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Direttore creativo ed esecutivo STEPHEN KING

Sceneggiatura: ROBERTO AGUIRRE-SACASA

Disegni: MIKE PERKINS Colori: LAURA MARTIN

Traduzione: CARLO PROSPERI Lettering dell’edizione italiana: FREGI E MAJUSCOLE

Editor assistenti: LAUREN SANKOVITCH, LAUREN HENRY, NATHAN COSBY & MICHAEL HORWITZ

Consulting Editor: BILL ROSEMANN Senior Editor: RALPH MACCHIO

Copertina: LEE BERMEJO & LAURA MARTIN Variant cover: MIKE PERKINS & LAURA MARTIN

Editor di collana: MARK D. BEAZLEY

Editor assistenti: JOHN DENNING & CORY LEVINE Editor progetti speciali: JENNIFER GRU NWALD

Senior Editor progetti speciali: JEFF YOUNGQUIST Vicepresidente senior delle vendite: DAVID GABRIEL

Vicepresidente senior dello sviluppo strategico: RUWAN JAYATILLEKE Progetto grafico: SPRING HOTELING

Caporedattore: JOE QUESADA

Presidente: DAN BUCKLEY

UN GRAZIE PARTICOLARE A Chuck Verrill, Marsha DeFillipo, Brian Stark,

Jim Nausedas, Jim McCann, Arune Singh, Chris Allo & Jeff Suter

Questo volume è dedicato a mio padre, per aver incoraggiato i miei sogni e aver creduto nelle mie capacità.

PER ALBERT JESE PERKINS 22 dicembre 1925 - 7 novembre 2008

MP ..

King, Stephen, The Stand Copyright © 2008 and 2009 by Stephen King

All rights reserved

This translation published by arrangement with Doubleday, an imprint of The Knopf Doubleday Publishing Group,

a division of Random House Inc.

© 2010 Bompiani / RCS Libri S.p.A. Via Mecenate 91 – 20138 Milano

ISBN 978-88-452-6626-3

Prima edizione Bompiani novembre 2010 Finito di stampare nel mese di novembre 2010 presso

CPM Centro Poligrafico Milano S.p.A.

Sono attorno a noi, sono dentro di noi: peste bubbonica, AiDS, in-fluenza aviaria, SARS... Malattie che ci divorano dall’interno.

essere inseguiti da vampiri, lupi mannari e altre entità demoniache è sicuramente spaventoso, ma portare nel corpo un microrganismo che ti invade le cellule senza la speranza di una cura è un destino ben più terribile.

È al tema delle pandemie che Stephen King dedica il suo strabiliante talento letterario, plasmando un’opera di tale respiro e profondità che, a decenni di distanza dalla pubblicazione, L’ombra dello scor-pione figura ancora ai primi posti tra i romanzi preferiti dai suoi lettori più fedeli. perché? credo che la ragione non risieda solo nella mirabile struttura narrativa e nella caratterizzazione dei personaggi. ciò che rende questo libro un perenne best seller è la lugubre consapevolezza che captain trips potrebbe esistere davvero! Se la storia ci ricorda che la peste nera sterminò un terzo della popolazione dell’europa medievale, sappiamo dall’esperienza che an-che la comune influenza può essere letale in assenza di una terapia opportuna. questi “mini invasori” non sono frutto della fantasia di uno scrittore horror ma reali quanto uno starnuto o un colpo di tosse. Stephen King ha solo trasformato un legittimo timore in un capolavoro del romanzo contemporaneo, disegnando uno scenario apoca-littico che si scatena quando un progetto segreto del governo sfugge tragicamente di mano.

captain trips non è un agente patogeno naturale ma una mostruosità creata dall’uomo e ora libera di dilagare! qui King stimola un’altra delle grandi paure dell’umanità, quella dell’autodistruzione: nella sua ossessiva ricerca della sicurezza, l’America scatena per errore una forza capace di annientare il mondo intero.

ironie del destino a parte, il romanzo descrive proprio questo: uno sce nario da incubo possibile se non addirittura probabile, pronto a verificarsi in qualsiasi momento; un’epidemia che potrebbe essere provocata da terroristi ma anche da una struttura governativa non abbastanza sicura come progetto Azzurro. e se pure si eliminasse l’elemento soprannaturale rappresentato da Randall flagg, il tizio in cammino, L’ombra dello scorpione farebbe rabbrividire il lettore con l’inquietante prospettiva di una sorte orribile in attesa dietro una semplice stretta di mano. i cinque capitoli qui raccolti presentano il cast di personaggi indimenticabili che vi faranno da guida in questo lugubre paesaggio. Alcuni si dimostreranno all’altezza delle prove che l’Apocalisse imporrà ai sopravvissuti, altri no. tutte le loro trage-die sono, in ogni caso, universali ed è questo, al di là degli elementi superficiali, il segno indiscutibile della grande letteratura.

buona salute a tutti Ralph Macchio

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capitolo

Uno

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Svegliati! Ti devi

svegliare!

Ti devi vestire, tesoro! Prendi la piccola LaVon e

filiamocela da qui!...che c’è, Charlie, che succede?

Sally.Svegliati,

Sally.

Sally Campion sapeva cosa voleva dire partire in piena notte.

...lasciami... lasciami dormire...

Diamine, sta...? C’è un

incendio?

Sally, tesoro, non fare domande. Vesti la

piccola e sbrighiamoci, dobbiamo andare.

Io controllo il vento, vedo quanto tempo

abbiamo...

Charlie voleva imboscarsi e si tirava dietro lei e LaVon.

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Mica... Mica ci faranno

inseguire dai soldati?

No, non stanotte. Il vento tira

da est verso ovest, grazie

al cielo.

C’è stato un incidente?

Oh Gesù, Giuseppe e

Maria! C’è stato, vero? C’è stato un incidente. Là.

Facevo un solitario. Alzando la testa ho visto che l’orologio

da verde era diventato rosso. Ho acceso il monitor.

Sally, laggiù...

sono tutti M-O-R-T-I.

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Cos’è stato di preciso?

Non lo so, non lo voglio sapere, ma li ha

ucc... U-C-C-I-S-I di colpo.

Avessi alzato la testa solo trenta

secondi dopo, adesso sarei bloccato nella torre di controllo come una mosca

in bottiglia...

Sally diede un ultimo sguardo al bungalow in cui avevano vissuto gli ultimi tre anni.

Si stavano lasciando alle spalle tutta la loro vita.

Se il cancello della base è chiuso provo a sfondarlo.

Il vento soffia verso ovest.

Noi puntiamo a est. Tranquilla,

amore. Andrà tutto bene.

All’alba, stavano attraversando il Nevada in direzione est. Charlie non la smetteva di tossire.

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Gli habitué, tra birra e chiacchiere:

Bill Hapscomb.

Vic Palfrey.

Stu Redman.

Tommy Wannamaker.

Norm Bruett.

Io dico: che fottano questa cazzo di

inflazione... E questo cazzo di debito

pubblico...

Le presse ci sono, la carta pure...

Stampiamo cinquanta milioni di biglietti da mille

e li spariamo in circolazione...

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Non servirebbe a un bel niente... È così,

Hap. Vic ha ragione.

Se lo facessero...

...finiremmo come Richmond negli ultimi due anni

della guerra civile.

È meglio se stacchi le pompe,

Hap.

Le pompe? Cristo

ballerino! Ci sta venendo addosso...

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(…ah, salvando così la propria vita e quella dei suoi amici)

Poiché fu lui, probabilmente l’uomo più tranquillo di Arnette, a spegnere tutti e otto gli interruttori...

...Stuart Redman fu l’unico a non vedere la Chevy che centrava le pompe e le sradicava.

’rca zozza! Dici che... saltano in aria, Hap?

Se doveva succedere,

sarebbero già...Sta

rallentando... si ferma...

Sentivano l’odore della benzina e il ticchettio del motore che man mano si raffreddava...

’rca zozza! Avesse viaggiato

sui novanta, saremmo morti

tutti.

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Uno: l’addetto al controllo di qualità dormiva il giorno in cui è passato il lotto con le mie

pillole. Due: nella mensa universitaria vi davano un

potenziante di sperma. Oppure tre: ho dimenticato di

prenderla e poi mi sono dimenticata di essermi

dimenticata.

Cosa... cos’è che hai

detto? Sono incinta, Jesse.

E non sto scherzando.

Ma... ma come è successo?

Pensavo prendessi la

pillola.

Beeee’... ecco, secondo me...

Non fare così, non incazzarti

con me.

Mi porti al Dairy Queen?

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Cosa pensi di fare? Cosa

pensi tu di fare?

Oh, ’fanculo.

Frannie ebbe la risposta in quelle due parole.

Non le serviva sapere altro.

Sposiamoci.

No, Jesse, io non voglio sposarti...

La verità, pura e semplice.

Più facile da pronunciare di quanto avesse immaginato.

La parte difficile, lo sapeva, era dirlo a mamma e papà.

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Fu l’odore proveniente dall’abitacolo che costrinse Norm Bruett a girarsi e sboccare. Un rivoltante puzzo di sangue, feci, vomito e carne in putrefazione.

Aiutatemi.Qualcuno

lo prenda per le gambe.

Ma porc...

Ce l’ho, Hap...

L’ufficio, Tommy.

Portiamolo dentro...

Stu Redman era stato in guerra...

...ma non aveva mai visto niente di altrettanto spaventoso.

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A giudicare dalle mosche, la donna e la bambina erano morte da un pezzo.

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Stanno bene, è tutto a posto.

L’ambulanza sta arrivando.

...l’orologio...era

rosso...

Meglio rivoltarlo, altrimenti il muco

lo soffocherà.

...mia moglie... la mia bimba...

...erano malate... come me... già a Salt

Lake City... ...vuol dire che non siamo stati veloci

abbastanza...

Lontana ma in avvicinamento...

Dio. Oh, Dio.

...Stu sentiva ululare l’ambulanza del soccorso volontario di Arnette.

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Poi un tesserino dell’esercito e foto di moglie e figlia, dentro custodie di plastica.

...siamo scappati

troppo tardi...Sally

e LaVon sono vi...?

Stanno bene, è tutto a

posto.Stia

tranquillo, adesso.

Secondo te che s’è beccato,

Vic?

Boh! Cibo avariato? Potrebbero essersi intossicati con un hamburger. Può

succedere.

Lo spero, perché...

Perché cosa?

Avrebbe potuto rispondere lui, ma Stu aspettò che lo dicesse Vic.

Perché sennò... potrebbe essere qualcosa

di contagioso.

Il tizio della Chevy morì a venti miglia dall’ospedale di Braintree.

Nel portafogli aveva diciassette dollari in contanti e una patente intestata a Charles D. Campion.

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Cara New York, rieccomi a casa.

...mentre un topo rosicchia la carogna di un gatto.

Cinque giorni fa era nell’assolata California del sud, rinomata per i tossici, i fanatici religiosi e Disneyland.

(Chissà se gli Yankees giocano in casa. Non avrei fatto il viaggio invano.)

Per Larry tutto era iniziato diciotto mesi fa, quando aveva registrato il demo di una delle sue canzoni, Baby, Can You Dig Your Man?

Le sessioni erano durate tre giorni. La canzone funzionava.

Poi, nove settimane fa, aveva ricevuto dalla Columbia la proposta di pubblicare il singolo di Baby, Can You Dig Your Man?

Larry aveva firmato un contratto da sfigato e ricevuto un assegno di 500 dollari.

Due settimane più tardi, aveva letto su Billboard che il suo era uno dei tre dischi caldi della settimana.

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Era ubriaco ma i suoi commensali non sembravano farci caso.

Un via vai di gente per casa, sempre più numerosa, per lo più sconosciuti.

Ricordava di aver tirato coca affogandola con la tequila.

Cinque settimane fa, il singolo era entrato nella Top 100 della rivista.

Larry lo seppe al ristorante, dove due boss della Columbia gli diedero un altro assegno... stavolta ben più sostanzioso.

Poco tempo dopo, la settimana in cui a Los Angeles arrivò la primavera, Larry sentì per la prima volta la sua canzone alla radio.

Stava uscendo dalla cucina, con un pacco di biscotti in mano.

Larry affitta una casa sul mare a Malibu.

Due settimane fa, il singolo era arrivato al numero 47 e allora la festa era iniziata sul serio.

Dopodiché le cose si annebbiano...

Ricordava che una ragazza aveva sbroccato e si era messa a correre lungo la spiaggia bianchissima, nuda come un verme.

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