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www.battistag.it LE TEORIE UMANISTICHE Premessa Tra gli anni ‘50 e ‘60 sorge e si afferma nella psicologia nordamericana una nuova corrente di pensiero che, per la sua opposizione alle teorie dominanti della psicoanalisi e del comportamentismo, aspira a qualificarsi come una “terza forza”. La psicologia umanistica intende focalizzare il suo interesse sull’esperienza concreta dell’individuo, su come egli percepisce ed esperisce il proprio io e la realtà: ha un forte interesse per l’uomo in quanto individualità singola e per le tematiche della libertà, della responsabilità e della ricerca di significato della vita. Si oppone alla psicologia associazionistica e sostiene la necessità di studiare l’organismo come un tutto (in accordo con la Gestalt). In tale prospettiva la personalità è vista come un sistema organizzato ed autoregolantesi, non controllato dalle forze ambientali esterne, ma guidato da una tendenza intrinseca verso la piena esplicazione delle proprie potenzialità: l’autorealizzazione. Si tratta dì una visione sostanzialmente positiva della natura umana, in cui il disadattamento e la disarmonia provengono principalmente dall’esterno, da una conformazione sfavorevole dell’ambiente. La psicologia umanistica s’interessa d’argomenti che hanno avuto uno spazio limitato nelle teorie precedenti: amore, creatività, sé, crescita, organismo, bisogno fondamentale di gratificazione, autorealizzazione, valori superiori, essere, divenire, spontaneità, gioco, umorismo, affetto, naturalezza, calore, trascendenza dell’io, oggettività, autonomia, responsabilità, significato, fair-play, esperienza trascendentale e/o culminante, coraggio e concetti relativi. Il modello d’uomo al quale s’ispira è basato su una visione non deterministica dell’agire umano, sulla capacità dell’individuo di crearsi autonomamente il proprio destino, di elaborare mete e scopi, di tendere verso la piena realizzazione delle proprie potenzialità. Le teorie che rientrano in questa prospettiva hanno in comune i seguenti principali assunti: - critica alla psicoanalisi e al behaviorismo, considerate teorie riduzionistiche nella misura in cui considerano il comportamento come determinato in modo meccanico da spinte pulsionali o da condizionamenti ambientali; - focalizzazione dell’attenzione sul presente (o sul futuro) e sulla spontaneità, libertà e capacità progettuale dell’individuo e non sul suo passato; - che i condizionamenti biologici o ambientali hanno peso nel determinare la personalità ma non sono tutto; - concezione dell’uomo come agente attivo del proprio destino, capace di compiere scelte autonoma (l’uomo è ciò che fa di se stesso e ciò che intende essere); - che la natura umana è caratterizzata dalla capacità di elaborare piani e mete valoriali più elevate, non si esaurisce nei bisogni istintuali; - valorizzazione dei concetti di sé, di autodeterminazione e di autorealizzazione; - attenzione alla personalità vista come un sistema complesso ed organizzato e predilezione metodologica per l’approccio clinico più che per quello sperimentale. E’ di una concezione della personalità anti-determistica e centrata sui concetti d’autonomia, di libertà e di responsabilità individuale. Rogers L’interesse di Rogers è centrato sull’esperienza soggettiva e consapevole che l’individuo ha della realtà e del proprio io. La fonte principale per l’analisi del mondo fenomenico non è per lui costituita dalle ricerche oggettive di laboratorio, ma dal contatto diretto e profondo che avviene nel rapporto terapeutico. Il costrutto centrale della teoria della personalità di Rogers è il ”Self” (Sé), definito come una gestalt organizzata e costante, che consiste nelle percezioni delle caratteristiche relative all’“io” o al “me”, unitamente a quelle delle relazioni dell’io” e del “me” con gli altri e con i vari aspetti della vita. Il sé è completato dal sé ideale: quelle caratteristiche che l’individuo apprezza di più e cui aspira. Più piccola è la distanza che separa il sé dal sé ideale, tanto più il soggetto è in armonia con se stesso e con la realtà. Per l’analisi delle rappresentazioni che compongono il contenuto del sé Rogers ha elaborato particolari tecniche d’esplorazione:

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LE TEORIE UMANISTICHE

Premessa Tra gli anni ‘50 e ‘60 sorge e si afferma nella psicologia nordamericana una nuova corrente di pensiero che, per la sua opposizione alle teorie dominanti della psicoanalisi e del comportamentismo, aspira a qualificarsi come una “terza forza”. La psicologia umanistica intende focalizzare il suo interesse sull’esperienza concreta dell’individuo, su come egli percepisce ed esperisce il proprio io e la realtà: ha un forte interesse per l’uomo in quanto individualità singola e per le tematiche della libertà, della responsabilità e della ricerca di significato della vita. Si oppone alla psicologia associazionistica e sostiene la necessità di studiare l’organismo come un tutto (in accordo con la Gestalt). In tale prospettiva la personalità è vista come un sistema organizzato ed autoregolantesi, non controllato dalle forze ambientali esterne, ma guidato da una tendenza intrinseca verso la piena esplicazione delle proprie potenzialità: l’autorealizzazione. Si tratta dì una visione sostanzialmente positiva della natura umana, in cui il disadattamento e la disarmonia provengono principalmente dall’esterno, da una conformazione sfavorevole dell’ambiente. La psicologia umanistica s’interessa d’argomenti che hanno avuto uno spazio limitato nelle teorie precedenti: amore, creatività, sé, crescita, organismo, bisogno fondamentale di gratificazione, autorealizzazione, valori superiori, essere, divenire, spontaneità, gioco, umorismo, affetto, naturalezza, calore, trascendenza dell’io, oggettività, autonomia, responsabilità, significato, fair-play, esperienza trascendentale e/o culminante, coraggio e concetti relativi. Il modello d’uomo al quale s’ispira è basato su una visione non deterministica dell’agire umano, sulla capacità dell’individuo di crearsi autonomamente il proprio destino, di elaborare mete e scopi, di tendere verso la piena realizzazione delle proprie potenzialità. Le teorie che rientrano in questa prospettiva hanno in comune i seguenti principali assunti:

- critica alla psicoanalisi e al behaviorismo, considerate teorie riduzionistiche nella misura in cui considerano il comportamento come determinato in modo meccanico da spinte pulsionali o da condizionamenti ambientali;

- focalizzazione dell’attenzione sul presente (o sul futuro) e sulla spontaneità, libertà e capacità progettuale dell’individuo e non sul suo passato;

- che i condizionamenti biologici o ambientali hanno peso nel determinare la personalità ma non sono tutto;

- concezione dell’uomo come agente attivo del proprio destino, capace di compiere scelte autonoma (l’uomo è ciò che fa di se stesso e ciò che intende essere);

- che la natura umana è caratterizzata dalla capacità di elaborare piani e mete valoriali più elevate, non si esaurisce nei bisogni istintuali;

- valorizzazione dei concetti di sé, di autodeterminazione e di autorealizzazione; - attenzione alla personalità vista come un sistema complesso ed organizzato e predilezione

metodologica per l’approccio clinico più che per quello sperimentale. E’ di una concezione della personalità anti-determistica e centrata sui concetti d’autonomia, di libertà e di responsabilità individuale.

Rogers L’interesse di Rogers è centrato sull’esperienza soggettiva e consapevole che l’individuo ha della realtà e del proprio io. La fonte principale per l’analisi del mondo fenomenico non è per lui costituita dalle ricerche oggettive di laboratorio, ma dal contatto diretto e profondo che avviene nel rapporto terapeutico. Il costrutto centrale della teoria della personalità di Rogers è il ”Self” (Sé), definito come una gestalt organizzata e costante, che consiste nelle percezioni delle caratteristiche relative all’“io” o al “me”, unitamente a quelle delle relazioni dell’io” e del “me” con gli altri e con i vari aspetti della vita. Il sé è completato dal sé ideale: quelle caratteristiche che l’individuo apprezza di più e cui aspira. Più piccola è la distanza che separa il sé dal sé ideale, tanto più il soggetto è in armonia con se stesso e con la realtà. Per l’analisi delle rappresentazioni che compongono il contenuto del sé Rogers ha elaborato particolari tecniche d’esplorazione:

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- Q-Sort Technique: consistente nel chiedere al soggetto di ordinare una serie d’affermazioni, da quelle considerate più descrittive del proprio sé a quelle ritenute più lontane dal proprio modo di percepirsi.

- L’Adjective Checklist: scelta d’aggettivi congruenti con le autorappresentazioni. - Il differenziale semantico.

Rogers focalizza la propria attenzione su un’unica grande forza motivazionale, che definisce come la “tendenza attualizzante”: movimento che orienta la personalità verso la differenziazione, l’espansione, l’arricchimento, la creatività. La tendenza attualizzante agisce attraverso un processo che egli chiama di valutazione organismica, mediante il quale la persona sceglie quelle esperienze che salvaguardano, migliorano e contribuiscono allo sviluppo dell’organismo e scarta quelle che non servono a questo scopo. Le persone che più si avvicinano alla meta dell’autorealizzazione sono caratterizzate dai seguenti principali tratti:

- sono orientate costantemente alle crescita e all’evoluzione; - sono aperte all’esperienza, cioè traggono spunto da ogni esperienza per apprendere e svilupparsi,

evitando chiusure difensive; - hanno fiducia in se stesse e, pur accettando i giudizi ed i consigli degli altri, decidono in modo

autonomo; - hanno relazioni armoniose con gli altri pur nella consapevolezza di non poter essere accettate

incondizionatamente da tutti; - vivono pienamente il presente, più che rimanere ancorate al passato o essere rivolte esclusivamente

al futuro. Una legge che governa i processi dell’io nel suo cammino verso l’attualizzazione è quella della congruenza: l’io ricerca costantemente la coerenza tra le proprie autopercezioni e tra queste e la realtà esterna. Per questo l’individuo può comportarsi spesso in modo che gli altri confermino la percezione che egli ha di se stesso, attraverso quella che si può definire una “profezia che si autoconvalida”. Le esperienze incongruenti con il concetto di sé sono percepite come minacciose, fonte d’ansia, e determinano un irrigidimento difensivo della struttura del sé. Due meccanismi di difesa contro l’ansia sono la distorsione del significato dell’esperienza, mediante cui questa è resa compatibile con il sé, e la negazione dell’esperienza stessa. Una variabile importante nel cammino verso la realizzazione del Sé è rappresentata dal bisogno di considerazione positiva, il desiderio di essere accettato ed amato dalle persone significative della propria vita: nella definizione della propria identità sono decisive le valutazioni che gli altri hanno di noi. Questo bisogno può essere fonte di conflittualità e di in-autenticità: può indurre ad aderire a valori e modi di vita incongruenti con la propria vera natura per paura di perdere l’appoggio e la stima altrui. Si costruisce così un falso Sé, fonte di disagio psichico, dal quale si può uscire mediante un processo di reintegrazione, tendente a far sì che il soggetto si riappropri della sua vera “natura”. Fondamentale a tale riguardo è la possibilità di sperimentare una situazione di accettazione incondizionata, che rappresenta la controparte positiva delle condizioni valutative che hanno ostacolato lo sviluppo della personalità e che costituisce il nucleo della relazione terapeutica centrata sulla persona.

Maslow Si pone in antitesi con la visione dell’uomo tipica della psicoanalisi e del comportamentismo, considerata riduttiva e pessimistica, cui contrappone una prospettiva sostanzialmente ottimistica, il cui fulcro è rappresentato dai bisogni di crescita, espansione ed autorealizzazione. La sua attenzione è centrata sull’analisi delle motivazioni del comportamento e sulle caratteristiche che contraddistinguono la personalità sana ed autorealizzata. Distingue due principali tipi di motivazioni: quelle da “carenza” (bisogni di base, che agiscono secondo il principio dell’omeostasi) e quelle di “crescita” (o meta-bisogni). Le motivazioni sono organizzate gerarchicamente secondo il percorso seguente:

- fisiologiche (relative alla sopravvivenza dell’organismo), - di sicurezza (stabilità, protezione, ecc.), - di affetto e di appartenenza (ricevere e dare amore), - di stima (fiducia in sé, autosufficienza, indipendenza, successo, stima, ecc.), - di autorealizzazione.

Le motivazioni di ciascun livello successivo hanno la possibilità di emergere solo quando quelle del livello precedente hanno trovato appagamento e quindi cessano d’essere determinanti attive del comportamento. La persona che raggiunge l’autorealizzazione è capace di giudicare oggettivamente la realtà, di accettare sé e gli

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altri e di conseguire, a vari livelli, momenti di perfezione, di “unicità” e “pienezza” (“esperienze culminanti”).Per Maslow la personalità realizzata:

- è capace di percepire la realtà con precisione ed efficienza - è in grado di accettare se stessa, gli altri ed il mondo - è spontanea e naturale nei suoi pensieri ed emozioni - è centrata sul problema - apprezza e ricerca la solitudine e la privacy - è autonoma, cioè relativamente indipendente dagli apporti esterni per la definizione di sé e per

l’autostima - è capace di apprezzare le cose semplici e comuni - è in grado di

provare sentimenti mistici

- si identifica profondamente nel genere umano

- stabilisce legami profondi con poche altre persone

- è democratica e rispettosa degli altri

- è profondamente etica

- è dotata di capacità riflessive e filosofiche e di senso dell’umorismo

- creativa ed inventiva, aperta all’innovazione e al rinnovamento

May Anche May costruisce la propria riflessione teorica su un’immagine sostanzialmente positiva dell’uomo, capace di superare e situazioni conflittuali attingendo alle possibilità creative e “trascendenti” la propria individualità. Suddivide lo sviluppo della personalità umana in quattro fasi:

1. fase dell’innocenza: va dalla nascita ai due anni ed è caratterizzata da assenza di differenziazione tra io e non io, tra il proprio mondo e quello degli altri;

2. fase della ribellione: va dall’infanzia all’adolescenza e si caratterizza per l’opposizione nei confronti dei genitori, ma anche nei confronti di quella parte della propria personalità che è considerata dipendente;

3. fase dell’autocoscienza normale: la persona diventa capace di fronteggiare l’angoscia e di elaborare il senso di colpa;

4. fase dell’autocoscienza creativa: è quella che avvicina l’uomo all’autorealizzazione.

Frankl La motivazione principale dell’esistenza umana va ricercata non tanto nel principio del piacere, quanto nel “bisogno di significato”. Per Frankl l’adattamento e la salute mentale richiedono un certo grado di tensione tra ciò che uno è e ciò che intende diventare. La ricerca del significato da attribuire alla propria esistenza e l’orientamento verso il futuro, cioè verso i compiti che l’individuo si propone di realizzare per dare senso alla vita, costituiscono pertanto i nuclei focali dell’approccio terapeutico elaborato da Frankl (logoteragia ).

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Valutazione dell’approccio umanistico Le teorie umanistiche focalizzano l’attenzione sugli aspetti più genuinamente umani della personalità, sulla libertà e responsabilità dell’individuo, sulla sua capacità di elaborare il proprio destino a dispetto dei condizionamenti ambientali e biologici, sulla visione ottimistica della natura umana, hanno rappresentato una valida reazione alle componenti eccessivamente riduzionistiche presenti nel modello di personalità della psicoanalisi e del behaviorismo. D’altro canto, i limiti di tale approccio vanno individuati nella carenza metodologica: nella limitatezza della ricerca empirica cui ha dato luogo e nell’esigua propensione ad elaborare misure oggettive per la verifica delle ipotesi e dei costrutti. Infine nella tendenza ad un eccesso d’idealismo nella concezione della natura umana.