Le Ri a Livello Internazionale

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LE RI A LIVELLO INTERNAZIONALE Multinazionali e IFAs Leonardo Cribio Andrea Pavani Chiara Coatti

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relazioni industriali a livello internazionale

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LE RI A LIVELLO INTERNAZIONALE

Multinazionali e IFAs

Leonardo Cribio

Andrea Pavani

Chiara Coatti

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INDICE

PREMESSA: la globalizzazione

LE MULTINAZIONALI

GLI IFAs

PROBLEMI APERTI E CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

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PREMESSA: la globalizzazione

Globalizzazione

“termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e

culturale tra le diverse aree del mondo”

Fonte: www.treccani.it/enciclopedia/globalizzazione

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Un breve inquadramento storico

1) Dal Secondo dopoguerra al crollo dell’Urss: forte contrapposizione ideologica e di civiltà (Capitalismo vs Comunismo) con conseguenze geografiche (Ovest vs Est).

2) Anni '90: la fine del blocco Sovietico consacra il modello di sviluppo capitalista come unica scelta possibile, a livello globale. Lo sviluppo dei trasporti e delle tecnologie comunicative sono stati determinanti per la nascita della globalizzazione di stampo neo-liberista.

3) 2001: emergere dei Bric (poi Brics, è l‘insieme di Paesi emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). L'entrata in scena di questi attori, e dei loro partner commerciali, nella corsa al dominio mondiale sta trasformando, e stravolgerà inevitabilmente, le relazioni sul piano economico che influenzano quelle industriali a livello internazionale.

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IDE – investimenti diretti esteri

Fonte: UNCTAD (www.unctad.org/fdistatistics)

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Esportazione mondiale di beni

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Effetti sulle RI

Tendenza a un “Race to the bottom”: corsa al ribasso,

tra i governi dei diversi Stati, nei confronti dei diritti dei lavoratori e delle condizioni degli ambienti di lavoro, in nome della competitività. Ciò avviene per attirare capitale di investitori stranieri che esigono condizioni a loro favorevoli per trarre il maggior profitto possibile;

Nuovi livelli di relazioni industriali: lo schema tradizionale basato sui due livelli, centralizzato e decentralizzato, a livello nazionale viene meno. Emergono più livelli sovranazionali ( europeo e globale) e uno intermedio all’interno dello scenario nazionale.

Nuovi attori: multinazionali, sindacati transnazionali, e organi istituzionali sovranazionali.

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LE MULTINAZIONALI

Sono grandi imprese economiche la cui proprietà e direzione si trovano in un paese, mentre parte degli impianti di produzione e delle strutture di distribuzione sono dislocati in paesi diversi

Effettuano gli investimenti diretti all'estero (IDE) per creare, acquisire o espandere un'azienda estera controllata

Ricerca delle condizioni migliori per la produzione e la distribuzione legate alle caratteristiche della manodopera, alle materie prime, alle norme degli Stati, alle tasse e alla stabilità dei regimi politici.

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Dati I lavoratori occupati in MCNs in tutto il mondo sono 82 milioni. Circa il

3% della forza lavoro mondiale

Ad oggi esistono circa 60.000 MCNs con 500.000 filiali. Il 95,5 % di queste imprese ha sede in: Usa, Giappone, GB, Francia e Germania

Circa un terzo del commercio mondiale avviene all'interno delle strutture delle multinazionali, tra filiali in paesi diversi o tra filiali e casa madre

Le attività economiche delle maggiori MCNs riguardano: la produzione di automobili, la raffinazione del petrolio, l'elettronica di consumo, l'industria chimica e farmaceutica, i prodotti alimentari, la produzione di energia elettrica, i servizi bancari, finanziari ed assicurativi, il commercio all'ingrosso e al dettaglio, le telecomunicazioni e i media

In alcuni casi il bilancio delle MNCs è superiore al bilancio di molti Stati (per esempio il bilancio della Shell è superiore a quello della Norvegia)

Fonte: UNCTAD (2006)

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Tipologie

4 tipi di multinazionale: Multinazionale: l'impresa possiede all'estero almeno il

25 % dei propri investimenti produttivi e vi realizza almeno ¼ del fatturato complessivo all’estero.

Internazionale: l'impresa si concentra maggiormente sul Paese di appartenenza, ma è comunque dotata di un'apposita sezione internazionale dedicata allo sviluppo delle attività all'estero.

Transnazionale: la proprietà dell'impresa è divisa in vari Paesi, ma possiede un unico centro che non è soggetto ai vincoli dei Paesi dove risiedono i proprietari.

Sovranazionale: l'impresa si sente vincolata solo da norme introdotte da appositi accordi internazionali, poiché è presente in gran parte del mondo.

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Relazioni con gli attori delle RI

Le MCNs operano in maniera abbastanza autonoma e differente con le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali, poiché la loro struttura e la loro dimensione fanno in modo che non possano essere facilmente condizionate da attori esterni.

Gli ambiti in cui si sviluppano le relazioni delle MCNs sono vari:

1) Quello nazionale, in cui si trova la singola unità produttiva o di distribuzione.

2) Gli altri invece dipendono dalle logiche d'azione che esulano dal livello nazionale, perché seguono calcoli di convenienza e politiche di localizzazione.

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MNCs e associazioni imprenditoriali

In base ai risultati di uno studio svolto dalla Fondazione Europea di Dublino (2009)

Normalmente le MNCs cooperano con queste associazioni, ma con modalità diverse.

Possono aggregarsi alla confederazione dei datori di lavoro del paese, ma poi non associarsi alle organizzazioni di settore per evitare il livello di contrattazione.

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MNCs e organizzazioni sindacali

I sindacati, a seconda del paese, hanno visioni diverse sulle MNCs:

◦ in alcuni casi cercano di evidenziare gli aspetti positivi, come la creazione di nuovi posti di lavoro, l'arrivo di investimenti (IDE) e in parte anche uno sviluppo delle relazioni industriali (quest'ultimo aspetto riguarda Paesi dove il dialogo sociale è quasi assente o ancora poco sviluppato).

◦ Nella maggior parte dei casi hanno una visione negativa delle multinazionali perché portano maggiori conflitti, a causa dell'eccessiva flessibilità e della lontananza dei vertici decisionali.

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Strategie d’azione delle OO.SS

Siccome le MNCs possono spostare i propri capitali e impianti di produzione dove le condizioni risultano maggiormente convenienti per i loro investimenti, i sindacati devono trovare il modo di rispondere alle minacce di delocalizzazione e farsi riconoscere dalla controparte. Quali strategie d’azione?

◦ Difensiva: concessioni contrattuali rispetto alle norme precedenti ( per esempio per quel che riguarda i diversi aspetti della flessibilità)

◦ Proattiva: negoziazione di piani sociali

◦ Offensiva: campagne di mobilitazione civile e politica attraverso il coinvolgimento dei media e di ONG. Queste azioni possono essere simboliche, ma anche arrivare a vere e proprie azioni legali.

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Contrattazione collettiva

Sempre in base allo studio citato, le materie di maggiore interesse sono retribuzione e orari di lavoro. In entrambi i casi le MNCs ricercano una maggiore flessibilità.

◦ sistemi di retribuzione: l’obiettivo principale è quello di ottenere maggiore variabilità negli schemi di pagamento. Orientati alla performance e alla produttività individuale, cioè ad una riduzione del salario di base e ad un aumento dei bonus e delle parti accessorie.

◦ orario di lavoro: flessibilità e ampliamento dei parametri di riferimento del tempo di lavoro.

• Il raggiungimento di accordi collettivi spesso dipende dal tipo di contrattazione, che può essere:

• 1) multi – employer: con più datori di lavoro e OO.SS

• 2) single – employer: contrattazione a livello aziendale

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1) contrattazione Multi-employer

Nei casi di MEB le multinazionali inizialmente si uniscono alle associazioni datoriali locali, adattandosi al sistema esistente, per poi cercare di modificare le regole esistenti.

Gli accordi che vengono raggiunti con questa modalità di contrattazione riguardano il livello settoriale ma anche quello aziendale. A quest'ultimo livello, la contrattazione avviene soprattutto nelle unità produttive presenti nei paesi dell'Europa occidentale (Volkswagen in Germania, Novo in Danimarca, AutoEuropa in Portogallo).

Spesso gli accordi stipulati a livello aziendale hanno livelli salariali più alti di quelli di settore e in generale condizioni di lavoro migliori.

L'uso di Opting Out Clauses (lasciare accordi di settore, e anche l'associazione datoriale, in favore di accordi company-based) è cresciuto.

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2) contrattazione Single-employer

Nei casi di SEB, la contrattazione collettiva è spesso più elevata all’interno delle MNCs rispetto alle altre imprese.

Questa modalità la si ritrova spesso nelle unità produttive nei paesi dell'Est Europa, e soprattutto nel settore manifatturiero, dove gli accordi raggiunti garantiscono ai lavoratori salari più alti delle imprese locali e anche condizioni di lavoro migliori.

Crescente allontanamento dalle organizzazioni di rappresentanza in diversi paesi.

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GLI INTERNATIONAL FRAMEWORK AGREEMENTS (IFA) Accordi quadro internazionali conclusi tra le MNCs e le

Federazioni Sindacali Globali (GUF o Global Union Federations), cui possono aggiungersi gli EWCs (European Work Councils), per la definizione di norme di lavoro e la promozione del dialogo sociale

Strumento bilaterale

Complementari ai sistemi nazionali di RI, non sostituti: utilizzati dal movimento sindacale globale per far rispettare alle MNCs i principi minimi in materia di protezione del lavoro ovunque esse operino

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segue…

Strumento relativamente nuovo: il primo IFA è stato firmato nel 1988, ma la maggior parte dopo il 2000

68 IFA fino al 2008 (dati Eurofound)

Sono stati stipulati in alcuni settori: manifatturiero, energetico

Strumento ideale per affrontare le questioni sollevate dalla globalizzazione, per promuovere il “lavoro dignitoso” (ILO 1998) e superare le violazioni e le carenze in materia di regolamentazione nazionale degli standard di lavoro denunciate da sindacati e ONG

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Soggetti

I soggetti firmatari sono le MNCs (il Management, solo in alcuni casi coadiuvato da un esponente del settore HR) e Federazioni sindacali internazionali e/o gli EWCs.

La maggior parte degli IFAs sono stati conclusi tra i sindacati e le MNCs con sede in Europa. L’Europa ha posto le basi per la firma di tali accordi globali

Le MNCs si impegnano a rispettare le norme fondamentali del lavoro, e allo stesso tempo a “supportare e incoraggiare” i propri fornitori ad allinearsi a quanto stabilito nell’accordo stesso

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Contenuto

Diversi dai codici di condotta delle MNCs (volontari e unilaterali):

◦ Sono negoziati con il sindacato

◦ Si fa esplicito riferimento alle dichiarazioni internazionali contenenti norme sul lavoro: Dichiarazione dell’ONU sui diritti dell’uomo,

linee guida dell’OCSE destinate alle imprese, codice di condotta dell’ILO sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro

Contengono:

Norme fondamentali sul lavoro (Core Labour Standards), redatte secondo le indicazioni dell’ILO:

1) libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva;

2) eliminazione della schiavitù;

3) abolizione del lavoro minorile;

4) divieto di discriminazione sul lavoro

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Contenuto/2

Possono inoltre contenere clausole su:

Condizioni di lavoro (ambiente, salute e sicurezza, istruzione

e formazione, selezione basata sulle competenze, privacy, corruzione, integrazione di lavoratori portatori di handicap, migrazioni, priorità accordata alla stipula di contratti a tempo indeterminato)

Coinvolgimento sindacale

Durata dell’accordo

Monitoraggio

Risoluzione delle controversie

Conformità di fornitori e sub-fornitori

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Contenuto/3

Non riguardano salari e orari di lavoro, che nei paesi sviluppati sono trattati nella contrattazione collettiva a livello di settore o di azienda.

Non dobbiamo pensare gli IFAs come un’estensione della contrattazione collettiva a livello globale o come accordi sostitutivi rispetto ai sistemi nazionali di RI (complementari, non sostituti)

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Attuazione e monitoraggio

Il campo di applicazione è globale

Sono generalmente previste forme di controllo di applicazione dell’accordo. E precisamente:

◦ 1) monitoraggio condotto dal Management (con possibile intervento da parte di revisori esterni) – caso IKEA

◦ 2) monitoraggio condotto solo dai sindacati

◦ 3) monitoraggio condotto solo dagli EWCs

Però, solo la metà degli accordi prevede sanzioni in caso di violazioni

I sindacati spesso non hanno la forza o le risorse per procedere al controllo

Inoltre, conflitti di interessi tra sindacati di diversi paesi

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CASO IKEA (EIRA, 2007) “Good business and good company”

IKEA esternalizza quasi tutta la produzione, soprattutto in Paesi a bassi salari

IFA 1998 tra l’azienda e la Federazione internazionale dei lavoratori edili e del legno (FITBB, oggi BWI)

Il monitoraggio è condotto dal Management (controllori interni e esterni all’azienda)

Il sindacato non ha diritto di monitoraggio: deve limitarsi a commentare la relazione che viene presentata dal gruppo IKEA in occasione delle riunioni semestrali, potendo presentare reclami se riscontra violazioni

In base a ricerche empiriche circa l’implementazione dell’IFA IKEA da parte dei fornitori che sono state condotte in Russia, Ucraina, India, Bulgaria e Vietnam mediante interviste ai responsabili di sede e ai leader sindacali, si è visto che:

◦ Difficile attuazione dell’IFA IKEA in tutti i Paesi

◦ Le principali violazioni riguardano la libertà d’associazione e il diritto alla contrattazione collettiva

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Altri esempi

In Germania la nota azienda automobilistica Volkswagen ha negoziato un IFA con IMF (International Metalworkers Federation) e il works council internazionale del gruppo nel 2002. L’accordo impegna le parti al rispetto dei diritti sociali fondamentali e l’impresa ad informarne e incoraggiarne i fornitori all’osservanza.

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Indesit

La compagnia italiana di elettrodomestici Indesit è stata la prima tra le MNCs in Italia a concludere nel 2002 un IFA con la Federazione Internazionale dei sindacati metalmeccanici e le federazioni sindacali italiane dei lavoratori metalmeccanici. L’accordo è finalizzato al rispetto dei diritti sociali fondamentali nella catena di produzione della società in tutto il mondo.

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PSA Peugeot-Citroën

In Francia un IFA è stato concluso tra PSA Peugeot-

Citroën e IMF e EMF nel 2006. L’accordo va oltre il

rispetto dei diritti sociali fondamentali, includendo

anche pari opportunità (la Francia è stato il primo Paese

in Europa ad applicare la parità salariale di genere),

formazione, salute e sicurezza dei lavoratori e

partecipazione finanziaria.

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GMB

Un altro esempio di IFA non finalizzato solo al rispetto dei diritti sociali fondamentali, ma anche al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla promozione del dialogo sociale è quello concluso nel 2008 dalla società britannica di security GMB e UNI Europa.

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PROBLEMI APERTI E CONCLUSIONI

Possiamo considerare gli IFAs uno strumento per assicurare i diritti fondamentali dei lavoratori a livello globale? E un’espressione delle RI a livello transnazionale?

Valutazioni preliminari degli IFAs hanno mostrato un’incompleta implementazione degli accordi e un basso impatto in termini di garanzia dei diritti del lavoro e la libertà di associazione

I sindacati dei paesi sviluppati mostrano perplessità circa l’implementazione e l’uso degli accordi

Tuttavia, la ragione profonda per cui le MNCs accettano di firmare gli IFAs è per non compromettere la propria immagine e quindi capacità economica. Ma nell’economia globalizzata il mantenimento della propria reputazione può rivelarsi un forte incentivo al cambiamento.

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PROBLEMI APERTI E CONCLUSIONI/2 La globalizzazione ha portato da una parte ad una

riduzione dei salari e dei diritti sul posto di lavoro e, dall'altra parte, a una gara tra i diversi Stati per assicurarsi gli investitori stranieri.

È parecchio difficile fare delle previsioni.

A nostro avviso, gli accordi futuri dipenderanno molto da 2 fattori: economico e politico. ◦ Dal punto di vista economico, l'emergere di nuove potenze (Brics

e partner commerciali) risponde a una delle pre-condizioni per lo sviluppo della globalizzazione liberista, ovvero lo sviluppo diseguale dell'economia mondiale.

◦ Per quanto concerne il fattore politico, molto dipenderà da come uscirà il mondo dopo la crisi. È probabile che avverranno dei grossi cambiamenti che stravolgeranno le regole del gioco.

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BIBLIOGRAFIA

Riisgard,“The IUF/COLSIBA – CHIQUITA framework agreement: a case study”

European Foundation for Improvement of Living and Working Conditions, (2009) “Multinational companies and collective bargaining”

Fichter, Sudow, Volynets, (2007) “Organisation and regulation of employment relations in trasnational production and supply networks. Ensuring core labour standards through international framework agreements?”

Regalia I., (2007) “Towards multi level governance in industrial relations: mapping the field”