Le sfide del packaging nel settore alimentare: le tecnologie di stampa tra sicurezza e innovazione
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ACIMGA
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n.9/
2015
Le sfide del packagingnel settore alimentare:le tecnologie di stampa
tra sicurezza e innovazione
© Editoriale Largo Consumo srl
IMBALLAGGIO FLESSIBILE
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IMBALLAGGIO FLESSIBILE
e promosso dall’associa-zione Acimga, che rappre-senta il mondo italiano deicostruttori di macchine perl’industria grafica, cartotec-nica, cartaria e di trasfor-mazione. L’evento, svoltosiin occasione della fieraIpack-Ima, ha visto la par-tecipazione in media part-nership di Largo Consumoe ha raccolto le testimo-nianze di alcuni grandi pro-duttori di macchine per im-ballaggi insieme a quelle diend-user importanti nelsettore food come Coop eGranarolo.
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ACIMGALe sfide del packagingnel settore alimentare:le tecnologie di stampa
tra sicurezza e innovazione
I l rapporto tra l’industriaalimentare e l’imballag-
gio flessibile offre costantisfide in particolare in temadi sicurezza e innovazione.E’ sempre più sentita la ne-cessità di un dialogo piùintenso tra i protagonistidell’articolata filiera chespazia dai costruttori dimacchinari per la stampaagli end-user, dai produtto-ri del settore Food ai retai-ler considerando la cre-scente fetta di mercato del-le private label. La richie-sta di pack più leggeri, eco-nomici, green e sempre
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stimento. Un’occasione diconfronto tra diversi opera-tori della filiera è stata of-ferta dal workshop dedica-to all’imballaggio flessibile
più performanti (ad esem-pio per prolungare la shelflife dei prodotti) presentaall’industria numerosi fron-ti d’innovazione e d’inve-
Andrea Briganti, general manager di Acimga, ha aperto l’incontropresentando i risultati di un’indagine qualitativa voluta dall’associa-zione per conoscere meglio i mercati della supply chain in Romania,paese scelto come prima area test d’interesse per una serie di anali-si sull’evoluzione del business della stampa. Secondo le opinioni dei
“printer” la tendenza futura del mercato degliimballaggi vede una prevalenza della stampa arotocalco.I fattori di successo per uno stampatore in Roma-nia sono prezzo e qualità, mentre le aziende ali-mentari chiedono soprattutto flessibilità produtti-va e rispetto della sicurezza per i prodotti alimen-tari e focalizzano le loro priorità sull’aumento deivolumi e sull’innovazione del packaging. “Avvie-remo una mappatura quantitativa in collaborazio-ne con l’Ice - ha spiegato Briganti - anche di Mes-sico, Usa e Germania raccogliendo dati anche ri-guardo alle tecnologie di stampa diffuse e al gra-do di obsolescenza tecnologica, per offrire indi-cazioni commerciali agli operatori italiani”.Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano
Imballaggio ha sottolineato le esigenze dell’industria alimentare sucui primeggia la sicurezza. “Oltre a questo fattore - ha spiegato - è co-stante il trend della personalizzazione dei prodotti alimentari per unconsumo spesso individuale, fuori casa, pratico e veloce”. L’esempioestremo di personalizzazione è la possibilità offerta da Ferrero di ordi-nare barattoli di Nutella con il proprio nome in etichetta. Le macchineper la stampa e l’imballaggio potrebbero essere costruite in materialiidonei al contatto con gli alimenti, ma si deve an-che tener conto del fatto che potrebbero essercidelle contaminazioni, come la migrazione di pic-cole parti di inchiostro che arrivino agli alimenti.“Questo è un rischio che va gestito e misurato pervalutare se rientra nei limiti che il legislatore haprevisto”, ha aggiunto Sachet prima di lanciare unmessaggio conclusivo: “Sarebbe utile immagina-re di stilare delle linee guida in materia, che met-tano allo stesso tavolo il mondo dei produttoridelle macchine, degli inchio-stri, dei supporti e di chi con-trolla. L’istituto vorrebbe esse-re a quel tavolo”.
Tecnologie al servizio della salubrità dei cibi confezionati
Sul fronte dei produtto-ri di macchine per lastampa, Marco Calca-gni (Omet) ha sottoli-neato come il percorsodi contatto tra gli utiliz-zatori finali e l’indu-stria del settore sia ap-pena all’inizio.“Per noi è un opportu-nità per crescere, evol-vere e prevenire l’in-gresso di competitordall’estero”.L’evoluzione tecnologi-ca rende più prevedibi-li i rischi di contaminazione deiprodotti alimentari, ma non ba-sta. “Gli inchiostri ad acqua o asolventi sono ancora difficili dausare: altre soluzioni permettono
di essere molto piùflessibili e rapidi nellaconsegna del prodot-to”.Le tirature sono in co-stante riduzione: la va-riabilità del packaging,soprattutto su scala in-ternazionale, fa au-mentare i costi di stam-pa. “I costruttori sistanno concentrandosulla velocizzazione el’ott imizzazione deicambi rapidi sulle mac-chine. La tecnologia
italiana nel settore è un fiore al-l’occhiello e deve stare al passocon paesi emergenti pronti all’in-novazione e alle tecnologie piùall’avanguardia”.
Luciano Villani , re-sponsabile acquisti im-balli di Coop Italia, hasottolineato come l’im-ballaggio stia diventan-do un elemento semprepiù conosciuto dal con-sumatore interessato,per esempio, allemodalità di smaltimen-to. Sul fronte degli im-ballaggi eco-friendly, Vil-lani ha illustrato l’espe-rienza di Coop Firenzenell’utilizzo di un sacchetto com-postabile per l’ortofrutta: “Siamostati i primi al mondo a introdurlonella Gd, con notevoli difficoltàsul fronte del conto economico”,ha spiegato e aggiunto: “Credoche il packaging debba essere
‘verde’ laddove sia in-dispensabile nel rap-porto con il prodottostesso e con il con-sumatore finale tenen-do conto anche diquello che è riutilizz-abile, o riciclabile.Poi un messaggio riv-olto all’industria del-l’imballaggio: “Inseg-nate ai vostri clienti(convertitori e produt-tori) a rivendere il
vostro prodotto: spiegate loroquanto conta il packaging e quan-to può rappresentare una levacommerciale oltre la qualità delprodotto stesso perché questo ar-rivi fino agli utilizzatori finalicome Coop”.
Omet: costi e tempi,tirature sempre più basse
Coop Italia: il packagingcome leva commerciale
Andrea Briganti
Marco Calcagni Luciano Villani
Marco Sachet
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ACIMGA - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F320090 Assago (Mi) - Tel. 02 82283748 - Fax 02 87213946
www.acimga.it
Uno scorcio della sala che ha ospitato, nel contesto di Ipack-Ima 2015, ilworkshop promosso da Acimga.
I PARTECIPANTI AL WORKSHOP“Imballaggio flessibile: pratico, sicuro e...
Cosa chiede l’industria alimentare,cosa propongono i provider di soluzioni”
Ipack-Ima - Milano, 20 maggio 2015
"Nel corso degli anni siamoriusciti a rafforzare l’exper-tise del Packaging all’inter-no della nostra azienda di-ventando promotori degliaspetti tecnici e innovativisui materiali e design. Al-l’interno della nostraazienda si condividonole informazioni tra le va-rie direzioni e ognunoha il proprio compito:nello specifico la direzio-ne ricerca e sviluppo hala responsabilità di garantire tutti gliaspetti tecnici del packaging" ha affer-mato Raffaele Bombardieri, Respon-sabile R&D packaging del gruppo Gra-narolo. Le sfide per Bombardieri arri-vano in particolare dall'estero: “Le
esigenze a livello di packa-ging cambiano molto ed èindispensabile tener contodi tutte le variabili legati altrasporto che non sono daritenersi standard, ma valu-tati di volta in volta. In alcu-ni paesi europei l'innova-zione sul packaging èmolto forte e non fannofatica a staccarsi dallatradizionalità delle confe-zioni a differenza diquanto avviene in Italia”.
Il manager ha ricordato il caso-scuoladi Yomino, lo yoghurt da bere caro aipiù piccoli: un'innovazione eccezio-nale nella categoria degli yoghurt,che ha saputo intercettare la richiestadi novità e praticità del mercato.
La sicurezza è uno dei temiprincipali nel rapporto trafood ed imballaggio flessi-bile. In effetti a partire dalmateriale, che non devedare problemi nella fase diconfezionamento, talvoltala sicurezza riveste un ca-rattere di criticità. Ad evi-denziarne l’importanza èstato Giorgio Bottini, di-rettore controllo qualità eacquisti di Goglio, produttore di imbal-laggi flessibili, che ha illustrato il siste-ma di alert che consente di attivare il re-call di prodotti in caso di gravi difetto-sità che possono comportare un realerischio per la salute del consumatore .“I clienti – ha detto – nell’occasione diaudit presso il nostro sito produttivo,
vogliono attentamente verifi-care l’efficacia della nostraprocedura di tracciabilità erintracciabilità. Talvolta iltempo di reazione è moltobreve e più esattamente dalmomento in cui scatta un "al-larme" e riceviamo l'etichettadel prodotto riportante i codi-ci significativi, abbiamo po-che ore per risalire a tutti icomponenti utilizzati oltre
che alla identificazione di un eventualeevento del processo causa del proble-ma. Siamo in grado di localizzare il ma-teriale prodotto in quel frangente perl'eventuale ritiro. Attraverso un sistemadi alert attivato dal cliente, questa pro-cedura può essere lanciata in qualsiasimomento, anche nei giorni festivi".
“Collaborare con gli uti-lizzatori finali per cono-scere il loro business èfondamentale per l’indu-stria del packaging”, haspiegato Claudio Biso-gni, Ceo di KBA Flexo-tecnica.Per quanto riguarda gliaspetti di comunicazio-ne e marketing, i lpackaging oggi è unprodotto maturo, manon lo è ancora per gliaspetti che riguardano l’innovazio-ne tecnica.“Da parte dei costruttori di mac-chine c’è la volontà di parteciparealla ricerca e sviluppo, anche sequesto rappresenta un investimen-
to. Collaborare con gliutilizzatori finali conl’obiettivo di ottenerealt issimi standard diqualità tecnica, ma an-che di efficienza econo-mica del prodotto fini-to, è una sfida moltostimolante.Quando riusciamo acentrare l’obiettivo, c’èla soddisfazione di avercreato innovazione eun ritorno in termini di
riconoscimento di capacità e com-petenze”. Bisogni, infine, ha citatol’esempio di una collaborazionecon il cliente finale per un imballoleggero ed economico che ha ri-dotto del 22% i costi.
Aldo Peretti, Ceo del grup-po Uteco, leader mondialenelle macchine per la stam-pa ed il converting delpackaging flessibile, ha evi-denziato la necessità chel'industria della stampa ri-nunci a “gelosie” e campani-lismi per fare fronte comu-ne in ambito internazionaleverso le istituzioni che nor-mano il settore, sottolinean-do in particolare qual è lostato dell'arte della tecnolo-gia, specie per il settore food. "Le gran-di economie di scala all'estero permet-tono di focalizzare lo sviluppo tecnolo-gico – ha precisato –ma nel mondo eu-ropeo e ancora di più italiano spessonon ci sono grandi numeri che con-
sentano di fare da trainoper l'evoluzione tecnologi-ca. Ci dobbiamo confronta-re con grossi concorrentied istituzioni esteri ed è ne-cessaria una sorta di atti-vità di lobbying per fare si-stema ed essere presenti inmodo più incisivo sul pa-norama mondiale". Percompetere ed essere part-ner globali, “non bisognapiù focalizzarsi su una tec-nica di stampa, ma svilup-
pare tutte le tecnologie disponibili e of-frire ai clienti internazionali le soluzioniche meglio rispondano alle loro esi-genze. La richiesta di innovazione èforte, ma deve essere sostenuta dauna solidità finanziaria e strutturale”.
Andrea Briganti General Manager AcimgaMarco Sachet Direttore Istituto Italiano ImballaggioRaffaele Bombardieri Responsabile R&D Packaging GranaroloLuciano Villani Responsabile Acquisti Imballi Coop ItaliaGiorgio Bottini Direttore Controllo Qualità e Acquisti GoglioMarco Calcagni Direttore Commerciale e Marketing OmetAldo Peretti Ceo Uteco GroupClaudio Bisogni Ceo KBA - Flexotecnica
Moderatore: Armando Garosci, giornalista, Largo Consumo
Le sintesi video degli interventi su:www.youtube.com/largoconsumo
Granarolo: Yomino,il pack “anti-tradizione”
Uteco Group:fare sistema per competere all’estero
Goglio: sistema di alertper la tracciabilità immediata
KBA Flexotecnica:un pack sottile e meno costoso
Raffaele Bombardieri Aldo Peretti
Claudio BisogniGiorgio Bottini
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