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545 LE TECNICHE COSTRUTTIVE DELLE TORRI MEDIEVALI DI NOLI (SAVONA) di ELEONORA CASCIONE*, PAOLO DE VINGO** * [email protected] ** [email protected] «…Mettemmo in terra in quell’aperto golfo di Noli che scende con piacevole dichinamento di rive… Fu per noi davvero un nuovo spettacolo e grato, il vedere quell’antica cittadella così folta di torri ben castellate, con soccorsi, entrate riverse e bastoncelli e bertesche, e propugnacoli da respingere gli approcci e sostenere gli assalti…» A.BRESCIANI, UBALDO E IRENE, in Bernardo GANDOGLIA, La città di Noli, Savona, 1885. PREMESSA INTRODUTTIVA Noli è una popolosa cittadina della Liguria occidentale in provincia di Savona. Conserva ancora, in buona parte intatto, uno dei centri storici medievali più importanti e più interessanti di tutta la regione, racchiuso entro una lunga cinta fortificata che da un lato protegge il borgo verso il mare e da quello opposto lo difende verso monte mediante una serie di torrioni circolari (GUIDDO 1994). Oggetto di questa comunicazione sono le torri poste a difesa delle mura e quelle situate nel tessuto edilizio urba- no, che la tradizione vuole raggiungessero addirittura le settantadue unità: quelle conservatesi rappresentano anco- ra oggi uno dei principali elementi caratteristici della strut- tura urbanistica medievale cittadina. Molte di queste subi- rono profonde trasformazioni nel corso dei secoli successi- vi, mozzate longitudinalmente rispetto al loro baricentro, oppure riutilizzandone i mattoni ed infine inglobate nelle costruzioni vicine (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995). Le torri presenti nel centro urbano nolese, forse realizza- te su commissione privata, espressione di una fiorente attivi- tà edilizia, documentano il consistente sviluppo economico raggiunto da Noli a partire dalla prima crociata sino ai traffi- ci e commerci del XIII e del XIV secolo. Ne sono una testi- monianza efficace alcuni palazzi e strutture di tipo abitativo- difensivo, tra cui devono essere ricordate la casa-torre Vivaldo e le posteriori casa-torre Repetto, con loggia a tre arcate al piano terreno, e la casa-torre Pagliano, con due ordini di bi- fore al piano superiore, entrambe restaurate alla fine del 1800 (FRONDONI 1997). Infine una delle caratteristiche più interes- santi della città medievale era il porticato che si sviluppava internamente rispetto alle mura: attualmente è visibile solo quello conservatosi, un breve tratto di quello originario, di fronte al mare, che si unisce alla loggia della Repubblica nel palazzo Comunale (FRONDONI 1997). 1. I MANUFATTI ESAMINATI Il ricordo delle settantadue torri nolesi, lavorate con «…meraviglioso artifizio…» e «…ordinate con magistero veramente stupendo…» (GANDOGLIA 1927), si è conservato inalterato nel corso dei secoli. Testimonianze dell’antico splendore culturale artistico ed architettonico della città, le torri, pervenuteci intatte nei paramenti esterni e prive di ri- maneggiamenti, sono state scelte in questo contributo pre- liminare di uno studio più complesso in via di completa- mento, come indicatori cronologici ed hanno consentito un’accurata analisi storico-archeologica nella quale sono stati inclusi la stratigrafia del basamento, la cronotipologia dei portali, la mensiocronologia dei litici e dei mattoni e l’analisi dei leganti. Le torri costituiscono il carattere saliente dell’assetto urbanistico nolese medievale: si tratta di costruzioni di no- tevole interesse storico ed architettonico, edificate tra il XII ed il XIV secolo, giunte a noi in misura ridotta sia nel nu- mero che nelle dimensioni. I cambiamenti dell’assetto ur- banistico, le distruzioni, i riadattamenti ed i restauri degli ultimi secoli ne hanno alterato l’aspetto e la struttura: pri- vate della parte superiore ed incorporate nei fabbricati atti- gui, addossate a strutture posteriori, le torri hanno subito le conseguenze delle alterne vicende politiche ed economiche del centro urbano. Esaurita la funzione di controllo e prote- zione delle mura, vennero intonacate e mozzate all’altezza delle case adiacenti, fornendo così cospicue quantità di mat- toni da reimpiegare in altre costruzioni. Nel 1700 un nume- ro consistente di torri era già scomparso e, nella prima metà del secolo successivo, altre furono sacrificate per la costru- zione di strade e per adeguarsi al nuovo impianto urbanisti- co. 1.2 LA TORRE DEL COMUNE La torre del Comune (GANDOGLIA 1927) costituisce, in- sieme al Palazzo Pubblico cui è addossata, il complesso mo- numentale principale del centro nolese. Pervenutaci in buo- ne condizioni di conservazione, ha forma quasi perfettamen- te quadrata per una altezza complessiva di 35 metri. Presenta un basamento (DESCALZI 1898) in pietra da taglio sormontato da muratura a rivestimento interno ed esterno in laterizio. I conci, come in altri esempi nolesi, sono in porfiroide verde del “Sino”, listati e spianati a cuscino. I blocchi diminuisco- no nelle dimensioni in direzione del basamento superiore, in prossimità del punto in cui si innesta la muratura in mattoni. Il portale di ingresso presenta un architrave monolitico oriz- zontale sorretto da due mensole sagomate a quarto di cer- chio, scolpite nell’intradosso, lunetta cieca, chiusa da una lastra con sovrastante arco ogivale formato da tre conci sa- gomati ad arco di cerchio. Al primo piano la torre presentava un’ampia finestra successivamente tamponata per l’addos- samento del palazzo Comunale. Il paramento laterizio del corpo superiore è realizzato in mattoni: il settore inferiore è stato compromesso dall’accostamento di costruzione poste- riori, che hanno determinato l’occultamento e l’eliminazione di molti elementi originari. Sulla fronte principale, ad esem- pio, si trovavano finestre di notevole interesse architettonico di cui si è soltanto conservata una sola bifora gotica situata al centro del paramento laterizio, mentre al quarto piano altre aperture sono state tamponate o distrutte in successivi rima- neggiamenti. Su tutte e quattro le fronti dell’ultimo piano, è ancora visibile una grande monofora e, alla sommità, la torre presenta un coronamento a merli ghibellini. La struttura in- terna della torre è ancora inalterata, con il paramento in mat- toni a vista, solo a partire dal terzo piano. Il piano terreno ed i primi due consequenziali hanno subito riadattamenti e mo- difiche che ne hanno cambiato la destinazione d’uso. I piani superiori sono occupati dalle rampe delle scale in legno che conducono al vano dell’orologio ed al locale in cui è colloca- ta la campana del Comune. 1.2 LA TORRE DEL CANTO Situata in posizione d’angolo, come suggerisce il nome, la torre del Canto si è conservata inalterata fino alla sua som- mità (GANDOGLIA 1927). Costruita dinnanzi alla Porta del Can- to, distrutta in seguito alla costruzione della ferrovia tra la fine del 1871 ed il gennaio del 1872 (MOGGIO, PELUFFO 1997), assumeva, come probabilmente le altre torri situate lungo la cinta, funzione difensiva ed era stata edificata dall’autorità comunale. Unica eccezione alla tradizionale pianta quadrata (TORTEROLI 1859), ne presenta una trapezoidale per assolve- re necessità strategiche oggi non più percepibili a causa dello stravolgimento della topografia della zona (DE NEGRI 1954). Il basamento è costituito da conci in porfiroide verde del “Sino” lavorati a bugnato listato: in esso sono inseriti, tre conci modellati ad ovolo, in forte aggetto sul filo del muro. Il

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LE TECNICHE COSTRUTTIVEDELLE TORRI MEDIEVALI DI NOLI (SAVONA)

diELEONORA CASCIONE*, PAOLO DE VINGO**

* [email protected] ** [email protected]

«…Mettemmo in terra in quell’aperto golfodi Noli che scende con piacevole dichinamento dirive… Fu per noi davvero un nuovo spettacolo egrato, il vedere quell’antica cittadella così folta ditorri ben castellate, con soccorsi, entrate riverse ebastoncelli e bertesche, e propugnacoli darespingere gli approcci e sostenere gli assalti…»

A.BRESCIANI, UBALDO E IRENE, in BernardoGANDOGLIA, La città di Noli, Savona, 1885.

PREMESSA INTRODUTTIVA

Noli è una popolosa cittadina della Liguria occidentalein provincia di Savona. Conserva ancora, in buona parteintatto, uno dei centri storici medievali più importanti e piùinteressanti di tutta la regione, racchiuso entro una lungacinta fortificata che da un lato protegge il borgo verso ilmare e da quello opposto lo difende verso monte medianteuna serie di torrioni circolari (GUIDDO 1994).

Oggetto di questa comunicazione sono le torri poste adifesa delle mura e quelle situate nel tessuto edilizio urba-no, che la tradizione vuole raggiungessero addirittura lesettantadue unità: quelle conservatesi rappresentano anco-ra oggi uno dei principali elementi caratteristici della strut-tura urbanistica medievale cittadina. Molte di queste subi-rono profonde trasformazioni nel corso dei secoli successi-vi, mozzate longitudinalmente rispetto al loro baricentro,oppure riutilizzandone i mattoni ed infine inglobate nellecostruzioni vicine (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995).

Le torri presenti nel centro urbano nolese, forse realizza-te su commissione privata, espressione di una fiorente attivi-tà edilizia, documentano il consistente sviluppo economicoraggiunto da Noli a partire dalla prima crociata sino ai traffi-ci e commerci del XIII e del XIV secolo. Ne sono una testi-monianza efficace alcuni palazzi e strutture di tipo abitativo-difensivo, tra cui devono essere ricordate la casa-torre Vivaldoe le posteriori casa-torre Repetto, con loggia a tre arcate alpiano terreno, e la casa-torre Pagliano, con due ordini di bi-fore al piano superiore, entrambe restaurate alla fine del 1800(FRONDONI 1997). Infine una delle caratteristiche più interes-santi della città medievale era il porticato che si sviluppavainternamente rispetto alle mura: attualmente è visibile soloquello conservatosi, un breve tratto di quello originario, difronte al mare, che si unisce alla loggia della Repubblica nelpalazzo Comunale (FRONDONI 1997).

1. I MANUFATTI ESAMINATI

Il ricordo delle settantadue torri nolesi, lavorate con«…meraviglioso artifizio…» e «…ordinate con magisteroveramente stupendo…» (GANDOGLIA 1927), si è conservatoinalterato nel corso dei secoli. Testimonianze dell’anticosplendore culturale artistico ed architettonico della città, letorri, pervenuteci intatte nei paramenti esterni e prive di ri-maneggiamenti, sono state scelte in questo contributo pre-liminare di uno studio più complesso in via di completa-mento, come indicatori cronologici ed hanno consentitoun’accurata analisi storico-archeologica nella quale sonostati inclusi la stratigrafia del basamento, la cronotipologiadei portali, la mensiocronologia dei litici e dei mattoni el’analisi dei leganti.

Le torri costituiscono il carattere saliente dell’assettourbanistico nolese medievale: si tratta di costruzioni di no-tevole interesse storico ed architettonico, edificate tra il XIIed il XIV secolo, giunte a noi in misura ridotta sia nel nu-mero che nelle dimensioni. I cambiamenti dell’assetto ur-banistico, le distruzioni, i riadattamenti ed i restauri degliultimi secoli ne hanno alterato l’aspetto e la struttura: pri-vate della parte superiore ed incorporate nei fabbricati atti-gui, addossate a strutture posteriori, le torri hanno subito leconseguenze delle alterne vicende politiche ed economichedel centro urbano. Esaurita la funzione di controllo e prote-zione delle mura, vennero intonacate e mozzate all’altezzadelle case adiacenti, fornendo così cospicue quantità di mat-toni da reimpiegare in altre costruzioni. Nel 1700 un nume-ro consistente di torri era già scomparso e, nella prima metàdel secolo successivo, altre furono sacrificate per la costru-zione di strade e per adeguarsi al nuovo impianto urbanisti-co.

1.2 LA TORRE DEL COMUNE

La torre del Comune (GANDOGLIA 1927) costituisce, in-sieme al Palazzo Pubblico cui è addossata, il complesso mo-numentale principale del centro nolese. Pervenutaci in buo-ne condizioni di conservazione, ha forma quasi perfettamen-te quadrata per una altezza complessiva di 35 metri. Presentaun basamento (DESCALZI 1898) in pietra da taglio sormontatoda muratura a rivestimento interno ed esterno in laterizio. Iconci, come in altri esempi nolesi, sono in porfiroide verdedel “Sino”, listati e spianati a cuscino. I blocchi diminuisco-no nelle dimensioni in direzione del basamento superiore, inprossimità del punto in cui si innesta la muratura in mattoni.Il portale di ingresso presenta un architrave monolitico oriz-zontale sorretto da due mensole sagomate a quarto di cer-chio, scolpite nell’intradosso, lunetta cieca, chiusa da unalastra con sovrastante arco ogivale formato da tre conci sa-gomati ad arco di cerchio. Al primo piano la torre presentavaun’ampia finestra successivamente tamponata per l’addos-samento del palazzo Comunale. Il paramento laterizio delcorpo superiore è realizzato in mattoni: il settore inferiore èstato compromesso dall’accostamento di costruzione poste-riori, che hanno determinato l’occultamento e l’eliminazionedi molti elementi originari. Sulla fronte principale, ad esem-pio, si trovavano finestre di notevole interesse architettonicodi cui si è soltanto conservata una sola bifora gotica situata alcentro del paramento laterizio, mentre al quarto piano altreaperture sono state tamponate o distrutte in successivi rima-neggiamenti. Su tutte e quattro le fronti dell’ultimo piano, èancora visibile una grande monofora e, alla sommità, la torrepresenta un coronamento a merli ghibellini. La struttura in-terna della torre è ancora inalterata, con il paramento in mat-toni a vista, solo a partire dal terzo piano. Il piano terreno edi primi due consequenziali hanno subito riadattamenti e mo-difiche che ne hanno cambiato la destinazione d’uso. I pianisuperiori sono occupati dalle rampe delle scale in legno checonducono al vano dell’orologio ed al locale in cui è colloca-ta la campana del Comune.

1.2 LA TORRE DEL CANTO

Situata in posizione d’angolo, come suggerisce il nome,la torre del Canto si è conservata inalterata fino alla sua som-mità (GANDOGLIA 1927). Costruita dinnanzi alla Porta del Can-to, distrutta in seguito alla costruzione della ferrovia tra lafine del 1871 ed il gennaio del 1872 (MOGGIO, PELUFFO 1997),assumeva, come probabilmente le altre torri situate lungo lacinta, funzione difensiva ed era stata edificata dall’autoritàcomunale. Unica eccezione alla tradizionale pianta quadrata(TORTEROLI 1859), ne presenta una trapezoidale per assolve-re necessità strategiche oggi non più percepibili a causa dellostravolgimento della topografia della zona (DE NEGRI 1954).Il basamento è costituito da conci in porfiroide verde del“Sino” lavorati a bugnato listato: in esso sono inseriti, treconci modellati ad ovolo, in forte aggetto sul filo del muro. Il

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portale principale è stato sostituito da un’apertura modernadi forma rettangolare. La caratteristica lunetta cieca, sovra-stante l’architrave, è stata trasformata in un’edicola sacra contettuccio a due falde in ardesia all’interno della quale era af-frescata un’immagine della Madonna. La parte superiore pre-senta un rivestimento laterizio in mattoni, ricoperto, fino alterzo piano, da una patina biancastra, causata dalla presenzadi un precedente strato di intonaco. Le aperture consistono inmonofore dal vano alto e stretto oppure da lunghe feritoie,preziosa testimonianza dell’architettura militare urbana. Sesi escludono le due finestre moderne dei primi due piani, latorre ha aperture ad arco a tutto sesto o ad arco con inflessio-ne leggermente ogivale, ma le caratteristiche ancora romani-che testimoniano forse l’indecisione dei costruttori tra il gu-sto romanico e quello gotico. La parte interna ha subito fon-damentali alterazioni: il piano terreno ospita un’attività com-merciale mentre i primi due piani sono utilizzati come abita-zione privata. A partire dal secondo piano però, la torre man-tiene ancora la sua struttura originaria: solai in legno separa-no ancora i piani, un tempo collegati da scale in legno, oggidistrutte.

1.3 LA TORRE DI PAPONE

Situata all’estremità nord-orientale dell’aggregato urba-no e contigua alla cinta muraria, la torre di Papone si è man-tenuta nelle sue condizioni originarie (RECAGNO 1959), nonessendo mai stata utilizzata come abitazione, caso unico aNoli, proprio in conseguenza della sua posizione isolata.Costruita probabilmente dal Comune con funzione difensivadella porta omonima, la torre è collegata alla cinta murariatramite un camminamento su arco. Come documenta il con-fronto tra lo stato attuale e alcune fotografie eseguite nellaprima metà del secolo scorso, la torre ha subito modificazio-ni nelle aperture ma nessuna trasformazione profonda dellesue strutture principali. A pianta rettangolare, presenta unbasamento caratterizzato dai consueti conci di porfiroide li-stati e spianati a cuscino attestati anche in altri esempi nolesi,da cui si discosta solo per il lato ovest, in cui i conci sonospianati. Nel portale, l’arco sovrastante l’architrave e la lu-netta cieca sono in mattoni. Le aperture sono composte dabifore gotiche ai primi due piani e da monofore con arcoogivale. Nel 1581 fu impiegata come deposito militare permunizioni (GANDOGLIA 1927) analogamente a quanto acca-deva per altre torri nolesi: di conseguenza alcune aperturevennero adattate alla nuova tecnica delle armi da fuoco edotate di feritoie. Come è stato osservato in precedenza, laposizione isolata della torre ha consentito la sua conserva-zione: anche i vani interni, infatti, sono giunti a noi nellecondizioni originarie. A pianterreno il vano è coperto da unavolta a crociera mentre quelli superiori sono separati da solaiin legno collegati da scale in legno. Intorno al 1920 furonoeseguite opere di restauro alla torre (DESCALZI 1920).

1.4 LA TORRE PELUFFO

Di pianta perfettamente quadrata, la torre Peluffo ha unasola fronte libera ma, sebbene mozzata, è una delle quattrotorri nolesi ancora ben visibili da lontano perché innalzatabel oltre i colmi delle case che la circondano. Il basamento è,come di consueto costituito da conci di locale porfiroide ver-de lavorati a bugnato forte listato in dimensioni decrescentidal basso verso l’alto. Il portale, costruito in grandi blocchidi pietra, si presenta come un semplice arco a tutto sesto pri-vo di architrave e lunetta, con «…una inflessione ogivale quasiimpercettibile solo nell’estradosso, leggermente falcato, for-mato da tre conci lavorati a cuneo…» (GARZOGLIO 1974). Lafacciata principale ha subito modifiche sia nella muraturalaterizia, ricoperta da intonaco dipinto, sia nelle aperture (duefinestre moderne sono state realizzate al primo ed al secondopiano). La parte superiore presenta invece una feritoia su tut-ti e quattro i lati. I vani interni sono stati destinati ad abitazio-ni e quindi completamente alterati ad eccezione del pianoterreno che ha conservato l’originaria copertura a botte con

botola circolare (ora murata) che dava accesso, mediante unascala in legno, ai piani superiori. Mentre gli altri esempi nolesisi presentano privi della sommità perché mozzata per il recu-pero dei mattoni, la torre Peluffo ha subito una sorte diffe-rente: lo sfruttamento per ottenerne mattoni da reimpiegare èavvenuto “assottigliando” i muri perimetrali, che risultano inmolte parti privati del rivestimento interno.

1.5 LA TORRE PAGLIANO

La torre Pagliano, situata all’estremo sud dell’abitatomedievale, risulta tagliata all’altezza della casa adiacenteed omonima, eretta nel XIV secolo. A pianta quadrata, èimpostata su un alto basamento in conci di pietra verde lo-cale, lavorati a bugnato listato. Il portale ha un architraveorizzontale poggiante su mensole concave, lunetta cieca edarco leggermente ogivale. Il piano terreno è separato dalprimo piano da una cornice aggettante in porfiroide verde.La struttura superiore evidenzia i segni dell’occlusione diuna trifora mentre al di sopra della cornice compaiono duefori, forse feritoie, orientate verso il basso.

1.6 LA TORRE DI VIA CESARE BATTISTI n° 6La torre al n° 6 di via Cesare Battisti, edificata in prossi-

mità del torrente S. Antonio, si presenta come elemento avam-posto della cinta muraria sud-occidentale, cui è collegata. Apianta quadrata, la costruzione risulta mozza all’altezza delsecondo piano. Il basso basamento è costituito da conci grandie regolari di pietra verde lavorati a bugnato. Il portale, privodi architrave, è caratterizzato da un semplice arco ogivale dimattoni posti in costa verticale. Il paramento laterizio del cor-po superiore è realizzato in mattoni e tra i primi due pianicorre una cornice aggettante in pietra verde. Le aperture, in-fine, sono costituite da monofore ad arco ogivale.

1.7 LA TORRE DI PIAZZETTA MARCONI n° 3La torre al n° 3 di Piazzetta Marconi, situata in posizione

angolare, è stata tagliata al di sopra dei tetti delle case atti-gue: palazzo Pagliano, una casa-torre ed una abitazione didue piani, costruzioni ricondubili al periodo medievale (LAM-BOGLIA 1959). Di forma planimetrica rettangolare, si impostasu un basamento massiccio in blocchi di pietra verde di gran-di dimensioni, riquadrati e connessi, lavorati a bugnato fortelistato. Il portale è caratterizzato da architrave monoliticoorizzontale con lunetta chiusa. Il paramento laterizio del cor-po superiore è ricoperto da intonaco amorfo. Le aperture sonorappresentate da una monofora al secondo piano ed una fine-strella rettangolare al piano superiore, nonché da due grandifinestre moderne rettangolari nel piano inferiore.

1.8 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 5La torre al n° 5 di via Serravalle, posizionata in una delle

vie nolesi con più alto numero di edifici medievali, è costitu-ita dal solo corpo inferiore realizzato in pietra con pianta ret-tangolare ed elevato fin oltre i tetti delle case adiacenti. Iconci, in porfiroide verde del Sino, sono lavorati in grandidimensioni, a bugnato in forte rilievo, levigati nei giunti, ri-quadrati e perfettamente combacianti. Il portale presenta ar-chitrave e lunetta cieca. Al di sopra dell’arco del portale com-pare una cornice aggettante in pietra verde ripresa anche trail primo ed il secondo piano. Interessante tra le aperture è lapresenza di una monofora molto alta con caratteristiche ana-loghe a quelle del portale: architrave orizzontale su mensoleconcave, lunetta chiusa e arco ogivale sovrastante.

1.9 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 9La torre al n° 9 di via Serravalle mozzata all’altezza

delle case in cui è stata incorporata, presenta basamento inconci di porfiroide verde, lavorati a bugnato listato in lieveaggetto. Il portale, è strutturato con architrave orizzontale,lunetta chiusa e sovrastante arco ogivale. La parte superio-re è ricoperta da uno strato di intonaco recente e presentadue aperture ottenute per sfondamento.

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Fig. 1 – Planimetria di Noli con il posizionamento delle torri ancora oggi visibili.

1.10 LA TORRE DI VIA SERRAVALLE n° 23La torre al n° 23 di via Serravalle ha forma planime-

trica rettangolare. Di essa è stato rilevato solo il basamen-to, formato da conci di locale porfiroide verde tagliati ingrandi dimensioni, perfettamente riquadrati, connessi elavorati a bugnato lieve listato solo sul fronte principalepoiché sui restanti i conci sono lisci. Il portale, ad archi-trave monolitico orizzontale, presenta arco sovrastante elunetta chiusa nascosti da un terrazzo ad archivolto ad-dossatovi successivamente. All’interno, il vano conserval’originaria volta a crociera, dotata di una botola circola-re, ora murata, attraverso la quale si aveva accesso, me-diante una scala in legno ritirabile, ai piani superiori.

1.11 LA TORRE TOSO

La torre Toso mozzata all’altezza del terzo piano (LAM-BOGLIA 1964), ha tre fronti isolati: di pianta perfettamentequadrata, è costituita dal basamento in grandi conci diporfiroide verde lavorati a bugnato listato in lieve aggetto.Il portale è impostato su arco ogivale, architrave orizzonta-le e lunetta cieca. Nel corpo superiore, in mattoni, compa-iono due monofore ogivali.

1.12 LA TORRE DI VIA COLOMBO n° 48La torre al n° 48 di via Colombo tagliata al colmo dei

tetti delle case adiacenti, ha pianta rettangolare e alto basa-mento in grandi conci di porfiroide verde locale, lavorati asuperficie liscia. Il solo fronte isolato è ricoperto, a partiredal primo piano, di vecchio intonaco con aperture modernee rimaneggiamenti che hanno interessato il pianterreno, at-tualmente utilizzato come attività privata. La sola aperturaoriginaria della torre, una monofora, si apre al secondo pia-no, appena visibile al di sopra di una cornice aggettante inporfiroide verde.

1.13 LA TORRE DEL CAFFE VERDI

La torre all’interno del Caffè Verdi è completamenteincorporata all’interno delle abitazioni costruite successi-vamente, e risulta visibile solo dal cortile interno del CaffèVerdi. Di forma planimetricamente quadrata, ha un bassobasamento in conci di porfiroide verde, lavorati a bugnatoforte listato. Il portale d’ingresso presenta un architrave conbassorilievi zoomorfi e lunetta cieca: in esso rimane visibi-le parte del vano. La torre subì diverse modifiche (occlu-sioni di aperture e sfondamenti) nel corso dei secoli, in se-guito ai successivi addossamenti di altre costruzioni.

1.14 LA TORRE GARZOGLIO

La torre Garzoglio, mozzata in prossimità dei tetti dellecase che la circondano, ed isolata su di un solo fronte, pre-senta costruzioni appoggiateglisi contro già a partire dalXIV secolo (LAMBOGLIA 1961). Il basamento è in grandi con-ci di porfiroide verde lavorati a bugnato listato. Il portale ècostituito da un semplice arco, a tutto sesto nell’intradossoe con lieve inflessione ogivale nell’estradosso. Come nellatorre Peluffo, il portale ha ampiezza inferiore a quello dellealtre torri. I piani superiori presentano due aperture rettan-golari moderne di notevoli dimensioni.1.15 LA TORRE BUCCELLI

La torre Buccelli tagliata all’altezza del vicino palazzoBuccelli (GANDOGLIA 1927; DESCALZI 1920), presenta un bas-so basamento in conci di porfiroide verde lavorati a bugna-to verde listato. Il portale ha un architrave semplice. Unicaapertura è una porta moderna di ampie dimensioni ottenutaper sfondamento.1.16 LA TORRE DI VIA TRANSILVANIA

La torre di via Transilvania è stata parzialmente incor-

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Fig. 2 – Scheda riassuntiva delle tecniche murarie.

porata nel seicentesco palazzo Viale. Mozzata all’altezzadel terzo piano, presenta una sola fronte libera; il basamen-to è in grandi conci di porfiroide verde locale lavorati abugnato listato in forte rilievo. Il portale d’ingresso, conarchitrave orizzontale, presentava lunetta cieca e sovrastantearco acuto. Il corpo superiore è in mattoni con due bifore alprimo ed al secondo piano.

1.17 LA TORRE DI VIA MUSSO n° 11La torre del n° 11 di via Musso è tagliata all’altezza

delle case in cui è stata incorporata (LAMBOGLIA 1969), pre-senta basamento in conci di porfiroide verde lavorati a bu-gnato listato, inframmezzati, soprattutto sugli angoli, daqualche concio in pietra più chiara e più dura lavorati a bu-gnato listato e riquadrato.

1.18 LA TORRE DI ARDUINI n° 7La torre al n° 7 di via Arduini è troncata poco al di so-

pra dell’altezza delle case nelle quali è stata incorporata(LAMBOGLIA 1959), ed impostata su un basamento in concidi pietra verde lavorati a bugnato listato, ora molto consun-ti. Il portale di ingresso presenta architrave orizzontale, lu-netta cieca ed arco ogivale.

1.19 LA TORRE VIALE O DELLA MARINA

La torre Viale o della Marina (TORTEROLI 1859; SALVAREZ-ZA 1968) a pianta rettangolare, è fondata per circa un terzo,

nella parte anteriore su di un poderoso archivolto ad arcateogivali di porfiroide verde, poggianti su due pilastri in grandiblocchi della stessa pietra, lavorati a bugnato, con cornice diimposta lavorata a listello ed ovolo: esempio unico nelle torrinolesi. Il basamento è realizzato in grandi conci di pietra verdelavorati a bugnato listato. Il corpo superiore del manufatto ècompletamente trasformato mentre la sola apertura originariaè rappresentata da una finestra ad arco ribassato.

1.20 LA TORRE DELLE FORCHE

La torre delle Forche, ormai scomparsa, è ricordata nellepagine di due storici locali (SALVAREZZA 1968). Entrambi netestimoniano la demolizione, intorno al 1815 circa, in con-seguenza della costruzione della strada napoleonica dellaCornice.

2. ANALISI DELLE TECNICHE MURARIE

L’analisi tipologica delle tecniche murarie condotta inun’area ristretta di territorio, deve interessare un alto nu-mero di costruzioni e deve fondarsi su metodi quantitativiche consentono l’immediato confronto tra i dati e l’identi-ficazione di eventuali raggruppamenti di tipi, ed evitandola formulazione di giudizi formali sul paramento, deve sof-fermarsi sullo studio dei dati oggettivi che possono sugge-rire i motivi delle scelte effettuate in base alle possibilitàlocali (MANNONI 1997).

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Nello studio delle tecniche murarie antiche si è spessoassociata la regolarità dei paramenti esterni all’abilità deicostruttori, distinguendo periodi e aree di maggiore o mi-nore qualità tecnica del costruire, rischiando di avvalorareproposte di restauri esasperati di strutture medievali a dan-no di edificazioni più recenti (MANNONI 1984).

Recentemente i metodi archeologici e le tecniche ar-cheometriche applicate all’architettura hanno fornito validistrumenti di raffronto con le informazioni storiche e si ègiunti ad analisi complessive fondate sulla considerazionedi molteplici fattori (BIANCHI 1996).– Scelte formali dei progettisti e dei costruttori.– Ambiente sociale ed economico in cui agivano le com-mittenze.– Caratteristiche tecniche dei materiali disponibili in rap-porto alle possibilità dei costi e dei trasporti.– Esistenza di scuole tradizionali di scalpellini, muratori ecalcinai, detentrici di precise «regole d’arte» necessarie perscegliere e lavorare in vari modi possibili quei materiali(MANNONI 1976; MANNONI 1993).

Tuttavia, tenendo conto di tali fattori, è possibile usarele tecniche murarie come strumenti di datazione, purché taliscelte si basino sul metodo deduttivo della cronotipologia enon su decisioni aprioristiche. In questa circostanza i fatto-ri economici, assumono una parte rilevante: nel caso dellalavorazione delle superfici a bugnato è possibile osservarecome nella fase esecutiva dei grossi conci, squadrati e lavo-rati a scalpello, si risparmiasse spesso sul costo di spianatu-ra della superficie esterna (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995).

3. CRONOTIPOLOGIA DEI PORTALI

Per effettuare la cronotipologia dei portali è necessarioraggruppare i manufatti che abbiano almeno un elementodistintivo in comune e tentare di creare gruppi di manufattiassimilabili per caratteri significativi. L’ordine in cui ven-gono considerati gli elementi distintivi (materiali, tecniche,misure, decorazioni) determina il diverso tipo di classifica-zione che si sta operando. Vi sono fattori esterni, economicie culturali, che influiscono notevolmente sulla produzionee ne determinano alcune varianti in base alla moda, allatecnica, alle conoscenze e al tipo di produzione (FERRANDO,MANNONI, PAGELLA 1989).

L’utilità di una classificazione cronologica risiede nel-la sua ripetibilità: i risultati non devono dipendere dall’ope-ratore ma rientrano entro limiti di errore accettabili per undeterminato metodo di lettura. Nella maggior parte dei casiil cronotipo esiste quale gruppo di manufatti aventi caratte-ri distintivi omogenei e con periodo di durata abbastanzapreciso ai fini degli studi archeologici su un dato territorio:la cronotipologia è quindi un metodo di datazione su baseregionale, dipendente inizialmente da altre tecniche di at-tribuzione (si parte infatti dall’analisi del più alto numeropossibile di oggetti cronologicamente attribuiti con altri pro-cedimenti) ma di facile uso e di costo notevolmente infe-riore a quello dei più onerosi metodi scientifici (CASCIONE,FAZZI, TOSO 1994-1995).

L’elaborazione di una cronotipologia si basa sul rileva-mento diretto degli aspetti morfologici e tecnici dei manu-fatti, con successiva operazione comparativa ed elaborazionequantitativa dei dati, attraverso cui si tenta di risalire alladeterminazione di cronotipi. L’analisi cronotipologica ten-de a registrare fenomeni circoscritti temporalmente e terri-torialmente, presentandosi come un metodo particolarmen-te funzionale per le realtà “minori” e non per lo studio deimanufatti eccezionali. Per comprendere il valore delle in-formazioni fornite dalla scheda cronotipologica è necessa-rio soffermarsi sulla nomenclatura adottata per le singolevoci della scheda stessa.

– Località, via, comune: individua e definisce il contesto incui si trova il manufatto.– Dati complessivi del portale: ne individuano i caratteriprincipali.– Materiali: ne distingue e riconosce la qualità e la tipolo-gia (porfiroide o calcare) utilizzato nei conci (GIANNINI 1993;CAGNANA 2000).– Lavorazione conci: definisce precisamente il tipo di lavo-razione scelta (PARENTI 1985; INNOCENTI 1993; MANNONI1993; CAGNANA 2000).– Caratteri arco: definisce il tipo e precisa la presenza ol’assenza della chiave di volta, individuando il tipo di vol-ta.– Caratteri architrave: specifica l’assenza o la presenza dimensole distinguendone, nel secondo caso, il tipo adottato.– Trasformazioni postmedievali: riferimento utilizzato nel casoin cui la struttura esaminata presenti modifiche apportate, suc-cessivamente alla fase medievale di costruzione, nelle struttu-re o nei materiali (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995).

4. CRONOTIPOLOGIA DELLE TORRI

Questo contributo preliminare ha verificato come unacorretta analisi storico-archeologica degli edifici situati inambiti ristretti, richieda l’individuazione di chiavi cronolo-giche locali, cioè di una serie di dati di riferimento validisolo per aree delimitate. Nello specifica situazione nolese èstato possibile riconoscere una chiave cronologica attraversola mensiocronologica dei mattoni (FOSSATI 1984; FOSSATI1985) e dei litici, confrontando i dati locali con quelli di Ge-nova (MANNONI, POLEGGI 1974; MANNONI et al. 1991;PITTALUGA, GHISLANZONI 1991; PITTALUGA, QUIRÒS CASTILLO1997), centro urbano con il quale Noli aveva relazioni com-merciali e rapporti politici (MANNONI, MILANESE 1988).

Nel caso dei portali delle torri invece, il confronto conaltre aree liguri, non è stato possibile per una effettiva man-canza di edifici che avessero caratteristiche compatibili nellastruttura e nella funzionalità. Il raffronto con il territorio diAlbenga sarà invece possibile con la conclusione di uno stu-dio attualmente in via di ultimazione. Nel corso dell’analisiarcheologica non è stato applicato interamente il metodo stra-tigrafico poiché, ad una lettura diretta, i paramenti, mantenu-tisi inalterati nel corso dei secoli, non presentano sequenzestratigrafiche (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995).

Durante il riconoscimento autoptico è stato osservato chetutti i portali delle torri esaminate, risultano coevi alle rispetti-ve murature, con la sola eccezione di quello della TorrePagliano, per il quale è stato necessario sviluppare un tipo diindagine più approfondito. Infatti il portale presenta stipiti emensole diseguali nella lavorazione: mentre a sinistra lo stipi-te mostra conci lavorati su due fronti (e quindi realizzati inprevisione di essere utilizzati con questa funzionalità), a destrasi osserva un taglio nella muratura (dovuto forse ad un succes-sivo allargamento dell’apertura). L’osservazione e lo studiodei singoli elementi ha permesso, attraverso il confronto deidati a disposizione, di individuare alcuni tipi di portali la cuiforma è riconducibile ad un determinato periodo. La mensio-cronologia dei litici e dei mattoni e l’analisi delle malte (RICCI1998) hanno individuato un arco cronologico di costruzionecompreso tra il principio del XII secolo e la fine del XIV seco-lo, che coincidono con una fase di consistente sviluppo socio-economico (e dunque edilizio) di Noli. Le diverse analisi ese-guite su un medesimo edificio si sono vicendevolmente con-fermate ad esclusione dei casi in cui si sono verificate discor-danze nelle datazioni dovute a rimaneggiamenti nella muratu-ra esterna (CASCIONE, FAZZI, TOSO 1994-1995).

Nel tentativo di creare gruppi di portali assimilabili percaratteristiche significative, è stato individuato un tipo di por-tale con arco: all’interno di questo sono stati compresi anchequei manufatti che presentavano alcuni caratteri dissonanti e

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Fig. 3 – Torre del Comune, scheda tecnica.

quelli privi dello stesso arco (non per diversa tipologia ma permodifiche successive). Questa classificazione si è basata suirisultati delle analisi eseguite (FERRANDO CABONA 1998).

Le indagini eseguite hanno inoltre permesso di attribu-ire a periodi storici definiti torri con portali dalle caratteri-

stiche particolari. Quelle più antiche (Torre Peluffo, TorreGarzoglio) presentano esempi con arco a tutto sesto nel-l’intradosso e concio in chiave, sono privi di architrave emensole ed hanno aperture dalle dimensioni ridotte(2450×700 mm). La Torre in Piazzetta Marconi, la Torre

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Fig. 4 – Torre del Peluffo, scheda tecnica.

del Comune, la Torre Buccelli e la Torre in via Serravallen° 23 hanno arco a sesto acuto sia nell’intradosso che nel-l’estradosso, architrave e mancanza di concio in chiave. Iconci risultano in questi casi con dimensioni massime. L’ul-

timo gruppo di torri (Toso, via Arduini n° 7 via Serravallen° 5 Pagliano, via Arduini n° 17, via Colombo n° 49) inordine cronologico, presentano arco a sesto acuto privo dichiave di volta (tranne per la torre in via Serravalle n° 9)

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Fig. 5 – Torre del Canto e Torre di via Colombo n° 48, scheda tecnica.

conci con lavorazione scalare (ad eccezione della torre invia Arduini n° 17 con arco in mattoni non coevo alla mura-tura), architrave e mensole. Un caso a se stante è rappresen-tato dalla Torre di Papone che ha subito numerosi rimaneg-

giamenti nel corso del tempo e che la mensiocronologia deilitici e le dimensioni dei conci hanno confermato essere diepoca successiva. I portali con mensole e diversa lavora-zione ad ornato non hanno subito trasformazioni ma nella

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cui realizzazione è da riconoscere probabilmente il lavorodi due diversi ornatori. Elemento comune alla maggior par-te delle torri è la lavorazione dei conci “a cuscino”, senzache per questo sia possibile stabilire una cronologia preci-sa. Alcuni portali presentano conci laterali situati al di sottodelle mensole, dalle dimensioni più piccole. Nel corso del-lo studio dei portali non sono state riscontrate particolaridecorazioni ad eccezione di un bassorilievo zoomorfo nel-la torre situata all’interno del Caffè Verdi e degli architravicon dentelli delle torri Toso e Papone (CASCIONE, FAZZI, TOSO1994-1995).

NOTA CONCLUSIVA

Il presente contributo presenta in forma di sintesi un piùampio e complesso lavoro in corso di pubblicazione sulle torripresenti nel borgo medievale di Noli, ancora visibili o ricono-scibili in parte nella misura in cui è stato possibile documen-tarle. Sono stati perciò esaminati tutti i manufatti significativiin condizione di mantenimento che potessero essere identifi-cati come torri. Per ognuna di esse è stata realizzata una tripli-ce schedatura: una “scheda tecnica muraria”, una “schedamattoni” e, nei casi in cui ne è stata accertata la presenza, an-che una “scheda portale” affinché fossero acquisiti tutti i datidisponibili che consentissero una lettura corretta e medianteuna integrazione con le fonti documentarie di proporre, se pos-sibile, una cronologia di ogni singolo manufatto. Per esempli-ficare il tipo di lavoro svolto sono state proposte le schedatureadottate, complete in ogni riferimento, dei quattro manufattipiù interessanti: la torre del Comune, la torre del Canto, latorre di via Colombo n° 48 e la torre Peluffo. I singoli rilievisono di Eleonora Cascione.

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