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L’équipe carcere del Sert d’Ivrea in collaborazione con la Casa Circondariale d’Ivrea e i consulenti operanti all’interno del progetto presentano marzo 2001 – febbraio 2003

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L’équipe carcere del Sert d’Ivrea in collaborazione con la Casa Circondariale d’Ivrea e i consulenti operanti all’interno del progetto

presentano

marzo 2001 – febbraio 2003

“Uscire dal carcere non è che l’inizio. Evadere dal proprio passato, questa è la vera sfida”.

Ronan Bennet, La seconda prigione

A cura del dott. Giove Marcello con la collaborazione delle assistenti sociali Pellerej Jole e Colliard Larry, dell’educatore professionale Ganci Alessandro. Inoltre hanno contribuito il dott. Bellone Enrico, la dott.ssa Campoleoni Paola, la dott.ssa Cocco Stefania, l’animatrice Maggi Simona, la dott.ssa Meloni Carmen, l’assistente sociale Motto Ros Marco. Supervisione del dott. Zarmati Carlo.

INDICE PREMESSA pag. 1

1. BREVE STORIA DEI RAPPORTI TRA IL SERT E LA CASA CIRCONDARIALE D’IVREA

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2. LA REALTÀ DELLA CASA CIRCONDARIALE D’IVREA

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3. ATTIVITÀ DEL SERVIZIO TOSSICODIPENDENZE DELL’ASL 9

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4. IL PROGETTO DELLA SEZIONE DI PRIMO LIVELLO

4.1. MATURAZIONE DEL PROGETTO >> 9

4.2. FORMULAZIONE DEL PROGETTO >> 11

4.3. NORME DI RIFERIMENTO >> 12

4.4. TEMPI E FASI DI REALIZZAZIONE, L’AVVIO DEL PROGETTO

>>

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4.5. IL PROGETTO TERAPEUTICO TRATTAMENTALE OGGI

4.5.1. LA SEZIONE PRIMO LIVELLO >> 17

4.5.2. LA PROPOSTA D’INGRESSO IN SEZIONE >> 18

4.5.3. L’INGRESSO IN SEZIONE >> 19

4.5.4. COM'È ORGANIZZATA LA SETTIMANA >> 22

4.5.5. ALCUNE ATTIVITÀ >> 23

II

4.5.6. LE RESPONSABILITÀ >> 26

4.5.7. GIORNATA-TIPO >> 28

4.6. VALUTAZIONE DEL PROGETTO

4.6.1. OBIETTIVI, INDICATORI E STANDARD >> 29

4.6.2. STRUMENTI E SISTEMI DI RILEVAZIONE >> 31

4.6.3. CONSIDERAZIONI >> 32

4.6.3.1. I DATI >> 38

4.6.3.2. FOLLOW UP >> 49

5. RIFLESSIONE >> 60

III

PREMESSA La carcerazione del tossicodipendente costituisce un progressivo passo nell’emarginazione e un ulteriore fattore di rischio, che va ad aggiungersi a quello prodotto dalla dipendenza, con la lacerazione progressiva dal proprio ambiente sociale e familiare, nel quale si è manifestato il disagio: all’interno dell’ambiente penitenziario i tossicodipendenti manifestano un bisogno di contenimento del disagio della detenzione e della tossicodipendenza con i problemi a loro connessi. Il carcere può rappresentare per molti giovani, detenuti per reati finalizzati all’acquisto della sostanza e comunque non delinquenti abituali, l’occasione per entrare in circuiti delinquenziali di più vasta portata, che possono rappresentare per loro, dopo la scarcerazione, un riferimento ed un aiuto pagati al prezzo di altri reati. Nei soggetti che appartengono al cosiddetto “sommerso” l’esperienza custodiale può costituire una conferma della sfiducia che hanno in sé e negli altri, allontanandoli dall’opportunità che la detenzione apre nel corso della propria storia e dell’uso e rinforzando i fattori patologici della dipendenza a danno di un’auspicabile progettualità futura. Parallelamente, nei soggetti che prima della detenzione hanno tentato di stabilire un’iniziale e fragile relazione di aiuto con il Sert o con la Comunità o con un’altra agenzia similare, il periodo di carcerazione rappresenta una grave discontinuità terapeutica: ciò può provocare una drastica caduta della nascente motivazione e disponibilità alla cura, provocando una frattura nel processo di maturazione, con la difficoltà dell’elaborazione del fallimento. Dato preoccupante è il basso numero di soggetti che continuano o vengono avviati ad un programma terapeutico o adeguatamente agganciati al territorio al fine pena o in alternativa ad essa: dovrebbe esserci una continuità di trattamento per i detenuti in entrata ed uscita dal carcere. Inoltre, nel tossicodipendente la reclusione rischia di avviare comportamenti sempre più a rischio come l’autolesionismo, l’omosessualità forzata e la ricaduta in cui c’è il pericolo che venga messa a repentaglio la tutela della propria e altrui salute. Più complessa è la situazione dei cosiddetti “delinquenti-tossicomani”, ossia soggetti devianti che fanno parte della microcriminalità giovanile o della malavita organizzata e secondariamente fanno uso di sostanze stupefacenti con motivazioni diverse: il disturbo o il tratto antisociale egosintonico o egodistonico li rende complici di un sistema carcere autoescludente e che rinforza il processo di emarginazione e di sofferenza psichica. Sono rappresentati da soggetti in cui la tossicodipendenza si inserisce all’interno di un quadro di riferimento in cui è presente una grave alterazione del sistema interno di valori, definiti dalla

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collettività come “criminali di mestiere”, e/o un grave disturbo di personalità, un disturbo dell’identità, e/o una struttura boderline. In sintesi, “il detenuto tossicodipendente sembra essere pertanto una persona doppiamente impedita nelle sue capacità di scelta e di azione perché oltre ad essere separata fisicamente dal proprio mondo familiare e sociale lo è anche dalla sostanza stupefacente con la quale manteneva una relazione quanto mai complessa e che lo fa individuare nell’ambito del carcere diverso dagli altri detenuti e spesso da loro mal sopportato. Nello stesso tempo, proprio in virtù di questa separazione, riemerge con tutta la sua pregnanza quel mondo emotivo, affettivo che con l’uso della sostanza egli allontanava e anestetizzava” (Giampiero Ferrario). Pertanto l’incontro tra i due sistemi, tossicodipendenza e carcere, può originare effetti che dipendono dal tossicodipendente stesso (dalla sua storia, dalle sue fragilità, dalla sua consapevolezza, dalle sue risorse, dal momento che sta vivendo e dall’insieme complesso delle relazioni che ha in corso, con se stesso, con gli altri) e dal carcere (dal tipo di situazione concreta con cui è chiamato a confrontarsi: tipo di carcere, durata della carcerazione, condizioni e qualità di vita in sezione, persona che lì incontra, opportunità, pensabilità, condivisione, solidarietà). Inoltre, con l’entrata in carcere il tossicodipendente perde molti dei suoi diritti civili ed acquista nuovi diritti in aggiunta a tutti i doveri derivanti dal suo status di detenuto e contenuti nelle norme del sistema penitenziario. È in questo contesto, che viene concepito e nasce il progetto “Programma terapeutico trattamentale finalizzato al trattamento dei tossicodipendenti detenuti nella sezione a detenzione attenuata di primo livello in integrazione tra il Sert di Ivrea e la Casa Circondariale di Ivrea”, avviato nella sua fase preparatoria e preliminare nel mese di ottobre 2000 e iniziato nel mese di marzo 2001.

Il fallimento con la ricaduta, la recidiva carceraria e la discontinuità terapeutica per molti, l’assenza della tutela della salute, la progressiva cronicizzazione della propria tossicodipendenza, la perdita o l’assenza dell’integrazione sociale, i rischi correlati all’abuso e al consumo di stupefacenti, connessi a stili di vita potenzialmente dannosi durante e successivamente la carcerazione rappresentano sicuramente i fattori più delicati che il progetto vuole cogliere e tentare di arginare. La povertà e l’assenza della capacità di stabilire relazioni interpersonali, la sfiducia e la bassa stima di Sé, la perdita della competenza sociale e la mancanza di informazioni utili e che orientano i soggetti rispetto a poter fare delle scelte e a mettere in atto strategie funzionali costituiscono i fattori da supportare in riferimento alla costruzione di progetti in alternativa o alla fine della carcerazione.

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1. BREVE STORIA DEI RAPPORTI TRA IL SERT E LA CASA CIRCONDARIALE D’IVREA Il Sert d’Ivrea collabora dal 1991 con la Casa Circondariale del territorio. Dal 1994 si sono organizzate varie attività, interventi e formazioni attuati in integrazione tra Ser.T. e carcere (compresi quelli di formazione e inerenti al progetto Net finanziati dalla Legge 309 su proposta del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Giustizia e con delega al Provveditorato Regionale del Piemonte e Valle d’Aosta). Gli interventi messi in atto, fondano le loro ragion d’essere, nel tentativo di superare il preconcetto che il carcere rappresenti per il detenuto tossicodipendente un “buco nero” all’interno di un percorso terapeutico, dove è possibile solo attivare azioni di contenimento. Al contrario la detenzione può essere intesa come un possibile momento di cambiamento, “un anello” della catena terapeutica a cui spesso precede un “prima” e dove si può configurare un “dopo”. In particolar modo si sono realizzate attività specifiche ed esperienze innovative presso la Sezione a custodia attenuata di primo livello per tossicodipendenti, come ad esempio gruppi di automutuoaiuto, gruppi di sostegno psicologico, gruppi discussione, gruppi qualità della vita, progetto teatro-famiglia con l’apertura di uno sportello per familiari. Le attività suddette hanno rappresentato il nucleo esperienziale per l’elaborazione del progetto terapeutico trattamentale relativo alla Sezione stessa, proposto dal Sert d’Ivrea e sottoscritto dalla Casa Circondariale di Ivrea e dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e della Valle d’Aosta nell’ambito del Fondo Nazionale per la Lotta alla Droga, Legge 309/90, trasferito alle Regioni ex art. 1 comma 2 L. 18/02/1999 n. 45. La presenza di operatori del Sert all’interno della struttura detentiva è stata sollecitata, anche dall’ attiva presenza sul territorio della Commissione Comunale per l’attuazione del piano di intervento nel settore penitenziario1. La commissione, costituita da rappresentanti dell’ amministrazione comunale, della amministrazione penitenziaria, del Centro Servizio Sociale per Adulti, del Sert, del Centro regionale di formazione professionale, del volontariato, delle organizzazioni sindacali, si è posta sin dalla sua istituzione, l’obiettivo di attivare e mantenere un canale di comunicazione fra città e carcere attraverso lo sviluppo di iniziative ed attività in un rapporto di costante e proficua collaborazione con i vari soggetti coinvolti, per

1 istituita mediante atto deliberativo del Consiglio Comunale di Ivrea del 31 .12. 1986, atto che testimonia la lunga tradizione e storia di collaborazioni tra struttura pubbliche e private.

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la promozione coordinata di azioni ed interventi atti a migliorare le condizioni di vita dei detenuti e a favorirne un positivo reinserimento sociale. Dal 1996 è stata stesa una Convenzione tra Casa Circondariale d’Ivrea e ASL 9, con relativo protocollo operativo e varie revisioni in riferimento alle Linee d’indirizzo nazionale. Varie esperienze di collaborazione hanno fatto crescere la competenza dell’équipe integrata Sert-carcere (équipe carcere del Sert, Area Trattamento e Area Sanitaria della C. C. d’Ivrea): come quelle con i Sert di appartenenza dei detenuti, con la Polizia Penitenziaria, con la struttura “Arcobaleno” del carcere Vallette di Torino, con le varie agenzie del territorio, con il Comune d’Ivrea (il Sert partecipa alla Commissione Carcere e al Gruppo Operativo Locale dal 1999) e le Comunità, con l’Associazione Caritas dei volontari del carcere, con l’Associazione Fiocco Rosso, nella tutela dei detenuti HIV positivi, con il Centro Formazione Professionale che organizzano periodicamente corsi scolastici, culturali, di qualifica professionale e di formazione al lavoro, con la “fabbrichetta”, gestita dalla cooperativa sociale “Il Gabbiano”, che offre qualche possibilità d’inserimento lavorativo intramurario, con un mediatore culturale, che gestisce uno sportello per tossicodipendenti detenuti di lingua araba. Nel mese di aprile 2002 è stata steso un nuovo protocollo operativo, che, tra l’altro, definisce la prescrizione, l’approvvigionamento, lo stoccaggio e la somministrazione della terapia sostitutiva. Da diversi anni il Drop-In, il centro diurno a bassa soglia del Servizio Tossicodipendenze d’Ivrea, considera il carcere come un ambito in cui intervenire. A questo scopo, due operatori del Servizio, un’educatrice professionale ed una psicologa, svolgono l’attività in modo permanente presso la Casa Circondariale d’Ivrea, ove si recano ogni due settimane con cadenza regolare. L’obiettivo principale è relativo al mantenimento dei rapporti con quei frequentatori del servizio stesso che sono reclusi e che richiedono di restare in contatto con il Servizio. La funzione terapeutica si esplica il più delle volte come contenimento dei contenuti portati nei vari colloqui e nel mantenere i contatti con i familiari, con i loro operatori del Sert o di altri servizi, con gli avvocati, ovvero con la loro rete. E’ importante sottolineare che il lavoro che svolge il Drop-In viene regolarmente confrontato con gli operatori del Sert, che seguono i casi. Inoltre, il Drop-In in collaborazione con i consulenti del progetto della Sezione di primo livello ha prodotto un volantino da consegnare ai detenuti in uscita, in cui fornire informazioni rispetto al Servizio del Drop-In che è stato proposto come punto di riferimento per persone in difficoltà all’esterno.

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2. LA REALTÀ DELLA CASA CIRCONDARIALE D’IVREA La Casa Circondariale d’Ivrea ha una capienza di 208 posti, ma in realtà, per il sovraffollamento, ci sono molti più detenuti2. Nell’ambito dei circuiti trattamentali, la C. C. d’Ivrea ha censito nel 24.02.2003, su una popolazione presente di 327 detenuti, 94 (28,7 %) giovani adulti (soggetti con età dai 18 ai 25 anni), 17 (5,2 %) collaboratori di giustizia, 60 (18,3 %) soggetti in sezione semiprotetta (con divieto d’incontro con altri detenuti), 6 (1,8 %) in art. 21 (lavoro esterno) e in semilibertà. Secondo un’altra rilevazione puntuale effettuata il 09.10.2002 (sottostimata poiché si riferisce alla popolazione alla quale è stato possibile far una diagnosi di tossicodipendenza e alcoldipendenza: è presente un sommerso difficilmente quantificabile e rilevabile in quanto si nasconde e si intreccia nelle maglie della devianza e del disagio sociale, e viene assoggettato alle leggi interne dell’omertà e del carcere), su un totale di circa 331 detenuti presso la Casa Circondariale d’Ivrea il dato di prevalenza della tossicodipendenza è di 128 soggetti (circa il 38,7 %), di cui 39 extracomunitari, e quello della alcoldipendenza è di 23 soggetti (6,9 %), di cui 17 extracomunitari. La rilevazione dell’incidenza è più complessa e difficile poiché gravano più variabili, parzialmente controllabili, determinate da: il sovraffollamento delle carceri Vallette di Torino, San Vittore di Milano e di altre fuori Regione e, quindi, dal conseguente periodico e non prevedibile trasferimento di detenuti presso il carcere di Ivrea; dal fattore della custodia cautelare, che determina un flusso non monitorizzabile di individui che entrano per brevi periodi e che escono dal carcere; dalla mancanza di una reale e tempestiva rilevazione epidemiologica del fenomeno, legata, tra l’altro, alla pianificazione delle azioni di repressione della polizia nei confronti della microcriminalità e dello spaccio di sostanze stupefacenti, che consegue dei discontinui e scostanti aumenti della popolazione carceraria tossicodipendente. Più rilevabile è il fenomeno riferito alla popolazione carceraria tossicodipendenti e/o alcoldipendenti che formula una richiesta di aiuto da cui ne consegue una presa in carico: riferito al 2002 il dato di prevalenza è di 177 soggetti (di cui 39 residenti nel territorio dell’ASL 9) di cui il dato di incidenza rispetto al 2001 è di 55 casi (di cui 9 residenti nel territorio dell’ASL 9).

2 come risulta da una rilevazione puntuale del 31 dicembre 2002, in cui risulta che vi sono ristretti 357 detenuti, 203 condannati e 154 imputati, la presenza effettiva è di 71,6 % superiore alla capacità recettiva dell’Istituto penitenziario.

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3. ATTIVITÀ DEL SERVIZIO L’operatività del Servizio ha come riferimento il protocollo operativo allegato alla Convenzione tra il Sert e la Casa Circondariale d’Ivrea e il progetto terapeutico trattamentale relativo alla Sezione di primo livello per tossicodipendenti, proposto dal Sert stesso, sottoscritto dalla Casa Circondariale di Ivrea e dal PRAP del Piemonte e della Valle d’Aosta3. In sintesi, il percorso penitenziario del tossicodipendente detenuto è il seguente:

− Fase di informazione: il detenuto nuovo giunto, proveniente dalla libertà o trasferito da altro istituto penitenziario, che si dichiara tossicodipendente, viene segnalato al Sert attraverso una scheda informativa dall’educatore ministeriale, che fornisce allo stesso ogni notizia utile concernente gli interventi ordinati alla cura ed alla riabilitazione degli stati di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza disponibili nell’Istituto, i compiti assegnati al servizio tossicodipendenze e le relative modalità di accesso. Qualora il detenuto nel corso della visita medica si riveli tossicodipendente e/o alcooldipendente e rifiuti l’accertamento o l’intervento terapeutico e socio-riabilitativo o il programma farmacologico con impiego di farmaci sostitutivi, rimane in carico al Servizio sanitario penitenziario che, per una idonea tutela della salute del detenuto, può avvalersi della consulenza plurispecialistica del Sert, anche nella prospettiva di una successiva presa in carico della persona tossicodipendente ai fini terapeutici e socio-riabilitativi.

− Fase di detossicazione: nel caso in cui all’ingresso in Casa Circondariale il detenuto si sia dichiarato tossicodipendente e/o alcooldipendente e il medico SIAS abbia rilevato una sintomatologia astinenziale, il soggetto viene segnalato al medico dell’équipe carcere del Sert, che è disponibile per la consulenza settimanalmente (giovedì ore 9.00-12.00, salvo assenze giustificate): in attesa, il medico SIAS imposterà terapia sintomatica. Nel caso in cui il paziente sia in terapia sostitutiva, il medico SIAS verificherà con il Sert di appartenenza il dosaggio attuale e applicherà in una prima fase la modalità di scalare concordata. Il medico del Sert, informato, visiterà in un momento successivo il paziente per impostare la prosecuzione del programma terapeutico.

− Fase di presa in carico integrata: qualora il detenuto tossicodipendente e/o alcooldipendenza, attraverso la “domandina”, dichiari la propria disponibilità ad essere preso in carico e seguito dal Sert per sottoporsi ad un eventuale programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato,

3 finanziato nell’ambito del Fondo Nazionale per la Lotta alla Droga, Legge 309/90, trasferito alle Regioni ex art. 1 comma 2 L. 18/02/1999 n. 45.

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viene diagnosticato dal medico dell’équipe carcere del Sert secondo il D. M. 186/90 e,

o se risiede nel territorio dell’ASL 9 e risulta conosciuto, viene segnalato agli operatori dell’ambulatorio di riferimento, che proseguiranno la presa in carico anche in ambito penitenziario;

o se risiede nel territorio dell’ASL 9 e risulta non conosciuto, prende contatto con l’équipe carcere del Sert, che decodifica la sua domanda prima di chiedere che gli operatori dell’ambulatorio di riferimento lo prendano in carico (verifica che la richiesta sia di essere seguito non solo in ambito penitenziario, di competenza dell’équipe carcere del Sert, ma anche per un percorso terapeutico extramurario);

o se non risiede nel territorio dell’ASL 9, viene accolto dallo psicologo e dall’assistente sociale dell’équipe carcere del Sert (l’accoglienza si effettua tutti i giovedì), che invia comunicazione al Sert di riferimento per concordare presa in carico e, contestualmente, per elaborare un eventuale progetto terapeutico individualizzato (la temporanea titolarità del trattamento terapeutico-riabilitativo intramurario da parte dell’équipe carcere del Sert è attuata per garantire una continuità terapeutica al soggetto, attiva durante tutta la sua permanenza in Casa Circondariale e ha una funzione di integrazione alla vera e propria titolarità da parte degli operatori del Sert di residenza, anche nel caso in cui il soggetto risulta sconosciuto).

Successivamente attraverso la riunione casi dell’équipe integrata Sert e carcere (partecipano tutti gli operatori dell’équipe carcere del Sert e penitenziari compreso il CSSA) e i vari momenti di confronto sul trattamento da parte dell’équipe integrata curante si discute del caso per concordare il programma terapeutico e le relative verifiche periodiche in integrazione con gli operatori stessi.

− Fase di programma terapeutico trattamentale presso la sezione di 1° livello: successivamente, se il detenuto tossicodipendente, preso in carico, mostri una volontarietà manifesta ed esplicita ad intraprendere un percorso terapeutico trattamentale intramurario presso la Sezione di 1° livello, viene valutata la sua motivazione e la sua disponibilità al trattamento e la presenza di condizioni d’idoneità per l’inserimento. Ci si avvale della valutazione dell’educatore penitenziario, degli operatori dell’équipe carcere del Sert, dello psicologo penitenziario, dell’assistente sociale ministeriale, dell’ispettore della polizia penitenziaria, responsabile degli agenti della sezione tossicodipendenti, e dei consulenti del progetto. La valutazione finale e la decisione viene presa nella discussione casi dell’équipe integrata Sert e operatori penitenziari a cadenza mensile.

Lo schema della pagina seguente illustra graficamente quanto detto.

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Fig. 1 - Percorso di presa in carico del detenuto tossicodipendente.

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4. IL PROGETTO DELLA SEZIONE DI PRIMO LIVELLO 4.1. MATURAZIONE DEL PROGETTO L’ idea di progettare un programma terapeutico trattamentale per tossicodipendenti presso la Sezione di primo livello nasce dall’ esperienza operativa di cui si è parlato nel capitolo 1 “Breve storia dei rapporti tra il Sert e la Casa Circondariale d’Ivrea” e al rilevamento di problematiche, quali il fallimento, la ricaduta, la recidiva carceraria, la discontinuità terapeutica, l’assenza della tutela della salute, la progressiva cronicizzazione e la perdita dell’integrazione sociale. In particolare le informazioni raccolte attraverso i dati relativi alla presa in carico dei soggetti tossicodipendenti, alla partecipazione alle varie iniziative attuati all’interno del carcere, agli esiti prodotti dai vari progetti attivati, hanno condotto a riflettere sulla necessità di dotarsi di spazi terapeutici specifici per detenuti tossicodipendenti, poiché gli stessi hanno dimostrato una ridotta capacità di utilizzo delle azioni educative e terapeutiche offerte dal trattamento intramurario. A conferma intervengono i dati rilevati a fine 1999 presso la Casa Circondariale di Ivrea, da cui si ricava che circa il 40% dei detenuti tossicodipendenti4 è rappresentato dal “sommerso” cioè da soggetti sconosciuti ai servizi, e da soggetti che hanno abbandonato i programmi;essi tendono a “scomparire” in una cella, a passivizzarsi, con la conferma di non essere così importanti da essere ascoltati o tenuti in considerazione. Nello stesso periodo, su un totale di 320 detenuti, la prevalenza dei tossicodipendenti era di 139 soggetti (circa il 43%), di cui 37 extracomunitari, 37 non chiedono alcun aiuto rispetto l’uso di sostanza e 65 hanno stabilito almeno un contatto per il problema della tossicodipendenza: fra questi 16 dichiarano di non avere mai avuto contatti con il Sert, e un buon numero si limita ad un solo colloquio; una bassa percentuale di questi ultimi si dimostra in grado di ipotizzare un progetto terapeutico e solo una percentuale ancora più irrilevante presenta caratteristiche tali da dare avvio ad un processo di cambiamento. L’ipotesi della costituzione di un programma terapeutico trattamentale all’interno della Sezione a detenzione attenuata di primo livello si pone quale obiettivo generale quello di creare uno spazio adeguato al contenimento del disagio della 4 La percentuale è stata ricavata dal totale dei soggetti tossicodipendenti per i quali è stato possibile fare diagnosi di tossicodipendenza.

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detenzione e della tossicodipendenza e ai problemi connessi, quale momento di connubio di aspetti trattamentali di tipo riabilitativo-educativo e aspetti terapeutici di tipo curativo (vedi figura 2). Nel grafico seguente, l’intersezione dei due insiemi, che rappresentano l’area terapeutica e quella trattamentale da coordinare in modo integrato, è costituita da quella comune e che riguarda il progetto: tale area ha come focus la tossicodipendenza e la devianza, come si sviluppano e si intrecciano nelle sue più varie manifestazioni durante la detenzione. La finalità del progetto è accompagnare i soggetti in carico attraverso un percorso terapeutico-trattamentale intramurario verso un progetto terapeutico-riabilitativo extramurario nel tentativo di ridurre e di limitare la recidiva carceraria, i danni connessi alla tossicodipendenza, le problematiche connesse alla detenzione e di ampliare le possibilità d’integrazione sociale e di vivere in condizioni di drug-free;

AREATRATTAMENTALE

Operatori penitenziari

Fig. 2 – La rappresentazione grafica dell’area progetto.

AREA TERAPEUTICA Sert

AREA

PROGETTO

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4.2. FORMULAZIONE DEL PROGETTO La stesura del progetto è avvenuta secondo lo schema richiesto per ottenere i finanziamenti previsti dalla normativa per le tossicodipendenze: la definizione del problema e gli obiettivi generali esprimono le riflessioni congiunte con gli operatori penitenziari, ma l’articolazione è caratterizzata da un certa flessibilità per consentire sufficienti margini di azione e di modifiche al presentarsi di eventi non previsti. Considerata la complessità del “compito” si è scelto di sviluppare in un primo momento una progettazione di massima, in accordo con il fatto che il processo di progettazione non può che essere un processo aperto al futuro e al cambiamento, un processo evolutivo, volto a trasformare gli elementi di partenza contenuti nel progetto, non per questo segnalandone il fallimento.

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4.3. NORME DI RIFERIMENTO La progettazione e la sua relativa attuazione hanno tenuto conto della legislazione e della documentazione esistente in materia. In particolar modo,

Legge 26 luglio 1975, n. 354, Ordinamento Penitenziario e successive modifiche e integrazioni

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Legge 26 giugno 1990, n. 162 Decreto Ministro della Sanità 12 luglio 1990, n. 186 D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 Decreto 30 novembre 1990, n. 444 Decreto Interministeriale dell’8 giugno 1991 tra Ministero di Grazia e Giustizia, Ministero della Sanità e Ministero degli Affari Sociali Linee d’indirizzo della Commissione Nazionale Consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni e gli enti locali, in materia di prevenzione, cura e riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e/o alcoldipendenti coinvolti nell’area penale, emanate in data 11/12/92 e ratificate in data 10/03/94 Atti della Prima Conferenza Nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e sull’alcoldipendenza, 24-26 giugno 1993, Palermo Convenzione tra la Casa Circondariale d’Ivrea e l’ASL 9 – Cura Tossicodipendenti/Alcoldipendenti, delibera n. 1626 del 20 novembre 1996 e successive con le relative delibere e rettifiche inerenti al protocollo operativo Atti della Seconda Conferenza Nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e sull’alcoldipendenza, 13-15 marzo 1997, Napoli Legge regionale del 12 dicembre 1997, n. 61 – Piano Sanitario Regionale Conferenza europea di Oldenburg su Carcere e Tossicodipendenze, 12-14 marzo 1998 Prima e seconda Conferenza Regionale degli Istituti Penitenziari del Piemonte e Valle d’Aosta, 1998 e 1999 Legge Simeone – Saraceni del 27 maggio 1998, n. 165 Gruppo di studio Carcere/Sanità, istituito dalla Giunta Regionale del Piemonte con delibera n. 40 –25951 del 16 novembre 1998 Progetto “Net”, istituito dal PRAP del Piemonte, nel 1998 Piano Sanitario Nazionale 1998-2000. Un patto di solidarietà per la salute Legge 18 febbraio 1999, n. 45

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Commissione Carcere e Commissione Gol con le rinnovate delibere del Comune d’Ivrea del 1999

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Decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230 – Riordino della medicina penitenziaria Circolare del 29 dicembre 1999 a firma del Direttore del DAP del Ministero di Giustizia D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, Regolamento recante norme sull'Ordinamento Penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà Decreto del 21 aprile 2000, approvazione del Progetto obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario Legge del 19 dicembre 2002, n. 277, in materia di liberazione anticipata Piano Sanitario Nazionale 2002-2004.

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4.4. TEMPI E FASI DI REALIZZAZIONE, L’AVVIO DEL PROGETTO Il progetto, avviato in fase preliminare e propedeutica nel mese di ottobre 2000, prevede tre fasi di realizzazione a partire dal mese di marzo 2001, data in cui si sono inseriti gradualmente i previsti consulenti del progetto:

A. la prima è costituita dall’iniziale preparazione e formazione del personale del Sert, penitenziario, degli agenti di Polizia Penitenziaria addetti alla Sezione, dei consulenti esterni, dei volontari e dei vari operatori esterni in riferimento alle diverse attività proposte dal carcere, dal raggiungimento delle condizioni edilizie, organizzative e delle esigenze del “network” relative al progetto; realizzazione delle prime attività; tempo previsto otto mesi (marzo 2001-ottobre 2001);

B. la seconda è rappresentata dalla messa in atto e rodaggio del programma terapeutico trattamentale e la sua identificazione all’interno della Sezione con la sua matrice terapeutica, la sua struttura e relativa organizzazione, le regole, gli obiettivi e finalità condivise, gli strumenti terapeutici; tempo previsto sedici mesi (novembre 2001-febbraio 2003);

C. la terza, l’attuale, è costituita dalla verifica, dalla valutazione rispetto agli indicatori di processo e di risultato, dalla ridefinizione dello standard e, conseguentemente, dall’adeguamento del progetto sulla base del suo andamento e dal monitoraggio finale del piano di lavoro finalizzato alla strutturazione permanente della Sezione e al lavoro in rete (con il territorio locale e in riferimento all’ambito regionale); tempo previsto dodici mesi (marzo 2003-febbraio 2004).

Pertanto si è stabilito di far precedere l’ avvio e la messa in atto del programma terapeutico trattamentale da una prima fase che viene definita “preparatoria”; il sistema di valutazione è articolato in indicatori di processo e di risultati per quanto riguarda la seconda fase, mentre per la prima si è ipotizzato una generica attenzione valutativa rispetto ciò che avviene, documentando tutto ciò che succede in Sezione, i vari passaggi con verbali: nasce il “diario di bordo”, che diventerà uno strumento fondamentale del back-office. L’obiettivo della prima fase è la predisposizione delle condizioni che permettono la realizzazione del progetto a partire dalla individuazione delle condizioni strutturali idonee allo scopo sino alla individuazione, preparazione e formazione degli attori coinvolti. Per quanto riguarda gli spazi fisici sono stati individuati nella Sezione che già in passato era stata utilizzata principalmente per attività rivolte ai tossicodipendenti, poiché si presenta più curata, con spazi meglio definiti, ad

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esempio è dotata di un locale piuttosto capiente per gli incontri ed i lavori in gruppo. Purtroppo, per motivi legati al sovraffollamento, si è utilizzata solo una semi-sezione, con una recettività doppia5. Rispetto alla risorsa operatori, l’obiettivo primo era di individuare i criteri in base per valutare gli operatori (medico, psicologo, assistente sociale, educatore ed animatore), ai quali sarà affidata la consulenza per la gestione del progetto ed in secondo luogo, costituita l’équipe curante della Sezione, creare momenti di confronto con la partecipazione di operatori Sert, del settore penitenziario, degli Agenti di Polizia penitenziaria addetti alla Sezione, dei consulenti esterni, dei volontari e dei diversi operatori attivi nelle varie attività interne al carcere; l’obiettivo è di condividere le informazioni sul problema, le risorse, i vincoli e sopratutto le possibilità di azione, nella consapevolezza delle difficoltà derivanti dalle regole tipiche del regime carcerario. Per quanto riguarda gli agenti penitenziari, scelti tra quelli formati e preparati, non è stato possibile avviare la prevista formazione per problemi organizzativi e contingenti da parte del PRAP, che non ha più proseguito con il progetto NET. In mancanza di ciò si è puntato su una “formazione permanente reciproca sul campo” come risultato del lavoro di integrazione tra terapia e trattamento penitenziario, che ha coinvolto come fruitori tutti: l’équipe carcere del Sert con i consulenti del progetto, il personale penitenziario, compresi gli agenti di Polizia Penitenziaria addetti alla Sezione e il CSSA. Un momento iniziale particolarmente significativo e produttivo in termini di condivisione si è rivelata la visita formativa presso le Sezioni a custodia attenuata del carcere Le Vallette di Torino e presso il carcere di Biella, poiché è stata un’occasione per verificare nel concreto le ipotesi progettuali che si sono rivelate un opportunità di confronto fra visioni diverse. Inoltre, la prima fase è caratterizzata da incontri congiunti, operatori Sert e operatori penitenziari, per la definizione delle modalità e degli strumenti basilari per l’avvio del progetto, modalità di selezione e di inserimento dei soggetti nella Sezione, regolamento da proporre,funzioni dei vari operatori e modalità di integrazione fra le varie figure professionali ed istituzionali e come il progetto si inserisce nel più ampio contesto carcerario. Inoltre sono state predisposte schede per la raccolta di informazioni durante l’accoglienza e la cartella personale. In questa fase è stato necessario ridefinire la modalità della presa in carico generale del detenuto tossicodipendente e le azioni messe in campo da ciascun operatore per il passaggio in Sezione6. In parallelo sono iniziati i primi contatti con i detenuti presenti in sezione per la verifica della motivazione rispetto un percorso terapeutico. Come già accennato,in questa fase non era previsto un sistema di valutazione formalizzato, ma attraverso l’analisi del “diario di bordo” e i verbali delle riunioni è

5 Quindi ogni cella ospita due persone anziché una. 6 Vedi schema a pagina 8.

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stato possibile verificare la quantità degli incontri ,il numero dei partecipanti e l’oggetto dell’ incontro. consentendo così una visibilità del lavoro svolto, ma anche l’indirizzo che il progetto stava perseguendo sia in termini di condivisione e di accettazione con il contesto carcerario sia rispetto le attività da mettere in campo. La seconda fase si connota con la messa in atto e la sperimentazione operativa del programma terapeutico trattamentale, dopo la rivisitazione dell’organizzazione generale e ridefinizione degli obiettivi in considerazione degli input della prima fase. In particolare si procede all’organizzazione delle varie proposte di attività e di interventi, secondo un planning settimanale per permettere ai detenuti tossicodipendenti un agevole accesso a tutte le iniziative che costituiscono gli strumenti attraverso cui si attuano le varie strategie terapeutiche, rieducative, di socializzazione. Nel calendario settimanale sono previsti quattro momenti di attività in gruppo: gruppo “qualità della vita”, gruppo tossicodipendenze, quello di pre-uscita e quello di educazione sanitaria, istituiti a partire dalle esigenze manifestate dai soggetti presenti in sezione al momento dell’avvio del progetto e sentito anche il parere degli Agenti di Sezione. Numerose sono le proposte per attività di animazione attivate con l’obiettivo di proporre all’ interno del gruppo la sperimentazione di modalità di collaborazione e di solidarietà attraverso linguaggi diversi. Si è creato così uno spazio culturale, ricreativo, sportivo che permette a ciascun detenuto di riscoprire la propria capacita di comunicazione, mettendo alla prova le proprie potenzialità, competenze espressive ed attitudinali e condividere con gli altri interessi e difficoltà. Accanto a queste attività si pongono poi gli interventi di tipo più individuale quali colloqui di sostegno psicologico, sociale,educativo ed il counselling sanitario e le attività proposte dall’ Amministrazione Penitenziaria. L’inserimento del detenuto all’ interno della Sezione è subordinata alla volontarietà che il soggetto manifesta ed esplicita nell’ ambito del percorso previsto dal protocollo operativo, in seguito alla quale, l’equipe integrata Sert ed operatori penitenziari, ne valuterà l’idoneità secondo alcuni parametri prefissati e che attengono principalmente alla tutela dell’ incolumità fisica e psicologica del detenuto e dei soggetti già inseriti. Inoltre l’ inserimento in tale circuito prevede l’accettazione di un contratto terapeutico che contiene uno schema operativo del progetto con le principali regole commesse all’ adesione o meno al programma terapeutico della Sezione. Il costante monitoraggio del progetto rileva in via generale che la modalità utilizzata ha saputo adeguarsi ai vari eventi con flessibilità proponendo tempestivi “aggiustamenti di rotta” a favore di interventi integrati e in linea con le regole condivise, fattori che in questo contesto sono determinanti per un cambiamento del clima della Sezione e, attraverso momenti di socializzazione più estesi, possono stimolare richieste più costruttive nell’ intero contesto carcerario.

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4.5. IL PROGETTO TERAPEUTICO TRATTAMENTALE OGGI 4.5.1. LA SEZIONE PRIMO LIVELLO La sezione a custodia attenuata di primo livello, come detto precedentemente per i problemi di sovraffollamento7, ha allargato la capienza da 22 a 44 posti letto per detenuti tossicodipendenti, che richiedano o siano disponibili ad affrontare uno specifico programma terapeutico trattamentale, che ha la finalità di preparare i soggetti ad un progetto terapeutico extramurario (in alternativa o in differimento dell’esecuzione della pena o alla conclusione della carcerazione) o intramurario presso la sezione di secondo livello “Arcobaleno” del carcere “Le Vallette” di Torino. È ubicata nell’ala sinistra del secondo piano della Casa Circondariale d’Ivrea. L’attività svolta in Sezione viene coordinata da: •il responsabile dell’équipe carcere del Sert, che, a sua volta, coordina i consulenti del progetto, che svolgono l’attività terapeutica: un medico, due psicologi, un assistente sociale, un educatore professionale e un’animatrice; •l’educatore dell’Istituto Penitenziario, referente per il carcere del progetto della Sezione di primo livello: rappresenta la cerniera dei programmi terapeutici con le finalità trattamentali dell’Ordinamento Penitenziario e dell’Esecuzione delle misure privative e limitative della libertà; inoltre, svolge la funzione di coordinare le attività trattamentali di tipo pedagogico-educativo (scolastiche, culturali, lavorative e formative in riferimento all’Ordinamento), i loro conduttori e le attività svolte dai volontari nel principio della finalità della Sezione; •l’ispettore di Polizia Penitenziaria, che, a sua volta, coordina gli agenti specificatamente formati, preparati, operanti nella Sezione e coinvolti nell’attività trattamentale. Il progetto, avviato in fase preliminare e propedeutica nel mese di ottobre 2000 e con l’inserimento graduale dei previsti consulenti dal mese di marzo 2001, si è conclusa nella sua seconda fase, rappresentata dalla messa in atto e rodaggio del programma terapeutico trattamentale. L’attuale fase è costituita dalla verifica, dalle valutazioni e dal corrispettivo adeguamento delle attività in riferimento alle valutazioni progetto sulla base del suo andamento e dal monitoraggio finale del piano di lavoro finalizzato alla strutturazione permanente del programma terapeutico trattamentale presso la Sezione di primo livello. 7 Vedi pagina 15.

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4.5.2. LA PROPOSTA D’INGRESSO IN SEZIONE L’idoneità del detenuto tossicodipendente all’ingresso nella Sezione di primo livello viene valutata dall’équipe integrata Sert-carcere. La proposta dell’inserimento, previa la disponibilità del detenuto, può avvenire dalla segnalazione

− degli operatori penitenziari − degli operatori dell’équipe carcere del Sert − degli operatori del Sert dell’ASL 9 − degli operatori dei Sert di residenza dei detenuti tossicodipendenti

ristretti in Istituto − su invio del PRAP (in tal caso il detenuto viene inserito direttamente e

valutata la sua permanenza) Le condizioni minime per poter essere valutati sono: 1. avere una diagnosi di tossicodipendenza secondo il D.M. 186/90; 2. essere in carico degli operatori dell’équipe carcere del Sert o degli ambulatori

del Sert dell’ASL 9; 3. avere volontarietà ad aderire ad un progetto terapeutico; 4. non essere in trattamento con farmaco agonista; 5. non essere in trattamento con farmaci che possano determinare dipendenza e/o

abuso, salvo diversa prescrizione medica; 6. avere un periodo di carcerazione compatibile con la durata prevista dal

programma terapeutico della sezione tossicodipendenti; 7. avere un contenuto indice di pericolosità sociale (tendenzialmente saranno

esclusi i soggetti compromessi con la criminalità organizzata); 8. non essere recluso presso la sezione semi-protetta o in quella per i collaboratori

di giustizia; 9. accettazione delle regole della sezione stessa. La selezione si avvale, come già detto, della valutazione dell’educatore penitenziario, degli operatori dell’équipe carcere del Sert, dello psicologo penitenziario, dell’assistente sociale ministeriale, dell’ispettore della polizia penitenziaria, responsabile degli agenti della sezione tossicodipendenti, e dei consulenti del progetto. La valutazione finale e la decisione viene presa nella discussione casi Sert-carcere a cadenza mensile, integrata da una verifica comportamentale, da parte dell’ispettore di polizia penitenziaria, sul comportamento del detenuto nella sezione in cui si trova al momento della richiesta e sulla presenza di eventuali rapporti disciplinari avuti a suo carico).

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4.5.3. L’INGRESSO IN SEZIONE Se la decisone di passaggio alla Sezione di primo livello è positiva, si definisce l’operatore di riferimento tra i consulenti del progetto, che prende in carico e seguirà il detenuto tossicodipendente nel suo cammino all’interno del programma terapeutico e trattamentale. Nel frattempo l’assistente sociale comunica al Sert di appartenenza dell’avvenuta presa in carico e dell’avvio del progetto intramurario individualizzato presso la Sezione di primo livello. Il giorno successivo l’educatore professionale o l’assistente sociale del progetto mette a conoscenza il nuovo entrato del seguente regolamento interno 1. assoluto divieto di usare qualsiasi sostanza stupefacenti; 2. totale eliminazione degli alcolici e delle “misture” che provocano l’alterazione

psico-fisica della persona; 3. rispetto dell’orario d’inizio della giornata (sveglia); 4. rispetto degli orari e delle norme che regolano tutte le attività previste dal

piano settimanale della sezione stessa; 5. cura della propria persona e dell’ambiente in cui si vive; 6. assoluto divieto di scoraggiare e condizionare negativamente gli altri residenti,

impegnandosi a favorire la responsabilità, il dialogo, la solidarietà e il coinvolgimento al programma trattamentale e alle attività di volontariato;

7. adottare un linguaggio corretto per evitare che le parole si mutino in gesti o in atti inconsulti;

8. continuare a partecipare attivamente, con interesse ed impegno costante, alleattività trattamentali proposte;

9. e’ vietato chiedere deroghe alle regole succitate al personale in servizio alla sezione stessa.

10. nel caso in cui il detenuto non rispetta le regole o non aderisce alle attività pedagogico-trattamentali e terapeutiche, si applicherà la seguente procedura:

10.1. la persona in questione verrà richiamata verbalmente dall’operatore addetto alla sicurezza presente in quel momento che informerà l’operatore di riferimento, ove presente, dell’accaduto;

10.2. l’operatore di riferimento, unitamente all’operatore della sicurezza al corrente dell’accaduto, concorderanno gli interventi da attuare nei confronti del soggetto;

10.3. al secondo richiamo, permanendo il comportamento trasgressivo, l’operatore di riferimento e l’operatore addetto alla sicurezza allontaneranno il soggetto dalla sezione;

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10.4. della decisione verrà poi data successivamente informazione alla riunione dell’équipe integrata.

e gli fa sottoscrivere il “contratto di ingresso” (vedi fig. 3 della pagina seguente) e per comunicargli chi sarà il suo operatore di riferimento. Da questo momento la persona è inserita e gli viene compilata una cartella personale che verrà aggiornata periodicamente dall’operatore di riferimento e seguirà il soggetto fino alla sua scarcerazione, momento in cui verrà archiviata e conservata aggiornata con le informazioni del follow up8. Il contenuto della cartella personale è il seguente:

- contratto di ingresso - cartella clinica - diaria clinica (descrizione degli interventi effettuati) - questionario counseling sanitario (da somministrare all’inizio e alla fine del

percorso terapeutico) - scheda trattamento individuale (rilevazione degli interventi effettuati) e

ipotesi progettuale - scheda contatti con l’operatore del Sert di appartenenza - follow up

8 da effettuarsi telefonicamente con il Sert di riferimento dopo 3-6-12 mesi dall’uscita dal carcere.

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Contratto di adesione alla sezione tossicodipendenti

Ivrea, giorno. mese, anno

Il sottoscritto nato a ,il , residente a in via

dichiara

nella piena capacità di intendere e volere, ed in completa autonomia, di aver scelto di fare parte del

programma trattamentale della sezione tossicodipendenti.

Ho preso conoscenza del regolamento interno e mi impegno ad osservarne l’applicazione aderendo alle regole della stessa sezione e seguendo il programma trattamentale in modo regolare e continuativo. Autorizzo gli operatori dell’equipe integrata della sezione tossicodipendenti

- ad adottare nei miei confronti interventi educativi coerenti con lo sviluppo del programma trattamentale stesso e, quindi finalizzati alla mia crescita ed al mio recupero psico-sociale, interventi comunque mai lesivi della mia persona, ma sempre in accordo con i principi basilari del rispetto umano

- ad allontanarmi dalla sezione di recupero qualora il mio comportamento non

risultasse idoneo al proseguimento del programma.

Firma

Fig. 3 - Il contratto d'ingresso.

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4.5.4. COM'È ORGANIZZATA LA SETTIMANA Attualmente la sezione di primo livello è strutturata di modo che le varie attività e i momenti di gruppo siano svolti nell’ arco della settimana in maniera costante. A tale proposito si è pensato di istituire un planning al fine di pianificare la settimana e dare agli utenti inseriti nel progetto la possibilità di sapere con un certo anticipo quali saranno le attività proposte durante la settimana . Queste attività sono anche state “suddivise” per evitare il più possibile di lasciare lunghi periodi “buchi”.

Lunedì COLLOQUI INDIVIDUALI

ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE ( giornalino della Sezione, teatro, cineforum e, periodicamente, vari tornei)

Martedì COLLOQUI INDIVIDUALI

VERIFICA DELLE RESPONSABILITÀ IN SEZIONE (effettuata dall’ educatore professionale del progetto con l’ispettore di P.P.)

Mercoledì PALESTRA IN SEZIONE

COUNSELLING SANITARIO DI GRUPPO

VERIFICA PROGETTI INDIVIDUALI

Giovedì VERIFICA DELL’ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE

COLLOQUI INDIVIDUALI

TERAPIA DI GRUPPO “WHEN AND WHERE” TERAPIA DI GRUPPO “HIC ET NUNC” (I gruppi vengono alternati settimanalmente)

Venerdì COLLOQUI INDIVIDUALI

VERIFICA IN SEZIONE

GRUPPO “QUALITÀ DELLA VITA”

Sabato è previsto che le persone inserite nel progetto possano accedere alla sala tv e scegliersi un film da guardare in videocassetta.

Fig. 4 - Il planning settimanale.

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4.5.5. ALCUNE ATTIVITÀ GRUPPO QUALITÀ DELLA VITA 2 Il gruppo qualità della vita è arrivato ad un secondo ciclo. Il primo ciclo di incontri tenutesi dal mese di aprile ad agosto 2001 aveva come obiettivi quelli di creare una identità di gruppo fra i partecipanti, offrire uno spazio dove poter parlare e confrontarsi sui sentimenti che lo stare in carcere, l’essere un detenuto provocano. Obiettivo velato era quello di offrire un momento di verifica della sezione e del progetto con la possibilità di formulare delle proposte concrete per andare a modificare quanto si stava creando. Anche grazie all’utilizzo di alcuni giochi che avevano l’obiettivo di aiutare a esternare i propri sentimenti il primo ciclo di incontri è sempre stato caratterizzato da una buona partecipazione e buon coinvolgimento dei partecipanti. Alcuni argomenti toccati durante il primo ciclo di incontri sono stati:

Presentiamoci anche per gli aspetti positivi • • • • • •

Il sentimento predominante che si sta vivendo Quale rappresentazione diamo al progetto La fiducia e i rapporti fra le persone che fanno parte della sezione I pregiudizi nella società, nel mondo, nel carcere Il progetto… momento di verifica

Proprio dalla fase di verifica veniva riportata l’esigenza di creare un momento con ampia partecipazione da parte di tutti i detenuti della sezione, strutturato e costante nel tempo che potesse verificare, discutere, proporre attività per la Sezione. In tale circostanza sarebbe stato importante partecipassero oltre ai detenuti e ai consulenti conduttori del gruppo, anche persone dell’istituzione carcere (agenti, Ispettore, educatore ministeriale). Dopo alcuni mesi di pausa è stato fatto ripartire il gruppo Qualità della Vita “2”. Partendo proprio dalla proposta fatta nella fase di verifica del progetto si è pensato ad un momento e ad un orario che permettesse un’ampia partecipazione dei detenuti, l’inserimento nella conduzione oltre che dell’educatore anche dello psicologo. Inoltre il calendario è stato pensato in modo che venga svolto ogni settimana con la partecipazione dell’ispettore della Sezione e l’educatore ministeriale invece occasionalmente su alcuni temi di particolare rilevanza. Gli obiettivi sono quelli di dare uno spazio alla verifica, discussione e alla formulazione di proposte rispetto alla vita in sezione, alle attività, al progetto e ai rapporti tra le persone all'interno della sezione. Fino ad oggi a tali incontri hanno partecipato con costanza tutte le persone della sezione tanto da non poter più parlare di gruppo ma di momento assembleare.

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I temi affrontati fino ad oggi sono stati: Il pregiudizio… cosa capiterebbe se in alcune attività si aggiungessero persone cosiddette “infami” nel codice carcerario

• •

• • • • • •

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Il rapporto fra i detenuti e i contrasti interni in sezione Una proposta concreta: l’istituzione del pranzo domenicale di tutta la sezione uso sostanze e alcolici difficoltà con gli agenti ipotesi di seminari informativi rispetto a percorsi terapeutici il gioco d'azzardo (il gioco come dipendenza) regole e responsabilità lettura della lettera al Provveditorato per rivendicare uno spazio e delle condizioni adeguate al lavoro al primo livello "qualcuno si sente a rischio oggi in sezione?" dissertazione su differenze tra gruppo terapeutico e colloqui individuali verifica su come vengono accolti i nuovi giunti problemi di "fuori circuito" nella sezione tossicodipendenti .............

Gli incontri si svolgono tutti i venerdì pomeriggio. EDUCAZIONE SANITARIA

Nella fase iniziale è stato organizzato uno Sportello all’interno della Sezione a cui i detenuti potevano accedere rivolgendo richieste o dubbi di carattere sanitario. L’accesso allo sportello era libero, l’orario era stato scelto nella pausa delle attività lavorative e di studio per agevolare i detenuti che avevano più impegni. Questo spazio era stato pensato per poter rispondere a domande individuali e per poter cogliere dubbi o problematiche di interesse collettivo così da organizzare, in una seconda fase, interventi più mirati. Infatti, da agosto 2001, sono iniziati vari cicli di incontri settimanali per tutta la sezione di Educazione Sanitaria con l’obiettivo di sensibilizzare i pazienti sui problemi inerenti alla salute e alla sua tutela, di fornire stimoli ad una crescita della loro capacità all’autocura e di dare un’informazione capillare e ripetuta nel tempo sui rischi correlati all’abuso di droghe e sulle patologie connesse allo stato di tossicodipendenza e, per quelle infettive, sui comportamenti che ne facilitano il contagio. Fino ad ora sono stati trattati argomenti di carattere infettivologico, dietologico, gastroenterologico e, ovviamente, relativi alla tossicodipendenza. La partecipazione è fluttuante.

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TRATTAMENTO PSICOLOGICO DI GRUPPO Per quel che riguarda l'utilizzo dello strumento gruppo come supporto psicologico e orientamento al progetto terapeutico, si possono individuare tre fasi. Da aprile ad ottobre 2001 sono stati avviati due gruppi, entrambi condotti da uno psicologo ed entrambi a cadenza settimanale: uno, centrato sul problema della tossicodipendenza, si è strutturato come spazio di elaborazione dei vissuti personali attraverso una graduale consapevolezza dei bisogni, delle risorse e della soggettività di ciascun partecipante; l'altro, nato dall'esigenza di trattare temi legati all'uscita dal carcere, si è configurato da un lato come contenitore rassicurante per esprimere dubbi e paure relative alla dicotomia dentro-fuori, dall'altro come sostegno partecipato nella costruzione di nuove progettualità. Dall'esperienza di questi due gruppi e da alcuni elementi strutturali (graduale uscita di qualche persona dal carcere e conseguente ingresso di altre nella sezione), si è pensato di riunire gli individui motivati a intraprendere (per qualcuno a proseguire) un percorso elaborativo in un unico gruppo settimanale co-condotto dai due psicologi. Il primo obiettivo di questa seconda fase è quello di facilitare l'inserimento dei nuovi e, quindi, di omogeneizzare il livello di conoscenza reciproca, creando un clima di partecipazione e di ascolto. Successivamente, in primo luogo per esigenze strutturali e disponibilità di nuove risorse (la figura di una psicologa in tirocinio di Specialità), in secondo luogo per l’attualizzarsi di una condizione molto eterogenea rispetto ai percorsi pre-detentivi degli ultimi ingressi in Sezione, si è nuovamente operata una scissione del gruppo. A partire dal mese di giugno 2002, i detenuti sono stati distribuiti in due gruppi a cadenza quindicinale: gruppo “Hic et nunc” per coloro che sono nuovi ad esperienze rielaborative e di confronto gruppale; gruppo When and where” per chi ha già avuto esperienze comunitarie e/o ha maturato un buon livello di interazione in gruppo. Entrambi i gruppi sono co-condotti da due psicologi. L’obiettivo di questa terza fase è quello di facilitare l’espressione individuale separando i livelli di maturata consapevolezza. ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE Obiettivo: Attivare e sperimentare all’interno del gruppo modalità di collaborazione e solidarietà attraverso diversi linguaggi. Si creerà uno spazio culturale, ricreativo, sportivo, che permette a ciascun detenuto di riscoprire ed arricchire la propria capacità di comunicare, mettendo alla prova le proprie potenzialità, competenze espressive e attitudini, condividendo diversi punti di vista, difficoltà e interessi comuni.

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Modalità: Per lo svolgimento delle attività, si forma un gruppo a partecipazione volontaria e a frequenza obbligatoria (l’iscrizione al gruppo comporterà l’obbligo a partecipare in modo continuativo). Gli incontri sono settimanali della durata di due ore. Le attività proposte hanno una cadenza mensile. Pertanto, ogni lunedì ruotano quattro attività differenti che alternano momenti di riflessione, di elaborazione dell’esperienza in corso, a momenti ludici e di socializzazione, a tornei sportivi, ad attività teatrale e manuale; sono così suddivisi: 1° lunedì: cineforum. Conduttori: animatrice, educatore professionale e psicologa. Visione e dibattito. I films scelti in parte dall’équipe ed in parte dai ragazzi della sezione, presentano una tematica in comune: “La dinamica di gruppo”. Il tema come leitmotiv del gruppo stesso che “osserva” il film e “osserva” se stesso, fa emergere la necessità di un cammino individuale verso un’ipotetica dimensione collettiva in cui si è capaci di organizzare e programmare la vita all’interno della sezione rispettando il proprio ruolo e quello degli altri, suddividendo i compiti da svolgere con responsabilità e, nonostante che ognuno abbia un suo progetto di recupero, si riesce ad individuare e a coltivare elementi positivi che possano migliorare nel complesso il periodo di detenzione. 2° lunedì: teatro e parola. Conduttore: animatrice. Utilizzando alcune tecniche di avvio al teatro come la respirazione, il rilassamento, l’uso della voce, si coinvolgono i detenuti nel recitare le possibili diversità di ruoli per “scoprire se stessi e ritrovarsi nell’altro”: scoprendo la potenzialità evocativa, creativa e trasformatrice della parola si fanno condurre verso una possibile e, in divenire, autopoiesi, come rifondazione di un proprio senso nell’esistenza e nella ricerca interiore di bisogni, motivazioni ed insicurezze. Il teatro proposto viene inteso come luogo dove si possano mettere in moto dinamiche reali e immaginarie, una fonte di crescita personale e collettiva. Uno sguardo e un’azione coraggiosa verso nuovi orizzonti con noi stessi ed il mondo circostante o che vorremmo costruirci. 3° lunedì: teatro e movimento. Conduttore: animatrice. Collegato al teatro, un’attenzione particolare all’espressione corporea come corpo che in silenzio parla, soffre e si dimentica. Suggerimenti per lenire ansie e tensioni: stretching, esercizi di attività aerobica e rilassamento da continuare individualmente per proprio conto durante la settimana. Recuperare la dimensione corporea, valorizzando la persona nella sua interezza. 4° lunedì: tornei. Conduttori: animatrice, educatore professionale e educatore Istituto Penitenziario.

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Momento ricreativo di socializzazione e competizione, giochi di squadra (pallavolo, calcio), a coppie (calcetto, ping pong), individuale (scacchi e giochi di carte). Ogni quattro lunedì (l’ultimo lunedì di ogni ciclo di attività) il gruppo si ritrova a metacomunicare su quanto è avvenuto nei vari incontri precedenti, durante le attività del laboratorio, cercando di autocentrare la discussione, la riflessione e l’elaborazione dell’esperienza sul “noi e l’altro” e sul “qui et ora”. 4.5.6. LE RESPONSABILITÀ Una volta al mese, nel gruppo “qualità della vita”, l’educatore professionale, la psicologa e l’Ispettore della Sezione assegnano delle responsabilità alle persone inserite nel progetto. Chi è inserito nel progetto viene coinvolto nella quotidianità e intraprende un progetto che ha valenze pedagogico-educative. Inoltre, viene coinvolto in un percorso della Sezione stessa, che ha l’obiettivo di modificare lo stile di vita intramurario, aumentando la vivibilità, rinforzando e migliorando la qualità della vita e delle relazioni ai fini di una riduzione del disagio presente durante la carcerazione. Per questi motivi, è importante responsabilizzare gli utenti stessi, che hanno, inoltre, il compito di verificare tra loro gli impegni assunti. Attualmente le responsabilità sono le seguenti: Sveglia: la sveglia è prevista alle ore 8.00 dal lunedì al venerdì alle 9.00 il sabato e la domenica. Chi è responsabile della sveglia (si è deciso di incaricare di questa responsabilità chi passa la colazione), deve verificare che le persone all’orario previsto siano alzate e, nel caso in cui non lo siano, dovrà svegliarle. Successivamente verificherà che le persone abbiano riassettato il letto. Pulizie: il responsabile delle pulizie verifica che la Sezione, le stanze utilizzate dagli operatori per fare i colloqui e i gruppi, l’ufficio dell’Ispettore, la “rotonda “ e la saletta ricreativa vengano pulite tutte le mattine dagli incaricati di turno. Se dovesse notare che questo non è avvenuto è lui stesso che va a chiamare l’incaricato per ricordargli il compito non eseguito. Gruppi: il responsabile dei gruppi si preoccupa di chiedere all’operatore il giorno del gruppo e a che ora si farà. Mezz’ora prima dell’ inizio verifica che la stanza del gruppo sia pulita, ordina le sedie secondo il numero dei partecipanti e, circa cinque-dieci minuti prima dell’orario di inizio previsto, chiama le persone.

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Una volta che tutti sono presenti nella stanza, va a comunicare all’operatore che il gruppo è pronto. Finito il gruppo si preoccupa (solitamente con gli altri componenti) di riordinare la stanza e di rimettere a posto le sedie. Palestra : Il responsabile della palestra è l’unica persona autorizzata a prendere le chiavi dello stanzino dove sono custoditi gli attrezzi. Lui si preoccupa di portare in saletta i pesi e le panche e, una volta finita l’ attività, di riordinare il tutto, verificando che ci siano tutti gli attrezzi (questo per ovvi motivi legati alla sicurezza, in quanto la Sezione di primo livello è l’unica in tutto il carcere ad avere la possibilità di tenere oggetti, anche pericolosi, al suo interno). Lavanderia: Il responsabile della lavanderia controlla che siano rispettati gli orari di ingresso nella stessa, che i macchinari non vengano usati male e si preoccupa (per quanto possibile) della manutenzione della stessa. 4.5.7. GIORNATA-TIPO

8.00 sveglia e colazione (per chi lavora in fabbrica, va a scuola o partecipa a qualche corso inizio attività)

8.30 pulizie (cella,sezione, salette,rotonda e ufficio ispettore) 9.15 inizio attività - aria 11.30 preparazione tavola per pranzo 12.00 pranzo 13.00 aria 15.00 attività a seconda dei giorni 17.30 preparazione cena 18.30 cena 19.00 tempo libero 20.00 fine giornata reingresso e chiusura nelle celle.

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4.6. VALUTAZIONE 4.6.1. OBIETTIVI, INDICATORI E STANDARD A due anni dall’avvio del progetto diviene necessario valutare se e come il progetto abbia contribuito al cambiamento dell’atteggiamento nella sezione tossicodipendenti e attivato maggiori stimoli per un cambiamento dello stile di vita e avvio alla cura, si tratta cioè di valutare l’efficacia del progetto. Nello schema di valutazione, predisposto contemporaneamente alla stesura del progetto, si erano individuati alcuni strumenti di rilevazione degli indicatori, riservando ad un momento successivo e con maggiori informazioni, una più puntuale definizione delle modalità di raccolta e analisi delle informazioni. Gli obiettivi generali sono:

1. promuovere la tutela della salute e l’integrazione sociale durante la carcerazione e nella prospettiva dell’uscita dal carcere;

2. stabilire un continuum tra il prima e il dopo la detenzione (sia a livello terapeutico, che di rete dei servizi e con il territorio);

3. realizzare un nuovo stile di vita intramurario più adeguato ai propri bisogni, migliorare le capacità di stabilire relazioni interpersonali e promuovere l’enpowerment;

4. aumentare la consapevolezza della propria condizione di tossicodipendenza e delle problematiche correlate ad essa;

5. sostenere, orientare, motivare il soggetto per un trattamento più avanzato, per un progetto extramurario o comunque da proseguire successivamente;

6. ristabilire legami familiari o con le figure significative. In riferimento al monitoraggio e agli obiettivi generali del progetto (vedi pag. 12) sono stati individuati rispettivamente gli obiettivi specifici, gli indicatori di processo e di risultato (vedi fig. 5 della pagina seguente). Gli standard minimi che gli indicatori devono soddisfare sono acquisizione di informazioni utili sui rischi correlati all’abuso di droghe e sulle

patologie e, per quelle infettive, sui comportamenti che ne facilitano il contagio; acquisizione d’informazioni (conoscenze concrete, pratiche e utili sulle terapie e

sui trattamenti, sulle possibilità offerte all’interno e all’esterno del carcere, ecc.); ripresa o avvio dei contatti con il Sert di riferimento o altra agenzia o risorsa

intramuraria e del territorio; miglioramento della qualità della vita e delle relazioni in Sezione; avviamento di un progetto terapeutico individuale all’interno della Sezione come

momento preparatorio di un progetto terapeutico da seguire all’esterno; ripresa dei rapporti familiari o delle relazioni significative presenti nel

territorio d’origine.

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SISTEMA DI VALUTAZIONE

OBIETTIVI SPECIFICI

INDICATORE DI PROCESSO INDICATORE DI RISULTATO

1) dare un’informazione capillare e ripetuta nel tempo sui rischi correlati all’abuso di droghe e sulle patologie connesse allo stato di tossicodipendenza e, per quelle infettive, sui comportamenti che ne facilitano il contagio.

-avviamento delle varie attività e partecipazione ad esse -l’acquisizione delle informazioni utili

livello di acquisizione di informazioni utili sui rischi correlati all’abuso di droghe e sulle patologie connesse allo stato di tossicodipendenza e, per quelle infettive, sui comportamenti che ne facilitano il contagio

2) far crescere il livello d’informazione (conoscenze concrete, pratiche e utili sulle terapie, sui trattamenti, sulle possibilità offerte all’interno e all’esterno del carcere, sugli aspetti legali e legislativi; indicazioni sui servizi, sulle associazioni e sulle varie risorse presenti sul territorio di appartenenza);

-avviamento delle varie attività e partecipazione ad esse -l’acquisizione delle informazioni utili

livello di acquisizione d’informazioni (conoscenze concrete, pratiche e utili sulle terapie e sui trattamenti, sulle possibilità offerte all’interno e all’esterno del carcere, sugli aspetti legali e legislativi; indicazioni sui servizi psico-socio-sanitari, sulle associazioni e sulle varie risorse presenti sul territorio di appartenenza);

3) mantenere l’aggancio o stabilire-ristabilire un contatto con il territorio di provenienza dando continuità progettuale in riferimento soprattutto alla storia personale e ai vari tentativi messi in atto per la propria condizione di tossicodipendenza

-ripresa o avvio dei contatti con il Sert di riferimento o altra agenzia o risorsa intramuraria e del territorio

-mantenimento e continuità nella ripresa o avvio dei contatti con il Ser.T. di riferimento o altra agenzia o risorsa intramuraria e del territorio -consapevolezza della propria condizione di tossicod.

4) modificare lo stile di vita carcerario, rinforzando e migliorando la qualità della vita e delle relazioni, utilizzando le risorse esistenti all’interno dell’Istituto penitenziario ed utili ai fini di una riduzione del disagio presente durante la carcerazione: aumento della vivibilità del carcere stesso durante la detenzione

-la modificazione dello stile di vita carcerario quantità delle relazioni stabilite e delle partecipazioni ai vari momenti strutturati all’interno della Sezione

la qualità della vita e delle relazioni in Sezione e conseguente aumento della vivibilità

5) favorire il contatto con i programmi esterni all’Istituto e successivi al percorso effettuato, avviare un progetto terapeutico iniziale ed elaborare un progetto terapeutico-riabilitativo intra- o extramurario, da realizzare in fase successiva

-avviamento delle varie attività e partecipazione ad esse -ripresa o avvio dei contatti con il Sert di riferimento o altra agenzia o risorsa intramuraria e del territorio

N° di soggetti per i quali si giunge alla proposta di un percorso terapeutico presso la Sezione di 2° livello “Arcobaleno” delle “Vallette” di Torino o alla costruzione di un progetto terapeutico extramurario (in alternativa o in differimento dell’esecuzione della pena o alla conclusione della carcerazione);

6) promuovere i contatti e le relazioni con la famiglie o con le figure significative

-ripresa dei rapporti familiari o delle relazioni significative presenti nel territorio d’origine

la presenza di una progettazione nell’ambito dei rapporti familiari o delle relazioni significative presenti nel territorio d’origine

30

Fig. 5 – Il sistema di valutazione utilizzato. 4.6.2. STRUMENTI E SISTEMI DI RILEVAZIONE

• • • •

• • •

Gli strumenti di rilevazione utilizzati, oltre al “diario di bordo” (agenda dell’équipe dei consulenti in cui viene annotato tutto quello che riguarda l’attività back-office giornaliera e quella front-office complessiva, che avviene in Sezione) sono i seguenti:

scheda programma attività (tipologia, scadenze, partecipanti, descrizione dell’incontro, etc.); cartella relativa ai detenuti (scheda di valutazione clinica); scheda trattamento individuale (rilevazione degli interventi effettuati); scheda contatti con il Sert di appartenenza; questionario counseling sanitario (da somministrare all’inizio e alla fine del percorso terapeutico); questionario di autovalutazione (atteggiamenti e opinioni) per gli utenti inseriti nel progetto, da somministrare dopo tre, nove e quindici mesi; questionario di valutazione semestrale (atteggiamenti e opinioni) da somministrare agli educatori penitenziari, alla psicologa penitenziaria, all’assistente sociale ministeriale, all’Ispettore e agli agenti di Polizia Penitenziaria, ai volontari del carcere; griglia di osservazione trimestrale (ancora da costruire); colloquio clinico di verifica individuale del percorso terapeutico; follow up (da effettuarsi telefonicamente con il Sert di riferimento dopo tre, sei e dodici mesi dall’uscita dal carcere).

Per quanto riguarda il questionario di autovalutazione e di valutazione, dopo una prima somministrazione avvenuta verso inizio giugno 2003, si è in attesa di un’elaborazione e di un’interpretazione dei dati. Invece, la griglia di osservazione è in fase di studio per essere tarata successivamente. Diversamente, il follow up è stato avviato per la prima verifica dei sei mesi successivi alla detenzione. Gli altri strumenti sono stati tutti utilizzati.

31

4.6.3. CONSIDERAZIONI Dall’avvio del progetto sono stati seguiti 94 soggetti9, di cui 23 erano già presenti nella Sezione, 26 inseriti nel primo anno e 45 nel secondo anno. Inoltre, nell’anno solare 2001, su un totale di 122 detenuti tossicodipendenti e/o alcoldipendenti in carico dall’équipe carcere e agli ambulatori Sert dell’ASL 9, 37 sono stati inseriti nella Sezione; nell’anno dopo, 2002, su un totale di 177 in carico (il dato di incidenza rispetto al 2001 è di 55 casi) hanno effettuato un percorso in Sezione 77 soggetti, come mostra la tabella seguente:

anno 2001 anno 2002 detenuti seguiti da équipe carcere 92 138 detenuti seguiti da ambulatori ASL 9 30 39 detenuti seguiti in Sezione 37 77 totale pazienti 122 177

La prima considerazione fa riferimento al contesto carcere, alla sua complessità organizzativa e al suo assetto istituzionale (vedi la rappresentazione grafica della fig. 6 di pag. 33), che ha comportato un maggiore impegno nel lavoro di back-office, rispettando le necessità del progetto, le relative fasi operative e l’impostazione di un’ottica multiprospettica, in grado di “leggere la totalità” nel contesto in cui si andava ad operare. Leit-motiv era di promuovere la collaborazione, il confronto e l’integrazione professionale degli operatori coinvolti nel lavoro quotidiano del carcere, quali attivatori della rete, anziché come “dispensatori”, centrando il focus dell’attività sulla globalità della persona e del suo sistema. Ciò ha richiesto agli operatori coinvolti nel progetto di rappresentare nelle proprie menti l’idea di “un’équipe virtuale trasversale integrata, in cui sia presente la totalità del carcere, coabitante e coesistente, con ognuno compiti e funzioni diverse, all’interno di uno spazio in cui la condivisione diventi gioco-forza per la realizzazione della propria “mission”. È un lavoro teso all’integrazione delle parti in un rapporto sinergico tra le stesse e soprattutto alla valorizzazione delle differenze tra le varie professionalità e appartenenze istituzionali.

9 Il 17 % delle prese in carico riguarda il sommerso.

32

Come si può immaginare, a distanza di due anni dall’avvio del progetto, si è agli inizi di un lungo percorso che solo oggi si può comprenderne il senso, l’utilità e la direzione verso la quale si sta andando.

33

Équip Fig. 6 – Le agenzie coinvolte nel progetto.

e carcere del Sert d’Ivrea

Educatori ministeriali

Psicologi penitenziari

Com unità

Consupro

Direttore Casa

Circondariale

Provveditore regionale Amministrazione Penitenziadel Piemonte e Valle d’A

ufficio trattamenti ost

Scuola, corsi, CFPP, aziende del territorio

Sert esterni

CSSA

SA

Volontari Caritas

Ispettore e agenti di P.P.

AREA TRATTAMENTO

E SANITA’ CARCERE

PROGETTO TERAPEUTITRATTAMENTALE PETOSSICODIPENDENT

DETENUTI DELLA SEZIONE DI 1° LIV

Medici penit.

34

livello Arcobaleno

Sezione 2°

Tribunale di Sorveglianza

Tribunale ordinario

Ufficio di Sorveglianza

Vercelli

lenti del getto

riaa e

Cooperativa sociale

ert SL 9

Il Gabbiano

Comune, Gol, Commissione

carcere

MAGISTRATURA

CO R I

.

AREA TERAPIA SANITA’ TERRITORIALE

Drop In

Durante tale periodo si sono contattate e coinvolte a vari livelli tutte le agenzie rappresentate nel grafico e che hanno a gradi diversi un’importanza nel progetto stesso. Rilevando dalla “memoria” del diario di bordo, si può notare come nel primo anno di attività molte riunioni hanno avuto come argomento principale l’organizzazione e la verifica delle prime attività, con la contestuale costituzione dell’équipe dei consulenti operanti in Sezione e i relativi accordi e definizioni del lavoro integrato. Parallelamente, è stato speso molto tempo per la presentazione del progetto nei confronti di agenzie anche non direttamente coinvolte, ma individuate come attori importanti in quello che si andava a costruire. Altro tempo è stato speso in riunioni operative o in gruppi di lavoro integrato per decidere eventuali modifiche da attuare in itinere e per adattare e calare il progetto nella realtà quotidiana del carcere con le sue contraddizioni e complessità. Sempre nel primo anno l’impegno organizzativo dell’équipe coinvolta nel progetto ha riguardato la ridefinizione e/o il miglioramento del proprio ruolo, delle competenze e responsabilità all’interno del lavoro stesso. Nel secondo anno si può notare come molte riunioni hanno continuato ad avere come argomento principale l’organizzazione, la verifica e la taratura delle varie attività ma con un’attenzione agli esiti non solo degli interventi e delle articolazioni tra loro, ma del progetto nel futuro dei suoi fruitori e di quelli futuri. Soprattutto nell’ultimo semestre del secondo anno l’impegno si è concentrato nel riuscire a definire e a codificare gli aspetti innovativi nati dall’integrazione delle parti terapeutiche, pedagogico-trattamentali, di controllo, educativo-espiative, di sostegno e accompagnamento presenti nell’attività in carcere. Tutto ciò limitato dalla rigidità dei compiti istituzionali, dalle risorse insufficienti (soprattutto da parte degli operatori penitenziari), dal senso di frustrazione che comporta il lavoro che si sta svolgendo e dalle difficoltà organizzative nel riuscire a dedicare una parte del proprio tempo lavorativo alla rielaborazione della propria operatività10. La seconda considerazione riguarda il rapido evolversi del fenomeno tossicodipendenza con la comparsa di nuove sostanze d’abuso; ha introdotto nuove modalità di consumo e ha fatto emergere nuove forme di manifestazioni del disagio collegato ai comportamenti tossicomanici e a stili di vita diversi dal passato11, in cui è stato necessario la messa a punto di nuove modalità e di nuovi strumenti sia di tipo diagnostico che operativo, in grado di promuovere

10 Infatti, ciò ha determinato una partecipazione altalenante al progetto da parte di alcuni operatori, ha portato a trascurare il coinvolgimento di importanti attori e ha contribuito a rimandare nel tempo la realizzazione di una formazione specifica per gli operatori coinvolti nel lavoro. 11 È presente un uso compulsivo di cocaina e politossicodipendenza, specie fra i giovanissimi, che sempre di più sono associati a situazioni di franca o latente o mista comorbilità psichiatrica, e che trovano nell’universo carcere il luogo per mettere in gioco la propria fragilità, il vuoto e l’inconsistenza del sistema interno di valori.

35

orientamenti ed azioni sperimentali che consentano di “leggere” il disagio presente nel carcere, le risorse presenti, le carenze da colmare. Tutto ciò si complica dal fatto che, in alcuni periodi, molti soggetti hanno una struttura più di tipo delinquenziale che fanno uso secondariamente di sostanze psicotrope, mantenendo una pur minima vita di relazione con il sottosistema criminale; inoltre, mostrano una mancanza diffusa di progettualità personale e una trascuratezza variamente esibita per il proprio benessere fisico e patologico, tipica della tossicodipendenza. Comunque, risulta che i soggetti che mostrano disponibilità ad essere inseriti nel progetto molti sono giovani e mediamente sono politossicodipendenti; mentre quelli dipendenti da eroina e cocaina, da sola eroina e da psicofarmaci hanno mediamente un'età maggiore. Questo dato riproduce quello che succede a livello epidemiologico sul territorio. Indubbiamente, il tempo di permanenza in Sezione o la difficoltà del soggetto a prepararsi ad intraprendere un percorso terapeutico successivo nella Sezione “Arcobaleno” o in alternativa alla pena e/o ad esserne autorizzati incidono sull’acquisizione della consapevolezza della propria condizione di tossicodipendenza, sulla crescita della motivazione e sulla disponibilità al cambiamento. Dai dati disponibili risulta che la percentuale dei soggetti che scontano la pena completa senza poter riuscire ad ottenere un riconoscimento nel trattamento penitenziario è pari a circa la metà del totale complessivo. Però, dato confortante, che parzialmente smentisce quanto detto, è quello che nel corso del tempo sono aumentati in modo significativo i progetti in alternativa alla pena ed è accresciuto l'investimento sull'elaborazione di progetti terapeutici nella prospettiva di percorsi esterni, a discapito di un passaggio alla Sezione 2° livello, Arcobaleno, mentre è drasticamente diminuito il numero di sospensioni pena. La percentuale dei soggetti che elaborano un progetto è pressoché uguale a quella di coloro che usufruiscono di un solo sostegno intramurario non finalizzato alla prosecuzione di un percorso terapeutico da attuarsi dopo la scarcerazione; ma è importante sottolineare che la percentuale di chi usufruisce il sostegno generico è alta per chi permane pochi mesi, mentre quella riferita a chi elabora un progetto terapeutico per il dopo è alta per chi ha una permanenza maggiore. I detenuti che hanno già definito un progetto di Comunità riescono a concretizzarlo dopo un periodo di 4-6 mesi (un po' meno della metà) o, in un quarto dei casi dopo 7-9 mesi o oltre i 12 mesi; assente tale progetto per chi permane per 10-12 mesi. Il progetto territoriale si concretizza in modo significativo per chi permane per un periodo dai 4-9 mesi e aumenta dai 10 mesi a oltre i 12 mesi. Il numero dei soggetti che elaborano un progetto terapeutico in Sezione è alto per chi permane per un periodo dai 7 ai 12 mesi.

36

Parallelamente, a segnalare la problematicità dei soggetti inseriti in programma a rispettare e ad aderire alle regole, risulta che sono aumentati gli allontanamenti dalla Sezione12. La terza considerazione riguarda il fenomeno del sovraffollamento e le sue conseguenze, la perenne emergenza carceraria. Diventa difficile assicurare il “trattamento individualizzato”13, rispettare e riconoscere luoghi, spazi, relazioni e strumenti idonei ad un percorso a valenza terapeutica e trattamentale in un carcere il quale deve ogni giorno fronteggiare i problemi urgenti che nascono dalla convivenza forzata e dalla bassa tolleranza tra soggetti diversi, emarginati, disagiati, esclusi ed escludenti14: si satura un luogo già di per sé saturato dalla selettività della struttura che accoglie forzatamente soggetti per lo più poveri dal punto di vista economico e culturale, tossicodipendenti, persone spesso malate o a rischio o con disturbi psichici, extracomunitari, eccetera. Così il progetto ha subito “movimenti destabilizzanti” con l’arrivo in Sezione di detenuti “fuori circuito”, ovvero non inseriti nel programma, la maggior parte dei quali erano e sono soggetti antisociali, devianti e multiproblematici, alcuni dei quali con una lunga storia carceraria alle spalle; in aggiunta a quanto detto è da sottolineare lo sradicamento territoriale e contestuale dei soggetti inseriti forzatamente in Sezione, in quanto provengono da fuori Regione15e hanno interrotto i rapporti con i familiari che andavano a trovarli e con gli operatori interni ed esterni al carcere. È da precisare, comunque, che la permanenza dei “fuori circuiti” in Sezione si cerca di abbreviarla il più possibile con spostamenti interni tra sezione e sezione appena si libera qualche posto in un altro piano. Perciò, dai dati disponibili risulta che all’avvio del progetto i soggetti presenti risiedevano prevalentemente nel territorio regionale con una presenza significativa a Torino16. Di fatto nel periodo successivo dopo, si rileva un numero significativo di nuovi ingressi provenienti da altre regioni, in particolare dei residenti di Milano e provincia, ed inseriti proprio nella Sezione a custodia attenuata per indisponibilità di posti in altre sezioni; parallelamente, diminuiscono i residenti di Torino e, in misura minore, della provincia di Torino. Costanti sono i residenti dell'ASL 9 pari a circa un quinto del totale. L’inserimento in Sezione di detenuti non motivati, né preparati e dove in alcuni casi la tossicodipendenza rappresenta un problema marginale, crea nella Sezione una “turbolenza” non indifferente. Una serie di attività devono essere sospese a fronte

12 gli allontanamenti sono dovuti alla trasgressione alle regole stabilite nel progetto e concordate all’interno dell’équipe integrata. La percentuale dei soggetti allontanati, in quanto valutati non idonei al progetto terapeutico trattamentale in Sezione, e di quelli trasferiti per causa di "forza maggiore" è alta nel primo periodo di permanenza, da un mese a tre mesi. È quasi inesistente per chi permane in un periodo maggiore. 13 Legge n. 354 dell’Ordinamento Penitenziario del 1975, art 1 e 13. 14 Il cosiddetto codice carcerario crea un carcere dentro il carcere, l’escluso che reagisce escludendo gli altri. 15 Il fatto è determinato dalla necessità di sfollare strutture carcerarie più grandi, come ad esempio il carcere San Vittore di Milano. 16 di qui l’ipotesi di progetti ed azioni in collaborazione con il carcere Le Vallette e con i Sert torinesi.

37

di un utilizzo di “energie” per il contenimento delle situazioni più problematiche per cercare soluzioni che permettano il ripristino della Sezione. La collaborazione e la flessibilità dimostrata in questa occasione dal contesto carcerario in generale ha permesso di giungere a dei risultati in tempi apprezzabili. Un evento che potrebbe essere collegato a questi fatti è il decisivo aumento degli allontanamenti dalla sezione nel periodo in questione e in quello appena successivo, ma è in corso un ulteriore indagine per verificare se questi due dati sono correlabili, o se gli allontanamenti siano dovuti a una difficoltà del rispetto dell’ attuale regolamento della Sezione, che richiede una partecipazione più attiva e motivata del soggetto inserito. La quarta considerazione concerne i rapporti tra adesione spontanea alla cura ed espiazione della pena, tra trattamento e custodia, tra processo volto al cambiamento e la forma pedagogico-normativa del controllo. Indubbiamente, occuparsi, dal punto di vista terapeutico, di tossicodipendenti che contemporaneamente sono reclusi pone degli interrogativi sulla possibile coesistenza tra coazione e volontaria motivazione a guarire. Certamente è importante uscire dalla sterile dicotomia che non porta da nessuna parte, considerare che il lavoro svolto dal Sert all’interno dell’Istituto penitenziario non può essere assimilato a quello di un servizio esterno, che il tossicodipendente libero è diverso da quello recluso. Operare in carcere con tossicodipendenti detenuti è potersi occupare di persone incapaci di prendersi cura di sé con storie di vita piene di disastri affettivi, dove il linguaggio è un mettere in atto il proprio senso di distruttività e di disperazione, inteso come quello stato senza più dolore per la propria storia, come anestetizzate, dove l'adattamento ha preso il posto del vivere, dove poter uscire il prima possibile è per poter riprendere a "fare quello che facevano prima". Certamente per molti il carcere rappresenta un’occasione per “fermarsi”, per recuperare il senso della propria storia, per risoggettivarsi nell’accadimento compulsivo della propria storia tossicomanica, l’ultima possibilità per un cambiamento reale e importante: il carcere con le proprie contraddizioni e ambiguità, può costituire il luogo dove si mettono in gioco il reale e il possibile, il controllo e la terapia, il dover essere e l’essere e la dimensione della progettualità con quella della destinalità della patologia della dipendenza e della propria storia di devianza. Pertanto, questa considerazione rappresenta una scommessa nel lavoro dell’équipe integrata Sert – carcere per la costruzione di un nuovo modello operativo che superi, inglobando, i limiti dei Servizi di appartenenza, nel rispetto delle competenze reciproche e dei compiti d’Istituto.

38

4.6.3.1. I DATI Nelle pagine successive vengono riportate le tabelle dei dati più significativi, raffrontati tra loro, con i rispettivi grafici e le relative osservazioni.

39

TABELLA 1 – Variazione delle residenze dei detenuti inseriti in Sezione nei primi due anni del progetto.

TABELLA 1 – Variazione delle residenze dei detenuti inseriti in Sezione nei primi due annidel progetto.

Emerge, come datosignificativo e nonprevedibile, unadiminuzione deiresidenti di Torino e, inmisura minore, dellaprovincia di Torino avantaggio di unaumento consistentedei residenti fuoriRegione (in particolaredei residenti di Milano eprovincia).Costanti sono iresidenti dell'ASL 9 paria circa un quinto deltotale.

Nei due anni del progetto, la percentuale dei detenuti scarcerati a fine pena è pari a circa la metà del totale complessivo, mentre gli ingressi all'Arcobaleno sono stati molto limitati. Rispetto alla variazione della condizione giuridica, si può notare che nel corso del tempo sono aumentati in modo significativo i progetti in alternativa alla pena e gli allontanamenti dalla sezione, mentre è drasticamente diminuito il numero di sospensioni pena. Quindi gli allontanamenti, dovuti alle regole stabilite per la permanenza, diventano più significativi; ed è accresciuto l'investimento sull'elaborazione di progetti terapeutici nella prospettiva di percorsi esterni, a discapito di un passaggio alla Sezione 2° livello, Arcobaleno.

TABELLA 2 – Rilevazione delle condizioni giuridiche dei detenuti all’uscita dalla sezione nei primi due anni del progetto. TABELLA 2 – Rilevazione delle condizioni giuridiche dei detenuti all’uscita dalla sezione nei primi due anni del progetto.

41

diagnosi Totale soggetti

alcoldipendenza 42 cocaina 29 eroina-cocaina 33 eroina 34 politossicodipendenza 29 psicofarmaci 47 Età media complessiva 32

Fra I soggetti che mostrano disponibilità ad essere inseriti nel progetto emerge che i più giovani mediamente sono politossicodipendenti; mentre quelli dipendenti da eroina e cocaina, da sola eroina e da psicofarmaci hanno mediamente via via un'età maggiore. Questo dato è sovrapponibile alle considerazioni epidemiologiche, rilevabili sul territorio.

TABELLA 3 – Età media dei soggetti inseriti in Sezione nei due anni del progetto (periodo marzo 2001 – febbraio 2003).

42

TABELLA 4 – Rapporti tra le varie tipologie di dipendenza tra i soggetti inseriti in Sezione nei primi due anni del progetto.

43

tipologia dell'uscita

dalla Sezione tipologia programma terapeutico

perio

do

n.

trasf

eriti

Allo

ntan

ati

liber

ati

arr.d

om.

sosp

.pen

a

alte

r.pen

a

sost

.gen

.

elab

.pro

g.

prog

.terr.

Com

uità

Arc

obal

.

1-3 mesi 12 3 2 3 1 3 7 2 2 14-6 mesi 7 1 4 1 1 2 1 2 2 7-9 mesi 8 2 1 4 1 3 2 3 10-12 mesi 6 1 3 1 1 2 2 2 oltre 12 mesi 13 9 4 4 2 4 3 totale 46 5 5 23 2 10 1 18 7 10 10 1

Come dato rilevante è la presenza del solo sostegno intramurario, senza un progetto finalizzato all’uscita, per chi permane per un periodo da 1-3 mesi e la scarcerazione come fine pena per chi esce oltre i 12 mesi.

Progetti terapeutici

7

23

2

4

12 2 22 2 2

4

2 23 3

10

2

4

6

8

sost.gen. 7 2 3 2 4

elab.prog. 1 2 2 2

prog.terr. 2 2 2 4

Comunità 2 2 3 3

Arcobaleno 1

1-3 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 10-12 mesi

oltre 12 mesi

Condiz. giuridica all'uscita dalla Sezione

3 22 1 1 13 4 4 3

9

1 13

1 1 1

4

10

5

10

trasferiti 3 2

allontanati 2 1 1 1

liberati 3 4 4 3 9

arr.dom. 1 1

sosp.pena 3 1 1 1 4

1-3 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 10-12 mesi

oltre 12 mesi

TABELLA 5 – Permanenza, programmi e cond.giur. dall’uscita dalla Sezione dei soggetti inseriti nel primo anno del progetto.

44

tipologia progetto terapeutico Totale Arcobaleno 1 Comunità 15 elaborazione del progetto 33 programma territoriale 13 sostegno generico 32 Totale complessivo 94

Come primo dato significativo è la presenza di una sola persona che ha un progetto di passaggio al secondo livello, Arcobaleno. La percentuale dei soggetti che elaborano un progetto è pressoché uguale a quella di coloro che usufruiscono di solo sostegno intramurario; ma è importante sottolineare che la percentuale di chi usufruisce il sostegno generico è alta per chi permane pochi mesi, mentre quella riferita all'elaborazione del progetto è alta per chi ha una permanenza maggiore (cfr. tabella 7).

TABELLA 6 – Tipologia dei progetti terapeutici dei soggetti inseriti in Sezione nei primi due anni.

45

Il solo contenimento senza progetto futuro è alto per chi permane in Sezione per brevi periodi (un po' meno della metà). I detenuti che hanno già definito un progetto di Comunità riescono a concretizzarlo dopo un periodo di 4-6 mesi (un po' meno della metà) o, in un quarto dei casi dopo 7-9 mesi o oltre i 12 mesi; assente tale progetto per chi permane per 10-12 mesi. Il progetto territoriale si concretizza in modo significativo per chi permane per un periodo dai 4-9 mesi e aumenta dai 10 mesi a oltre i 12 mesi. Il numero dei soggetti che elaborano un progetto terapeutico in Sezione è alto per chi permane per un periodo dai 7 ai 12 mesi.

TABELLA 7 – Percorsi terapeutici tra i soggetti inseriti nel periodo marzo 2001 – febbraio 2003. TABELLA 7 – Percorsi terapeutici tra i soggetti inseriti nel periodo marzo 2001 – febbraio 2003.

46

Periodo di permanenza allontanati trasferiti totale 1-3 mesi 8 6 14 4-6 mesi 2 2 7-9 mesi 1 2 3 10-12 mesi 1 1 oltre i 12 mesi totale 12 8 20

La percentuale dei soggetti allontanati, in quanto valutati non idonei al progetto terapeutico trattamentale in Sezione, e di quelli trasferiti per causa di "forza maggiore" è alta nel primo periodo di permanenza, da un mese a tre mesi. È quasi inesistente per chi permane in un periodo maggiore.

TABELLA 8 – Allontanati e trasferiti nei primi due anni del progetto: periodo di permanenza in Sezione.

47

N. % rapp. con Sert durante carcer. N. %

in carico dalla libertà sì 78 83% prosegue progetto Sert 52 66,7% sul sì non prosegue progetto Sert 20 25,6% sul sì interrotto 6 7,7% sul sì no 16 17% inizia progetto Sert 9 56,3% sul no non inizia progetto Sert 5 31,3% sul no interrotto 2 12,5% sul no totale 94 94

Il 17 % delle prese in carico riguarda il sommerso: di questo poco di più della metà prosegue per un percorso terapeutico con il Sert di riferimento.I tre quarti di quelli che interrrompono o non proseguono con il progetto terapeutico con il Sert di riferimento coincidono con quelli allontanati dalla Sezione.

TABELLA 9 – Presa in carico Sert antecedente e durante la carcerazione.

48

1° anno 2°/1° sem. 2°/2° sem. totale

n. % n. % n. % media %int. diretti alla famiglia 10 20% 13 25% 12 23% 22,7% Interventi psicologici 28 57% 29 56% 24 45% 52,7% terapia di gruppo 31 63% 37 71% 31 58% 64,3% Educazione sanitaria 33 67% 31 60% 29 55% 60,6% Laboratorio 39 80% 41 79% 37 70% 76,1% suddivisi nei vari periodi di permanenza:

1-3 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 10-12 mesi oltre 12 mesi attualmente presenti1° anno n. % n. % n. % n. % n. % n. % int. diretti alla famiglia 0 0% 0 0% 4 50% 1 17% 4 31% 1 33%Interventi psicologici 10 83% 3 43% 6 75% 5 83% 6 46% 2 67%Terapia di gruppo 3 25% 4 57% 7 88% 5 83% 10 77% 2 67%Educazione sanitaria 4 33% 3 43% 7 88% 6 100% 10 77% 3 100%Laboratorio 4 33% 6 86% 8 100% 6 100% 12 92% 3 100%

1-3 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 10-12 mesi oltre 12 mesi attualmente presenti2° anno - 1° sem. n. % n. % n. % n. % n. % n. % int. diretti alla famiglia 1 7% 0 0% 3 43% 1 20% 4 31% 4 33%Interventi psicologici 7 47% 1 50% 4 57% 4 80% 8 62% 5 42%Terapia di gruppo 4 27% 2 100% 4 57% 4 80% 10 77% 6 50%Educazione sanitaria 4 27% 0 0% 5 71% 5 100% 10 77% 7 58%Laboratorio 9 60% 1 50% 5 71% 5 100% 12 92% 9 75%

1-3 mesi 4-6 mesi 7-9 mesi 10-12 mesi oltre 12 mesi attualmente presenti2° anno - 2° sem. n. % n. % n. % n. % n. % n. % int. diretti alla famiglia 1 7% 1 33% 2 50% 1 25% 1 25% 6 25%Interventi psicologici 3 21% 1 33% 1 25% 3 75% 3 75% 14 58%Terapia di gruppo 4 29% 2 67% 2 50% 3 75% 4 100% 16 67%Educazione sanitaria 6 43% 0 0% 2 50% 4 100% 4 100% 14 58%Laboratorio 8 57% 2 67% 2 50% 4 100% 3 75% 18 75%

Dai dati a disposizione, risulta che poco di più della metà dei soggetti usufruisce di una presa in carico psicologica individuale e partecipa ai gruppi di educazione sanitaria; circa i due terzi partecipano alla terapia di gruppo, i tre quarti alle attività espressive.

TABELLA 10 – Partecipazione alle varie attività proposte nei primi due anni del progetto.

49

4.6.3.2. FOLLOW UP Il follow up è lo strumento utilizzato per verificare a posteriori il raggiungimento di alcuni obiettivi del progetto: per effettuare questo tipo di verifica è necessario raccogliere, dopo un certo lasso di tempo dalla scarcerazione, alcuni dati salienti relativi all’andamento del programma terapeutico concordato in carcere e alla situazione sanitaria, giuridica e socio-familiare del soggetto. L’équipe del progetto ha stabilito di svolgere tale verifica con cadenza semestrale, dopo un riscontro a distanza di tre mesi dalla scarcerazione sul mantenimento dei contatti da parte dell’utente con il Servizio di riferimento: sono attualmente disponibili i risultati relativi alla prima raccolta dei dati, effettuata dopo sei mesi dalla scarcerazione del soggetto. Si è inoltre stabilito di non prendere in considerazione per il follow up i soggetti con una permanenza nella Sezione di primo livello inferiore a tre mesi: è poco significativo andare a verificare programmi terapeutici che non possono essere stati elaborati in Sezione, vista la permanenza così breve. Essere stato in sezione per almeno tre mesi, essere stato scarcerato da almeno sei mesi ed essere in carico ad un Sert sono pertanto le tre condizioni necessarie per poter svolgere il follow up: il totale dei soggetti con queste caratteristiche e pertanto presi in considerazione è stato pari a 27. La raccolta dei dati si è svolta tramite un’intervista telefonica all’operatore di riferimento del Sert che ha in carico il soggetto scarcerato. All’operatore viene somministrato un breve questionario (vedi fig. 8 della pagina seguente) della durata di circa cinque-dieci minuti, riguardante:

a) Il rapporto con il servizio: l’andamento del programma terapeutico concordato alla scarcerazione e la sua eventuale interruzione o modifica;

b) Il rapporto con le sostanze: uso continuativo, saltuario o sospeso; eventuale terapia farmacologica; variazione delle condizioni di salute;

c) Situazione giuridica: eventuali nuovi reati e ritorno in carcere; d) Situazione socio-familiare: lavoro, abitazione.

Alla fine dell’intervista veniva richiesta all’operatore una valutazione soggettiva (dare un voto da 0 a 10) dell’andamento del programma dell’utente dopo la scarcerazione, che potrebbe essere anche interpretata come una valutazione indiretta del lavoro svolto in carcere. Di seguito presentiamo alcune tabelle e grafici con i dati accorpati dei 27 soggetti alla prima verifica semestrale del follow up, con alcuni commenti che riteniamo significativi.

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PROGETTO SERT-carcere: scheda FOLLOW UP

COGNOME E NOME PERIODO IN SEZIONE SERT E OPERATORE TIPO DI PROGETTO ALL'USCITA

DIPENDENZA PRIMARIA

1° CONTATTO (DOPO ALMENO 3 MESI)

DATA A RAPPORTO CON IL SERVIZIO

1) L'utente è ancora in contatto con il Servizio ? sì no 1 a) Se sì, in che modo ? costante occasionale1 b) Se no, da quando ha interrotto, mantiene rapporti con altri Servizi e/o strutture ? (Quali ?) sì no 2) L'utente è attualmente fuori dal carcere ? sì no 2 a) Se no, dove è detenuto attualmente ? 3) Il progetto concordato alla scarcerazione è: in corso modificato concluso interrotto 3 a) Se modificato, che tipo di nuovo progetto è in corso ?

Fig. 8 – Questionario somministrato all’operatore di riferimento del Sert di residenza per verificare se l’utente, dopo tre mesi dalla scarcerazione, è ancora in carico.

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PROGETTO SERT-carcere: scheda FOLLOW UP

COGNOME E NOME PERIODO IN SEZIONE SERT E OPERATORE TIPO DI PROGETTO ALL'USCITA

DIPENDENZA PRIMARIA

FOLLOW UP (DOPO ALMENO 6 o 12 MESI) 6 m. 12 m.

DATA A RAPPORTO CON IL SERVIZIO

1) L'utente è ancora in contatto con il Servizio ? sì no 1 a) Se sì, in che modo ? costante occasionale1 b) Se no, da quando ha interrotto, mantiene rapporti con altri Servizi e/o strutture ? (Quali ?) sì no 2) L'utente è attualmente fuori dal carcere ? sì no 2 a) Se no, dove è detenuto attualmente ? 3) Il progetto concordato alla scarcerazione è: in corso modificato concluso interrotto

3 a) Se modificato, che tipo di nuovo progetto è in corso ?

B RAPPORTO CON LE SOSTANZE 1) Siete a conoscenza di un uso attuale di eroina ? sì no 1 a) Se sì: ha sospeso l'uso uso continuativo uso saltuario 2) Siete a conoscenza di un uso attuale di cocaina ? sì no 2 a) Se sì: ha sospeso l'uso uso continuativo uso saltuario 3) Al momento attuale segue una terapia farmacologica agonista ? sì no 4) rispetto a 6/12 mesi fa, le condizioni di salute appaiono: migliorate peggiorate costanti

C SITUAZIONE GIURIDICA 1) Siete a conoscenza di comportamenti recidivanti in ambito giudiziario (reati commessi negli ultimi 6/12 mesi) ?

sì, nuovi reatisì, nessun nuovo reato

no, non so

D SITUAZIONE SOCIO-FAMILIARE 1) Siete a conoscenza della situazione lavorativa ?

sì, è occupato stabilmente

sì, è occupato saltuariamente

sì, è disoccupato no, non so

2) Con chi vive ? famiglia d'origine

nuovo nucleo familiare single senza fissa

dimora E SITUAZIONE GENERALE

Come valuta complessivamente l'andamento della persona da 1 a 10 ? Fig. 9 – Questionario somministrato all’operatore di riferimento del Sert di residenza per il follow up dopo sei e dodici mesi dalla scarcerazione.

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05

1015

interrotto no sìcontatti Sert intramurari

no contatti Sert follow upsì contatti Sertfollow up

Dopo sei mesi dall'uscita del carcere più della metà degli utenti che prima avevano

contatti con il Sert li hanno mantenuti. In un caso i rapporti si sono riallacciati, dopo che erano stati interrotti durante la detenzione.

TABELLA 11 – Contatti con i Sert dopo sei mesi in riferimento al periodo di carcerazione.

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progetti terapeutici intramurari

ritorno in carcere Comunità elaborazione del progetto progetto territoriale sostegno generico totale

no 6 1 6 4 17non so 1 2 1 2 6sì 1 1 1 1 4totale 8 4 8 7 27

Tc

Il ritorno in carcere non pare condizionato dal tipo di programma terapeutico seguito durante la precedente detenzione.

ABELLA 12 – Rapporto tra programma terapeutico seguito e recidiva arceraria dopo sei mesi.

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andamento programma terapeutico progetto concordato tipologia progetto terapeutico concluso in corso interrotto modificato Totale Comunità 3 4 1 8 elaborazione del progetto 4 4 programma territoriale 1 3 2 2 8 sostegno generico 1 6 7 Totale 1 7 16 3 27

Dopo 6 mesi la maggioranza degli utenti interrompe il progetto concordato in carcere. Risultano interrotti soprattutto i progetti di "sostegno generico", mentre i progetti comunitari si dividono circa a metà fra interrotti ed in corso. Da segnalare comunque un caso di programma territoriale già concluso positivamente dopo soli 6 mesi.

TABELLA 13 – Dopo sei mesi andamento del progetto terapeutico in rapporto a quello seguito in carcere.

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dopo sei mesi diagnosi uso eroina alcoldip. cocaina ero.-coca. eroina politoss. Totale no 1 2 3 6 non so 1 1 4 7 2 15 sì 3 3 6 Totale 1 2 9 13 2 27 dopo sei mesi diagnosi uso cocaina alcoldip. cocaina ero.-coca. eroina politoss. Totale no 1 3 4 8 non so 1 1 4 8 2 16 sì 2 1 3 Totale 1 2 9 13 2 27 TABELLA 14 – Dopo sei mesi, uso di eroina e cocaina in diagnosi effettuata durante la detenzione.

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L'uso di eroina riguarda il 50 % dei soggetti con cui si mantengono i contatti. Sono significative le ricadute nell'uso di eroina che riguardano i dipendenti da eroina e da eroina-cocaina.

rapporto con la

salute dopo sei mesi migliorata 7 non so 10 peggiorata 2 stazionaria 8 Totale 27

In contatto con il Sert terapia agonista Totale

no 10sì 5totale 15 In contatto con il Sert

Dopo 6 mesi dall'uscita del carcere, secondo gli operatori intervistati prevalgono le situazioni di salute stazionaria e migliorata rispetto a quelle di salute peggiorata (per le situazioni conosciute).

Fra i 15 soggetti in contatto con il Sert i due terzi non seguono una terapia agonista.

TABELLA 15 – Percezione delle condizioni di salute e terapia agonista.

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dopo sei mesi lavoro

Contatti con Sert disoccupato non soOccupato

saltuariamenteOccupato

stabilmente Totaleno 1 9 2 12sì 7 3 5 15Totale 8 12 2 5 27

Fra gli utenti rimasti in contatto con il Sert, un terzo risulta essere occupato stabilmente.

TABELLA 16 – Condizione lavorativa dei soggetti che mantengono rapporti con il Sert dopo sei mesi.

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dove vive soggetti

carcere 4 comunità 3

nucleo fam. Nuovo 5 nucleo fam.originario 6

non so 9 Totale 27

Il 15% degli utenti dopo sei mesi è tornato in carcere. Circa il 40% vive in famiglia, (d'origine o con partner-figli).

TABELLA 17 – Condizione abitativa dei soggetti che mantengono rapporti con il Sert dopo sei mesi.

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Valutazione contatti con Sert

punteggio no sì Totale 0 1 1 2 1 1 3 1 1 4 1 1 5 1 1 2 6 3 3 8 1 1 9 1 1

10 2 2 non valutato 9 5 14

Totale 12 15 27

La maggioranza degli operatori fatica o si riservadi attribuire un voto soggettivo al percorso dell'utente. Sono presenti in egual misura tutti i tipi di valutazione, dalla più alta alla più bassa, con una leggera prevalenza della sufficienza (il 6).

TABELLA 18 – Valutazione a punteggio (scala da 1 a 10) da parte degli operatori di riferimento del Sert di residenza dopo sei mesi.

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5. RIFLESSIONE

Questo primo lavoro di elaborazione del progetto della Sezione di primo livello, tuttora in itinere, vuole essere prima di tutto un tentativo di verificare quanto è stato raggiunto rispetto agli obiettivi generali e specifici prefissati con la finalità di ricalibrare l’intervento in modo più preciso e puntuale e di attuare un monitoraggio più rispondente alla realtà nella quale si sta operando. Inoltre, vuole essere una proposta di individuare e di condividere le criticità nel complesso e difficile lavoro svolto per le tossicodipendenze in ambito penitenziario come momento di ridefinizione del lavoro d’integrazione svolto, degli strumenti utilizzati e di riorientamento delle risorse presenti da parte di chi svolge l’attività in carcere. Ma l’auspicio vuole essere quello di offrire degli stimoli per elaborare insieme l’esperienza in corso attraverso, eventualmente, la costituzione di piccoli gruppi multiprofessionali e trasversali ai Servizi che possono affrontare e sciogliere i nodi più significativi e resistenti dell’attività svolta, con l’obiettivo di arricchire le varie ottiche professionali, le diverse metodologie di lavoro e gli approcci di riferimento teorici e operativi: il tentativo è quello di costruire un pensiero comune e originale e un modo nuovo più funzionale di occuparsi delle problematiche inerenti ai detenuti tossicodipendenti. Da quanto esposto, dalle considerazioni sui primi due anni del progetto e dal primo follow up si possono individuare e proporre le seguenti criticità in ordine “sparso”:

1) Per quanto riguarda gli obiettivi specifici 2, 3 e 5 (vedi pag. 30)17 si è evidenziata una carenza nel lavoro di back-office e di front-office inerente ai soggetti che mostrano una motivazione debole, che manifestano una fragilità destruente e che non sono in grado di intraprendere in fase successiva un percorso terapeutico più evoluto: a sottolineare quanto affermato ci sono i dati che riguardano il follow up ovvero che dopo 6 mesi dall’uscita dal carcere a) meno della metà degli utenti che prima avevano contatti con il Sert non li

hanno mantenuti, b) la maggioranza degli utenti interrompe il progetto concordato in Sezione 1°

livello,

17 Obiettivo specifico 2 “far crescere il livello d’informazione (conoscenze concrete, pratiche e utili sulle terapie, sui trattamenti, sulle possibilità offerte all’interno e all’esterno del carcere, sugli aspetti legali e legislativi; indicazioni sui servizi, sulle associazioni e sulle varie risorse presenti sul territorio di appartenenza)”; obiettivo specifico 3 “mantenere l’aggancio o stabilire-ristabilire un contatto con il territorio di provenienza dando continuità progettuale in riferimento soprattutto alla storia personale e ai vari tentativi messi in atto per la propria condizione di tossicodipendenza”; obiettivo specifico 5 “favorire il contatto con i programmi esterni all’Istituto e successivi al percorso effettuato, avviare un progetto terapeutico iniziale ed elaborare un progetto terapeutico-riabilitativo intra- o extramurario, da realizzare in fase successiva”.

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c)

il 50 % dei soggetti con cui si mantengono i contatti ricadono nell’uso di eroina.

Emerge la necessità di sviluppare un’attenzione per il lavoro volto alla riduzione del danno e alla bassa soglia attraverso, anche, un lavoro di rete che coinvolga i Servizi che operano in tal senso o che facilitano l’accesso per i più disagiati e i meno agganciati alle risorse del territorio.18

2) In riferimento alla recidiva carceraria e al dato del follow up in cui risulta che il

15 % degli utenti che hanno mantenuto i contatti con il Sert dopo sei mesi dalla scarcerazione è tornata in carcere, evidenzia la necessità di una messa in rete della Sezione di primo livello all’interno dei circuiti trattamentali presenti in Regione. L’obiettivo è di favorire una continuità terapeutica trattamentale della presa in carico dei soggetti che hanno usufruito del percorso offerto dal progetto stesso.

3) Carente è stata la presenza dei volontari all’interno del progetto, certamente

non perché si è sottovalutata l’importanza di tale risorsa, ma per difficoltà organizzativa nella pianificazione delle varie attività nelle diverse fasi del progetto stesso. Necessità di un coinvolgimento maggiore e, prima di tutto, ridare un senso alla presenza di tale significativo nodo della rete carcere nei diversi momenti dell’attività svolta a livello intramurario ed extramurario.

4) Dalla varie considerazioni si evince uno splitting tra percorsi intramurari e

percorsi esterni, tra percorso in Sezione e programma terapeutico trattamentale in alternativa alla pena per quanto riguarda l’autorizzazione ad accedere a tali percorsi, alla tempistica e alla valutazione che non viene condivisa: si sottolinea una mancata sinergia tra Sert interno / esterno, operatori penitenziari, CSSA e Magistratura. Importante è tentare di definire strategie comuni che consolidino un’operatività realmente integrata, al di là delle responsabilità, delle funzioni e dei ruoli che ognuno deve svolgere nel lavoro delle parti.

5) Sia rispetto alla patologia delle dipendenze e al problema della devianza secondaria o primaria presente in carcere, sia rispetto alla complessità del carcere e agli aspetti ivi correlati19, necessità potenziare una diversificazione dei trattamenti e costituire vari moduli terapeutici individualizzati.

6) In riferimento alla complessità organizzativa del carcere e alle necessità

materiali del lavoro svolto in Sezione 1° livello, probabilmente è utile acquisire

18 Vedi la Conferenza europea di Oldenburg su Carcere e Tossicodipendenze, 12-14 marzo 1998 e il Decreto del 21 aprile 2000, approvazione del Progetto obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario. 19 Come, ad esempio, al problema del sovraffollamento.

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procedure specifiche codificate (come, ad esempio, per le varie autorizzazioni necessarie per muoversi all’interno del carcere) e definire il “costo” della Sezione per razionalizzare la spesa e individuare eventuali risorse economiche.

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