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Le terme ben distribuite sul territorio della regione Marche hanno tradizione antica. Le loro acque erano conosciute quasi tute fin dall’antichità ed hanno sempre riscosso grande considerazione popolare per le evidenti qualità curative. Quando nel secolo scorso, vicino alle sorgenti sono state edificate, le stazioni termali hanno subito avuto una grande affluenza per la fama delle acque che durava da secoli. Proprio le qualità curative delle acque minerali hanno fatto sì che le terme marchigiane avessero una spiccata qualificazione sanitaria, che ancora conservano. Le acque sulfuree di Macerata Feltria, Petriano, Genga, Tolentino, Sarnano e Acquasanta sono di ottima qualità, in qualche caso addirittura indicate come uniche per le loro caratteristiche. Acque salsobromoiodiche e bicarbonato-calciche a Tolentino, bicarbonato- calcica anche a Sarnano, completano un quadro vario e con plurimo utilizzo terapeutico. Il benessere, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un valore aggiunto che integra la nostra salute ed allora possiamo affermare che nelle nostre terme si recepiscono le tendenze che utilizzano le acque minerali come elemento che procura uno stato di benessere, come adiuvante nei trattamenti estetici, ma soprattutto si propone un ambiente naturale, pieno di verde che gratifica la persona in salute e che fa terapia preventiva , ma anche le persone con malanni, in convalescenza o in fase riabilitativa. Sono le nuove frontiere del termalismo che nelle Marche , anche nel rapporto del SSN, si propongono come supporto e complementari nelle pratiche di conservazione e recupero della salute. Fabrizio Scoccia Presidente Associazione Terme delle Marche

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Le terme ben distribuite sul territorio della regione Marche hanno tradizione antica. Le loro acque erano conosciute quasi tute fin dall’antichità ed hanno sempre riscosso grande considerazione popolare per le evidenti qualità curative. Quando nel secolo scorso, vicino alle sorgenti sono state edificate, le stazioni termali hanno subito avuto una grande affluenza per la fama delle acque che durava da secoli. Proprio le qualità curative delle acque minerali hanno fatto sì che le terme marchigiane avessero una spiccata qualificazione sanitaria, che ancora conservano.

Le acque sulfuree di Macerata Feltria, Petriano, Genga, Tolentino, Sarnano e Acquasanta sono di ottima qualità, in qualche caso addirittura indicate come uniche per le loro caratteristiche. Acque salsobromoiodiche e bicarbonato-calciche a Tolentino, bicarbonato-calcica anche a Sarnano, completano un quadro vario e con plurimo utilizzo terapeutico.

Il benessere, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un valore aggiunto che integra la nostra salute ed allora possiamo affermare che nelle nostre terme si recepiscono le tendenze che utilizzano le acque minerali come elemento che procura uno stato di benessere, come adiuvante nei trattamenti estetici, ma soprattutto si propone un ambiente naturale, pieno di verde che gratifica la persona in salute e che fa terapia preventiva , ma anche le persone con malanni, in convalescenza o in fase riabilitativa.

Sono le nuove frontiere del termalismo che nelle Marche , anche nel rapporto del SSN, si propongono come supporto e complementari nelle pratiche di conservazione e recupero della salute.

Fabrizio Scoccia

Presidente Associazione Terme delle Marche

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COMUNICATO STAMPA http://www.termecomano.it

Terme di Comano, 13 marzo 2018

TERME DI CURA O TERME DI BENESSERE? Identità, eccellenza e legame territoriale: gli asset strategici di ogni centro termale

Terme di Comano, Terme di Merano, Terme di Sirmione, Terme di Saturnia, Terme di Sarnano. Siamo tutti uguali? Terme: centri di cura o centri di benessere?

Tradizionalmente il turismo termale ha una forte connotazione medica ed è orientato alla guarigione o alla prevenzione di specifiche patologie attraverso cure tipiche della medicina termale, come l’idroterapia e la balneoterapia, con costante controllo medico. Il turismo termale quindi come medical tourism, per curare o prevenire l’insorgere di una malattia.

Il wellbeing tourism ha come motivazione il benessere della persona. La persona ha un forte interesse nel mantenere uno stile di vita sano, migliorando e mantenendo la forma fisica, la bellezza e il benessere. Medical e wellbeing tourism sono le due anime dell’health tourism. Fondamentale, per ogni centro, definire una propria identità, anche in una concezione globale di approccio alla salute o al benessere.

Le Terme di Comano, in Trentino, hanno scelto di essere centro di cura per la pelle. Un’identità chiara, una vocazione sanitaria precisa, determinata dalla specializzazione e dall’efficacia curativa della loro acqua. Un’indiscussa eccellenza e unicità testimoniata anche da autorevoli ricerche mediche e scientifiche.

Avere una precisa identità è la condizione per una strategia che deve puntare ad un’eccellenza esclusiva, riconosciuta e validata. Un’eccellenza che parte dal prodotto, innovativo, di qualità, di valenza medico-scientifica, in grado di offrire un’esperienza di salute globale, non solo ed esclusivamente legata alla cura (guarire o prevenire), ma anche al ben-essere (alimentazione, attività sportiva, percorsi educativi)

.La ricerca è un elemento chiave per garantire qualità e unicità delle terme, ma anche continuità. La ricerca scientifica è fondamentale per attestare le proprietà e le valenze curative delle acque termali e, inoltre, potrebbe aprire scenari interessanti per lo sviluppo di un settore in crescita come quello cosmetico.Fondamentale in questo approccio è il legame territoriale. Il territorio è fattore competitivo, in grado di differenziare e completare l’offerta di una vacanza che cura.

L’appartenenza ad una determinata area geografica diventa aspetto caratterizzante, perché all’ospite non può essere offerta unicamente la struttura termale, ma l’intero territorio. Identità, eccellenza, legame territoriale sono le condizioni base di ogni centro termale per poter rappresentare il luogo ideale dove prendersi cura della propria salute in modo naturale.

Iva Berasi

Presidente Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta

telefono 0465 702626, [email protected]

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Convegno Unionturismo, Sarnano, 17 Marzo 2018

Intervento Elisa Conz

A partire dagli anni 2000 si è registrato un crescente numero di disastri naturali che hanno

significativamente alterato e reso vulnerabile l'industria italiana del turismo. I tre ravvicinati eventi

sismici del 2016 hanno avuto un drammatico impatto sulla continuità dell'attività turistica del centro

Italia e nello specifico delle Marche, colpita su 85 comuni (dati Commissario Straordinario

Ricostruzione Sisma 2016).

Il sisma ha infatti impattato per un meno 27% sul valore socio-economico del sistema turistico

marchigiano e portando a registrare un meno 4,89% sugli arrivi turistici del primo semestre 2017

rispetto allo stesso periodo del 2016 (Agenzia Dire). Dati che sono in linea con i trend di ricerca su

Google delle ‘Marche’: se infatti analizziamo l’interesse di ricerca verso la regione nella categoria

‘Viaggi’ nell’ultimo quinquennio, si osserva come la keyword ‘Marche’’ abbia registrato un netto

calo nella frequenza delle ricerche proprio a partire dall’agosto 2016.

Ripensare un modello turistico che riassoci i territori marchigiani all'idea di “vacanza e benessere” e

non più di “disastro e terremoto” è essenziale per rilanciare una regione che ha le potenzialità per

competere nel sistema turistico italiano: le Marche devono essere appetibili come destinazione non

solo nelle vacanze estive e pasquali ma anche durante i restanti mesi dell’anno. Integrando l’offerta

di prodotti esperienziali quali l’escursionismo, la fruizione di siti artistici e culturali, fino ad arrivare

all’enogastronomia, le Marche possono riposizionarsi nella mente dei loro visitatori come

destinazione di nicchia, come luogo di esperienza, in cui l’offerta di un ‘pacchetto del benessere’

possa andare a soddisfare il bisogno di ‘sentirsi bene’ che oggi viene maggiormente ricercato

nell’esperienza turistica.

Inoltre è necessaria una visione strategica di lungo termine che incrementi la resilienza del sistema turismo: ridurre l’esposizione allo shock, affrontare la fase di disastro, ritornare all’equilibrio e progettare strategie di lungo termine è la strada obbligata affinché il sistema turismo marchigiano diventi resiliente e dunque sia capace non solo di sopravvivere ma di migliorare e crescere

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GLI STABILIMENTI TERMALI E

IL WELLNESS TOURISM

***

Consiglio Nazionale Unionturismo

Sarnano(MC),16-18Marzo2018

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§ Lacrescentedomandadisaluteebenessere

La “ricerca del benessere” sempre più spesso alla base della domanda turistica

L’Italia occupa l’ottava posizione nella classifica mondiale del wellness tourism

Negli ultimi anni, si è registrata a livello globale un’apprezzabile espansione del cosiddetto wellness tourism, ossia di quel segmento del turismo alimentato dai bisogni di salute e benessere della popolazione. Si tratta di una tendenza che offre interessanti prospettive di profitto, per almeno due motivi:

1) perché il tempo libero viene sempre più spesso utilizzato, oltre che persoddisfare le esigenze di relax della persona, per beneficiare ditrattamenti estetici, riabilitativi e curativi. Si pensi, in tale contesto,all’ampia diffusione che hanno avuto in Italia i “pacchetti benessere”offertidalletermeperilweekend;

2) perché l’impatto economico del wellness tourism sulle aree didestinazionerisultamoltopiùaccentuatodiquellodellealtrecomponentidelladomandaturistica1.

Se si tiene conto del ricco patrimonio storico, artistico e ambientale nonché dell’ampia dotazione di stabilimenti idroterapici e centri benessere, non sorprende che l’Italia (con una quota di fatturato del 2,3% e con 6,6 milioni di viaggi) si collochi all’ottavo posto nella graduatoria internazionale del wellness tourism, subito dopo Stati Uniti, Germania, Francia, Cina, Giappone, Austria e Canada.

Si tenga però presente che la posizione in graduatoria dell’Italia potrebbe essere molto migliore se si riuscisse ad espandere la nostra capacità di attrazione dei flussi turistici dall’estero, in modo da allinearla a quella di due importanti concorrenti europei: Francia e Spagna. Per espandere tale capacità, occorre intervenire sui quei fattori che incidono negativamente sulle potenzialità di sviluppo dell’industria turistica italiana, quali, ad esempio, l’insufficiente dotazione di infrastrutture economiche, l’eccessiva pressione fiscale, le carenze dei servizi pubblici, ecc.

Iprimi10paesidelgloboperquotadifatturatodelwellnesstourism

(Anno2015)

1SecondolestimedelGlobaleWellnessInstitute(GW)I,laspesaprocapitedei“turistidelbenessere”èpariapiùdeldoppiodellamedia.

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Postoingraduatoria Paesi

Quotadifatturatodelwellnesstourism

Numerodeiviaggi(inmilioni)

1 StatiUniti 35,9% 161,22 Germania 10,7% 58,53 Francia 5,4% 30,64 Cina 5,2% 48,25 Giappone 3,5% 37,86 Austria 2,7% 14,67 Canada 2,4% 25,38 Italia 2,3% 6,69 RegnoUnito 2,3% 20,610 Messico 2,2% 15,3 TotaleMondo 100% 691,0

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiGlobalWellnessInstitute

Gli stabilimenti idroterapici

Italia al 5° posto per fatturato dell’idroterapia

Gli svantaggi della piccola dimensione

Le località di insediamento degli stabilimenti idroterapici costituiscono un’importante meta di destinazione del wellness tourism. Non solo perché tali stabilimenti rappresentano degli importanti presidi per la cura di diverse patologie croniche, ma anche perché essi erogano oggi un ampia gamma di servizi complementari che va dalla medicina estetica alle prestazioni per il benessere psico-fisico, dalla ricezione alberghiera alla ristorazione, dalle attività sportive a quelle ricreative, culturali, ecc.

Secondo i dati del Global Wellness Institute, l’Italia (con una quota di fatturato degli stabilimenti idroterapici pari al 3,3%) si colloca al quinto posto nella relativa graduatoria mondiale, subito dopo Cina, Giappone, Germania e Russia.

Per una corretta valutazione di questi dati, bisogna però tenere presente che l’elevata frammentazione della base imprenditoriale costituisce un evidente punto di debolezza del nostro settore idroterapico, essenzialmente per due ordini di motivi:

1) perché la ridotta dimensione aziendale non permette di sfruttare ivantaggiderivantidall’ampliamentodella scaladiproduzione (economiedi spesa,gestionemanagerialedelleattività,maggiore facilitàdiaccessoalcredito,ecc.);

2) perchéladomandaturisticasiindirizzasemprepiùversolestrutturecheinvestono di più nella diversificazione/differenziazione dei servizi, nelcapitaleumano,nelmarketing,ecosìvia.

Iprimi10paesidelgloboperquotadifatturatodellestruttureidroterapiche(SpaeNon-Spa)

(Anno2015)

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Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiGlobalWellnessInstitute

§ IlsettoretermaleinItalia:principalicaratteristichedell’offertaedelladomanda

Italia al top in Europa per numero di terme

In Italia si contano 384 aziende con impianti termali

Data la conformazionegeologicadel territorio – caratterizzatadaun’ampiadotazione di acque minerali dalle riconosciute proprietà terapeutiche –,l’Italia (assieme alla Germania) è il paese europeo che vanta il maggiornumerodiaziendetermali.Nel 2016, secondo le rilevazioni di Federterme, esse ammontanocomplessivamentea384unità–compreseunatrentinadiaziendeche,purerogando trattamenti crenoterapici (bagni, fanghi, inalazioni, ecc.),esercitano quale attività principale la ricezione alberghiera o l’assistenzamedicaambulatoriale.Pocopiùdellametàdeglistabilimentirisiedenellelocalitàtermaliindividuatedall’ENIT,laparterestanteessendoubicataneicomuniclassificatitralecittàd’arte o le altre località di interesse turistico. In questo secondo grupporientrano,atitoloesemplificativo,leTermediSirmioneubicateinunalocalitàlacuale, le Terme di Acireale ubicate in una località marina e le Terme diViterboubicateinunacittàd’arte.Puressendopresenti intutte leregionidelPaese(con lasolaeccezionedelMolise),leaziendetermalimostranounaspiccataconcentrazioneterritoriale.Quasi il 60%di esse risulta infatti situato inVeneto eCampania, cioènelleregioni in cui si trovano le aree più ricche di sorgenti di acquaminerale: ilbacino termale euganeo e l’isola di Ischia. Seguono a notevole distanza laToscana (con una quota di aziende del 7,3%), l’Emilia-Romagna (6,3%), ilLazio(4,7%),laLombardia(4,2%),leMarche(2,6%),ecosìvia.Dalpuntodi vistaeconomico, tuttavia, ilmaggiorepesodelVenetoedellaCampania è in parte mitigato dalle caratteristiche strutturali dell’apparatoproduttivo, costituito in gran parte da imprese di piccola e piccolissimadimensione.Se si prescinde da alcune importanti realtà industriali (a partecipazionepubblica) che versanoormai da diversi anni in una situazionedi grave crisistrutturale, anche nel settore delle terme si riscontra una significativacorrelazionetraladimensioneoperativaedilivellidiefficienzaeredditività.

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La forte concentrazione delle aziende in Veneto e Campania

Rendimenti crescenti di scala

Il chenonsorprendesesi considerache la scaladiproduzione (assiemeadaltre variabili endogene al sistema delle imprese) rappresenta una dellegrandezzechecontribuisceaspiegaremeglioidivaridiperformance.

Graduatoriadelleregionipernumerodistabilimentitermali(Anno2016)

Fonte:Federterme

Oltre l’88% delle terme sono società

Sotto il profilo giuridico, le aziende termali mostrano una spiccata propensione ad organizzarsi come società di capitali: l’88,3% di esse assume infatti la forma di società per azioni, in accomandita per azioni o a

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di capitali

339 aziende termali accreditate col SSN

responsabilità limitata. Incidenza che addirittura raggiunge il 100% in otto regioni del Paese (Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta).

Se elevata è la percentuale delle società di capitali, altrettanto elevata è quella delle aziende termali che operano in regime di accreditamento, ovvero che erogano prestazioni assistenziali per conto e a carico del Servizio sanitario nazionale. Naturalmente, essendo subordinato al possesso di una serie di requisiti di carattere strutturale, organizzativo e professionale, l’accreditamento garantisce l’appropriatezza e la qualità delle cure termali.

Secondo i più recenti dati del Ministero della salute, le aziende accreditate ammontano complessivamente a 335, corrispondenti a più dell’88% del totale. La loro ripartizione territoriale tende a ricalcare quella delle attività imprenditoriali: 115 aziende accreditate hanno infatti la propria sede in Veneto, 88 in Campania, 27 in Toscana, 24 in Emilia-Romagna, 13 in Lombardia, 12 nel Lazio, 7 nelle Marche, e così via.

AziendetermaliaccreditatecolSSNperareegeografiche

Valoriassoluti(Anno2015)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiMinisterodellasalute

Le aziende termali dispongono di quasi 28 mila posti letto

Per quanto riguarda la capacità ricettiva, dalla lettura dei risultati delleindagini promosse da Federterme emerge che gli esercizi alberghieri diproprietà delle aziende termali dispongono complessivamente di 27.662postiletto–il49,6%ubicatinelleregioniNord,il13,3%inquelledelCentroed il rimanente37,1% inquelledelMezzogiorno.Si trattadiunadotazioneapprezzabile soprattutto se si tienecontodiduecircostanze,e cioè:daunlato,chelelocalitàdiinsediamentodeglistabilimentimostranogiàdiperséun’elevata capacità ricettiva (si pensi, ad esempio, a Rimini e Iesolo);dall’altro, che alcuni impianti termali non hanno una propria strutturaalberghiera(sipensi,adesempio,aMeranoeMontepulciano).

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Elevati standard qualitativi delle terme

La spiccata vocazione turistica delle località con impianti termali

Maciòchesorprendedipiùnonètantoilnumerodipostiletto,quantolagamma di servizi erogati alla clientela ed i relativi standard qualitativi. Piùdellametà dei posti letto sono infatti assorbiti da strutture alberghiere dicategoria superiore (a 4-5 stelle), dotate di camere confortevoli, impiantisportivi, centri benessere e, laddove gli spazi lo consentono, ampi salonidestinati al cosiddetto turismo congressuale (cioè a mostre, convegni,seminari,conferenze,workshop,ecc).

Inoltre, salvo rare eccezioni, i comuni di insediamento degli stabilimenti termali sono generalmente tra i più prestigiosi dell’intero Paese. Essi si contraddistinguono infatti, oltre che per la ridotta ampiezza demografica e per la vivacità del tessuto produttivo, per la dotazione di un ricco patrimonio storico, artistico e ambientale che, unitamente alla mitezza delle condizioni climatiche e alla varietà dei prodotti tipici, ne esaltano la vocazione turistica.

Comuniconstabilimentitermali,aziendetermaliepostilettoalberghieri

(Anno2016)

Areegeografiche

Comuniconstabilimentitermali

(1)

Aziendetermali Postilettoalberghierinei

comuniconstabilimentitermali

TotaleN.medioabitanti Totale Comp.% Totale

Dicui:Aziendetermali

Nord 88 10.216

186 48,7

272.681 13.721Nord-Ovest 28 4.723

30 8,0

17.019 2.904

Nord-Est 60 14.745

156 40,7

255.662 10.817Centro 56 12.910 62 15,1 57.330 3.672Mezzogiorno 45 14.779 136 36,2 59.437 10.269Italia 189 12.605 384 100,0 389.448 27.662

(1) DaidatièesclusoilcomunediNapoli(sededelleTermediAgnano)Fonte:Federterme

Quasi 2,8 milioni i

clienti delle terme

Per concludere questo paragrafo, bisogna descrivere brevemente le principali caratteristiche della domanda di mercato, notando anzitutto che nel 2016, secondo i dati di Federterme, il numero dei clienti degli stabilimenti risulta complessivamente pari a 2 milioni 791 mila.

Con un’incidenza del 54% sul totale, le donne rappresentano la componente

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54% dei clienti sono donne

Ringiovanimento della clientela

Il 25% dei clienti prenota tramite Internet

più rilevante della clientela, anche se nel periodo più recente il divario tra i due sessi si è ridotto in misura notevole, soprattutto per effetto delle strategie di marketing e di diversificazione dei servizi adottate dagli stabilimenti.

L’età media dei clienti ha continuato a ridursi: è infatti scesa al 45% la quota degli anziani (cioè delle persone con almeno 65 anni di età), mentre è salita all’11% la quota dei bambini e ragazzi fino a 17 anni e al 44% quella degli adulti da 18 a 64 anni. Segno evidente che anche fra le generazioni più giovani si avverte sempre più il bisogno di mantenersi in buone condizioni di salute, di prendersi cura del proprio corpo e di trascorrere un periodo di relax in un ambiente diverso da quello abituale.

All’abbattimento dell’età media dei clienti degli stabilimenti hannocontribuitoessenzialmentetrefattori,ecioè:

1) le campagne pubblicitarie volte a rinnovare l’immagine delle termenonchèleattivitàpromozionaliindirizzateaipiùgiovani;

2) lo sviluppo del comparto delwellness e dei servizi ricreativi, culturali esportivi;

3) gliinvestimentiintecnologiedell’informazioneedellacomunicazione.A tale proposito, occorre rilevare che la quota dei clienti che prenota ilpropriosoggiornoalletermetramiteInternetrisultadipocosuperioreal25%,controil33%stimatodall’STATperilcomplessodeiviaggipermotividi vacanza. Nonostante tale divario, il dato delle terme è da valutarepositivamente,perchénonbisognadimenticarechegli stabilimentisonoanzituttodeipresidisanitari,incuigliassistitisirecanosuindicazionedelmedico.

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Clientidelletermeperclassidietà

(Anno2016)

Clientidelletermepersesso(Anno2016)

§ Lacapacitàricettivaeiflussituristicinellelocalitàtermali

Il rilevante contributo del turismo al PIL dell’Italia

Il turismo “taglia” trasversalmente l’ATECO

Chiusabreveparentesi relativa alla clientela degli stabilimenti, bisognaoraesaminare la consistenza e l’andamento dei flussi turistici nelle localitàtermali, così come definite nelle statistiche ufficiali. Prima di procedereall’analisiditaliflussi,occorreperòfareunapremessadicaratteregenerale.

Per la ricchezza del patrimonio storico, artistico e ambientale, il turismocostituisceunodeipuntidiforzadell’economiaitaliana,tantoche,secondoalcune stime, il suo contributo al PIL del nostro Paese sarebbe addiritturasuperiore al 10%. Ed è verosimile ritenere che a tale risultato concorra inmisura non trascurabile quel segmento del turismo volto a soddisfare lacrescente domanda di salute e benessere della popolazione, cioè ilcosiddettowellnesstourism.

Si badi però che, nonostante il rilevante contributo alla formazione delreddito nazionale, il turismo non s’identifica con uno specifico settoredell’ATECO, ovvero della classificazione ufficiale dell’attività economichepredispostadall’ISTAT,perchécomprendealsuointernounampioventagliodi attività che la “tagliano” trasversalmente. La domanda turistica traina,infatti,unapluralitàdisettorichesitrovanoamonteeavalledellasuddettaclassificazione e che risultano spesso collegati da rapporti diinterdipendenza. Tra questi settori spiccano per importanza: le attivitàricettive, i trasporti, la distribuzione commerciale, la ristorazione, i servizifinanziari,ricreativieculturali.

Tuttavia, dovendo circoscrivere il campo d’indagine a quelle attività cherisultano più direttamente connesse con i flussi turistici, si è ritenutoopportunoconcentrarel’analisisullestrutturealberghiereecomplementari,

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Escursionismo e pendolarismo

Molti comuni con stabilimenti termali sono classificati tra le località marine, lacuali, ecc.

Chi soggiorna nelle località termali non sempre è un cliente

per le quali si dispone dell’ampia documentazione statistica elaboratadall’ISTATsecondoleregolecomunitarie(cfr.RegolamentoUEn.692/2011).Naturalmente, tale sceltaportaa sottostimare le realidimensionidei flussituristici, perche implica, fra l’altro, l’esclusione di quelli alimentatidall’escursionismo (che è la visita senza pernottamento effettuata in uncomunediverso da quello di residenza) e dal pendolarismo (che è la visitasenzapernottamentoeffettuatanellostessocomunediresidenza).

Ma il problema, in tale contesto, non è rappresentato solo dalla mancataconsiderazionedelfenomenodell’escursionismoedelpendolarismo,madaaltretrecircostanzealtrettantoimportanti.

§ La prima: la presenza di uno stabilimento all’interno di un comune nonsempre comporta l’inserimento di quest’ultimo tra le località termali,tenutocontoche laripartizionedell’interoterritorionazionale in localitàturistichesibasasul“criteriodellaprevalenza”.Talecircostanzapenalizzamaggiormente le regioni delMezzogiorno, soprattutto se si tiene contoche i comuni di Ischia, Forio e Barano – pur disponendocomplessivamente di circa 60 alberghi termali – sono classificati tra lelocalitàmarine.

§ Laseconda:chisoggiornaneglieserciziricettividelle localitàtermalinonsempre lo fa per beneficiare delle cure e delle altre prestazioni fornitedaglistabilimenti.Diversepersone,infatti,sirecanonellelocalitàtermaliper motivi di lavoro (partecipazione a congressi e convegni, riunionid’affari, attività di vendita, ecc.) o per motivi personali (incontri conparentieamici,visiteamuseiemostre,ecc.).

§ Laterza:idatirelativiagliarrivieallepresenzenellecasedivilleggiaturadate in affitto, nei B&B e in altre strutture complementari sonochiaramente sottostimati, perché le registrazioni dei clienti non sempresonoeffettuatenelrispettodellanormativavigente.

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degli stabilimenti

Il “sommerso”

***

Più di 142 mila posti letto nelle località termali

Elevati standard qualitativi

Quasi il 70% dei posti letto in 4 regioni

È con questa premessa di carattere generale che devono essere letti i dati di fonte ISTAT contenuti nelle tabelle allegate, dai quali emerge anzitutto che le strutture alberghiere e complementari ubicate nelle località termali dispongono complessivamente di oltre 142 mila posti letto, corrispondenti a circa il 4% del totale nazionale. Si tratta di una capacità ricettiva di buon livello:

− siadalpuntodivistaquantitativo,tenutocontocheiltotalenazionaledeiposti letto è spinto verso l’alto dalle grandi città d’arte (Roma,Milano,Venezia,Firenze,Napoli,ecc.);

− siadalpuntodivistaqualitativo,tenutocontochenellelocalitàtermalilaquotadeipostilettodipertinenzadeglialberghisuperail72%,controunamedianazionaleposizionataattornoal46%.Senzaconsiderarecheinessemaggiorerisultaancheilpesodeglialberghidicategoriasuperiore,cioèdiquelliconalmenotrestelle.

Quasi il 70% della capacità ricettiva delle località termali è assorbito da quattro regioni del Centro-Nord, e cioè: Toscana, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.

Lacapacitàricettivadeglialberghiubicatineicomuniconstabilimentitermali

Numerodieserciziepostilettoin%deltotalenazionale(Anno2016)

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Nota:Liguria,Umbria,Molise,BasilicataeSardegnasonoprivedilocalitàtermali

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

PostilettonegliesercizialberghieripercategoriaComposizionepercentuale(Anno2016)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

Il rilevante peso di Toscana, Veneto, Trentino-A.A. ed Emilia-Romagna

Data la minore rilevanza degli esercizi complementari, nel proseguo del testo verranno esaminati solo i dati di fonte ISTAT relativi ai 1.435 alberghi delle località termali, i quali dispongono complessivamente di oltre 103 mila posti letto.

Nel 2016, il numero degli arrivi nelle strutture alberghiere delle località termali risulta pari a 3 milioni 430 mila, mentre il numero delle presenze raggiunge gli 11 milioni (pari al 4% circa del totale nazionale).

Anche in questo caso emerge una forte concentrazione geografica, tenuto conto che quattro regioni (Toscana, Veneto, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna) assorbono più dei 3/4 della domanda turistica.

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ArrivinegliesercizialberghieridellelocalitàtermalieclientideglistabilimentitermaliDatiassolutiinmigliaia(Anno2016)

Fonte:ElaborazionesudatiFedertermeeISTAT

Maggiore durata media dei soggiorni negli alberghi delle località termali

Oltre che per le più alte percentuali di assorbimento della domanda turistica, gli alberghi delle località termali si differenziano da quelli ubicati nelle altre località per due motivi, e cioè: 1) per la durata leggermente più lunga dei soggiorni; 2) per la minore incidenza dei flussi provenienti dall’estero.

Per quanto concerne il primo punto, si tenga presente che nel 2016 la permanenza media negli alberghi delle località termali – data dal rapporto tra il numero delle presenze e quello degli arrivi – si attesta a 3,2 giorni (contro i 3 giorni della media nazionale). A livello territoriale si riscontra però una notevole variabilità, tenuto conto che tale rapporto tocca un valore massimo di 7,5 giorni in Calabria ed un valore minimo di 2 giorni in Valle d’Aosta.

Per quanto riguarda il secondo punto, ovvero la minore incidenza degli arrivi dall’estero, basti rilevare che negli alberghi delle località termali la quota dei turisti stranieri oscilla attorno al 43%, contro una media nazionale vicina al 49%. Anche in questo caso emerge però una variabilità territoriale tutt’altro che trascurabile, dato che la quota di turisti stranieri si attesta su un valore superiore al 70% in Sicilia e su un valore inferiore al 5% in Calabria.

Per una corretta valutazione di questi dati, occorre però rammentare, da un lato, che i turisti (italiani e stranieri) ospiti delle strutture ricettive delle località

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Minore peso dei turisti stranieri

I comuni di Barano, Forio e Ischia …..

termali non sempre sono anche clienti degli stabilimenti; dall’altro, che molte località turistiche, pur disponendo di stabilimenti termali, sono classificate tra le località marine, montane, lacuali, collinari, ecc. Quest’ultimo è il caso dei tre comuni dell’Isola di Ischia (Barano, Forio e Ischia) che fanno parte delle località marine, nonostante la loro ampia dotazione di stabilimenti termali frequentati da tedeschi, russi, svizzeri, austriaci, americani, ecc.

PermanenzamedianegliesercizialberghieridellelocalitàtermaliNumerodigiorni(Anno2016)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

Due tendenze di segno opposto

Passando ad esaminare l’andamento della domanda turistica nelle 99 località termali del nostro Paese, bisogna anzitutto rilevare che, negli ultimi anni, si sono registrate due tendenze di segno opposto: da un lato, è lievitato il numero dei turisti che soggiorna nelle strutture alberghiere delle località termali; dall’altro, si è ridotta la durata media dei soggiorni nelle strutture in esame.

Alla riduzione della permanenza media – riduzione riscontratasi anche nelle altre località di interesse turistico – hanno contribuito principalmente tre

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+481 mila arrivi

-612 mila presenze

fattori, e cioè:

(I) laprolungatafasedirecessionedell’economiaitaliana,laqualehaspintolefamiglieacomprimeredrasticamenteladuratadellevacanze;

(II) lacrescitadelnumerodellepersonechesirecanellelocalitàtermalipermotividilavoroopermotivipersonalievisitrattienepernonpiùdi1o2giorni;

(III) ladiffusionesuvastascaladiuntipoditurismo“mordiefuggi”,fattodibreviperiodidisoggiornodistribuitinell’arcodell’anno.

A sostegno di quanto appena detto, si noti che, nel periodo 2009-2016, gli arrivi negli esercizi alberghieri delle località si sono complessivamente accresciuti del 16,3%. Cioè ad un tasso risulta inferiore a quello delle città d’arte (20,2%), delle località lacuali (25,6%) e delle località montane (17,%), ma superiore a quello delle località marine (14%) e collinari (12,9%).

Il numero delle presenze alberghiere ha invece accusato un calo di oltre il 5%, contro il +14,9% delle città d’arte e il +6% delle altre località di interesse turistico .

Per effetto dell’opposta dinamica degli arrivi e delle presenze, la permanenza media negli alberghi delle località termali si è ridotta sensibilmente, passando dai 3,9 giorni del 2009 ai 3,2 giorni del 2016. Come si rileva dall’inclinazione delle due curve riportate nel grafico sottostante, a tale risultato ha contribuito soprattutto la marcata riduzione della durata dei soggiorni nel corso della stagione estiva,

ArriviepresenzenegliesercizialberghieridellelocalitàtermaliNumeriindici–Anno2009=100(Anni2009-2016)

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Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

Permanenzamedianegliesercizialberghieridellelocalitàtermalipermese(Anni2009e2015)

Fonte:ElaborazioneestimaFedertermesudatiISTAT

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Leprincipalicaratteristichestrutturaliedinamichedelletermemarchigiane

InbaseaidatitrattidairegistridelleCamerediCommercio,nel2016leaziendetermaliubicatenelterritorio delleMarche ammontano complessivamente a 10 (comprese 2 strutture attualmentechiuse:lediTermediCarignanoeloStabilimentoIdropinicoPalmense).Conunaquotadiaziendetermaliparial2,6%deltotalenazionale,leMarche(assiemealTrentino-AltoAdige)sicollocanoalsettimopostodellarelativagraduatoriaregionale,allespallediVeneto(30,7%), Campania (27,3%), Toscana (7,3), Emilia Romagna (6,3%), Lazio (4,7%) e Lombardia(4,2%).Cosìcomenelrestod’Italia,anchenelleMarchemoltoelevatoèilnumerodelleaziendetermaliche eroga cicli di cura per conto e a carico del Servizio sanitario nazionale. Nel 2017, secondol’elenco regionale delle strutture accreditate (LR 21/2016), esse risultano pari a 7: Terme SanVittore, Terme di Acquasanta, Terme di Sarnano, Terme Santa Lucia, Pitinum Thermae, TermeRaffaelloeCentroSaluteErbaVita.L’unicastabilimentoinattivitàchenonoperainregimediaccreditamentoèTermedell’Aspio.Perquantoconcernepiùspecificamentelaposizionegeografica,sitengapresentechesolo5delleaziende inesame sono situate in comuni classificati tra le località termali, le restanti 5essendosituateinaltrelocalitàd’interesseturistico2.

***Le località termali delleMarche si caratterizzano,oltre cheper la ridottaampiezzademografica(5.814 abitanti inmedia) ed il ricco patrimonio artistico e naturale, per l’apprezzabile capacitàricettiva.Essedispongonoinfatticomplessivamentedi42esercizialberghiericon2.764postilettoedi169esercizicomplementaricon3.529postiletto.Ipostilettoalberghierisonoassorbitiperil90%dastrutturea3-4stelleeperrimanente10%dastrutture a 1-2 stelle; mentre i posti letto extra-alberghieri sono assorbiti per l’80% da villaggituristici,agriturismi,B&Becampeggieperilrimanente20%dacasedivilleggiaturadateinaffittoeostelli.Concentrando l’attenzione sugli esercizi alberghieri delle località termali, che sono quelli cheassorbonolaquotadigranlungapiùrilevantedelwellnesstourism,dallaletturadeidatidifonteISTAT si rileva che nel 2016 il numero degli arrivi presso tali esercizi raggiunge nelleMarche le31.388unità(pariallo0,9%deltotaleItalia),mentreilnumerodellepresenzesiattestaa76.082unità(pariallo0,7%deltotaleItalia).Rispettoal2009,gliarrivihannoaccusatouncalodel12,6%elepresenzedel22,4%,controvalorimedinazionalirispettivamenteparia+16,3e-5,3%.Pereffettoditalesfavorevoleandamentoladuratadeipernottamentièscesadai2,7giornidel2009ai2,4giornidel2016,controvalorimedinazionalirispettivamenteparia3,9e3,2.Tuttavia, nonostante il forte ridimensionamento della domanda turistica e il dramma delterremoto, ilpeggioramentodei risultatieconomicidelleaziende termalimarchigianeèapparsomenopronunciatochealivellonazionale.Asostegnodiciò,bastirilevareche,nelperiodo2009-2016, il fatturato delle aziende termali ha registrato una flessione del 3,9% nelle Marche edell’11,9%inItalia.Si tenga però presente che sul dato dell’Italia pesano due fattori, e cioè: 1) la perdurante crisistrutturale di alcune grandi stabilimenti a partecipazione pubblica; 2) il più accentuato calo deirimborsidelSSNperlecureconvenzionate(-14,7%perl’Italiae-4,4%perleMarche).2LeaziendeubicateinlocalitàtermalisonoTermeSanVittore,TermediAcquasanta,TermediSarnano,CentroSaluteErbaVitaeTermedell’Aspio.MentreleaziendeubicateinaltrelocalitàturistichesonoTermediSantaLucia,TermeRaffaello,PitinumThermae,TermediCarignanoeStabilimentoidroponicoPalmense

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ArrivinegliesercizialberghieridellelocalitàtermaliNumeriindici–Anno2009=100(Anni2009-2016)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

PresenzenegliesercizialberghieridellelocalitàtermaliNumeriindici–Anno2009=100(Anni2009-2016)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiISTAT

Fatturatodellecuretermaliconvenzionate

Numeriindici–Anno2009=100(Anni2009-2016)

Fonte:ElaborazioneFedertermesudatiMinisterodellasalute