L’esperienza di don Francesco Gorini · Padre Pier Giordano Cabra - Sacerdote dell’Ordine di...

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w w w . b e d i z z o l e . b c c . i t Bimestrale di informazione e cultura della Banca di Bedizzole Turano Valvestino Numero 35 Anno VI Ottobre-Novembre 2008 Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia Nel solco del Fondatore L’esperienza di don Francesco Gorini La Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo ricorda il suo fondatore nel 150º anniversario dalla nascita Sabato 25 Ottobre 2008 TEATRO DON GORINI - BEDIZZOLE PROGRAMMA Ore 18.30 Santa Messa Bedizzole, Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano Ore 19.30 Incontro Pubblico “Nel solco del Fondatore. L’esperienza di don Francesco Gorini” Bedizzole,Teatro Don Gorini PARTECIPANO Padre Umberto Scotuzzi - Sacerdote dell’Ordine di Piamarta Padre Pier Giordano Cabra - Sacerdote dell’Ordine di Piamarta Dottor Filippo Spina - Direttore Federazione Lombarda Banche di Credito Cooperativo Ing.Vanni Zecchi - Presidente della Banca di Bedizzole Turano Valvestino Nel corso dell’incontro verrà presentata l’iniziativa “BCC con il Territorio” con la consegna di 17 contributi erogati dalla Banca a favore di altrettanti interventi ed enti solidali del territorio. Sarà inoltre distribuita ai presenti la pubblicazione storica edita dalla Banca e dedicata alla vita di don Francesco Gorini.

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Bimestrale di informazione e cultura della Banca di Bedizzole Turano Valvestino

Numero 35 Anno VI Ottobre-Novembre 2008 Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia

Nel solco del FondatoreL’esperienza di don Francesco GoriniLa Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativoricorda il suo fondatore nel 150º anniversario dalla nascita

Sabato 25 Ottobre 2008TEATRO DON GORINI - BEDIZZOLE

P RO G R A M M A

Ore 18.30 Santa Messa Bedizzole, Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano Ore 19.30 Incontro Pubblico “Nel solco del Fondatore. L’esperienza di don Francesco Gorini” Bedizzole, Teatro Don Gorini

PARTECIPANOPadre Umberto Scotuzzi - Sacerdote dell’Ordine di PiamartaPadre Pier Giordano Cabra - Sacerdote dell’Ordine di PiamartaDottor Filippo Spina - Direttore Federazione Lombarda Banche di Credito CooperativoIng. Vanni Zecchi - Presidente della Banca di Bedizzole Turano Valvestino

Nel corso dell’incontro verrà presentata l’iniziativa “BCC con il Territorio” con la consegna di 17 contributi erogati dalla Banca a favore di altrettanti interventi ed enti solidali del territorio.

Sarà inoltre distribuita ai presenti la pubblicazione storica edita dalla Banca e dedicata alla vita di don Francesco Gorini.

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 3

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SottoTracciaNumero 35 - Ottobre/Novembre 2008 - Anno VIEditoreBanca di Bedizzole Turano ValvestinoPiazza 25 Aprile, 13 - 25081 BEDIZZOLE (BS)

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Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Brescia

Sommario

Il Punto

Motori fiduciosamente affidabili 4

La Nota“I denari fatti senza stento se ne vanno come il vento” 5

Mondo Cooperativo

La vera ricetta della solidità bancaria 6

Focus BCC

Risicare poco per rosicare meglio 7

L’ufficio in diretta

L’Argomento

Formule antidisoccupazione 8

Come suonerà questo legno? 9

Noi Soci

Festa del Socio 11

Gita a Praga 12

Praga, capitale per sempre 13

Appuntamento al Don Gorini 14

Scenario - Bedizzole/Val Chiese Attraverso i muri di Terra Santa 16

Scrivere, leggere e fare la guerra 17

Programma Stagione Teatrale 2008/2009 17

Scenario - Garda/ValvestinoArmonie all’ora del te 18

Valvestino gambe in spalla 18

Depurare brescianamente 19

Pro paesaggio Garda 19

Scenario - Grande BresciaProvincia da viaggio al vapore 20

La nostra Banca è sponsor principale della stagione spettacolare del Palabrescia 20

Viaggi e memorie dentro il territorio 21

Ne han combinate di tutti i colori 21

Primo Piano AssociazioniCampanilisticamente Cuori Ben Nati 22

Primo Piano AziendeReazioni a freddo per gusti qualità 23

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE4

Un concetto tipicamente meccanico. Esempio metaforico del buon funzionamento, a garanzia quasi automatica di fare bene ciò per cui si è stati costruiti.

La scorsa settimana il Consiglio di Amministrazione della nostra cooperativa ha partecipato all’an-nuale appuntamento del Convegno di Studi della Federazione Lombarda delle banche di Credito Cooperativo. Decisamente attuale il ti-tolo dei lavori: “Imprenditorialità e Managerialità Cooperativa per un mercato finanziario in crisi di fiducia” e sempre numerosissima la partecipa-zione degli amministratori delle consorelle lom-barde, quanto significativo il livello degli ospiti e dei relatori. Tra gli altri ricordo in particolare gli interventi di Pietro Modiano, direttore gene-rale di Intesa San Paolo, di Vittorino Andreoli, direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona-Soave, di Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia della Università Cattolica, dell’onorevole Michele Vietti, artefice della revi-

sione del Diritto Societario che ha confermato il carattere cooperativo delle banche a mutua-lità prevalente. Il sociologo Magatti ha tracciato un percorso originale che, partendo dall’origine del termine Fiducia (dal sanscrito “fides” : legare, tenere in-sieme) ci ha condotto attraverso un cammino evolutivo che ha toccato nell’ordine i concetti di Fede, Fiducia, Affidabilità e Fidelizzazione. Un percorso che necessita obbligatoriamente del Tempo per essere compiuto e che prevede la possibilità, in occasione di eventi in grado di mi-nare il legame fiduciario tra le parti, di richiedere la ricostruzione e la riconferma dei valori origi-nari, le regole dello stare insieme. Se ciò che ca-ratterizzava lo stare insieme per i soci fondatori delle nostre casse rurali, disposti dalla necessità ad accettare il vincolo dell’illimitata responsabili-tà, era più un atto di fede che di fiducia, mitigato solo in parte da un controllo sociale che ogni socio esercitava sull’altro, è decisamente sulla fiducia che si basa il rapporto tra il Socio e la propria Banca di Credito Cooperativo.Una fiducia che è ancora caratterizzata da un versante relazionale, quello della conoscenza personale, del controllo sociale che le nostre piccole comunità possono esercitare ma che presenta anche un versante istituzionale, quello

delle regole, dei diritti e dei doveri. E’ a mio avviso decisamente significativo il fatto che in un momento caratterizzato da una quasi to-tale mancanza di fiducia le Banche di Credito Cooperativo diano vita ad una iniziativa, quella del Fondo di Garanzia Istituzionale, che le vede garantire, le une per le altre, i risparmi dei pro-pri clienti e soci; altrettanto significativo che la raccolta diretta della nostra cassa aumenti in un momento in cui altre realtà bancarie temono per la consistenza dei depositi ed i livelli di li-quidità.Alla fiducia si è affiancata nel tempo l’affidabi-lità, concetto tipicamente meccanico del buon funzionamento, della garanzia quasi automati-ca di fare bene ciò per cui si è stati costruiti, ed è proprio su questo punto che mi preme ricordare quanto sia importante per la nostra banca mantenersi coerente al proprio compito, quello per cui è stata fondata centotredici anni fa. Quello di erogare credito alle famiglie, alle piccole imprese, preferendo alle leve finanzia-rie ed ai miraggi dei facili guadagni l’utilizzo di una leva che i meccanici chiamano indifferente perché non dotata di un fattore moltiplicativo, ma che indifferente nel nostro caso non è, es-sendo quella che vede il socio come fulcro, al centro, equidistante dalla banca e dalle proprie necessità.Una regola tanto semplice quanto importante, ma non scontata, che ancora oggi giustifica l’esi-stenza di questa istituzione. Una banca di rela-zione che ha saputo mantenere un rapporto privilegiato con il proprio territorio, un legame che ha portato nel tempo alla fidelizzazione, alla fedeltà reciproca tra Socio e Banca di Credi-to Cooperativo. In nome di questo fedeltà la nostra cassa non mancherà all’impegno assun-to di mantenere adeguati livelli di credito agli imprenditori ed alle famiglie in un momento senza dubbio difficile.

Vanni Zecchi

Quelli, perfettamente in asse con la realtà, delle BCC

Motori fiduciosamente

affidabili

Il puntoVanni Zecchi Presidente della Banca

di Bedizzole Turano Valvestino

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La nota

La risposta concreta della BCC alle discutibili scelte dell’ingegneria finanziaria nel rispetto coerente dei valori di una tradizione che da sempre garantisce e sostiene crediti e risparmi reali

Solo qualche giorno fa, all’indomani dell’enne-sima debacle delle borse, l’universo mondo, compresa la sottoscritta, s’interrogava su come sarebbe andata a finire. Oggi 14 ottobre, a di-stanza di pochi giorni, la borsa, per la seconda seduta consecutiva, è tornata a rimbalzare in positivo. Segno che è tutto finito? Segno che possiamo archiviare l’accaduto come l’ennesi-ma “bolla” che è scoppiata? segno che da oggi possiamo tornare al nostro tran - tran più o meno tranquillo? A guardare ciò che è stato scritto e detto in questi ultimi giorni, che per me è sempre trop-po, troppo nei toni e troppo nella quantità, do-vremmo rispondere no a tutte e tre le doman-de. Cercando invece di guardare all’accaduto con un minimo di distacco che cosa emerge.I morti ed i feriti sul campo sono in primis gli stessi artefici dell’accaduto. Personaggi ben più autorevoli di me hanno addebitato agli Stati Uniti e ai cosiddetti manager delle Banche d’af-fari la genesi dell’accaduto. Ma io rilevo che il contagio, che si chiama cupidigia e bramosia, si è esteso a tutti gli operatori che hanno caval-cato quella filosofia, siano essi americani, euro-pei o di altri continenti. Filosofia di vita che è degenerata nella bramosia, nella voglia sfrenata di fare soldi, tanti soldi in fretta, senza faticare, senza sudare, senza sporcarsi le mani col grasso delle officine o con la calcina dei cantieri, sem-plicemente scommettendo, azzardando, imbro-gliando le carte del buonsenso. Mai è stato così

Qualche riflessione sulla crisi dei mercati finanziari

“I denari fatti senza stento se ne vanno

come il vento”calzante il proverbio dei nostri vecchi “i denari fatti senza stento, se ne vanno come il vento”.Di certo ci sta che la responsabilità maggiore ce l’ha chi, banchieri e manager (o pseudo tali) in primis, cavalcando più o meno cinicamente, l’onda opaca dei sub prime, delle cartolarizza-zioni e dei derivati, ha imbottito i propri porta-fogli e magari anche quelli dei clienti, con questi prodotti che, fino a ieri erano blasonati come ingegneria finanziaria e che ora si etichettano come tossici. Ma non consola dire chi sbaglia paga perché alla fine, al Sistema Bancario, si richiederebbe un senso di responsabilità ben maggiore di quello che ha messo in campo, in particolare nei confronti dei propri clienti. Personalmente fatico molto ad assimilarmi alla categoria professionale a cui, se non altro per ruolo, non certo per stile di vita, appartengo. Fatico altrettanto ad assimilare la nostra Banca e in generale le Banche di Credito Cooperati-vo, a quelle che oggi più o meno colpevolmen-te, si trovano nell’occhio del ciclone. E allora? Allora, oggi più che mai, devono esse-re i fatti a contare. Oggi più che mai la fiducia dei risparmiatori e dei clienti deve premiare i comportamenti agiti e non i titoloni o i vuoti proclami.

E allora eccoci, in prima fila a reclamare e a riscuotere il valore della nostra coerenza.Per missione la nostra Banca di Credito Coo-perativo riversa quanto raccoglie direttamente dai risparmiatori ( 554 milioni di €) sulle fa-miglie e sulle imprese, attraverso l’erogazione di mutui e prestiti (517 milioni di €), mentre la parte eccedente di patrimonio libero è in-teramente investito in titoli di stato (CCT e BOT) su cui vengono innestate le operazioni di Pronti Contro Termine della clientela. Non fa quindi parte della nostra missione investire in strumenti o prodotti speculativi e/o rischiosi, perché tutte le nostre risorse hanno un unico scopo: finanziare l’economia locale, cioè quella miriade di famiglie, artigiani e piccole imprese che possono sempre trovare, in questa Banca, oggi come ieri, un sostegno concreto allo svi-luppo dei loro progetti e delle loro attività. Per scelta la nostra Banca ha da tempo intro-dotto dei meccanismi di tutela per i risparmia-tori che la vedono protagonista nella propo-sta di strumenti semplici e trasparenti e quindi comprensibili ai più; viene censurato a monte qualsiasi tipo di prodotto che non offra un ade-guato livello di comprensione e profittabilità per chi investe i propri sudati risparmi presso di noi. Sarà certamente capitato a qualcuno di Voi di sentirsi rispondere di no alla richiesta di alcune tipologie di prodotto e, magari, in quel momento, avrà pure tacciato la Banca di inca-pacità e/o inadeguatezza. E invece no, quei no, ieri come oggi, sono il frutto di scelte convinte che non hanno messo in primo piano il busi-ness e l’interesse della banca rispetto a quello dei propri clienti. Questo è il nostro stile, que-sto è quello che ci consente oggi di andare a testa alta e sereni, questo è quello che traduce in fatti concreti il nostro impegno di contribu-ire alla crescita economica, culturale e morale dei nostri soci e dei nostri clienti.

Vilma Leoni

Vilma Leoni Direttore della Banca di Bedizzole Turano Valvestino

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Mondo Cooperativo

“Imprenditorialità e managerialità cooperativa per un mercato finanziario in crisi di fiducia”. Nessun altro titolo poteva essere più attuale per il Convegno della banche di credito cooperativo lombarde svolto dal 9 al 12 ottobre a Madrid (Spagna). Mentre i mercati finanziari e creditizi internazionali fronteggiavano la bufera, mentre i risparmiatori si domandavano preoccupati della sorte dei loro soldi, mentre i colossi bancari nazionali accusavano i colpi dei crolli borsistici, dalle piccole Bcc lombarde arrivavano le garanzie del sistema cooperativo a tutela dei risparmiatori stessi e degli oltre 140 mila soci lombardi, di cui 30 mila solo bresciani. Non ci dilunghiamo sulla questione. Molto è già stato e sarà scritto sui Fondi di Garanzia del Credito Cooperativo. Ora, da questo pulpito, ci limitiamo a rileggere le parole dei maggiori esponenti delle Bcc a Madrid e capire gli ingredienti vincenti della ricetta di successo delle Bcc dinnanzi alla crisi.Perché innanzitutto, ribadiamo che il nostro sistema creditizio cooperativo è sano. Alessandro Azzi, presidente della Federazione Lombarda delle Bcc, dice chiaramente come “la situazione patrimoniale delle Bcc si mostra abbastanza solida”. In un momento come quello attuale dove anche i big del credito sono alle corde, parlare di solidità del credito cooperativo è proprio un vanto. Una solidità voluta, cercata e conservata. Una solidità che

A Madrid il tradizionale convegno di Federazione Lombarda

La vera ricetta della solidità bancaria

con il Fondo di Garanzia ne uscirà rafforzata. E’ importante però condividere tale progetto, come sostiene Vanni Zecchi, presidente della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, per il quale “dobbiamo tutti aderire al nostro fondo di garanzia istituzionale”. Più che mai l’unione fa la forza. Ma non solo l’unione. E’ anche la nostra tradizione, la nostra missione di banca del territorio a salvarci dalla bufera finanziaria in atto. Ecco allora perché Vanni Zecchi, ribadisce vivamente che “dobbiamo stare vicini ai nostri clienti e avere fiducia in noi stessi”. E’ questa la ricetta anticrisi. Lo ribadisce con i numeri indirettamente anche Giovanni Pontiggia, vice presidente della Federazione Lombarda delle Bcc, giacché nel nostro movimento “abbiamo potuto aumentare del 19% la quota di famiglie soddisfatte dei nostri servizi e del nostro modo di fare banca; e se da noi è anche vero che il 2% della clientela del mondo Bcc dice di voler cambiare banca, questa intenzione sale al 9% per i clienti dei grandi istituti e al 7% per le imprese”. Non è un caso, dunque, che i colossi del credito tentano a più riprese di copiarci, di imitare il nostro modello di approccio al cliente,

di ricostruire il legame con il cliente ed il territorio (si vedano a riguardo le strategia dell’Unicredit o della SanPaoloIntesa). Ma è evidente che non è facile perché, come dice Alessandro Azzi, “chi fa banca deve avere molto patrimonio, più delle medie o di ogni parametro prudenziale”. Non solo. Il sistema bancario tradizionale è diverso da noi perché in esso “emergono le debolezze della funzione obiettivo dell’impresa bancaria ridotta a creazione di valore per gli azionisti, oltre tutto a breve termine”. Altro che attenzione ai soci e al territorio. Profitto, profitto e profitto. Alla lunga non paga. Perché “la finanza di carta, autoreferenziale, staccata dalla realtà, non produce sviluppo economico e sociale e alla lunga non è sostenibile”. Ecco allora gli ingredienti della ricetta vincente delle Bcc per soddisfare i palati fini dei risparmiatori e dei suoi clienti: patrimonio, Fondo di garanzia e tutele aggiuntive. A Madrid si sono potuti annusare gli aromi di tali ingredienti. In Italia, i nostri soci potranno invece apprezzarne pienamente il gusto. In tutta sicurezza. Loro e dei loro risparmi.

LGA

Secondo i vari relatori le BCC utilizzano una serie di inconfondibili ingredienti fondamentali nel fornire sicurezza e stabilità alle diverse esigenze di soci e clienti

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 7

Alla prorompente austerità della denominazione – Area Controllo Integrato della Gestione del Rischio – si contrappone una vivacità d’intenti aziendali che ne fanno apprezzare l’ormai imprescindibile impor-tanza nella gestione bancaria in generale e nel credito cooperativo in particolare. Parliamo di quello che un tempo si chiamava Ufficio Ispettorato. Un’area d’in-tervento che oggi riflette, rielabora e tiene natural-mente sotto controllo una serie variegata di rischi d’impresa. Dalla gestione strategica e revisionale della BCC, al credito erogato a favore di aziende e privati, all’analisi su tutte le procedure applicate nelle agenzie operative e negli uffici interni. All’Internal Audit (lette-ralmente ascolto e interpretazione e delle problema-tiche direttamente dall’interno) strutturato in sinto-nia con l’analogo settore inserito nell’organigramma della Federazione Lombarda delle BCC. Ed ancora la funzione di Ufficio Reclami, oggi evoluto nel rispetto della cosiddetta Compliance, ovvero conformità alle norme di legge. Senza trascurare lo stretto contatto collaborativo con le attività del Collegio Sindacale. “Potremmo riassumere le molteplici funzionalità del nostro ufficio – spiega il responsabile Luca Galvani – nella moderna sigla ICAAP (Internal Capital Ade-quacy Assesment) che in pratica valuta l’adeguatezza patrimoniale in relazione ai rischi assunti. Aldilà degli inglesismi, oggi alla ribalta per aspetti meno efficienti del previsto proprio in materia di rischio, il nostro compito è quello di evitare alla struttura di compiere il famoso passo più lungo della gamba, senza inges-sarne, ma piuttosto incrementandone le potenzialità produttive.” Primo ideale gradino di lavoro quello che interessa il controllo di gestione “Si parte dal budget previsionale - commenta Michela Frera, che si immer-ge quotidianamente nel misterioso regno di numeri, indici e statistiche – stilato con la Direzione Generale e, sulla base delle aspettative di bilancio, si procede ad una costante verifica gestionale, riferita alle singole

Controllare e monitorare i rischi per migliorare sicurezza e qualità dei servizi

Risicare poco per rosicare meglio

Questa la funzione fondamentale dell’Area Controllo della BCC. Una task force specializzata nel tutelare la fiducia concessa alla banca senza

ingessare l’operatività, ma piuttosto valorizzando le potenzialità di investimento e risparmio a disposizione di soci e clienti

produttività aziendali. Una specie di timone - radar scientifico che monitorizza la nostra realtà indirizzan-do ed aggiustando costantemente la rotta d’impresa, con l’obiettivo anche di prevenire eventuali rischi di conduzione più specificamente operativa”. Qualcuno spiegava che chi non risica non rosica. Vero. Ma fino ad un certo punto. Da noi il risico (rischio) altamente risicante (guadagno) è quello legato alla concessione del credito. Da qui gli opportuni controlli “Che si-stematicamente effettuiamo in diretta – come dimo-stra Graziano Pavan, attenta e professionale sonda - scandaglio nel vivace ed impetuoso universo di fidi e mutui - attraverso la lettura di tabulati ed indici di valutazione collegati ai diversificati finanziamenti erogati alla clientela. È un lavoro che con il passare del tempo riveste sempre una maggiore importan-za per le banche. Una buona ed efficace valutazione del rischio creditizio significa infatti sia limitazione dei rischi, che migliore e sana redditività”. Altro compen-dio d’indagine applicata alla sicurezza funzionale per gli obiettivi produttivi della BCC, quello di ispezione diretta sul campo “Il mio compito è quello di veri-ficare le procedure operative e formali delle varie agenzie e degli uffici – precisa Patrick Scotti, oculato uomo indagine che analizza la prassi strutturale del lavoro di banca quotidiano – oggi la tecnologia aiuta moltissimo con la possibilità di effettuare sistematiche verifiche a distanza. Rimane comunque fondamentale recarsi personalmente in agenzia, settore o area sia per un migliore impatto ragionatamente ispettivo, ma soprattutto per contribuire a diffondere nella struttu-ra e nei colleghi il valore e l’efficacia della cosiddetta cultura dei controlli”. Questi, in breve e stringata sin-tesi, i compiti dall’Area Controllo Integrato eccete-ra, eccetera. Un posto dove si indaga, si analizza e si scruta affinché famiglie ed imprese possano sorridere con sicurezza su rendite e finanziamenti affidati alla tutela professionale della BCC.

Un commento del responsabile dell’Area

L’ufficio In DirettaIntegrazione d’intenti fra controlli

e management per favorire stabilità, sicurezza e crescita

Controlli e governo societario sono aspetti solo apparente-mente distinti, che in realtà si integrano, concorrendo insie-me al buon funzionamento di un’impresa, alla realizzazione degli interessi della stessa e nello stesso tempo contribui-scono ad assicurare condizioni di sana e prudente gestione e la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. Non è questo un assioma citato all’occorrenza. E’ il princi-pio su cui si fonda la gestione di una banca, in particolare di una piccola come la nostra. I casi di turbolenza finanziaria dell’anno in corso stanno mettendo fortemente alla prova la capacità delle banche di gestire efficacemente le diverse tipologie di rischi e di reagire prontamente a situazioni di criticità che interessino in modo pervasivo i mercati finan-ziari. E in tale contesto emerge con chiarezza che assetti di governo efficienti, funzioni manageriali e, soprattutto, di controllo autorevoli, attive e indipendenti, possono consen-tire di evitare le perdite conseguenti a situazioni di crisi. La stessa normativa indica i principi direttivi e le linee guida che riguardano il sistema dei controlli. Sta a noi capire che questo è però un processo in continua evoluzione, che deve accompagnare la crescita della banca, ma tenere il passo con l’innovazione finanziaria ed i cambiamenti del modello di affari. Strumenti ed assetti che funzionano perfettamen-te per i prodotti tradizionali spesso risultano non idonei a gestire i rischi connessi a prodotti più sofisticati e complessi. Bisogna esserne consapevoli e/o farlo notare quando que-sta consapevolezza viene meno. Ecco perché voglio che la funzione di controllo che coordino abbia un’ampia compe-tenza, realizzi una gestione integrata di tutti i rischi, goda di autonomia e indipendenza dalle funzioni operative. Così Graziano può controllare ma non solo il rischio di credito, Michela badare ma non solo al rischio strategico, Patrick monitorare ma non solo il rischio operativo ed io, infine, assicurare ma non solo la conformità e il rispetto della re-golamentazione interna ed esterna. Il coordinamento tra le diverse funzioni si realizza però anche incoraggiando il con-fronto e lo scambio di idee tra i diversi soggetti responsabili in banca, soprattutto per gli aspetti di confine, garantendo sempre un ruolo proattivo nella gestione per contribuire ad indirizzare l’operatività verso settori che consentano la crescita della banca nel rispetto degli obiettivi di sana e prudente gestione. Il mio ufficio, i miei collaboratori, il no-stro quotidiano lavoro rispondono a questi principi. Ai miei collaboratori il personale ringraziamento per l’impegno e la dedizione profusa a riguardo.

Luca Galvani

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE8

no altamente qualificato. Si tratta essenzialmente di aziende che guardano ai mercati esteri, oppure che manifestano spiccate volontà di innovazione. Fondamentale in questi casi è la laurea, anche se oggi anche l’esperienza nel settore produttivo di questi tempi sta aumentando il suo peso in ambito di scelta. Il futuro non dovrebbe mantenere in co-stante crescita questo interesse per le professioni high skill. Significativi e trainanti saranno le figure specializzate in marketing, sviluppo di mercati e progettazione di prodotti in un’ottica di novità dei bisogni della clientela. Ai servizi alla persona l’altra

Occupazione. Disoccupazione. Universi labili e sta-bilmente problematici per definizione. La salvezza sta nella scelta giusta del lavoro. Dati alla mano le più richieste sembrano essere le professioni spe-cialistiche legate all’amministrazione, al controllo di gestione ed alla finanza. Questo per quel che riguarda gli incarichi cosiddetti high skill (alta com-petenza), mentre per il basso (low skill) il top della domanda interessa commessi, addetti ai servizi di pulizia e camerieri. I dati provengono da un’inte-ressante indagine apparsa sul sito di Repubblica.it dove appaiono una serie di tabelle a cura del siste-ma informativo Union Camere del Ministero del Lavoro. Le cifre, confortate anche dalle riflessioni del Direttore del Centro Studi di Union Camere, Caludio Gagliardi, riferiscono sulla tendenza che scaturisce da un’analisi approfondita della richiesta nel 2008, insieme agli andamenti dell’ultimo trien-nio. Alla visione pessimistica che vede aumentare in Europa il tasso di disoccupazione, anche per quanto concerne il lavoro temporaneo, bisogna dunque sopperire con la ricerca del massimo di certezza in fatto di scelte iniziali. Analizzando così il trend di crescita dal 2006/2008 si nota che le figura del controller e del contabile, sempre se-condo i dati riferiti dall’indagine di repubblica.it, rivesta ancora un ruolo di grande interesse per le aziende (quasi un terzo rispetto al gruppo quali-ficato high skill). Altre posizioni in piena evoluzione sono quelle che indicano in programmatori e pro-gettisti ottime prospettive soprattutto in campo di sviluppo di nuove produzioni e servizi. Senza trascurare addetti a logistica, acquisti e responsabili di magazzino. Ma se l’area organizzativo/contabile/progettuale recita, e non è una novità, un ruolo di primo piano nelle possibilità di assunzione, anche il ramo infermieri e operatori culturali mostra segni attenzione da parte del mercato. Infatti proprio la domanda/lavoro che comprende infermieri, fi-sioterapisti e assistenti sociali nell’ultimo triennio è cresciuta con una media del 9,9% annuo. Men-tre tutte le professioni collegate a cultura, sport e spettacolo in ambito privato, si stima che forniran-no elementi esperti per circa 5/mila nuove assun-zioni. Da questi andamenti emerge poi la tipologia d’impresa che investe nel cosiddetto capitale uma-

Le professioni più richieste dal mercato

Formule antidisoccupazione

Un indagine rivela l’interesse delle aziende, presente e futuro, per l’alta competenza in aree organizzativo/contabile/

progettuale. L’ambito low skill richiede in maggior parte commessi, addetti ai servizi di pulizia e camerieri.

L’Argomento

necessità in ragionevole previsione di incremento, viste la stima progressiva anche per le prospettive demografiche. Una breve riflessione meritano an-che le professioni low skill, che l’inchiesta riporta in tabella, ma sulle quali non ci si sofferma analiti-camente. Si segnala in questo caso l’incontrastato primato dei commessi, molto richiesti nelle varie-gate settorialità di interessi che li riguarda e le ci-fre subito successive che riguardano addetti alle pulizie e camerieri. Numeri che sembrano indicare trend occupazionali crescenti in ambito di servizi e turismo.

PROFESSIONI LOW SKILL - Le figure più richieste nel 2008 e l’andamento nell’ultimo triennio

FiguraAssunzioni

2008Cumulate 2006-2008

Commessi 66.560 198.640Addetti non qualificati ai servizi di pulizia 43.530 130.720Camerieri 38.140 127.360Muratori in pietra, mattoni, refrattari 31.860 92.650Conduttori di mezzi pesanti e camion 29.980 82.890Personale addetto alla gestione dei magazzini 27.620 70.490Manovali e personale non qualificato dell’edilizia civile 20.700 57.570Personale di segreteria 19.150 50.810Elettricisti nelle costruzioni civili 17.810 41.960Cuochi in alberghi e ristoranti 13.950 48.830Professioni qualificate nei servizi sanitari 12.790 29.990Baristi e assimilati 11.370 36.840Facchini e addetti allo spostamento merci 11.140 39.750Idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas 11.000 31.320Meccanici e montatori di macchinari industriali 10.770 27.370

PROFESSIONI HIGH SKILL - Le figure più richieste nel 2008 e l’andamento nell’ultimo triennio

FiguraAssunzioni

2008 % laureatiCumulate

2006-2008

Tendenza

2006-2008Addetto contabilità 16.980 8,6% 44.680 =Addetto amministrazione 12.520 16,1% 27.000 +Operatore commerciale 7.020 38,1% 17.890 +Addetto contabilità generale 5.920 6,3% 9.630 +Infermiere 4.640 100,0% 13.470 -Disegnatore cad-cam 4.080 23,9% 10.530 +Educatore professionale 3.670 100,0% 10.140 -Programmatore informatico 3.650 46,4% 9.520 =Assistente tecnico clienti 2.950 34,7% 7.380 +Progettista meccanico 2.600 100,0% 5.930 +Tecnico commerciale 2.570 66,0% 7.410 -Addetto contabilità clienti-fornitori 2.570 6,5% 5.780 +Venditore tecnico 2.520 33,0% 6.400 -Analista programmatore informatico 2.500 76,4% 5.900 +Addetto marketing 2.310 59,3% 6.030 +Farmacista 2.240 100,0% 6.090 -Sviluppatore software 2.120 78,7% 4.520 +Progettista software 2.000 76,0% 4.910 +Addetto logistica 2.000 37,2% 4.400 +Addetto acquisti 1.920 28,1% 4.200 +Progettista settore metalmeccanico 1.810 73,6% 4.720 +Tecnico informatico assistenza clienti 1.560 34,5% 4.240 +Assistente di cantiere edile 1.560 18,3% 4.220 -Addetto consulenza fiscale 1.530 0,0% 3.920 +Fisioterapista 1.510 100,0% 3.870 -Operatore commerciale estero 1.270 40,5% 4.160 -Progettista edile 1.260 56,8% 3.270 -Responsabile amministrativo 1.230 24,1% 2.890 +Banconista di agenzia viaggi 1.020 0,0% 4.080 -Informatore medico- scientifico 780 100,0% 3.820 -

FONTE: Repubblica.it SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR – Unioncamere-Ministero del Lavoro

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 9

L’Argomento

Passione per il legno e per la musica. In un tutt’uno di sensazioni e motivi raccolti in una storia personale di lavoro, quella di Giuliano Mattei, liutaio di Montichiari e di interrogativi del perché di una scelta. Nella sua esperienza, tutto sembra essere collegato alla casualità, unitamente alla passione e ad un innato talento subito riconosciuto. Il mistero rimane. Anche se la regola del cuore tendenzialmente sembra ancora quella più efficace nel dare corpo ad una carriera. Il caso di Giuliano sembra dimostrarlo a dovere. Aldilà delle tabelle di indirizzo statistico che fanno capolino abitualmente negli androni di segreteria delle scuole di ogni ordine e grado. Delle indagini conoscitive, come quelle che riepiloghiamo qui a fianco con tanto di percentuali e indici di recettività da parte delle imprese. Tutto ok. Però a noi piace pensare che le aspettative, quelle vere ed intense di motivazioni e piacere nel provare a percorrere una certa strada, siano gli indicatori più interessanti per determinare una preferenza. Dicevamo di Giuliano Mattei e della sua attività utile a plasmare archetti e liuti. Un lavoro antico. Eppure moderno nella sua accezione specialistica che sfiora ambiti di interesse quali, l’arte, la musica, la cultura fusi nella preziosa magia dell’artigianato. Perché si decide di fare il liutaio? “Per quel che mi riguarda tutto è legato un po’ al caso – risponde convinto Giuliano Mattei - ricordi precisi mi fanno pensare alle scuole medie. Lezione di Applicazioni tecniche, che oggi si chiama in un’altra maniera. Un’ora didattica di puro relax. Con il prof. che ruvidamente si segnala per un autoritarismo fine a se stesso, mentre i ragazzi fanno esattamente quello che vogliono. Bene. Io in quell’ora, cadenzata per tutto un anno scolastico, ho costruito una chitarra. Di falegnameria ed affini non ne sapevo un bel niente. Eppure.” Eppur si muove. E si arrabatta ancora sempre per puro caso. “A sedici anni – prosegue Giuliano – vado

come tutti all’oratorio. Lì imparo tante cose che in famiglia non era possibile apprendere perché mamma e papà troppo occupati nel mantenere sei figli. Don Serafino mi insegna di tutto. Mi fa scoprire la musica e il profumo del legno che suona. Restauro, da perfetto autodidatta, un paio di mandolini. Guadagno anche qualcosa. E gli strumenti suonano come si deve. Poi lo studio della musica”. E qui la ruota sembra girare verso progetti diversi. Più sul versante didattico culturale. Ma

non sarà proprio così.“Decido di iscrivermi al Conservatorio di Brescia – conferma mastro Mattei – scelgo come strumento il contrabbasso e nel frattempo insegno musica alle scuole medie. Ma l’attrazione per il legno rimane. Come quella volta a Milano. Accompagno un amico bancario al lavoro e decido di comprare un contrabbasso. Bello e imponente di primo acchito, ma una fregatura appena a casa. Ed allora via con gli attrezzi. Un paio di coltelli da cucina, quelli con il manico bianco, riscaldati sul fuoco e mia mamma che mi guarda, mi sostiene come sempre ed esclama “Ma ardi chel sciat”. Risultato: fondo e cassa messi a posto con strumento che suona come nuovo”. Ormai la carne sul solido fuoco creativo di passione e volontà rosola alla giusta fiamma, anche con il contributo di un maestro liutaio come Francesco Bissolotti. Acquistai un suo strumento e stimolato da tanta bellezza ne costruii uno su quel modello. Diventammo anche amici e lui mi diede parecchie dritte. Poi arriva anche il diploma in Contrabbasso. Stop all’insegnamento e avanti con la costruzione attiva di violini e varie. “Devo dire – precisa Giuliano Mattei – che la mia peculiarità di autodidatta ormai con una certa esperienza, sta nel saper forgiare varie tipologie di strumenti ad arco in un panorama di mercato che tende da sempre alla specializzazione. Certo oggi qualche problema c’è. I Cinesi vendono a prezzi molto bassi ed è dura un po’ per tutti”. Ed allora, per un giovane, vale la pena tentare questa strada intrigante di contaminazioni cultural artigianali che riflettono i loro valori espressivi negli oggetti del fare musica? “E’ un lavoro difficile – conclude Mattei – soprattutto nell’attualità. Però anche adesso, quando osservo un pezzo di legno, analizzando venature, elasticità e robustezza, già mi immagino come sarà il suono, l’armonia e il piacere di sentirlo vibrare”. Abbiamo capito. Buon lavoro mastro Giuliano.

Piccola grande professione fra arte ed artigianato

Come suonerà questo legno?

La storia di Giuliano Mattei, liutaio con l’anima forte del musicista

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 11

Appuntamenti, eventi e notizie della Compagine Sociale

AL 30/09/2008 SIAMO 1.830 SOCI DI CUI 179 DONNE

Il “Valore dello Stare insieme” questo lo slogan che accompagna uno dei momenti tradizionali dell’attività sociale della BCC: la FESTA DEL SOCIO. In questo modo la BANCA DI BEDIZZOLE - TURANO VALVESTINO CREDITO COOPERATIVO chiama a raccolta tutti i Soci e i Collaboratori rinnovando anche quest’anno l’invito all’appuntamento autunnale della “FESTA DEL SOCIO”, consolidato momento di incontro della nostra sempre più numerosa compagine sociale e ideale compimento di un anno di attività e iniziative. Un appuntamento e una modalità semplice dello stare insieme che ogni anno riunisce oltre mille persone tra Amministratori, Soci e collaboratori BCC.

La FESTA DEL SOCIO da decenni costituisce, insieme all’appuntamento assembleare di maggio, uno dei momenti più significativi della vita sociale della cooperativa. Insieme all’Assemblea Generale dei Soci con la quale annualmente viene dato conto dei risultati annuali di bilancio, la FESTA DEL SOCIO rappresenta infatti la chiusura, o una parentesi visto che l’attività a favore dei Soci prosegue anche nei mesi di novembre e dicembre, del cosiddetto “anno sociale”, di un bilancio altrettanto ricco di numeri, risorse e esperienze. Il tutto a vivere concretamente quella singolare amalgama di elementi economici e sociali che caratterizza la nostra BCC.

L’appuntamento e l’invito a tutti i Soci alla Festa del Socio 2008 è pertanto fissato per le serate di Venerdì 21 e Sabato 22 Novembre 2008

alle ore 19,30 presso il Ristorante “DUE CIGNI” di S. Vito di Bedizzole

Ogni Socio potrà, al momento del ritiro dei biglietti, optare per una delle due serate sulla base delle note organizzative di seguito indicate.

BREVI NOTE ORGANIZZATIVE

Com’è tradizione saranno ammessi rigorosamente i Soci, accompagnati eventualmente dal coniuge, muniti dei biglietti nominativi numerati di partecipazione strettamente personali.

I biglietti di prenotazione saranno ritirabili da Lunedì 10 Novembre a Venerdì 14 Novembre p.v. presso gli sportelli della BCC.

Al momento della prenotazione il Socio dovrà optare per una delle due serate in programma fatta salva la disponibilità di biglietti al momento del ritiro.

Si raccomanda di comunicare tempestivamente l’impossibilità a partecipare, per ragioni sopravvenute dopo il ritiro del biglietto di partecipazione, dandone comunicazione alla propria filiale o direttamente all’Ufficio Soci (Tel. 030 6877209).

Venerdì 21 e Sabato 22 Novembre 2008

Festa del Socio Ristorante “DUE CIGNI”

di S. Vito di Bedizzole

I 14 SOCI CHE VERRANNO PREMIATI CON LA MEDAGLIA D’OROPER I QUARANT’ANNI DI APPARTENENZA ALLA COMPAGINE SOCIALE (1968-2008)

BORNO VIRGINIOBRESCIANI GIACOMOCALDERA GIUSEPPECHIODI PIETROCOSTA ENRICO UGOCOSTA ANDREADIANO MARIOFANTONI VALERIOFRANCESCHINI MARIOMAGRI STEFANO GUIDOMAZZA LIVIOROSSI ADELMOSALVADORI UGOSANCA ANGELO

I 17 SOCI CHE VERRANNO PREMIATI CON LA MEDAGLIA D’ARGENTOPER I VENT’ANNI DI APPARTENENZA ALLA COMPAGINE SOCIALE (1988-2008)

ALBERTI GIOVANNIAMICABILE GIUSEPPEBARBA GIULIOBARBIERI ANGELOBARILETTI NADIABELTRAMI GIUSEPPINABOIFAVA LELIACOZZATTI ROBERTOGHIDINI FRANCESCOLIEVI LUCIANOMUTTI STEFANOORLANDINI STEFANOPORTA FRANCOPORTA GIANPIETROSANTI FLAVIOSBERNA EUGENIOSEMINARIO LORENZO

I 3 COLLABORATORI CHE VERRANNO PREMIATI CON LA MEDAGLIA D’ORO PER I 25 ANNI DI SERVIZIO

BERNARDI ALBERTOBIANCHI GIANVITTORIORAVAGLIA FABRIZIO

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE12

Gentile Socio,Nell’ambito del PROGRAMMA SOCIALE 2008 la BCC ha deliberato di organizzare a condizioni particolarmente favorevoli, in collaborazione con l’Agenzia NICOLINI VIAGGI, una speciale iniziativa sociale riservata ai soli Soci della nostra BANCA DI CREDITO COOPERATIVO.

Viene proposta all’attenzione dei Soci un’iniziativa culturale che quest’anno prevede

un tour con soggiorno nella città di Praga che si svolgerà nei giorni

da venerdì 5 dicembre 2008 a mercoledì 10 dicembre 2008L’iniziativa, riservata e offerta a Soci e coniuge della BCC, prevede:

PROGRAMMA5 DICEMBRE - Ritrovo dei partecipanti alle ore 5.50 presso il piazzale Europa di Bedizzole, sistemazione a bordo dell’autopullman Gran Turismo e partenza per la Germania. Sosta per il pranzo in ristorante. Quindi proseguimento per la Repubblica Ceca, con arrivo a Praga in serata. Sistemazione nelle camere riservate presso Hotel Diplomat – cat 4 stelle catena Golden Tulip – situato nella zona del Castello di Praga, cena e pernottamento.6 DICEMBRE - Prima colazione in hotel. Incontro con le guide e mattinata dedicata alla visita del territorio del Castello praghese (Hradcany) – che supera i 7 ettari e dove dal secolo IX tutti i principi boemi poi re boemi ed ades-so presidenti della repubblica hanno governato il paese – Il Castello di Praga (Hrad) simboleggia per i Cechi questa continuità del potere in Boemia che dura da più di 1000 anni. Nel Castello si visitano in particolare: la Cattedrale di S.Vito, con la tomba del Protettore di Boemia S. Venceslao, il vecchio Palazzo Reale, la Basilica di San Giorgio, una delle chiese più antiche in Boemia, e quindi una sosta in “Vicolo d’Oro”, famosa viuzza degli alchimisti. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita della Città Nuova (Nove Mesto). “Città Nuova”, in senso relativo, fu fondata infatti nel 1348 dal re e imperatore Carlo IV. Rientro in hotel per breve relax e trasferimento per la cena in ristorante nel centro storico. Pernottamento in hotel. 7 DICEMBRE - Prima colazione in hotel. Incontro con le guide e mattinata dedicata alla visita della Città Vecchia (Stare Mesto), attraversando la piazza più bella di Praga - Piazza della città vecchia - con il Municipio con il celebre orologio astronomico. Nella città Vecchia attraverseremo anche “La città Ebraica” (Josefov) con la Sinagoga, il Museo ed il cimitero. Pranzo in tipica birreria. Nel pomeriggio, attraversato il famoso Ponte Carlo, si continua la visita nel quartiere della Città Piccola (Mala Strana), la zona sotto il Castello di Praga, con la visita di due chiese barocche famose : Bambino Gesù di Praga e San Nicola. Al termine rientro in hotel per breve relax. Cena sul battello che percorre la Moldava (fiume che attraversa Praga) con musica. Pernottamento in hotel.8 DICEMBRE - Prima colazione in hotel. Incontro con le guide e partenza per Kutna Hora, centro sottoposto a vincolo monumentale dell’UNESCO. Dista circa 65 km da Praga e la “Montagna delle Miniere” - così se ne potrebbe tradurre il nome: nel XIII secolo fu scoperta una vena d’argento e lo sfruttamento delle miniere ne fece la zecca dei regnanti – è la città d’arte più visitata in Boemia dopo la capitale. Pranzo in ristorante. Rientro a Praga e tempo a di-sposizione per visite individuali. Rientro in Hotel per breve relax. Quindi cena di gala in rinomato ristorante sulle rive della Moldava, nei pressi del Ponte Carlo. Pernottamento in hotel.9 DICEMBRE - Prima colazione in hotel. Incontro con le guide e partenza per la visita al Castello di Cesky Sternberk (sulla strada per il confine austriaco – Castello di Konopiste in questo periodo chiuso) Pranzo in ristorante. Al termine continuazione per la zona dei Laghi Salisburghesi. Sistemazione nelle camere riservate presso Hotel Villa Seilern – cat 4 stelle – a Bad Ischl. – www.villaseilern.at La cena sarà predisposta in una tipica baita, completamente a disposizione del gruppo. Pernottamento in hotel.10 DICEMBRE - Prima colazione in hotel, incontro con le guide per la visita della zona dei Laghi con pranzo in risto-rante a St.Wolfgang. Nel pomeriggio partenza per viaggio di rientro con arrivo previsto in serata.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Quota di partecipazione a persona in camera doppia 660,00 a personaSupplemento camera singola (disponibilità limitata) 150,00

Si ricorda che il Socio che non abbia partecipato alle iniziative sociali soggiorno Mare di Maggio 2008 a Cattolica e di giugno 2008 a Rodi avrà diritto ad una riduzione sulla propria quota di Euro 200,00.

La quota comprende:

Gita a Praga

MODALITÀ E TERMINI DI ISCRIZIONE - Le iscrizioni si riceveranno da martedì 4 novembre 2008 direttamente all’agenzia Nicolini Viaggi di Gavardo o presso gli sportelli della Banca di Bedizzole - Turano Valvestino fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque non oltre martedì 18 novembre 2008 previa compilazione del modulo di prenotazione sul quale si prega di indicare il c/c sul quale potranno essere effettuati i prelevamenti per le quote relative al saldo. Nel caso di disdetta dopo il termine di iscrizione, verrà addebitata una penale di annullamento secondo quanto applicato dalla agenzia viaggi.

Viaggio in pullman Gran turismo secondo l’itinerario •indicato Sistemazione presso hotels indicati (cat 4 stelle) in •camere doppie Trattamento di pensione completa dal pranzo del •primo giorno al pranzo dell’ultimo Bevande ai pasti (birra o vino o bibita + acqua •naturale) Cena sul battello con musica•Cena di gala in ristorante a Praga•Cena in tipica baita nella zona dei Laghi Salisburghesi •

Servizio guida per 3 giorni a Praga, mattino per visita •Castello e mattino ultimo giorno per visita zona Laghi Servizio accompagnatore per ogni bus •Pacchetto ingressi per visita nel Castello di Praga della •Cattedrale di S.Vito, Palazzo Reale, Basilica di S.Giorgio e del Castello di Cesky SternberkAssicurazione medico/sanitaria e bagaglio •La quota non comprende: eventuali ulteriori ingressi, •gli extra in genere e tutto quanto non espressamente indicato nella voce “la quota comprende”.

SOTTO TRACCIA AGOSTO/SETTEMBRE 13

Terra di Boemia dal luccicare imperiale di Praga con il suo fiume sinfonico. Città immortale. Rima-sta attaccata a quel fascino regale che nessuna re-pubblica, più o meno suddivisa, potrà mai offuscare. Litorale fluviale dalla peripezie architettoniche che attraversano l’acqua dolce che ne anima l’avvincen-te panorama. E con quel Santo Giovanni Nepomu-ceno, vissuto proprio da queste parti e martirizzato, con lancio diretto dal Ponte Praga, per i sui riservati silenzi sulle confessioni altrui. Lo si festeggia anche a Pontenove di Bedizzole, inserendo curiosamente e singolarmente nei secoli quest’anima boema al centro di un festa d’agosto dalla scintillante e sem-pre attenta partecipazione popolare a catalizzare le correnti d’acqua del Clisi. Partiamo da qui. Da questo progetto di viaggio che nella scorrevole e trasparente associazione mistico tradizionale fra fiume Chiese e Moldava, insinua identità lontane e comuni nelle anse rigorose e sorprendenti di scoperte, visioni e reportage. Eccola dunque Praga. Subito immortalata nel suo Castello collocato sul versante sinistro del fiume. Lì, nel IX secolo, inizia la storia di una capitale. Perché di questa vocazio-ne primigenia la città si è identificata fino ai nostri giorni. Una specie di tratto inconfondibile da rileg-gere in monumenti, edifici e piazze austeramente collocate nella loro pensierosa presenza di fronte ai tempi. Dai sovrani della Boemia, all’incoronazio-ne di Carlo IV sul trono mitico del Sacro Romano Impero, Praga è Capitale. E lo rimane per sempre. Sconfinando nei suoi caratteri espressivi allineati e diversi come i quartieri che ne fanno vibrare anima e spessore artistico. Dalla città nella città che è il Castello, le sensazioni forti, che con ritmo percussi-vo allertano il turista e il suo girovagare ansioso di

La città d’oro che fu capitale del Sacro Romano Impero

Praga, capitale per sempre

conoscenza. Dentro il maniero la Cattedrale di San Vito. La più grande di Praga. Alla sua coltre preziosa di arte e di storia, l’onore e l’onere di conservare la tomba del Protettore di Boemia San Venceslao. Della sua bontà da ricco capace di riscattare schiavi pagani per battezzarli e di misericordia per i poveri per poi farsi, come da tragica prassi, martirizzare dal fratello e dai suoi sicari. Più prosaicamente legato ai valori terreni è il Vicolo d’Oro. Intrigato coacervo di piccole case, collocate sempre dentro la inespu-gnabile fortezza, abitate e predilette dalla categoria degli artisti. E dove la leggenda narra risiedessero gli alchimisti. Strana razza di arcaici ricercatori con-centrati nell’andare a caccia di formule magiche per trasformare il ferro in oro. Non le hanno trovate. Qualcuno le cerca ancora. Ma per fortuna non la trova. Nonostante l’ingegneria genetica. Torniamo a noi e alla nostra Praga Novo Mesto. Si fa per dire. Perché la Città Nuova (traduzione) fu fondata nel 1348. Eppure la novità in quel quartiere si respira. Nella piazza titolata a San Venceslao, dove troneg-gia il suo monumento equestre. Qui i sobbalzi delle storia nazionale mostrano riverberi di sangue appe-na sopiti. Con roghi senza tempo. Per nuovi martiri crudelmente ardenti. Jan Palach, simbolo anti ditta-tura, affaccia la sua lapide guardando il patrono a cavallo. E in molti lasciano un fiore. Ripescando un ricordo non troppo lontano, ma che rende merito ad un sogno realizzato di libertà. Irretiti dalla magia dorata di Praga proseguiamo in Stare Mesto. Città Vecchia dalla piazza immensa che pulsa di ricordi.

Con scansione del tempo preziosamente ritaglia-ta nella conosciutissima prospettiva dell’Orologio Astronomico. Perfetta fusione di arte e meccanici-smo medievale in ragione di ore, minuti, cicli lunari celesti e sfilata simbolica dei Dodici Apostoli. Segni di dolore e passione per chi la pensava in modo di-verso dall’ordine costituito, anche nella Piazza della Città Vecchia. Con una statua dedicata ad un altro Jan. Jan Hus. Teologo e riformatore religioso boemo vissuto a cavallo di milletrecento e millequattrocen-to, scomunicato e condannato al rogo dal Concilio di Costanza. Solito incomprensibile fumo di carne umana. Consueta modalità arrogante di far valere le ragioni del più forte. Ne immaginiamo altre di sofferenze meno altolocate, gettando lo sguardo da gita fuori porta sulla Città Mineraria di Kutna Hora. Qui la scoperta nel XIII secolo di una vena d’argen-to. E qui la fondazione della zecca boema. E ancora qui, probabilmente, qualcuno a faticar da schiavo e quasi martire. Ritorno a casa con uno sguardo fina-le di Praga vista dal Ponte Carlo, che identifica con il suo profilo l’altro pezzo di città chiamato Mala Strana, la Città Piccola. Oltre 500 metri di storia so-pra l’acqua. Con statue monumentali incastonate in corrispondenza dei piloni. Una di queste è dedicata a San Giovanni Nepomuceno. Il Santo che tutela il Sacramento della Confessione e i corsi fluviali, per-ché gettato proprio dal Ponte Carlo dagli scagnozzi di un imperatore, guarda caso, arrogante che voleva conoscere i segreti rivelati in confessione dalla mo-glie. Sotto il settimo e sesto pilastro c’è ancora una croce che ricorda il delitto. E chi tocca il basamento della figura scolpita sul ponte può esprimere un desiderio. Ricordatelo, amici della Banca di Bediz-zole Turano Valvestino. Voi che ve ne intendete di questo Santo originale che risplende nel suo culto silenzioso anche nell’antica magione di Pontenove. Anche qui un fiume. Con minore impatto sinfonico rispetto alla Moldava che ispirò la composizione musicale di Smetana. Ma con quel misterioso lega-me di devozione fraterna al ricordo di un sacrificio. Cerniera potente. Che supera gli spartiacque geo-grafici del freddo e solenne innestarsi moldavo nei mari del Nord, dal tiepido orizzonte mediterraneo che fa capolino in un delta di significati che scorro-no a futura e costante memoria di martiri a favore delle umane e insostituibili libertà.

Nei suoi quartieri splen-didamente conservati una storia millanteria sempre al vertice. Con significativi aneliti di libertà e tanti mar-tiri. Uno di questi Giovanni Nepomuceno, in comune con Bedizzole

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE14

Efficace la scelta. E originale l’evoluzione. Che al fondatore della Cassa Rurale ed Artigiana di Bedizzole sia stato dedicato un teatro, è con-seguenza logica di un percorso funzionale nel dare corpo all’importanza rappresentativa fun-zionale alla crescita di un territorio. Con un po’ di ambizione, che tiene conto delle differenze oggettive di dimensioni ed audience, associamo il nostro Teatro Don Gorini ai pezzi da novanta degli edifici adibiti all’esibizione scenica di molte delle città italiane. Non tutte, e questo è il dato interessante, ne possiedono o ne dispongono in via continuativa per organizzare eventi, spet-tacoli, concerti eccetera. Bedizzole e il suo ter-ritorio, che ricomprende sostanzialmente il rag-gio d’azione delle 17 filiali della BCC, di questa prerogativa di ricchezza tangibile, si onora grazie all’evoluzione di quella Cassa Rurale Depositi e Prestiti fondata da Don Francesco Gorini nel 1895. Di lui si parlerà diffusamente e con il giu-sto rilievo per ricordarne la figura anche attra-verso una pubblicazione curata da Alberto Co-mini. E tutto questo accadrà in Teatro. Nel suo Teatro. Uno spazio speciale dove le evoluzioni creative, culturali e solidali del territorio trovano da sempre terreno fertile per poter dimostrare il loro impegno e il loro valore che non tiene contabilità, ma opera in direzione del famoso bene comune. Mille gli esempi che potremmo portare a supporto di questa esclusiva espe-

La vivace attività del Teatro della BCC di Bedizzole

Appuntamento al Don Gorini

La struttura, a servizio della comunità locale, sarebbe sicuramente piaciuta al fondatore. Punto di riferimento

artistico, culturale e divulgativo del territorio. Come succede (ma non in tutte) nelle grandi città

rienza di un luogo deputato al costante movi-mento espressivo. Ricordiamo, per tutte le altre, l’ultimo happening dedicato ai premi allo studio, di cui riportiamo qui sotto le immagini più signi-ficative, l’esplosivo dinamismo comico musicale impresso dalla Zelig-Verve di Sergio Sgrilli. Uno spettacolo magico. Dove il colore dell’artista ha mescolato soddisfazioni ed onori per i super studenti intervistati e premiati sotto la magistra-le e frizzante conduzione di Monia Braga. Saggio rimescolamento di emozioni. Tra ilarità verace da palcoscenico e raccolto fruttuoso di studi e sperimentazioni giovanili da rilanciare e sostene-re con attenzione e ottimismo. Una contamina-zione che continua. Con questo incontro pub-blico dedicato a Fragor come soleva firmarsi Don Francesco al tempo in cui dirigeva la rivista “La Famiglia Agricola”. Momento di riflessione ed indagine. Dove alle parole ed alle relazioni dei Padri Piamartini, ordine a cui apparteneva Don Gorini, Umberto Scotuzzi e Giordano Ca-bra, del Direttore della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo Filippo Spina e del Presidente della BCC di Bedizzole Turano Valvestino Vanni Zecchi, si collegherà la consegna dei contributi di beneficenza assegnati dalla Banca alle istituzioni del territorio operati-vo delle diverse agenzie. Un elenco, ancora una volta simbolico, di un pezzetto di tutto quel che è stato fatto e di quel che si farà. Nel solco del

Le associazioni che parteciperanno alla serata Don Gorini alle quali verrà consegnato il contributo

FILIALE BEDIZZOLEA.V.I.S. - sezione di Bedizzole

FILIALE CALVAGESEAss. di Volontariato “Argento Vivo” Onlus - Calvagese d/R

FILIALE TURANO Parrocchie della Valvestino - Magasa

FILIALE GARGNANO Azienda Speciale Casa di Riposo - Tignale

FILIALE MUSCOLINE Scuola Materna “Morelli Rebusca” - Muscoline

FILIALE NUVOLENTOParrocchia S. Pietro - Serle

FILIALE PREVALLEParrocchia S. Zenone - Prevalle

FILIALE VOBARNO Chiesa S. Giuseppe - Carvanno di Vobarno

FILIALE GAVARDOScuola dell’Infanzia “Giovanni Quarena” - Gavardo

FILIALE CILIVERGHE Ass. Naz. Alpini Gruppo Alpini di Molinetto - Mazzano

FILIALE CUNETTONE Parrocchia S. Michele Arcangelo - Puegnago d/G

FILIALE CENTENARO Ass. Aiutiamo Camilla - Centenaro di Lonato

FILIALE CASTENEDOLO Parrocchia S. Bartolomeo Apostolo - Castenedolo

FILIALE POZZOLENGO Oratorio San Lorenzo - Pozzolengo

FILIALE DESENZANO D/G Comitato Cittadino per il Restauro del Duomo di Desenzano d/G

FILIALI SOIANO e MANERBAAss. Valtenesi Soccorso - Manerba d/G

Fondatore. E nel suo Teatro, che ne custodisce il ricordo indelebile rappresentato da vita, sogni e segni di un’identità locale mai offuscata dalle ragioni del tempo.

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Strade polverose. Che entrano di soppiatto fra la modernità degli asfalti. E piedi terremotati da fatiche arcaiche. Quindici giorni trattati in questo modo. Da Akko fino a Gerusalemme utilizzando il cavallo di san Francesco. Cioè camminando lungo un sentiero che mescola Fede e Speranza in un segnale alla ri-cerca di robuste Verità. Alvaro Beschi, da Bedizzole, riepiloga la sua avventura di un agosto che la festa l’ha celebrata sui calzari insieme ad altri 37 com-pagni di viaggio. 15 donne e 23 uomini, età media sessant’anni, appartenenti all’Associazione cattolica veronese “I Pellegrini”, hanno dunque affrontato i 230 km che separano l’antico porto d’attracco dei Crociati, Acri, oggi Akko, dalla capitale incontrastata della religiosità. “E’ stata dura – spiega Alvaro Beschi ripercorrendo per noi con il ricordo del pellegrinag-gio – con tappe già stabilite che prevedevano una ventina di chilometri al giorno di cammino. Meta finale, simbolicamente carica di significati che ricor-dano l’attualità alla ricerca di integrazione, la Collina del Papa, a poca strada da Gerusalemme. Monta-gnola donata quarant’anni fa a Papa Paolo VI dal Re di Giordania. Ma come mai oggi è ancora deserta, inutilizzata e custodita da una famiglia di beduini? “Perché questo luogo è situato in mezzo al confine fra Palestina ed Israele – risponde con rammarico Beschi – in pratica non si sa dove passerà il muro”. Prima del paradosso e della curiosità legata ad una situazione che ha dell’incomprensibile, c’è stato il viaggio. O meglio il pellegrinaggio, che ha accolto un “arrivano i nostri”, finalmente senza arroganza, incrociando la statale 90 che attraversa Israele. Qui

hanno camminato i nostri, che colleghiamo ai sen-timenti scaturiti nel calpestare affaticato comune di terra madre senza pace. “Eravamo come una gran-de famiglia – prosegue Alvaro Beschi – in due set-timane abbiamo visto e toccato con mano l’Israele e la Palestina di oggi con uno sguardo particolare”. Da pellegrini appunto. Con l’occhio ingenuo che traduce intensamente fatica e sudore in realismo del vissuto. “Quello che balza agli occhi è la grande diversità di condizione economica e sociale delle due popolazioni – spiega ancora Beschi – prendia-mo ad esempi gli ospedali. Quelli della Palestina, a Gerico ed Betlemme sono molto scadenti. Per cose serie i palestinesi devono così ricorrere alle struttu-re israeliane, ma la trafila burocratica è complessa. Insomma il permesso di cura è difficile da ottene-re.” Il cammino va avanti nella colorata complessità dell’impegno di percorso che favorisce anche qual-che angolo di serenità vacanziera “Siamo riusciti a

ScenarioA piedi da Akko a Gerusalemme

Attraverso i muri di Terra Santa

Il viaggio di Alvaro Beschi da Bedizzole insieme ad altri 37 pellegrini nei luoghi e le contraddizioni di Israele e Palestina. Per un “arrivano i nostri” cattolico ideale e senza arroganza

fare un bagno nel lago “mare” di Tiberiade e nel Mar Morto, come dei tranquilli turisti i gita – precisa il no-stro pellegrino – un regalo credo meritato, viste le grandi difficoltà che abbiamo incontrato viaggiando in questo modo sotto un sole cocente. Fatiche che ci hanno fatto conoscere una solidarietà spicciola ed essenziale ormai sconosciuta. Come il giorno in cui una ragazza appartenente al nostro gruppo non ce la faceva più ed ha trovato un salutare e fortuna-to passaggio su un asino”. A fatiche, visioni, contrasti e luoghi si sono aggiunti poi gli incontri “importanti – come li definisce Alvaro – dal Vescovo di Galilea, Monsignor Giacinto Marcuzzo, alla bellissima comu-nità di Mondo X sul Monte Tabor, a Suor Lucia che a Betlemme si occupa del Caritas Baby Hospital a cui abbiamo portato farmaci, al Patriarca Latino di Gerusalemme Monsignor Fouad Twal, che ci ha ac-colto con grande familiarità”. Fine del viaggio con qualche riflessione drammatica di Alvaro Beschi ri-cavata dalle immagine dei muri (del pianto e della divisione) che fanno pensare a “Palestinesi disperati per un muro in costruzione ed israeliani che piango-no per il solo muro che gli è rimasto”. Ma non solo di sofferenza si narra in Israele e Palestina. Forte e concreta è la speranza. E’ quella del Patriarca di Ge-rusalemme, che invia un trittico di comunicazione riassunto nelle 3 P dedicate di Preghiera, Progetto e naturalmente Pellegrinaggio. Come quello realizzato da Alvaro ed amici. Che con il loro mistico peregri-nare senza motore hanno contribuito con passione a rizzollare la fertile religiosità di Terra Santa.

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[Bedizzole / Valchiese]

Voci su lettera. Da un fronte di guerra, lontano quasi un secolo, ma ancora in grado di suscitare quell’annodarsi sincopato delle emozioni. Grande Guerra 1915 – 1918. Molte missive. Molti dolori. E molti “A chi dimanda di me”, scritto da Maurizio Abastanotti per Liberedizioni Brescia, a giustificare un’assenza che tanto assomiglia alla morte. L’autore ha sondato a fondo in quei carteggi da trincea, umilmente redatti dalle anime più o meno semplici dei militari valsabbini e gardesani dell’epoca. Lettere e diari contrappuntati dall’originalità di un sentimento esternato con minuziosa passione rappresentativa. Con la lingua viva dell’epoca. Sostenuta da note introduttive, commento e collegamenti, che Abastanotti adagia al verso di lettura con rispettosa e leggera dolcezza interpretativa. Alla fine i concetti si materializzano con efficacia in una sorta di educativo reality, che l’effettiva e non virtuale verità rende riservato e pudico nelle sue tonalità narrative. Un gusto per la realtà che accomuna gli intenti dello scrittore al lavoro teatrale “La Guerra negli Occhi” per la regia di John Comini e l’intensa interpretazione di Andrea Giustacchini. Una rappresentazione che sovente accompagna le presentazioni pubbliche del libro anche con il contributo del coro Faita di Gavardo. Nella progressione sentimentale, poco avvezza alla retorica, sta la regola interpretativa di questa letteratura dal fronte. Nel paradosso guerrafondaio l’umile riproposizione di una semplicità d’animo d’altri tempi, che ispira robustezza nei presunti deboli contro l’arroganza sempre vile di chi spedisce il prossimo al macello. “Io sono in prima linea sotto la pioggia di proiettili, e sempre cantando avanziamo, tutti allegri e ridendo vedendo gli austriaci a scappare come tante lepri seguite da cani”. Questo uno dei paradossali incisi che leggiamo nella raccolta di Abastanotti. Si tratta di una considerazione comunque successiva rispetto al conferire forza d’animo a chi sta a casa “...fatti coraggio anche tu che sei così trimiva”. Prima l’attenzione all’altro. In questo caso la sorella trimiva. Originalissimo aggettivo dall’arcaismo Ottocentesco che si traduce in facile a tremare di paura. Supporto utilizzato classico di questa grafica dai meandri solidali di trincea, la cartolina postale. Ma ci sono anche le

lettere che parlano, ancora in chiave paradossale, di “bombardamento notturno veramente pittoresco” o di paure talmente ossessive nel dare traccia di sé al nemico al punto di avere scrupolosamente“..orinato nella borraccia che si beve”. E le storie viaggiano, senza intermezzi apparenti, fra quelle parole che sembrano masticate in tempi normali. Tanto normali da non escludere risentimenti “cara sorella io ti dico di non più dirmi che io sono così come che ti chredi tu perché così non andiamo

dacordi” concludendo che se ne riparlerà dopo la guerra. Tratto di vita considerato con ingenua, fatalistica e disarmante normalità. Angelo Guatta, da Gavardo, del Battaglione Alpini Montesuello, non poté comunque far valere le proprie ragioni di merito, perché il conflitto se lo portò via sette giorni prima della sua conclusione. Nella solennità maligna e sfortunata del verso semplice che si traduce in sofferenza nel non poter più chieder semplice conto “A chi dimanda di me”.

Raccolta di lettere dal fronte della Grande Guerra

Scrivere, leggere e fare la guerra

“A chi dimanda di me”, un volume curato da Maurizio Abastanotti per raccontare realtà, emozioni e ritagli di vita dei soldati

valsabbini e gardesani in armi nel conflitto datato 1915 - 1918

TEATRO DON GORINI - Piazza XXV Aprile - BEDIZZOLE

STAGIONE TEATRALE 2008/2009Organizzata dall’ Assessorato alla Cultura del Comune di Bedizzole

Dal 10 Ottobre 2008 al 27 Marzo 2009 - Inizio spettacoli ore 21:00

PR

OG

RA

MM

A

Venerdì 10 ottobre 2008IL VOLPONECommedia Brillante di Ben JonsonRegia Dario FurnariIL NODO TEATRO

Venerdì 31 ottobre 2008IL BERRETTO A SONAGLICommedia Brillante di Luigi PirandelloRegia Enzo RapisardaNUOVA COMPAGNIA TEATRALE DI VERONA

Venerdì 7 novembre 2008CLOWN IN LIBERTA’Spettacolo di ClownTEATRO NECESSARIO DI PARMA

Venerdì 21 novembre 2008LA LOCANDIERACommedia Brillante di Carlo GoldoniRegia Roberto PulieroLA BARCACCIA DI VERONA

Venerdì 5 dicembre 2008SAN ROCCO E L’INVISIBILERegia e interpretazione Fausto Ghirardini e Alessandro ManziniVIANDANZE

Venerdì 12 dicembre 2008LA GUERRA DEGLI ASPARAGICabaret Satirico di Pierre LoukiRegia Raffaello MalesciIL NODO TEATRO

Venerdì 9 gennaio 2009MULINI A VENTO

Spettacolo sulla figura di Don ChisciotteCOMPAGNIA FERRUCCIO CAINERO

Venerdì 23 gennaio 2009

EXTRACOMdi Giacomo GambaCOOPERATIVA TEATRO LABORATORIO

Venerdì 6 febbraio 2009

CUORE DI TERRAMemoria per i sette Fratelli CerviRegia Bernardino Bonzani – Monica MoriniTEATRO DELL’ORSA DI REGGIO EMILIA

Venerdì 20 febbraio 2009LA MAGNIFICA INTRAPRESAGaleas per MontesRegia Titino CarraraLA PICCIONAIA – I CARRARA VICENZA

Venerdì 6 marzo 2009IL GIARDINO DEI CILIEGICommedia di Anton CechovRegia Davide CornacchioneIL NODO TEATRO

Venerdì 20 marzo 2009LA CURT DEI PULI’Commedia Dialettale di Renzo BrescianiRegia Lucio GerriASSOCIAZIONE CULTURALE SR

Venerdì 27 marzo 2009 LA VEDOVA IN GIALLOCommedia Dialettale di John CominiRegia John CominiCOMPAGNIA DELLE CONTRADEEvento Speciale Ingresso Libero

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE18

Settima edizione della ormai tradizionale Gita dei Viandanti quella che domenica 7 Settembre ha raccolto, come nelle passate edizioni, un nutrito e fedele gruppo di appassionati sui sentieri della Valvestino. Pienamente raggiunto l’intento degli organizzatori, Antonio e Roberto, di rievocare situazioni ed emozioni sui cammini storici di questa valle. Il percorso infatti ha ricalcato i passi che gli addetti al servizio di posta percorrevano più volte alla settimana per unire la valle con il lago d’Idro e garantire i collegamenti tra la Valvestino e la valle Sabbia ed il Trentino.

Chi è partito da Persone, chi da Armo, chi da Magasa, ma appuntamento per tutti in quel di Messane, quota 1088, per risalire, tramite lo storico sentiero, sino a Bocca di Valle, quota 1392. Da qui ben 47 viandanti, record assoluto, hanno iniziato la discesa verso Bondone e Baitoni dove, sulle sponde del lago, si è consumato l’immancabile banchetto.Un particolare grazie ad Antonio e Roberto, ma grazie anche ai viandanti a quattro ruote che ci hanno garantito, dopo la fotografia di rito, un più agevole rientro.

Sette stagioni per la divertente gita dei Viandanti

Valvestino gambe in spallaQuest’anno i 47 appassionati hanno camminato lungo lo storico tragitto, più volte settimanalmente percorso

dai postini dell’epoca, per consegnare lettere e collegare il territorio valvestinese con Valle Sabbia e lago d’Idro.

Scenario

Con due concerti di Mozart, eseguiti dal pianista Francesco Mancuso e dai Solisti di Genova, domenica 23 novembre, presso la Sala dei Provveditori di Comune, riprenderanno gli appuntamenti dei “Pomeriggi Musicali” di Salò, organizzati dall’associazione Mu.Sa in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura cittadino e giunti ormai alla loro sesta edizione.

Quasi cento gli artisti presentati nelle passate manifestazioni, oltre mille le presenze com-plessive in ogni stagione, molti gli spettatori provenienti da vari paesi sparsi nella provin-cia e altrove, recensioni calorose di quotidia-ni e periodici specializzati e un grande affet-to del pubblico, sono i lusinghieri risultati di un’iniziativa che registra un successo sempre crescente, anche grazie al vitale sostegno di

sponsor illuminati.Gli addetti ai lavori hanno segnalato l’origina-lità delle proposte offerte dai “Pomeriggi”: la stagione concertistica 2008/2009 presenterà un duo di chitarre, un recital pianistico, un quartetto di sax, violino e pianoforte, arpa e flauto, pianoforte a quattro mani, lo strepito-so Enoch Arden di Richard Strauss (per voce recitante e piano), e uno spettacolo in prima esecuzione bresciana, dove un’attrice reciterà testi di Tonino Guerra, con musiche origina-li di Andrea Scarpone eseguite da chitarra e fisarmonica (Luca Lucini e Mario Stefano Pie-trodarchi).“Si tratta di una rassegna di musica da camera unica nel suo genere” ha spiegato l’Assessore alla Cultura del Comune, prof. Gualtiero Co-mini. “Accanto al Festival violinistico interna-zionale Gasparo da Salò, questa manifestazio-ne rende la nostra città all’avanguardia della promozione musicale nella provincia brescia-na”. Analoga soddisfazione ha espresso anche il Sindaco, Avv. Giampiero Cipani: “I Pome-riggi sono entrati da tempo nel pieno della loro maturità: anche quest’anno vedremo im-pegnati talenti di fama nazionale e internazio-nale. Basti il nome del flautista Massimo Mer-celli, regolarmente presente nelle maggiori sedi concertistiche del mondo, dalla Carnegie Hall di New York, al Teatro Colon di Buenos Aires, dal Concertgebouw di Amsterdam all’Auditorium RAI di Torino, Victoria Hall di Ginevra, San Martin in the Fields di Londra, Parco della Musica di Roma, Filarmonica di San Pietroburgo, Filarmonica di Berlino. E’ un vanto per l’Amministrazione poter offrire alla cittadinanza concerti di grande valore in una cornice prestigiosa come la rinnovata Sala comunale dei Provveditori”.

Ingresso a cinque euro (posti non numerati). Per ulteriori informazioniwww.associazionemusa.com

Dal 23 novembre i Pomeriggi Musicali a Salò

Armonie all’ora del te

VI Edizione con 10 interessanti appuntamenti domenicali (ore 17.00) organizzati a cura dall’Assessorato alla Cultura

ed al Turismo nella Sala dei Provveditori

città di salò

assessorati alla cultura e al turismo

domenica 23 novembre 2008I SOLISTI DI GENOVAFrancesco Mancuso , pianoforte

Musiche di W. A. Mozart

domenica 30 novembre 2008LE VARIAZIONI GOLDBERGDuo Caputo-Pompilio

Musiche di J. S. Bach

domenica 7 dicembre 2008I DUE VOLTI DELLA FISARMONICALuca Colantonio, fisarmonicaMusiche di Bach, Scarlatti, Angelis, Semjonow, Piazzolla

domenica 14 dicembre 2008RECITAL PIANISTICO

Chiara Opalio, pianoforteMusiche di Bach, Beethoven, Liszt

domenica 21 dicembre 2008DIZIONARIO FANTASTICO

Meme, voce recitanteLuca Lucini, chitarraMario Stefano Pietrodarchi, fisarmonicaTesti di Tonino GuerraMusiche originali di A. Scarpone

domenica 11 gennaio 2009Duo violino-pianoforteAlberto Maria Ruta, violinoAntonello Cannavale, pianoforteMusiche di Beethoven, Grieg

domenica 18 gennaio 2009Duo pianistico 4 maniElena Pinciaroli & David Boldrini, pianoforteMusiche di Mozart, Schumann, Brahms, Schubert

domenica 25 gennaio 2009ENOCH ARDEN ...naufrago per amore...Luciano Bertoli, voce recitanteMatteo Falloni, pianoforteMusiche di R. Strauss su un racconto di A. Tennyson

domenica 1 febbraio 2009Duo flauto-arpa

Massimo Mercelli, flautoPatrizia Tassini, arpaMusiche di Bach, Corelli, Rossini, Spohr, Shankar

domenica 8 febbraio 2009IL GIRO DEL MONDO IN 60 MINUTIQuartetto “ACCADEMIA” (sassofoni)Musiche di Rossini, Bozza, Gershwin, Françaix, Romero

un progetto di:

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SALA DEI PROVVEDITORILUNGOLAGO ZANARDELLI 52 - SALO’Ingresso Euro 5,00inizio spettacoli ore 17:00

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 19

[Garda / Valvestino]

Studio di fattibilità del Consorzio Garda Uno

Depurare brescianamente

Italia Nostra approda a Maguzzano in difesa del paesaggio del Garda. Definito “uno dei 10 siti nazionali a maggior rischio di distruzione”. Nell’antico Monastero Benedettino si sono così svolti una serie di incontri aperti agli studenti, una tavola rotonda di esperti nel settore, visite guidate e distribuzione di materiale informativo inerente la difesa dell’ambiente. Una giornata dunque di appassionata sensibilizzazione a favore di un territorio in

Programmi, prospettive e progetti per la de-purazione della sponda bresciana del Garda. Si parla di convogliare le acque in un nuovo collettore, diviso in tre sistemi, che dall’alto lago, passando per il medio fino al basso, porterebbe, con circa 90 km di tubi, ad un depuratore, da collocare nel territorio di Lo-nato, che riverserebbe a sua volta i residui nel fiume Chiese. Lo studio è stato presentato grazie ad uno studio di fattibilità a cura del Consorzio Garda Uno e prevede costi stima-ti in circa 50/milioni per il sistema di colletta-mento. Fra i 25 e 40 a seconda delle soluzioni tecnologiche utilizzare per il depuratore e altri 10/milioni per il canale di collegamento con il Chiese. Il dettaglio progettuale parla di tubi liberi (39 a pelo libero e 51 a pressione) da Tignale e Gardone fino a Lonato, insieme

Si tratterebbe di collegare ad un nuovo impianto di depurazione, situato in zona Lonato Calcinato, tutti i comuni della sponda bresciana del Garda, per convogliare poi i residui nel Chiese. Spesa prevista circa 90/milioni per un oggettivo miglioramento in ragione della tutela ambientale. L’accertato interesse degli enti pubblici.

ovviamente al nuovo impianto di depurazio-ne ed al canale di scolo. La potenzialità previ-sta, in chiave proprio di bonifica delle acque, viene riferita ad un bacino d’utenza di circa 260/mila abitanti. Lo spazio prescelto per l’in-stallazione della struttura depurante e quello di Lonato al confine con Calcinato. Da qui il collettore per arrivare al Chiese (circa 9 km) e l’importante possibilità di utilizzo degli sca-richi trattati, nel periodo di irrigazione della campagna, ai vari consorzi irrigui e di bonifica della zona. Un’operazione insomma a tutto campo che sembra interessare sia gli enti pubblici e l’AATO (Autorità d’Ambito Terri-toriale ed Ottimale) di Brescia. Dallo studio di fattibilità stilato dal Consorzio Garda Uno, si dovrà ora passare alla concretizzazione esecutiva del progetto.

Un incontro di Italia Nostra a Maguzzano

Pro paesaggio GardaL’accertato alto livello di rischio di deturpazione del territorio benacense. L’importanza dei controlli sulle previsioni urbanistiche da parte della soprintendenza

ed il sostegno dei cittadini nel denunciare gli abusi

cui emergono problematiche di tutela non indifferenti. Dagli studi emersi e sviluppati anche a cura dell’architetto Rossana Bettinelli, vice presidente nazionale e presidente della sezione bresciana di Italia Nostra, il pericolo di degrado del Benaco risulta in compagnia di altri luoghi a rischio quali il paesaggio senese, quello urbano di Torino e il parco di Monza. Le valutazioni sul campo effettuate da Italia Nostra parlano di un notevole ed eccessivo incremento dell’attività edilizia nella zona

in rapporto all’effettivo incremento della popolazione. Soluzioni? Secondo Italia Nostra tra le altre cose è importante sostenere il ruolo attivo delle soprintendenze, attraverso un controllo adeguato delle previsioni urbanistiche. Una funzione quest’ultima inserita nel nuovo codice dei Beni Culturali. Mentre rimane fondamentale il contributo, da parte di tutti i cittadini, nell’esprimere il proprio dissenso agli episodi di scempio.

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE20

Scenario

Dal vapore del treno allo splendore palla-diano di Villa Mazzucchelli. A Mazzano. Con il fascino multiforme dei suoi musei. La stupen-da struttura, localizzata in frazione Ciliverghe, sarà infatti una delle tappe (22 novembre) con visita guidata, prevista sull’itinerario del Treno a Vapore sui binari di Provincia e din-torni, ideato dal Touring Club Italiano. Il pro-gramma completo del viaggio, riguarda un lasso di tempo che da settembre arriva a gennaio 2009. Scopo complessivo delle visi-te, come spiegato dai Consoli delegati loca-li del TCI è la valorizzazione della provincia bresciana, con qualche escursione all’ester-no e del suo patrimonio artistico, architet-tonico, storico ed ambientale in chiave di divulgazione turistico promozionale. La lo-comotiva a vapore ha suddiviso così il suo raggio d’azione sia in aree geografiche che di valutazione tematica. Qualche esempio rammenta il viaggio che ha portato recente-

Con il treno organizzato dal Touring Club Italiano

Provincia da viaggio al vapore

mente i partecipanti al Museo delle Miniere di Pezzaze, alla scoperta degli antichi rituali di scavo e lavorazione del ferro. Il treno ha poi già percorso i tragitti da Bergamo fino al lago d’Iseo, con successive gite all’aria aperta in bici e battello e da Milano ancora fino ad Iseo via Rovato. Altre mete raggiunte quel-le situate all’interno delle cosiddette Colline della Storia. Da Lonato, a Castglione delle Si-viere, Custoza, Sommacampagna, Villafranca e Valeggio, fino a Solferino e San Martino della Battaglia, utilizzando l’andata e ritorno dalle stazioni ferroviarie anche con la bicicletta. Le grandi Ville Bresciane – Fenaroli (25 ottobre) e Mazzucchelli (22 novembre), completano, con tocco di classe nobiliare efficacemente divulgativo, il nutrito pacchetto di proposte curate dal Touring Club Italiano. In partico-lare la Casa Museo di Ciliverghe, valorizzata con grande intuito da Franca Meo, propone ai turisti viaggianti i suoi preziosi spazi archi-tettonici, l’interessante pinacoteca, le originali e caratteristiche esposizioni dedicate a vino, moda e costume.

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Gli spettacoli del24 ottobre GIGI PROIETTI 15 novembre GRIGNANI IN CONCERTO22 novembre DON BOSCO IL MUSICAL 28 novembre VINICIO CAPOSELLA IN CONCERTO 7 febbraio AUSTRALIAN PINK FLOYD 21 febbraio FRANCO BATTIATO IN CONCERTONON USUFRUISCONO DEGLI SCONTI

Anche Villa Mazzucchelli a Ciliverghe fra i programmi delle visite guidate organizza-te sul territorio bresciano e limitrofi. Dai vagoni sospinti dall’antica locomotiva, uno sguardo sulle pietre preziose, artistiche, culturali, storiche, ed ambientali

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 21

[Grande Brescia]

L’impor tan-te non è vincere ma par tecipare. Frase molto conosciuta, scelta e in-corniciata tra i fumetti che

caratterizzano il disegno di Bianca Boem, vincitrice del mini sondaggio – concorso “La Banca dei Colori”, per l’interpretazio-ne su carta delle emozioni fanciullesche al cospetto degli spettacoli di Acque Terre Festival 2008. La nuova iniziativa ha riscosso un notevole successo. Perché molti bambini hanno, ap-punto, partecipato. Una novità in più per l’ormai già affermatissima rassegna che na-viga, ormai da quattro anni, con poderosa intensità, nelle pieghe più originali di luo-ghi e spazi inseriti nel territorio di ben 17 comuni bresciani grazie ad una variegata tipologia di eventi spettacolari proposti. Per il 2008 sono state così consegnati, ai bambini presenti alle rappresentazioni, un foglio con la linea grafica essenziale della locandina del festival e un set di matite colorate. A loro il compito di racconta-re su carta la serata. Ne son venute fuori proprio di tutti i colori. Nel senso della grande capacità del dare tinte esclusive ad un’espressività tanto ingenua, quanto originale nel catapultare sogni e fantasie dentro la figura stilizzata di base. Case a colori. Fiori a più non posso. Farfalle ed api dal semplice, ma elegante, profilo. Animali di ogni genere. Fino al modernismo ec-centricamente vivace di smalti e borsette mutuati con la dovuta ironia dal mondo

Tanti i disegni dei bambini per la Banca dei Colori eseguiti in diretta durante

gli spettacoli di Acque Terre Festival

Ne han combinate di tutti i colori

dei grandi. Scrutati da capo a piedi. I pre-sunti grandi. Probabilmente mentre con il naso all’in su, pure loro per una volta

Primo Premio per Bianca Boem di cui riproduciamo qui sotto l’opera originale. Ma tutti i mini artisti hanno dato sfoggio di qualità creative di notevole impatto emozionale

ingenuamente, attaccavano lo sguardo e l’orecchio sulle magie dello spettacolo di turno.

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE22

In alto i “Cuori Ben Nati” per fortune e gloria di Rivoltella. Simboli viventi, con la loro musica , le loro feste e il loro impegno solidale, di aggrega-zione ludica, folcloristica e sociale. Da quaranta-due anni sulla scena. In questo angolo di Basso Garda identificato con il vestito stretto e quasi insopportabile di frazione desenzanese conse-gnatogli dalla storia. Ma i Cuori della Rivoltella, che fu comune autonomo fondato addirittura dai Romani, la tradizione hanno saputo con-servarla intatta. Grazie al prezioso, bonario, ma ineccepibile campanilismo del Presidente a vita del gruppo Luigino Mura, affettuosamente chia-mato con l’appellativo di “Verza”, che nel 1966 decise di mettere in piedi insieme ad altri amici l’attuale sodalizio. “La nascita ufficiale – racconta Giuliano Garagna, vice presidente dei Cuori Ben Nati, anche lui appartenente al nucleo fondato-re– si formalizzò a Rivoltella, in Via Parrocchiale nei locali della Trattoria Osteria Alpino. L’ispira-zione del progetto deriva dagli intenti originari di Mura, tuttora presenti nello spirito ideale del gruppo: sostenere e ricordare le tradizioni rivol-tellesi”. Per questo nello stemma dei Cuori Ben Nati spicca l’antico vessillo comunale accompa-gnato dalla torre campanaria di Rivoltella. Gli ini-zi dell’attività parlano subito la lingua del piace-re di stare a tavola. Grandi cene e pranzi di massa vengono organizzati nel centro storico e nel porto. Tradizioni che sono arrivate fino ad oggi, sempre all’insegna di sana e brillante rivalità con Desenzano. In

42 anni per l’associazione che custodisce le tradizioni di Rivoltella

Campanilisticamente Cuori Ben Nati

fase successiva si materializzò poi la scoppiettan-te verve della banda organizzata su basi ritmiche allestite con originalissimi e curiosi strumenti musicali. “Negli anni Quaranta Cinquanta – rac-conta Garagna – a Rivoltella si esibiva un piccolo complesso, di sette otto elementi, che utilizzava anche strumenti di legno. Rifacendoci a quella esperienza costituimmo la Banda, diretta ancora oggi da Lugino Mura, che costituisce la bandiera del gruppo ed ha fatto conoscere la nostra città in Italia ed all’estero”. Quaranta musici per un ensemble tutto da vedere. Con forbici giganti, pinze, martelletti, nacchere, ciabatte, piatti, tam-buri e batteria a sostenere un ritmo attraversa-to da suoni di violini, sax, chitarre e fisarmoniche. Un spettacolo. Colorato dalle divise dalle tona-lità stile gondoliere veneziano, che infonde la matrice Serenissima anche alla Rivoltella dell’at-tualità. Ma Cuori Ben Nati significa anche molto altro. Si diceva delle feste organizzate in onore del patrono San Biagio, di Pasquetta e del Bek. Ed ancora dei concorsi canori per bambini, dei presepi viventi, delle sfilate dei Magi, dei godu-riosi vinodotti, dei concorsi per miss , delle cene sotto le stelle, dei fuochi d’artificio, delle rac-colte fondi per so-lidarietà e dell’im-

mancabile happening estivo dedicato al Lago e all’Ospite al Porto di Rivoltella. “La organizziamo regolarmente da quarantadue anni nella prima settimana di agosto– aggiunge con orgoglio Giu-liano Garagna – anche l’edizione 2008 ha rac-colto un notevole successo di pubblico. Un con-senso popolare confermato anche in occasione della sfilata locale per l’elezione di Miss Lago di Garda per il concorso Miss Universe Italy, dei sempre apprezzatissimi fuochi d’artificio, delle molte altre iniziative promosse dal gruppo in questa stagione”. Tanto lavoro che trova il soste-gno di tantissime persone. Aldilà dei numeri e della formula associativa. I Cuori Ben Nati sono in sostanza un movimento che si auto alimen-ta di emozioni vitalisticamente gratificanti con divagazioni tematiche in libertà. Come il ramo operativo più giovane dei CBN che evolve nella sigla Los Caballeros. Efficiente staff che, alla Fe-sta del Lago e dell’Ospite, si è occupata di imbri-gliare la sete del nugolo accaldato di partecipan-ti spinando birra a volontà. Occupazione svolta con grande impegno. A dispetto dell’ironico stri-scione che ne reclamizzava l’immagine poco av-vezza a valorizzare le affinità elettive tra lavoro e razza umana. Ma il prendersi non troppo sul

serio fa parte del codice genetico della Rivoltella dei Cuori Ben Nati. Monar-chia assoluta e benevola. Dispensatrice di sogni e piaceri dal caravanserraglio creativo dell’anima forte di un indoma-bile campanile di gruppo.

Primo Piano Associazioni

Un Presidente a vita, Luigino “Verza” Mura. Tante feste organizzate negli anni. Una banda che più spettacolare non si può. Un sacco di divertimenti e di azioni solidali. Ma simpaticamente nulla da spartire con Desenzano

SOTTO TRACCIA OTTOBRE/NOVEMBRE 23

Primo Piano Aziende

Storie di freddo che riscaldano e promuovono la vivacità imprenditoriale italiana. E mettono il va-lore del mangiar bene surgelandone le proprie-tà qualitative, per riproporle intatte e gustose su tutte le tavole. Alcass, azienda di Bedizzole che produce appunto varie tipologie di surgelati sotto il prorpio marchio “Amica Natura” oltre che per altri importanti marchi italiani ed esteri, appar-tiene a questo mondo che, dall’attenta osserva-zione delle ragioni del mercato, evolve work in progress verso produzioni sempre più interessan-ti a disposizione dei palati collettivi. Così, parten-do dai tradizionali vassoi delle carni al naturale, si passa alle buste fatte si di polpa, ma con l’ag-giunta della patata e del sugo già pronto ed agli astucci che raccontano di hamburger, polpette e salsicce. Insomma come recita lo slogan “gli unici secondi che battono i primi..”. Per arrivare alla no-vità assoluta che mette in campo Amica Natura Veggie. Burger, cotolette e polpettine totalmente vegetali, a base di soia, ma buone come quelle carne. Ovvero il vegetale ma con le proteine ed i valori nutrizionali paragonabili alla carne, per una ricetta nuova ed esclusiva dall’apprezzabilis-simo e collaudato sapore. D’accordo. Ma come si fa a raggiungere questi importanti risultati a li-vello qualitativo e commerciale? “Prima di tutto surgelando bene – risponde sorridendo Renato Bonaglia, Amministratore delegato di Alcass – e monitorando con scrupolo le sempre più diversi-

La sapiente formula dei surgelati ALCASS

Reazioni a freddo per gusti qualità

ficate richieste che ci vengono dai consumatori”. Formula semplice per trascrivere un modo di fare che si è ben costruito nel tempo. Intanto Bona-glia ha le idee proprio chiare. Poi spiegheremo le formule. Nel curriculum una laurea in ingegneria gestionale ed esperienze importanti in aziende primarie nel settore alimentare, senza trascurare qualche conoscenza in altre tipologie d’impresa. Poi un bel giorno vien fuori la Alcass. “L’idea era partita dai miei suoceri Carla Gagliasso e France-sco Tusi – racconta l’ingegner Bonaglia – avevano fondato a Brescia un’azienda che produceva pa-sti caldi per le mense. Era una delle prime. Poi il mercato settoriale diventò complesso e decisero con grande oculatezza di vendere ad una realtà più grande, senza però rimanere con le mani in mano. Per questo rilevarono una ditta di Bedizzo-le con l’idea di fornire gli alimenti per questi gran-di catering destinati alla ristorazione collettiva. In realtà l’evoluzione fu verso l’impegno nel campo della surgelazione”. E’ di quel periodo l’entrata in Alcass di Renato Bonaglia, che con la moglie Ro-berta, laureata in economia aziendale e respon-sabile del settore amministrazione e finanza, oggi guida la ditta bedizzolese. “Ho sempre creduto nel valore della piccola media impresa – spiega ancora Bonaglia che tra l’altro è presidente na-zionale proprio di Union Alimentari CONFAPI – ma conosco perfettamente le complessità di generare innovazione in un ambiente già molto connotato in chiave operativa tradizionale. Per questo motivo il mio intento è stato quello di portare in Alcass un certo tipo di professionalità, senza snaturare la cultura imprenditoriale classica del nostro territorio”. Un’intuizione che ha dato ottimi risultati. Anche grazie a quella che Bona-glia definisce efficacemente la funzione “cuscinet-to” propria del professionista scrupoloso, nella mediazione con la realtà lavorativa già esistente. Emerge a questo proposito, nello staff di Alcass, la presenza di figure professionalmente molto elevate che si occupano di produzione, ricerca, sviluppo, controllo di qualità e naturalmente am-ministrazione. I singoli fattori della formula di cui si diceva, stanno dunque mettendo a punto lo svolgimento chiarificatore della equazione funzio-nale di Amica Natura, via Alcass. E qui scopria-

mo altre carte. Per esempio che il fatto di saper raffreddare bene non è una battuta. “La conser-vazione delle proprietà del prodotto – precisa infatti l’AD di Alcass – è garantita in rapporto alla velocità di surgelazione. Insomma surgelare con il freezer di casa non è la stessa cosa. Solo la rapi-dità nell’esecuzione nell’abbassare la temperatura, garantisce il mantenimento integrale del valore nutrizionale degli alimenti. Noi abbiamo investi-to molto in questa tecnologia”. Eccola di nuovo l’essenza della formula. Quella che riduce l’acqua in cristalli piccolissimi. Tanto piccoli che, quando vengono fatti rinvenire a temperatura ambiente, impediscono la rottura della parete delle cellule. E proteine & C. rimangono intatti. Felice combi-nazione di elementi. Che ci fa ragionare meglio sulla qualità dei surgelati. Pensiero che Alcass ha positivamente interpretato con un marchio qua-litativo di alto livello. Uno standard talmente ele-vato da aver ricevuto l’attenzione concretamente collaborativa di Solae, del gruppo multinazionale statunitense Dupont, che produce e promuove gli alimenti “meat free” - senza carne, nutrienti però in pratica come delle pietanze di carne. Par-liamo della soia, ultimo surgelato a cura di Alcass “La nuova linea di prodotti vegetali sviluppata con Solae – conclude Renato Bonaglia – apre nuove ed importanti potenzialità nel segmento saluti-stico, ma anche in quello tradizionale”. Per una reazione a catena alternativamente gustosa, che un nobile freddo ha saputo imprigionare in una magica formula di fragranza e qualità.

L’azienda di Bedizzole guidata da Renato Bonaglia interpreta l’alimentazione con tecnologie d’avanguardia. Ed ora la novità dei prodotti a base di soia: con tutta la ricchezza delle proteine vegetali e dalle grandi potenzialità di sviluppo sul mercato