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Giornalino di Settore Anno 19 n° 2 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame MILANO Il 3 giugno l’équipe di Settore si è incontrata a Senago, ospite dei Gatti. Atmosfera molto calda, di amicizia, di fervore e... di aula al sole dell’oratorio di Castelletto, dove ci siamo incontrati per ragioni di spazio. Erano con noi, su loro esplicita richiesta, Riccardo e Mariella Radaelli, coppia responsabile della nostra regione: volevano conoscere meglio il nostro Settore, numeroso ma un pochino scollato, an- che in vista di una possi- bile prossima divisione dello stesso, per motivi di numero. Avevamo infatti riferi- to negli incontri di Regio- ne di una sempre limitata, se non talvolta scarsa, partecipazione ai momen- ti di Settore, anche in con- fronto di altri Settori a noi vicini e da questo punto di vista ben più coesi. Riccardo e Mariella ci hanno fornito l’intuizio- ne. Ci hanno raccontato del loro incontro, qualche anno addietro, a Trussures, con padre Caffarel e di come questo uomo novantenne, piccolo e scavato, tutto occhi, si era informato solo circa la santità del movimento in Italia. Le sue parole erano state più o meno queste: “Le équipes sono nate per riscoprire e valorizzare il grande carisma del sacramento del matrimonio: una chiamata dello Spirito alla conquista della santità in coppia. Se le équipes rinunciano a questa tensione, se si trasformano in un circolo culturale e/o di una sorta di mutuo soccorso, altri movimenti sorge- ranno al loro posto, perché il carisma c’è, non è un‘inven- zione ed è necessario viverlo profondamente”. Allora ci siamo chiesti: ma noi due, responsabili già da due anni di questa fettina del movimento, ci siamo preoccupati della “santità”? Ci siamo preoccupati di crescere noi in primis nella preghiera, nello studio, nell’ascolto? O ci siamo preoccupati solo di organizzare, magari anche bene, incon- tri ed iniziative? E le coppie di collegamento hanno fatto i passacarte solo o si sono preoccupate della crescita spiri- tuale delle équipes loro affidate? Potremmo proseguire Sogno di una notte di mezza estate ancora a lungo a porci simili domande. A questo punto, con i Radaelli, ci siamo chiesti: a Milano ci sono 17 équipes a cui vanno sommate le due che stanno finendo il pilotaggio. Ma dietro i numeri che situazioni ci sono, quante sono le équipes con tre o quattro od anche cinque coppie soltanto? Come pensiamo di rin-sanguarle? Con inserimenti, con fusioni? Confessiamo che in que- sti due primi anni, (anche se sono ormai 2/3 del no- stro servizio) abbiamo un po’ seguito la politica del “laissez faire”, di lasciare che ogni realtà si autoregolasse. Ci siamo convinti ora che il nostro ruolo non è solo quello di ‘‘organizzatori’’, ma anche, e soprattutto, quello di “pastori”, se la parola non vi suona trop- po grossa. Il nostro movimento ha un metodo, che è la sua forza. Senza metodo si ri- schia di perdersi, di rallen- tare, di inaridirsi. Allora riscopriamo insieme il metodo. A partire dal collegamento, che cercheremo di migliorare: sarà il modo di sentirci più uniti e per aiutarci meglio. Vi invitiamo quindi tutti a interrogarvi su di voi, sulla vostra équipe, sul vostro stare nella vostra équipe. Poi, però, puntiamo in alto. Puntiamo, tutti, a quella santità di cui parlava padre Caffarel. Senza paura, senza indugi, senza compromessi. La santità, la santità in coppia, è un sogno? Forse! Ma proviamo, questa estate, a lasciarci cullare da questo so- gno, proviamo ad immaginare cosa e come potremmo esse- re: poi, forse, ‘‘risvegliandoci’’ in autunno per riprendere il nostro “quotidiano” fatto di lavoro, di fatica, di tensione, scopriremo che il sogno si è fatto in parte realtà, che è a portata di mano. Basta, come ci dice Gesù, un granello di fede ed un briciolo di coraggio. Buone e sante vacanze a tutti. Noi vi ricorderemo tutti, uno per uno, a Santiago: contateci. Paolo e Lidia Avesani Beato Angelico Annunciazione Museo Diocesano di Cortona

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Giornalino di SettoreAnno 19 n° 2 - Giugno 2000

Équipes Notre DameMILANO

Il 3 giugno l’équipe di Settore si è incontrata a Senago,ospite dei Gatti. Atmosfera molto calda, di amicizia, difervore e... di aula al sole dell’oratorio di Castelletto, doveci siamo incontrati per ragioni di spazio.

Erano con noi, su loro esplicita richiesta, Riccardo eMariella Radaelli, coppia responsabile della nostra regione:volevano conoscere meglio il nostro Settore, numeroso maun pochino scollato, an-che in vista di una possi-bile prossima divisionedello stesso, per motivi dinumero.

Avevamo infatti riferi-to negli incontri di Regio-ne di una sempre limitata,se non talvolta scarsa,partecipazione ai momen-ti di Settore, anche in con-fronto di altri Settori a noivicini e da questo puntodi vista ben più coesi.

Riccardo e Mariella cihanno fornito l’intuizio-ne. Ci hanno raccontatodel loro incontro, qualcheanno addietro, aTrussures, con padre Caffarel e di come questo uomonovantenne, piccolo e scavato, tutto occhi, si era informatosolo circa la santità del movimento in Italia.

Le sue parole erano state più o meno queste: “Le équipessono nate per riscoprire e valorizzare il grande carisma delsacramento del matrimonio: una chiamata dello Spirito allaconquista della santità in coppia. Se le équipes rinuncianoa questa tensione, se si trasformano in un circolo culturalee/o di una sorta di mutuo soccorso, altri movimenti sorge-ranno al loro posto, perché il carisma c’è, non è un‘inven-zione ed è necessario viverlo profondamente”.

Allora ci siamo chiesti: ma noi due, responsabili già da dueanni di questa fettina del movimento, ci siamo preoccupatidella “santità”? Ci siamo preoccupati di crescere noi inprimis nella preghiera, nello studio, nell’ascolto? O ci siamopreoccupati solo di organizzare, magari anche bene, incon-tri ed iniziative? E le coppie di collegamento hanno fatto ipassacarte solo o si sono preoccupate della crescita spiri-tuale delle équipes loro affidate? Potremmo proseguire

Sogno di una notte di mezza estateancora a lungo a porci simili domande.

A questo punto, con i Radaelli, ci siamo chiesti: a Milanoci sono 17 équipes a cui vanno sommate le due che stannofinendo il pilotaggio. Ma dietro i numeri che situazioni cisono, quante sono le équipes con tre o quattro od anchecinque coppie soltanto? Come pensiamo di rin-sanguarle?Con inserimenti, con fusioni?

Confessiamo che in que-sti due primi anni, (anchese sono ormai 2/3 del no-stro servizio) abbiamo unpo’ seguito la politica del“laissez faire”, di lasciareche ogni realtà siautoregolasse.

Ci siamo convinti ora cheil nostro ruolo non è soloquello di ‘‘organizzatori’’,ma anche, e soprattutto,quello di “pastori”, se laparola non vi suona trop-po grossa.

Il nostro movimento haun metodo, che è la suaforza. Senza metodo si ri-schia di perdersi, di rallen-

tare, di inaridirsi. Allora riscopriamo insieme il metodo. Apartire dal collegamento, che cercheremo di migliorare: saràil modo di sentirci più uniti e per aiutarci meglio.

Vi invitiamo quindi tutti a interrogarvi su di voi, sullavostra équipe, sul vostro stare nella vostra équipe.

Poi, però, puntiamo in alto. Puntiamo, tutti, a quellasantità di cui parlava padre Caffarel. Senza paura, senzaindugi, senza compromessi.

La santità, la santità in coppia, è un sogno? Forse! Maproviamo, questa estate, a lasciarci cullare da questo so-gno, proviamo ad immaginare cosa e come potremmo esse-re: poi, forse, ‘‘risvegliandoci’’ in autunno per riprendere ilnostro “quotidiano” fatto di lavoro, di fatica, di tensione,scopriremo che il sogno si è fatto in parte realtà, che è aportata di mano. Basta, come ci dice Gesù, un granello difede ed un briciolo di coraggio.

Buone e sante vacanze a tutti. Noi vi ricorderemo tutti,uno per uno, a Santiago: contateci.

Paolo e Lidia Avesani

Beato Angelico Annunciazione Museo Diocesano di Cortona

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2 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

L’eredità di padre Henri Caffarel riscoperta nei suoi scrittiBallo in maschera

Menzogna ovunque. Intorno anoi. In noi.

La signora Y detesta la signoraZ; ma le tende la mano con unincantevole sorriso. Il dottor Apassa il tempo a criticare il collegaB; ma, se lo incontra, con quantaeffusione si rallegra con lui per isuoi successi! Guardate quellepersone che in chiesa sfilano da-vanti alla famiglia dell’estinto: ri-marrete edificati per la loro since-rità... Menzogna delle parole, dei

gesti. Menzogna della vita. Ognuno interpreta il propriopersonaggio: la donna perfetta, il padre di famiglia numero-sa, il braccio destro del Parroco, il padrone progressista, ilcristiano di larghe vedute.

Applicare bene la maschera, adattare bene il travestimen-to: ecco l’importante!

E i partiti politici... E la stampa... Si tratti degli ultimiscioperi o di un grande processo in corso: dappertutto belleparole, che spesso coprono piccole cose sporche. Oh! Cisiamo abituati così bene che non vi facciamo neppure piùattenzione. Così bene abituati, ossia così bene contaminati.

Mi trovate pessimista? Sperimentate allora questo test:per un solo giorno sforzatevi di scoprire tutte le bugie chesi insinuano nei vostri atteggiamenti, nelle vostre parole,nelle vostre lettere, nei vostri gesti, nei vostri silenzi, neivostri pensieri, nelle vostre preghiere; verso vostra moglie,i vostri figli, i vostri colleghi, le persone che incontrate,verso voi stessi (poiché si mente anche con se stessi nonmeno che con gli altri), verso Dio. Se alla sera di questagiornata non siete terrorizzati vuol dire che siete santi, ameno che non siate ciechi. E, in questa seconda ipotesi, ilvostro è un caso grave.

Diventare “veri” dovrebbe essere il vostro assillo quoti-diano.

In questo vi sarete efficacemente aiutati se vi atterretelealmente alle regole delle Équipes.

Se ciascuno, nel corso dello scambio di idee, esprime congrande semplicità ciò che pensa, confessa ciò che ignora,cerca le risposte alle domande che pone a se stesso, rifletteinsieme a tutti gli altri sul modo di tradurre nella propria vitala verità meglio compresa, non tarderà a diventare VERO.

Se la vostra preghiera nella riunione mensile è qualcosadi diverso da una bella dissertazione, se essa esprime, conpoche parole, scevre di eloquenza e di letteratura e come sefoste soli davanti a Dio, un pensiero, un desiderio, unsentimento profondo dell’animo, voi diverrete VERI.

Se ognuno pratica lealmente ciò che chiamiamo la com-partecipazione (ricordate il testo della Carta: “Quindi ognicoppia dice molto francamente se, durante il mese trascor-so, ha osservato gli obblighi che le derivano dalla Carta”),i membri dell’équipe non tarderanno a diventare VERI.

Sembra tanto naturale, per quelle coppie che, insieme e in

uno spirito di reciproco aiuto fraterno, hanno sottoscrittoliberamente una regola, tenersi al corrente dei loro sforzi edelle loro difficoltà.

Perché mai tante coppie rifuggono da questa comparte-cipazione? Questo, non avviene forse nella misura in cuisono ancora abituate a bleffare, a interpretare il propriopersonaggio, a curare la propria reputazione?

E’ proprio perché nella compartecipazione noi vediamo,tra l’altro, un mezzo infallibile per far cadere la maschera eper lottare contro il bluff, che le attribuiamo una così grandeimportanza.

Quando le coppie di un’équipe si sforzano di eliminareogni menzogna, di tendere ad una completa sincerità, allora,come mi scriveva uno di voi: “tra cristiani divenuti traspa-renti gli uni agli altri, la comunione dei santi non è soltantoun dogma al quale si crede, ma a un’esperienza che si vive”.

Ritiro spiritualedi Settore

9-10 settembre 2000Somasca di Vercurago (LC)

Predicatore

don Pierantonio TremoladaTema

‘‘Riconciliarsi in coppia’’Iscrizioni presso gli Avesani entro luglio 2000Tel. 039-389729 e-mail: [email protected]

Quota L. 100.000 a persona

Il ritiro annuale di Settore, giunto ormai allaquarta ‘‘edizione’’, è diventato ormai un punto fermonel programma spirituale di molte coppie delle no-stre équipes.

Un bel segno: il segno che gli impegni della Cartavengono presi sul serio, tutti, e non solo i più semplici.Sappiamo poi che tante altre coppie, non potendopartecipare al nostro, vanno ad altri ritiri: è tantaricchezza, per tutti.

L’équipe di Settore ha voluto organizzarlo anchequest’anno nonostante il fitto calendario di settem-bre, col raduno di Santiago in testa.

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Giugno 2000 - 3Équipes Notre Dame - MILANO

Il Giubileo delle famiglieRoma, 14-15 Ottobre 2000

Tema: I figli, primavera della famiglia e della società

Luigi Santucci, scrittore cattolico, recentementescomparso, ha lasciato, registrato su nastro, un mes-saggio per i figli.Pubblichiamo la parte finale.

Se dovessi lasciarvi in questo testamento un solovocabolo, un solo grido di raccomandazione, sarebbequesto: generosità. Siate generosi, sempre, l’unoverso l’altro, l’uno verso tutti.

La generosità non s’illustra - e me ne guardo bene- con massime né con riferimenti particolari. Vi dicosolo: siate generosi, e poi siate tutte le altre cose.Sarete felici e fortunati. La generosità è la testa e lacoda di quella cosa più grande, metafisica, che è lacarità: è il suo aspetto spicciolo e quotidiano; e vorreidire che la generosità ha un suo aspetto sportivo, unasua euforia come premio immediato; si, la generositàè la ruffiana della gioia... E la gioia è importante.Credeteci nella gioia; e andatene a caccia, tutti igiorni.”

Nel 2.000 si terrà a Roma il Terzo Incontro Mondiale delSanto Padre con le Famiglie, che sarà inserito nel contestodel Grande Giubileo.

Il Terzo Incontro fa seguito al primo, svoltosi a Roma nel1994, in occasione dell’Anno della Famiglia e al secondo,che ha avuto luogo a Rio de Janeiro nel 1997.

La celebrazione del 2.000rivestirà un carattere del tuttoparticolare, dato il momentostorico - il passaggio al Nuo-vo Millennio - in cui viene acollocarsi.

Il motto ispiratore: “I figli,primavera della famiglia e del-la società” è stato presceltodal Santo Padre Giovanni Pa-olo Il. Esso apre alla speranzae all’avvenire, incentrandosisui bambini - fin dal concepi-mento - considerati in quantofigli e quindi nella loro relazio-ne con i genitori, nella fami-glia, proiettati verso la socie-tà.

All’Incontro sono invitatele famiglie di tutto il mondo,affinché intorno al Papa siradunino le espressioni di tutte le nazioni, le culture e leesperienze. Sono invitate le famiglie con tutti i loro membri:genitori, figli, nonni, perché tutti insieme possano celebrareil loro Giubileo.

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia sta curando l’orga-nizzazione e la preparazione dei vari momenti previsti nel-l’evento:

* il Congresso Internazionale Teologico-Pastorale, che siterrà nei giorni 12-13-14 ottobre. Vi parteciperanno le fami-glie delegate dalle Conferenze Episcopali e dalle organizza-zioni, i movimenti impegnati per la famiglia e per la vita, edinoltre esperti e specialisti. Tratterà su: “I figli, primaveradella famiglia e della società”, secondo l’aspetto dottrinalee pastorale.

Il Congresso intende approfondire dal punto di vistateologico la tematica proposta e fornire indicazioni pastoralida diffondere in tutto il mondo;

* gli Incontri di preghiera delle famiglie in pellegrinaggio,articolati per gruppi linguistici, che si terranno nelle Basili-che ed in alcune chiese nazionali, il sabato 14 ottobremattina. Avranno un carattere di preparazione spirituale edi penitenza, in preparazione alle celebrazioni con il SantoPadre e al Giubileo delle famiglie;

* l’Incontro di testimonianza e di festa delle famiglie conil Santo Padre, che si terrà in piazza San Pietro nel pomeriggiodi sabato 14 ottobre. Sarà un momento di intensa spiritua-lità, nel quale le famiglie di tutto il mondo si riuniranno

intorno al Papa per ascoltarne la parola e per testimoniarglila loro fede, con le proprie esperienze e con espressioniartistiche di vario genere;

* la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre- Giubileo delle famiglie, in Piazza San Pietro, domenica 15ottobre mattina. Sarà il momento culminante dell’evento:

intorno alla Mensa Eucaristi-ca, le famiglie del mondo cele-breranno con il Papa il loroGiubileo. Sarà celebrato an-che il sacramento del Matri-monio.

La Famiglia di Nazareth -come ha ricordato GiovanniPaolo Il nell’Angelus del 27dicembre 1998 - “irradia unaluce di speranza anche sullarealtà della famiglia di oggi’’.

Da Nazareth, luogo nel qua-le “è sbocciata la primaveradella vita umana del Figlio diDio, nell’istante in cui Egli èstato concepito ad opera del-lo Spirito Santo nel gremboverginale di Maria”, giunga atutte le famiglie l’annuncio cheogni figlio concepito, accol-

to, amato ed educato dai suoi genitori dona al mondo “unnuovo sorriso” .

La diocesi di Milano è impegnata a preparareil Giubileo della Chiesa Ambrosiana (Roma dal3 al 5 novembre 2000). Le varie parrocchie siorganizzeranno autonomamente: chi decidessedi andare con mezzi propri può chiedere i ‘‘pass’’agli Avesani, che hanno un canale in curia.

Pertanto l’organizzazione del viaggio e delsoggiorno a Roma per partecipare al Giubileodelle famiglie è lasciata ai singoli oppure èconsigliabile mettersi in contatto con il Movi-mento dei Focolari, che sta provvedendo adorganizzare il viaggio.

Biagio e Marina Savaré sono in contatto conle famiglie dei Focolarini e potranno dare infor-mazioni al riguardo.

Sabato 7 ottobre 2000, in S. Ambrogio, ci saràil Giubileo delle famiglie per coloro che nonpossono recarsi a Roma il week-end successivo.

AI MIEI FIGLIdi Luigi Santucci

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4 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Gioia e sofferenza nella vita degli Sposi“Gioia e sofferenza nella vita degli sposi: due giorni di

spiritualità per sposi, il 6 e 7 maggio 2000 al “Salesianum”di Tavernola (CO)”. Così abbiamo letto sull’ultimo numerodel Giornalino END Milano.

Eravamo attirati dal tema (il nostro terrore della sofferenzaci faceva intuire in quale elementare livello di spiritualitàstavamo ancora dibattendoci) e inoltre, lo confessiamo,morivamo dalla curiosità di conoscere Don Silvano Caccia,del quale ci avevano parlato con entusiasmo gli Avesaniqualche mese or sono. Così abbiamo deciso di parteciparecon i nostri tre figli e con noi i Pignataro (anche loro con itre figli al completo). Eccovi un breve resoconto di questedue belle giornate.

Le giornate hanno avuto un ritmo piuttosto intenso,scandite da numerosi momenti di preghiera. Particolarmen-te belli la Preghiera di Adorazione del Sabato pomeriggio ela Messa con i bambini della Domenica.

Il tema è stato svolto su tre Meditazioni, introdotte daDon Silvano e sviluppate attraverso una testimonianza dicoppia. Seguiva un breve momento per lo scambio dicoppia. La sera del Sabato e il pomeriggio della Domenicasono stati dedicati alle discussioni insieme tra tutte lecoppie.

Ci hanno colpito molto le testimonianze di coppia, forseperché le sentivamo molto vicine e “accessibili”.

In particolare a valle della prima meditazione (“Donna,davvero grande è la tua fede”; Mt 15,21-28) Teresa e Carloci hanno ricordato che la donna Cananea aveva ricevuto undono, ma aveva anche dato: aveva insegnato, lei pagana,che cosa fosse una fede “davvero grande”. Così anche noinon dobbiamo pensare di essere solo dalla parte di chi offreaiuto ai “lontani”. Teresa e Carlo stanno facendo dueesperienze di ascolto e aiuto verso gli “ultimi”: i lavoratoriitaliani stranieri (per i quali gestiscono una casa di acco-glienza della diocesi) e i divorziati (con i quali organizzanomomenti di preghiera insieme). Anche quest’ultima inizia-tiva è fatta su incarico della diocesi.

Ma noi siamo veramente capaci di incontrare il diverso?Teresa ci raccontava il dolore delle persone divorziate chesi sentono emarginate dalla vita di Chiesa e che sonodesiderose di vivere esperienze di spiritualità e preghieracomunitaria.

Nella seconda meditazione (“Credo, aiutami nella miaincredulità”; Mc 9,14-29) ci ha colpito il parallelismo cheDon Silvano ha sviluppato con la Resurrezione (“lo sollevòed egli si alzò in piedi”). Gesù ci libera dal male, che è ancheassenza di comunicazione (“spirito muto”), proponendo uncammino di fede che l’uomo può accettare, anche se appar-tiene ad una generazione senza fede. A Gesù basta il sincerodesiderio di credere (“Credo, aiutami nella mia incredulità”).Come possiamo fare le opere di Gesù? Operare il passaggiodalla sofferenza alla gioia? “Questa specie di demoni non sipuò scacciare in alcun modo, se non con la preghiera” e, ciricorda Don Silvano, con il digiuno (Mt 17,21).

Su questa meditazione Gabriella ed Ettore hanno svilup-pato il tema della figura del “padre” oggi, all’interno dellenostre famiglie. Ci hanno proposto il comportamento di Dio

Padre in Es 3,7-8 e ci hanno fatto un po’ vergognare (oltreche riflettere) per le nostre mancanze nei confronti dei figli.Mancanza di ascolto, di tenerezza, di disponibilità, di umiltà,di stupore, di idealità, di sogno, di avventura ... e non solodi tempo. Ogni parola di questo elenco è stata scelta esviluppata nella testimonianza di Gabriella ed Ettore.

Ricordando inoltre la frase di Gesù al padre dell’epiletticoindemoniato (“Portatelo da me”), abbiamo constatato chemolte volte il cuore dei padri si è allontanato da questo suocompito, e quindi va riportato ad esso: non potrebbe esserequesta l’opera di conversione richiesta ai padri per il GrandeGiubileo del 2000? (Un’utile bibliografia: Don Silvano Cac-cia, Ricondurre i cuori dei padri verso i figli, ed. Monti).

Nella terza meditazione (“Che cosa mangeremo? Checosa berremo? Che cosa indosseremo?”; Mt 6,25-34) si èsviluppato il tema dell’affanno come tentazione, come de-mone. Affanno per il sostegno, per la protezione, per iltempo della vita. Un affanno che sarà sempre con noi, ma chepuò essere superato con la ricerca del Regno di Dio(“Cercate prima il regno di Dio”), cercando di conoscere lavolontà di Dio, perché lì c’è quello di cui noi abbiamobisogno (“il Padre vostro celeste infatti sa che ne avetebisogno”). Nella testimonianza di Gisella e Roberto si èsviluppato il tema di come vivere oggi, nella società dellanew economy e delle assicurazioni, la fede nella Provviden-za. Si è parlato di come forse l’affanno sia un demonio e che,come tale, si possa combattere con la preghiera. Si è parlatodi “stili di vita” anti-consumistici, anti-spreco, attenti a non“inventare” impegni. Scelte nell’uso del tempo e del denarosulle quali ci si può aiutare tra coppie. Siamo capaci dimotivare queste scelte? Motivarle ai nostri figli, nonostantele contestazioni? Motivarle agli altri, nonostante l’impopo-larità? E le motiviamo con la Parola di Dio? Lasciamoabbastanza spazio alla ricerca del Regno di Dio all’internodella nostra famiglia?

Questi e molti altri sono stati gli spunti di questo ritiro. Noisiamo stati colpiti in modo particolare dal “desiderio diessenzialità”, quasi una tensione presente in tutte le testi-monianze. Essenzialità come stile di vita per poter avvicina-re gli “ultimi” (Teresa e Paolo), per non appesantire i figli chevogliamo avviare sulla “loro” strada della vita (Gabriella edEttore), per essere testimoni credibili del Vangelo nei loroconfronti (Gisella e Roberto). E’ un impegno che siamocontenti di condividere con altre coppie.

Ci siamo dati appuntamento a Settembre, sperando nelfrattempo di riuscire a raccogliere alcune di queste “provo-cazioni”.

Lucia e Cesare Reverdito Milano 10

Nel caso conoscessimo alcune coppie in difficoltà,separate o divorziate , desiderose di vivere esperienzedi spiritualità e preghiera comunitaria, possiamometterle in contatto con Carlo e Teresa Lehnus, tel. 02-2401806/24410224.

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Giugno 2000 - 5Équipes Notre Dame - MILANO

Risotto (nostro) e chiarezza di idee (loro)Il 19 giugno a casa Avesani si è svolto l'annuale incontro con i consiglieri spirituali del Settore

A tre giorni dall'incontro cominciavamo già a temere unaserata... per pochi intimi: anche don Silvano, che si erariservata la data da mesi, aveva dovuto dare forfait per...motivi superiori. Ci siamo detti: l’anno scorso sono venutiin tre, quest’anno saranno due, l’anno venturo non orga-nizzeremo nemmeno più questo incontro. O meglio, lofaremo il 31 aprile, giorno certamente libero per tutti isacerdoti, sperando nel frattempo in una riforma del calen-dario...

A Pastrengo poi il 17-18 giugno, in équipe regione,avevamo sentito che sì, in qualche settore, l’incontro coiconsiglieri era stato numericamente riuscito, ma in qualchealtro del tutto deserto. E ci eravamo quasi rassegnati: i due‘‘monzesi’’, don Sandro e don Maurilio.

Domenica sera, partendo da Pastrengo, trilla il cellulare:Michele Dicorato conferma la sua presenza con padre Gigi(e... tre). Rientrati molto tardi a Monza altra sorpresa: ibigliettini di Benedetta, nostra figlia, con due conferme:padre Tullio e don Antonio. Poi lunedì mattina si è aggiuntodon Franco. Il numero “legale” era conseguito... Altri comedon Lino, don Ambrogio, don Alfio, don Domenico, suorLidia, oltre a don Silvano, ci avevano comunicato, dispia-ciutissimi, la loro impossibilità ad essere presenti, chieden-do comunque di essere relazionati.

Ed è stata una serata fantastica: preghiera, condivisione,amicizia, verifica del comune impegno.

Non conoscevamo padre Tullio, comboniano, consiglie-re della Cormano 3: è stata la scoperta di un dono prezioso.Équipier da solo tre anni, assolutamente persuaso dellabontà dell’intuizione di padre Caffarel, profondamente in-serito nella sua équipe, e già pronto a tornare in Congo (frapochi mesi) portando laggiù questa nuova esperienza.

Prima di cena, chiacchierando con lui, siamo entrati inpieno nel tema giubilare: ci ha raccontato di cosa accadequotidianamente in Africa, ci ha fatto presente l’enorme edeccessivo divario fra le due società, ci ha fatto capire laterribile cecità del Nord che continua imperterrito a perse-guire i suoi traguardi dimentico di ciò che accade al Sud. Edil 25° capitolo del Levitico ha preso per noi, in quel momento,tutto un altro significato, molto più profondo ed attuale... Laraccomandazione di padre Tullio è stata quella di tenereconto di quello che potrà avvenire nei prossimi 20-30 anniquando progettiamo il nostro stile di vita, quando gestiamole nostre risorse, quando pensiamo la nostra pastorale.

Archiviato il risotto (coi funghi) abbiamo iniziato il lavoroprogrammato, che doveva essere una sorta di verifica diquanto l’evento del Giubileo avesse aiutato le nostre équi-pe a crescere nella loro componente spirituale. Ma la seratasi è subito spostata sulle nostre équipes, su luci ed ombredelle varie realtà, su conquiste e lacune.

Noi abbiamo riferito dello scambio sulla santità delleéquipes fatto con i Radaelli (responsabili regionali) all’ulti-ma équipe di Settore (vedi articolo di prima pagina).

E’ seguita poi una carrellata dei consiglieri sulle loroéquipes. Noi due e Michele (Dina era in Puglia dai suoi)conoscevamo già le situazioni attraverso le coppie di col-

legamento ma il taglio dei consiglieri è stato diverso, è statoquello del “buon pastore”. Abbiamo capito quanto ciamino, quanto bisogno abbiano che noi sposi riscopriamola nostra vocazione ed il nostro carisma, li valorizziamo, neringraziamo il Signore perché anche loro in questo sianoaiutati a riscoprire i loro.

Abbiamo capito la grande tenerezza con cui accompa-gnano il nostro cammino e il grande e prezioso dono del lorotempo.

Guai a noi se facessimo scempio, col disimpegno, di tantadisponibilità!

Abbiamo concluso che ne vale la pena: che il compitodegli équipiers è quello del seminatore - in famiglia e nellasociet - che deve preoccuparsi di seminare senza pretenderedi sapere in anticipo il risultato del raccolto. Sarà lo Spiritoa far maturare il frutto della semina.

E che l'aiuto dei sacerdoti è fondamentale per progredirenella spiritualità, nella santità: ed allora anche per loro nonè tempo sprecato.

Dopo il Magnificat si è fermato da noi qualche minuto inpiù padre Tullio: “Mi spiace partire e dover lasciare la miaéquipe, ma sono sicuro che arrivato in Africa sarò contentodi essere là”. E noi sapremo di aver spedito laggiù unpezzetto di noi, del nostro Settore: sarà nostro impegno anon lasciare solo padre Tullio in nessun senso. Lo accom-pagneremo con la preghiera, coll’aiuto materiale, con ildialogo. Ed Internet ci darà una mano...

Intanto gli abbiamo chiesto di parlarci, alla prossimagiornata di Settore del 29 ottobre 2000, della sua esperienzadi missionario d'Africa: una finestra sul nostro futuro!

Paolo e Lidia Avesani

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6 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Durante l’incontro annuale misto, con coppie provenien-ti da altri gruppi dell’E.N.D., ci è stato chiesto di portare lanostra testimonianza sul tema dell’accoglienza.

Oltre all’accoglienza reciproca e nei confronti di familiarie parenti, abbiamo ritenuto opportuno parlare anche dellanostra esperienza di apertura nei confronti delle personeestranee al nostro gruppo familiare. Parlare di carità e diaccoglienza è sempre stimolante perché ci apre alla dimen-sione vera della nostra crescita, della nostra esistenzaumana, ma soprattutto perché esse rappresentano duecomponenti fondamentali della vita cristiana. Testimoniarel’accoglienza caritativa potrebbe risultare una forma diorgoglio, ma ogni dono va condiviso nella comunità, affin-ché giovi alla comune edificazione.

Noi vorremmo delimitare il campo del nostro interventoalla famiglia e alla presa di coscienza che Eufrasio ed ioabbiamo compiuto, quando ci siamo aperti ad altri, uscendodal comodo e falsamente rassicurante guscio dello “starbene” tra di noi, membri della nostra famiglia. Andavamoverso un individualismo esasperato: la nostra ragione divita erano i nostri figli. Ma questo ci rendeva insoddisfattie ci portava ad allontanarci dalle realtà sociali, isolandocisempre più. E’ difficile esprimere bene la situazione chestavamo vivendo; sappiamo però che ci venne proposto,proprio allora di entrare nel gruppo, che per noi poi si èrivelato una vera e propria “Grazia di Dio”.

Anche se la scelta ci sembrava scomoda e impegnativa,abbiamo ugualmente deciso di intraprendere questo cam-mino, ricordando le parole di Gesù “non voi avete scelto me,ma io ho scelto voi”. Pian piano abbiamo iniziato a scoprirevalori importanti che l’E.N.D. ci indicava come la regola divita. Intanto le resistenze nei confronti degli altri venivanomeno e la nostra vita cambiava. Ci siamo accorti che gli spazilimitati si possono allargare in vasti orizzonti, bastava soloaprire i nostri cuori. E’ nata in noi la voglia di amare sempredi più il vicino, il collega di lavoro, il lontano, il fratello, il riccoe il povero, accorgersi di loro per essere loro vicini neimomenti difficili che la vita riserva.

La prima vera autentica esperienza di apertura agli altri, èstata l’accoglienza nella nostra famiglia, per sei mesi, diCarlo, mio fratello rimasto vedovo a 48 anni, e dei suoi figli,Francesco e Raffaella. Lo stesso è successo con Paolo, altrofratello vedovo, rimasto da noi più di tre anni, con i due figli,Armando e Roberto. Poi è stata la volta di un bambino, cheabbiamo ospitato perché la madre doveva partorire e il padrenon era in grado di accudirlo da solo. Abbiamo anche apertola nostra casa ai ragazzini delle società sportive e ai bambiniin occasione di feste scolastiche; a anziani della Casa diriposo S. Camilio, in occasione dei compleanni; coppieprovenienti da altre regioni o province, quando si tenevanoincontri aperti proposti dall’Équipe. Un’altra esperienza èstata accettare di ospitare una coppia di giapponesi, in Italiaper motivi di studio.

E un Natale ricordiamo tutti con particolare commozione.Era con noi un ragazzo tossicodipendente, con la gambaingessata in seguito a un incidente, costretto a lasciare lacomunità nel periodo delle vacanze invernali. Nonostantei timori iniziali, il rapporto con Giuseppe è stato particolar-mente ricco di significato per noi e per lui. A casa con noi,circondato dall’affetto e dal rispetto, è riuscito a nonfumare, a pregare con noi e, dopo anni, ci ha chiesto dipotersi confessare e comunicare dal Sacerdote che giravadagli ammalati del paese. L’ultima esperienza significativa,è stata l’accoglienza di un gruppo di giovani nelle vacanzenatalizie del 1998, in occasione del raduno internazionaledei giovani di Taizè, svoltosi a Milano. Abbiamo festeggia-to il Capodanno con tutti i ragazzi ospitati dalle famigliedell’Équipe di Carugate: eravamo in 40!

Ogni volta che ospitiamo qualcuno, confidiamo nellaprovvidenza divina, perché ci aiuti a servire al meglio i nostriospiti. E il Suo aiuto non è mai mancato. Ora accudiamo lamamma, di 95 anni, bisognosa di assistenza continua.

E’ difficile per noi raccontare queste nostre esperienze,ma lo abbiamo fatto perché ci è stato chiesto come testimo-nianza e abbiamo accettato nello spirito di obbedienza eservizio. Non abbiamo fatto grandi cose, ma ci siamo semprefidati di Lui, nella convinzione profonda che è più quello chesi riceve che quello che si dà.

Non sapendo esprimere con chiarezza il passaggio daquelli che eravamo alcuni anni fa, a quelli che siamo ora,abbiamo scelto di dirlo attraverso le parole di una preghierache ci sembra rispecchiare la nostra vita (vedere alla pagina“Una preghiera insieme”)

Eufrasio e Maria Rita Villa Carugate 1

Occorre preparare il nostro cuore all’ospitalità. Ospitarevuol dire accogliere: è l’altro che deve sentirsi accolto. Noipossiamo accogliere umanamente ma il nostro desiderio èsempre infinito, vogliamo il bene degli altri e il nostro ma nonsappiamo con certezza quale sia questo bene. Allora con-viene rivolgerci a quel Padre che nessuno ha visto e cheGesù ha cercato e cerca di farci conoscere per avere da Luiindicazioni, per sapere quale amore dobbiamo avere versoil prossimo.

Tutta la vita dobbiamo esercitarci a fare posto, a condi-videre, a conoscere, a fidarci, a non avere paura, ad inven-tare, dialogare per convivere ad ogni età ed in ogni situazio-ne: da figli, da genitori, da parenti, sul lavoro, in parrocchia,scuola, ecc.

Non sempre è facile ma l’esercizio deve essere continuoe la fede sempre aldilà verso le cose buone. Le opportunitàconcrete ci si presentano, le cerchiamo secondo i momentidella vita ma è importante preparare il cuore.

La riunione ha svelato iniziative piccole e grandi che ogni

A proposito di Équipes misteBuon successo degli incontri del 15 Aprile 2000 ‘‘su prenotazione’’: un’esperienza da ripetere

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Giugno 2000 - 7Équipes Notre Dame - MILANO

coppia partecipante all’équipe ha sperimentato e vissutocon timore iniziale ma che con l’aiuto della Provvidenzasono state portate a compimento. Maria Rita ed Eufrasiocurano da tempo nella loro casa la mamma anziana, sono unpunto di riferimento per i loro parenti ed accolgono all’oc-correnza persone in difficoltà. Ambrogio e Rosanna sonoimpegnati nei centri d’ascolto della Caritas ed aiutanoextracomunitari ad inserirsi nella comunità. Tullio e MariaLuce si impegnano nella Caritas e nelle adozioni a distanza.Marina pensa che nella scuola la parola accoglienza siaquasi inflazionata senza riuscire, a volte, ad accogliereveramente gli studenti per la difficoltà di trovare un percor-so tra leggi, professionalità e slancio umanitario. Rosy eLuigi hanno deciso di inserirsi in una comunità per svilup-pare con altre famiglie un progetto di accoglienza. DonSandro ci ha parlato di un’accoglienza molto particolare:incontrare gli ammalati portando loro il sacramento degliinfermi per aiutarli a sopportare la sofferenza. Eufrasio ciricorda che tutte queste esperienze sono possibili se perprima di tutto sappiamo accogliere nel nostro cuore Gesù.

La riunione è stata in sé stessa una dimostrazione praticadi accoglienza grazie alla gentilezza ed alla disponibilitàdella coppia ospitante ed all’apertura reciproca che ci haconsentito uno scambio ed una comunione molto intensa.

Tullio e Maria Luce Galleno Monza 2

Ricordiamo a tutti gli Équipiers che il nostro giornalino nasce da contributi spontanei, che gli articolivengono impaginati in modo artigianale e che l’ordine in cui essi compaiono è solo casuale.

Solo gli articoli firmati “Équipe di Settore” esprimono la posizione del Settore: tutti gli altri sono proposteche possono essere oggetto di riflessione e confronto, nel rispetto di un fraterno pluralismo

Paolo e Lidia Avesani

Corso per le Famiglie

29 luglio - 3 agosto- Casa Diocesana06081 Perugia Montebello

Str. Vic. del Brozzo - Tel. 075-33141

Predicatore:

Mons. Dante LanfranconiE’ garantita la presenza di una baby sitter per i

bambini fino ai 7 anni e di una educatrice per quelli aldi sopra di tale età; a questi ultimi saranno offertimomenti di gioco e formativi appositamente studiatiper loro.

Lucia e Cesare Reverdito, dell’équipe Milano 10,hanno partecipato l’anno scorso al Corso, insieme ailoro tre figli, e sono tornati molto soddisfatti. Torne-ranno anche quest’anno.

Chi volesse contattarli per saperne di più, li trova alnumero 02 - 26.20.160.

I nostri Consiglieri Spirituali si presentano

Fu con grande sorpresa che, partecipando ad un corsodi aggiornamento pastorale (sezione spiritualità) nel1980, tra i movimenti contemporanei di spiritualità furo-no presentate anche le Équipes Notre Dame, da P.Costante Brovetto (per anni consigliere spirituale), sot-to il titolo “Spiritualità coniugale”.

Ero già da 6 anni consigliere spirituale della Milano 3e svolgevo la mia attività pastorale nella Parrocchia S.Leonardo, alla periferia nord di Milano. Conobbi le ENDattraverso il mio Parroco, consigliere delle END Milano1 e 2. Continuai il mio impegno anche quando fuinominato parroco al “Sacro Volto” di Milano e, inseguito, cappellano all’Ospedale S. Gerardo di Monza.Ora faccio parte della Milano 10.

Volli rimanere nelle END non solo perché potevoservire la Chiesa anche così, ma anche perché le coppieimpegnate a vivere la loro vocazione di sposi erano perme di stimolo a vivere la mia vocazione sacerdotale.Potevamo aiutarci nei rispettivi cammini verso la santità.Mi convinco sempre di più, infatti, che le END con i loroimpegni, debbano essere proposte agli sposi come unaspiritualità per la loro coppia e, quindi, come guida allasantità di coppia e non solo del singolo coniuge.

Nella riunione, ad esempio, é molto bello e fraternomettere in comune (sacerdote e laici) i propri cammini, ledifficoltà e le conquiste per un aiuto vicendevole, met-tendo al bando ogni rischio di intimismo, perché l’ENDnon sono un “club confidenziale”, come mi insegnò P.Brovetto. Le END sono aperte alla chiesa e non possonochiudersi nemmeno nella Parrocchia. Ho sperimentato lapositività della caratteristica sovrapparrochiale delleEND avendo nelle mie équipes coppie di diverse parroc-chie. Ciò non significa che le coppie END non si impe-gnino nella loro parrocchia. Anzi, vi ritornano con unacarica particolare.

Devo dire, infine, che l’esperienza END mi é servitanell’attività pastorale suggerendo gli impegni delle ENDsia ai fidanzati, sia alle coppie desiderose di crescere, siaai pazienti dell’ospedale, ogni volta che si parla di coppiee famiglia.

Mi accade sovente di pregare per le coppie END, maanche per la riunione, perché si sperimenti la presenza diCristo e del suo Spirito. La considero una preghieracontinua: inizia, infatti, col Segno della Croce (o per lapreghiera o per la cena) e si conclude, sempre col Segnodella Croce, dopo la recita del “Magnificat”.

don Sandro Villa Milano 10

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8 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Minisessione di San Felice del Benaco“A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito

per l’utilità comune” (1 Cor. 12, 7)Incontro regionale per l’approfondimento dei servizi di “collegamento” e di “pilotaggio”

nostra, trasformandoci man mano che lo accogliamo.Il secondo giorno, la relazione tenuta da Emilio ed Alberta

Perusi, coppia di Verona 2, sul servizio del collegamento, èstata efficace e profonda in tutte le sue parti. Hanno parlatodel significato e senso del servizio, dello stile e dei compitidella coppia che lo fa e delle modalità concrete con cui farlo.

Spiegando il significato e ilsenso del collegamento, han-no fatto riferimento alla espe-rienza della Chiesa delle origi-ni che può aiutarci a ricuperar-ne il senso evangelico.

In particolare, hanno fattoriferimento alla figura dell’apo-stolo Paolo che più di tutti haimpegnato tempo ed energienon solo per fondare comuni-tà, ma anche per creare colle-gamenti fra le stesse e con laChiesa di Gerusalemme. Nellesue lettere, colpisce il riferi-mento a persone concrete e adepisodi di vita quotidiana chefanno emergere una umanitàricca di affetti, di sentimenti digioia, di stima, di gratitudine,di responsabilità, che si fa pre-occupazione e talvolta rimpro-vero e correzione fraterna, il

tutto illuminato da una fede profonda in Cristo.Abbiamo così conosciuto l’orientamento del Movimen-

to in merito al servizio, frutto del contributo di tante espe-rienze e di un lavoro di riflessione e di confronto con équipeItalia e abbiamo confrontato, in équipe di formazione, lenostre esperienze con quelle delle altre coppie presenti.

In sintesi, ci è maggiormente chiaro ora che la coppia dicollegamento è chiamata ad essere più che a fare. Esserecoppia di comunione e coppia compagna di viaggio delleéquipe collegate.

Coppia di comunione in quanto, avendo scoperto incoppia e in équipe il valore del dialogo e del confronto, èportata a condividere con altri questi doni che ricevegratuitamente.

Essa deve farsi compagna di viaggio delle équipe colle-gate e quindi intessere rapporti di simpatia, di ascolto, didisponibilità al dono dei proprio tempo, di pazienza nell’at-tesa, di rispetto profondo delle caratteristiche di ciascunacoppia e di ciascuna équipe, di fiducia, per tenere lontanoogni giudizio e promuovere la crescita dell’altro.

E’ importante che la coppia di collegamento conosca leproprie équipe non solo con la mente ma anche con il cuore

A proposito di servizio per il Movimento.....Siamo sposati da 27 anni, da 6 in équipe. All’inizio del

nostro cammino nel Movimento ci sembrava perfino gravo-sa la preparazione alla riunione mensile. Ora, la partecipazio-ne alle varie sessioni organizzate dal Movimento, vissuta inun clima di condivisione con coppie diverse ma con ununico fine, sta contribuendoalla crescita della nostra cop-pia nella consapevolezza e nel-la gioia di essere coppia e fami-glia aperta che cammina conCristo e per Cristo.

Con questa convinzione, ab-biamo partecipato alla mini-sessione sui servizi di collega-mento e pilotaggio della Re-gione Nord Est, tenutasi a S.Felice del Benaco i giorni 29 e30 aprile e avente per tema: “Aciascuno è data una manifesta-zione particolare dello Spiritoper l’utilità comune (1 Cor 12,7)“ - e alla quale erano invitatetutte le coppie che stanno svol-gendo o intendono svolgerequesti servizi.

Siamo partiti per la sessionecon la voglia di approfondire ilvalore, la finalità e la modalitàdel servizio di coppia di collegamento che stiamo svolgen-do da due anni, sentendoci impreparati, ma con la consape-volezza che tutto ciò che è fatto con amore e in modogratuito, in qualche modo, va a buon fine, perché il Signorescrive dritto anche sulle nostre righe storte.

La Sessione, alla quale erano presenti una ottantina dicoppie, iniziata il primo giorno con la preghiera, è proseguitacon la testimonianza di Carlo e Maria Carla Volpini, respon-sabili di Équipe Italia, che è stata una rivisitazione delmetodo END, vista non come impegno da assolvere macome modo di essere.

Essi hanno rivisitato, aiutati da alcuni racconti del Van-gelo, alcune case (casa di Cana, casa di Betania, casa diSimone, casa di Gerico, casa dei discepoli a Gerusalemme,casa di Nazaret) luogo dell’incontro con Cristo, trovando inciascuna un riferimento alla loro vita e a un aspetto deimetodo END.

Alla relazione -”Di Casa in Casa: camminare nelle END tradono e responsabilità “ è seguito un approfondimento, inÉquipe di formazione.

I due momenti ci hanno molto arricchiti, dimostrandociche Cristo passa in ogni momento della nostra vita a casa

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Giugno 2000 - 9Équipes Notre Dame - MILANO

voglio convivere. Mia mamma vuole che portiamo in casatutti gli amici, ma solo sei mesi prima di sposare il presceltovorrà conoscerne i genitori. Io voglio avere una famigliacome quella dei miei” aggiunse. “Sono sposati davent’anni, ogni tanto bisticciano ma si sente che si voglio-no bene. Ora che lavoro da un mese sono anche piùcontenti.”

Pensai: “da sola in questo ambiente, difficilmente ce lafarà”.

Pochi giorni prima alcune giovani coppie dicevano aDesenzano: “Volevamo vivere il nostro matrimonio piùprofondamente. Così ci siamo inseriti in gruppi di preghie-ra parrocchiali ma ci hanno deluso. Ora con l’Équipe NotreDame ci sembra di aver trovato quello che cercavamo:

a) perché ci è stato proposto un metodo,b) perché ci sentiamo crescere come coppia,c) perché possiamo confrontarci con altre coppie come

noi, con gli stessi problemi e vediamo che in équipepossiamo darci una mano” .

Nel tumultuoso dinamismo odierno 90 coppie dellaregione nord-est d’Italia erano riuscite a staccarsi dagliimpegni raggiungendo il posto incantevole di San Felicedel Benaco. Qui, per due giorni, si erano interrogate sulcome far meglio il pilotaggio e il collegamento ad altregiovani coppie.

Non era stato un raduno per celebrare qualche anniver-sario importante. Era stata una sosta per meditare più alungo sul come, alla luce dei problemi attuali, poter tra-smettere senza svilirli nella forma né scontarli nel conte-nuto, i valori del Movimento delle Équipe Notre Dame.

In quei tre gruppi sopra elencati potremmo vedere leaspirazioni sulla vita di molti giovani d’oggi:

a) quelli i cui desideri non vanno oltre la sazietà dei sensi,b) quelli che mettono tranquillità e benessere al primo

posto,e) quelli che cercano di fare un cammino di crescita nella

fede insieme e con l’aiuto di coetanei che la pensino comeloro.

Ci sembra che quanto sopra potrebbe offrire ai pilotidelle nuove équipes materia di riflessione per il camminoche stanno intraprendendo.

Ci sembra pure che questo potrebbe anche servire perquelle che hanno già iniziato un pilotaggio, per evidenzia-re maggiormente ai giovani le finalità del nostro Movi-mento e i suoi carismi particolari.

Infatti gli Schiffo nella loro lunga relazione hanno fattoemergere come metodo e compartecipazione siano ilnucleo vitale della vita END.

Non volendo ripetere quanto detto da loro, rimandiamoalla traccia della relazione sulla Coppia Pilota di Anna Lisae Franco Schiffo. Essi ci hanno illustrato in modo moltoesauriente nella Mini Sessione Regionale di Desenzano ivari problemi che possono sorgere nel pilotaggio e comecercare, coll’esperienza di tanti anni, di risolverli anchealla luce della fisionomia sempre nuova dei giovani chehanno davanti.

Andrea e Giovannella Luquer Milano 8

- ecco la grande importanza della preghiera e della S. Messaferiale - e che partecipi alla loro vita facendosi carico delle lorofatiche, delle loro ricchezze e delle loro esigenze e porti tuttoquesto vissuto in équipe di settore che si farà carico disviluppare le riflessioni e di discernere gli orientamenti apartire dalla realtà delle équipe di base.

E’ compito importante della coppa di collegamento inco-raggiare le équipe uscite dal pilotaggio a fare subito esperien-ze concrete di incontri con altre équipe, partecipando agliincontri organizzati dal settore e in particolare alle minisessioniorganizzate dalla Regione per scoprire tutta la bellezza, laricchezza e la positività dell’incontro e del confronto con altreéquipe, superando il pericolo e il rischio della chiusura, cheè quasi fisiologico nei primi anni di vita di un gruppo, ma chenon aiuta a crescere secondo il carisma END.

Tutto questo non è sempre facile, - lavoro, figli, impegnivari, difficoltà di comunicazione, ecc. ecc. - e lo sappiamo peresperienza, ma sicuramente non ci faremo prendere dallatentazione dello scoraggiamento perché, ci siamo convintiancora una volta, dobbiamo solo lasciarci adoperare, comestrumenti, dallo Spirito Santo che lavora per noi e con noi. Glibastano la nostra disponibilità e apertura.

Nell’assemblea plenaria che chiudeva i lavori, prima dellaS. Messa, i gruppi di formazione hanno portato all’attenzionedi tutti e quindi anche di Équipe Italia, tramite i Volpini, i dubbiche erano emersi e le proposte per migliorare i servizi -Pilotaggio e Collegamento -

Alla fine della giornata, dopo aver salutato le coppie checonoscevamo e le altre - a proposito, erano molte le giovanicoppie della Lombardia, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia,a testimonianza di una vitalità che si rinnova - con le qualiavevamo fraternizzato, ci siamo rammaricati di non averavuto, come alla Sessione nazionale, l’elenco dei nomi e degliindirizzi per poterle contattare, volendolo.

Constatato, ancora una volta, quanto siano importantiquesti incontri per la conoscenza delle diverse realtà chefanno l’unità del Movimento in Italia, immaginiamo comepotrebbe essere bello partecipare a un incontro internaziona-le. Speriamo di essere pronti per il prossimo!

Dina e Michele Dicorato Pavia 2

Giovani coppie, oggi...“Io mi metto col mio ragazzo e convivo per un paio di anni

con lui poi mi sposo. Così quando facciamo la spesa insiemeci conosciamo. Io imparo i suoi gusti e lui i miei.” Questo ilracconto del suo programma di vita di una giovane lavorantenel salone di un noto parrucchiere milanese mentre asciugavai capelli a una cliente che annuiva. “Uomini e donne dallostomaco in giù”, pensai.

Aspettando, mi sorpresi a guardarle. Più o meno carine,tutte giovanissime, immerse per otto ore, estetiste e lavoranti,nella cura del corpo, era impossibile in quel contesto pensarediversamente, soprattutto quando le clienti, anzianotte ericche, per apparire giovani, si divertivano a discorsi più chespinti sulla natura dei rapporti dei transessuali.

“E tu, ce l’hai il ragazzo?” chiesi a quella che si apprestavaa lavarmi la testa. “No” mi rispose “ma quando l’avrò non

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10 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Il Cardinale Martini:“Io mi confesso così’’

un certo disagio interno.Vorrei proporre qualche suggerimento unicamente per-

ché è servito a me e ciascuno offre ciò che ha sperimentatopositivamente.

Io mi sono chiesto, o il Signore mi ha ispirato a chiedermi,se mi pesava tanto una confes-sione breve e affrettata, perchénon provare a farla più lunga econ più calma.

Sembra un paradosso, peròanche i paradossi qualche voltaaiutano ad uscire da situazionibloccate. Allora, anche conl’aiuto di qualcun’ altro, sonopassato dalla confessione aquello che chiamerei dialogopenitenziale.

Questo colloquio, tra l’altro,non fa che sviluppare le indica-zioni date dall’ultima revisionedel rito penitenziale, pubblicatadalla Santa Sede e poi applicatadalle singole Conferenzeepiscopali, che amplia larga-mente la possibilità di inserirepreghiere e letture della SacraScrittura.

Mi pare innanzi tutto un col-loquio con un fratello che rap-presenta la Chiesa, quindi unsacerdote, in cui vedo un diret-

to rappresentante di Dio.Un colloquio fatto pregando insieme, nel quale io presen-

to ciò che sento di me, in questo momento; mi presento cosìcome sono, di fronte alla Chiesa e dinanzi a Dio.

Mi pare che sostanzialmente questo colloquio abbia dueparti: la prima, che chiamo ‘confessio laudis’, cioè confes-sione secondo il primitivo significato del termine.

Anche qui si può partire da un paradosso: se mi risultacosì faticoso e difficile ogni volta dire i miei peccati, perchénon partire dalle opere buone? Anche S. Ignazio lo sugge-riva negli Esercizi, prendendo come primo punto il ringrazia-mento (E.S. 43): Signore, voglio prima ringraziarti perché inquesto tempo mi hai aiutato, si è compiuta la tal cosa, hopotuto avvicinare la tal persona, mi sento più tranquillo, hosuperato un momento difficile, ho potuto pregare meglio.

Ringraziare Dio di ciò che sono, per suo dono, in formadi dialogo, di preghiere di lode; riconoscere ciò che adessodinanzi a Dio mi dà gioia, sono contento che ci sia o ci siastato.

E’ anche importante che dinanzi al Signore emerganoqueste cose, il riconoscimento della sua bontà per noi, dellasua potenza, della sua misericordia.

Se il Signore ci ha ispirato a porci in situazione battesimalevissuta nell’oggi della Chiesa, di chi cioè chiede la riconci-liazione con Dio e con i fratelli, forse possiamo rifletterecome ciò può essere fatto fruttuosamente oggi.

Insisto sull’”oggi’’ perché tutti siamo consci che attual-mente nella Chiesa c’è una crisidella Penitenza; si dice che i con-fessionali sono vuoti, ma lo sonoda entrambe le parti, sia perchémanca la gente, sia perché i pretinon ci vanno più dentro.

Una volta il sacerdote aspet-tava ore e ore dentro e poi pote-va non sentirsi colpevole se lagente non si confessava. Ora sisuona il campanello, ma non ar-riva nessuno.

C’è dunque questo allontana-mento graduale, non sempre percolpa dei fedeli; spesso infattianche i sacerdoti, più o menoesplicitamente, fanno capire cheè meglio diradare.

Tutto questo forse è ancheutile; è una crisi salutare perchénasce dal rifiuto di un eccessivoformalismo nel modo di riceveree di dare il Sacramento della Pe-nitenza, che alla fine disgustavatanto il sacerdote quanto il fede-le, che con sforzo eroico conti-nuavano in quest’abitudine della confessione frequente.Siamo in questa situazione e la Chiesa è alla ricerca di nuovevie penitenziali.

Mi pare che ci sia una purificazione giusta, uno sforzolodevole di abbandonare una pratica solo formale. Peròevidentemente si rischia di perdere anche un punto essen-ziale della pedagogia della Chiesa, una dimensione essen-ziale della nostra vita di battezzati, che è vita di peccatori iquali, affidati alla misericordia, percorrono il cammino versola Risurrezione definitiva.

Perciò il mistero della Penitenza opera ancora in noi esarebbe metterci fuori dalla realtà dire che non ne abbiamobisogno.

Certamente, se questo sforzo di uscire dal formalismo ciportasse a trascurare la pratica penitenziale della Chiesa,questo sarebbe un gravissimo male: non saremmo più nellaverità di fronte a Dio e di fronte ai fratelli.

Non voglio però qui fare uno studio pastorale, ma solodare un suggerimento mento a quelli che si fossero trovati,ad un certo punto, a diradare sempre più le loro confessionisenza riuscire ad analizzare bene il perché, ed anche nell’in-capacità di riprendere una pratica ormai formale, a causa di

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Giugno 2000 - 11Équipes Notre Dame - MILANO

Sullo sfondo di tutto ciò si può passare allora ad una‘‘confessio vitae” che io definirei così: più che una ricercae un elenco di peccati formali, dire dinanzi a Dio che cosaadesso mi mette a disagio, cosa non vorrei che fosse.

Spesso saranno atteggiamenti, modi di essere, più chepeccati formali, ma in fondo le cause sono quei dodiciatteggiamenti che elenca S. Marco: superbia, invidia, pos-sesso di sé... che emergono in questi stati d’animo, oppuredirò dinanzi a Dio: mi dispiace perché non riesco a parlaresinceramente con una certa persona, con quel gruppo il miorapporto non è autentico, non so da che parte iniziare.

Mi dispiace di non riuscire a pregare, mi mette a disagioil sentirmi avvolto dalla sensualità, da desideri che nonvorrei, da fantasie che mi disturbano.

Forse non accuso nessun peccato specifico, ma pongome stesso dinanzi al Signore, così come vorrei che Lui mirisanasse.

Sarà veramente non un mettere sul tavolo tre o quattropeccati, perché siano cancellati, ma un immergersi battesi-male e nella potenza dello Spirito: Signore, purificami, ri-schiarami, illuminami. Chiedo in questa confessione nonsoltanto che sia cancellato questo o quel peccato, ma cheil mio cuore sia cambiato, che ci sia in me meno pesantezza,meno tristezza, meno scetticismo, meno orgoglio. Forse nonso neppure da che parte cominciare, ma pongo tutto questonella potenza del Crocifisso e del Risorto per la potenza dellaChiesa.

Di qui nasce l’invocazione di preghiera, che può esserefatta insieme al sacerdote: si può recitare un Salmo, unapreghiera della Bibbia, di ringraziamento o di richiesta, ocomunque una preghiera spontanea, su cui l’assoluzionesacramentale viene come la manifestazione della potenza diDio, che io chiedo perché so che non sono capace dimigliorarmi da solo.

Mi rimetto ancora una volta sotto la Croce, sotto quellapotenza che mi ha battezzato, perché ancora una volta miriprenda in mano.

Ecco cosa intendo per colloquio penitenziale; non sem-plicemente un colloquio psicologico, quasi una formaterapeutica.

Non c’è bisogno che il confessore mi riveli necessaria-mente le sorgenti segrete delle mie colpe; potrebbe ancheavvenire con uno specialista del cuore umano, ma anche seil confessore è una persona che non sa molto del cuoreumano, può sempre pregare per me, su di me e con me.

Questo è sottoporsi alla potenza della Chiesa, quindianche salvare il valore dei Sacra- mento: vengo a confes-sarmi non per sentire cose interessanti, per vedere checonsiglio mi viene dato, ma perché io sono il caso dasottoporre alla potenza di Dio e questo mi basta, mi dà gioia,mi dà pace.

Questo, con molte possibili variazioni, è un suggerimentoche mi sento di darvi. E’ chiaro che così la confessione puòdurare anche a lungo, ma la si affronta più volentieri perchési vede cosa significa nel cammino verso Dio.

Probabilmente a ciascuno di voi il Signore avrà suggeritoaltre forme, che potranno forse anche utilmente esserecomunicate a livello di esperienze, perché potrebbero aiu-tare altri.

Dalla Bolla di Indizionedel Grande Giubileo dell’anno 2000

“Il sacramento della Penitenza offre al peccatore la“possibilità di convertirsi e di ricuperare la graziadella giustificazione” ottenuta dal sacrificio di Cristo.Egli è così nuovamente immesso nella vita di Dio e nellapiena partecipazione alla vita della Chiesa. Confes-sando i propri peccati, il credente riceve davvero ilperdono e può di nuovo prendere parte all’Eucarestiacome segno della ritrovata comunione con il Padre econ la sua Chiesa.

Fin dall’antichità, tuttavia, la Chiesa è sempre stataprofondamente convinta che il perdono, concesso gra-tuitamente da Dio, implica come conseguenza un realecambiamento di vita, una progressiva eliminazione delmale interiore, un rinnovamento della propria esisten-za.

L’atto sacramentale doveva essere unito ad un attoesistenziale, con una reale purificazione della colpa,che appunto si chiama penitenza. Perdono non signi-fica che questo processo esistenziale diventa superfluo,ma piuttosto che esso riceve un senso, che viene accet-tato, accolto.

L’avvenuta riconciliazione con Dio, infatti, non esclu-de la permanenza di alcune conseguenze del peccatodalle quali è necessario purificarsi. E’ precisamente inquesto ambito che acquista rilievo l’indulgenza, me-diante la quale viene espresso il “dono totale dellamisericordia di Dio”. Con l’indulgenza al peccatorepentito è condonata la pena temporale per i peccati giàrimessi quanto alla colpa”.

Come scritto nell'editoriale dello scorso numerodesideriamo andare a Santiago a nome di tutto ilSettore. Aspettiamo quindi intenzioni di preghie-ra, domande, messaggi da compartecipare con gliéquipiers di tutto il mondo.Andrea e Giovannella Luquer, Paolo e LidiaAvesani, Luigi e Cinzia Brambilla.Per la solidarietà internazionale il nostro Settoreha contribuito con L. 4.450.000: un bel risultato!Grazie di cuore a quanti hanno contribuito.

RadunoMondiale

di Santiagode Compostela

18-23 settembre 2000

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12 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini

Mentre in riva al lago stavaed il popolo ammaestravaGesù vide lì nei pressidei barconi in secca messimentre i loro possessori,di mestiere pescatori,scesi a terra erano intentia lavare, molto attenti,le lor reti, un ver tesoro,necessarie pel lavoro.Or salito sul barconech’era proprio di Simone,preso il largo un pochettinoma restando lì vicino,Gesù potè continuarei seguaci ad ammaestrare.Quando poi ebbe finitoa Simone, ben stupito,diede l’ordine Gesù:“Prendi il largo, presto, orsù,ed apprestati a gettarele tue reti per pescare!”Fece eco il buon Simone:“Tutta notte, e in zone buone,noi abbiamo già pescatosenza alcuno risultato:sul tuo detto io, però,le mie reti getterò!”Poi che l’ebbero gettate,furon tosto ricolmatedi gran pesci in quantità

LA PESCA MIRACOLOSAche a spaccarsi stavan già.I compagni lor chiamati,sul barcon altro montati,venner tosto ad aiutarele lor reti a ritirare:i barconi fur colmatidi bei pesci ben pregiatied in tale quantitàda affondare quasi già.E Simone: “Mio Signore,via da me, son peccatore!”Eran tutti stupefattinel veder ‘sti grandi atti,questa pesca sì copiosacerto, inver, miracolosa.C’eran Giacomo e Giovanniche compagni eran da anni,figli lor di Zebedeo,di Simone galileo.E Gesù disse a Simone:“Io ti do la vocazione:tu, per conto del Signore,non di pesci pescatorema di uomini sarai,se seguirmi tu vorrai”.Tosto in secca ritiratefur le barche abbandonatecon gli altri loro averidai discepol volentieri:loro il meglio avean trovato,del Signor l’apostolato.Or, rispondi un poco tu:“Molli tutto per Gesù?”

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Giugno 2000 - 13Équipes Notre Dame - MILANO

UNA PREGHIERA INSIEMEPubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significa-tiva: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiroci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti.Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere congli altri, saranno sicuramente pubblicate.

La porta apertaMichel Quoist

Signore, perché mi hai detto di amare tutti i miei fratelli uomini?Ho tentato, ma torno a te spaventato.Signore, ero così tranquillo a casa mia, mi ero così ben organizzato, così ben accomodato.La mia casa era ammobiliata e ci stavo bene.Da solo, io ero d’accordo con me stesso.Al riparo dal vento, dalla pioggia, dal fango.Puro, io sarei rimasto, nella mia torre ben chiusa.Ma nella mia fortezza, Signore, tu hai scoperto un varco.Mi hai forzato a socchiudere la porta.Come una raffica di pioggia in piena faccia, il grido degli uomini mi ha svegliato,ed ho lasciato socchiusa la porta, che imprudente!!Ed ora, Signore, sono perduto!Fuori gli uomini mi spiavano.Non sapevo che erano tanto vicini: nella mia casa, in questa strada, in questo ufficio:il mio vicino, il collega, l’amico.Da quando ho socchiuso la mia porta, li ho visti con la mano tesa, lo sguardo teso, l’anima tesa.I primi sono entrati in casa, Signore, c c’era tuttavia un po' di posto nel mio cuore... ma gli altri,Signore, gli altri io non li avevo visti, me li nascondevano i primi.Erano più numerosi, erano più miseri, mi hanno occupato con la forza, senza preavvertire.Era necessario stringersi, fare posto in casa mia.Ora sono venuti da ogni parte, ad ondate successive, le une spinte dalle altre, urtate dalle altre.Sono venuti da ogni dove.Oh Signore, ho perduto tutto, non sono più mio; non c’è più posto per me in casa mia.Non temere nulla, dice Dio, tu hai guadagnato tutto,perché mentre gli uomini entravano in casa tua,Io, tuo Padre,Io, tuo Dio,mi sono infilato tra loro.

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14 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

Chi non ha potuto partecipare ad un ritiro, può supplireleggendo e riflettendo su questo testo. Una sola citazione:“.....gli sposi devono sapere che sono stati chiamati adessere delle icone di Cristo... il compito primo dello sposoe della sposa, del papà e della mamma, è quello di fare questocammino di iconicità, affinché anche i figli possano incon-trare e vedere Gesù Cristo; questa è l’azione per eccellenzadello Spirito Santo, che è Colui che ci conforma progressi-vamente alla figura di Cristo”.

“Diario di un curato di città”don Angelo CasatiCentro Ambrosiano, 1998, pagg. 140. Lit. 12.000Il testo di presenta come una raccolta di fogli di un diario,

scritto da un parroco (è la comunitàparrocchiale di S. Giovanni inLaterano di Milano). Il periodo è il1996 - 1997.

Incontri, storie, “segni” racconta-ti con immediatezza e vivacità e cheispirano commenti vivi, permeati del-l’ansia del Vangelo. Segni del no-stro tempo. Riflessioni veloci checolpiscono e che possono essere di

stimolo positivo. Tra i casi e le situazioni riportate, alcunesi riferiscono anche al matrimonio. “Ascolto emozionatoquesta promessa (di Stefano e Lucia) di custodirsi - cosìhanno detto - l’un l’altra per tutta la vita. E Dio li sfiora, l’unoper l’altra segno del suo passaggio. E siate luce, come diceil Vangelo. La luce non grida, non violenta le cose, solorestituisce il colore... C’è spazio per benedire Dio e oggivorrei benedirlo con le mie parole per l’olio e il grano, per ilcielo e per la terra, per Stefano e Lucia, per ogni uomo e ognidonna sulla terra”.

“Cammini laicali”Carlo Maria MartiniCentro Ambrosiano - Edizioni Piemme, 1992, pagg. 142.

Lit. 15.000Il libro raccoglie le meditazioni che il Cardinale di Milano

ha tenuto in occasione di due ritiri spirituali. Uno, per ilcammino degli Istituti secolari: ritiro dei membri dell’Istitutodei Missionari della Regalità di Cristo. Un secondo, per ilcammino della vocazione coniugale: ritiro tenuto proprioper le coppie del Movimento delle Équipes Notre Dame, aVilla Cagnola di Gazzada (Varese). I testi di questo ritirocostituiscono la Parte Seconda del libro, con il titolo “Fami-glie difficili nella Bibbia”. Due meditazioni si riferiscono allafamiglia di Giobbe (“Sopportare insieme le prove”) e allafamiglia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, e dei suoi fratelli(“Riconciliare le diversità”). Sono incluse anche le omeliedelle due S. Messe del ritiro, e il testo di una conversazione,“In dialogo con le famiglie - istruzioni pratiche”, conriflessioni del Cardinale basate su lettere presentategli dacoppie partecipanti al ritiro, e riferite ai vari aspetti della vitaconiugale e familiare.

“Amatevi di tenerezza voi che vi amate”Spiritualità familiare sulle orme dei Padri

Gianfranco FregniEffatà Editrice, 1999, pagg. 120, Lit. 12.000E’ l’ultimo testo di Mons. Gianfranco Fregni (scomparso

appena dopo aver consegnato il manoscritto di questolibro), molto impegnato nella pastorale e spiritualità fami-liare.

Sappiamo che “nei secoli si è fatta strada nella Chiesa unaconcezione non certo alta del matrimonio: esso è statospesso sentito dai fedeli come realtà solo di ordine naturale,come stato imperfetto, come via scelta da coloro che nonsi sentono di vivere radicalmente la sequela del Signore;una scelta per cristiani di seconda categoria; e di fronte adeserciti di santi celibi, si stenta atrovare esempi di santi sposi che nonabbiano rinunciato alla loro vita ma-trimoniale per chiudersi in conven-to” (da Carlo Miglietta, L’Evangelodel matrimonio).

Nei primi secoli della Chiesa l’at-teggiamento della comunità cristia-na era diverso: se ne può vedere ilriflesso nelle opere dei Padri dellaChiesa. L’autore ha fatto una selezione di passi da loroscritti; si alternano Ignazio di Antiochia, Origene, Clemented’Alessandria, Giovanni Crisostomo, Tertulliano (un suotesto molto bello è stato pubblicato sul nostro giornalino disettore, END Milano, del giugno 1999), Ambrogio, Basiliodi Cesarea e diversi altri, in capitoli relativi ai vari aspettidella spiritualità coniugale e della vita familiare. E’ evidentel’influsso di quelle che erano le situazioni materiali e concre-te della società di allora, con riferimenti particolari cheevidentemente non sono più realistici. Il linguaggio non èsempre di facile lettura; ma è forte la tensione spirituale difondo, in varie forme a seconda dei Padri, ed è evidente ilpensiero di base, che considerava la vita coniugale una verae propria via perla sequela di Cristo.

“Tornando alle nostre case (dalla chiesa), prepariamodue tavole: una per il cibo del corpo, l’altra per il cibo dellaScrittura... Fa’ della tua casa una chiesa perché devi render-ne conto”. “Le vostre preghiere fatele in comune... Chi sisposa desiderando di comportarsi così e si propone questoal di sopra di tutto non sarà da meno dei monaci; lui che hapreso moglie, non sarà meno degno di stima di chi non l’hapresa”.

“Amate come Dio fino al perdono”Card. Giovanni SaldariniEffatà Editrice, 1999, pagg. 96. Lit. 10.000Il libro riporta il testo degli Esercizi Spirituali predicati agli

sposi dall’ex Arcivescovo di Torino, nel luglio 1996.Le meditazioni sono raggruppate in quattro capitoli: “Il sì

degli sposi nel sì di Cristo”, “Famiglia diventa ciò che sei”,“La famiglia prega”, “Perdonatevi come il Signore vi haperdonato”.

Spulciando in libreria

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Giugno 2000 - 15Équipes Notre Dame - MILANO

‘End’ di un servizio ENDRiccardo e Mariella Radaelli lasceranno ad ottobre il

servizio di responsabili regionali per il Nord-Est: lo hannosvolto per ben cinque anni, quindi con uno di proroga, dopoaver svolto nei tre anni precedenti quello di responsabili diSettore della Brianza.

Sono stati in tutti questi anni un vero esempio di ‘‘capidi servizio’’, se ci permettete il bisticcio di concetti, che civiene però suggerito pari pari dal Vangelo.

Amici di tutti, attenti a tutti, sempre pronti a dare la caricagiusta, profondi nella loro fede, aperti alla provvidenzadivina, sono stati gli amici fidati, i consiglieri discreti maappassionati, i veri ‘‘fratelli maggiori’’.

La Regione Nord Est verrà divisa da ottobre in due zoneancora da ridenominare (la dicitura provvisoria, per lanostra, di Nord-Est occidentale è un oltraggio alla geogra-fia). Noi faremo regione con i due nuovi settori di Busto (chesi divide anch’esso), con Varese, con Lecco, colla Brianzae con Val San Martino (Calolziocorte). I due settori diBrescia, Bergamo, Verona, Padova e Friuli Venezia Giuliacostituiranno l’altra regione.

La forte crescita del movimento ci ha costretti a questadivisione: il numero e la diversità sono certamente unaricchezza ma rischiano di far perdere di vista la crescitaspirituale.

Riccardo e Mariella, che hanno lavorato intensamenteper preparare le due nuove regioni, avranno quindi duecoppie di successori.

Tutti gli équipiers di Milano, anche quelli che non li hannoconosciuti di persona, li ringraziano veramente di cuore.

Paolo e Lidia Avesani

P.S. Al momento di andare in stampa non sappiamo chi

saranno i successori di Riccardo e Mariella per la nostra

zona. Per la zona orientale saranno Silvio e Livia Valdes

di Verona . Siete invitati a pregare perché lo Spirito aiuti

a discernere.

Il 21 maggio 2000, presso l’Oasi di Preghiera di Cernuscosul Naviglio, ci siamo trovati per la giornata di settore,improntata al dialogo e all’amicizia.

Il tema era “Conoscersi: le équipe parlano del loro temadi studio”: e ci siamo veramente conosciuti.

Ci siamo conosciuti perché si sono presentati a parlare,a nome dei loro équipiers, tredici coppie, per la verità unnumero rilevante. A nostro ricordo non era mai avvenutauna esposizione delle varie situazioni così ampia ed appro-fondita.

Dalle varie relazioni è emersa l’attenzione a migliorare laqualità delle riunioni che, in definitiva, ci porta a migliorarei rapporti all’interno della nostra coppia, ciò a cui noi tuttiprincipalmente aspiriamo.

L’argomento maggiormente trattato è stato il tema distudio, insieme all’iter della riunione. L’impressione nostraè che dovremmo tornare alle origini, ossia iniziare con ilpasto frugale, molto frugale, durante il quale si fa la Messain comune. Finito di mangiare, si passa alla preghieracomunitaria e poi alla compartecipazione sugli “obblighi”,obiettivo che ogni coppia si è posto, quindi si passa al Temadi studio, che dopo essere stato “studiato” deve esserevissuto durante il mese, alla fine del quale si porta in équipeil risultato del vissuto, le difficoltà incontrate, l’eventualecrescita constatata.

Dopo la S. Messa e la colazione al sacco, ci siamo divertitimoltissimo tutti insieme, genitori e figli, con una serie digiochi proposti da Paolo Avesani.

Divisi per squadre tramite sorteggio, ci siamo confrontaticon i giochi, raggiungendo una classifica soddisfacente pertutti.

Dopo la premiazione ci siamo salutati e siamo tornati acasa.

In conclusione, è stata proprio una bella giornata!Piero e Milva Vigo

Pavia 1

Una Giornata di Settore

Il 12 marzo, prima domenica di quaresima, in concomitan-za con tutte le équipes italiane, abbiamo partecipato, aSaronno insieme con il Settore di Busto, ad un ritiro spiri-tuale di mezza giornata. Il tema, suggerito a tutti gli équipiersda padre Epis, consigliere di Équipe Italia, era: “Sei tu,Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinez-za” (Si 71, 5). Le sei meditazioni su altrettanti passi biblici -Fiducia piena in Dio (Gn 22, 1-19 e Gd 7, 1-8) Diventare

piccoli (Mt 13,31-33, 18, 1-4 e 11, 25-30) Amore gratuito

divino e impegno dell’uomo (Dt 7, 7-16) Ricerca di Dio

(Sir 51, 13-30) Ritorno del Signore (Ap 3, 14-22) La

preghiera di Gesù (Gv 17) - sono state affidate ad altrettantecoppie, tre del nostro Settore e tre di quello di Busto. Fra lemeditazioni lunghi spazi di silenzio. In chiusura una pre-ghiera spontanea davanti al Santissimi esposto.

Dopo un allegro pasto al sacco consumato con i‘‘Bustocchi’’ in amicizia ed in condivisione, la Santa Messaha concluso la giornata.

Il ritiro di quaresimaIl RitrattoDue baffetti, da Gable, sulla bocca,la testa lustra e priva di capelliuna parlata parca, ma mai sciocca,questo è il ritratto di Riky Radaelli.

Di lui al fianco potete rimirareMariella, la sua sposa che l’adora,che si ferma, soltanto, nel parlareper un assenso - “Neh, Riky?” - poi via ancora...

Son di Como, fra il lago e le colline,generosi, degli altri ben lor cale,a tutti attenti, e ognor di tratto fine.

Per cinque anni la coppia regionale,ci hanno amati d’amor senza confine:“due in uno”, in modo eccezionale. P.A.

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16 - Giugno 2000 Équipes Notre Dame - MILANO

LE NOSTRE RUBRICHE

NUOVI ARRIVI!

Redazione: Biagio e Marina SavarèÉquipe Milano 10Via Ippolito Nievo 28/1 - 20145 MILANOTel. 02-48007432 Fax. 02-43980432E-mail [email protected] telefonista: Pietro Savarè

Chiara Villella, nata il 27 maggio 2000, figlia diAlberto e Laura, dell'équipe Milano 2, viene a farecompagnia a Simone di 4 anni.

SommarioArgomento Pag.

Sogno - P. e L. Avesani 1Ballo in maschera - Padre Henri Caffarel 2Il giubileo delle famiglie 3Gioia e sofferenza nella vita - C. e L. Reverdito 4Risotto e idee - P. e L. Avesani 5Équipes miste - Villa e Galleno 6-7I consiglieri si presentano - don Sandro Villa 7Minisessione regionale - Dicorato e Luquer 8-9Io mi confesso così - Card. Martini 10-11La pesca miracolosa 12Una preghiera insieme 13Spulciando in libreria 14Una giornata di Settore - P. e M. Vigo 15Il ritiro di quaresima 15"End" di un servizio END - P. e l. Avesani 15Le nostre rubriche 16

Sono tornati alla casa del PadreGiuseppe, papà di padre Gigi Ghilardini, consigliere spirituale diPavia 2 e Pavia 3.Marina, mamma di Claudio Vecchio dell'équipe Pavia3.

PROGRAMMAANNO 2000/01

Ritiro spirituale di Settore 9-10/9/2000Somasca di Vercurago (LC)Tema - "Riconciliarsi in coppia"Relatore - Don Pierantonio Tremolada

Giornata di Settore 29/10/2000MonzaTema: "Nord e Sud del mondo"Relatore: Padre Tullio Donati, C.S. Équipe Cormano 3

Veglia di preghiera per le coppie in crisi 12/11/2000Monza - Santuario delle Grazie - ore 21

Incontro con le coppie responsabili 25/11/2000MonzaTema: "Il collegamento"

Giornata di Settore 25/3/2001Ritiro di quaresima

Équipes miste 21/4/2001

Sessione Nazionale 25-29/4/2001

Giornata di Settore 3/6/2001

Incontro con i consiglieri spirituali 4/6/2001Monza - Casa Avesani

Sessione Nazionale 22-26/8/2001

Ritiro Spirituale 8-9/9/2001

Progetto END-mailDesideriamo che tutti gli équipier muniti di indirizzo diposta elettronica ce lo forniscano. Sarà molto più sempli-ce, veloce ed economico far girare informazioni, docu-menti, comunicazioni. Vi preghiamo pertanto di inviareal nostro indirizzo un messaggio per farvi registrare nellarubrica e-mail del Settore di Milano.Grazie anticipate

Paolo e Lidia Avesanie-mail: [email protected]

Cimitero dei capponiCosì le malelingue in Veneto chiamano amabil-mente i parroci "di campagna".Al neo parroco di Bovisio Masciago don MaurilioFrigerio, consigliere dell'équipe di Settore, i mi-gliori auguri con vivissime congratulazioni.