Le Ristampe di tex e il liquore di Mefisto

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LE RISTAMPE DI TEX

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Libretto dello spettacolo musical-teatrale interpretato da Augusto Forin, Sandro Signorile, Dario Camuffo, Davide Baglietto, Tato Capelli. Con l'attore Jacopo Marchisio e le letture e la regia di Patrizia Litolatta Biaghetti

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LE RISTAMPE DI

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LE RISTAMPE DI

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Le sue strisce hanno accompagnato la nostra infanzia, quel particolare formato quasi filmico e il bianco e nero che lasciava alla nostra immaginazione la colorazione di quei pueblos, di quelle grandi praterie, di quelle gelide montagne innevate dove ulula il coiote. Un eroe che divideva la sua vita tra l’etnia navajo da cui derivava la sua saggezza e l’applicazione di questa nei territori dei “bianchi” dove era richiesta la sua opera di ranger.Racconti di frontiera, così come la nostra musica che definiamo tex-mex.Una musica all’incrocio delle vie, le vie del nostro diverso sentire, più compositori che portano le loro esperienze di vita.Da questo impasto ha origine un prodotto che fonde le diverse sonorità, un’alchimia come erano alchemici quei prodotti che imbonitori con i loro carri, portavano scavalcando le frontiere di paese in paese non indenni da rischi, e proponevano come medicine per la guarigione di tutti i mali e che spesso era soltanto un distillato di vari elementi.È questa sorta di distillato che noi proponiamo con la nostra musica, un liquore che forse lontano dal sanare tutti i mali può lenire quei momenti di abbattimento, coinvolgere emotivamente gli avventori rasserenandoli.

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Ci muoviamo, affetti da nomadismo psichico, camminando un mondo pavimentato di bianco e nero.Ma le Ristampe di Tex, ormai ingiallite, forse per distinguersi, forse per disperazione, calpestano solo le fughe, il confine, la linea della fortuna, a volte della vita, come soldati perduti.E cosi sentirete parlare di diavoli, santi, terre e mari misteriosi, di Da’ che è sempre con noi e di manciate di argilla che prendono vita grazie al liquore del grande alchimista.Tutto questo con la musica che scaturisce dalle voci, con la perenne raucedine propria dei grandi di Augusto e Dario, dalle doppie corde di Sandro, dense di energia tellurica, dal moto perpetuo dell’archetto di Tato e dal suono ancestrale dei flauti di Davide, dalla calda e protettiva chitarra sempre di Augusto. Poi il percorso viene guidato dall’alchimista in persona, l’attore Jacopo Marchisio, che dispensa ironia, senso del fato e preziose gocce del magico liquore dell’oblio. Vigila attento l’occhio di Patrizia Litolatta Biaghetti, regista e pittrice di immagini, poetessa zen di colori e parole.

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NEUTTE SCÛA

Che neutte scûa, no gh’é de lùnn-ag’ho finn-a puia che quarche diau o sciorte feoa

pe dimme, annemo che l’è l’uaMa oua, oua venio tanto vanni avanti ti

Ti che ti sè a stradda mi l’ho za ascourdàTi che ti sè a muxica, mi no l’ho mai imparà

Ti che ti me l’è fæta o ti me l’è da fâ

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Gentili Signore, gentili Signori Prego avvicinatevi, avvicinatevi. Sono qui per stupire le vostre esimie signorie con un prodotto miracoloso, un estratto per l’eterna giovinezza. No… non chiedetemi l’età, non credereste alle vostre orecchie, date invece credito ai vostri occhi. L’elisir che vado a proporvi è il “liquore di Mefisto”…Si signori miei, avete capito bene, Mefisto, ho stretto un patto con il vecchio malandato pover’uomo. Gli ho ceduta l’anima in cambio della ricetta del suo magico liquore. Ne è valsa la pena, mi chiederete? Certo che ne è valsa la pena!Osservate signori, la trasparenza ed il colore di questo liquido, vi troverete i fiumi della vostra infanzia, gli occhi della piccola Molly dalla pelle lentigginosa, i vetri della bisca White Elephant a Fort Worth. Poche gocce di questo prodigioso elisir allevieranno i vostri dolori, le vostre ansie, ... via per sempre le rughe dalla vostra fronte. Un macerato di erbe ed alcool. Si, ma quali le erbe? In cambio della mia povera anima ne ho ottenuti i nomi e le proprietà, …così avrò la bontà di nominarvene alcune…ma solo alcune.

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l’erba della salute, nell’antica Roma era il premio per i vincitori delle gare di quadrighe, è la salute che si voleva dare in premio.Quest’erba propizia l’energia per superare gli ostacoli, induce alla riflessione, mitiga l’aggressività. Così il canto, che nasce da una riflessione, crea l’energia per espandersi e raggiunge te ascoltatore portandoti benessere.

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SCUSA

Scusami sai, se non ti pago da berema, cosa vuoi, oggi non mi sento adeguato

in questo bar predisposto per lunghe degenzetutti seduti davanti ad una flebo di vino

e che qui sanno solo parlare di calcio e di tassee io nonostante gli sforzi non riesco a seguirle ste masse

ma sono solo parole, e hanno le gambe cortecome le bugie che vado raccontando sui miei amori

Scusami sai, se ti sembro un po’ stranonon spaventarti se guido e ti sembro distratto

no, no è inutile che insistiè che mi va proprio di tagliare la strada ai ciclisti

ma è normale, per chi è perseguitato dagli assicuratoriè normale per me che non ho un buon ricordo dei tuoi amori

ma sono solo parole, e hanno le gambe cortecome le bugie che vado raccontando sui miei amori

si ma ora che ho perso la testa per una morettapasso le ore e la notte a contare le stelle

si, lo so che avrei cose più urgenti da fareintanto ho trovato anche il tempo per imparare a sognare

la verità è che una vita che faccio presenzala verità la saprai, ma solo in mia assenza

ma sono solo parole, dai! e hanno le gambe cortecome le bugie che vado raccontando sui miei amori

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I L TOPO

Il topo riesce a fare solo dannida anni sta dietro una scrivania nessuno riesce più a mandarlo via sta aggrappato ad uno stipendio unica garanzia poi ha sette vite come i gatti e come i gatti fa le fusa con una amica mia giusto il tempo di un martini e nel martini lui ci tuffa tutta la sua nostalgia lui che ha girato il mondo, dice ma rosicchiava atlanti, masticava geografia ora che si occupa di storia lo fa per rimediare a qualche vuoto della memoria Il topo ama le donne le vuole giovani e africane, garantite sane le va a trovare quasi ogni seraappena fuori dalla sua tana tutte pronte in fila indiana Il topo riesce a fare solo danni da anni sta dietro una scrivania E conta? Si conta i buchi nel formaggio e i risultati del sondaggio se li gioca al lotto

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albero scarmigliato, ricolmo di bellissime infiorescenze dal delicato profumo, ha proprietà curative per l’apparato respiratorio, le sue bacche d’un viola acceso ci danno una prelibata marmellata. Dai suoi rami cavi si costruiscono flauti i Sambuché, il leggendario flauto magico che con il suo canto teneva lontani i sortilegi, così la voce che incanta gli astanti allontanando i loro tristi pensieri.

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DA’

Dove sarà la vecchina dei piccionila porto con me nella valigia delle tue canzoni

Ora è sempre qua nella stanza delle illusionidove ho dipinto una luna blu e ci passo le ore

Sono le cose che piacciono a teil tempo passato a scherzare

l’ombrello di Mary e le sue caldarrostee i conti …finiti in rosso

come è rosso il berretto di Ciccio Goliache ci ricorda che sta arrivando Natale

perchè è bello respirare l’allegriaperchè è bello stare in compagnia

Ma c’è un amico che stiamo aspettandolui non è mai in ritardo

ecco lo vedo arrivare ansimandoraccoglie le forze poi alza lo sguardo

e ci dice ragazzi su andiamoc’è Zia Rita che ci aspetta alla Foce

Certo che ritorneremo nel vecchio cinema del martedìdove annega l’Ottone e le torte hanno le gambe

dove il cielo sta sopra PechinoPoi tutti d’accordo saliremo nella città alta

dove ho dipinto una luna blu e ci passo le oree ci passo le ore, dove ci passo le ore

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FASCE LATERALI

Mi troverai in campo seduto sul mio orgogliocon amico il fango delle fasce lateraliLa mischia delle stelle ha un tiro troppo alto l’onda lunga degli spalti sudamericaniGettami una fune dai tuoi capelli scuriocchi grigi domani sarà festa!Parlami di te, della tua pelle scuradi vite consumate nel sudore dei vagonidi sorsi di tequila col sale della terravienimi a scovare nei bordelli mexicaniGettami una fune dai tuoi capelli scuridolce amica, domani domani sarà festaQuando ti vedrò danzare all’orizzonteanima notturna, anima sorgivaquando sentirò la tua mano sula frontela tua mano fresca sulla mia feritaGetterò la spugna getterò me stessonel caleidoscopio delle notti tropicaliAli di farfalla seguirà il mio passolungo i fiori fradici dei brindisi nuzialiGettami una fune dai tuoi capelli scuridolce amica, domani domani sarà festa

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la piccola pergamena color nocciola simile ad un vecchio spartito arrotolato dorato dall’esposizione alla luce, difficile da raccogliere necessita di una faticosa ricerca, un percorso quasi iniziatico. Lo sapevate, elimina la prostrazione fisica, libera l’appartato respiratorio, ...eeh è leggermente afrodisiaca, una spolverata insaporisce cibi dolci o salati. Ed ecco come spezia le note delle corde doppie del mandolino, una ricerca continua di suoni, amore e studio per quel pizzico di sonorità da spargersi e amalgamarsi con altri sapori per un godimento sonoro.

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…ero proprio in bella compagnia! Di gran lunga la migliore che si sarebbe potuta trovare da qui alla California sino alle isole della citta di New York. C’erano con me, a calpestare questa maledetta linea di confine, Jodor il medico mago, Warren Zevon e Joe Stummer, cari vecchi bandidos, e il nostro Da’: tutti avevano bevuto il mio magico liquore, se ne erano ubriacati, poi erano tornati dal Messico per non lasciarmi solo. Ma, ad un certo punto del giorno, ho percepito la sua altera presenza davanti a me. Ho lasciato per un momento l’allegra brigata e l’ho vista: una statua di porcellana erosa dal vento siberiano. Sfrontatamente, da diavolo... povero quale sono, le chiesi: “Perché sei triste e sola, bella signora?” La donna dalle grandi mani mi rispose con glaciale accento del est: “Mio uomo finito i soldi, io finito amore.” In quel momento capii tutto l’universo, il West, l’Inter, la versione di Barney, i “Dategli un sedatavo!”, i “Mi piace l’odore di napalm al mattino”, e la feroce ironia del mondo. Con gli occhi pieni di sole cantai “Vieni con me a Tijuana, sarò rifugio dalla tempesta. Poi studieremo le sacre scritture dei Maya, fumando havana, bevendo il liquore dell’oblio e la tisana di marjuana.”Tu invece mi hai fatto solo sperare, aspettare nel Messico distante.

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BELLA SIGNORA

Bella signora dalle grandi manimi vedi è già da un pezzo che sono qui e ti sto a puntare,sai sto aspettando che tu ti decida a lasciarti andaredi pazienza ne ho ancora molta ma non te ne approffittare!Ora che siamo in Messico, in Messico, giù in Messicoora che siamo in Messico, nel Messico distanteOra che siamo immersi in questa nuvola di fumo puzzolenteè una miscela letale di tabacco nazionalee di cubani fumati in fretta,anche se tutto intorno è una grande siestabella signora dammi retta, sono giorni da dimenticare!Ora che siamo in Messico qui in Messico, giù in Messicoora che siamo in Messico, nel Messico distantiMa bella signora, dalle grandi manisai ti volevo a Tijuna tra tequila e marijunae in tutto questo tempo invece mi hai fatto solo sperarela pazienza ha un limite, ti devo salutare!Tu resta pure in Messico là in Messico, giù in Messicotu resta pure in Messico, nel Messico distante……

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erba che caccia l’oscurità dalla mente, ha proprietà che combattono la depressione e l’abulimia.Si crede liberi dagli spiriti maligni, ma senz’altro il suo profumo abbatte gli stati d’ansia risollevando lo spirito. Così il dolce e allo stesso tempo stridente suono del violino che induce alla danza accumunando e liberando dalla tristezza.

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Ho bruciato il ritratto di DorianHo schiodato Maddalena

Ho liberato l’agnelloHo vomitato le lucertole

Ora il lupo viaggia tra le pecore senza travestimento

Ho bruciato il filmHo versato la melassa nel lavandino

Ho massaggiato la mia bocca col mielePerché le lacrime non generino più fantasmi

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AMANTI DISTANTI

Ci penso sempre cosa vuoi dimenticare è un limitedel resto il tempo è qui con me sta compilando le pratichema ho sempre in mano le tue letteree quelle buste con su le nuvoleora rileggo le parole con rinnovato senso critico:dici e non dici ma già che dicipotevi almeno non illudermi cosìe già, invece passo dopo passosei riuscita a far di me un caso clinico…Non riesco ancora a crederci ho sconfinato nel ridicoloma dimmi te, e non sai neanche scrivere!Non è questione di grammatica, noè che l’amore vuol certe parentesiè che l’amore si fa anche per ridere!E invece piangi e ti lamenti dei continui fallimentiche come dici tu t’inseguono, ma dai!E allora siedi ad aspettare ancora un altroe lo sai già che prima o poi ti verrà a cercare.Ma lasciami fuori da queste storiepiene di cenni e di mezze parolema per favore, ma per favore!È una situazione imbarazzante come un’amante in viva vocee non c’è niente di eccitante in un’amante …distante!

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…“piacere di conoscerti, spero indovinerai il mio nome...” Lo dissi al giovane Mick nel ’68 prima che gli fosse regalata l’eterna giovinezza, egli mi guardò attonito, un vero numero 12, l’appeso che comunque deve salire sulla diligenza che porta a Lordsberry, ma si sa: “succede sempre qualcosa” e alloro salgo o non salgo quel treno per yuma e se poi mi trovo a Pavia invece che a Principe, salgo o non salgo sull’autobus? sarà Varazze oppure a Sori questa volta, magari a mangiare dei crauti? No amici miei mi farò forza e chiederò, questa volta chiederò, se potrà servire chiederò a qualcuno che non sia come me, nevrastenico, stupido, debole e codardo. Ma eccolo, sta arrivando il treno, la diligenza, l’autobus.…e infondo io ero un bravo cowboy poi successe qualcosa... e allora ci salgo sù! Via la paura sono un’uomo verticale adesso, ma perchè tutti intorno a me danzano al ritmo di cumbia? Vabbè infondo succede sempre qualcosa…

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SBAGLIARE D’AUTOBUS

Sbagliare d’autobus, a volte capitalunghi semafori, stress economicoma sbagliare d’autobus, si a volte capitaSi è troppo timidi, non c’è più dialogo o non leggi il numero e non osi chiedere vecchi ballabili, ricordi inutilima sbagliare l’autubus, si, puo’ succedere ma a quelli stupidi, ai nevrasteniciE quello parte per quartieri fuori mano, scodinzolando sulla scia di Magellano tu te ne accorgi che sei sempre più lontano, al capolinea!E aspetti il prossimo, che sarà lucido cromato e solido, inossidabile sarà implacabile, sarà impossibile sicuro e nitido, bello e nostalgicoLe sospensioni ti faran danzare ritmi equatorialila gente dentro avrà sorrisi arcani e palpiti ancestralie tutti quanti danzeranno al bacio dell’ultimo sole Tu aspetta il prossimo; al capolinea!

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il succo delle sue bacche veniva usato contro il morso degli animali velenosi, il suo legno è inattaccabile dai tarli, il suo infuso espelle dall’organismo gli umori che si creano dopo fatiche prolungate. Juneprus vuol dire acre, un sapore che prende alla gola, come il suono della cornamusa. Arkeutos, il suo nome in latino significa che respinge il nemico, già il ginepro ha il potere apotropaico di allontanare l’avverso proprio come il potente suono della cornamusa che in battaglia creava panico e paura nel nemico, quel suono così dominante che si spandeva per lunghe distanze, ma anche così dolce e languido nelle malinconiche ballate.

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…il mestiere di amarsi lo pratichiamo poco; amiamo certo, però non perdoniamo mai.Fidatevi di cosa dice questo angelo caduto e condannato all’eterna immaturità interiore e ad avere gli anni stampati sul viso con rughe simili a rotte di navi di un tempo senza senso.Solo il respiro della bellezza della terra a volte attenua la profondità di questi solchi, la lunghezza di questi viaggi segnati dal non ritorno.Adesso sedetevi intorno a me voi pirati, cow boys, stregoni indiani e spiriti della notte, violinisti amanti d’Irlanda e cantanti malati di Disney prepariamoci alla danza finale, in fondo lo sanno tutti che il mio mestiere è amarvi.

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I L MESTIERE

È un mestiere imparato da pocoAmare il cielo e non vivere dopoPer ogni istante calato dall’altoUn mezzo sorriso sta dentro al suo cantoE Quando ritorni a respirare la terraSenti che il sole può annientare la guerraE sai per certo non torni indietroNeppure di un giorno, neppure di un metroÈ un mestiere non lasciarlo al casoVivere l’istante batterci il nasoÈ un mestiere stare a danzareAmarla davvero non farla aspettareSi è questo il mestiereÈ il mestiere dei santi piratiSporchi felici e affamatiPer ogni soffio un sospiro di ventoPer ogni soffio un pieno di tempoÈ un mestiere che va studiatoCome un padre inascoltatoQuesto mestiere inizia a morireForse per questo è da capire

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…e per concludere signori, l’ultimo elemento che è anche la sostanza base, in cui macerare le meravigliose erbe di cui vi ho parlato. Un liquido evanescente, volatile, infiammabile. Versato sul fuoco, ne aumenta la fiamma in un crepitio di suoni, scintille, bagliori, scoppiettii, proprio come i bagliori che si sprigionano dal crepitio degli applausi e sono per la musica ciò che l’alcool è per il nostro liquore…

…e questa sera, cari signori e signore avete avuto la fortuna di poter assaporare il liquore di Mefisto, questo distillato che forse lontano dal sanare tutti i mali può lenire quei momenti di abbattimento, coinvolgervi emotivamente e rasserenarvi.

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GIUDA

La memoria per me è un problema di piùcon le sue voragini soprattutto quando tu pretendi da me una volta di più un ricordo credibile ma dopo una notte così la mattina per me è lenta a partire con le sue raucedini Ma Giuda ti ha toccato la mano e ti ha sorriso è così che si gioca il paradiso avrei dovuto baciarti ma tu avresti capito Ora le cose stanno così destinate oramai, destinate lo sai a lasciare dei lividi ma dai pensieri che fai, dai pensieri che hai se ti ostini a rimanere sui margini avrai solo vertigini Ma ora c’è da superare un inverno e non ho vogli di altro se non ammazzare un po’ il tempo e non mi servono alibi devo far le cose con calma, con molta pazienza cominciando da quelle più semplici tipo parare gli spifferiMa Giuda ti ha toccato la mano e ti ha sorriso è così che si gioca il paradiso avrei dovuto baciarti e tu avresti capito avrei dovuto baciarti e tu avresti capito

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…rieccomi qua gentili signore egregi signori, spero che questo nostro nettare vi abbia infuso nell’anima un po di gioia e la voglia di averne ancora, vi invito a seguirci di città in città, vedrete il nostro carro spostarsi da un punto all’altro della regione sempre ricolmo di novità. Ma ora prima di lasciarvi voglio far scorrere nelle vostre gole ancora qualche goccia del nostro liquore perché resti più a lungo sulle vostre papille il nostro ricordo.

MOTTO DE TERA

Un motto de tera a cominsa a giâun motto de tera bagnâ

bagascia l’incanta chi resta amiâCun a que de pueila toccâ

Cosse le che te, cosse le che t’hocosse le che t’ascondi in tu to cheu

E man scheuggian in ten’umido abbrassoL’amô cun le pa che fasso

De gianco e bleu un pittô u a vestiàpoi na vedrinn-a in scio mâ

E trameso a queste dierie u cianze e u cianze u rie

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AUGUSTO FORIN ! SANDRO SIGNORILE !

DARIO CAMUFFO !TATO CAPELLI !

DAVIDE BAGLIETTO !

JACOPO MARCHISIO(attore)

(musicisti)

(letture, testi e regia)

(autori testi e musiche)

PATRIZIA LITOLATTA BIAGHETTI

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LE RISTAMPE DI

TEXun grazie a

Barbara Rossetti, Enrica Noceto,Ivano Malcotti, Carlo Aonzo, Fabio Rinaudo, Bobo Storace

ilPigiamadelgatto

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