Le storie di giovani che fanno impresa · ducazione, non possono permettersi una vacanza e hanno...

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Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 10 marzo 2019 generazione giovani a diffusione della povertà tra le giovani genera- zioni è un fenomeno che dilaga continuamente. Secondo alcune ricerche, questi non investono nell’e- ducazione, non possono permettersi una vacanza e hanno scarse possibilità di trovare un lavoro o lo tro- vano con un salario più basso rispetto alle preceden- ti generazioni. Questo il principale fattore che contri- buisce alla penalizzazione dei progetti di vita oggi in- certi e con tappe più diradate nel tempo rispetto al pas- sato. Non è un caso che la Costituzione si pronuncia così: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il lavoro, infatti, è la base su cui costruire la centralità della persona e su cui poggiare la dignità umana. Ogni giorno leggiamo storie di tante persone che considerano il lavoro come un sogno da realizza- re. Dunque, una via per uscire da questa impasse po- trebbe essere l’introduzione di misure per incoraggia- re i giovani allo studio e incrementare opportunità d’impiego con salari equi. I giovani dovrebbero impe- gnarsi nello studio, informarsi, formarsi e fare rete con l’obiettivo di essere i protagonisti e gli artefici del pro- prio futuro, senza aspettare che altri lo facciano al lo- ro posto, perché il più grande investimento è quello di scommettere su di sé. Giorgio di Perna, incaricato giovani di Ac Lazio L Studio e formazione Per costruire il futuro Sociale e lavoro: le attività pastorali tra bilanci e novità a pagina 2 Supplemento di ALBANO IL MESSAGGIO PER LA QUARESIMA a pagina 3 ANAGNI IL PRESULE SCRIVE ALLA COMUNITÀ a pagina 4 CIVITA C. MOGLIE E MARITO COMPLICI DEL BENE a pagina 5 CIVITAVECCHIA CONCLUSO IL CORSO SULLA CATECHESI a pagina 6 FROSINONE QUESTO È UN TEMPO DI CARITÀ E AMORE a pagina 7 GAETA IN DISCOTECA CON IL VESCOVO a pagina 8 LATINA ACCOMPAGNARE LE DISABILITÀ a pagina 9 PALESTRINA UN IMPEGNO FORTE SUL TERRITORIO a pagina 10 PORTO S.RUFINA IL PENTIMENTO NELLA GRAZIA a pagina 11 SORA FESTEGGIANDO SAN TOMMASO a pagina 13 TIVOLI AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI QUEI TRE GIORNI CUORE DELLA FEDE a pagina 12 DI SIMONA GIONTA E MONIA NICOLETTI è chi coltiva carciofi, chi realizza videogiochi, chi crea l’habitat umano 4.0 e chi manda turisti sui ghiacciai. Ad accumunare figure tanto differenti sono l’età e il talento. Si tratta solo di alcuni dei giovani imprenditori di successo tra i protagonisti di “Roma 2030. Scenari di sviluppo per il prossimo decennio”, la ricerca svolta dal sociologo Domenico De Masi per conto della Camera di Commercio di Roma. Un ritratto che fornisce uno spaccato interessante dello stato di salute delle aziende della Capitale e della provincia fondate o gestite da giovani. In città operano oggi moltissime imprese giovanili, ma anche nelle zone fuori l’area romana vi è vitalità imprenditoriale animata da ragazzi e ragazze brillanti. Infatti, c’è chi ha scelto come base la costa laziale. Riccardo Aringoli, agronomo e giovane imprenditore, punta tutto sul carciofo: «Nel 1949 mio nonno iniziò a coltivare carciofi a Ladispoli. Poi mio padre e mio zio hanno incrociato un carciofo romanesco con un violetto di Toscana. Il risultato è un carciofo globoso, dal colore viola acceso, molto tenero e privo di peluria all’interno. L’idea è quella di rilanciare un settore e una coltura che rischia di sparire dai nostri territori». Parte invece da Roma l’avventura di Diva Tomei. Laureata in Biotecnologie alla Sapienza, in California intuisce che l’imprenditorialità tecnologica è la sua strada. Nasce così Solenica, una startup hardware: «Creiamo prodotti intelligenti che aiutano le persone a migliorare la qualità dei loro spazi interni, a consumare meno, a creare un nuovo habitat che definiamo “habitat 4.0”. Il primo prodotto di Solenica, “Caia”, è stato un eliostato in grado di portare la luce del sole in casa». Nota dolente per tutti gli imprenditori sono i finanziamenti: «Abbiamo cominciato a cercarli in Italia nel 2015, ma li abbiamo trovati a San Diego». Le imprese giovanili, a Roma e provincia tra il C 2014 e il 2018 hanno conosciuto tassi di crescita superiori alla media nazionale. Nelle aziende innovative ad alto valore tecnologico, inoltre, la presenza dei giovani è molto elevata. Fabiana Milza, ingegnere aerospaziale e aeronautico, racconta che: «Il mio campo di ricerca è lo sviluppo di materiali nanocompositi per l’esplorazione umana del sistema solare. Con due colleghi abbiamo fondato Ice King, app per il turismo sui ghiacciai e per la citizen science». Tra le imprese innovative ad alto impatto tecnologico c’è anche Ptv Group di Lorenzo Meschini, che sviluppa software per il controllo in tempo reale del traffico e l’infomobilità. Mattia Merra ha realizzato l’app HelpQuake, in grado di guidare le persone in situazioni di emergenza, supportandole con risorse offline e funzionalità online. Ma non sono solo i laureati a puntare sul progresso tecnologico. All’interno del progetto per l’alternanza scuola–lavoro Marco Fallibene e Edoardo Pasqualitti, studenti dell’Itis Galileo Galilei, si sono ritrovati a collaborare con l’Accademia italiana videogiochi. Ma le eccellenze non sono solo quelle che puntano sulla tecnologia. Spesso sono i lavori artigianali a essere ancora al centro dell’imprenditoria giovanile. Lavori fatti con le mani, come una volta, ma che in Internet possono trovare nuovi canali di vendita e di crescita. Conny Massa si potrebbe definire un’artigiana digitale: «Dopo circa dieci anni di lavoro precario, ho iniziato un corso da Tiffany gioielli e ho aperto un negozio online su Etsy Italia team». Francesca Donato e Gabriele Caputo, Istituto Calamatta di Civitavecchia, invece, hanno fatto imprenditoria su un nobile intento: «La Remake Italy vuole proporsi come impresa non profit, lavorando al decoro urbano di aree molto popolari e non solo. Abbiamo deciso di intervenire in primo luogo a Corviale, una zona nella periferia di Roma. Poi ci occuperemo di Norcia, verificando i danni del sisma. Puntiamo ad avere finanziamenti da aziende ed enti pubblici». Pastore di Chiesa ulla anteporre a Cristo» è il motto benedettino che il vescovo Gino Reali ha scelto quando è stato e- letto alla sede suburbi- caria di Porto-Santa Rufina, che gui- da dal 2002. Ordinato sacerdote nel 1971 a Monteleone di Spoleto, suo paese natale, ha sempre svolto il ser- vizio di parroco. Ha studiato teologia dogmatica alla Gregoriana, diritto ca- nonico alla Lateranense e sociologia alla Sapienza di Roma. È stato vicario generale, prima di Norcia, dove ha insegnato religione nei licei e diretto il settimanale diocesano; e poi anche di Spoleto con l’unione delle diocesi. È delegato per la carità della Cel. N « A Roma e provincia, sono tante le idee realizzate da ragazzi di talento. Vanno dai settori tradizionali a quelli hi-tech. C’è chi coltiva carciofi o crea l’habitat 4.0 Un momento dell’incontro sulle imprese giovanili svoltosi presso la Camera di Commercio di Roma Le storie di giovani che fanno impresa IN CAMMINO NEL DESERTO ASSIEME A GESÙ DI GINO REALI * on l’austero segno delle ceneri abbiamo iniziato il cammino della Quaresima, un cammino da fare con Gesù; anzi, il Vangelo di Luca ce lo insegna, il nostro cammino è da fare come il cammino di Gesù. La Quaresima ci ricorda un passo importante compiuto da Gesù che, guidato dallo Spirito, scende nel deserto dove rimane per quaranta giorni e lì viene tentato dal diavolo. Questo tempo richiama l’esperienza di Israele, che rimase quarant’anni nel deserto prima di raggiungere la Terra della promessa, ma indica simbolicamente tutta la nostra vita. Il deserto è il luogo della solitudine ed entrarvi è un’impresa da coraggiosi. Di giorno, nel deserto ti sorprende il silenzio e ti affascina la grandezza degli spazi aridi, di notte, ti appare popolato degli animali più diversi, quelli che, vagando nel buio, segnalano la loro presenza con urli agghiaccianti e i serpenti e gli scorpioni, che si insinuano dappertutto. Anche quello di Gesù è un deserto così popolato. Il Vangelo di Marco dice che Gesù nel deserto «stava con le fiere e gli angeli lo servivano». Ma oggi, in particolare, il Vangelo ci dice della presenza di Satana con le sue tentazioni. Gesù, che per iniziare il suo ministero va nel deserto, condivide con noi la sua esperienza e ci chiede: vuoi davvero conoscere l’amore di Dio? Sei pronto ad accogliere la sua luce? Vuoi vivere nella verità, o preferisci la menzogna? Il deserto ci obbliga a vedere, come in uno specchio, la nostra interiorità, ci costringe a misurarci con la solitudine e ci aiuta a purificare la qualità delle nostre relazioni. Ci sottopone alla prova, ci richiama all’essenzialità e ci fa riscoprire la forza che ci è stata donata. «Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame». Gesù condivide la nostra fame e come noi incontra il tentatore e ne supera il confronto mostrandoci che la proposta del diavolo è un’illusione che affascina ogni epoca storica. Le tentazioni di Gesù sono la prova a cui tutti siamo sottoposti, soprattutto nel tempo della fragilità. Ognuno è tentato di ridurre tutto a pane, a denaro, a bene da consumare. Ognuno, pronto a prostrarsi ad ogni idolo, si fa tentatore di Dio: da lui pretende poteri e miracoli. Le tre tentazioni riguardano le relazioni fondamentali di ogni persona: pensare solo a sé, usare senza scrupolo gli altri e disporre a piacimento di Dio. Le tentazioni non si evitano, si attraversano. Il riferimento alla parola di Dio ci fa crescere nella certezza di potere superare la proposta di colui che divide, il diavolo, che non riuscirà a separarci dall’amore di Dio. * vescovo di Porto–Santa Rufina C Ricerche concluse, Nardi e Ballard per sempre sul Nanga Parbat opo due settimane di pas- sione si è conclusa la storia dei due alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard, rispettiva- mente di Sezze (Latina) e inglese, dispersi sulle pendici del Nanga Par- bat, una delle montagne al mondo più difficili da scalare. Ieri la notizia che ormai tutti si aspettavano, a diffonderla via Twitter è stato l’am- basciatore italiano in Pakistan Giu- seppe Pontecorvo: «Con grande do- lore informo che le ricerche di Da- niele Nardi e Tom Ballard sono ter- minate visto che Alex Txikon e la sua squadra hanno confermato che le sagome viste sullo sperone Mum- mery a circa 5.900 metri sono quel- le di Daniele e Tom». Le sagome e- rano state avvistare nei giorni scor- si, ma solo ieri è stato possibile per i soccorritori arrivare in prossimità del punto esatto e compiere altri ac- D certamenti a distanza. Al momento i corpi dei due resteranno sulla “montagna killer” (come è chiama- to il Nanga Parbat) vista l’alta peri- colosità della zona, forse in estate sarà possibile avvicinarsi quel tan- to per recuperare i corpi. I familiari di Nardi in una nota ringraziano i soccorritori, le autorità e i sosteni- tori, ricordano «Tom come compe- tente e coraggioso amico di Danie- le. A lui va il nostro pensiero». Pro- seguono, poi, ricordando che «Da- niele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico per- so per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e con- diviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e del- le avventure, scrupoloso, coraggio- so, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno». Remigio Russo Parole vive Chi è i numeri Gli under 35 che danno una spinta all’economia tando alla ricerca “Roma 2030. Scenari di sviluppo per il prossimo de- cennio” del sociologo Domenico De Masi a Roma ci sono oltre 43mi- la imprese giovanili, che, tra il 2014 e il 2018, hanno conosciuto tassi di crescita superiori alla media nazionale (+13% Roma, +10,3% Italia). Non è da meno però la periferia. Nella provincia di Roma, escluso il comune capitale, si contano 125mila imprese. Negli ultimi cinque anni sono au- mentate del 10%. Mentre, le 189 startup innovative giovanili al 31 di- cembre 2018 rappresentano il 19,5% del totale delle startup innovative romane (in Italia 19,4%). Un fatto che non deve sorprendere, consideran- do che Roma ha: oltre 40 università con più di 240mila studenti; un si- stema produttivo culturale e creativo vitale che genera il 9,8% del valore aggiunto totale (media Italia 6% con Roma al secondo posto); la concen- trazione più elevata di ricercatori in Italia. Esiste, tuttavia, una crescente frattura tra aree centrali e periferiche che riguarda la composizione so- cio-economica e l’incidenza di titoli di studio e livelli occupazionali. S

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Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 10 marzo 2019 generazione giovani

a diffusione della povertà tra le giovani genera-zioni è un fenomeno che dilaga continuamente.

Secondo alcune ricerche, questi non investono nell’e-ducazione, non possono permettersi una vacanza ehanno scarse possibilità di trovare un lavoro o lo tro-vano con un salario più basso rispetto alle preceden-ti generazioni. Questo il principale fattore che contri-buisce alla penalizzazione dei progetti di vita oggi in-certi e con tappe più diradate nel tempo rispetto al pas-sato. Non è un caso che la Costituzione si pronunciacosì: “L’Italia è una Repubblica democratica fondatasul lavoro”. Il lavoro, infatti, è la base su cui costruirela centralità della persona e su cui poggiare la dignitàumana. Ogni giorno leggiamo storie di tante personeche considerano il lavoro come un sogno da realizza-re. Dunque, una via per uscire da questa impasse po-trebbe essere l’introduzione di misure per incoraggia-re i giovani allo studio e incrementare opportunitàd’impiego con salari equi. I giovani dovrebbero impe-gnarsi nello studio, informarsi, formarsi e fare rete conl’obiettivo di essere i protagonisti e gli artefici del pro-prio futuro, senza aspettare che altri lo facciano al lo-ro posto, perché il più grande investimento è quellodi scommettere su di sé.Giorgio di Perna, incaricato giovani di Ac Lazio

L

Studio e formazionePer costruire il futuro

Sociale e lavoro:le attività pastoralitra bilanci e novitàa pagina 2

Supplemento di

◆ ALBANOIL MESSAGGIOPER LA QUARESIMA

a pagina 3

◆ ANAGNIIL PRESULE SCRIVEALLA COMUNITÀ

a pagina 4

◆ CIVITA C.MOGLIE E MARITOCOMPLICI DEL BENE

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIACONCLUSO IL CORSOSULLA CATECHESI

a pagina 6

◆ FROSINONEQUESTO È UN TEMPODI CARITÀ E AMORE

a pagina 7

◆ GAETAIN DISCOTECACON IL VESCOVO

a pagina 8

◆ LATINAACCOMPAGNARELE DISABILITÀ

a pagina 9

◆ PALESTRINAUN IMPEGNO FORTESUL TERRITORIO

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAIL PENTIMENTONELLA GRAZIA

a pagina 11

◆ SORAFESTEGGIANDOSAN TOMMASO

a pagina 13

◆ TIVOLIAL SERVIZIODEGLI ULTIMI

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIQUEI TRE GIORNICUORE DELLA FEDE

a pagina 12

DI SIMONA GIONTAE MONIA NICOLETTI

è chi coltiva carciofi, chirealizza videogiochi, chicrea l’habitat umano 4.0 e

chi manda turisti sui ghiacciai. Adaccumunare figure tanto differentisono l’età e il talento. Si tratta solodi alcuni dei giovani imprenditoridi successo tra i protagonisti di“Roma 2030. Scenari di sviluppoper il prossimo decennio”, la ricercasvolta dal sociologo Domenico DeMasi per conto della Camera diCommercio di Roma. Un ritrattoche fornisce uno spaccatointeressante dello stato di salutedelle aziende della Capitale e dellaprovincia fondate o gestite dagiovani. In città operano oggimoltissime imprese giovanili, maanche nelle zone fuori l’arearomana vi è vitalità imprenditorialeanimata da ragazzi e ragazzebrillanti. Infatti, c’è chi ha sceltocome base la costa laziale. RiccardoAringoli, agronomo e giovaneimprenditore, punta tutto sulcarciofo: «Nel 1949 mio nonnoiniziò a coltivare carciofi aLadispoli. Poi mio padre e mio ziohanno incrociato un carcioforomanesco con un violetto diToscana. Il risultato è un carciofogloboso, dal colore viola acceso,molto tenero e privo di peluriaall’interno. L’idea è quella dirilanciare un settore e una colturache rischia di sparire dai nostriterritori». Parte invece da Romal’avventura di Diva Tomei. Laureatain Biotecnologie alla Sapienza, inCalifornia intuisce chel’imprenditorialità tecnologica è lasua strada. Nasce così Solenica, unastartup hardware: «Creiamoprodotti intelligenti che aiutano lepersone a migliorare la qualità deiloro spazi interni, a consumaremeno, a creare un nuovo habitatche definiamo “habitat 4.0”. Ilprimo prodotto di Solenica, “Caia”,è stato un eliostato in grado diportare la luce del sole in casa».Nota dolente per tutti gliimprenditori sono i finanziamenti:«Abbiamo cominciato a cercarli inItalia nel 2015, ma li abbiamotrovati a San Diego». Le impresegiovanili, a Roma e provincia tra il

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2014 e il 2018 hanno conosciutotassi di crescita superiori alla medianazionale. Nelle aziende innovativead alto valore tecnologico, inoltre,

la presenza dei giovani è moltoelevata. Fabiana Milza, ingegnereaerospaziale e aeronautico, raccontache: «Il mio campo di ricerca è lo

sviluppo di materialinanocompositi per l’esplorazioneumana del sistema solare. Con duecolleghi abbiamo fondato Ice King,app per il turismo sui ghiacciai eper la citizen science». Tra leimprese innovative ad alto impattotecnologico c’è anche Ptv Group diLorenzo Meschini, che sviluppasoftware per il controllo in temporeale del traffico e l’infomobilità.Mattia Merra ha realizzato l’appHelpQuake, in grado di guidare lepersone in situazioni di emergenza,supportandole con risorse offline efunzionalità online. Ma non sonosolo i laureati a puntare sulprogresso tecnologico. All’internodel progetto per l’alternanzascuola–lavoro Marco Fallibene eEdoardo Pasqualitti, studentidell’Itis Galileo Galilei, si sonoritrovati a collaborare conl’Accademia italiana videogiochi.Ma le eccellenze non sono soloquelle che puntano sulla

tecnologia. Spesso sono i lavoriartigianali a essere ancora al centrodell’imprenditoria giovanile. Lavorifatti con le mani, come una volta,ma che in Internet possono trovarenuovi canali di vendita e di crescita.Conny Massa si potrebbe definireun’artigiana digitale: «Dopo circadieci anni di lavoro precario, hoiniziato un corso da Tiffany gioiellie ho aperto un negozio online suEtsy Italia team». Francesca Donatoe Gabriele Caputo, IstitutoCalamatta di Civitavecchia, invece,hanno fatto imprenditoria su unnobile intento: «La Remake Italyvuole proporsi come impresa nonprofit, lavorando al decoro urbanodi aree molto popolari e non solo.Abbiamo deciso di intervenire inprimo luogo a Corviale, una zonanella periferia di Roma. Poi cioccuperemo di Norcia, verificando idanni del sisma. Puntiamo ad averefinanziamenti da aziende ed entipubblici».

Pastore di Chiesaulla anteporrea Cristo» è il

motto benedettino cheil vescovo Gino Reali hascelto quando è stato e-letto alla sede suburbi-

caria di Porto-Santa Rufina, che gui-da dal 2002. Ordinato sacerdote nel1971 a Monteleone di Spoleto, suopaese natale, ha sempre svolto il ser-vizio di parroco. Ha studiato teologiadogmatica alla Gregoriana, diritto ca-nonico alla Lateranense e sociologiaalla Sapienza di Roma. È stato vicariogenerale, prima di Norcia, dove hainsegnato religione nei licei e direttoil settimanale diocesano; e poi anchedi Spoleto con l’unione delle diocesi.È delegato per la carità della Cel.

A Roma e provincia,sono tante le ideerealizzate da ragazzidi talento. Vanno daisettori tradizionali a quelli hi-tech. C’èchi coltiva carciofi o crea l’habitat 4.0

Un momento dell’incontro sulle imprese giovanili svoltosi presso la Camera di Commercio di Roma

Le storie di giovaniche fanno impresa

IN CAMMINONEL DESERTO

ASSIEME A GESÙ

DI GINO REALI *

on l’austero segno delle ceneriabbiamo iniziato il camminodella Quaresima, un

cammino da fare con Gesù; anzi, ilVangelo di Luca ce lo insegna, ilnostro cammino è da fare come ilcammino di Gesù.La Quaresima ci ricorda un passoimportante compiuto da Gesù che,guidato dallo Spirito, scende neldeserto dove rimane per quarantagiorni e lì viene tentato dal diavolo.Questo tempo richiama l’esperienzadi Israele, che rimase quarant’anninel deserto prima di raggiungere laTerra della promessa, ma indicasimbolicamente tutta la nostra vita.Il deserto è il luogo della solitudineed entrarvi è un’impresa dacoraggiosi. Di giorno, nel deserto tisorprende il silenzio e ti affascina lagrandezza degli spazi aridi, di notte,ti appare popolato degli animali piùdiversi, quelli che, vagando nel buio,segnalano la loro presenza con urliagghiaccianti e i serpenti e gliscorpioni, che si insinuanodappertutto. Anche quello di Gesù èun deserto così popolato. Il Vangelodi Marco dice che Gesù nel deserto«stava con le fiere e gli angeli loservivano». Ma oggi, in particolare,il Vangelo ci dice della presenza diSatana con le sue tentazioni.Gesù, che per iniziare il suoministero va nel deserto, condividecon noi la sua esperienza e ci chiede:vuoi davvero conoscere l’amore diDio? Sei pronto ad accogliere la sualuce? Vuoi vivere nella verità, opreferisci la menzogna? Il deserto ciobbliga a vedere, come in unospecchio, la nostra interiorità, cicostringe a misurarci con lasolitudine e ci aiuta a purificare laqualità delle nostre relazioni. Cisottopone alla prova, ci richiamaall’essenzialità e ci fa riscoprire laforza che ci è stata donata.«Non mangiò nulla in quei giorni;ma quando furono terminati ebbefame». Gesù condivide la nostrafame e come noi incontra il tentatoree ne supera il confronto mostrandociche la proposta del diavolo èun’illusione che affascina ogni epocastorica. Le tentazioni di Gesù sono laprova a cui tutti siamo sottoposti,soprattutto nel tempo della fragilità.Ognuno è tentato di ridurre tutto apane, a denaro, a bene daconsumare. Ognuno, pronto aprostrarsi ad ogni idolo, si fatentatore di Dio: da lui pretendepoteri e miracoli. Le tre tentazioniriguardano le relazioni fondamentalidi ogni persona: pensare solo a sé,usare senza scrupolo gli altri edisporre a piacimento di Dio.Le tentazioni non si evitano, siattraversano.Il riferimento alla parola di Dio ci facrescere nella certezza di poteresuperare la proposta di colui chedivide, il diavolo, che non riuscirà asepararci dall’amore di Dio.

* vescovo di Porto–Santa Rufina

C

Ricerche concluse, Nardi e Ballardper sempre sul Nanga Parbat

opo due settimane di pas-sione si è conclusa la storiadei due alpinisti Daniele

Nardi e Tom Ballard, rispettiva-mente di Sezze (Latina) e inglese,dispersi sulle pendici del Nanga Par-bat, una delle montagne al mondopiù difficili da scalare. Ieri la notiziache ormai tutti si aspettavano, adiffonderla via Twitter è stato l’am-basciatore italiano in Pakistan Giu-seppe Pontecorvo: «Con grande do-lore informo che le ricerche di Da-niele Nardi e Tom Ballard sono ter-minate visto che Alex Txikon e lasua squadra hanno confermato chele sagome viste sullo sperone Mum-mery a circa 5.900 metri sono quel-le di Daniele e Tom». Le sagome e-rano state avvistare nei giorni scor-si, ma solo ieri è stato possibile peri soccorritori arrivare in prossimitàdel punto esatto e compiere altri ac-

D certamenti a distanza. Al momentoi corpi dei due resteranno sulla“montagna killer” (come è chiama-to il Nanga Parbat) vista l’alta peri-colosità della zona, forse in estatesarà possibile avvicinarsi quel tan-to per recuperare i corpi. I familiaridi Nardi in una nota ringraziano isoccorritori, le autorità e i sosteni-tori, ricordano «Tom come compe-tente e coraggioso amico di Danie-le. A lui va il nostro pensiero». Pro-seguono, poi, ricordando che «Da-niele rimarrà un marito, un padre,un figlio, un fratello e un amico per-so per un ideale che, fin dall’inizio,abbiamo accettato, rispettato e con-diviso. Ci piace ricordarti come seiveramente: amante della vita e del-le avventure, scrupoloso, coraggio-so, leale, attento ai dettagli e semprepresente nei momenti di bisogno».

Remigio Russo

Parole vive

Chi è

i numeri

Gli under 35 che danno una spinta all’economia tando alla ricerca “Roma 2030. Scenari di sviluppo per il prossimo de-cennio” del sociologo Domenico De Masi a Roma ci sono oltre 43mi-

la imprese giovanili, che, tra il 2014 e il 2018, hanno conosciuto tassi dicrescita superiori alla media nazionale (+13% Roma, +10,3% Italia). Nonè da meno però la periferia. Nella provincia di Roma, escluso il comunecapitale, si contano 125mila imprese. Negli ultimi cinque anni sono au-mentate del 10%. Mentre, le 189 startup innovative giovanili al 31 di-cembre 2018 rappresentano il 19,5% del totale delle startup innovativeromane (in Italia 19,4%). Un fatto che non deve sorprendere, consideran-do che Roma ha: oltre 40 università con più di 240mila studenti; un si-stema produttivo culturale e creativo vitale che genera il 9,8% del valoreaggiunto totale (media Italia 6% con Roma al secondo posto); la concen-trazione più elevata di ricercatori in Italia. Esiste, tuttavia, una crescentefrattura tra aree centrali e periferiche che riguarda la composizione so-cio-economica e l’incidenza di titoli di studio e livelli occupazionali.

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Claudio Gessi, direttore per la pastoralesociale e del lavoro del Lazio, illustra le nuoveiniziative: dialogo con le diocesi, convegno su Leone XIII e ruolo dei cattolici in politica

«La rivoluzione della tenerezza»

ppuntamento pressol’auditorium del santuariodel Divino Amore, giovedì

28 marzo, dalle 9.30 alle 16.30,per il convegno organizzato dallaCommissione laziale perl’ecumenismo e il dialogo, con irappresentanti delle diversereligioni sul tema “La rivoluzionedella tenerezza”.Come spiega don Marco Gnavi,incaricato dell’Ufficio della diocesidi Roma per l’ecumenismo e ildialogo: «la presenza delCardinale vicario, Angelo De

Donatis, che aprirà i lavoriportando il saluto e il suosostegno, richiamerà sindall’inizio ciò che per papaFrancesco ha un valore profondo euna forza storica: l’empatia, latenerezza, come proposta per tuttele generazioni, antitetica allacultura dello scarto e fonte direlazioni nuove». Porteranno il loro contributoUmberto Galimberti,psicoanalista, sociologo e filosofo;il prof. Alessandro Salamone,direttore dell’Ufficio Scuola delVicariato di Roma; il RabbinoBenedetto Carucci Viterbi,direttore della Scuola Ebraica; ilprof. Paolo Naso, valdese edocente di Scienza politica pressol’Università La Sapienza. Amoderare il dibattito sarà ilgiornalista Mimmo Muolo di

Avvenire. Nel pomeriggio,prenderanno la parola, donBenoni Ambarus, direttore dellaCaritas romana e il vescovoAtnanasie di Bogdania, ausiliaredella diocesi Ortodossa Romenain Italia. Seguirà la visione di unostralcio del docufilm “Francesco,uomo di parola”, opera del registaWim Wenders.Anche quest’anno è previstol’esonero dal servizio per i docentie l’iniziativa sarà valida ai finidell’aggiornamento professionale.Per informazioni ed iscrizioni èpossibile rivolgersi agli incaricatidiocesani per l’ecumenismo,oppure chiamando al Vicariato diRoma allo 06.69886517 od ancheinviando una e–mail all’[email protected].

Roberta Ceccarelli

A

Sull’esempio di don SturzoTornare a essere «popolari»

Gessi: «In riferimento al tema dello sviluppodel Progetto Policoro in regione, bisognamettersi al servizio dei ragazzi che hannoidee, aiutandoli nellarealizzazione, senzapensarle noi per loro»

Due le priorità:lavoro e giovani

DI MIRKO GIUSTINI

iocesi, dateci fiducia». Èquanto chiede ClaudioGessi, il direttore della

Pastorale sociale e del lavoro dellaConferenza episcopale laziale. Direttore, come si è conclusol’anno passato?Senza nessuna sorpresa: abbiamoportato a termine il programma,

D«costruendo buoni rapporti con lealtre commissioni ed essendocomponenti puntuali della consultanazionale. Non ci stanchiamo maidi sollecitare le diocesi ad investirenella Pastorale sociale. L’anno scorsosiamo stati protagonisti di ungrande convegno dedicato allafigura di Leone XIII ad Anagni conla presenza del presidente dellaConferenza episcopale italianaGualtiero Bassetti. Di incontri neabbiamo patrocinati e promossialtri; molti con al centro il ruolo deicattolici in politica, una delleurgenze per il nostro paese. Pensieroche trova rispondenza in partiimportanti del mondo cattolico.Quali sono le principali difficoltàche avete incontrato? Qualche problema lo abbiamoavuto con il progetto Policoro. Negliultimi anni alcune diocesi hannodeciso di uscire adducendomotivazioni che non mi sonosembrate valide. Il progetto è unmodo per dimostrare l’attenzionedella Chiesa locale al rapporto deigiovani con il lavoro. La sensazione

però è che a volte si rimanga dentroper onorare gli accordi e non perchési sia veramente convinti. Non èdetto che il percorso si debba perforza concludere con uno sboccolavorativo. L’obiettivo è mettersi adisposizione di giovani che hannoidee, non di produrle noi per loro.Un altro problema è la mancanza diservizi di Pastorale socialeall’interno di alcune diocesi. Il Lazioha una serie di problematicheeconomiche e sociali, ma anche dimoralità della politica e scarsacapacità di accoglienza del diverso edi attenzione agli ultimi. Secondome qualcosa in più andrebbe fatta.Lo stesso papa Francesco dice che sel’evangelizzazione non entra nellavita sociale è un’evangelizzazioneche zoppica.Cosa ci dobbiamo aspettare per il2019?Sicuramente rafforzeremo l’azionedelle dinamiche già in atto. Allespalle abbiamo due appuntamentiimportanti. Il 26 gennaio, il vescovoDomenico Pompili ci ha parlatodelle comunità Laudato sì. Sabato 2

marzo ci siamo soffermatisull’ambito sociopolitico. Ai primidi luglio a Greccio ospiteremo ilsecondo seminario nazionale dellaPastorale sociale, dove al centro cisarà l’attenzione all’ecologia. Inquell’occasione è prevista anche unavisita ad Amatrice e nei luoghi delterremoto. Intesa importante infineè quella realizzata con la Pastoralegiovanile. Come si fa a parlare difuturo senza coinvolgere i giovani?Qual è il prossimo appuntamentoin programma?L’11 aprile avremo il secondoconvegno sulla figura di Leone XIII.Si terrà a Carpineto Romano e saràdedicato al centenario dell’appellodi don Luigi Sturzo ai “Liberi eforti”. Si indagherà l’incidenza delsuo magistero sul fondatore delPartito popolare italiano. A parlarnesarà il vescovo di Monrealemonsignor Pennisi, uno deimaggiori esperti del pensierosturziano in Italia ed ErnestoPreziosi, già vicepresidentenazionale dell’Azione cattolica estorico del Movimento cattolico.

tavolta a scendere in campo èstata la Conferenza episcopale

laziale (Cel). Sabato 2 marzo, nellasala convegni accanto alla Cappelladella Stazione Termini, si è tenutoun incontro per ricordare ilcentenario dell’appello di don LuigiSturzo ai “liberi e forti”. Perriflettere e discutere sull’impegnodei cattolici in politica sonointervenuti l’ex segretario generaledell’Istituto Sturzo GiuseppeSangiorgi, padre Francesco Occhettade “La Civiltà Cattolica”, il vescovodi Velletri–Segni, Vincenzo Apicellae il presidente della Cel, il cardinaleAngelo De Donatis. «Cosa ci può dire Sturzo sulla nostrasituazione attuale? – si è chiestomonsignor Apicella –. L’importantenon è studiare le risposte date aiproblemi, ma capire le domandeche si è posto. Oggi dare la stessarisposta, quella del partito unico, èsconsigliabile. In una marea dipartiti e partitini avrebbe pocosenso. La scommessa è far andare abraccetto giustizia e libertà. Lebestie contro cui combatteva Sturzo,statalismo e partitocrazia, si sonotrasformate in burocrazia e conflittotra persone. L’utilizzo improprio deldenaro pubblico è rimasto uguale». Secondo Sturzo “partito cattolico” èuna contraddizione in termini: unoindica partigianeria, l’altrouniversalità. «Sarebbe un fallimentonon gradito – ha affermatoSangiorgi –. Occorre rielaborarel’idea di partito. Stiamo vivendo lavigilia di una campagna elettorale,quella per le europee, senza undibattito storico e culturale. In

quanti ricordano che nel 2012l’Unione europea ha ricevuto ilpremio Nobel per la pace?». «La parola “politica” in italianonasconde due diverse accezioni,distinte nei paesi anglosassoni – haspiegato padre Occhetta –. Le“politics”, cioè gli strumenti e le“policy”, i contenuti. Nella Chiesa cisono tante esperienze virtuose: ilproblema è connetterle. Servonocompetenze da parte dei laici e unanuova classe dirigente da formare.Importante è poi avere presente unelenco di temi con le rispettivesoluzioni. Proposte inclusive,ragionevoli, figlie della Dottrinasociale della Chiesa. È più facileunirsi su queste che su simboli dipartito. Essenziale infine avereluoghi dove incontrarci econdividere l’appartenenza politicae la vita spirituale, a partire daiterritori. Oggi il paese chiede aicattolici di essere voce dellacoscienza morale per distinguere ilbene dal male». A chiudere il pomeriggio diconfronto è stato il cardinale DeDonatis, il quale ha detto che«Bisogna affondare le radici nellamemoria che abbiamo in dono – hasottolineato il presidente della Cel –. Ci sono segnali molto belli. Siamonella fase di un cantiere doveraccogliere idee. Un cantieredisordinato, ma molto interessante.Papa Francesco stesso, invita adaprire processi e la Chiesa tuttasollecita i credenti a essereprotagonisti nella difesa dell’uomosenza timore. Torniamo a esserepopolari». (M.Giu.)

S

i svolgerà a Carpineto Romano,paese natale di Papa Leone XIII, il

secondo convegno nazionale dedica-to alla sua figura. L’appuntamento èper l’11 aprile, alle 17.30, nell’Audi-torium intitolato allo stesso pontefi-ce. Questo fa seguito alla prima edi-zione, svoltasi nel maggio 2018 ad A-nagni, con la presenza del cardinaleBassetti, presidente della CEI. L’in-

contro del 2019 vedrà gli interventidell’arcivescovo di Monreale MichelePennisi, tra i massimi esperti del pen-siero sturziano e di Ernesto Preziosi,storico del movimento cattolico. Il te-ma scelto è “L’influenza del magiste-ro di Leone XIII sull’azione di don Lui-gi Sturzo”. L’incontro è organizzatodalla Commissione regionale di Pa-storale sociale della Conferenza epi-

scopale laziale e dalla diocesi di A-nagni–Alatri, in collaborazione con icomuni di Carpineto Romano e Ana-gni e il contributo del Credito Coope-rativo BancAnagni. La cerimonia siconcluderà con la consegna del 2°premio “Rerum Novarum”, assegna-to al Progetto Policoro. L’organizza-zione è del Centro Ricerche Sociali “V.Bachelet” di Colleferro. (C.Ges.)

SUn convegno sulla figura di Leone XIII

Giovedì 28 marzo si terràl’incontro organizzato dallaCommissione perl’ecumenismo e il dialogo

Chiamate alla santitàul tema “Cammini di santità:nel servizio autorevole cheincoraggia e accompagna” le

suore dell’Usmi del Lazio si sonoritrovate, dal 22 al 24 febbraio,presso il santuario del DivinoAmore per il convegno annualedelle superiore di comunità e ilconsiglio regionale dell’Unione. «Papa Francesco – spiega suorEliana Massimi, presidenteregionale Usmi – ci ha fatto donodell’esortazione Gaudete et exsultatesulla chiamata alla santità nelmondo contemporaneo. Noi,sorelle dell’Usmi Lazio, ci siamosentite interpellate particolarmenteda questo invito che, rivolto a tuttii cristiani, per noi consacratediventa un imperativo». All’assemblea regionale, allapresenza di circa 160 superiore,sono intervenuti il cardinale

vicario Angelo De Donatis, padreNello Dell’Agli e Tonino Solarino. «Il tema, trattato nelle suesfaccettature teologiche, spirituali eantropologiche – aggiunge suorEliana Massimi – ha incoraggiatonoi tutte chiamate al servizio dianimazione della comunità, avivere con sempre crescenteconsapevolezza la responsabilità dicustodire la comunione, diaccompagnare la crescita personaledi ogni sorella nel cammino disantità». Dal cardinale De Donatis, inparticolare, è arrivato l’invito aduna santità quotidiana, domestica,nutrita dall’esperienza di esseretutti “misericordiati”. Una santitàscandita dalle beatitudini,accompagnata da infinita pazienzae contentezza, legata alla qualitàdella fede, della speranza, della

carità. Padre Dell’Agli ha esortatole religiose a vivere sotto losguardo di Dio, senza esigerereciprocità, attenzione, gratitudine.Il professor Solarino ha richiamatoil servizio prestato dalleresponsabili di comunità comequello di una madre. «Alla fine –chiosa suor Eliana – siamo ripartitepiù forti, più consapevoli, piùumili, più insieme».

Igor Traboni

S

Da sinistra:G. Sangiorgi, F. Occhetta, A. De Donatis, V. Apicella, C. Gessi

Carpineto Romano

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 10 marzo 2019

Un momento dell’incontro

Da sinistra: Claudio Gessi, il vescovo di Rieti Domenico Pompili e Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni, nella sala conferenze della Cappella in Stazione Termini

in dall’università Martina Castroniha imparato che prima ancora dellaforma è la materia a dare senso agli

oggetti; e tra tutti i materiali lei raccontadi essere rimasta «ipnotizzata» dal legno,così antico e sempre all’avanguardia. Daquando è diventata architetto, ne haapprofondito la struttura, la storia e letecniche costruttive ed ha pensato difarci delle borse. «Monstera – spiegal’artista –, il nome del mio marchio èassociato alla “monstera deliciosa”. Unapianta con delle foglie a forma di cuoreche, con il passare del tempo, diventanosempre più curiose: rompendosi ai lati,ogni foglia assume un fascino diverso,come il legno, le mie borse ne sono laprova». Prodotti di qualità i suoi tantoda essere presenti alla recente Milanofashion week, nella sfilata Binf2019organizzata da Davide Gambarotto. Binf

(www.businessinfashion.com) aiutabrand emergenti a sviluppare il proprioprodotto sul territorio nazionale einternazionale.«È stata un’emozione indescrivibileveder sfilare le mie borse, osservarel’espressione di curiosità sui volti ditantissime persone, interessate aconoscere il tipo di lavorazione che housato. Per l’occasione, ho anche ideatodei capi completamente in legno comepantaloni, gilet e vestiti che, grazie aduna lunga lavorazione, diventanomorbidi come un tessuto». Martina usafogli sottilissimi di legno (i tranciati), nesegue le nodosità, ma orienta il designverso ciò che lei vuole creare. Levenature mai uguali e la pelle conciata alvegetale che invecchia variando il suocolore iniziale rendono ogni pezzounico così come «ogni donna si sentirà

unica nell’indossarlo». Il suo progetto nasce da un’esperienza dicollaborazione con Lazio Innova, societàin house della Regione Lazio. NelloSpazio Attivo di Bracciano ha avuto lapossibilità di sperimentare e realizzaredei prototipi: «È stato un lavoro lungo,che ha visto giornate in cui tuttosembrava impossibile e altre in cui ilprogetto prendeva una forma semprepiù definita». Realizzati i primi tremodelli si reca nei pressi di Firenze,territorio ricco di risorse in questoambito manufatturiero, in cerca di unafabbrica per la produzione di questioggetti di lusso. Nasce così la primacollezione, formata da tre modelli diborsa: grande, media e piccola. Sonomolto versatili in quanto tutte hanno latracolla per indossarle di giorno, con unabbigliamento smart o smart–casual, ma

possono trasformarsi in bellissimepochette per una serata elegante. Itranciati utilizzati per questi tre modellisono l’ulivo con pelle blu, palissandroindiano con pelle rossa ed ebano conpelle nera o marrone.«Spero che la settimana della moda siasolo un inizio – racconta la giovanestilista – , ma vedo anche delledifficoltà: per esempio quella diemergere in un campo dove laconcorrenza è spietata e dove il nomedel marchio conta più della qualità». Diidee ne ha molte Martina e i suoi timoripossono essere ragionevoli, anche se èpiù sensato pensare che il suo made inItaly sia proprio quello di qualità chepotrà avere una storia e non “passare dimoda”. Per conoscere i prodotti diMartina Castroni c’è la pagina Facebook:Monstera. (24. segue)

FOltre l’ostacolo. Storie di startup

di Simone Ciampanella

«Monstera», quelle borse uniche fatte con il legno

Le creazioni dell’architetto Castroni,incubate da Lazio Innova, presentatealla Settimana della moda di Milanoper la sfilata del progetto «Binf2019»

Alcune creazioni di «Monstera»

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Page 3: Le storie di giovani che fanno impresa · ducazione, non possono permettersi una vacanza e hanno scarse possibilità di trovare un lavoro o lo tro-vano con un salario più basso rispetto

Da quel «Volto» infranto ricostruire il cuore della cittàDI GIANNI RIGHETTI *

anno preso un simbolo spiri-tuale e l’hanno gettato a terra. Èsuccesso nella notte tra il 2 e il

3 marzo a Ladispoli. L’immagine delCristo che mostra il suo amore, collo-cata in una teca davanti alla parrocchiadel Sacro cuore di Gesù è stata distrut-ta da ignoti. «Carusazzi», direbbe il commissarioMontalbano. Detto senza giudizio, an-zi sarei contento di incontrare chi è sta-to, perché penso che scoprirei il voltodi una persona come altre. Oggi fati-chiamo a riconoscere rispetto alla vitadella gente, figuriamoci ai valori che simuovono nel cuore.Il volto. La prima cosa che mi ha im-pressionato è che non trovavo più, tra icocci raccolti, gli occhi di Gesù. Il vol-to, si è sfigurato. Mi è venuto in mente

subito che il Vangelo della domenica e-ra proprio quello del cieco. Quello chepure ha gambe e forza per muoversi, masiccome non sa dove andare resta fermoo finisce a terra.Il vescovo Gino Reali, che ringraziamoper la sensibilità di una presenza im-mediata alla Messa della sera, ha intui-to bene il senso del gesto. Oggi è in gio-co il volto di Cristo che siamo noi Chie-sa. È l’identità evangelica che tante vol-te è misconosciuta dall’indifferenza ri-spetto al fatto cristiano. Possiamo do-mandarci quanto come credenti riu-sciamo ad esprimere il mistero dell’al-tro. Da questo vi riconosceranno, pro-fetizzava il maestro, se ci sarà amore.Quale corpo di Cristo rappresentiamooggi, in questa terra di mare che è uncrogiolo di culture e di genti, nella cittàcomplessa e plurale di cui comunquesiamo storia e futuro?

Quasi profeticamente, pensavo con-templando i pezzi scomposti, all’iniziodi questa Quaresima lo Spirito ci indi-ca quale è il senso del cammino pa-squale: è ricomporre il volto dell’uomo.È ridare forma a colui che non si vedepiù, ma è presente ancora. È soffermar-si sulle tracce rimaste di lui, sui residuidi una bellezza che non viene meno. Èrestaurare con pazienza non priva di fi-ducia, l’immagine convincente che ci haattratto, quella del Cristo cui siamo an-dati dietro. È riportare i poveri tratti delnostro volto spesso segnato di ferite co-me quello di questo povero Cristo e sco-prirne la pienezza nascosta e convin-cente. È con-formarsi al suo modello ocome dicevo domenica, rispecchiarcinell’altro, non peggiore ma simile. Nonc’è pagliuzza, cui non corrisponda unatrave da togliere.Insieme con l’artista che l’aveva appena

restaurata, sto provando ad assemblarele parti del Cristo caduto. Ringraziol’amministrazione, le scuole e chi ha of-ferto solidarietà per rimettere al suo po-sto l’icona della speranza dell’uomo. Lachiamo così perché via dei Fiordalisi èquesto per me: gente che va, gente cheviene, dalla stazione a casa e viceversa,ciascuno mosso da un desiderio, preoc-cupato da una situazione. Tanti pas-sando, facevano il segno della croce di-nanzi a Gesù.A chi passa vorrei dire questo: che è co-me la Pasqua, tre giorni è sepolto, a ter-ra e poi viene ancora. Intanto sta a noi,rendere questa vita, il nostro mondo ela città degli uomini, una immagine ri-composta e non deturpata. Sta a noi ri-mettere ogni volta insieme il tutto, ol-tre le parti.

* parrocoSacro Cuore di Ladispoli

H

I frammenti dell’immagine di Gesù

Penitenti nella graziaQuaresima. Il vescovo nel rito delle Ceneri: «Riconciliazione e salvezza sono dono di Dio»DI SIMONE CIAMPANELLA

onvertitevi e credete alVangelo! Con questi dueimperativi la comunità

cristiana è convocata per accoglierel’azione misericordiosa di Dio eritornare a Lui. Il rito diimposizione delle ceneri puòessere considerato una specie diiscrizione al catecumenatoquaresimale, un gesto di ingressonello stato di penitenti». Il vescovoReali avvia così la sua riflessionedurante la celebrazione delmercoledì delle ceneri presiedutanella cattedrale dei Sacri Cuori diGesù e Maria. Un’assembleatrasversale quella raccolta nellachiesa madre di Porto–Santa Rufina per questaantica liturgia: tanti gliscout, gli anziani, igiovani. Tutti attenti aun simbolo che sin dallapiù tenera età si imparaosservando i più grandi.Come ogni simbolotrasmesso non è chiaroall’inizio, poi con iltempo e gli anni siimpara a comprenderloanche se rimane sempresfuggente il suo linguaggio. Eppurenel celebrarlo riesce a dare unsenso, ci rende partecipi di unaverità tanto presente quantoeccedente: è la presenza dellagrazia di Dio.«San Paolo – spiega il vescovoriprendendo la lettera i Corinzi – ciricorda che la nostrariconciliazione e la nostra salvezzanon sono frutto delle nostre opere,della nostra bravura, ma dono diDio. Perciò l’Apostolo ci dice diaccogliere la grazia di Dio». NellaQuaresima Gesù ci dà la possibilitàdi immergerci in un cammino diriavvicinamento a lui verso la suaPasqua.Ed è lui ad indicarci i sentieri dabattere per ritrovarlo nella metadella salvezza: la preghiera, ildigiuno e l’elemosina. Questestrade vanno percorse tutte e tre

C«assieme perché, continuail vescovo, «nellapreghiera ritroviamo ilrapporto con Dio, neldigiuno ritroviamo ilrapporto con noi stessi enell’elemosinaritroviamo il rapportocon gli altri». Ma nelracconto dell’evangelistaMatteo, Cristo ci mettein guardia sullo stile datenere, «che è quellodella lealtà e dellasincerità».Monsignor Reali invitapoi a prestare attenzionea quanto riferisce Gioèlenella prima lettura , «ci

invita a una preghieracorale, non basta lapreghiera individuale mala voce di tutti è più fortee certo arriva al cuore diDio “Suonate il corno inSion, proclamate unsolenne digiuno,convocate una riunionesacra. Radunate ilpopolo, inditeun’assemblea solenne,chiamate i vecchi, riunite ifanciulli, i bambini lattanti”».Sempre nel libro del profetaritroviamo anche l’atteggiamentoche devono seguire i sacerdoti,perché siano fedeli al loro ruolo dimediazione, di preghiera a Dio perla salvezza del popolo che egli si èscelto: «Tra il vestibolo e l’altarepiangano i sacerdoti, ministri delSignore, e dicano: «Perdona,

Signore, al tuo popolo e nonesporre la tua eredità al ludibrio ealla derisione delle genti». Perchési dovrebbe dire fra i popoli:«Dov’è il loro Dio?». Il Signore simostra geloso per la sua terra e simuove a compassione del suopopolo».Dopo la meditazione del vescovo ifedeli in cattedrale, assieme adogni altra comunità, ripetono

quell’antico gesto. In fila e insilenzio offrono il capo perraccogliere quel po’ di cenere chericorda ai discepoli la promessa diDio al profeta Isaia sottolineatadall’apostolo Paolo: «”Al momentofavorevole ti ho esaudito e nelgiorno della salvezza ti hosoccorso”. Ecco ora il momentofavorevole, ecco ora il giorno dellasalvezza!»

Durante la celebrazionenella comunità della Storta,Reali indica nellapreghiera,nel digiuno e nell’elemosinale strade sicure per ritrovarela relazione con Dio,con noi stessi e con gli altri

DI DEMETRIO LOGIUDICE

utti in maschera, un ricco buffet,un mondo di colori, giochi emusica. Con questi ingredienti

martedì scorso, l’Avo (Associazionevolontari ospedalieri) di Santa Mari-nella, i volontari che animano ed as-sistono bambini e familiari ospiti del-la struttura del Ospedale BambinoGesù hanno dato vita ad una serataspensierata ed allegra, un momentoleggero per i tanti genitori che ognigiorno vivono la struttura in riva almare, meta di piccoli pazienti che te-stimoniano casi umani e medici a vol-te complessi. Quella per il Carnevale2019 è stata una festa che ha certa-mente sollevato gli animi, nello spi-rito dell’accoglienza e dell’assistenza,che sono travi portanti dell’opera deivolontari, per i quali genitori ed o-peratori del presidio manifestanocommenti di fiducia e riconoscenza.Per un attimo i partecipanti si lascia-no alle spalle i problemi quotidiani,come la difficoltà a trovare un allog-

gio o a contribuire alle spese di sog-giorno per i familiari dei bambini ri-coverati. «Sosteniamo come possibi-le le famiglie dei 20 bambini ospitidel Centro» dicono i volontari, «seriuscissimo a trovare soluzioni eco-nomiche per gli alloggi ed i pasti deigenitori sarebbe ancora meglio». I vo-lontari, che operano dal 2009, sonotutti formati e seguono i corsi di ag-giornamento, si avvalgono di dona-zioni ed aiuti che poi si traducono inaiuti ai bambini e alle loro famiglie.«A volte organizziamo anche navetteper spostamenti, e ci adoperiamo perle esigenze degli ospiti, ma siamosempre aperti a nuovi volontari checi aiutino». Le feste dell’Avo non sifermano al Carnevale: i volontari fe-steggiano con i bambini le stagioni,i compleanni e ogni altra occasioneper farli divertire. La ricompensa è ilsorriso dei piccoli, delle famiglie e ditutto il personale per ogni piccoloprogresso raggiunto nel loro percor-so terapeutico. Per conoscere e soste-nere l’Avo c’è il sito www.federavo.it.

T

I piccoli del Bambino Gesùsostenuti dai volontari «Avo»

omani prende il via il secondo modulo del corso di formazione Caritas,«Sempre più in conoscenza e in pieno discernimento». I due incontri, 11

e 18 marzo, si terranno dalle 15 alle 17 nella parrocchia della Natività di Ma-ria Santissima a Selva Candida. Questa seconda parte svilupperà quanto af-frontato nei primi quattro incontri di base a Fiumicino. Con l’aiuto di FabioVando, Fondazione Antiusura “Salus Popoli Romani”, i partecipanti (operato-ri dei Centri d’ascolto e animatori delle Caritas parrocchiali) approfondirannol’aspetto dell’uso responsabile del denaro. Non è raro che nei casi di difficoltàeconomica manchi alle persone la capacità di organizzare le proprie risorse e-conomiche per rimettersi in piedi. E capita sempre più spesso l’indebitamen-to presso gli istituti di credito. È dunque importante per gli operatori avviareuna relazione d’aiuto competente, in grado di indirizzare verso un program-ma di risanamento finanziario.La parrocchia della Natività di Maria Santissima è a Roma in via dei Santi Mar-tiri di Selva Candida, 7 00166–Roma.

Serena Campitiello

DResponsabilità con il denaro

DI ELISABETTA MARINI

ome per il periodo d’Avvento,anche per il tempo di Quaresimail settore giovani di Azione

cattolica organizza un ritiro spiritualeper i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Il 23 e24 marzo al Centro pastoralediocesano l’equipe propone unincontro sul delicato temadell’affettività: “Creati per amare”.Gli organizzatori hanno presentato inuna lettera d’invito i passi fatti inquesti pochi anni dall’Ac diocesana,che sta trovando un riscontro moltopositivo da parte dei giovani. Questotipo di proposta mette al centrol’ascolto della Parola di Dio: attraverso

il metodo di Ac gli animatori aiutano iragazzi a “leggerla” nella loro vita,nelle scelte e nel cambiamento tipicodella loro età.I giovani si ritroveranno il sabato alle9.30 e saranno suddivisi in squadre perl’attività introduttiva. Solo il pranzodel primo giorno sarà al sacco, i pastisuccessivi saranno preparati daivolontari. Le camere a disposizionesono doppie, triple, quadruple, alcuneaccolgono anche sei persone e i lettisono già preparati con le lenzuola. Ipartecipanti dovranno portare solol’occorrente per l’igiene personale, tracui gli asciugamani. Il ritiro terminadomenica dopo il pranzo,indicativamente per le 15 dopo che

sarà stata completata la pulizia degliambienti. Il contributo totale per ilpernottamento e la spesa alimentaresarà di euro 25 a ragazzo.L’Ac nella stessa comunicazioneanticipa anche un secondoappuntamento dal 22 al 28 luglio, sitratta del consueto campo estivo chechiude le attività annuali. Quest’anno igiovani saranno accolti nel convento diSan Francesco di Cori, vicino Latina.Per approfondire la conoscenza di Ac ocoinvolgere un eventuale gruppogiovanissimi nelle iniziative diformazione si può contattare donSalvatore Barretta, assistente spiritualedel settore giovani, al 340.56.82.779 eGiovanni Mecozzi al 392.23.17.713.

C

I giovani dell’Azione cattolica in ritirouna tradizione consoli-

data che cresce ogni an-no. Oggi pomeriggio, primadomenica di Quaresima, ra-gazzi e adulti che vogliono di-ventare cristiani avranno lapossibilità di iniziare il cam-mino che li preparerà ad es-sere discepoli di Cristo. L’“Iscrizione del nome ed ele-zione dei catecumeni” è un ri-to antico custodito dalla Chie-sa cattolica come uno dei benipiù importanti. Nei primi seco-li della Chiesa, quando la mag-gior parte delle conversioni av-venivano in età adulta, il cate-

cumenato era molto più prati-cato. Poi la diffusione del Bat-tesimo in tenera età, garantitodall’impegno di genitori e di pa-drini a educarli nell’insegna-mento del Vangelo, l’uso si èfatto più rado. Da qualche decennio per ra-gioni sociali e culturali capitache molti bambini non vengo-no battezzati da piccoli e l’etàdi chi vuole riceve questo sa-cramento si è spostata in avan-ti, così il catecumenato rivivecome una rilevante azione pa-storale e liturgica dell’epoca at-tuale. (Sim.Cia.)

È

La marcia della pace di Ac

Oggi i nuovi catecumenisi iscrivono in Cattedrale

Il vescovo Reali riceve le ceneri (foto Lentini)

Santa Marinella

formazione Caritas

OGGIIl vescovo presiede la Messa con il ritodell’iscrizione del nome ed elezionedei catecumeni (Cattedrale, alle 18.30)

12 MARZORiunione mensile dei vicari foranei edei responsabili degli uffici pastoralidella Curia (Curia vescovile, dalle 9.30alle 12)

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 10 marzo 2019

L’agenda

I volontari dell’Avo durante la festa

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