Lecce Deledda 23 ottobre 2014 - Scuola e Amministrazione€¦ · la buona scuola facciamo crescere...

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la buona scuola facciamo crescere il Paese Lecce Deledda 23 ottobre 2014 rita bortone

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la buona scuola facciamo crescere il Paese

Lecce – Deledda –

23 ottobre 2014

rita bortone

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Mi piace cominciare dal sottotitolo

“facciamo crescere il Paese”

• Ci serve una buona scuola perché l’istruzione è l’unica soluzione strutturale alla disoccupazione

• …perché dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo

di un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo, e qualità della democrazia.

• …dobbiamo tornare a vivere l’istruzione e la formazione non

come un capitolo di spesa della Pubblica Amministrazione, ma come un investimento di tutto il Paese su se stesso. Come la leva più efficace per tornare a crescere.

• La scuola italiana ha le potenzialità per guidare questa rivoluzione.

Per essere l’avanguardia, non la retrovia del Paese.

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I 6 punti della buona scuola

• 1. Assumere tutti i docenti di cui la buona scuola ha

bisogno

• 2. Le nuove opportunità per tutti i docenti:

formazione e carriera nella buona scuola

• 3. La vera autonomia: valutazione, trasparenza,

apertura, burocrazia zero

• 4. Ripensare ciò che si impara a scuola

• 5. Una scuola fondata sul lavoro

• 6. Le risorse per la buona scuola,pubbliche e private

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1. Assumere tutti i docenti di cui la buona

scuola ha bisogno

Piano straordinario di assunzioni:

• 150.000 docenti da assumere a settembre

2015

• 40.000 docenti da assumere con concorso

bandito in primavera

Eliminazione del precariato

Svuotamento delle GAE

Ringiovanimento della categoria

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Come saranno utilizzati i nuovi docenti?

• Per eliminare le supplenze annuali (coprire cattedre e spezzoni)

• Per potenziare l’offerta formativa (progetti, recuperi, eccellenze,

arte, musica, sport…)

• Per rendere possibile il tempo pieno

• Per coprire le supplenze brevi e realizzare un organico funzionale

“Si tratta di realizzare concretamente quanto già previsto in via

sperimentale dal 1999 e in via generale dal 2012: l’organico

dell’autonomia, ovvero un team di docenti che aiuti la scuola a

gestire da sola, o in rete con altre, le molte attività complementari

all’ordinaria attività didattica”

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A quali condizioni sarà possibile realizzare questo

piano straordinario di assunzioni?

• Occorrerà modificare la legge in base alla quale i docenti vengono

oggi reclutati, al 50% dalle GAE (graduatorie ad esaurimento) e 50%

per concorso

• Occorrerà che le assunzioni nuove avvengano in un solo anno per

poter svuotare le GAE

• Occorrerà quindi legiferare che nella scuola si entri solo per

concorso

• Se nelle GAE si verificheranno diverse rinunce sarà possibile

assumere anche i cosiddetti “congelati Siss”

• Sarà comunque necessario effettuare un censimento dei docenti

iscritti nelle GAE entro dicembre 2014

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Come verranno scelti in futuro i docenti?

• L’accesso avverrà solo per concorso, con frequenza triennale,

sia per regolarizzare la situazione anomala della scuola italiana

(forte e lungo precariato), sia per rispondere strutturalmente al

fabbisogno man mano che si crea, sia per avere tra i docenti una

massa critica di giovani preparati e motivati

• La stima del turnover è di circa 13/14.000 docenti all’anno: nella

primavera del 2015 sarà bandito il concorso per circa 40.000

posti, per coprire il triennio 2016/2019: in tutte le regioni e per tutte

le classi di concorso

• Qualche cambiamento nelle procedure concorsuali: minor peso ai

titoli, maggior peso alle capacità pratiche (tenere una lezione,

affrontare situazioni concrete)

• La formazione di base vedrà un biennio specialistico centrato

sulla didattica e un semestre di tirocinio a scuola sotto la guida

del docente “mentor”

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Quanto costerà questo piano straordinario?

• Nel documento sono indicati i costi del piano ed il loro sviluppo nel

tempo, tenendo conto di quanto si spenderà e di quanto si

risparmierà (eliminazione delle supplenze)

• Si segnala che il Piano risponde alle direttive europee, rispetto alle

quali l’Italia si trovava in condizioni di infrazione (direttive sul

precariato)

• Si segnala comunque che

“Il Governo ha molto chiaro in mente che le risorse necessarie per

realizzare tutto ciò non sono un costo. Quanto, piuttosto, un

investimento”

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Le nuove opportunità per tutti i docenti formazione e carriera nella buona scuola

Il ruolo dei docenti è cambiato: oggi ci si aspetta che i docenti gestiscano classi sempre più multiculturali, integrino gli studenti con bisogni speciali, utilizzino efficacemente le tecnologie per la didattica, coinvolgano i genitori…

ci si aspetta inoltre che non insegnino solo un sapere codificato, … ma modi di pensare…, metodi di lavoro…, abilità per la vita e per lo sviluppo professionale nelle democrazie moderne

… un gruppo di lavoro dedicato e composto da esperti del settore lavorerà per un periodo di tre mesi per formulare il quadro italiano di competenze dei docenti nei diversi stadi della loro carriera, in modo che essi siano pienamente efficaci nella didattica e capaci di adattarsi alle mutevoli necessità degli studenti in un mondo di rapidi cambiamenti sociali, culturali, economici e tecnologici.

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La nuova formazione dei docenti

Per poter offrire agli studenti una formazione adeguata alla società

e al mercato del lavoro che dovranno affrontare, i docenti

devono essere i primi a potersi giovare di una formazione

costante.

Oggi la formazione è inefficace perché standardizzata, perché le lezioni sono frontali e teoriche, perché vissuta come intralcio burocratico

Occorre cambiare contenuti e scopi della formazione in servizio; al docente va offerta l’opportunità di:

continuare a riflettere in maniera sistematica sulle pratiche didattiche; intraprendere ricerche; valutare l’efficacia delle pratiche educative e se necessario modificarle; valutare le proprie esigenze in materia di formazione; lavorare in stretta collaborazione con i colleghi, i genitori, il territorio.

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Una formazione obbligatoria per i docenti

Formazione obbligatoria e legata a crediti formativi utili per la carriera e per il conferimento di incarichi

aggiuntivi

NO agli approcci formativi a base teorica

Modelli incentrati sulla formazione esperienziale tra colleghi

Ruolo centrale dei docenti nel coordinamento, “perché un docente è il formatore più credibile per un altro docente”

Valorizzazione delle associazioni professionali di docenti

Riconoscimento degli “innovatori naturali” che dovranno concentrarsi sulla formazione ed essere premiati col fondo per il miglioramento dell’offerta formativa

Rilevanza alla formazione dei docenti sul digitale

Rilevanza delle reti

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Premiare l’impegno

Dobbiamo anche far uscire i docenti dal “grigiore” dei trattamenti indifferenziati

.

Occorre che i docenti tornino a investire su stessi e non si accontentino delle prospettive legate solo all’anzianità

Per fare questo è necessario ripensare la carriera dei docenti, per introdurre elementi di differenziazione basati sul

riconoscimento di impegno e meriti oltre che degli anni trascorsi dall’immissione in ruolo.

Occorre quindi, prima di ogni altra cosa, un nuovo status giuridico dei docenti, che consenta incentivi economici basati sulla qualità della didattica, la formazione in servizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola.

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Una nuova funzione docente

• creazione di banche ore con le ore che ciascun docente “guadagna” (e che così “restituirà” alla scuola) nelle giornate di sospensione didattica deliberate ad inizio anno dal Consiglio d’istituto nell’ambito della propria autonomia

• istituzione di un sistema di crediti (documentabili, valutabili, certificabili):

• didattici (miglioramento della didattica)

• formativi ( qualificazione professionale attraverso la formazione) professionali (contributo al progetto di miglioramento della propria scuola)

• I crediti e il curriculum costituiscono il portfolio del docente, che sarà inserito in un registro pubblico e sarà consultabile dai dirigenti scolastici per consentire la scelta delle professionalità (formato elettronico)

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Trattamento economico e progressione di carriera

Il nuovo sistema di progressione di carriera (e quindi di retribuzione) dei docenti della scuola italiana non si fonderà più soltanto sull’anzianità, ma

soprattutto sull’impegno e sul contributo dei docenti al miglioramento della scuola in cui lavorano.

• Scatti di retribuzione periodici (ogni 3 anni) – chiamati “scatti di competenza” – legati all’impegno e alla qualità del proprio lavoro (crediti e portfolio sono valutati dal Nucleo di Valutazione interno di ogni scuola, a cui partecipa anche un membro esterno - ogni tre anni il 66% dei docenti di ogni scuola avranno diritto ad uno scatto

di retribuzione) • Remunerazione aggiuntiva (variabilità annuale) a carico del Fondo

per il miglioramento dell’offerta formativa – MOF, per lo svolgimento di ore e attività aggiuntive ovvero progetti legati alle funzioni obiettivo o per competenze specifiche (BES, Valutazione, POF,

• Orientamento, Innovazione Tecnologica).

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Gli scatti economici

• il valore di ogni scatto triennale potrebbe essere di circa 60 euro netti al mese

• con il sistema attuale, un docente deve aspettare 9 anni per avere 140 euro netti in più al mese. Il più bravo come il peggiore d’Italia.

• Con il nuovo sistema i docenti più bravi possono avere già 120 euro netti al mese in più dopo 6 anni, per giungere dopo 9 anni a 180 euro netti in più.

• nella propria carriera ciascun docente potrà maturare fino a 12 scatti di competenza, il doppio di quelli previsti attualmente

• a fine carriera, i docenti migliori potranno arrivare a guadagnare circa 9 mila euro netti in più all’anno rispetto al loro stipendio di base, cioè circa 2 mila euro netti in più di quanto guadagnerebbero a fine carriera con il sistema attuale.

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Un sistema che prende avvio nel

settembre 2015

Dal 1° settembre 2015 si procederà

all’eliminazione degli scatti stipendiali

automatici attraverso un sistema transitorio

di progressivo passaggio al nuovo

meccanismo basato sulla maturazione dei

crediti, sugli scatti delle competenze, e sulla

valutazione delle scuole

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Una nuova figura: il docente mentor Cosa fa:

• segue per la scuola la valutazione,

• coordina le attività di formazione degli altri docenti, compresa la

• formazione tra pari,e sovrintende alla formazione dei colleghi, accompagna il percorso dei tirocinanti e in generale aiuta il preside e la scuola nei compiti più delicati legati alla valorizzazione delle risorse umane nell’ambito della didattica

Come è scelto:

• Il docente mentor è scelto dal Nucleo di Valutazione interno, tra i docenti che per tre trienni consecutivi hanno avuto uno scatto di competenza (10% dei docenti) e rimane in carica per tre anni. Può essere riconfermato

Come è retribuito:

• Oltre a ricevere il reddito derivante dagli scatti, il docente mentor è retribuito

• con una indennità di posizione. Durante il periodo da docente mentor continua a maturare, triennalmente, i crediti formativi, didattici e

• professionali.

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La mobilità dei docenti per migliorare le scuole

• Il meccanismo degli scatti di competenza permetterà di migliorare le scuole di tutta Italia, dal momento che favorirà una mobilità “orizzontale” positiva. I docenti mediamente bravi, infatti, per avere più possibilità di maturare lo scatto, potrebbero volersi spostare in scuole dove la media dei crediti maturati dai docenti è relativamente bassa e quindi verso scuole dove la qualità dell’insegnamento è mediamente meno buona, aiutandole così ad invertire la tendenza

• Questa mobilità geografica andrà di pari passo con la mobilità professionale, ossia da cattedra a organico funzionale e viceversa, affinché progressivamente tutti i docenti abbiano, nel corso della loro carriera, la possibilità di svolgere tanti lavori diversi ma complementari – dal fare lezione in classe, allo sviluppare la progettualità extra-curricolare, al seguire la formazione dei tirocinanti

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La vera autonomia:

valutazione, trasparenza,

apertura, burocrazia zero

• Dobbiamo realizzare realmente l’autonomia scolastica

• Non c’è vera autonomia senza responsabilità

• Non c’è responsabilità senza valutazione (una valutazione per la

trasparenza e per il miglioramento dell’Istituto: il SNV operativo per

tutte le scuole dall’anno prossimo, un cruscotto per l’autovalutazione

e il miglioramento – progetto triennale – il sostegno degli Ispettori)

• Il piano di miglioramento influenzerà sia la consistenza del

MOF sia la retribuzione del dirigente scolastico

• Autonomia significa buona governance (più strumenti decisionali

nelle mani del dirigente)

• Autonomia significa organi collegiali aperti, agili ed efficaci

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La trasparenza

A partire dal 2015 per ogni scuola saranno pubblicati in forma aggregata, ove possibile, di microdati:

• i flussi di dati sull’organizzazione della scuola (organico, edilizia, bilancio)

• i rapporti di autovalutazione di ogni scuola, costruiti sulla base di format e indicatori comuni, e i relativi piani di miglioramento;

• i bilanci delle scuole (di previsione e conto consuntivo, con la descrizione analitica dell’impiego delle risorse provenienti da Stato, Enti locali,famiglie e privati);

• tutti i progetti finanziati attraverso il MOF o altri fondi a bilancio della scuola;

• una mappatura delle interazioni delle scuole con il territorio: partneriati con imprese, fondazioni, amministrazioni locali, eventi

Si introduce il registro nazionale dei docenti, strumento che ogni scuola adotterà per scegliere le professionalità più idonee al proprio miglioramento

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Più strumenti di governo per il dirigente scolastico

Sono responsabili di (quasi) tutto ma non hanno nelle loro

mani le leve di governo per assumere al meglio tali responsabilità

• Per il dirigente scolastico occorrono competenze gestionali e

competenze connesse con la didattica e la qualificazione

dell’offerta formativa

• Occorre un nuovo reclutamento (corso-concorso della Scuola

Nazionale dell’Amministrazione che dimostri un’esperienza diretta

e approfondita dei processi educativi, ma anche le competenze

necessarie per gestire una organizzazione complessa

• Va rafforzata la figura dell’Ispettore e vi si potrà accedere dal

ruolo di dirigente scolastico come sviluppo di carriera

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Una nuova governance

La rinnovata definizione dei poteri e delle responsabilità del

dirigente scolastico va bilanciata da un nuovo protagonismo

dei docenti e da un maggiore coinvolgimento dei genitori,

degli studenti e del territorio di riferimento.

La governance interna della scuola va ripensata.

Nel concreto, i nuovi organi di governo della scuola potrebbero

essere:

• il consiglio dell’Istituzione scolastica;

• il dirigente scolastico;

• il consiglio dei docenti;

• il nucleo di valutazione.

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Nuove direzioni di ricerca

• Sblocca scuola (contro la burocrazia, per la eliminazione della norme ritenute più assurde)

• Estensione della connessione digitale veloce a tutte le scuole e investimento in tecnologie leggere (tablet), e dispositivi mobili, non pesanti (lim)

• Prosecuzione del piano sull’edilizia scolastica (scuole sicure, scuole nuove, scuole belle)

• Apertura delle scuole oltre l’orario curriculare (promozione della progettualità educativa e della collaborazione con l’associazionismo)

• Istituzione di un servizio civile per la buona scuola ( creando un sistema di incentivi “leggeri” con crediti per studenti universitari, incentivi per imprese che finalizzano le loro banche del tempo, patti intergenerazionali con insegnanti e professionisti in pensione…)

• Banche dati rese pubbliche (lancio di un hackathon sui dati del MIUR per aiutare a capirne il senso e la valenza e sviluppare app e nuovi servizi) e ricerca, insieme ai docenti e al personale della scuola, di sistemi per rendere leggibili e fruibili le enormi quantità di dati esistenti

• Politiche di sostegno agli alunni con disabilità

• Digitalizzazione, promozione di maggiore efficienza amministrativa, risparmio di risorse

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Rivedere i contenuti del curricolo: cultura in corpore sano

Nel corso degli anni la scuola ha indebolito la sua capacità di trasmissione di un patrimonio storico, culturale e creativo unico al mondo. Un patrimonio che è molto di più di una semplice tradizione da ricordare: è ciò che contraddistingue la nostra identità, e che alimenta la nostra creatività. La conoscenza dell’arte e della cultura,

così come la pratica della musica, devono essere più presenti tra gli

insegnamenti che la scuola fornisce ai nostri giovani.

• Due ore a settimana di educazione musicale nelle classi IV e V della primaria (GAE)

• Potenziamento della storia dell’arte e del disegno nel biennio dei licei (GAE)

• Un’ora a settimana di educazione motoria e sport dalla II classe alla V della primaria

• La prossima alfabetizzazione (lingue straniere –CLIL nella primaria; alfabetizzazione digitale, produzione di contenuti digitali e programmazione informatica – coding; estensione dell’informatica e dell’economia ai diversi indirizzi)

• Potenziare la progettualità del curricolo d’Istituto: partendo da un “cuore” di discipline di base snello e comune a tutti, e dando alle scuole la possibilità di modulare la propria offerta attraverso la scelta di diverse discipline opzionali, anche sfruttando la quota di flessibilità del curriculo

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Una scuola fondata sul lavoro

• Dobbiamo rendere la scuola la più efficace politica strutturale a nostra disposizione contro la disoccupazione – anzitutto giovanile, rispondendo all’urgenza e dando prospettiva allo

• stesso tempo.

• L a scuola deve formare buoni cittadini che abbiano i mezzi, le conoscenze e le competenze per vivere da protagonisti il mondo del lavoro.

• Trovare una via italiana al sistema duale:

• Alternanza obbligatoria tutorata dai docenti (200 ore tecnici e professionali ultimi anni)

• Impresa didattica: (possibilità di commercializzare beni o servizi prodotti, utilizzando i ricavi per investimenti sull’attività didattica

• Bottega scuola – specie nel Sud (inserimento degli studenti in contesti imprenditoriali legati all’artigianato, al fine di coinvolgere più attivamente anche imprese di minori dimensioni o tramandare i “mestieri d’arte”.

• Apprendistato sperimentale (Diffondere il programma sperimentale di apprendistato negli ultimi due anni della scuola superiore, lanciato nel 2014 in attuazione dell’articolo 8bis del d.l. 104/2013)

• Diffusione del programma Erasmus per ampliare gli orizzonti esperienziali e linguistici dei giovani

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Il saper fare

• C’è un luogo dove formazione e progettualità si incontrano in maniera naturale,

dove la lotta alla dispersione scolastica è più efficace, dove si costruisce il

futuro lavorativo dei nostri ragazzi e quello produttivo della nostra economia.

Sono i laboratori che caratterizzano in particolare (ma non solo) i nostri Istituti

Tecnici e Professionali

• …i laboratori come palestre di innovazione, legata allo stimolo delle capacità

creative e di “problem solving” degli studenti

• L’obiettivo è quello di potenziare e trasformare, già a partire dal prossimo anno

scolastico, i laboratori di tutte le scuole secondarie superiori anche attraverso

l’acquisto di nuovi macchinari (stampanti 3D, frese laser, componenti robotici, ecc.)

• i fondi europei PON potranno essere utilizzati per finanziare la formazione degli

insegnanti

• alle nuove tecnologie laboratoriali,affiancandoli ad artigiani digitali e alle

avanguardie innovative

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Conoscere la domanda di competenze del nostro

Paese

• Ci serve capire dove stiamo andando, per aiutare i nostri ragazzi a

scegliere il percorso meglio disegnato sulle loro attitudini, e dall’altro

le nostre scuole a produrre un’offerta più rispondente alle

• esigenze delle famiglie e dei territori

• vogliamo costruire uno strumento di mappatura della domanda di

competenze del nostro sistema Paese… utile alle scuole per

predisporre piani di

• orientamento coerenti con la domanda di lavoro prevista dal territorio,

ma anche uno strumento per la revisione dei curricoli scolastici stessi.

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Le risorse

• Occorre progressivamente vincolare gli investimenti all’effettivo miglioramento

• dei singoli istituti e al merito di chi lavora per produrlo

• Occorre che le risorse pubbliche dedicate all’offerta formativa siano stabilizzate

• e non siano dirottate su altri capitoli di spesa, ma investite in funzione del potenziamento di ciò che i ragazzi imparano a scuola, anche sulla base di indicazioni

• nazionali.

• l’investimento nella scuola deve essere considerato uno sforzo di tutto

• il Paese nel costruire il suo futuro. Per questo… le risorse pubbliche debbono servire anche per fare leva e attrarre sulla scuola

• molte risorse private…

• Stabilizzare le risorse destinate al MOF (consentire alle scuole una programmazione su base triennale)

• Allocare in maniera trasparente (Scuola in chiaro 2.0) e premiale (non può bastare il criterio dimensionale)

• Modalità di bilancio partecipato, che coinvolge studenti e rappresentanti dei genitori

• Allineare ogni risorsa disponibile alle finalità fondamentali

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Incentivi agli investimenti privati

• Le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti a colmare le esigenze di investimenti nella nostra scuola. Stiamo parlando della più grande e preziosa rete pubblica del

• Paese, ma anche di un cantiere sempre aperto, che richiede costante cura e aggiornamento.

• Per funzionare, questo investimento collettivo deve essere apertamente incentivato

• School Bonus (un bonus fiscale per un portafoglio di investimenti privati (da parte di cittadini, associazioni, fondazioni, imprese) nella scuola.

• School Guarantee, è invece mirato a premiare in maniera più marcata l’investimento nella scuola che crea occupazione giovanile

• Il crowdfunding, che incentiva meccanismi di microfinanziamento diffuso

• a favore della scuola

Per la consultazione: www.labuonascuola.gov.it

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Domande, problemi, pareri su Principi affermati – Ipotesi di miglioramento avanzate

• Piano straordinario di assunzioni?

• Reclutamento solo attraverso concorsi?

• Obbligatorietà della formazione per i docenti, modalità e soggetti implicati?

• Sistema di crediti e portfolio?

• Progressione di carriera e scatti triennali di retribuzione (scatti di competenza) per il 66% dei docenti d’Istituto?

• Valutazione da parte di un Nucleo interno? Esterno?

• Più responsabilità e più potere decisionale al Dirigente? In fatto di assunzioni? Di valutazione? Di gestione delle risorse?

• Mentor? Basta il mentor come articolazione della carriera?

• Mobilità orizzontale e professionale dei docenti: servirà a migliorare la qualità delle scuole?

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Domande, problemi su • Valutazione d’Istituto, piani di miglioramento e ricadute

economiche?

• Quale profilo per il dirigente? Competenze in ambito formativo e didattico? In ambito gestionale e manageriale?

• Registro nazionale dei docenti? Curricolo? Portfolio?

• Idea di scuola (sblocca-scuola, connessione digitale veloce, apertura oltre l’orario, servizio civile, banche dati pubbliche, digitalizzazione dei servizi amministrativi?)

• Quale cultura? (incremento di musica arte sport – alfabetizzazione come lingue straniere, clil, digitale, coding, estensione di informatica ed economia a tutti gli indirizzi? Un cuore del curricolo essenziale e sistemi di opzioni?)

• La via italiana al sistema duale scuola/lavoro? (200 ore alternanza obbligatoria, impresa didattica, bottega scuola, apprendistato, Erasmus?)

• Potenziamento della didattica laboratoriale?

• Risorse pubbliche e private? (Bilancio partecipato? Incentivi al finanziamento privato delle scuole?)

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I punti di vista ADI

A novembre un apposito convegno, ma già:

• Assunzioni: contraddizione tra idea di merito/ valutazione e

assunzione indiscriminata di tutti i precari

• Organico funzionale: no al “fare supplenze a vita”; no ad

ulteriori “ampliamenti dell’offerta”: “fare meglio”, non “fare di

più”

• Merito: valutarlo in ingresso, prima delle assunzioni – NO alla

progressione retributiva per merito – NO all’arco della

progressione retributiva (35 anni)

• Carriera: articolarla sulla base di funzioni – NO alla sola figura

del mentor

• Autonomia: occorre maggiore sforzo di decentralizzazione

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I punti di vista ANP

• Profilo del dirigente scolastico: eccessivo il richiamo alle competenze connesse con la didattica e la qualità dell’offerta formativa; definire il profilo soprattutto in relazione alle competenze manageriali; maggiori poteri in ordine all’assunzione (chiamata diretta di tutti i docenti), alla valutazione, alla gestione delle risorse del MOF

• Merito: SI’ al principio del merito. NO al 66%. NO al mito della oggettività della valutazione e ai criteri quantitativi; poco credibile l’efficacia della mobilità orizzontale in funzione dei crediti

• Assunzioni: contraddittorietà tra idea di merito e qualità, e assunzione generalizzata; non chiara l’idea di flessibilità disciplinare, date le attuali classi di concorso

• MOF: sì alla stabilizzazione del MOF ed alla triennalità del budget, ma affidare una congrua fetta al dirigente (non solo il 10%)

• Carriera e Mentor: è solo un tipo di incarico, non un avanzamento di carriera. Manca il middle management. Istituire 3 livelli di carriera: docente iniziale, docente ordinario, docente esperto, con un livello che li precede (tirocinanti) ed uno che li segue (vicario)

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I punti di vista Il dirigente Tecnico (Cerini)

I Piani della discussione:

• la definizione della professionalità (come si caratterizza un insegnante “efficace”, come viene formato, come la si valuta, ecc.). In definitiva, cosa si richiede oggi ad un docente di qualità?

• i meccanismi per valorizzare e riconoscere il merito nella professione docente (incentivi temporanei o permanenti ? legati a comportamenti individuali o collettivi? al tempo di impegno o all’esercizio di maggiori responsabilità nella scuola?), insomma quale “carriera”?;

• le articolazioni del profilo docente, in relazione alla necessità di incentivare nuove competenze e di presidiare funzioni vitali per la scuola dell'autonomia (middle management, ma non solo).

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I punti di vista Il dirigente Tecnico (Cerini)

• Professionalità (definire cosa si richiede oggi a un docente di qualità, come valutare

la sua professionalità, da parte di chi e con quali effetti, con quali incentivi temporanei o permanenti, o progressione di carriera, o accesso a funzioni intermedie)

• Carriera: (i tre livelli come nella carriera universitaria (principiante – ordinario – esperto) con accesso tramite concorso? O far partecipate TUTTI alla possibilità di scatti triennali a seguito del raggiungimento di definiti standard e definiti crediti?

• Orario di lavoro (possibilità di opzione tra un orario-base e un orario “all inclusive”, cioè 30 (in altri Paesi 35) ore comprensive di tutte le attività (anche per la sostituzione dei colleghi) con un margine di “fuori scuola” per l’arricchimento culturale personale?)

• Figure intermedie e middle management necessità di figure legate a funzioni (coordinamento di organismi, responsabilità di plessi e di progetti, referenti per la formazione ….) di cui definire i profili e con ricadute su concorsi per dirigente

• La natura collaborativa del lavoro docente: necessità di individuare meriti e qualità alla luce del “lavoro di squadra”

• Crediti: necessità di individuare i sistemi di acquisizione

• Portfolio professionale: non curricolo professionale, ma riflessione argomentata sul proprio “essere insegnante” (con l’aiuto di un docente esperto)

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I punti di vista Rita Bortone in “Non c’è buona scuola senza professionalità docente”

Scuola e Amministrazione settembre 2014

• No agli approcci ideologici o utilitaristici: il fine del dibattito è il miglioramento della qualità della scuola

• Mi piace l’inversione di tendenza… degli investimenti sull’istruzione; che venga affermata la centralità del ruolo della scuola nello sviluppo del Paese …e la centralità del ruolo degli insegnanti, … e venga riconosciuto il valore di alcuni di essi

• Mi piace l’eliminazione dei precari e delle graduatorie ad esaurimento e il principio dell’accesso all’insegnamento solo attraverso un concorso …L’introduzione di un organico funzionale da utilizzare in autonomia per le supplenze ma anche per allungare il tempo-scuola e per ampliare l’offerta; …L’idea di una formazione in servizio obbligatoria e continua; …L’idea di una carriera che avanza a seconda dei meriti riconosciuti nel tempo e dei crediti accumulati insegnando, formandosi, contribuendo allo sviluppo dell’istituto; …Mi piace che si sottolinei che “il compito specifico della professione docente è, e sempre resterà, la relazione con lo studente”, e che “dobbiamo per questo, prima di ogni altra cosa, valorizzare i docenti che ritengono prioritario il miglioramento della qualità dell’insegnamento/apprendimento attraverso il lavoro in aula”; Mi piace che si dia rilevanza al corpore sano (l’educazione motoria nella primaria) e che si torni a dare rilevanza alla cultura artistica e musicale….L’idea di potenziare le attività laboratoriali, di promuovere tra gli apprendimenti dei ragazzi la progettualità digitale e il coding, di estendere le nozioni di economia a tutti gli indirizzi, di incrementare le esperienze scuola/lavoro.

• Non mi piace affatto, invece, che non vi sia alcun riferimento ai saperi di base (lingua, matematica, storia e geografia) ed alla cultura umanistica (letterature antiche e contemporanee, filosofia). … Mi sarei dunque aspettato, nel quadro generale di una buona scuola, uno spazio dedicato al gravissimo problema (ed alla necessità di una sua soluzione) della caduta degli apprendimenti linguistici e matematici nella secondaria di primo e di secondo grado, ed uno dedicato alla necessaria integrazione tra sapere scientifico-tecnologico e sapere umanistico (il nuovo umanesimo così presente nelle ultime linee guida per il primo e il secondo ciclo).

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I punti di vista Rita Bortone in “Non c’è buona scuola senza professionalità docente”

Scuola e Amministrazione settembre 2014

I problemi individuati “a caldo”

• Formazione di base e reclutamento (i contenuti della formazione, il sapere disciplinare e quello didattico, la disomogeneità tra le università, la mancanza di un lessico condiviso e la difficoltà di comunicazione tra insegnante e insegnante, tra scuola e scuola…; i concorsi a cattedra e la qualità delle procedure, la omogeneità dei principi e dei criteri valutativi…)

• Formazione in servizio (quale obbligatorietà, quale formazione deve essere per tutti e senza premi, e quale deve essere premiata; quale rapporto tra teoria e pratica; quali le figure: il collega è il miglior formatore per i docenti? E chi è l’innovatore naturale? Cos’è l’innovazione? Su cosa devono essere formati gli insegnanti? Solo sulle nuove tecnologie? I saperi di base li padroneggiano tutti? Le discipline, cosa sono oggi e quale è la loro funzione formativa, lo padroneggiano tutti?)

• Crediti: sì, ma sulla base di cosa, e valutati come, e a partire da quale profilo del docente? E come valutare la qualità della didattica, che lo stesso documento afferma essere l’aspetto davvero caratterizzante della qualità professionale?

• Cultura e alfabetizzazione: quale cultura? E le carenze dei nostri giovani rispetto alla comunità internazionale?.....

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Il contributo possibile • Da “Crediti e Portfolio” di Giancarlo Cerini per “Rivista dell’Istruzione”

• Un lavoro sul campo potrebbe agevolare il successo di una operazione che sarebbe di portata storica per il nostro Paese. ….

• …Ogni scuola si impegnerebbe a studiare, anche in rete con scuole del territorio e d’intesa con un comitato nazionale e/o regionale:

• definizione e articolazione dei crediti formativi, didattici e professionali (descrizione, qualità impegni, durata, forme di documentazione, ecc.);

• sistema di portfolio elettronico e di curriculum professionale (ogni docente della scuola al termine del percorso biennale sarà dotato di un proprio portfolio);

• esperienze di peer review (messa in opera di modelli di osservazione in classe, e di valutazione delle competenze didattiche);

• verticalizzazione della carriera e standard professionali per il docente “esperto” (descrizione delle competenze attese da un docente esperto);

• individuazione delle funzioni intermedie da presidiare all'interno della scuola (nell'ambito di una prospettiva di leadership educativa diffusa e di comunità professionale);

• profili del middle management (soglie di accesso, formazione, monitoraggio, valutazione esiti);

• elaborazione del contratto formativo di istituto per i docenti (piano di sviluppo professionale personale).

Concludiamo ricordando che oggi finalmente si vuole andare verso una “buona scuola”, ma che, come un’altra formula ha recitato qualche anno fa, “la scuola siamo noi”