Le rivoluzioni economiche dell'XI secolo

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Le rivoluzioni economiche dell’XI secolo

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Ipertesto che si incentra sulle rivoluzioni economiche avvenute nel XI secolo e alle conseguenze che esse hanno portato.

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Le rivoluzioni economiche dell’XI secolo

Prima crociata, 1099, presa di Gerusalemme

Autore:

Marco Matta Classe:

III FData:

29/10/2012

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Liceo Scientifico “G. Brotzu” Il Medioevo 29/10/2012

Indice

2.1 Crescita della popolazione e carestie2.2 Le innovazioni agricole dall’XI al XIII secolo2.3 La crociata2.4 La rivoluzione commerciale del Medioevo2.5 L’attività delle città marine italiane2.6 La rinascita delle città2.7 I comuni in Italia2.8 La lotta politica all’interno dei comuni

Galleria immagini: la prima crociata

Sitografia

Biografia

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2.1 Crescita della popolazione e carestie

Quando nell’IX secolo la popolazione europea iniziò ad aumentare, le risorse necessarie a sfamare gli uomini non subirono una crescita tale da riuscire ad alimentare e sostenere il suddetto incremento demografico; proprio per questo l’800 è caratterizzato da circa 8 carestie che si estesero a tutta l’Europa. I più disperati arrivarono a nutrirsi di carne umana. In queste difficili circostanze erano vescovi, abati e grandi signori laici ad aprire i loro granai. La situazione venne aggravata dal fatto che la segale, cereale particolarmente resistente che trovava ancora spazio nell’alimentazione della popolazione, venne contaminato da un fungo tossico che se ingerito provoca una terribile malattia chiamata fuoco di Sant’Antonio. Furono tutti questi disastri a determinare un clima di disagio psicologico che nei secoli seguenti andrà via via placandosi di pari passo con le carestie.

2.2 Le innovazioni agricole dall’XI al XIII secolo

Per sostenere la crescita della popolazione, nell’XI secolo, si riprese il dominio sull’ambiente con conseguente estensione delle aree coltivate. Inizialmente ciò avveniva di nascosto per opera dei contadini attraverso dissodamenti e disboscamenti, che vennero presto promossi dai signori feudali persuasi dall’idea di incrementare le rendite agricole. Per questi motivi vi fu anche la necessità di attrezzi in ferro e la conseguente diffusione della figura del fabbro nei villaggi. Anche l’aratro pesante, già conosciuto, trovò maggior spazio e dall’XI secolo fu dotato di ruote che permisero un maggiore controllo di esso. La cosiddetta carruca venne dotata anche di vomere e di versoio in ferro, in grado di smuovere la terra in profondità. Un così pesante oggetto non poteva essere però trainato per mezzo della tradizionale cinghia che ostacolava la respirazione dei buoi e

venne sostituita dal giogo frontale. Col passare degli anni si idearono anche delle strategie per migliorare la resa del terreno: la rotazione triennale e l’utilizzo del cavallo nel lavoro dei campi.Per quanto riguarda la rotazione triennale, essa consisteva nella suddivisione del campo in 3 porzioni, a differenza delle 2 porzioni tradizionali. Ogni anno grazie a questo sistema due terzi di campo venivano coltivati e la restante parte veniva lasciata a maggese. Le 2 porzioni

sottoposte a coltura davano prodotti diversi; una porzione era riservata ai cerali invernali mentre l’altra ai cereali primaverili, rispettivamente segale, frumento e orzo o avena. Dopo il raccolto dei grani primaverili o delle leguminose, la parte sfruttata fino ad allora verrà posta a maggese, mentre la restante porzione, finito il riposo e la reintegrazione delle sostanze nutritive, è pronta per essere adibita ai cerali invernali. L’altra novità introdotta fu l’utilizzo del cavallo nel lavoro dei campi. Il cavallo è oggettivamente più veloce del bue e così grazie al collare a spalle che permise di attaccare l’animale alla carruca si poté aumentare il numero di arature del maggese.

Marco Matta

Carestia: scarsità di generi alimentari e di altro indispensabile per vivere, dovuta a cause naturali, o a crisi economiche,

guerre, rivoluzioni e simili.

Resa del terreno:è la quantità di prodotto raccolto in relazione con la superficie in cui esso è stato coltivato.

Schema sulla rotazione triennale

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2.3 La crociata

In piena espansione demografica, nel XII secolo l’Europa disponeva delle risorse ed energie per espandere i propri confini. Al in concilio di Clermont, il 25 novembre 1095, papa Urbano II tenne un discorso che accese gli animi dei cristiani contro i musulmani, reduci della conquista dell’Asia minore. Urbano II, mobilitando questa grande spedizione dei cristiani, volle dimostrare la sua autorità politica e militare; accogliere l’appello del papa, avrebbe quindi significato prostrarsi ai suoi ordini e perciò imperatori e sovrani non diedero alcun ordine ai loro eserciti.Si ritiene che la liberazione di Gerusalemme non fosse nei piani di papa Urbano II (la città non veniva nemmeno citata nel suo discorso al concilio di Clermont) ma che tale nesso venne introdotto dai numerosi predicatori che, divulgando la parola del papa, provocarono grande entusiasmo grazie alla diffusione della pratica di pellegrinaggio al Santo Sepolcro. La spedizione assunse quindi un particolare significato, identificando tale scontro come la contrapposizione tra le forze del bene e quelle del male; quando nel 1096 i crociati (contrassegnati da una croce) attraversarono la valle del Reno, fecero strage di numerose comunità di ebrei, rei di essere i seguaci del diavolo.A questo punto si iniziarono a muoversi anche i cavalieri, attratti dall’idea di poter fare bottino.Nel 1099 i crociati raggiunsero Gerusalemme e la espugnarono.

Il santo sepolcro

Il santo sepolcro è una chiesa cristiana di Gerusalemme. Secondo la tradizione fu il luogo dove Gesù fu deposto dopo la morte e dove resuscitò. È proprio dai Vangeli che ricaviamo informazioni su quello che è oggi il luogo più sacro per i cristiani. Il Sepolcro venne fatto costruire da Giuseppe D’Arimatea, discepolo di Gesù, ma originariamente non era destinato ad ospitare Cristo; furono infatti i tragici eventi a portare Giuseppe D’Arimatea a convincersi di far seppellire lì il suo maestro. Il santo Sepolcro è una delle mete principali assieme alla Basilica dell’Annunciazione e alla Basilica delle Natività, ma a differenza di queste due disponiamo del Sepolcro prove archeologiche risalenti a pochi secoli dopo della morte di Gesù.Oggi dentro l’edicola è situato ciò che rimase del Santo Sepolcro dopo la sua distruzione nel 1009; è costituito da due locali, uno più ampio detto Cappella dell’Angelo e un altro cui si accede attraverso una piccola porta (chiusa secondo la tradizione con una pietra) e in cui possiamo notare il banco di roccia nel quale giacque Cristo.La storia di questo luogo sacro è parecchio travagliata; nella seguente tabella cronologica vengono elencati gli eventi più importanti riguardanti la basilica e il Santo Sepolcro:

135 L’imperatore Adriano distrusse Gerusalemme e costruì sopra i luoghi sacri della passione di Cristo templi pagani.

614 Gerusalemme venne occupata dal re persiano Cosroe II e la basilica venne incendiata.

629 Gerusalemme venne riconquistata dall’imperatore Eraclio I di Bisanzio che iniziò la ricostruzione della basilica.

637 Gerusalemme venne invasa dal califfo 'Omar ibn al-Khattāb che non provocò danni ai luoghi sacri.

1009 Completa distruzione della basilica per opera del califfo Al-Hakim bi-Amr Allah.

1099 Conquista di Gerusalemme da parte dei crociati; inizio ristrutturazione in stile romanico della basilica.

1555 Ristrutturazione della basilica da parte dei francescani.

1808 Un incendio distrusse la basilica, ma il Santo Sepolcro rimase illeso.

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Marco Matta

I personaggi: Urbano II

Ottone di Lagery nacque nel 1040 e venne eletto papa della Chiesa cattolica nel 1088, sotto il nome di Urbano II. Papa Urbano II fu uno dei più attivi sostenitori delle riforme gregoriane e proprio Gregorio VII lo identificò come uno dei possibili suoi successori.Dopo la sua elezione Urbano II fu costretto a raggiungere Roma tardamente a causa della presenza dell’antipapa, Clemente III, che gli rivolse una scomunica ma che poi fuggì verso Tripoli voluto dall’imperatore.Urbano II attuò quindi la riforma di Gregorio VII condannando con fermezza l’investitura laica; dall’altra parte dello scontro l’autorità imperiale, Enrico VI.Urbano II al concilio di Clermont del 1095 invita i cavalieri e i nobili cristiani a espiare le loro colpe, dovute alle continue lotte e guerre fratricide, con un pellegrinaggio armato a Gerusalemme. Era una sorta di bando della prima crociata che nasceva anche dall'esigenza di ricondurre entro la morale cristiana comportamenti e valori del ceto nobiliare e cavalleresco. Altro gesto importante compiuto da Urbano II fu quello di cercar di rinsaldare fermamente il cattolicesimo in Sicilia e in Campania. Quest’ultime furono regioni che subirono il controllo bizantino e l’egemonia degli emiri arabi.

Papa Urbano II, consiglio di Clermont,1095

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I personaggi: Bernardo di Chiaravalle

Bernardo di Chiaravalle fu un monaco e abate francese. Dopo aver terminato gli studi si trasferì nella regione della Champagne, che aveva donato un vasto terreno perché vi fosse costruito un nuovo monastero. I monaci chiamarono questa valle Clairvaux, appunto Chiaravalle. Alcuni individui sostennero di essere stati ispirati dalla regola di Bernardo e, con l’approvazione del papa nacquero i templari. Difensore dell’autorità della chiesa Bernardo fu partecipe della vita politica e la seconda crociata divenne opera della sua predicazione. Il papa corrente incaricò Bernardo di predicare a favore della nuova crociata che si stava preparando, e che avrebbe dovuto essere composta soprattutto da francesi, ma Bernardo riuscì a coinvolgere anche i tedeschi. La crociata fu un completo fallimento che Bernardo giustificò con i peccati dei crociati, che Dio aveva messo alla prova.

Templari: individui dell’ordine militare e religioso fondato nel 1119

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2.4 La rivoluzione commerciale del Medioevo

La vittoriosa spedizione organizzata da papa Urbano II segnò, per alcuni storici, l’inizio della rivoluzione commerciale del medioevo. L’XI vide lo splendore della potenza di Amalfi, città che basava la sua ricchezza sugli scambi commerciali con i paesi islamici e con Bisanzio; gli amalfitani rifornivano i paesi islamici di legname, armi e altre merci relativamente povere da cui ottenevano l’oro che avrebbero utilizzato per acquistare le preziose sete prodotte a Costantinopoli. Queste sete venivano poi rivendute alle città italiane. La decadenza di Amalfi inizio nel 1073, quando venne conquistata dai normanni che interruppero i rapporti commerciali con l’impero bizantino.In seguito Amalfi venne saccheggiata dai pisani, evento che coronò il declino della città. Il posto di Amalfi venne preso da Venezia, altra città che rivendeva i prodotti di lusso prodotti a Costantinopoli principalmente a città della Pianura Padana. Nello scontro fra normanni e bizantini, Venezia, si schierò dalla parte di quest’ultimi, ottenendo in cambio dall’imperatore di Costantinopoli il privilegio di muoversi liberamente nei maggiori porti bizantini, senza dover pagare alcun tipo di imposta doganale. Ciò permise a Venezia di assicurarsi il dominio dei traffici con l’Oriente.Tra le altre realtà mediterranea si imposero anche Pisa e Genova. I genovesi avevano contribuito durante la prima crociata alla conquista di Antiochia e Gerusalemme; perciò anche Venezia e Pisa decisero di fornire truppe navali a sostegno dei crociati. Fu in questo modo che Pisa, Venezia e Genova ottennero il diritto di possedere alcune colonie nei maggiori porti orientali.Così Acri, Tripoli, Giaffa divennero i principali mediatori di navi dirette in Occidente.

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Venezia nel XVI secolo

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2.5 L’attività delle città marinare italiane

Le colonie delle città marinare consentirono la formazione di legami regolari con i loro fornitori di merci in cui le spezie si ritagliarono uno spazio sempre più ampio, diventando elemento fondamentale nelle cucine medievali.L’imbarcazione usata per trasferire le merci dall’Oriente all’Italia era la galera. Possiamo considerare la galera come l’evoluzione delle imbarcazioni romane. A differenza delle bireme o delle trireme però la galera era dotata di una vela triangolare (o latina) che permetteva di andare controvento. Inoltre vennero aboliti i ponti sovrapposti. Il costo di queste navi era però elevatissimo; prima ancora che lo Stato fornisse i fondi necessari, a Venezia, si fece ricorso alle associazioni per finanziare la fabbricazione delle navi.Nelle associazioni, un gruppo di portatori di capitale si univa in società, acquistando una o più quote (dello stesso valore) in cui la nave era divisa. Un’altra forma di associazione era quella definita commenda o colleganza: ciò indicava l’accordo fra un portatore di capitale e un capitano di una nave. L’uomo d’affari affidava al capitano merci da vendere o investimenti da compiere.La particolarità di questa associazione è nella durata del contratto, in genere di sola andata e ritorno.Inoltre per evitare di perdere tutto il loro capitale in una sola volta gli uomini d’affare stipulavano più accordi contemporaneamente; non dimentichiamoci infatti che i pirati erano sempre in agguato e che la galera non era adatta a sopportare tempeste di una certa entità.La navigazione nel Mediterraneo era infatti una pratica prevalentemente estiva. Le flotte infatti da novembre in poi dovevano obbligatoriamente fermarsi per trascorrere l’inverno e conseguentemente ogni attività bellica o commerciale si interrompeva.

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Caratteristiche tecniche riassuntive di una galera

Spezia: aroma naturale di vario tipo, di origine vegetale usato per insaporire gli alimenti.

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2.6 La rinascita delle città

La rivoluzione commerciale a cui dietro vita le città marinare poté essere sostenuta grazie alle città interne. Dopo il crollo dell’Impero romano, vi fu un calo demografico che portò la civiltà urbana, in alcuni paesi, quasi a scomparire. La città nel medioevo era il centro urbano che ospitava una sede vescovile e in cui la popolazione si dedicava all'artigianato, al commercio e all'amministrazione.Le città interne riuscirono quindi ad inserirsi nel meccanismo di crescita internazionale riuscendo a conseguire uno sviluppo demografico ed economico. Milano, Genova, Pisa e Venezia contavano più di 100 000 abitanti, numero che era proprio fino ad allora solo delle metropoli orientali come Costantinopoli. Simbolo di tale espansione fu la crescita dei sobborghi e il conseguente ampliamento delle vecchie cinta murarie. Firenze attuò l’ampliamento murario già nel 1172, portato a termine poi nel 1175.

2.7 I comuni in Italia

Lo sviluppo economico e demografico delle città italiane trovò un corrispettivo rinnovamento istituzionale. Tutti i centri urbani vennero infatti, anche con la forza, “sottomessi” ad una nuova struttura politica, il comune. Inizialmente la parola comune indicava il gruppo di coloro che si erano associati per conquistare il potere e avevano giurato di combattere assieme in caso di necessità. Quando quasi tutti i centri urbani italiani si diedero al comune, questa parola indico appunto le nuove forme di governo emergenti. L’istituzione politica più adottata fu quella dei consoli (non più solamente 2 ma anche 8 o 12), associati generalmente da un Consiglio che esercitava il potere legislativo. Tra gli organi eletti dai cittadini troviamo l’arengo, assemblea di questi che si riuniva in situazioni particolari o drammatiche. Il comune si preoccupò di estendere il proprio potere anche nelle zone circostanti, nelle campagne e nei centri urbani minori.

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Fiorenza, Firenze nel medioevo

Schema sull’origine dei comuni

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2.8 La lotta politica all’interno dei comuni

I comuni furono soggetti a lotte interne dovute alla contrapposizione di più fazioni che volevano raggiungere il controllo del potere. Al fine di far fronte a tali conflitti si fece ricorso a un podestà, a sostegno dei consoli, scelto al di fuori della città in modo che garantisse totale imparzialità; per evitare che egli diventasse un tiranno, restava in carica solo un anno.Nemmeno questo tipo di regime fu in grado di sedare i continui conflitti e si arrivò a organizzare il comune del popolo, che affiancò il governo. Il comune del popolo finì per raggiungere, con la forza o meno, il potere in tutte le città. Dopo la presa di potere, il comune del popolo, discriminò i nobili (magnati) che non poterono più accedere alle cariche pubbliche e a cui veniva riservata una legislazione eccezionale, altrettanto discriminatoria.Anche all’interno del popolo non vi era un’unità omogenea; infatti gli interessi del popolo grasso (mercanti e imprenditori) andavano spesso contro quelli del popolo minuto (piccoli artigiani e operai). Questo tipo di situazione portò alla nomina di un signore con lo scopo di fare da mediatore fra le due parti ma che finì poi a raggiungere il potere assoluto. Nessuno dei signori, almeno nel Duecento, riuscì a mantenere il potere a lungo su una città.Solo nel XIV essi riuscirono a consolidare la propria autorità; ad esempio, a Milano, la dinastia dei Visconti che affondò le proprie radici governative nel 1277, dovette aspettare sino alla metà del trecento per avere la certezza di esercitare il potere.

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Mappa concettuali sulle fasi dei comuni

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Galleria immagini: la prima Crociata

I crociati si imbarcano per la Terra Santa

Marco Matta

Presa di Gerusalemme, 1099

I cavalieri armati di lancia in partenza per la prima crociata

Manoscritto islamico, Goffredo di Buglione giunge

a Nicea

Presa di Antiochia, 1098

Antiochia, 1098

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Sitografia:

www.wikipedia.it

http://www.medio-evo.org/bernardo.htm

Bibliografia:

Chiaroscuro dall’età feudale al seicentoAutori: Francesco Feltri, Maria Manuela Bertazzoni, Franca NeriEditore: Sei

La conoscenza storica manuale, fonti e storiografiaAutori: Alberto De Bernardi, Scipione GuarracinoEditore: Edizioni scolastiche, Bruno Mondadori