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110 P rove sommative invalsi classe Prima DATA CLASSE COGNOME e NOME PROVE SOMMATIVE INVALSI classe 1ª 1 TESTO NARRATIVO (fiaba) Leggi questo testo e rispondi alle domande che seguono. I tre veli di Kulala Stefano Benni In un villaggio sul fiume Yuele viveva un uomo che si chiamava Doruma ed era molto fortunato. Aveva una bella moglie, due figli sani e un campo fertile. Era un buon cac- ciatore e nel villaggio non aveva nemici. Fu così che Shabunda, il diavolo del bosco, vedendolo cantare davanti alla capanna come il più felice degli uomini, ne ebbe invidia. E per dispetto una notte entrò nella capanna, gli infilò le unghie adunche nei capelli e da lì gli sfilò via il sonno. Doruma, spaventato, destò la moglie Oda e le disse che un’ombra maligna l’aveva sfio- rato. – È stato solo un brutto sogno – disse Oda. – Torna a dormire. Ma Doruma non dormì né quella notte né tutte le notti di quella luna. Anche se per tutto il tempo lavorava, così da tornare a casa stanco da non reggersi in piedi, il son- no non veniva. Provò a farsi accarezzare con la coda di una giraffa Chaqui, a bere l’erba Terené che fa inginocchiare gli elefanti, cercò di dormire sugli alberi e sulle pietre del fiume, ma non ci fu nulla da fare. Venne lo stregone del villaggio, Kalimì, e vide in che stato si trovava. Disse che il dia- volo Shabunda gli aveva rubato il sonno e che non c’era magia che potesse ridarglie- lo; così sarebbe morto entro breve tempo. Poteva salvarlo soltanto Kulala, lo spirito del sonno, la cui dimora era al di là delle montagne. Egli aveva sicuramente molti sonni, poiché era lui che li costruiva per Yamau, il creatore. Ma Doruma era troppo stanco per partire. Allora Oda, la moglie, spinta dal suo forte sentimento, disse: – Andrò io da Kulala, lo spirito del sonno. E poiché era una donna che non trascurava nulla, prese una zucca d’acqua, un po’ di cibo, un bastone e partì. Camminò molti giorni, senza riposare. Scalò le montagne blu di Alowa e arrivò nella valle del bosco sacro di Kulala. Nel bosco del sonno non una mosca si muoveva, anche gli uccelli erano muti. Le foglie non frusciavano sotto i pas- si di Oda. Cammina cammina, dopo il tempo di una luna, Oda giunse davanti a un grande albe- ro cavo, la casa di Kulala. Entrò e vide lo spirito che dormiva su un’amaca. Rimase in attesa che si svegliasse. Kulala dormì per un quarto di luna, e quando si destò vide la piccola donna nell’angolo della sua casa. 5 10 15 20 25 30

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

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dataclassecognome e nome

Prove sommative invalsi classe 1ª

1 testo narrativo (fiaba)

Leggi questo testo e rispondi alle domande che seguono.

I tre veli di Kulala stefano Benni

In un villaggio sul fiume Yuele viveva un uomo che si chiamava Doruma ed era molto

fortunato. Aveva una bella moglie, due figli sani e un campo fertile. Era un buon cac-

ciatore e nel villaggio non aveva nemici.

Fu così che Shabunda, il diavolo del bosco, vedendolo cantare davanti alla capanna

come il più felice degli uomini, ne ebbe invidia. E per dispetto una notte entrò nella

capanna, gli infilò le unghie adunche nei capelli e da lì gli sfilò via il sonno.

Doruma, spaventato, destò la moglie Oda e le disse che un’ombra maligna l’aveva sfio-

rato.

– È stato solo un brutto sogno – disse Oda. – Torna a dormire.

Ma Doruma non dormì né quella notte né tutte le notti di quella luna. Anche se per

tutto il tempo lavorava, così da tornare a casa stanco da non reggersi in piedi, il son-

no non veniva.

Provò a farsi accarezzare con la coda di una giraffa Chaqui, a bere l’erba Terené che

fa inginocchiare gli elefanti, cercò di dormire sugli alberi e sulle pietre del fiume, ma

non ci fu nulla da fare.

Venne lo stregone del villaggio, Kalimì, e vide in che stato si trovava. Disse che il dia-

volo Shabunda gli aveva rubato il sonno e che non c’era magia che potesse ridarglie-

lo; così sarebbe morto entro breve tempo. Poteva salvarlo soltanto Kulala, lo spirito del

sonno, la cui dimora era al di là delle montagne. Egli aveva sicuramente molti sonni,

poiché era lui che li costruiva per Yamau, il creatore.

Ma Doruma era troppo stanco per partire.

Allora Oda, la moglie, spinta dal suo forte sentimento, disse:

– Andrò io da Kulala, lo spirito del sonno.

E poiché era una donna che non trascurava nulla, prese una zucca d’acqua, un po’ di

cibo, un bastone e partì. Camminò molti giorni, senza riposare. Scalò le montagne blu

di Alowa e arrivò nella valle del bosco sacro di Kulala. Nel bosco del sonno non una

mosca si muoveva, anche gli uccelli erano muti. Le foglie non frusciavano sotto i pas-

si di Oda.

Cammina cammina, dopo il tempo di una luna, Oda giunse davanti a un grande albe-

ro cavo, la casa di Kulala. Entrò e vide lo spirito che dormiva su un’amaca. Rimase in

attesa che si svegliasse. Kulala dormì per un quarto di luna, e quando si destò vide la

piccola donna nell’angolo della sua casa.

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1 te s to n a r r a t i v o ( f i a b a )

– Chi sei e perché sei venuta? – urlò adirato.

– Kulala, spirito del buio che ristora, io ti prego. Un diavolo maligno ha rubato il son-

no a mio marito ed egli morirà se non gli porto un sonno nuovo.

– E perché mai dovrei dartelo?

– Perché ho camminato per molto tempo, i miei piedi sono feriti e sono stremata, eppu-

re quando ti ho visto dormire non ti ho svegliato e ho atteso.

– E sia – disse Kulala – là sul tavolo ci sono i pezzi del sonno di un uomo. Ogni sonno

è fatto di tre veli. Se tu saprai riconoscerli, potrai portarli a tuo marito ed egli riavrà

il sonno perduto. Ma sta’ attenta a scegliere i veli giusti, o la tua sorte sarà tremenda.

– Accetto – rispose Oda.

Allora Kulala la condusse davanti a una pietra dove erano stesi i veli.

– Ecco due veli bianchi – disse. – Uno è quello del silenzio, l’altro è quello dei rumori

della notte. Scegli.

Oda guardò i due veli e le sembrarono uguali. Ma una mosca volò sopra di essi. Ron-

zò sopra il primo, ma non fece alcun rumore quando volò sull’altro. Oda prese il se-

condo velo e se lo mise sul capo.

– Hai indovinato – disse Kulala.

– Ora guarda questi due veli colorati – proseguì lo spirito del sonno. – Uno è quello dei

sogni e l’altro quello dei fantasmi della notte. Se prendi quello sbagliato, tutti i demo-

ni e gli incubi balzeranno su di te e ti uccideranno.

Oda li guardò e li trovò uguali. Allora prese un piccolo ragno e lo mise tra i due veli.

Da uno sbucò un orribile ramarro con tre teste che mangiò il ragno. Oda prese l’altro.

– Sei astuta, donna del fiume – disse Kulala.

Lo spirito continuò: – Adesso però ti attende la prova più difficile. Ecco due veli ros-

si. Uno è quello della pace, l’altro è il velo del sonno eterno, la morte. Se lo toccherai,

morirai.

Oda questa volta non esitò e ne scelse subito uno. Era proprio quello della pace. Lo

mise sul capo e subito cadde addormentata, di un sonno tranquillo. Quando si sve-

gliò, Kulala la guardava sorridendo e le porgeva una tazza di hakarà caldo.

– Mi hai sorpreso, donna del fiume. Con quale magia hai riconosciuto il velo della

pace, il più misterioso di tutti?

– Nessuna magia – rispose la donna – ho lavato per tanti anni i panni nel fiume, e so

riconoscerli. Il velo della pace era più consumato perché viene usato per tante volte e

tante notti. Il velo della morte era più nuovo poiché si usa una volta sola.

Kulala rise e con un soffio la fece volare fino alla soglia della sua capanna. Oda mise

i tre veli sulla testa del marito e quello finalmente dormì. Da quel momento Oda, Do-

ruma e i loro figli vissero felici e contenti.

S. Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

a6. Riconosci nell’elenco qui sotto il termine sinonimo della parola “sorte” citata alla riga 41:

    A.  destino   B.  caso   C.  fortuna   D.  fato� 1�������

  Comprensione del testo 

a1. Se dovessi inserire una parola per collegare le frasi seguenti: «Doruma […] era molto fortu-nato» e «Aveva una bella moglie, due figli sani e un campo fertile» (righe 1-2), quale useresti?

    A.  Ebbene   B.  Per di più   C.  E   D.  Infatti  1�������

Punti

a2. Nell’espressione «Fu così che Shabunda, il diavolo del bosco, vedendolo cantare davanti alla capanna come il più felice degli uomini, ne ebbe invidia» (righe 4-5), a quale parola del testo si riferisce il pronome “lo”?

    A.  Si riferisce a Oda.   B.  Si riferisce al diavolo del bosco.   C.  Si riferisce a Shabunda.   D.  Si riferisce a Doruma.� 1�������

a3. Con quale frase sostituiresti la congiunzione “ma” all’inizio della riga 10?

    A.  A causa dell’ombra maligna.   B.  Nonostante le rassicurazioni di Oda.   C.  In confronto alle notti passate.   D.  Considerato ciò che era successo.� 1�������

a4. Che cosa significa che «Doruma non dormì né quella notte né tutte le notti di quella luna» (riga 10)?

    A.  Non dormì per un’ora.   B.  Non dormì neppure il giorno successivo.    C.  Non dormì per un mese circa.    D.  Non dormì per un anno circa.� 1�������

a5. Quali sono le 4 diverse azioni che fanno capire come Doruma provi a fare di tutto per ritro-vare il sonno? (righe 10-15)

n  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

� 4�������

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1 te s to n a r r a t i v o ( f i a b a )

a7. Con quale frase sostituiresti il termine “allora”, alla riga 43?

    A.  Nonostante la paura della donna.   B.  Per fare un piacere alla donna.   C.  Poiché Oda aveva accettato la sua offerta.   D.  Dopo aver riflettuto.� 1�������

a8. Rileggi l’intero testo con attenzione, quindi rispondi: di che cosa è fatto il sonno che Oda ri-porta al marito?

    A.  Di bianco, di rosso e di oro.   B.  Di silenzio, di sogni e di pace.     C.  Di silenzio, di sogni e di tranquillità.   D.  Dei rumori della notte, di buio e di pace.� 1�������

a9. Quanto dura complessivamente la vicenda narrata? Rileggi attentamente prestando parti-colare attenzione agli indicatori di tempo.

    A.  Due lune, vale a dire circa due mesi.   B.  Due lune, vale a dire circa due anni.    C.  Due lune e un quarto, vale a dire circa due mesi e una settimana.    D.  Due lune e un quarto, vale a dire circa due anni e tre mesi.� 1�������

a10. Dove è ambientata la vicenda?

    A.   Presumibilmente in un paese del Nord Europa,come lascia desumere la presenza di uno stregone e della magia.

   B.   Presumibilmente in un paese dell’Africa o in un paese tropicale,come lasciano desumere gli animali presenti nel racconto.

    C.   Sicuramente nelle campagne italiane del secolo scorso,come si può desumere dagli oggetti di uso quotidiano citati nel racconto.

   D.  Non è possibile valutarlo.� 1�������

a11. I comportamenti di Oda rivelano precisi aspetti del suo carattere. Riporta vicino a ciascun elemento del carattere della donna la frase del testo che ti ha permesso di individuarlo.

n  Amore: ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  Previdenza: ��������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  Pazienza: �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  Astuzia e intraprendenza: ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

n  Capacità di interpretare i dati della propria esperienza: ����������������������������������������������������������������������

  �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

5�������

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

a12. Dopo aver letto il brano con attenzione, come definiresti Kulala?

    A.  Irascibile ma ragionevole e complessivamente giusto.    B.  Accogliente, testardo ma complessivamente giusto.    C.  Irascibile, irragionevole e ingiusto.   D.  Capriccioso, irragionevole ma complessivamente giusto.� 1�������

a13. Come in ogni fiaba, anche in quella che hai letto sono presenti alcuni elementi caratteristici. Quali? Scegli tra quelli elencati qui sotto.

  Formule fisse Discorsi diretti  Elementi e creature magiche  Filastrocche Punizione crudele  Tecnica della triplicazione� 4�������

a14. Abbiamo diviso la fiaba in 8 parti, ciascuna sintetizzata da una frase guida. Riscrivi accan-to a ogni parte la funzione corrispondente. Attenzione: nell’elenco delle funzioni che trovi qui sotto, sono state inserite anche 4 funzioni che non compaiono nel testo!

lieto fine n rimozione del danneggiamento o della mancanza n divieto n situazione iniziale n

danneggiamento o mancanza n partenza dell’eroe n ritrovamento della persona cercata n

superamento delle prove n tranello n infrazione del divieto n prove n lotta

parti della fiaba funzione corrispondente

1.   Doruma è un uomo fortunato e felice. ���������������������������������������������������������������������������������

2.   Shabunda, invidioso, ruba il sonno a Doruma. Se Doruma non ritroverà più il sonno, presto morirà.

���������������������������������������������������������������������������������

3.   Oda  va  alla  ricerca  di  Kulala,  lo  spirito  del sonno.

���������������������������������������������������������������������������������

4.   Cammina cammina, Oda giunge a un albero cavo: Kulala dorme su un’amaca.

���������������������������������������������������������������������������������

5.   Se Oda saprà scegliere i veli giusti, Kulala re-stituirà il sonno al marito. 

���������������������������������������������������������������������������������

6.   Con astuzia e  intelligenza Oda riesce a rico-noscere  i  veli  che  ridaranno  il  sonno al ma-rito.

���������������������������������������������������������������������������������

7.   Oda ritorna a casa e mette i tre veli sulla te-sta del marito, che ritrova il sonno.

���������������������������������������������������������������������������������

8.   Oda e Doruma vivono felici e contenti. ���������������������������������������������������������������������������������

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1 te s to n a r r a t i v o ( f i a b a )

a15. Collega i personaggi al ruolo che svolgono nella fiaba. Aiutati con i ruoli elencati di seguito. Attenzione: non tutti i ruoli elencati sono presenti in questa fiaba!

Doruma

Oda

Shabunda

Kulala

Kalimì

protagonista

coprotagonista

aiutante dell’antagonista

personaggio secondario

mandante

antagonista

aiutante del protagonista

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PUntI 36������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

  riflessione sulla lingua 

B1. Nella frase «il più felice degli uomini» (riga 5), l’espressione “il più felice” è un aggettivo di grado:

    A.  positivo.   B.  comparativo di maggioranza.   C.  superlativo relativo.   D.  superlativo assoluto.� 1�������

B2. Riconosci e sottolinea nelle frasi che seguono il “che” grammaticalmente diverso dagli altri.

    A.  Viveva un uomo che si chiamava Doruma.   B.  Fu così che Shabunda […] ne ebbe invidia.    C.  L’erba Terené che fa inginocchiare gli elefanti.   D.  Non c’era magia che potesse ridarglielo.� 1�������

B3. Riscrivi la frase «Anche se per tutto il tempo lavorava» (righe 10-11) sostituendo “anche se” con “sebbene” e usando il modo congiuntivo, tempo imperfetto.

�������������������������������������� per tutto il tempo ������������������������������������������������������������� 1�������

B4. Nel verbo «ridarglielo» (riga 17) il prefisso “ri-” indica:

    A.  restituzione.   B.  intensificazione.   C.  movimento in senso inverso.   D.  allontanamento.� 1�������

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

B5. Nella frase «lo spirito del sonno, la cui dimora era al di là delle montagne» (righe 18-19) so-stituisci il pronome “cui” con il pronome adatto:

    A.  che.   B.  della quale.    C.  del quale.   D.  a cui.� 1�������

B6. Nel verbo “frusciavano” (riga 27) è presente:

    A.  un’allitterazione.   B.  un’onomatopea.   C.  una personificazione.   D.  un simbolo.� 1�������

B7. “un’amaca” (riga 30) è un nome di genere:

    A.  maschile.   B.  femminile.

Quale particolare ti ha permesso di rispondere?

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � � � 2�������

B8. Indica il modo e il tempo del verbo “Scegli” (riga 45).

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � � � 2�������

B9. Nella frase «Nessuna magia – rispose la donna» (riga 64) la parola “nessuna” è:

    A.  un nome comune di persona.   B.  un pronome indefinito.    C.  un aggettivo indefinito.   D.  un avverbio di negazione.� 1�������

B10. Nell’ultimo capoverso sono usati i verbi “ridere” e “dormire”. Scegli, fra le alternative, la for-ma corretta del modo indicativo, passato remoto, prima persona singolare.

ridere    A.  Io ridetti    B.  Io ridii    C.  Io risi   D.  Io ridissi 

dormire    E.  Io dormetti    F.  Io dormì   G.  Io dormii   H.  Io dormisti� 2�������

PUntI 13������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

totale PUntI 49������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

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dataclassecognome e nome

2 te s to n a r r a t i v o

Prove sommative invalsi classe 1ª

2 testo narrativo

Leggi questo testo e poi svolgi gli esercizi che ti proponiamo.

Monaldo libero! Gianluca Bedini

Ciao, sono Gianluca, il responsabile del CRUMA, il Centro per il recupero degli uccelli

marini e acquatici di Livorno.

Voglio raccontarvi la storia di Monaldo, un piccolo di gabbiano reale nato a Capodi-

stria in Slovenia, e di Sebastian, il ragazzo che lo ha allevato salvandolo da una brut-

ta fine.

Un giorno d’estate dello scorso anno, Sebastian ha incontrato per strada un giovane

gabbiano reale. Il gabbianino non era ancora neppure in grado di fare piccoli voletti:

era sicuramente caduto da un tetto dove i genitori avevano fatto il nido. Fortunata-

mente non si era rotto nulla, ma aveva già cominciato ad attirare l’attenzione di alcu-

ni dei tantissimi gatti del paese.

Sebastian si è reso conto del pericolo che correva Monaldo e lo ha raccolto per portarlo

a casa con sé. Gli ha dato da mangiare un po’ di pesce e si è subito collegato a Inter-

net per cercare informazioni più precise su come aiutare il piccolo gabbiano.

Purtroppo le informazioni non erano molte. L’unico centro di recupero per la fauna

selvatica che era riuscito a trovare era comunque lontanissimo e non attrezzato per

uccelli marini. Ma Sebastian non si è dato per vinto e ha continuato a cercare finché

non ha trovato l’indirizzo del CRUMA.

A quel punto Sebastian si mette in contatto con me via mail chiedendomi come fare

per aiutare il suo nuovo amico. Tanto per cominciare Sebastian trasferisce Monaldo

in un largo corridoio con una finestra aperta, dove il gabbiano può muoversi a suo

agio e scegliere se stare all’ombra o al sole a seconda delle proprie esigenze. Poi gli

fornisce tutti i giorni pesce fresco in abbondanza e acqua da bere.

Il cibo è importante per tutti gli animali, uomo compreso, ma l’acqua non lo è di meno:

per la maggior parte del suo volume il nostro corpo è occupato dall’acqua e senza bere

non riusciremmo a sopravvivere molto a lungo. Per un animale come un uccello mari-

no, poi, l’acqua non è «solo» qualcosa da bere, ma è l’essenza stessa della sua esistenza!

Di conseguenza da quel momento la vasca da bagno di Sebastian diventa di proprie-

tà di Monaldo. Con una vasca da bagno tutta sua Monaldo sembra cambiare umore:

mangia più volentieri, si dedica alla pulizia del piumaggio e si esercita a sbattere le ali

pregustando forse il momento in cui imparerà a volare.

Con il passare del tempo, Monaldo diventa un giovane gabbiano robusto, ben nutrito

e con il piumaggio perfetto, che ha bisogno di spazi più ampi di quelli che può offrire

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

l’abitazione di un umano… e anche l’acqua della vasca da bagno comincia a essere

troppo poca.

Sebastian trasferisce quindi il suo amico pennuto alla riserva naturale di San Can-

ziano, che si trova subito fuori Capodistria. Si tratta di una grossa palude salmastra

dove vivono molte specie di uccelli, gabbiani inclusi.

Sebastian e io ci siamo tenuti in contatto per posta elettronica quasi tutti i giorni per

tutto il tempo della crescita di Monaldo, e quando finalmente mi ha dato la notizia

della sua raggiunta indipendenza e libertà ci siamo dati telematicamente il cinque,

aggiungendo un sacco di faccine sorridenti alle nostre e-mail.

G. Bedini, in «ALI junior», mensile LIPU

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  Comprensione del testo 

a1. Chi racconta la vicenda?

    A.  Sebastian, un ragazzo di un paese sloveno.   B.  Monaldo, un piccolo di gabbiano reale.    C.  Gianluca, responsabile del centro CruMA.   D.  un giovane abitante della città di Livorno.  1�������

Punti

a2. Nella prima parte del brano, individua le righe in cui trovi la sintesi di tutta la vicenda e la ri-sposta alle domande: chi? che cosa? dove? Sottolinea le risposte e completa sui puntini.

Chi � ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

Che cosa  ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

Dove  ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � 3�������

a3. Il gabbiano è molto piccolo: individua e sottolinea la frase che te lo fa capire, poi trascrivila per intero sui puntini.

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�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

�����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

� 1�������

a4. Il piccolo gabbiano corre un pericolo immediato: quale?

    A.  Di spezzarsi le ali cadendo dal nido.   B.  Di spezzarsi le zampe cadendo dal nido.    C.  Di essere mangiato dai gatti del paese sloveno.   D.  Di essere mangiato dai gatti di Livorno.  1�������

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119

2 te s to n a r r a t i v o

a5. Trascrivi la frase del testo che ti ha permesso di rispondere alla domanda numero 4.

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� 1�������

a6. L’espressione «non si è dato per vinto» (riga 16) ci fa capire che Sebastian è:

    A.  diligente.   B.  impegnato.    C.  determinato.   D.  superbo.  1�������

a7. Sebastian si prende cura del piccolo gabbiano secondo le indicazioni date da Gianluca. Leg-gi le espressioni dell’elenco che segue e trascrivi le informazioni corrette nella colonna alla quale si riferiscono; cancella quelle estranee.

pulizia del piumaggio n pesce fresco n largo corridoio n proprie esigenze n palude salmastra n finestra aperta n acqua n zone di ombra e di sole

ambiente alimentazione

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��������������������������������������������������������������������������� 8�������

a8. Nell’espressione «l’acqua non è “solo” qualcosa da bere» (riga 26) le virgolette al termine “solo” indicano che:

    A.  non è poi così importante bere.   B.  non si può solo bere.    C.  si può scegliere se bere.   D.  anche bere è molto importante.  1�������

a9. L’espressione «Monaldo sembra cambiare umore» (riga 28) significa che il gabbiano diventa più:

    A.  vivace.   B.  vorace.   C.  scrupoloso.   D.  amante della pulizia.  1�������

a10. Qual è lo scopo principale del testo che hai letto?

    A.  Dare informazioni sulla vita dei gabbiani.   B.  raccontare un’avventura finita bene.   C.  raccontare un’esperienza vera di aiuto a un animale in difficoltà.   D.  Dare informazioni su come si allevano i piccoli sperduti.  1�������

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120

P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

a11. Il linguaggio usato è:

    A.  informale, quotidiano.   B.  letterario.    C.  scientifico.   D.  colto e ricercato.  1�������

a12. Dopo la lettura, quali delle seguenti caratteristiche ti sembrano adatte a Sebastian?

    A.  utilizza Internet per cercare le informazioni che gli servono.   B.  Gioca alla playstation.    C.  Ama gli animali.   D.  Cerca aiuto.    E.  È disposto a qualche rinuncia personale.    F.  È un ingrato.   G.  Pensa di sapere che cosa fare.   H.  È superficiale nel cercare di allevare Monaldo.  4�������

a13. Monaldo diventa per Sebastian «il suo amico pennuto» (riga 35). Spinto da questa amicizia, il ragazzo:

    A.  addomestica il gabbiano in modo da poterlo tenere sempre con sé.

   B.   decide di tenere il gabbiano nella propria casaper proteggerlo dai pericoli dell’ambiente naturale.

    C.   fa in modo che il gabbiano possa tornare a vivere liberoe indipendente nel suo ambiente naturale.

   D.   prova un grande dispiacere quando deve separarsi dal gabbiano,divenuto adulto.  1�������

a14. In quale di queste frasi la parola “sacco” è usata con lo stesso significato del testo (riga 41)?

    A.  I contadini hanno posto nella dispensa il sacco di farina.   B.  I ragazzi si sono fatti un sacco di risate per la bugia raccontata da Carlo.     C.  Hai sempre fame! Il tuo stomaco è un sacco senza fondo!   D.  Quel vestito ti sta come un sacco!  1�������

a15. L’espressione «quasi tutti i giorni» (riga 38) significa:

    A.  un giorno sì e uno no.   B.  raramente.    C.  molto spesso.   D.  qualche volta.  1�������

a16. Quale espressione, alla fine del brano, esprime la solidarietà e la soddisfazione di Sebastian e Gianluca per la buona riuscita dell’impresa? Sottolineala e riscrivila.

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PUntI 28������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

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2 te s to n a r r a t i v o

  riflessione sulla lingua 

B1. Riconosci in quale frase il termine “dove” è usato come avverbio interrogativo aI e in quale è usato come avverbio relativo ar , con la stessa funzione della frase del testo: «era sicura-mente caduto da un tetto dove i genitori avevano fatto il nido» (riga 8).

A.   Il cane lo aspettava sempre nella piazza dove si erano incontrati  la prima volta.  aI   ar

B.  Ti aspetto da un’ora! Dove sei stato finora?  aI   ar   2�������

B2. Nella frase «Sebastian si è reso conto del pericolo» (riga 11) a quale categoria grammatica-le appartiene il “si”?

    A.  Avverbio di luogo.   B.  Pronome dimostrativo.     C.  Pronome personale.   D.  Pronome riflessivo.  1�������

B3. Nella frase «Chiedendomi come fare» (riga 18) rendi esplicito il “-mi”:

    A.  a me   B.  me    C.  con me   D.  di me  1�������

B4. Nella frase «gli fornisce tutti i giorni» (righe 21-22) rendi esplicito “gli”:

    A.  lo   B.  di lui     C.  lui   D.  a lui  1�������

B5. «Lontanissimo» (riga 15) è un aggettivo qualificativo di grado:

    A.  comparativo di maggioranza.   B.  superlativo assoluto.    C.  superlativo relativo.   D.  comparativo di minoranza.  1�������

B6. Nella frase «ha continuato a cercare» (riga 16) il verbo “ha continuato” è coniugato al:

    A.  modo indicativo, tempo presente.   B.  modo indicativo, tempo futuro.    C.  modo indicativo, tempo passato prossimo.   D.  modo indicativo, tempo passato remoto.  1�������

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

B7. Nella frase «senza bere non riusciremmo a sopravvivere molto a lungo» (righe 24-25) il ver-bo “riusciremmo” è coniugato al:

    A.  modo indicativo, tempo presente.   B.  modo indicativo, tempo futuro.    C.  modo condizionale, tempo presente.   D.  modo congiuntivo, tempo presente.  1�������

B8. Nella frase «pregustando forse il momento in cui imparerà a volare» (riga 30) la parola “for-se” ha la funzione di formulare:

    A.  una dichiarazione.   B.  un’ipotesi.    C.  una conseguenza.   D.  un dubbio.

In analisi grammaticale, “forse” è:

    A.  un avverbio.   B.  un pronome.   C.  una preposizione.   D.  un’interiezione.  2�������

B10. A quale categoria grammaticale appartiene il termine “telematicamente” (riga 40)?

    A.  È un nome.   B.  È un aggettivo.    C.  È una congiunzione.   D.  È un avverbio.  1�������

B9. Nella frase «ha bisogno di spazi più ampi di quelli che può offrire l’abitazione di un umano» (righe 32-33), “più ampi” è un aggettivo qualificativo di grado:

    A.  positivo.   B.  comparativo di maggioranza.   C.  superlativo relativo.   D.  superlativo assoluto.  1�������

totale PUntI 40������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

PUntI 12������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

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dataclassecognome e nome

3 te s to n a r r a t i v o -r e g o l a t i v o

Prove sommative invalsi classe 1ª

3 testo narrativo-reGolativo

Leggi questo testo e rispondi alle domande che seguono.

Il Quidditch, lo sport preferito della scuola di magia Joanne K. rowling

Ci troviamo a Hogwarts, una famosa scuola di magia. Harry Potter, grazie alla sua straordinaria

abilità nel volo, è stato scelto per partecipare ai campionati di Quidditch, lo sport preferito della scuola

di magia. Si tratta di un gioco a squadre molto particolare perché gli atleti gareggiano a cavallo

della loro scopa. Harry deve imparare a giocare. Oliver Baston, il portiere della squadra dei

Grifondoro, sarà il suo allenatore.

1.  Babbani: le persone normali, che non sono dotate di poteri magici.

Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando Harry lasciò il castello per avviar-

si al campo di Quidditch. Non era mai stato dentro allo stadio. Tutt’intorno c’erano

centinaia di sedili a gradinate, per dar modo agli spettatori di vedere dall’alto lo svol-

gimento della partita. A ciascuna delle estremità del campo c’erano tre pali d’oro con

degli anelli in cima. A Harry ricordarono i bastoncini di plastica attraverso i quali i

ragazzini dei Babbani1 soffiavano le bolle di sapone; ma questi erano alti circa quin-

dici metri.

Troppo smanioso di volare di nuovo per aspettare l’arrivo di Baston, Harry montò sul

suo manico e si dette la spinta coi piedi per decollare. Che sensazione… Si mise a zig-

zagare tra i pali delle porte e su e giù per il campo. La Nimbus Duemila, la sua scopa,

prendeva qualunque direzione lui desiderasse, al minimo tocco.

– Ehi, Potter, scendi giù!

Oliver Baston era arrivato portando sotto braccio una grossa cassetta di legno. Harry

atterrò vicino a lui.

– Molto bene! – commentò Baston con gli occhi che gli scintillavano. – Ora capisco che

cosa intendeva la professoressa McGranitt… tu possiedi veramente un talento natura-

le. Questa sera ti insegnerò soltanto le regole; poi, parteciperai agli allenamenti della

squadra tre volte la settimana.

Aprì la cassetta, che conteneva quattro palle di dimensioni diverse.

– Bene – disse Baston. – Ora, il Quidditch è abbastanza facile da capire, anche se gio-

care non lo è altrettanto. Ci sono sette giocatori per parte. Tre di loro si chiamano

Cacciatori.

– Tre Cacciatori – ripeté Harry, mentre Baston tirava fuori una palla di colore rosso

brillante, all’incirca delle dimensioni di un pallone da calcio.

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

– Questa palla si chiama Pluffa. I Cacciatori si lanciano la Pluffa e cercano di farla en-

trare in uno degli anelli per fare goal. Dieci punti ogni volta che la Pluffa passa per

uno degli anelli. Mi segui?

– I Cacciatori si lanciano la Pluffa e segnano quando la fanno passare attraverso gli

anelli – recitò Harry. – Insomma… sarebbe un po’ come la pallacanestro su manici di

scopa con sei anelli, ho capito bene?

– Che cos’è la pallacanestro? – chiese Baston curioso.

– Lascia perdere – si affrettò a dire Harry.

– Ogni squadra ha un giocatore che si chiama Portiere… Io sono il Portiere del Gri-

fondoro. Il mio compito è volare intorno agli anelli e impedire agli avversari di se-

gnare.

– Tre Cacciatori e un Portiere – ripeté Harry, ben deciso a ricordare tutto. – E giocano

con la Pluffa. Va bene, questo l’ho capito. E le altre a che cosa servono? – chiese indi-

cando le tre palle rimaste nella scatola.

– Ora te lo faccio vedere – disse Baston. – Prendi questa.

Porse a Harry una piccola mazza, che assomigliava proprio a una mazza da baseball.

– Ora ti faccio vedere a che cosa servono i Bolidi – disse Baston. – I Bolidi sono que-

sti due.

E mostrò a Harry due palle identiche, nere come l’inchiostro e leggermente più picco-

le della Pluffa rossa. Harry notò che sembravano volersi liberare dalle cinghie che le

tenevano ferme nella scatola.

– Stai indietro – Baston avvertì Harry. Si chinò e ne liberò una.

La palla nera schizzò in aria all’istante, altissima, e poi si diresse dritta dritta verso

la faccia di Harry. Lui la colpì con la mazza per cercare di impedirle di rompergli il

naso, e la rilanciò zigzagando in aria; la palla vorticò sopra le loro teste e poi si dires-

se su Baston, che ci si tuffò sopra e riuscì a inchiodarla al suolo.

– Vedi? – disse ansimando Baston, che rimetteva a fatica il Bolide dentro la scatola le-

gandolo saldamente. – I Bolidi schizzano da una parte all’altra cercando di disarcio-

nare i giocatori dalla scopa. Ecco perché ci sono due Battitori per squadra, i nostri

sono i Weasley2, per proteggere i loro compagni di squadra dai Bolidi, e dirottarli

contro l’altra squadra. Allora… pensi di aver capito tutto?

– Tre Cacciatori cercano di segnare con la Pluffa; il Portiere difende i pali della porta;

i Battitori tengono i Bolidi lontani dalla squadra – snocciolò Harry a memoria.

– Molto bene – disse Baston.

– E… senti: i Bolidi hanno mai ammazzato qualcuno? – chiese Harry sperando di

mantenere un tono disinvolto.

– A Hogwarts, mai. Abbiamo avuto un paio di mascelle rotte, ma niente di più. Ora,

l’ultimo componente della squadra è il Cercatore, e quello sei tu. E tu non devi preoc-

cuparti né della Pluffa né dei Bolidi…

– Sempre che non mi spacchino la testa…

– Non devi preoccuparti, i Weasley sono più che all’altezza dei Bolidi… voglio dire…

sono due Bolidi in forma umana.

Baston pescò dentro la cassa e tirò fuori la quarta e ultima palla. A confronto con la

25

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2.  Weasley: due fratelli amici di Harry.

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3 te s to n a r r a t i v o -r e g o l a t i v o

Pluffa e i Bolidi era piccola, delle dimensioni di una grossa noce. Era d’oro lucente e

aveva due tremule alucce d’argento.

– Questo – disse Baston – è il Boccino d’Oro, ed è la palla più importante di tutte. È

molto difficile prenderla perché è velocissima e non si distingue bene. Compito del

Cercatore è acchiapparla. Tu devi muoverti a zigzag tra Cacciatori, Battitori, Bolidi

e Pluffa per prendere il Boccino prima del Cercatore dell’altra squadra, perché chi lo

prende per primo guadagna alla sua squadra altri centocinquanta punti, e quindi

la squadra vince quasi sempre. Ecco perché ai Cercatori vengono fischiati tanti fal-

li. Una partita di Quidditch termina soltanto quando il Boccino viene acchiappato, e

quindi può andare avanti per intere settimane… Mi pare che il record sia stato di tre

mesi, e hanno dovuto fare continue sostituzioni perché i giocatori potessero riposarsi

un po’. Questo è tutto. Domande?

Harry scosse la testa. Aveva capito molto bene quel che doveva fare, e il problema sta-

va proprio nel farlo.

– Per stasera, non ci alleneremo con il Boccino – disse Baston riponendolo con cura

nella cassa. – È troppo buio e potremmo perderlo. Proviamo con qualcuna di queste.

Tirò fuori da una tasca un sacchetto di comuni palle da golf e, pochi minuti dopo, lui

e Harry volteggiavano in aria, con Baston che tirava le palle da golf il più forte possi-

bile in ogni direzione perché Harry le prendesse.

Harry non ne mancò neanche una e Baston era… al settimo cielo. Mezz’ora dopo, s’era

fatto buio pesto e dovettero smettere di giocare.

– La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quest’anno – disse Baston felice

mentre arrancavano verso il castello. – Non mi sorprenderebbe che tu diventassi più

bravo di Charlie Weasley3, e lui avrebbe potuto giocare per la nazionale, se non se ne

fosse andato a caccia di draghi.

Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere

a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fosse-

ro passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva

come a casa sua. […]

Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che

avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali.

J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani

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  Comprensione del testo 

a1. Da quale prospettiva si segue una partita di Quidditch? Si guarda:

    A.  dall’alto al basso.   B.  dal basso all’alto.    C.  davanti a sé.   D.  per terra.  1�������

Punti

3.  Charlie Weasley: il miglior giocatore dei Grifondoro di tutti i tempi, ormai diplomato e divenuto ufficialmente mago.

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

a2. Perché proprio Harry, che non sa giocare al Quidditch, viene incluso nella squadra di Ba-ston?

    A.  Perché era ansioso di volare.   B.  Perché, volando con la Nimbus Duemila, provava delle magnifiche sensazioni.    C.  Perché la professoressa McGranitt lo aveva raccomandato.   D.  Perché possedeva un talento naturale per il volo.  1�������

a3. Il gioco del Quidditch ricorda in un certo senso la pallacanestro: quale attrezzatura in esso fa le veci del canestro?

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � � � 1�������

a4. Harry, prima ancora di vederli in azione, nota una strana caratteristica dei Bolidi; essi sono due palle:

    A.  uguali tra loro e facilmente confondibili.    B.  nere come l’inchiostro per impaurire i giocatori.    C.  più piccole della Pluffa rossa.   D.  che sembrano volersi slegare da sole dalle cinghie che le imprigionano.  1�������

a5. Baston “ansima” (riga 51) perché (due scelte):

    A.  vede vorticare il Bolide sopra la sua testa e fugge.   B.  ha catturato un Bolide.    C.  ha respinto un Bolide con una mazza.   D.  cerca con fatica di legare il Bolide dentro la scatola.  2�������

a6. Quale verbo (righe 51-55) suggerisce l’immagine dei giocatori di Quidditch simili a cavalieri?

�������������������������������������������������������������������������������� 1�������

a7. Riscrivi la frase che permette di capire che i Bolidi tentano di colpire i giocatori di tutte e due le squadre.

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � � � 1�������

a8. Il ruolo di Cercatore è molto importante perché:

    A.  il Cercatore si deve muovere a zigzag commettendo molte irregolarità.   B.  il Boccino è molto veloce e non si riconosce con chiarezza.    C.  il Cercatore deve prendere il Boccino per primo.   D.  se il Cercatore prende il Boccino, la sua squadra vince quasi sempre.  1�������

a9. I giocatori di una squadra sono sempre gli stessi?

    A.  Sì.   B.  No.   C.  È probabile.   D.  Vengono cambiati solo in caso di infortunio.

Perché: �������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� � � � 2�������

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3 te s to n a r r a t i v o -r e g o l a t i v o

a10. Dopo che Baston gli ha spiegato che cosa deve fare con il Boccino d’Oro, Harry:

    A.  è entusiasta e non vede l’ora di iniziare gli allenamenti.   B.  è preoccupato che il Boccino possa spaccargli la testa.    C.  ha capito le regole ma non è sicuro delle sue prestazioni future.   D.  ripete man mano le regole perché non le ha capite bene.  1�������

a11. La prima sera Harry non si allena con il Boccino perché:

    A.  è troppo stanco.   B.  è troppo buio.    C.  deve ricordare troppe regole.   D.  deve prima provare con palle da golf.  1�������

a12. Nel gioco del Quidditch quali capacità sono più importanti?

    A.  La fantasia e l’originalità.   B.  La conoscenza particolareggiata di tutte le regole.    C.  L’agilità e la sveltezza.   D.  L’astuzia e il calcolo.  1�������

a13. Nel brano letto Baston spiega a Harry il gioco del Quidditch. Prova a costruire un testo re-golativo sul gioco, completando la tabella che segue.

gioco del Quidditch

�������������������������������������������������������������������������������������� 2

�������������������������������������������������������������������������������������� 7 per ogni squadra

�������������������������������������������������������������������������������������� Stadio; si gioca in volo

�������������������������������������������������������������������������������������� Tre pali d’oro con un anello in cima, 4 palle di dimensioni diverse

�������������������������������������������������������������������������������������� Cacciatori, Portiere, Battitori, Cercatore

�������������������������������������������������������������������������������������� Pluffa, Bolidi, Boccino d’Oro

�������������������������������������������������������������������������������������� Segnare più punti facendo passare la Pluffa attraverso gli anelli o acchiappando il Boccino

�������������������������������������������������������������������������������������� Si gioca fino a quando il Boccino viene acchiappato

Puoi utilizzare alcuni di questi termini:

attrezzatura occorrente n doti specifiche n luogo in cui si gioca n arbitro n

ruoli dei giocatori n numero dei giocatori n numero delle squadre n falli n termini specifici n

scopo del gioco n orari n durata della partita n punteggi

  8�������

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P r o v e s o m m a t i v e i n v a l s i c l a s s e P r i m a

a14. Qual è lo scopo del testo regolativo?

    A.  Fornire informazioni su un’attività.   B.  Fornire istruzioni e regole su un’attività.    C.  raccontare come si svolge un gioco.   D.  Esprimere esperienze ed emozioni durante lo svolgimento di un gioco.  1�������

  riflessione sulla lingua 

B1. La frase «Non era mai stato dentro allo stadio» (riga 2) si può sostituire così:

    A.  Non era stato qualche volta dentro lo stadio.   B.  Era stato nessuna volta dentro lo stadio.    C.  Non era stato neanche una volta dentro lo stadio.   D.  Era stato in nessun caso dentro lo stadio.  1�������

PUntI 23������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

B2. “centinaia” (riga 3) è un (due risposte corrette):

    A.  nome   B.  aggettivo

… di numero:    C.  singolare   D.  plurale  2�������

B3. “gradinate” (riga 3) è un nome:

    A.  primitivo.   B.  derivato.    C.  accrescitivo.   D.  falso alterato.  1�������

B4. Analizza la voce verbale “desiderasse” presente nella frase «prendeva qualunque direzione lui desiderasse» (riga 11).

desiderasse:   voce del verbo ��������������������������������������;

     …������ coniugazione;

     modo ��������������������������������������;

     tempo ��������������������������������������;

     …������ persona ��������������������������������������

Il verbo esprime un’azione:    A.  dovuta.   B.  possibile.    C.  subita.   D.  passata.  7�������

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3 te s to n a r r a t i v o -r e g o l a t i v o

B5. “Grifondoro” (riga 33) è un nome:

    A.  primitivo.   B.  derivato.    C.  alterato.   D.  composto.

Quale altro nome, che compare nel testo poco prima, presenta la stessa struttura?

�������������������������������������������������������������������������������� 2�������

PUntI 21������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

totale PUntI 44������������ ValUtaZIone Insegnante ������������������������������������������������������������������������������

B6. Nella frase «Ora te lo faccio vedere – disse Baston. – Prendi questa» (riga 39), la parola “questa” è (due risposte):

    A.  un aggettivo.   B.  un pronome.

e si riferisce a qualcosa:    C.  che è già stato detto.   D.  di cui si parlerà in seguito.  2�������

B7. “dritta dritta” (riga 47) è un aggettivo di grado:

    A.  positivo.   B.  comparativo.    C.  superlativo relativo.   D.  superlativo assoluto.  1�������

B8. Nella frase «che ci si tuffò sopra» (riga 50), rendi esplicite le parole “che” “ci” “si” facendo gli opportuni collegamenti, dopo aver letto bene il contesto.

che

si

ci

la palla

il quale

se stesso

3�������

B9. Nella frase «E… senti: i Bolidi hanno mai ammazzato qualcuno?» (riga 59), i puntini di so-spensione indicano:

    A.  preoccupazione e imbarazzo.   B.  che si vuole cambiare discorso.   C.  che è inutile dire altro perché chi ascolta ha gia capito che cosa si vuol dire.   D.  un discorso riferito a metà.  1�������

B10. Se dovessi inserire una parola per collegare le due frasi seguenti, «Harry stentava a crede-re che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts» e «Al castello, si sentiva come a casa sua» (righe 94-96), quale metteresti?

    A.  mentre   B.  infatti    C.  invece   D.  tuttavia  1�������