LE#TEORIE#DIPROCESSO · 2018. 9. 10. · Lo$studio$delle$mo,vazioni$al$lavoro$riguardaun$ set$...
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LE TEORIE MOTIVAZIONALI
Do/.ssa Palombo
LE TEORIE DI PROCESSO
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Quali fa/ori spingono molA lavoratori ad invesAre energie ed impegno nel loro contesto lavoraAvo? Questa è una delle domande che con,nuamente si pongono i ricercatori, ma sopra4u4o i dirigen, d’impresa, visto che secondo recen, s,me solo il
20% dei lavoratori sarebbe adeguatamente mo,vato.
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Lo studio delle mo,vazioni al lavoro riguarda un set di forze di diversa origine, che in determinate circostanze, danno avvio o sostengono una
condo/a lavoraAva, influenzandone: LA DIREZIONE L’INTENSITA’
LA PERSISTENZA
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Con il termine DIREZIONE ci si riferisce a quale dei possibili corsi di aAvità viene scelto dal lavoratore. Con il termine INTENSITA’ si intende il livello dello
sforzo con cui si svolgono le aAvità scelte. Con il termine PERSISTENZA si so4olinea come il lavoratore a4ua la sua prestazione con con,nuità anche difronte a ostacoli, a condizioni difficili o a
imprevis,.
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Rivediamo cosa si intende per MOTIVAZIONE
EAmologicamente deriva dal la,no “MOVERE”, dando già un senso di movimento che porta all’azione. Tra le molteplici
definizioni, il conce4o di mo,vazione ha assunto almeno due connotazioni nel campo degli studi delle organizzazioni:
1-‐TIPO MANAGERIALE: intesa come aAvità manageriale volta a s,molare negli individui un comportamento tale da
produrre risulta,;il ruolo del manager può essere quindi considerato quello di mo,vare i propri collaboratori
2-‐TIPO PSICOLOGICO: inteso come stato mentale di una persona in relazione all’ORIGINE,alla
PERSISTENZA,all’INTENSITA’ e al FINIRE di un comportamento.
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Quindi, per MOTIVAZIONE intendiamo l’insieme dei MOTIVI che ci spingono ad agire,
che sono in relazione a diversi obieOvi e interessi e che sono guidaA da processi emoAvi
e cogniAvi
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…TEORIE DI PROCESSO
Che cosa si intende per teorie di processo? In cosa si differenziano dalle teorie di contenuto? LE TEORIE ORIENTATE AL PROCESSO STUDIANO PERCHE’ LE PERSONE HANNO MOTIVAZIONI A
SELEZIONARE PERCORSI DI AZIONE ALTERNATIVI;
L’OGGETTO DELL’ANALISI DEL COMPORTAMENTO MOTIVATO NON E’ PIU’ COSA MOTIVA MA COME
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LE TEORIE DI PROCESSO SONO:
-‐ ASPETTATIVA-‐VALENZA -‐ RINFORZO
-‐ GOAL SETTING -‐ GIUSTIZIA ORGANIZZATIVA
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TEORIA ASPETTATIVA/VALENZA
Con l’opera di V. H. Vroom avevamo già affrontato l’analisi della mo,vazione secondo la chiave
interpreta,va delle teorie del processo, durante la lezione precedente.
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Già nel lavoro di Herzberg possiamo notare che non sono descriA i contenu, specifici delle
mansioni che perme4ono lo sviluppo della soddisfazione ma si tende a considerare i processi -‐ riconoscimento, successo, ad esempio -‐ che risultano
dal comportamento: l’a4enzione è posta sul risultato più che sui mezzi per raggiungerlo. Se Herzberg si chiedeva cosa la gente ricerca nel
proprio lavoro
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alla base dell’opera di Vroom vi è una domanda ancora più generale e di base:
“Perché la gente lavora?” Accanto ad una componente economica, secondo l’Autore, non si può trascurare la presenza di una componente
moAvazionale: le persone preferiscono lavorare a non lavorare.
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Nel modello di Vroom il termine moAvaAon definisce il processo che governa le scelte fa/e dalle
persone tra forme alternaAve di aOvità volontaria. L’Autore analizzando le interrelazioni tra lavoro
e moAvazione prende in esame sia gli effeO delle variabili moAvazionali sul comportamento delle
persone in ambito di lavoro, sia gli effeO dei ruoli di lavoro sulle variabili moAvazionali.
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Il modello interpreta,vo proposto da Vroom assume che le scelte fa/e da una persona tra le
azioni alternaAve sono legiOmamente collegate agli evenA psicologici che si sono
avuA contemporaneamente al manifestarsi del comportamento.
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Molte teorie mo,vazionali (Maslow, Herzberg solo per fare un esempio), non hanno preso in considerazione le differenze individuali, in
questo modo tu4e le persone si impegnerebbero per gli
stessi obieAvi. Ma prendendo in esame la realtà lavora,va ci rendiamo conto che questa è molto più complessa e differenziata. Non è possibile ipoAzzare una soluzione unica in grado di
moAvare tu/e le persone
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Ad esempio, per Herzberg l’autonomia è un mo,vatore, fa4ore che se gra,ficato
determina soddisfazione; ma cosa succede se il lavoratore ha come tra4o dis,n,vo di
personalità la dipendenza? Accrescere il suo ambito di
autonomia non lo mo,verà di più, potrà, invece, creare una
condizione ansiogena con ripercussioni nega,ve sulla qualità stessa della vita
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Vroom (1964) è stato il primo a proporre una teoria dell’aspe/aAva che puntava specificamente alla
mo,vazione al lavoro. È una teoria cogniMva che parte dal presupposto che l’uomo sia un decisore
fortemente razionale e cosciente e che sia moMvato all’aOvità lavoraMva investendo impegno e
sforzo in vista dell’oOmizzazione dei risultaM aQesi.
La teoria dell’aspe/aAva parte dal presupposto che le persone hanno differenA Api di bisogni,
desideri ed obieOvi: «quello che rappresenta un alimento per qualcuno può essere un veleno per un
altro»
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Inoltre, presuppone che le persone siano organismi decisionali che, anche se non sempre a
livello conscio, prendono decisioni e tali decisioni sono basate sulle percezioni individuali che un
dato comportamento produrrà uno specifico risultato.
Le persone possono a/ribuire una valenza posiAva all’avanzamento di carriera o al riconoscimento (risultato) ma ritenere (percezione) che pur impegnandosi molAssimo non riusciranno ad
o/enerlo.
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Secondo Vroom, la mo,vazione è correlata a due fa4ori: la valenza, che è riferita all’importanza che la persona dà al
conseguimento di un obieAvo e l’aspe/aAva, che è cos,tuita dalla probabilità riconosciuta
dalla persona di riuscire a conseguirlo. La mo,vazione deriva quindi dalla formula:
MoAvazione = Valenza X Aspe/aAva
L’opera che presenta il modello interpreta,vo di Vroom è Work and Mo,va,on (1964)
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Valenza: è l’aQraOva o la preferenza che un individuo aQribuisce ad un parMcolare risultato. Per ogni coppia di risulta, x e y una persona
preferisce x ad y, y ad x o è indifferente ad o4enere x o y.
La Valenza è una valutazione personale sulla soddisfazione (o insoddisfazione) che un determinato risultato può generare;
Se un risultato ha una Valenza Bassa, così sarà anche la MoAvazione a raggiungerlo.
Es. una responsabile può essere invitata a trasferirsi in un’altra ci4à …
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Gli psicologi hanno u,lizzato mol, termini differen, per definire tale preferenza:
valenza (Lewin, 1938; Tolman, 1959) incenAvo (Atkinson, 1958b) a/eggiamento (Peak,1955) uAlità a/esa (Edwards, 1954; Thrall -‐ Coombs -‐ Davis, 1954; Davidson -‐ Suppes -‐ Siegel,1957) tuO si riferiscono
all’orientamento affeOvo verso i risultaA. Altri conceO come bisogno
(Maslow, 1954), moAvo (Atkinson, 1958b), valore (Allport -‐ Vernon -‐ Lindzey, 1951), interessi
(Strong, 1958) sono di cara/ere più ampio e si riferiscono alla forza del desiderio o avversione per
un’ampia classe di risultaA
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Vroom disAngue la valenza dal valore. Una persona può desiderare un obieAvo ma poi ricavare
scarsa soddisfazione dopo averlo o4enuto. Al contrario, una persona può sforzarsi di evitare un
obieAvo ma cercare ciò che determina soddisfazione; la valenza è la soddisfazione an,cipata da un
risultato, può differire sostanzialmente dal valore che è la soddisfazione a4uale fornita da un
risultato
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Esempio: il denaro, alcune persone possono vedere il denaro come avente un valore intrinseco e derivare la soddisfazione dall’accumulazione della ricchezza.
Altre, invece, considerano il denaro come indice di risulta,
soddisfacen,
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Per Peak (1955) gli aQeggiamenM e gli orientamenM affeOvi verso gli obieOvi sono correlaA ai fini che l’obieOvo permeQe di
realizzare. Da questa ipotesi generale si possono ricavare
due Api di determinanA: la strumentalità, intesa come possibilità di
o/enere varie ricompense e l’intensità e le cara/erisAche dell’effe/o a/eso
da tali conseguenze
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La strumentalità è, pertanto, il grado di relazione tra la grandezza della prestazione
lavora3va ed il conseguimento del risultato a4eso, in altre parole, essa rappresenta la con,ngenza
percepita di un rinforzo cercato. La valenza dei risulta, deriva, quindi, dalla loro strumentalità.
La valenza dei risulta, deriva, quindi, dalla loro strumentalità
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Questa porta ad una dis,nzione tra risultaA di I° e di II° livello. I risulta, di primo livello sono raggiun, come
conseguenza direQa della prestazione. Generalmente, i risultaM della performance acquisiscono una valenza perché la persona si aspeQa che quesM porteranno ad altri risultaM come una fonte an,cipata di soddisfazione –
secondo livello.
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I risultaA di secondo livello sono correlaA ai bisogni, essi derivano dalla realizzazione dei risultaA di primo
livello che determinano alta performance. Mol, risulta, correla, ai bisogni sono dipenden, dalla performance piu4osto che dalla sforzo impiegato.
Le persone, generalmente,ricevono le ricompense per ciò che essi hanno realizzato (risultato) più che per lo sforzo o per le dure prove od ostacoli che hanno
superato. Sulla base della teoria dell’aspe4a,va di Vroom è possibile descrivere un modello generale del
comportamento.
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Modello base della teoria dell’aspeQaMva
Secondo tale Modello del comportamento, la forza della valenza di un risultato dipende da quanto tale risultato serve come mezzo per altri
risultaA. Un risultato con un’alta valenza probabilmente viene
percepito essere strumentale nel portare alla realizzazione di un grande numero di risulta, correla,
al bisogno. La strumentalità è l’associazione tra il I° e il II° livello di risulta, misurata
su un range tra + 1 e -‐1.
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Per esempio, Se si ri,ene che una buona performance di
lavoro (risultato di I° livello) compor, sempre un aumento di salario (II° livello)
la strumentalità sarà costante a + 1. Se la persona, invece, pensa che un aumento di salario si o4enga anche senza una buona performance o sia indipendente da questa, la
strumentalità sarà di -‐ 1.
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Vroom (1964) propone di prendere in considerazione, per le conseguenze di ogni evento, il grado di valenza
(incenAvo) e quello di strumentalità: quanto più stre4o è il nesso ipo,zzato e quanto più importante sono le cose in gioco, tanto più intense
saranno le sue ripercussioni mo,vazionali.
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La formula che Vroom elabora si basa sulla molAplicazione di strumentalità e valenza
entrambe espresse in unità standard che vanno da zero a più e meno uno. Se una conseguenza
(esempio, la promozione, il reddito) viene favorita dall’evento
(esempio alto rendimento lavora,vo) allora la strumentalità avrà un segno posi,vo da 0 a +1. Se invece una conseguenza viene ostacolata dall’evento allora il segno della strumentalità
sarà nega,vo da 0 a -‐1.
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Per Vroom l’a/raOva di un evento è data dalla sommatoria di tuA ques, prodoA, se tale
somma risulterà nega,va allora anche l’evento sarà nega,vo,
se posi,va l’evento sarà a4raente e, in entrambi i casi (+ e -‐), lo sarà tanto più intensamente
quanto maggiore è il risultato delle somme dei prodoA.
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AspeQaMva: quando una persona sceglie tra comportamen3 alterna3vi che hanno risulta3 incer3, la scelta è influenzata non solo dalla preferenza per un par,colare risultato, ma anche, dalla probabilità
che tale risultato si possa realizzare.
l’aspe/aAva è la sAma o il giudizio della probabilità che un determinato evento si presenA .
In sostanza è la sAma delle probababilità,la cui gamma va da 0 a 1, che si hanno nel raggiungere un
determinato risultato. Es. Se un venditore ri,ene che sia necessario mostrare auto a 5 clien, per venderne 1, l’aspe4a,va sarà pari a
0.2
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L’aspe/aAva correla lo sforzo impiegato con la realizzazione dei risultaA di I° livello, ha un
range compreso tra 0, nessuna probabilità che l’azione por, ad un risultato
e 1, indicante che l’azione sarà seguita dal risultato
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La forza moMvazionale Vroom parte dall’assunzione che le persone scelgano tra gli aA alterna,vi quello che corrisponde alla forza posi,va più forte.
Ogni forza è uguale alla somma algebrica dei prodoA della valenza dei risultaA per
l’aspe/aAva che i risultaA saranno o/enuA.
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La combinazione della valenza e dell’aspe4a,va determina la moAvazione personale per un dato
comportamento: questa è la forza moMvazionale.
La forza di un’azione non è influenzata dai risulta, che non hanno valenza o dai risulta,
che non si pensa di poter o4enere.
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Espressa come un’equazione, la mo,vazione (M) è la somma dei prodoA delle valenze di tuA i risulta, (V) per la forza dell’aspe4a,va che l’azione sarà
seguita dai risulta, (A). Quindi se una o entrambe, valenza
ed aspe4a,va, sono pari a zero, la mo,vazione sarà zero. La scelta tra comportamen, alterna,vi cadrà su quello con più alto
punteggio. M = Σ A x V
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La mo,vazione non è, però, l’unico fa4ore capace di spiegare l’efficienza della prestazione che è determinata anche da altri elemen, come le capacità individuali, la natura dell’ambiente di
lavoro, la natura stessa delle mansioni e le capacità della direzione aziendale nel coordinare
il lavoro. ipo,zza così, che le scelte che le persone effe4uano tra i possibili ,pi di azione,
dipendano dalla rela,va potenza delle forze.
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Vroom (1964) ha proposto di considerare la prestazione come funzione:
-‐ delle capacità che la persona percepisce come necessarie per fare quel dato lavoro;
-‐ del grado in cui la persona percepisce di possedere tali capacità;
-‐ del grado in cui ne apprezza il possesso. Un cambiamento in una o più di queste variabili
psicologiche può modificare sia la reale prestazione che la soddisfazione sul lavoro.
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RIASSUMENDO … Qual è la PREMESSA fondamentale su cui si basa la TEORIA dell’ASPETTATIVA/VALENZA?
Qual è il suo OBIETTIVO?
Essa si basa sull’idea che gli individui indirizzino i propri sforzi verso quelle aOvità che possono portare ad o/enere i risultaA desideraA ed è dire/a al miglioramento delle prestazioni e
delle relaAve graAficazioni
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Si tra4a di un approccio razionale alla mo,vazione, poiché le persone cercano di valutare i cosA e i benefici delle diverse
alternaAve che si presentano e scelgono quelle più vantaggiose
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-‐ Le persone tendono a intraprendere il percorso più rapido e dire4o per raggiungere l’obieAvo
“valorizzato”. -‐ La valenza dell’obieAvo è esterna al processo
di raggiungimento dell’obieAvo stesso -‐ Le persone compiono azioni mo,vate a par,re
dalla valenza data dagli obieAvi e non dalla azione in sè
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IN SINTESI, Possiamo QUINDI affermare che ci sono
2 Api di Aspe/aAva: 1) Sforzo/Prestazione (S-‐P) è lo sforzo che una persona
crede di fare e la prestazione risultante. 2) Prestazione/Risultato (P-‐R) è il legame tra il livello di prestazione raggiungibile e i risulta, o4enibili come
conseguenza della prestazione.
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La prospeAva teorica delle Teorie di PROCESSO, considera:: i bisogni più che meccanismi di natura biologica o psicologica, manifestazioni di operazioni cogniAve che le persone effe4uano diventando insieme simili di elemen, di s,molo.
Fa4ori quali, l’esperienza, la memoria, i giudizi di valore e le aspe4a,ve future, sono alla base delle teorie di processo
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Teorie di Processo
TEORIA DEL RINFORZO
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La teoria del Rinforzo spiega i comportamen, e la loro persistenza in base alle conseguenze dei
comportamen, stessi. E’ possibile, secondo questa teoria, incen,vare i comportamen, desidera, a4raverso rinforzi
posi,vi e nega,vi. All’opposto è possibile limitare o es,nguere i comportamen, indesidera,, a4raverso la punizione o la cessazione del rinforzo.
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FINE