano nel nostro territorio con

tutto il loro carico di aspirazioni e problemi, e che

auspico – anche attraverso la nostra collaborazione

– possano integrarsi sempre più fra di noi.

Inoltre, vorrei ricordare che è in famiglia

che si imparano i primi elementi fondamentali

della religione cristiana: il segno della croce, le

preghiere del mattino, della sera e dei pasti, il modo

di vivere la domenica e il tempo della festa, il

riconoscimento e la pratica convinta dei simboli

della fede. Altresì, è in famiglia che si impara il

modo corretto di trattare le persone, i piccoli, i

poveri, gli ammalati e gli anziani con rispetto e nel

servizio reciproco e fraterno, le modalità 'umane'

con cui relazionarsi con ciascuno e con tutti, i

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contenuti essenziali di ciò che ha valore nella vita e

merita salvaguardia e promozione. Sulla scia del IV

Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona (16-20

ottobre 2006) ritroviamo personalmente e comuni-

tariamente una più robusta coscienza missionaria

nel divenire autentici testimoni di Gesù Risorto,

Speranza del mondo, perché i differenti ambiti

della vita affettiva, lavoro e festa, fragilità umana,

tradizione e cittadinanza si basino sempre più sulla

sua Pasqua e sulla vita vera e bella, felice che da

essa scaturisce per tutti .

Forti della nostra identità, siamo impegnati con

particolare dedizione e responsabilità a far nostro il

pressante appello con cui il Santo Padre Benedetto

XVI ci ha esortato lo scorso ottobre 2011 a varcare

la “ ” ( ), tenendo lo sguardo

fisso su Gesù (cf., ), l´inviato del Padre,

attraverso una particolare riflessione e riscoperta

del dono della fede . Tale invito si fonda sulla

consapevolezza che solo una sempre più profonda

conoscenza di Cristo e del suo mistero, una conti-

nua ricerca della contemplazione del suo volto,

una viva e virtuosa esperienza di incontro con Lui

nella Parola e nei sacramenti, una convinta acco-

6

7

La luce della Pasqua

e la missione della famiglia cristiana:

essere nuovi nella fede e agire in novità di vita

porta della fede At 14, 27

Eb 12, 2

6

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Nota past. “Rigenerati per una

speranza viva” (1 Pt 1,3): testimoni del grande 'Si' di Dio all'uomo.7

L'11 ottobre 2011 è stato indetto l'“Anno della fede”: esso avrà inizio l'11

ottobre 2012 nel 50° anniversario dall'apertura del Concilio Vaticano II e

terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re dell'universo: cf.,

BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta Fidei.

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glienza della chiamata universale alla santità e,

insieme, l´attenzione ragionevole al mutare del

contesto culturale e sociale possono dare efficacia

all´annuncio del Vangelo e credibilità alla sua

testimonianza secondo quelle modalità costanti e

sempre nuove rese opportune da un 'nuovo zelo'

nell'opera di ri-evangelizzazione e di promozione

umana da ricercare e favorire negli svariati contesti

in cui si svolge ogni giorno la nostra missione.

Questa è anche la prospettiva contenuta negli

Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per

questo decennio. Infatti, vi leggiamo: “

” .

Conosco le inquietudini e i travagli con cui voi

mariti e mogli, padri e madri, figli, faticate in

famiglia e in società a proporre e realizzare in

misura adeguata ragioni profonde per vivere. A tal

fine, vi esorto ad essere testimoni veridici e infatica-

bili di quell'amore sponsale consacrato all'altare,

promosso e valorizzato all'interno della coppia,

per i vostri figli e verso tutti coloro che incontrate

sul vostro cammino. Il prossimo Incontro Mondiale

delle Famiglie (il cui tema sarà "

… Per i

genitori, l'educazione è un dovere essenziale… nel

senso che non può essere delegato né surrogato.

Educare in famiglia è oggi un'arte davvero difficile.

Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudi-

ne, di inadeguatezza e, addirittura, d'impotenza.

Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché

la società privilegia gli individui e non considera la

famiglia come sua cellula fondamentale

La Famiglia: il

8

8

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti past. per il decennio

2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36.

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lavoro e la festa

l'uomo nuovo… il

nuovo Adamo rivelando il mistero del

Padre e del suo amore svela anche pienamente

l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima

vocazione

”), che si svolgerà a Milano dal 30

maggio al 3 giugno p.v., costituirà un importante

evento di mobilitazione e coscientizzazione sulla

vocazione e missione della famiglia cristiana.

Le novità del presente, la ricchezza e la complessità

dei percorsi del pensiero umano, come anche

dell’esperienza di ogni giorno, richiedono una

costante traduzione in parole e opere delle ragioni

della speranza cristiana , in modo che sia possibile

proporre a ogni persona e all'intera società i criteri

e le norme di vita che scaturiscono dall´autentica

realtà dell´uomo, quale ci è stata pienamente

rivelata in Gesù Cristo. E' lui “

”, Colui che “

” . Il mistero dell'uomo nella luce del

Verbo incarnato, morto e risorto per la nostra

salvezza comporta la condivisione del cammino di

ogni uomo e donna, mettendo in chiara luce la

partecipazione delle famiglie cristiane alla missio-

ne della Chiesa oggi: esse, aiutate dalle comunità

parrocchiali in cui sono inserite, dai gruppi eccle-

siali, associazioni e movimenti, sono chiamate ad

assumere e testimoniare in comportamenti concre-

ti e visibili i valori evangelici, aiutando nello stesso

tempo ogni persona che incontrano negli ambiti di

vita da loro frequentati (scuola e ambienti educati-

vi, parrocchia, mass-media, lavoro e professione,

realtà istituzionali, svago e tempo libero, ecc.) a

9

10

Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Spe salvi.

CONCILIO VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 22.

9

10

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lasciarsi interpellare dalla verità sull'uomo donata

a noi dal Vangelo e risplendente in forma completa

e autentica nel Signore Gesù, unico vero Salvatore

dell'uomo, di ogni uomo e tutto l'uomo. E' la novità

della Pasqua che vogliamo vivere con tutta

l'intensità possibile della fede a dischiudere per noi

orizzonti di speranza e di fiducia in cammini di

umanità sempre rispettosi della sua dignità trascen-

dente e che mai pongano altro al suo posto, in

particolare quando, per le difficoltà che si possono

incontrare nella vita o seguendo falsi ideali e

parziali prospettive, si vorrebbe ridurre l'uomo a

ciò che esso non è, né può mai essere. Ne derive-

rebbe solo una sterile e infruttuosa riduzione di

significato che avrebbe conseguenze nefaste per la

vita buona di ciascuno e di tutti coloro con cui

siamo chiamati a coltivare e custodire con dignità il

'giardino' nel quale siamo stati posti per un proget-

to di amore e che il Signore ci fa abitare (cf., Gen 2,

15).

E' a partire da questa ri-motivata presa a cuore

dell'identità e missione a voi generosamente

affidata dall'appartenenza alla comunità cristiana,

per camminare in novità di vita invito le vostre

famiglie con forza a essere 'piccola Chiesa', dal

Concilio chiamata “ ” che crede,

professa, educa, annuncia e vive, prega in comu-

Alla luce della Pasqua,

cosa far nascere di nuovo nelle nostre famiglie?

Chiesa domestica11

11

CONCILIO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, n. 11; cf., ID.,

Decr. Apostolicam Actuositatem, n. 11.

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nione di amore e di vita al suo interno e con tutte le

altre famiglie e componenti del vissuto cristiano.

Con tutta la Chiesa diocesana e i cari sacerdoti, vi

incoraggio e sostengo nel presentare in ogni

contesto di vita le ragioni della fede in modo serio e

condivisibile, prestando attenzione alle domande,

alle reali attese e alle scelte delle persone che sono

accanto e attorno a voi. Nel dialogo con chi non

crede sappiate attingere luce dal Vangelo, impe-

gnandovi con convinzione perché il Cristo che in

esso rifulge diventi vostro inseparabile e fedele

compagno di viaggio nella vita di ogni giorno,

facendovi prossimi a tutti (cf., ), ma

senza conformarvi a quei modelli culturali e

ideologici che non vi consentono di “

” ( ). Desidero vivamente che

sappiate dire e vivere il Vangelo con le parole e le

opere semplici della vita ordinaria, per imparare a

parlare al cuore di ogni uomo. Mi sembra questo il

modo per comporre in forma significativa la tensio-

ne missionaria che scaturisce dalla fede cristiana e

la conseguente coerenza della vita, senza fram-

mentazioni e sovrapposizioni tra ciò che sarebbe

proprio della fede e ciò che invece inerisce gli

impegni temporali. “

” .

In particolare, insieme a voi ci impegniamo nel

seno delle nostre comunità parrocchiali e lo faremo

in forma ecclesiale nel prossimo Convegno dioce-

sano in giugno, sforzandoci di declinare in forme

Lc 10, 29-37

discernere la

volontà di Dio, ciò che buono, a lui gradito e

perfetto Rm 12,2

… a Gesù Cristo, che ci ama,

sta a cuore tutto l'uomo12

12

BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 15.

10

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diffuse e popolari il progetto di vita buona che è

proprio della vita cristiana, aiutandoci tutti insieme

ad analizzare e giudicare da credenti le questioni

impellenti del nostro tempo, ed esprimere di

conseguenza valutazioni e orientamenti legati ad

una visione autentica della persona umana e dei

problemi che la riguardano nella sua totalità. Siate

coscienza critica e propositiva secondo la fede in

tutti gli ambienti della società civile, sociale e

politica della nostra amata Diocesi, evitando il più

possibile divisioni faziose, opposizioni e chiusure

di parte che non conducono al raggiungimento del

vero bene comune di ciascuno e di tutti.

Ricerchiamo insieme forme efficaci di presenza sul

territorio diocesano e di valorizzazione autentica

della vocazione affidata a ognuno, perché in ogni

luogo risplenda la bellezza della testimonianza

cristiana in tutta la sua autenticità, per una efficace

penetrazione nel vissuto delle nostre società.

Con competenza e disponibilità siate presenti,

valorizzando l'apporto di ciascuno dei componenti

dei vostri nuclei familiari, con una feconda assun-

zione di responsabilità nei cammini formativi delle

nostre comunità parrocchiali. In questo senso,

nello specifico, vorrei che si sviluppassero a livello

parrocchiale e interparrocchiale, foraniale e

diocesano luoghi significativi e momenti forti di

formazione, per alimentare il cammino di fede e

l'impegno di testimonianza di tutti i credenti, nel

delicato e opportuno servizio alla comunità eccle-

siale, civile e politica. L´annuncio della Parola, la

preghiera e la celebrazione dei sacramenti traccino

itinerari di spiritualità che formino in maniera

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significativa bambini, ragazzi, giovani e adulti ad

una vita di carità autentica, sullo stile dell'amore di

Dio, radicato e già presente in tante realtà della

nostra Diocesi, ma sempre da ri-vitalizzare nei

contenuti e nelle modalità, perché nell'adesione al

comune cammino di crescita, si esprima nello

specifico una più consapevole appartenenza alla

vita della nostra comunità cristiana.

” ( ). Vi chiedo di imparare

quotidianamente a donare con ribadita convinzio-

ne quello che siamo, 'comunità d'amore', per far

crescere e moltiplicare il bene della carità fra tutti

gli uomini, ed in particolare verso chi vive isolato o

è escluso dal banchetto della vita (cf.:

), ed è bisognoso del pane dell'amore

per poter vivere. Nessuno si senta emarginato fra di

voi. Vi esorto a non stancarvi di essere operatori di

bene in questo tempo di fragilità sia personale e

interpersonale che sociale. Siate capaci di trarre il

bene dalle esperienze negative che ogni giorno si

presentano nelle vostre case. Se è vero che “

” ( ) e “ ” (1 Gv 4, 7),

impegniamoci ad invocare con insistenza nella

preghiera il dono dell'amore vero perché – da Lui

generati e da Lui amati fino al dono della sua stessa

Vita per noi – restiamo in Lui (cf., ) e

diveniamo suoi veri testimoni per la vita buona del

mondo .

Si, implorate incessantemente il Signore. Ciascuno

lo invochi con il proprio coniuge, insieme ai vostri

… Mediante l'amore siate invece a servizio gli uni

degli altri Gal 5, 13

Lc 16, 19-31;

Mt 22, 1-14

Dio è

amore 1 Gv 4, 8 l'amore è da Dio

Gv 15, 1-17

13

13

D., Deus caritas est.

12

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figli, con i vostri anziani genitori. A immagine della

Trinità divina, siate una cosa sola, una sola voce,

una sola invocazione (cf., ).

Invocatelo sempre. Pregate spesso come ci ha

suggerito sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109):

” .

Con la vostra testimonianza evangelica e nello stile

cristiano del dialogo e del confronto con tutti,

condividete e collaborate con ogni uomo di buona

volontà, illuminando di spirito cristiano ogni realtà

vitale di cui è impregnato il nostro bel territorio.

Una parola di speciale vicinanza vorrei rivolgere a

tutte quelle famiglie che vivono momenti di diffi-

coltà, in questo nostro tempo impegnativo e

difficile, ma non meno bello e straordinario per

l'opportunità di far fiorire nuove vocazioni alla

comunione di vita e di amore nella famiglia. Non

sentitevi mai soli, il Signore Gesù e tutta la comuni-

tà diocesana con Lui sentiamo vivo il peso delle

vostre fatiche, oscurità e sofferenze, di qualsiasi

natura esse siano: economiche, affettive, morali e

spirituali.

Gv 17, 21-23

Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a

noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza

di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre

fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo

nulla senza te. Insegnami a cercarti e mostrati

quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi

insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi

desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi

amandoti e ti ami trovandoti14

14

SANT'ANSELMO, Proslògion, ed. F.S. Schmitt, Seckau-Edimburgo 1938,

cap. I, 99-100 (cf., Seconda Lettura dall'Ufficio delle Ore del Venerdi della I

Settimana di Avvento).

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Siamo consapevoli che solo ri-scoprendoci tutti

appartenenti all'unica famiglia dei figli di Dio e

fratelli in Gesù Cristo gli uni degli altri, insieme

secondo quel tesoro di bene che ciascuno è e vuole

rendere partecipi i fratelli nella condivisione della

comunità familiare, ecclesiale e civile, sociale e

istituzionale, potremo superare tutte le tenebre che

offuscano il nostro cammino, perché su ogni uomo

e donna sfolgori in tutta la sua luminosità e calore

umano il sole di Pasqua. Nella reciprocità costrutti-

va della fede che ci unisce, ognuno di noi divenga

familiare e responsabile delle vicende vitali di ogni

altro membro della comunità: scopriremo così il

senso vero e genuino dell'essere gli uni con gli altri

e per gli altri, non “

” ( ; altresì,

cf., ).

Vorrei che questa lettera vi dicesse tutto l'amore

mio e del Presbiterio, facendovi parte del mio

cuore di padre e pastore del gregge a me umilmente

affidato, perché ciascuno di voi possa essere

raggiunto e confortato, animato nella costruzione

responsabile della sua vita personale, familiare e

più ampiamente sociale, secondo lo Spirito del

Signore Gesù.

Vi invito a imitare quei santi genitori che con fatica

hanno seguito i loro figli nel cammino della vita.

… più stranieri né ospiti, ma…

concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati

sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti,

avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù.

In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per

essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi

venite edificati insieme per divenire abitazione di

Dio per mezzo dello Spirito Ef 2, 19-22

1 Pt 2, 9-10

14

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Essi sono stati un punto di riferimento imprescindi-

bile per le loro scelte. Se non ci fosse stata la scuola

di santa Monica, non avremmo avuto

sant’Agostino; se non ci fosse stata mamma Margh-

erita non avremmo avuto san Giovanni Bosco; se

non ci fossero sante madri e santi padri il mondo

sarebbe più povero di umanità. La famiglia è scuola

di preghiera e di umanità. Beati voi se sarete capaci

di accompagnare i vostri figli con la preghiera, la

presenza discreta e una testimonianza credibile nel

quotidiano. Avremo così nel futuro uomini e donne

capaci di cambiare le sorti del mondo, a comincia-

re da quelle del nostro travagliato Meridione.

Sant’Agostino (354-430) nelle Confessioni scriverà:

”. Beati voi se un giorno un vostro

figlio dirà questo di voi.

Un ricordo speciale alle famiglie provate dalla

sofferenza, e a quei coniugi che vivono situazioni

irregolari di unione. Saluto con affetto tutti i nostri

emigrati all’estero e che aspetto di incontrare nei

paesi d’origine.

Vi benedico tutti con molta e viva cordialità,

augurando a ciascuna e a tutte le nostre amate

famiglie una serena Pasqua di Risurrezione.

Pasqua di Risurrezione

8 aprile 2012

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Ciò che io sono lo debbo alla virtù e alla preghiera

di mia madre

Antonio, Vescovo

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Preghiera prima dei pasti

nel giorno di Pasqua e in ogni Domenica

Uno dei genitori introduce la preghiera con questo saluto:

Tutti insieme concludono con la preghiera:

La pace del Signore sia su di noi

e sulla nostra Casa.

«Il primo giorno della settimana, al mattino presto

esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli

aromi che avevano preparato. Trovarono che la

pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non

trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si

domandavano che senso avesse tutto questo, ecco

due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante.

Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a

terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i

morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”»

.

Effondi Signore la tua benedizione

sulla nostra famiglia riunita nel tuo nome.

Fà che ognuno di noi sia fervente nello spirito,

assiduo nella preghiera,

premuroso nel reciproco aiuto,

sollecito alle necessità degli altri,

testimone di fede e di amore,

con le parole e le opere.

Per Cristo nostro Signore.

Amen

Quindi qualcuno legge un brano della Sacra Scrittura:

(Luca

24,1-6)

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