Le radici dell'identità in Calabria

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LE RADICI DELL’IDENTITÀ DELLA CALABRIA Tutela e valorizzazione dell’identità e del patrimonio territoriale della Calabria riferimenti 4 PER IL CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO DEI SISTEMI TERRITORIALI MARGINALI ED IN DECLINO PISR UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA

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Tutela e valorizzazione dell’identità e del patrimonio territoriale della Calabria

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LE RADICIDELL’IDENTITÀ DELLA

CALABRIATutela e valorizzazione dell’identità e del patrimonio territoriale della Calabria

riferimenti 4 PER IL CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO DEI SISTEMI TERRITORIALIMARGINALI ED IN DECLINO

PISR

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANAREGIONE CALABRIA

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Edizione rilegata in brossura.Il libro è stato stampato su carta Symbol Freelife Satin Premium White da 130 grammi al metroquadrato.Una carta tripatinata su entrambi i lati con finitura satin, certificata

“Fsc”, quindi proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsa-bile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, composta da pura cellulosa Ecf e da un elevato contenuto di riciclo selezionato.L’attestazione di durevolezza “Long Life” garantisce la neutralizzazione dell’azione acida di alcuni elementi per garantire la durata nel tempo del prodotto.Inoltre la certificazione “Ph neutral” conferma l’adozione di processi di produ-zione “acid free”, mentre con “Elemental chroline free” si evidenzia il basso contenuto di cloro organico impiegato per sbiancare la cellulosa.

Infine i marchi “Selected secondary fibres” e “Heavy metal absence” certifi-cano rispettivamente l’impiego nella produzione di fibre alternative alla cel-lulosa come il cotone, lo sparto, le alghe, il mais, il bambu e il rispetto della direttiva Cee94/62 sulla concentrazione dei metalli pesanti.Per la copertina è stata utilizzata la carta Symbol Freelife Gloss Premium White da 350 grammi al metroquadrato.

Il testo è stato impaginato con i caratteri Rotis Serif, Helvetica e Trade Gothic su Imac con processore da 3.06 GHz Intel Core 2 Duo con sistema operativo Mac Os X 10.6.8 Leopard e il software Indesign Cs4 di Adobe.

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Regione CalabriaDipartimento programmazione nazionale e comunitaria

assessoreGiacomo Mancini

direttore di dipartimentoAnna Tavano

direttore nucleo di valutazioneLuigi Zinno

dirigente servizio programmazioneTommaso Calabrò

coordinatoreGerardo Castaldo

staffTeta CapuaSabrina GiulianoElvira MaddaloniGino RoccaEster SollazzoAntonello Stella

comitato degli espertiRino CapezzutoRaffaele ColaizzoLuca Massacesi

Direttore editorialeLuca Massacesi

Progetto editorialeOfficineEinstein

Progetto graficoAudiovisualgraphik

Design copertina e testiAlessandro Ghezzi (Avg)

ImpaginazioneAlessandro Ghezzi (Avg)

FotografieEmilio Arnone(per gentile concessione)

In redazioneEleonora RipantiElvira Maddaloni

Il volume è stato inpresso in Italia nel mese di giugno 2012.

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IN MARGINE

PREFAZIONE GIACOMO MANCINI 10

INTRODUZIONELUIGI ZINNO 12

SOMMARIO 16

INDICE 111

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La Calabria è una delle regioni del Mezzogiorno più colpita dallo spopolamento, fenomeno comune a mol-ti Stati membri. Per questo i temi dello spopolamento e della qualità della vita in aree marginali, hanno as-sunto una maggiore rilevanza nei documenti strategi-ci e di policy dell’Ue.

Il Pisr “Contrasto allo spopolamento dei Sistemi Terri-toriali Marginali e in declino”, parte dalla necessità di risolvere le maggiori cause che spingono gli abitanti delle zone interne e dei piccoli comuni a lasciare que-ste aree: inadeguati sistemi di trasporto, basso svilup-po urbano e assenza di servizi per la qualità della vita. La perdita di popolazione in queste aree rappresenta un grave rischio poiché impoverisce la nostra Regio-ne dal punto di vista storico, culturale ed economico. È per questo motivo che l’Amministrazione regiona-le ha messo a disposizione ben 42 milioni di euro con il preciso obiettivo di creare opportunità di sviluppo

QUANDO COMBATTERELO SPOPOLAMENTO SIGNIFICADIFENDERE UN (VERO) PATRIMONIO

L’IDENTITÀCHE CI APRE ALL’ALTRO

di Giacomo Manciniassessore regionale al bilancioe alla programmazione nazionalee comunitaria

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in grado di far rivivere i piccoli paesi che costituisco-no la storia del nostro territorio. L’idea che ha ispirato il Pisr “Contrasto allo spopolamento” è quella incre-mentare le opportunità di sviluppo dei cittadini, indi-pendentemente dal posto in cui vivono, della tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesag-gistico della Regione, e promozione e tutela dei dirit-ti fondamentali. La Regione mira allo sviluppo della mobilità e delle infrastrutture, al recupero e alla ri-qualificazione di edifici e spazi pubblici, alla promo-zione del turismo, alla salvaguardia ed alla valoriz-zazione del patrimonio artistico, culturale e naturale, alla valorizzazione delle tradizioni popolari delle co-munità calabresi.

Ma oltre a questo, l’impegno della Giunta Scopelliti si pone una finalità altrettanto importante e strettamen-te connessa a quella annunciata. Parliamo di patrimo-nio etno antropologico nel volume, proprio per comu-

nicare che il contrasto allo spopolamento è la strada da percorrere per salvaguardare la ricchezza culturale, territoriale ed economica della nostra Regione.Da un punto di vista sia teorico che pratico, parliamo, sì, di spopolamento, ma soprattutto di identità e di territorio, l’altra faccia della medaglia, quella per cui vale la pena impegnarsi per la ricchezza che ci distin-gue. Il frutto che vorremmo nascesse dalle azioni del Pisr e che rappresenta una delle molte strade per non chiudersi in se stessi, ma aprirsi alle altre diversità, at-traverso la consapevolezza della propria.

Il contrasto allo spopolamento è la strada da percorrere per salvaguardare la ricchezza culturale, territoriale ed economica della nostra Regione.

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Fino agli anni Cinquanta il tasso di crescita della po-polazione calabrese ha fatto registrare un andamen-to positivo, in linea con i valori delle altre regioni del Paese. In seguito c’è stata un’inversione di ten-denza e il tasso di crescita della popolazione è pas-sato dai trend positivi degli anni Settanta e Ottanta a trend negativi. Un fenomeno, quello dello spopolamento, che ci ac-comuna a molti Stati membri dell’Unione europea. Proprio in ambito comunitario s’inserisce la nostra azione in questa sfida che ci vede protagonisti. Questi gli ambiti che la Regione reputa strategici per combattere lo spopolamento: il superamento del-le disuguaglianze derivanti da squilibri territoria-li e settoriali, la protezione dell’ambiente, la salva-guardia e a valorizzazione dell’assetto del territorio, la salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e naturale, la valorizzazione delle tradizioni popolari delle comunità calabresi.

COMBATTERE LO SPOPOLAMENTOE SALVARE IL NOSTRO PATRIMONIO SONO SINONIMI

NEL VIVO DI UNA SFIDAAPPASSIONANTE

di Luigi Zinnodirettore del Nucleo di valutazionee verifica degli investimenti pubbliciPor Calabria Fesr 2007-2013

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Se questi sono i campi d’azione, siamo chiamati a operare non solo per lo spopolamento, ma per la di-fesa del nostro benessere, valorizzando il nostro pa-trimonio, fatto di piccoli e grandi tesori artistici e ambientali che ancora oggi risultano quasi del tut-to sconosciuti. Non è possibile pensare al potenzia-mento del territorio senza pensare di dare una defi-nizione estensiva di patrimonio tale che identifichi il territorio con i luoghi e le persone, con i suoi carat-teri e valori ambientali, con il suo sapere, la cultura e le arti nella sua completa individualità. Per que-sto, il nostro obiettivo è dare voce e spazio alle ca-pacità di mettere in campo azioni, piani e politiche

in grado di generare una nuova economia fondata sulla valorizzazione collettiva del patrimonio terri-toriale locale. Le azioni previste dal Pisr, che sarà attuato attraver-so Progetti di integrati di sviluppo locale (Pisl) di li-vello provinciale, tendono, dunque, sia a ridurre i fattori di espulsione della popolazione residente che a potenziare i fattori di attrattività, ossia azioni che “trattengano” la popolazione invogliandola a resta-re, ed azioni che “facilitino” il flusso di nuovi arrivi. Il principio cardine alla base delle azioni di contra-sto allo spopolamento è quello della coesione terri-toriale, che è centrale in buona parte delle strategie e politiche comunitarie, principio accompagnato dal-la tutela delle diversità e dallo sviluppo sostenibile.

Un fenomeno, quello dello spopolamento,che ci accomuna a molti Stati membri dell’Unione europea. Proprio in ambito comunitario s’inserisce la nostra azionein questa sfida che ci vede protagonisti.

Azioni che “trattengano” la popolazione invogliandola a restare, ed azioniche “facilitino” il flusso di nuovi arrivi.

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Possiamo affrontare il contrasto allo spopolamen-to attraverso: il miglioramento della mobilità e del-le infrastrutture e dei servizi maggiormente “sen-sibili” ai fini della qualità della vita; il recupero e riqualificazione degli edifici, degli spazi pubblici e delle reti di servizio; la promozione e attivazione dei Pacchetti integrati di localizzazione; la promo-zione e sostegno delle condizioni di lavoro flessi-bile, soprattutto per le donne; la promozione del turismo; il sostegno dell’utilizzo delle energie rin-novabili. Gli ambiti di intervento sono molti, e se ciò rassicu-ra, dall’altro ci deve spronare a cercare di ottimiz-zare il nostro intervento, attraverso impegni mira-ti ed efficaci.

Il Por Calabria Fesr 2007-2013, ha individuato 106 comuni, tra quelli appartenenti ai Sistemi territo-riali marginali e in declino a rischio spopolamento, caratterizzati da: › avere una popolazione inferiore a 1.500 abi-tanti (anno 2004); › presentare una diminuzione della popolazione nel decennio 1991-2001 maggiore del 5 per cento.Queste caratteristiche confermano che la Calabria, oltre ad essere una delle regioni con il maggiore divario di ricchezza in Europa, è caratterizzata da un territorio prevalentemente rurale con Comuni di piccolissima dimensione. La forte ruralità e la polarizzazione della popolazione nelle aree urbane amplificano il rischio della non sostenibilità di un livello di vita che garantisca a tutti eguali oppor-tunità. Il Quadro strategico nazionale (Qsn), relati-vo alla programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013, affronta la questione di queste

Gli ambiti di intervento sono molti,e se ciò rassicura, dall’altro ci deve spronarea cercare di ottimizzare il nostro intervento.

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aree marginali soggette a spopolamento in diver-si punti. La tematica è centrale in due delle priorità strategiche individuate dal Qsn: › priorità 4, inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale; › priorità 5, valorizzazione delle risorse natu-rali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo .In complementarietà ai principi comunitari e na-zionali, le problematiche associate ai fenomeni di spopolamento trovano adeguata rilevanza già nel-lo Statuto regionale a dimostrazione dell’impegno della Regione nel superamento degli ostacoli di or-dine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, impegnandosi a re-alizzare un sistema integrato di interventi e servizi, volto a garantire tali diritti.Con questa introduzione al volume, ho voluto en-trare direttamente nel tema anche attraverso aspet-ti specifici, ma non c’è tempo da perdere, così come

non c’è ricchezza che possiamo ancora far perdere alla nostra bella Calabria. Entriamo quindi nel vi-vo del Pisr, scoprendo cosa poter fare concretamen-te, tutti.

Priorità 4, inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale.Priorità 5, valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo.

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SGUARDO D’INSIEME 20

INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO 22

CONTESTO TERRITORIALE DI INTERVENTO 30

ESPERIENZE DI CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO SIGNIFICATIVE TRASFERIBILIE, O, UTILIZZABILI IN CALABRIA. 46

LA STRATEGIA DEL PISR 78

LE PROCEDURE 106

PIANO FINANZIARIO 110

Nota per i lettoriLa trasformazione di una delibera in libro comporta una serie di interventi redazionali come inserimento di titoli di paragrafo o di tamburi o di indici, che aiutano il lettore a trovare, o ritrovare, quello che cerca o che gli serve. Pur non intervenendo, in linea di principio, sul testo, il valore legale rimane quello della delibera originale pubblicata sul Burc, alla quale è necessario rifarsi per verifiche puntuali sull’interpreta-zione di specifici passaggi o contenuti.

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SGUARDO D’INSIEME

Per contrastare il fenomeno dello spopolamento, in attuazione del Por Calabria Fesr 2007-2013, con dgr 209 del 20 aprile 20091, la Giunta regionale ha avviato il Progetto integrato di sviluppo regionale di valenza strategica “Contrasto allo spopolamento delle aree interne e periferiche”, articolato in un insieme di azioni finalizzate a ridurre i fattori di espulsione della popolazione residente ed a poten-ziare i fattori di attrazione. Questo documento risponde alla necessità di dare attuazione a tali disposizioni, attraverso l’indivi-duazione della strategia di intervento e delle proce-dure di attuazione che saranno oggetto della pro-posta di avviso pubblico. La citata delibera, oltre all’istituzione del Tavolo di partenariato regionale, prevede, tra l’altro, che lo stesso condivida ed approvi, anche secondo le di-sposizioni del decreto del presidente della Regione 194 del 27 luglio 2009, i seguenti documenti. › Rapporto relativo alle esperienze di con-trasto allo spopolamento significative (buone pra-tiche) realizzate ed in corso di realizzazione in altre Regioni e trasferibili e utilizzabili in Calabria. › Rapporto relativo alla identificazione delle aree della Calabria che sono soggette a spopola-mento. › Repertorio relativo alle azioni di contrasto allo spopolamento attivabili in Calabria. › Proposta di avviso pubblico per la sele-zione dei progetti locali di contrasto allo spopola-mento e delle relative operazioni da finanziare nei sistemi territoriali individuati. › Bozza di progetto per la messa a punto e l’avvio di un sistema di monitoraggio (osserva-torio) delle dinamiche dello spopolamento e degli effetti delle azioni di contrasto che si intendono at-

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tuare per valutare l’effetto ed apportare i necessari interventi correttivi .

Questo documento risponde alla necessitàdi dare attuazione alla dgr 209/09, attraverso l’individuazione della strategia di interventoe delle procedure di attuazione che saranno oggetto della proposta di avviso pubblico.

Il presente documento è articolato come segue. › Il primo capitolo contiene una breve descrizione delle strategie, delle politiche e della normativa comunitaria e nazionale in materia di coesione territoriale, valorizzazione della diversità e di sviluppo sostenibile. Seguono la strategia re-gionale di settore e le finalità del Pisr contrasto allo spopolamento. › Il secondo capitolo propone una sintesi dei risultati dell’analisi di contesto riguardante i 106 comuni individuati nel Por Calabria Fesr 2007-2013 e si conclude con la presentazione dell’analisi Swot. › Nel terzo capitolo sono discusse 16 espe-rienze di contrasto allo spopolamento realizzate in Italia ed all’estero; mentre, nel quarto capitolo, è descritta la strategia del Pisr con obiettivi, articola-zione e priorità provinciali. › Il quinto e sesto capitolo illustrano ri-spettivamente le procedure di attuazione del Pisr ed il piano finanziario.

1 L’oggetto della dgr numero 209 è: “Programmazione regionale unitaria 2007-2013 progetto integrato di sviluppo regionale di valenza strategica contrasto allo spopolamento delle aree iInterne e periferiche: istituzione del Tavolo di partenariato regionale, definizione del quadro delle risorse finanziarie e delle azio-ni per l‘avvio del progetto”.

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INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO

1.1 Orientamenti strategici e politiche comunitarie e nazionali Il problema dello spopolamento è comune a molti Stati membri, e coinvolge, oltre ad alcune zone ita-liane, circa 90 regioni, sparse tra Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Finlandia e Svezia. Per tale motivo, nel corso degli anni, i temi del-lo spopolamento e della qualità della vita in aree marginali hanno assunto una maggiore rilevanza nei documenti strategici e di policy dell’Ue. Il principio cardine alla base delle azioni di contra-sto allo spopolamento è quello della coesione terri-toriale, che è centrale in buona parte delle strategie e politiche comunitarie. Altri orientamenti e prin-cipi ispiratori sono la tutela delle diversità e lo svi-luppo sostenibile.

L’economia della conoscenzaLa strategia di Lisbona (2000) indica la necessità di attuare una serie di riforme strutturali nel campo dell’occupazione, dell’innovazione, delle riforme economiche, della coesione sociale e dell’ambien-te con l’obiettivo di fare dell’Unione “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinami-ca del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Nella strategia particolare enfasi è attribuita alla questio-ne della coesione territoriale e alla promozione del concetto di “sviluppo sostenibile” ovvero, un siste-ma di sviluppo che risponde alle esigenze del pre-

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L’obiettivo di fare dell’Unione “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamicadel mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile”.

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sente, senza compromettere la capacità delle gene-razioni future di soddisfare i propri bisogni.Il regolamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006 detta criteri, procedure e stru-menti finalizzati a migliorare la coesione economi-ca e sociale ed a favorire lo sviluppo equilibrato, armonioso e sostenibile delle regioni dell’Unio-ne europea (Ue) per il periodo 2007-2013. Il rego-lamento invita gli stati membri ad intraprendere azioni speciali e complementari al fine di promuo-vere la diversificazione economica delle zone ru-rali, e ribadisce che le azioni per le zone carat-terizzate da svantaggi naturali (tra cui le zone di montagna e quelle a bassa densità demografica), dovrebbero essere potenziate per permettere a ta-li zone di far fronte alle loro specifiche difficoltà di sviluppo. Il regolamento sottolinea che gli obiet-tivi dei fondi comunitari sono perseguiti nel qua-dro dello sviluppo sostenibile e della promozione dell’obiettivo di tutelare e migliorare l’ambiente, conformemente all’articolo 6 del trattato istitutivo della comunità europea.

Creare comunità sostenibiliLa decisione 2006/702/ce del consiglio, del 6 ot-tobre 2006, sugli orientamenti strategici comuni-tari, rafforza la dimensione strategica della politi-ca di coesione e garantisce un maggiore impegno in termini di dialogo tra commissione, stati mem-bri e regioni. Nella decisone, particolare rilevanza è data alla dimensione territoriale della politica di coesione che, diversamente dalle politiche settoria-li, è capace di adeguarsi alle particolari esigenze e caratteristiche delle specifiche sfide e opportunità dei contesti territoriali. La decisione invita gli stati membri e le regioni a rivolgere un’attenzione par-

ticolare a queste circostanze territoriali specifiche, tra cui le aree rurali, quelle scarsamente popolate e quelle montuose. Tenere conto della dimensione territoriale serve a sviluppare comunità sostenibi-li e ad evitare che le disparità nello sviluppo regio-nale riducano il potenziale di crescita complessivo. Secondo la decisione, gli interventi messi in campo in queste regioni “dovrebbero trarre vantaggio dal-le risorse culturali e naturali, al tempo stesso sal-vaguardandole e sviluppandole, visti gli importan-ti benefici, in termini di creazione di impresa, che possono apportare la tutela degli habitat e il soste-gno agli investimenti nella biodiversità”. Per rea-lizzare ciò, una buona governance è ritenuta fon-damentale.

Il patrimonio territorialeL’Agenda territoriale europea, approvata a Lipsia nel maggio 2007, costituisce il quadro strategico per orientare le politiche di sviluppo territoriale, attraverso l‘attuazione delle strategie di Lisbona e Goteborg. L’agenda include, tra le sfide che i pae-si dell‘Unione sono chiamati ad affrontare per assi-curare sviluppo e coesione territoriale, lo spopola-mento delle zone rurali e di alcune regioni dell’Ue, nonché lo sviluppo ineguale delle zone urbane e rurali. Nell’Agenda territoriale europea si evidenzia la necessità di perseguire una crescita economica sostenibile, assicurando nel contempo ai cittadini, a prescindere da dove vivono, migliori condizio-

Particolare rilevanza è data alla dimensione territoriale della politica di coesione che è capace di adeguarsi alle particolari esigenze e caratteristiche delle specifiche sfide e opportunità dei contesti territoriali.

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ni e qualità della vita con pari opportunità. Altre questioni di estrema rilevanza, sollevate dall’agen-da, sono l’integrazione delle politiche settoriali ed il paesaggio, inteso come “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e, o, umani e dalle loro interrelazioni”. Questo co-stituisce un cruciale snodo della dimensione terri-toriale dello sviluppo: come elemento costitutivo delle identità locali, come risorsa naturale e cultu-rale da tutelare e valorizzare, come luogo di veri-fica delle politiche orientate alla sostenibilità am-bientale, economica e sociale. Il trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore il primo dicembre 2009, sanci-sce, tra gli altri, il principio della solidarietà tra gli Stati membri e il rispetto della diversità culturale e linguistica. Con l’intento di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni, il trattato ri-volge particolare attenzione alla risoluzione delle criticità delle zone rurali, delle zone interessate da particolari svantaggi naturali o demografici e delle zone di montagna. Problematiche che determina-no un impatto negativo sulla competitività globale dell‘economia dell‘Unione europea e conseguenze negative anche sulle regioni più forti. Il trattato af-ferma che ai fini della coesione sociale e regionale, un ruolo importante è svolto dai servizi pubblici, quali i trasporti, le scuole e l’assistenza sanitaria.

Diversità ed identitàIl libro verde sulla coesione territoriale, “Fare delladiversità territoriale un punto di forza” del 2009, predisposto dalla Commissione europea nell‘ambi-to dell‘Agenda territoriale europea, ribadisce l’im-portanza della diversità territoriale e della valo-

rizzazione delle differenze, nonché la necessità di mettere a punto strategie diversificate, con l’obiet-tivo convergente del riequilibrio territoriale. La co-esione territoriale mira ad assicurare lo sviluppo armonioso di tutti i luoghi ed a garantire che gli abitanti possano trarre il massimo beneficio dalle loro caratteristiche intrinseche. In questa ottica, la diversità è un punto di forza che contribuisce al-lo sviluppo sostenibile di tutta l’Unione. Ciò deriva dalla constatazione dell’impoverimento della strut-tura socio-demografica registrata in alcune regioni dell’Unione fra il 1995 e il 2004. La compresenza di una scarsa densità demografica, di una posizio-ne periferica e di una debolezza strutturale, che si esprime, fra l’altro, nella dipendenza dall’industria primaria, costituisce un forte ostacolo allo sviluppo di tutta la Ue. Tuttavia, nel libro verde, questa de-bolezza è declinata in un’opportunità. Il libro verde evidenzia che un modello insediativo diffuso, fatto di pochi grandi centri inseriti in una ragnatela di piccoli e piccolissimi nuclei, contribuisce al miglio-ramento della qualità della vita nell’Ue, sia per gli abitanti delle città, che sono vicini alle zone rurali, sia per i residenti delle zone rurali che, invece, be-neficiano della prossimità dei servizi. E’ stato inol-tre dimostrato che questo modello è più efficien-te dal punto di vista dell’utilizzo delle risorse, in quanto evita le diseconomie dei grandi agglomera-ti e l’elevato consumo di energia e di suolo che ca-ratterizzano l’espansione urbana. Con il libro ver-de si rafforzano i principi dell’approccio integrato

L’Agenda territoriale europea, ribadisce l’importanza della diversità territoriale e della valorizzazione delle differenze, nonché la necessità di mettere a punto strategie diversificate.

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e della cooperazione fra le varie autorità e le par-ti interessate.

Il Quadro strategico nazionaleA livello nazionale, il Quadro strategico naziona-le (Qsn), relativo alla programmazione dei fon-di strutturali per il periodo 2007-2013, affronta la questione delle aree marginali soggette a spopo-lamento in diversi punti. La tematica è centrale in due delle priorità strategiche individuate dal Qsn: › Priorità 4 - inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale, › Priorità 5 - valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo. L’obiettivo generale della priorità 4 è di “promuo-vere una società inclusiva, e garantire condizioni di sicurezza al fine di migliorare, in modo perma-nente, le condizioni di contesto che più diretta-mente favoriscono lo sviluppo”. Le condizioni di marginalità delle aree interne, aree rurali, real-tà montane e realtà comunali scarsamente abita-te, sono, in questo documento, riconosciute, allo stesso tempo, causa ed effetto dello spopolamen-to e invecchiamento della popolazione. La priori-tà 5, invece, individua gli indirizzi della politica regionale unitaria che possono concorrere a tute-lare la biodiversità, il paesaggio, il patrimonio cul-turale e a trasformare la dotazione locale di risor-se naturali, paesaggistiche e culturali, in aumento di opportunità e benessere, attraverso la conserva-zione e valorizzazione del patrimonio naturale, lo

sviluppo sostenibile del turismo e la valorizzazione del suo indotto, l’attivazione di nuove filiere pro-duttive collegate alle risorse ambientali e cultura-li, nonché alla realizzazione di attività culturali, la produzione di sinergie in termini di qualità della vita e identità territoriale. Il Qsn evidenzia la con-centrazione delle aree protette nei territori rurali, ed in particolar modo nelle aree rurali in ritardo di sviluppo ed a bassa densità abitativa. Il quadro sot-tolinea l’importanza di un connubio tra interventi per il miglioramento dei servizi alla persona, e gli interventi di sviluppo.Al Quadro strategico nazionale 2007-2013 si ag-giungono le leggi nazionali miranti alla tutela e valorizzazione del territorio, della fauna e della flora, nonché dei fattori antropici, di cui si riporta-no di seguito le più importanti.

La tutela dell’ambienteLa legge 394 del 6 dicembre 1991, legge quadro sulle aree protette, che, in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione, e nel rispetto degli accor-di internazionali, detta principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protet-te, al fine di garantire e di promuovere la conser-vazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese. Ai comuni ed alle province il cui territo-rio è compreso in parchi nazionali e regionali è at-tribuita priorità nella concessione di finanziamen-

Un modello insediativo diffuso contribuisce al miglioramento della qualità della vita nell’Ue,sia per gli abitanti delle città sia per i residentidelle zone rurali

Trasformare la dotazione locale di risorse naturali, paesaggistiche e culturali, in aumento di opportunità e benessere, attraverso la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, lo sviluppo sostenibile del turismo e la valorizzazione del suo indotto.

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ti statali e regionali per il restauro dei centri storici e gli edifici di particolare valore storico e cultura-le, per il recupero dei nuclei abitati rurali, per le at-tività culturali nei campi di interesse del parco, per l’agriturismo, etc. La legge 97 del 31 gennaio 1994, che, ai sensi dell’articolo 44 della Costituzione, disciplina la sal-vaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo globale della montagna, mediante la tutela e la valorizza-zione delle qualità ambientali e delle potenzialità endogene proprie dell‘habitat montano. Le azioni contemplate dalla legge, riguardano il profilo terri-toriale (mediante formule di tutela e di promozione delle risorse ambientali che tengano conto sia del loro valore naturalistico, che delle insopprimibili esigenze di vita civile delle popolazioni residenti, con particolare riferimento allo sviluppo del siste-ma dei trasporti e della viabilità locale), il profilo economico (mediante azioni per lo sviluppo del-le attività economiche presenti sui territori monta-ni), il profilo sociale (anche mediante la garanzia di adeguati servizi per la collettività), il profilo cultu-rale e delle tradizioni locali.Il decreto del Presidente della Repubblica (dpr) 357 del 1997, integrato e modificato dal dpr 120 del 2003, disciplina le procedure per l’adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/Cee “Habitat”,

relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia della biodiversità. Il decreto ministeriale (dm) del Ministero dell’am-biente del 3 aprile 2000, che recepisce le direttive comunitarie 92/43/Cee e 79/409/Cee, ed elenca i si-ti di importanza comunitaria e le zone di protezio-ne speciale, individuati ai sensi delle due direttive.Il dm del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del 25 marzo 2005, che contiene l’elenco delle Zone di protezione speciale (Zps), classificate ai sensi della direttiva 79/409/Cee.

1.2 Strategie e normativa regionaleLe problematiche associate ai fenomeni di spopola-mento, in complementarietà ai principi comunitari e nazionali su indicati, trovano adeguata rilevan-za già nello Statuto regionale. La Regione Calabria, ispira la sua azione alla tutela di diritti e interessi riconosciuti dalla Costituzione, operando per il su-peramento degli ostacoli di ordine economico e so-ciale che impediscono il pieno sviluppo della per-sona umana, impegnandosi a realizzare un sistema integrato di interventi e servizi, volto a garantire tali diritti, con specifica attenzione alle persone che vivono situazioni di disagio. Lo statuto mira an-che al superamento delle disuguaglianze derivanti da squilibri territoriali e settoriali della regione ed ancora, con particolare riferimento alle azioni le-gate al contrasto allo spopolamento, alla protezio-ne dell’ambiente, alla salvaguardia ed alla valoriz-zazione dell’assetto del territorio, alla salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e naturale, al-la valorizzazione delle tradizioni popolari delle co-munità calabresi. Altri documenti, dai quali si evincono le strategie

Superamento delle disuguaglianze derivanti da squilibri territoriali e settoriali, con particolare riferimento alle azioni legate al contrasto allo spopolamento, alla protezione dell’ambiente, alla salvaguardia ed alla valorizzazione dell’assetto del territorio, alla salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e naturale, alla valorizzazione delle tradizioni popolari delle comunità calabresi.

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regionali di settore, sono le leggi di seguito breve-mente commentate.La legge urbanistica regionale 19 del 16 aprile 2002, che configura dei nuovi scenari nelle politi-che di gestione del territorio, ha per oggetto la di-sciplina della pianificazione, della tutela e del re-cupero del territorio. Con la Lur, la Regione intende assicurare: un sistema di programmazione e piani-ficazione territoriale efficace, efficiente, orientato allo sviluppo sostenibile, capace di garantirne l’in-tegrità fisica e culturale, ed i suoi tratti identifica-tivi e di contribuire al miglioramento della qualità della vita; un uso appropriato delle risorse ambien-tali, naturali, territoriali e storico culturali, anche tramite la pianificazione paesaggistica; la discipli-na delle competenze esercitate ai diversi livelli isti-tuzionali, al fine di collegare i diversi strumenti di pianificazione e valorizzazione territoriale; la co-operazione tra Regione ed enti territoriali, nonché la concertazione con le forze economiche e socia-li del territorio

La tutela dell’ambienteCon la legge regionale 10 del 14 luglio 2003, nor-me in materia di aree protette, la regione Calabria garantisce e promuove in maniera unitaria ed in forma coordinata con lo Stato e gli enti locali, nel rispetto degli accordi internazionali, la conserva-zione e la valorizzazione del suo patrimonio na-turale, costituito da formazioni fisiche, biologiche, geologiche e geomorfologiche, che, assieme agli elementi antropici ad esse connessi, compongono un bene primario costituzionalmente garantito. Ciò avviene attraverso l’istituzione di aree protette. La Regione promuove su tutto il proprio territorio, ed in particolare all’interno del sistema integrato del-

le aree protette, politiche volte al consolidamento di forme di sviluppo economico rispettose dei va-lori storici ed ambientali, legate ad una concezio-ne di sostenibilità. Con la deliberazione della Giunta regionale 607 del 27 giugno 2005, riguardante la revisione del siste-ma regionale delle Zps (direttiva 79/409/Cee «Uc-celli» recante «conservazione dell’avifauna selva-tica» e direttiva 92/43/Cee «Habitat», relativa alla «conservazione degli habitat naturali e seminatu-rali, nonché della flora e della fauna selvatiche») si approva la proposta di perimetrazione relativa alla revisione del sistema regionale delle Zone di prote-zione speciale (Zps).La deliberazione della Giunta regionale 604 del 27 giugno 2005, contiene il disciplinare di procedura sulla valutazione di incidenza (direttiva 92/43/Cee «Habitat» recante «conservazione degli habitat na-turali e seminaturali, nonché della flora e della fau-na selvatiche», recepita dal dpr 357 del 1997 e suc-cessive modifiche e integrazioni – direttiva 79/409/Cee «Uccelli» recante «conservazione della avifauna selvatica»). La valutazione di incidenza, in coeren-za con quanto sancito nell’articolo 5 del dpr 357 e successive modifiche e integrazioni, è una pro-cedura finalizzata alla verifica e valutazione degli effetti di attività ed interventi sui siti facenti parte della Rete natura 2000, e, quindi, all’individuazio-ne delle idonee misure di mitigazione miranti alla prevenzione del deterioramento dei siti stessi. Essa

La Regione promuove su tutto il proprio territorio politiche volte al consolidamento di formedi sviluppo economico rispettose dei valori storicied ambientali, legate ad una concezionedi sostenibilità.

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costituisce lo strumento per garantire il raggiungi-mento di un rapporto equilibrato tra la conserva-zione soddisfacente degli habitat e delle specie, e l’uso del territorio.

L’associazione dei ComuniLa legge regionale 15 del 24 novembre 2006, con-cerne il riordino territoriale ed incentivazione delle forme associative di comuni. Nel rispetto dei prin-cipi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, e di leale collaborazione fra gli enti autonomi del-la Repubblica, la presente legge reca norme fina-lizzate a promuovere il coordinamento e l’esercizio associato dei servizi e delle funzioni dei comuni, mediante il sostegno e lo sviluppo, in particola-re, di forme stabili di cooperazione intercomunale. La Regione valorizza ed incentiva, la costituzione di gestioni associative tra le stesse istituzioni lo-cali, promuovendo, in particolare, lo sviluppo del-le unioni e delle fusioni volontarie dei comuni, dei comprensori comunali e di altre forme di collabo-razione tra comuni al fine di assicurare l’effettivo e più efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi loro spettanti, mediante l’individuazione concerta-ta di ambiti territoriali adeguati e modalità ottima-li di esercizio associato. Con la legge regionale 8 del 5 aprile 2008, sul rior-dino dell’organizzazione turistica regionale, all’ar-ticolo 12, Albergo diffuso, la Regione (al fine di realizzare un sistema di accoglienza e di perma-nenza rivolto ad una domanda interessata a sog-giornare in un contesto urbano di pregio a contatto

con i residenti) assume il modello dell’albergo dif-fuso, quale strumento di sviluppo basato sulla ri-qualificazione urbana, sul recupero del patrimonio edilizio esistente e teso a valorizzare la tradizione dell’ospitalità. L’albergo diffuso può assumere un tema distintivo che ne caratterizzi la proposta ospi-tale. La Regione incentiva la realizzazione dell’al-bergo diffuso nei centri storici.La legge regionale 18 del 12 giugno 2009, concer-ne l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. La Regione, nell’ambito delle proprie competenze, ed in attuazione dell’articolo 2 del proprio Statuto, concorre alla tutela del diritto d’asilo sancito dalla Costituzione della Repubblica, promuovendo inter-venti specifici. Nell’articolo 4 della legge, la Regio-ne sostiene con priorità, interventi in favore di co-munità interessate da un crescente spopolamento o che presentano situazioni di particolare sofferen-za socio-economico che intendano intraprendere percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-eco-nomico e culturale collegati all’accoglienza dei ri-chiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria e umanitaria.

Gli obiettivi strategici della regione CalabriaDalla lettura combinata delle norme richiamate, si ricavano i seguenti principi ed obiettivi strategici della regione Calabria, ripresi diffusamente nel Por Calabria Fesr 2007-2013. › Assicurare uno sviluppo territoriale equi-librato e sostenibile, in grado di rafforzare la com-petitività economica e la capacità di crescita e di ri-spettare, al contempo, la necessità di preservare le

Garantire il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie, e l’uso del territorio.

La Regione valorizza ed incentiva, la costituzione di gestioni associative tra le stesse istituzioni locali.

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risorse naturali, culturali, ecc. › Affermare la rilevanza del ruolo delle aree marginali e l’importanza che queste aree rico-prono nello sviluppo dei territori. › Sostenere iniziative volte ad evitare l’eso-do dai territori marginali ed assicurare che que-ste zone restino luoghi attraenti in cui vivere, sal-vaguardando, così, anche il presidio territoriale, in considerazione che in queste aree ricadono gran parte delle risorse naturali e di interesse naturale (laghi, boschi, siti Natura 2000, ecc.); › Assicurare un approccio integrato ed un sistema di governance territoriale basato sulla coo-perazione tra tutti gli attori che vivono ed operano sul territorio.

1.3 Lo spopolamento nel Por Calabria Fesr 2007-2013 e atti programmatici successiviIl Por Calabria Fesr 2007-2013, individua un in-sieme di priorità ed azioni volte alla riduzione dei fattori di espulsione della popolazione che vive in aree marginali, ed al potenziamento dei fatto-ri di attrazione. In particolare, l’obiettivo specifico dell’asse VIII, città, aree urbane e sistemi territoria-li, mira a “migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei sistemi territoriali non urbani valorizzando le risorse e le specificità loca-li, e contrastando il declino dei territori delle aree interne e marginali”. Questo obiettivo è perseguito attraverso la realizzazione di Progetti integrati di sviluppo regionale (Pisr) in grado di valorizzare le risorse e le specificità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali, oggetto della linea

di intervento 8.2.1.7 “Contrasto allo spopolamen-to dei sistemi territoriali marginali e in declino”, di cui al paragrafo successivo. Ai fini dell’attuazione del Pisr, il Por Calabria Fesr 2007-2013 individua come destinatari dell’iniziati-va quei comuni che, al 2004, avevano una popo-lazione inferiore a 1500 abitanti e che nel decen-nio 1991-2001 hanno subito una diminuzione della stessa superiore al 5 per cento. I comuni calabresi che hanno queste caratteristiche sono 106.

Gli atti progammatici della regionePer l’attuazione del Pisr, l’amministrazione regio-nale ha posto in essere i seguenti “atti program-matici”. › La delibera di Giunta regionale 209 del 20 aprile 2009, avente ad oggetto la Programma-zione regionale unitaria 2007-2013, ha definito il percorso di attuazione e l’istituzione del Tavolo di partenariato regionale, la cui costituzione è stata formalizzata con dpr 194 del 27 luglio 2009. › La delibera di Giunta regionale 163 del 27 febbraio 2010, Quadro delle risorse finanzia-rie disponibili e criteri di riparto territoriale per il finanziamento dei Progetti integrati di svilup-po locale (Pisl). Tale delibera rappresenta il prov-vedimento principale per tutto il processo di pro-gettazione integrata. La delibera dà attuazione alle procedure necessarie al rafforzamento dei processi di cooperazione istituzionale e di partenariato tra

La Regione incentiva la realizzazione dell’albergo diffuso nei centri storici.

M igliorare la qualità della vita, la competitività e l’attrattività dei sistemi territoriali non urbani valorizzando le risorse e le specificità locali, e contrastando il declino dei territori delle aree interne e marginali.

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gli attori dello sviluppo locale, ovvero l’identifica-zione di nuove forme di governance territoriale e di assetti organizzativi locali adatti alla costruzio-ne ed all’attuazione delle politiche di sviluppo. › La delibera di Giunta regionale 344 del 22 luglio 2011, avente ad oggetto “attivazione della progettazione integrata. Quadro delle risorse finan-ziarie disponibili. Approvazione del Quadro unita-rio della progettazione integrata e delle linee di in-dirizzo dell’Avviso pubblico per la selezione dei progetti integrati”. Con essa, oltre al Quadro unita-rio della progettazione integrata (Qupi), quale do-cumento di indirizzo per la realizzazione dei Pro-getti integrati di sviluppo locale e regionale, viene, approvato e attivato, tra gli altri, il Pisr “Contrasto allo spopolamento dei sistemi territoriali marginali e in declino”, le cui finalità sono enunciate nel pa-ragrafo successivo.

1.4 Finalità del Pisr “contrasto allo spopolamento dei sistemi territoriali marginali e in declino”Il Pisr “Contrasto allo spopolamento dei sistemi territoriali marginali e in declino”, parte dalla ne-cessità di risolvere le maggiori cause che spingo-no gli abitanti delle aree marginali all’abbandono: carenze infrastrutturali (con particolare riferimen-to ai trasporti ed alla mobilità), scarsi processi di urbanizzazione e sottodotazione di servizi per la qualità della vita (che non raggiungono il livello minimo essenziale, con la conseguenza del manca-to rispetto di diritti sociali costituzionalmente ga-rantiti). La continua regressione demografica, co-

me effetto delle carenze espresse, spinge, sempre più, il resto della popolazione verso un rapido ab-bandono delle aree marginali, con il rischio, alcuni casi, di una emorragia demografica. Il costo econo-mico e sociale generato dal fenomeno dello spopo-lamento, è altissimo. Da tutto ciò deriva la necessità di mettere in campo azioni di forte contrasto allo spopolamento. Per affrontare la tematica, la Regione adotta un ap-proccio integrato e multisettoriale, poiché diverse sono le tematiche che incidono sulla potenzialità di sviluppo e di valorizzazione del territorio. Il Pi-sr “Contrasto allo spopolamento dei sistemi territo-riali marginali e in declino”, che sarà attuato attra-verso Progetti di integrati di sviluppo locale (Pisl) di livello provinciale, riflette azioni finalizzate a ri-durre i fattori di espulsione della popolazione re-sidente e a potenziare i fattori di attrattività, ossia azioni che “trattengano” la popolazione invoglian-dola a restare, ed azioni che “facilitino” il flusso di nuovi arrivi.

Le azioni previste dal PisrIl conseguimento di tali obiettivi è reso possibile dalla linea di intervento 8.2.1.7 “Progetto integra-to di sviluppo regionale per contrastare lo spopo-lamento dei sistemi territoriali marginali e in decli-no”, che, attraverso la realizzazione di un Progetto integrato di sviluppo regionale sostiene la realizza-zione di apposite azioni e di operazioni di contra-sto allo spopolamento di seguito riportate.

Rafforzamento dei processi di cooperazione istituzionale e di partenariato tra gli attori dello sviluppo locale

Le maggiori cause che spingono gli abitanti delle aree marginali all’abbandono: carenze infrastrutturali scarsi processi di urbanizzazionee sottodotazione di servizi per la qualità della vita.

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› Miglioramento della mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento. › Miglioramento delle infrastrutture e dei servizi maggiormente “sensibili” ai fini della quali-tà della vita. › Recupero e riqualificazione degli edifici, degli spazi pubblici e delle reti di servizio. › Promozione e attivazione dei Pacchetti Integrati di Localizzazione per attrarre nuovi abi-tanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati. › Promozione e sostegno delle condizioni di lavoro flessibile, soprattutto per le donne, anche attraverso il telelavoro. › Promozione del turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico per aree omogenee. › Sostegno dell’utilizzo delle energie rinno-vabili.

Azioni che “trattengano” la popolazione invogliandola a restare, ed azioni che “facilitino” il flusso di nuovi arrivi.

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CONTESTO TERRITORIALE DI INTERVENTO

Il presente capitolo è tratto dal “Rapporto relativo alla identificazione delle aree della Calabria sogget-te a spopolamento” e vengono qui rappresentati, per la definizione delle strategie e delle azioni del Pisr, gli elementi più significativi rispetto: › alle variabili ed agli indicatori utilizzati per la selezione delle aree territoriali soggette a spo-polamento; › alle aree territoriali all’interno delle quali attivare le misure di contrasto allo spopolamento; › alle possibili reti e aggregazioni di comuni per la realizzazione di servizi a scala intercomunale di contrasto allo spopolamento.Di seguito se ne richiamano sinteticamente i con-tenuti e si rimanda, per ulteriori approfondimenti, al rapporto relativo alla identificazione delle aree della Calabria che sono soggette a spopolamento ed all’appendice Schede di rilevamento dei servizi e delle risorse dei centri.

106 comuniIl Por Calabria Fesr 2007-2013, nella linea di inter-vento 8.2.1.7, ha individuato 106 comuni, tra quelli appartenenti ai Sistemi territoriali marginali e in de-clino a rischio spopolamento, caratterizzati da: › avere una popolazione inferiore a 1.500 abitanti (anno 2004); › presentare una diminuzione della popola-zione nel decennio 1991-2001 maggiore del 5 per cento.La popolazione complessiva dei comuni Pisr (anno 2004) è pari a 103.431 abitanti (5,15 per cento del-

2

Il Por Calabria Fesr 2007-2013 ha individuato 106 comuni, tra quelli appartenenti ai Sistemi territoriali marginali e in declino a rischio spopolamento

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la popolazione regionale).Nel paragrafo che segue vengono rappresentati, a livello regionale, gli elementi salienti dell’ana-lisi demografica realizzata per il 106 comuni Pisr, mentre la tabella e la figura che seguono propon-gono l’elenco dei comuni componenti le aree inter-ne e periferiche soggette a spopolamento per come identificate nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por Calabria Fesr 2007-2013 sono disponibili nella de-libera di giunta.

2.1 Demografia L’analisi demografica svolta per i comuni in spopo-lamento si articola in due parti. La prima compren-de dati sulla composizione e sulla struttura della popolazione residente e la seconda informazioni relative al bilancio ed alle dinamiche demografi-che. Lo studio delle dinamiche demografiche vie-ne qui finalizzato ad evidenziare il livello e la ve-locità di invecchiamento della popolazione, il peso dell’immigrazione straniera rispetto al bilancio de-mografico dei comuni interessati, la popolazione in relazione alla quota di popolazione dipenden-te rispetto alla popolazione attiva, le potenzialità di crescita naturale della popolazione e la forza di espulsione dalla regione.

La composizione della popolazione e gli indici di strutturaIl “Rapporto relativo alla identificazione delle aree della Calabria soggette a spopolamento” contiene uno studio puntuale, per tutti i 106 Comuni Pisr in-dividuati, relativo alle principali caratteristiche strut-turali della popolazione residente (anno 2004). Le in-formazioni sulla composizione della popolazione per età e per sesso permettono di effettuare delle anali-

si comparate interessanti tra i residenti dei comuni Pisr da un lato, la popolazione calabrese e naziona-le dall’altro. I comuni si caratterizzano per la maggiore presenza di giovani e giovanissimi tra i 10 ed i 24 anni (rispetto al dato nazionale) e di anziani (rispetto sia al dato re-gionale che al dato nazionale). Nelle analisi compara-tive si evidenzia che il dato regionale è caratterizzato dalla maggiore concentrazione di popolazione tra i 5 ed i 29 anni rispetto alla media nazionale (confronta con la “Tavola 2. Popolazione per macroclassi d’età”). Gli indicatori di struttura, evidenziati e raccolti nel-la tavola 3, fanno emergere come il grado di invec-chiamento della popolazione, riferito ai 106 comuni, risulta più elevato sia rispetto al dato regionale che a quello nazionale. L’indice di dipendenza che misura il peso delle classi improduttive (la popolazione dai 0 ai 14 anni e quella con più di 65 anni) sulla popola-zione produttiva, o potenzialmente tale, tra i 15 e 64 anni, evidenzia una quota maggiore di popolazione non autonoma rispetto ai valori regionale e naziona-le. L’indice di ricambio della popolazione in età attiva è più elevato rispetto ai valori regionale e nazionale ed indica un buon ricambio generazionale. Il valo-re riflette la maggiore concentrazione di popolazione della fascia d’età 0 -14 anni al denominatore e la mi-nore presenza di residenti tra i 60 ed i 64 anni. L’in-dice del carico di figli per donna in età feconda offre un’indicazione del livello di fecondità di una determi-nata popolazione. Il dato evidenzia una bassa presen-

Il grado di invecchiamento della popolazione più elevato sia rispetto al dato regionale che a quello nazionale, una bassa presenza di bambini in età prescolare, e un generalizzato fenomeno di calo delle nascite.

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1 Albi Acquaformosa Carfizzi Agnana calabra Brognaturo2 Amato Aieta Castelsilano Antonimina Capistrano3 Andali Alessandria del Carretto san Nicola dell’Alto Bagaladi Dasà4 Argusto Bianchi Umbriatico Bova Mongiana5 Belcastro Calopezzati Bruzzano Zeffirio Nardodipace6 Cenadi Caloveto Calanna Pizzoni7 Centrache Canna Camini Polia8 Gagliato Carpanzano Candidoni Simbario9 Jacurso Castroregio Canolo Vallelonga10 Marcedusa Cervicati Caraffa del bianco Vazzano11 Martirano Cerzeto Casignana Zaccanopoli12 Martirano lombardo Civita Ciminà 13 Miglierina Cleto Cosoleto 14 Montauro Colosimi Ferruzzano 15 Motta santa Lucia Cropalati Fiumara 16 Olivadi Domanico Laganadi 17 Petrizzi Laino Castello Martone 18 san Floro Mottafollone Melicuccà 19 san Sostene Nocara Pazzano 20 Sellia Orsomarso Placanica 21 Sorbo san Basile Panettieri Roccaforte del Greco 22 Torre di Ruggiero Papasidero Roghudi 23 Paterno Calabro Samo 24 Pedivigliano san Giovanni di Gerace 25 Pietrapaola san Procopio 26 Plataci santa Cristina d’Aspromonte 27 Rota Greca sant’Alessio in Aspromonte 28 san Basile sant’Ilario dello Ionio 29 san Cosmo albanese Scido 30 Sangineto Serrata 31 san Pietro in Amantea Staiti 32 santa Caterina albanese Stignano

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Tavola 1. Elenco dei comuni componenti le aree interne e periferiche soggette a spopolamento in Calabria

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33 Scala Coeli 34 Scigliano 35 Serra d’Aiello 36 Terravecchia 37 Vaccarizzo albanese

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106 COMUNI PISR CALABRIA ITALIAMacroclassi d’età Sesso Valore % popolazione Valore % popolazione Valore % della popolazione assoluto* assoluto* assoluto*

Popolazione giovanissima(0-9anni) maschi 4.317 4,8 9.9551 5,5 2.785.099 5,4 femmine 4.092 4,5 9.4797 5,1 2.634.666 4,9 totale 8.409 4,6 19.4348 5,3 5.419.765 5,1Popolazionegiovane(10-24 anni) maschi 9.145 10,2 19.7243 10,9 4.581.307 8,8 femmine 8.861 9,7 18.9262 10,2 4.353.506 8,1 totale 18.006 9,9 38.6505 10,6 8.934.813 8,5Popolazionegiovane(25-29 anni) maschi 3.300 3,7 73.992 4,1 1.997.557 3,8 femmine 3.276 3,6 73.202 4 1.938.484 3,6 totale 6.576 3,6 14.7194 4 3.936.041 3,7Popolazioneadulta (30-64) maschi 2.2455 25,1 45.4789 25,2 14.295.671 27,5 femmine 2.2198 24,2 46.5360 25,1 14.496.744 27,1 totale 4.4653 24,7 92.0149 25,2 28.792.415 27,3Popolazione anziana (65 anni e oltre) maschi 11.027 12,3 15.5763 8,6 4.717.170 9,1 femmine 14.760 16,1 20.5309 11,1 6.662.171 12,5 totale 25.787 14,2 36.1072 9,9 11.379.341 10,8

Tavola 2. Popolazione per macroclassi d’età

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za di bambini in età prescolare, e rispecchia un gene-ralizzato fenomeno di calo delle nascite, più marcato rispetto al dato regionale e nazionale. Nel periodo di osservazione si registra una generaliz-zata tendenza alla perdita di popolazione (1991-2001) con un tessuto sociale costituito prevalentemente da anziani e da una popolazione attiva non giovane (da-

106 COMUNI PISR CALABRIA ITALIAIndice Formula Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Indicedi vecchiaia 155,3 219,8 186,7 97,4 134,9 115,7 111,2 166 137,8 Indicedi dipendenza 56,4 67,7 62 47,4 53,3 50,4 46,1 55 50,6 Indicedi ricambio 79,1 86 82,5 69,5 75,7 72,5 105,9 121,6 113,5 Indicedi caricofamiliare ... 17,50 17,50 ... 18,76 18,76 ... 19,67 19,67

Tavola 3. Indici di struttura

Fonte: elaborazione dati Istat (2004)

Fonte: Il sole 24 ore su dati Istat (2010).

Tavola 4. Andamento dei redditi

Provincia Reddito medio 2007 Var.% 99- Comune più ricco Reddito (euro) Comune più povero Reddito per contribuente 07 reale (euro)

Reggio Calabria 10.756 -13 Villa san Giovanni 14.982 Platì 4.152Catanzaro 10.907 -13,2 Soverato 16.042 Torre di Ruggero 4.541Cosenza 9.832 -13,3 Rende 17.007 Verbicaro 4.385Vibo Valentia 9.217 -16,5 Vibo Valentia 14.291 Fabrizia 4.541Crotone 9.356 -18,7 Crotone 12.970 Umbriatico 5.132

Una generalizzata tendenza alla perdita di popolazione con un tessuto sociale costituito prevalentemente da anziani e da una popolazione attiva non giovane, l’andamento demografico negativo, si accompagna ad un andamento dei redditi anch’esso negativo.

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ti 2004) ed un aumento del numero di stranieri sulla popolazione residente.

2.2 Variazioni del redditoNei comuni oggetto di spopolamento, l’andamento demografico negativo, si accompagna ad un anda-mento dei redditi anch’esso negativo. La ricchezza media dei contribuenti regionali, nell’anno 2007, è stata di 10.013,6 euro. Un dato in decremento (del 14,94 per cento) rispetto ai redditi del 1999. Tra i comuni più poveri della Calabria, spiccano due co-muni in spopolamento: Torre di Ruggero (Catanza-ro) e Umbriatico (Crotone) (confronta con la tavola 4 “Andamento dei redditi”).I 106 comuni calabresi in spopolamento, sono stati classificati, per ciò che attiene al reddito per con-tribuente, nei seguenti quattro gruppi: › “Nella media”: Comuni allineati alla me-dia regionale. › “Vicini alla media”: Comuni che si disco-stano per un massimo del 20 per cento dalla media regionale. › “Lontani dalla media”: Comuni che si tro-vano tra il 20 per cento ed il 40 per cento della me-dia regionale. › “Molto lontani dalla media”: Comuni che si trovano al di sotto del 40 per cento della media regionale.L’analisi evidenzia che solo un comune è allineato alla media regionale: Montauro (CZ). Di contro, 14 comuni si collocano entro il 20 per cento di scosta-mento dalla media regionale, 71 comuni si trova-no tra il 20 per cento e il 40 per cento rispetto alla media regionale, e 20 comuni si trovano al di sotto del 40 per cento della media regionale. L’analisi del reddito effettuata per “abitante” e per

“famiglia”, mostra, invece un andamento positivo dei dati del 2007 rispetto a quelli del 1999. In par-ticolare, 92 comuni presentano un trend positivo (confronto dati 1999-2009) di reddito per abitan-te, mentre i restanti 14 comuni registrano un trend negativo. Il confronto dei dati sul reddito per fami-glia, ha un trend positivo per 75 comuni. I restan-ti 31 comuni presentano un trend, invece, negativo.

2.3 Servizi e risorseAl fine di meglio descrivere i comuni in rappor-to al sistema territoriale in cui essi si inseriscono, l’analisi ha previsto lo studio approfondito dei lo-ro elementi caratterizzanti, attraverso la realizza-zione di apposite schede rilevamento dei servizi e delle risorse.Le schede relative ai 106 comuni, che sono state elaborate tenendo anche conto degli studi e delle pubblicazioni esistenti a livello regionale e nazio-nale, costituiscono un importante contributo co-noscitivo a supporto delle decisioni pubbliche per l’attivazione di progetti integrati. Le schede, ri-portate nel rapporto relativo alla identificazio-ne delle aree della Calabria che sono soggette a spopolamento, sono state realizzate anche nell’in-tento di fornire informazioni utili per la definizio-ne dell’analisi Swot, per la definizione della strate-gia Pisr, nonché per la definizione di un’ipotesi di aggregazione dei comuni.Le schede comprendono informazioni relative ai seguenti elementi: › popolazione, densità abitativa, altimetria e livello dei redditi; › aggregazioni territoriali esistenti (comuni confinanti, centri urbani di riferimento, inserimen-to in comunità montane, parchi, gal, etc.) ed espe-

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rienze di forme di cooperazione; › grado di accessibilità; › servizi pubblici o di uso pubblico presenti; › indicatori relativi agli obiettivi di servizio (infanzia, anziani, rifiuti urbani e servizio idrico); › caratteristiche paesaggistico-ambientali (habitat naturali, specie floristiche e faunistiche di elevato valore, sorgenti idriche, siti o affioramenti di particolare interesse geomorfologico); › emergenze architettoniche, storiche e cul-turali (resti archeologici, tessuti insediativi caratteri-stici del territorio, chiese, presenza di edifici di par-ticolare interesse storico artistico); › descrizione dei principali eventi e mani-festazioni.L’analisi ha anche individuato tra i 106 comuni, 7 comuni cosiddetti “duali” ai sensi del Por Calabria Fesr 2007-2013 (ovvero quei comuni che nel corso degli ultimi 50 anni presentano due poli insediati-vi, con fenomeni di migrazione della popolazione dalle aree interne alla costa) e, dove possibile, ha registrato i progetti in itinere o già realizzati grazie a finanziamenti regionali, nazionali, comunitari.Dall’analisi emerge che i comuni, rientranti nei si-stemi territoriali marginali, sono costituiti da am-pie porzioni di territorio delle aree montane e rurali. I nuclei antropizzati presentano prevalen-temente un tessuto urbano discontinuo in territori dai profili geometrici irregolari, spesso con varia-zioni altimetriche molto accentuate. In molti ca-si il forte dislivello tra la zona a valle e la zona a monte caratterizza morfologicamente il territorio:

a valle, prevalentemente collinare e con vocazio-ne agricola indirizzata verso la coltivazione di uli-veti e vigneti, a monte, prevalentemente montuosa caratterizzata da vaste zone boschive. Inoltre, al-cune porzioni di territorio rientrano in parchi na-zionali, importanti per il sistema turistico regionale (parco nazionale della Sila, parco del Pollino, parco dell’Aspromonte, parco delle Serre, ecc.). L’anali-si ha evidenziato la presenza consistente di risorse architettoniche (civili, religiose e militari) e centri storici di particolare pregio.

Le infrastruttureLa mancanza di un sistema viario adeguato incide in maniera determinante sull’isolamento ed il man-cato sviluppo di queste aree. A causa della presenza di elevate pendenze e accentuate tortuosità, le velo-cità di transito risultano in molti casi modeste. So-lo lungo gli assi costieri la velocità di deflusso rag-giunge livelli elevati, abbassandosi principalmente nel periodo estivo per l’accresciuto traffico veicola-re di attraversamento. I comuni inoltre, presentano una popolazione sparsa sul territorio in aree parti-colarmente disagiate per una serie di caratteristiche (aree interne e montane come il Pollino e l’Aspro-monte; aree lontane dalle coste e con evidenti diffi-coltà di accessibilità come le Serre vibonesi e le Ser-re catanzaresi, il basso e l’alto crotonese) e tendono a gravare, come evidenziato dalla tabella che segue, su alcuni centri urbani che rivestono un ruolo deter-minante nell’essere fulcro delle attività lavorative, dei servizi sanitari, delle reti commerciali.

La mancanza di un sistema viario adeguato incide in maniera determinante sull’isolamento ed il mancato sviluppo di queste aree.

L’economia dei territori in spopolamento, è strettamente legata al settore primario, formato da aziende di piccole e piccolissime dimensioni.

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Le attività produttiveL’economia dei territori in spopolamento, è stretta-mente legata al settore primario, formato da azien-de di piccole e piccolissime dimensioni, dedicate, prevalentemente, ad attività agro-silvo-pastorali (soprattutto nelle zone montane e premontate). Nei comuni analizzati le specificità più evidenti del-la produzione agricola, riguardano l’olivicoltura, l’agrumicoltura e la vitivinicoltura, mentre mino-re è il peso della cerealicoltura, della zootecnia, sia da carne che da latte. In diversi comuni sono ravvi-sabili produzioni artistiche e artigianali di qualità: come nel caso dell’artigianato tessile nei comuni di

Centrache e Vaccarizzo e la produzione liuteristi-ca (chitarre classiche o barocche/battente) presente a Caloveto. Nel comune di santa Caterina albanese si producono canestri di ginestra e salice insieme all’attività del ricamo artigianale e alla lavorazio-ne, in località Joggi, di tegole e mattoni, realiz-zati a mano. Infine, la produzione di pipe che nel comune di Brognaturo rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.

I servizi alla personaLa presente analisi ha altresì individuato le più im-portanti carenze in termini di offerta, accessibili-tà e qualità dei servizi alla persona, anche rispetto agli “obiettivi di servizio” (istruzione, servizi di cu-ra per l’infanzia e gli anziani, gestione dei rifiuti, servizio idrico integrato), e ha consentito di mette-re a fuoco alcune “questioni chiave”:

Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo ValentiaChiaravalle centrale Corigliano calabro Cirò Melito porto Salvo Serra san BrunoLamezia terme Rossano Locri TropeaSoverato Castrovillari Siderno Borgia Cassano allo Ionio Palmi Nocera Terinese Cariati Polistena Falerna Amendolara Rosarno Soveria Mannelli Trebisacce Cardinale Rogliano Gagliato Paola Petrizzi Amantea Belvedere marittimo

Provincia Provincia Provincia Provincia Provinciadi Catanzaro di Cosenza di Crotone di reggio Calabria di Vibo Valentia

Tavola 5. Centri urbani di riferimento

La produzione di pipe che nel comune di Brognaturo rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.

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› la presenza della scuola dell’obbligo, in particolare quella secondaria di primo grado; › le difficoltà incontrate dagli anziani per accedere a servizi sanitari di base, in funzione an-che della capacità del sistema sanitario di raggiun-gere le aree più limitrofe e il ruolo rilevante dei si-stemi di assistenza a domicilio; › le caratteristiche dell’offerta di servizi di cura dell’infanzia e il ruolo che l’incentivazione di questi servizi può rivestire per migliorare il livello di inclusione sociale delle donne; › la carenza di servizi e strutture per il tem-po libero.Lo studio ha analizzato la rete della scuola dell’ob-bligo sul territorio, con una particolare attenzione alle problematiche collegate alla scuola seconda-ria di primo grado (presenza sul territorio; insuf-ficienza del livello di accessibilità e trasporto). Su questo tema l’analisi ha evidenziato l’importanza che il servizio scolastico riveste in termini di in-clusione sociale e inserimento nel mondo del la-voro. E’ emerso come la rete delle scuole primarie soddisfi, per quasi tutti i comuni analizzati, i bi-sogni della popolazione, mentre all’aumentare del grado dell’offerta di istruzione (primarie, seconda-rie di primo grado e primarie di secondo grado) la presenza delle scuole tenda a diminuire. Non è pre-sente alcun servizio scolastico nei comuni di Cen-trache e Olivadi (nella provincia di Catanzaro), san Pietro in Amantea e Carpanzano (nella provincia di Cosenza), Staiti e Laganadi (nella provincia di Reggio Calabria); mentre nei soli comuni di Belca-

stro (provincia di Catanzaro) e Scigliano (provincia di Cosenza) è presente l’Istituto professionale supe-riore per l’agricoltura e l’ambiente, anche con cor-si serali per adulti. Questo conferma la necessità di un’organizzazione di adeguati servizi di scuola bus, specialmente considerando la rilevante disper-sione demografica propria delle aree più interne.

L’assistenza sanitariaIn riferimento al tema degli anziani è stata analiz-zata la presenza dei servizi sanitari. In Calabria, è attualmente in atto un processo di razionalizzazio-ne del servizio sanitario regionale, che detiene an-cora un ampio numero di ospedali, pur in presen-za di un forte divario tra l’offerta disponibile nelle aree analizzate e in quelle urbane, che ricalca, in maniera molto più consistente, quella registrata per l’intero paese. A preoccupare è la ridottissima pre-senza di ospedali con almeno 250 posti letto, po-chi per l’intera regione e totalmente assenti nelle aree spopolate. La rete degli ambulatori non sem-bra compensare le difficoltà registrate dagli anzia-ni, causate da un vero e proprio problema di acces-sibilità alle cure; inoltre, in una visione di insieme, il servizio di trasporto pubblico non sembra sod-disfare le esigenze della popolazione, penalizzan-do i soggetti più deboli a cui è garantito il solo ser-vizio farmaceutico, fatta eccezione per gli abitanti del comune di Brognaturo in provincia di Vibo Va-lentia. L’analisi ha evidenziato il dato relativo al-la percentuale di anziani trattati in Assistenza do-miciliare integrata (Adi) in base alla rilevazione di riferimento del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. L’assistenza domiciliare in-tegrata si esplica quando, per motivi di organiz-zazione sanitaria o per ragioni sociali, si ritenga

La necessità di un’organizzazione di adeguati servizi di scuola bus, Il servizio di trasporto pubblico non sembra soddisfare le esigenze della popolazione.

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necessaria, a seguito di un processo di valutazio-ne multidimensionale, un’assistenza alternativa al ricovero presso il domicilio del paziente. In parti-colare l’assistenza è svolta assicurando al domici-lio del paziente le prestazioni di medicina generale, di medicina specialistica, infermieristiche domici-liari e di riabilitazione, di aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle azien-de, di assistenza sociale. I dati evidenziano che per la provincia di Reggio Calabria gli anziani tratta-ti in assistenza domiciliare sono l’1,5 per cento, a seguire Cosenza con il 2,3 per cento, Catanzaro e Crotone con 3,1 per cento e Vibo Valentia. Sono state rilevate presenze di case di riposo per anziani nel comune di san Cosmo albanese, santa Cristina d’Aspromonte e Antonimina.

I rifiuti e il servizio idricoIn relazione al sistema di gestione dei rifiuti urba-ni, l’analisi condotta ha evidenziato che, per quan-to riguarda la raccolta differenziata, i dati più pre-occupanti riguardano i comuni che presentano un valore, risalente al 2009, inferiore al 5 per cento: ovvero, per la provincia di Catanzaro, il comune di Amato; per la provincia di Cosenza, i comuni di Paterno Calabro, Cervicati, Pietrapaola, Castrore-gio, Alessandria del Carretto, Scala Coeli, Cerzeto; per la provincia di Crotone, i comuni di Umbriatico e Castelsilano; per la provincia di Reggio Calabria, i comuni di Bruzzano Zeffirio, Caraffa del Bianco, san Giovanni di Gerace, Ciminà, Calanna, Cosole-to, san Procopio, Scido, Samo, Antonimina; e, in-fine, per la provincia di Vibo Valentia, i comuni di Dasà, Simbario, Brognaturo, Zaccanopoli.Per quanto riguarda, il servizio idrico integrato, il dato, di livello provinciale, evidenzia che gli abi-

tanti equivalenti serviti effettivi da impianti di de-purazione su abitanti equivalenti totali urbani è pari al 67,5 per cento per la provincia di Catan-zaro, al 44,3 per cento per la provincia di Cosen-za, al 53,3 per cento per la provincia di Crotone e al 40,9 per cento per la provincia di Vibo Valentia. Nell’ambito della gestione del servizio è compre-sa anche quella del comparto fognario depurativo delle acque reflue il cui trattamento è attuato at-traverso un sistema composto da fognature (reti di raccolta interne ai centri abitati e collettori emis-sari e di scarico) e impianti di depurazione. Tale si-stema è volto a trattare le acque reflue urbane e, nel rispetto dei limiti degli scarichi, a consentire il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei cor-pi idrici in attuazione delle direttive comunitarie e della normativa nazionale e regionale.

Sport e culturaOltre i su esposti riferimenti agli “obiettivi di ser-vizio” le schede evidenziano come la tenuta della rete scolastica prevalentemente dell’infanzia e pri-maria non risolve il problema della carenza di pun-ti di aggregazione sociale e culturale, testimoniata dalla bassa percentuale di comuni che hanno alme-no due servizi tra biblioteche, centri sportivi, cine-ma e teatro. Lo studio ha volutamente analizzato quali fossero le opportunità esistenti per gli ado-lescenti per trascorrere il tempo libero, nella con-vinzione che si tratti di una fascia di età in cui la mancanza di interessi culturali e l’assenza di un adeguato capitale umano di riferimento possa ri-

La tenuta della rete scolastica prevalentemente dell’infanzia e primaria non risolve il problema della carenza di punti di aggregazione sociale e culturale.

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velarsi particolarmente a rischio. D’altra parte, la presenza di attività culturali e formative è stretta-mente collegata alla presenza di capitale umano di qualità, all’interno delle scuole o a livello comuna-le, dove è importante la capacità di costruire inizia-tive. Si rileva che pochissimi sono i comuni in cui sono presenti impianti sportivi, come nei comuni di Plataci e Cropalati: attività teatrali si svolgono solo nei comuni di Cenadi e san Cosmo albanese dove è presente un teatro all’aperto mentre mag-giore è il numero dei musei presenti, come il museo della “Raccolta permanente di arte calabrese con-temporanea” nel comune di Argusto, il museo del Brigante e il museo didattico del pane nel comune di Panettieri, il museo del costume e degli ori arbë-reshë a Vaccarizzo albanese, il museo parrocchia-le a Mottafollone. A san Nicola dell’Alto è presente un museo emologico e naturalistico e nel comune di Bova un museo di paleontologia, dove sono con-servati numerosissimi reperti di provenienza non solo calabrese, ma anche nazionale ed estera. Nel comune di Scido è presente un museo della cultura calabrese e a Vazzano un museo antiquarium civi-co. Nel comune di Canna è stata avviata una ricer-ca nel territorio sulla presenza e mappatura degli alberi centenari, al fine di promuovere la loro sal-vaguardia e si è provveduto ad una catalogazione attraverso un vasto archivio fotografico, indicando contrada, comune, circonferenza, altezza (ricavata con l’ausilio di un programma informatico) ed età; questo lavoro è stato condotto anche con la fattiva collaborazione dei ragazzi disabili.

Le biblioteche sono presenti nei comuni di Miglie-rina, Martirano, che ospita anche una casa della cultura, nel comune di Bianchi, Cervicati, Cropala-ti, Calopezzati, Carpanzano, dove è anche presen-te una pinacoteca, a san Nicola dell’Alto e nel co-mune di Placanica.

I dati relativi alla presenza di servizi relativi alla pubblica sicurezza evidenziano che nella provin-cia di Catanzaro, su 22 comuni analizzati, il servi-zio è presente solo in 3 comuni; nella provincia di Cosenza, su 37 comuni analizzati, il servizio è pre-sente solo in 8 comuni; nella provincia di Reggio Calabria, su 32 comuni analizzati esso è presente in 19 comuni; nella provincia di Vibo Valentia, su 11 comuni analizzati, solo in 2 comuni; nella provin-cia di Crotone, su 4 comuni analizzati, il servizio è presente in un solo comune.Le schede evidenziano che il servizio postale attivo nella maggior parte dei comuni; mentre, per quan-to riguarda quello bancario, la presenza si rileva solo nei comuni di Martirano lombardo (CZ), Rota Greca e Scigliano (CS), Dasà (VV) ed è totalmente assente nei comuni appartenenti alla provincia di Reggio Calabria e Crotone. L’analisi, infine, ha evidenziato la presenza diffu-sa di numerose associazioni (di cui però non è sta-to possibile verificare singolarmente l’attività), che

Il servizio postale attivo nella maggior parte dei comuni, la presenza diffusa di numerose associazioni che costituiscono un’importante risorsa

La metodologia utilizzata per l’individuazione di possibili reti e aggregazioni di comuni, si basa sull’analisi dei tessuti urbani.

Queste aree possono contare sulla presenza di contesti naturalistici e paesaggistici di grande pregio.

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Tavola 6. Microsistemi provinciali

Cz1 pre-Sila Catanzarese Albi, Sorbo san Basile.Cz2 Reventino Martirano, Martirano lombardo, Motta santa Lucia.Cz3 alto Ionio catanzarese Andali, Belcastro, Marcedusa.Cz4 area di gravitazione del catanzarese Amato, Miglierina, san Floro, Sellia, Jacurso.Cz5 Soveratese Argusto, Gagliato montauro, Petrizzi san Sostene.Cz6 pre-Serre catanzaresi Cenadi, Centrache, Olivadi, Torre di Ruggiero

Kr1area collinare dell’alto crotonese Carfizzi, san Nicola dell’Alto, UmbriaticoKr2 Sila crotonese Castelsilano

Cs1 alto Tirreno cosentino Aieta, Laino Castello, Orsomarso, Papasidero.Cs2 Pollino calabrese nord-orientale Civita, Plataci, Alessandria del Carretto, Castroregio, Nocara, CannaCs3 valle dell’Esaro Acquaformosa, Mottafollone, san Basile, santa Caterina AlbaneseCs4 versante tirrenico della catena costiera paolana SanginetoCs5 alta valle del Crati Cervicati, Cerzeto, Rota Greca, san Cosmo albanese, Vaccarizzo albanese.Cs6 basso Jonio cosentino Cropalati, Caloveto, Calopezzati, Pietrapaola, Scala Coeli, Terravecchia.Cs7 basso Tirreno cosentino Cleto, san Pietro in Amantea, Serra d’AielloCs8 alta valle del Savuto Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Domanico, Panettieri, Paterno, Pedivigliano, Scigliano.

PROVINCIA DI CATANZARO

PROVINCIA DI CROTONE

PROVINCIA DI COSENZA

Microsistema Comuni

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TO Rc1 alta Locride Placanica, Pazzano, Stignano, CaminiRc2 area preaspromontana di gravitazione Canolo, Ciminà, Agnana Calabra, san Giovanni di Gerace,della conurbazione Locri Siderno Antonimina, Martone, sant’Ilario dello IonioRc3 area pedemontana settentrionale della piana di Gioia Tauro Serrata, CandidoniRc4 area pedemontana meridionale della piana di Gioia Tauro san Procopio, Melicuccà, Scido, Cosoleto, santa Cristina d’AspromonteRc5 area di gravitazione del sistema metropolitano dello Stretto sant’Alessio in Aspromonte, Calanna, Laganadi, FiumaraRc6 bassa Locride Staiti, Samo, Bruzzano Zeffirio, Caraffa del Bianco, Ferruzzano, CasignanaRc7 area grecanica Roccaforte del Greco, Bagaladi, Roghudi, Bova

PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

Microsistema Comuni

Vv1 bacino dell’Angitola Capistrano, Pizzoni, Polia, VallelongaVazzanoVv2 parco delle Serre Brognaturo, Mongiana, Nardodipace, SimbarioVv3 Poro ZaccanopoliVv4 alto Mesima Dasà

PROVINCIA DI VIBO VALENTIA

Microsistema Comuni

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Contesti naturalistici e paesaggistici di grande pregio.Trend crescente della popolazione straniera residente nelle aree sog-gette a spopolamento.Buona presenza di giovani concentrata nella fascia di età 10-24 anni.Produzioni artistiche e artigianali di qualità.Produzioni tipiche di eccellenza di olivicoltura, viticoltura e agru-micoltura.Presenza di attrattori ambientali (parchi e riserve naturali, ecc.) e di beni culturali, archeologici ed architettonici di valore. Qualità dello spazio architettonico del sistema di edilizia minore presente nei centri storici.Vicinanza ad agglomerazioni urbane in grado di offrire un’ampia gamma di servizi.Buona capacità e attitudine delle comunità locali a definire e attua-re politiche, piani e progetti di sviluppo locale.Presenza in abbondanza di risorse che risultano scarse in aree den-samente popolate (silenzio, buio, salubrità dell’area, eccetera).

Segmenti del turismo di qualità ed esperienziale in crescita (eco-turismo, turismo eno-gastronomico, turismo legato alla cura della persona, eccetera).Crescente attenzione ai temi della conservazione e recupero dei luo-ghi e delle identità storiche e culturali locali.Destinazione a uso turistico e ricettivo del patrimonio edilizio storico sottoutilizzato o inutilizzato. Legislazione regionale a favore dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti.Legislazione regionale a favore della creazione di alberghi diffusi.Politiche pubbliche e risorse finanziarie disponibili per la diffusione della banda larga e la riduzione del digital divide.Sviluppo e diffusione delle Tic e crescente applicazione delle stesse in numerosi ambiti (telelavoro, teleassistenza, eccetera).Politiche e programmi a sostegno delle aree rurali e periferiche.

Abbandono e degrado materiale di molti paesi e centri storici.Carenza di servizi alla persona (sanità, istruzione, asili nido, ecce-tera).Inadeguata accessibilità, anche attraverso servizi pubblici di tra-sporto locale, delle aree interne e marginali della regione.Bassa dotazione di infrastrutture e servizi per il tempo libero.Accesso limitato alle Tic.Indice di vecchiaia superiore alla media regionale.Bassa percentuale di bambini in età prescolare.Rafforzamento delle tendenze allo spopolamento.Tassi di disoccupazione giovanile e femminile superiori alla media regionale.Bassa attrattività turistica.Progressivo abbandono di attività agricole ed agropastorali e cristal-lizzazione dell’economia locale su modelli ed attività tradizionali.Reddito medio inferiore alla media regionale.Scarsa presenza di servizi di dimensione sovra comunale per la qua-lità della vita e l’attrattività.

Crescente marginalizzazione geografica, sociale ed economica dei piccoli centri.Accelerazione del degrado fisico dei paesi e dei loro centri storici. Peggioramento della qualità di vita delle popolazioni locali, in parti-colare di giovani, anziani, donne e persone disabili.Ulteriore aggravamento del processo di spopolamento.Perdita di tradizioni, cultura, memoria e produzioni locali.Incremento del rischio idrogeologico a seguito dell’abbandono dei territori.

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

OPPORTUNITÀ MINACCE

Tavola 7. Analisi Swot

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costituiscono un’importante risorsa anche per i ter-ritori limitrofi. Queste associazioni danno vita an-nualmente ad un cospicuo numero di eventi di ca-rattere religioso, enogastronomico e culturale in grado di attrarre flussi di visitatori e valorizzare il patrimonio storico, paesaggistico-ambientale e identitario delle comunità locali.

2.4 Ipotesi valutative sulla definizione di possibili reti e aggregazioni di comuniLa delibera 209 considera ciascun Progetto di svi-luppo locale riferito a “microsistemi” territoriali, di natura sovracomunale, coerenti per caratteristiche strutturali, sociali ed economiche. Tale configura-zione, definita anche in base a relazioni di conti-guità tematica, è finalizzata ad attivare azioni in-tegrate di funzioni e servizi. La metodologia utilizzata per l’individuazione di possibili reti e aggregazioni di comuni, si basa sull’analisi dei tessuti urbani, in funzione della lo-ro complessità ed articolazione e sulla lettura del territorio, rispetto alle sue caratteristiche ambien-tali e paesaggistiche.Pur sottolineando la volontà di non condizionare o limitare la capacità di iniziativa e proposta che ar-riverà direttamente dal livello locale, si assumono

quindi come riferimento i seguenti 27 microsiste-mi provinciali (Tavola 6. Microsistemi provinciali).

2.5 Analisi swot L’analisi Swot discussa di seguito (Tavola 7. Anali-si Swot) illustra le principali potenzialità e criticità delle aree marginali soggette a spopolamento, de-rivanti dalle analisi condotte nell’ambito delle atti-vità di predisposizione del Pisr. Quello che emerge è un quadro in chiaroscuro, in cui le problematiche che alimentano il circolo vi-zioso dello spopolamento sono associate alla pre-senza di beni immobili (materiali e immateriali), che costituiscono una risorsa potenzialmente atti-vabile a sostegno di processi di sviluppo a vantag-gio dell’intero territorio regionale.Per quanto riguarda i punti di forza, queste aree possono contare sulla presenza di contesti natura-listici e paesaggistici di grande pregio e di una serie di attrattori di un certo interesse che se adeguata-mente valorizzati possono contribuire ad intercet-tare parte dei flussi crescenti del turismo di qualità ed esperienziale. Questi territori dispongono, inol-tre, in abbondanza, di una serie di risorse che risul-tano scarse all’interno di aree densamente popola-te (grandi insediamenti urbani, aree metropolitane, ecc.), quali il silenzio, il buio e la salubrità dell’aria, determinate dall’assenza di forme di congestione e inquinamento di vario tipo. La presenza di tali ri-sorse insieme ad una adeguata valorizzazione e riu-so del sistema di edilizia minore presente nei picco-li centri storici possono rappresentare un importante elemento di attrazione per popolazioni (professioni-sti, artisti e creativi in genere) che attribuiscono va-lore a queste risorse. La buona presenza in queste aree di giovani con-

La buona presenza di giovani e il trend crescente della popolazione straniera residente rappresentano altre due importanti leve.

Il patrimonio di memoria, conoscenze e tradizioni, spesso incorporato in produzioni artistiche e artigianali di qualità. Un patrimonio che però rischia di perdersi a causa del fenomeno dello spopolamento.

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centrata nella fascia di età 10-24 e il trend crescente della popolazione straniera residente rappresentano altre due importanti leve da utilizzare nelle strategie di rivitalizzazione.Un altro importante punto di forza è costituito dalla presenza diffusa di beni intangibili immobili, qua-li il patrimonio di memoria, conoscenze e tradizio-ni, spesso incorporato in produzioni artistiche e arti-gianali di qualità. Un patrimonio che però rischia di perdersi a causa del fenomeno dello spopolamento. Accanto ai punti di forza, le analisi condotte hanno evidenziato una serie di criticità gravi e persistenti. Le problematiche sono quelle che si riscontrano tipi-camente nei territori marginali soggetti ad una forte emorragia di popolazione: indice di vecchiaia eleva-to, carenza di servizi alla persona, ridotta accessi-bilità e mobilità, debolezza del sistema produttivo, basso livello dei redditi, progressivo abbandono e degrado materiale dei centri storici, accesso limitato alle nuove tecnologie dell’informazione e della co-municazione (Tic), eccetera. La strategia e le azioni delineate nei capitoli succes-sivi mirano ad eliminare e, o, attenuare tali proble-matiche per evitare che queste possano aggravarsi e accelerare in tal modo il circolo vizioso dell’abban-dono e dello spopolamento.

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ESPERIENZE DI CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO SIGNIFICATIVE TRASFERIBILI E, O, UTILIZZABILIIN CALABRIA.

La delibera 209 del 2009 prevede la condivisione e approvazione di un rapporto relativo alle espe-rienze di contrasto allo spopolamento significati-ve (buone pratiche), realizzate e in corso di realiz-zazione in altre regioni ed utilizzabili in Calabria. Questa indicazione nasce dalla consapevolezza che le pratiche sperimentate in altri contesti territoria-li possano rappresentare una importante fonte di ispirazione, riflessione e confronto per gli attori impegnanti nella definizione e attuazione di pro-grammi e progetti di sviluppo locale. Le esperienze sono state selezionate sulla base dei seguenti criteri: chiara identificazione dei risultati ottenuti e degli interventi che hanno condotto a ta-li risultati; similarità dei contesti rispetto alla situa-zione calabrese; innovatività delle iniziative; e re-plicabilità degli interventi in Calabria. La rassegna dei casi di contrasto allo spopolamento e rivitaliz-zazione delle comunità rurali contenuta in questa sezione include 16 esperienze realizzate in Italia e all’estero. La maggior parte delle iniziative sono state certificate, sulla base di precisi criteri di valu-tazione, come buone pratiche da organismi terzi. 9 progetti risultano finanziati attraverso le iniziative comunitarie leader, leader II e leader plus, mentre i restanti hanno attinto a fondi pubblici (nazionali e comunitarie) e risorse private. Le esperienze rientrano in ambiti di intervento dif-ferenti e, nella maggior parte dei casi, perseguono obiettivi multipli. Nell’individuazione delle inizia-tive è stata data precedenza a quelle maggiormente coerenti con gli ambiti di intervento indicati nella linea 8.2.1.7 del Por Fers Calabria. La raccolta inizia con alcuni progetti finalizzati a potenziare le infrastrutture e i servizi per la quali-tà della vita nelle aree rurali (taxibus, Berta, Tage-

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smutter e i giovani creano i loro spazi). La riqua-lificazione di antichi edifici in disuso, attraverso materiali e tecniche sostenibili, è invece l’obiet-tivo prioritario di altre due iniziative (Navapalos e Panta Rei), in cui attività di carattere materia-le (riqualificazione degli immobili) sono integrate con attività immateriali, quali ricerca e innovazio-ne tecnologica e formazione. La rassegna include poi due progetti (incontri con il legno e Meister-strasse Salzkammergut) rientranti nell’ambito dello sviluppo delle attività produttive, della promozio-ne di reti di piccole imprese e della valorizzazione dei mestieri tradizionali; mentre, due sono le ini-ziative (Telecottage e Tagesmutter) finalizzate alla promozione di forme di lavoro flessibili, di parti-colare interesse per la realtà calabrese caratteriz-zata dagli alti tassi di disoccupazione femminile. Le esperienze innovative di accoglienza e integra-zione dei migranti di due piccoli paesi calabresi, Badolato e Riace, rientrano nell’ambito delle azio-ni volte ad attrarre nuova popolazione all’inter-no di aree soggette a spopolamento e al recupe-ro di edifici abbandonati. Completano la rassegna: un progetto finalizzato a promuovere l’utilizzo del-le energie rinnovabili (Melpignano), le iniziative a sostegno della produzione artistica e culturale nel-le comunità rurali e i progetti volti alla realizzazio-ne di nuovi itinerari turistici capaci di valorizza-re risorse locali materiali e immateriali (parco della Grancia, laboratorio “Identità e innovazione”, Lu-cania film festival e centro di interpretazione geo-logica di Canales).

La tavola 8 che segue fornisce il quadro degli in-croci delle esperienze selezionate con le priorità di intervento della linea 8.2.1.7 del Por Fesr Calabria.

3.1 Servizio di taxibus (Italia)

Descrizione e obiettivi Il progetto taxibus è stato avviato nel 2003 dal Gal alto oltrepò nell’ambito del Programma di inizia-tiva comunitaria leader plus. Il territorio interes-sato comprende un’area montuosa e collinare ubi-cata nella parte sud-occidentale della provincia di Pavia, in Lombardia, fra il Piemonte, la Liguria e l’Emilia Romagna. L’iniziativa ha riguardato l’introduzione di un nuo-vo servizio di trasporto a chiamata, gratuito, per soddisfare le esigenze di mobilità espresse dalle co-munità rurali. In una prima fase, il servizio è stato sperimentato su quattro comuni pilota, localizza-ti nella zona montuosa più remota e isolata; in se-guito, considerati i buoni risultati, il servizio è sta-to esteso ad un’area più vasta.Il coordinatore del progetto è la Comunità monta-na oltrepò Pavese che ha assegnato l’incarico per l’espletamento del servizio a cinque società di ser-vizi del trasporto locale. Gli obiettivi prioritari del progetto sono: › garantire i collegamenti con gli abitanti che vivono in condizioni svantaggiate nelle zone più interne; › attivare nuovi collegamenti con centri di servizi all’interno e all’esterno dell’area; › fornire servizi di trasporto verso i centri medici per gli anziani e infrastrutture sportive per i giovani.

ITALIA. l’introduzione di un nuovo servizio di trasporto a chiamata, gratuito, per soddisfare le esigenze di mobilità espresse dalle comunità rurali.

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AttivitàLa prima attività del progetto è stata orientata a soddisfare le esigenze di mobilità di quattro co-muni pilota. L’attività è stata articolata in tre fasi: › istituzione di una commissione tecnica per la definizione delle azioni di orientamento stra-tegico, monitoraggio e controllo; › elaborazione del progetto e del relativo piano di gestione riguardante il nuovo servizio di trasporto integrato; › sperimentazione del nuovo servizio di

trasporto sull’area pilota. Taxibus è stato ideato tenendo conto e delle richie-ste di trasporto formulate dagli utenti. Le autori-tà locali sono addette al servizio di prenotazione e registrano le tipologie di utenti che richiedono il servizio. Il gestore del servizio ha il compito di or-ganizzare e coordinare il trasporto in modo da sod-disfare le esigenze degli utenti in maniera flessibi-le e fornire loro tutte le informazioni necessarie per effettuare le prenotazioni. Nel dettaglio il servizio è organizzato secondo la

TaxibusBertaTagesmutterGiovani creanoi loro spaziNavapalosPanta ReiIncontri con il legnoMeisterstrasseMelpignanoParco della GranciaCentro geologico CanealsBadolatoRiace VillageTelecottageLaboratorio“Identità e innovazione”Lucania film festival

Esperienze Mobilità Infrastrutture Recupero Iniziative e servizi per e riqualificazione imprenditoriali la qualità della vita di edifici e spazi pubblici

Tavola 8. Priorità di intervento linea 8.2.1.7

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seguente procedura: l’utente chiama un call center, un’unità di coordinamento del gestore o di un co-mune dell’area; la singola richiesta del servizio vie-ne presa in esame e l’erogazione del servizio vie-ne programmata; il gestore conferma la richiesta; il servizio viene erogato.

Risultati e costo dell’iniziativaIl servizio, introdotto con successo in una prima fase nell’area pilota, è stato esteso all’intera area della Comunità montana dell’alto Oltrepò compo-

sta da ventidue comuni. Il servizio è gestito da un gruppo di cinque imprese di trasporto locali. I principali risultati conseguiti nel periodo compre-so fra l’agosto del 2004 e il 2007 possono essere così sintetizzati: › corse effettuate per un totale di 112.840 km; › rapida crescita del numero di utenti per un totale di 16.313 passeggeri, di cui 15.823 anzia-ni, 345 giovani e 145 utenti di altre categorie; › elevato grado di soddisfazione del servi-zio da parte degli utenti;

Attività di Pacchetti Lavoro Energie Turismoricerca e formazione integrati flessibile rinnovabili di localizzazione

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› gli anziani hanno modo di socializzare e di essere più autonomi; › i giovani possono partecipare a un mag-gior numero di eventi culturali e sportivi senza di-pendere dai genitori. Il costo totale del progetto, per il periodo 2003-2008, è stato di 1.162.000 euro, di cui 134.250 eu-ro provenienti dal Feaog, 134.250 euro da fondi pubblici nazionali e 893.500 euro da finanziamen-ti privati. All’iniziativa hanno aderito alcuni spon-sor privati, tra cui la fondazione banca del monte di Lombardia.

Innovatività e replicabilità L’azione offre un servizio innovativo per le zone rurali inaccessibili, spopolate e a bassa densità de-mografica. L’iniziativa dimostra che un servizio di trasporto flessibile può avere impatti positivi sul-la qualità della vita di giovani e anziani che vivo-no in aree remote. Il nuovo servizio è stato inoltre un buon esempio per quanto riguarda la capacità di coinvolgimen-to dei soggetti privati nell’iniziativa e le competen-ze nella gestione del servizio da parte delle istitu-zioni locali. L’azione potrebbe essere facilmente trasferita alle zone rurali calabresi di difficile accesso che mo-strano problemi di trasporto analoghi. L’esperienza del taxibus evidenzia la necessità di tenere conto, nella predisposizione di un intervento simile, del-le specificità di ciascun territorio in modo tale da: › intercettare le reali esigenze di mobilità (tipologia di servizio, gruppi target, orari, durata

del progetto); › individuare le zone geografiche meno ac-cessibili (in particolare quelle in cui i servizi di tra-sporto pubblico sono scarsi); › favorire la presenza di una molteplicità di operatori dei trasporti.

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2008), “Una selezione del-le migliori pratiche Leader plus”, volume 3, pagi-ne 57-60.Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web Gal Oltrepo: www.gal-oltrepo.it

3.2 Berta (Austria) Descrizione e obiettivi Le fasi di ideazione e attuazione del progetto so-no state supportate dal Gal Bad Aussee nell’ambito del Leader plus. Il territorio è quello della regione del Salzkammergut, un’area associata a forme tra-dizionali di turismo e svago.Il progetto Berta riguarda la creazione di “un’oasi panoramica” concepita per le esigenze dei disabili. Il progetto mira a soddisfare la domanda della po-polazione locale e al contempo a favorire il poten-ziamento della vocazione e dell’identità dell’area nel settore del turismo associato al benessere e al-la salute.A dare impulso al progetto è stata una residen-te della zona, Berta Korbel, che ha donato 16 mi-la metri quadri di terreno all’associazione locale di disabili Lebenshilfe Ausseerland (e da cui il proget-to ha tratto il nome Berta). Seguendo un approccio bottom-up, il progetto ha visto il coinvolgimento di numerosi attori locali. I principali obiettivi dell’iniziativa sono:

BERTA (AUSTRIA) creazione di “un’oasi panoramica” concepita per le esigenze dei disabili.

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› favorire l’autonomia e l’iniziativa dei di-sabili nel processo di integrazione; › creare nuove opportunità di lavoro per questo gruppo sociale; › istituire uno spazio comune di incontro e di contatti per l’intera comunità, anche se con par-ticolare riguardo ai disabili e alle loro famiglie.

AttivitàIl Leader plus ha prestato il proprio sostegno all’ideazione e alla realizzazione del centro ri-creativo, che è stato costruito in base ai massimi standard di accessibilità e di risparmio energetico. Nell’intero progetto sono stati coinvolti portatori di handicap, creando nuove opportunità di lavoro.

Risultati e costo dell’iniziativaIl complesso realizzato consiste in un giardino, do-dici palazzine e due edifici polifunzionali. Il giardi-no è suddiviso in più sezioni, fra le quali uno spa-zio con piante di climi diversi, uno stagno e un giardino d’acqua accessibile ai disabili con le sue piante acquatiche, nonché un “giardino dei sensi”, con le sue erbe e le sue bacche. Vi è poi una sala destinata alla meditazione e uno spazio destinato a eventi e incontri culturali. Negli edifici polifunzio-nali sono localizzati i laboratori per l’occupazio-ne dei disabili, una caffetteria e un’aula seminari. Il costo complessivo dell’iniziativa è di 3 milioni di euro, di cui ben 2.150.000 provenienti da sogget-ti privati. Il progetto ha poi ricevuto 500 mila eu-ro dal Feaog e 350 mila euro da fondi pubblici na-zionali.

Innovatività e replicabilità Il carattere maggiormente innovativo della propo-

sta riguarda l’aver coinvolto sin da subito i disabi-li locali che si sono così dedicati a un’occupazione al tempo stesso utile e piacevole. Uno spazio ricrea-tivo tagliato su misura per le esigenze dei disabili e una residenza costruita in ossequio ai massimi stan-dard in termini di abbattimento delle barriere archi-tettoniche ed efficienza energetica costituiscono, in sé, un progetto innovativo e di sostanza. Inoltre, il coinvolgimento di differenti categorie nell’attuazio-ne del progetto si è rivelato essenziale per promuo-vere l’integrazione dei disabili a livello locale. La proposizione di un’iniziativa simile sul territorio calabrese richiede un’attenta analisi delle esigenze della popolazione disabile presente all’interno dei piccoli comuni soggetti a spopolamento, delle ini-ziative realizzate in passato e dei progetti di inte-grazione in corso.

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2009), “Una selezione del-le migliori pratiche Leader plus”, volume 4, pagi-ne 9-11.Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web organizzazione Lebenshilfe Ausseerland: www.lebenshilfe-stmk.atSito web progetto Berta: www.oase-berta.at

3.3 Tagesmutter, servizio di nido familiare (Italia) Descrizione e obiettivi L’esperienza del nido familiare Tagesmutter, sor-

TAGESMUTTER (ITALIA) “mamma di giorno”), prevede che una persona addetta all’assistenza di bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni, svolga tale servizio presso il proprio domicilio o in una struttura verificata dalla cooperativa.

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ge in provincia di Trento nel 1999 dall’aggrega-zione spontanea di alcune donne accomunate dalla necessità di dare una risposta efficace all’esigen-za di conciliare i tempi del lavoro con quelli del-la famiglia. Si sono così costituite in cooperativa (“Tagesmutter del Trentino – Il sorriso” Scarl) ri-tenendo necessario prevedere un percorso unitario che potesse sollecitare l’attenzione, anche del mon-do politico, su questi temi. Il servizio di nido familiare Tagesmutter (traduci-bile in “mamma di giorno”), prevede che una per-sona addetta all’assistenza di bambini di età com-presa tra i tre mesi e i tre anni, svolga tale servizio presso il proprio domicilio o in una struttura ve-rificata dalla cooperativa. Le mamme vi portano i loro bambini che rimangono in compagnia di altri due o tre piccoli nelle ore pattuite. Il servizio vie-ne svolto ad ore, in base al bisogno delle famiglie, prevalentemente in zone scoperte di strutture per la prima infanzia. Nella cooperativa ci sono: le edu-catrici, le coordinatrici gestionali, la coordinatrice psico-pedagogica. L’obiettivo prioritario del progetto è di fornire un servizio di assistenza all’infanzia alternativo al “ni-do”, attraverso: › il riconoscimento della famiglia come luogo educativo fondamentale; › una linea pedagogica che rispetta i tempi dei bambini e ne favorisce l’autonomia, offrendo la possibilità di socializzare in un piccolo gruppo, pur personalizzando l’intervento educativo; › un servizio coordinato e controllato da una coordinatrice; › la disponibilità di una equipe di esperti di riferimento (pediatri, pedagogisti, educatori, psico-logi);

› la creazione di nuovi posti di lavoro per ricoprire la figura dell’assistente domiciliare all’in-fanzia.

AttivitàLa famiglia si rivolge alla cooperativa, esprime il proprio bisogno, parla con la coordinatrice gestio-nale che si impegna a trovare: il servizio, l’ope-ratrice adeguata ai bisogni di quella famiglia, in quella fascia oraria, in quei giorni. Il costo del ser-vizio è abbastanza elevato, tuttavia molti Comu-ni hanno stipulato convenzioni con la cooperativa, attraverso le quali intervengono nel finanziamento parziale del servizio. Il servizio prevede: › l’accoglienza e la cura di bambini in un ambiente familiare; › una figura di riferimento stabile per il bambino e per la famiglia utente; › l’inserimento del bambino in un piccolo gruppo favorendo il rispetto dei suoi tempi di svi-luppo; › la personalizzazione del servizio nel ri-spetto delle scelte educative della famiglia; › la flessibilità d’orario del servizio, con-cordato secondo le esigenze della famiglia, nel pie-no rispetto dei tempi e delle esigenze del bambino;alti standard qualitativi, ambientali e educativi.

Risultati dell’iniziativaL’esperienza della cooperativa Tagesmutter del Trentino - Il sorriso, che oggi conta ben 170 so-cie lavoratrici residenti in tutto il territorio tren-tino, offre l’opportunità di lavorare a casa propria come operatrice di nido familiare Tagesmutter a ol-tre cento donne. Dall’avvio ad oggi, ha risposto al

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bisogno di più di duemila famiglie. Attualmente la cooperativa conta quasi 90 nidi iscritti all’albo pro-vinciale. La legge provinciale 4 del 12 marzo 2002, ha valo-rizzato l’esperienza, riconoscendo espressamente la professionalità della figura della Tagesmutter e va-lorizzandone la valenza educativa.

Innovatività e replicabilità Le socie fondatrici hanno preso spunto dall’espe-rienza della Tagesmutter, comune in diversi paesi dell’Europa settentrionale, intravedendo in questa forma di servizio all’infanzia l’opportunità di poter finalmente realizzare le proprie aspirazioni lavora-tive conciliandole con la vita familiare e la possibi-lità di offrire ad altre donne la medesima opportu-nità coinvolgendole sia come socie lavoratrici della cooperativa che come famiglie utenti del servizio. Il modello pedagogico Tagesmutter così come pen-sato e realizzato dalla cooperativa ha avuto svilup-pi favorevoli anche al di fuori del Trentino attra-verso l’associazione nazionale Domus - Day mother service di cui la cooperativa è socia. Il progetto Do-mus, finanziato dal Ministero del lavoro e delle po-litiche sociali e dal fondo sociale europeo attraver-so l’iniziativa Equal, intende promuovere su tutto il territorio nazionale forme innovative di servizi alla persona attenti alle esigenze educative degli utenti e delle loro famiglie, con particolare riferimento al-la diffusione del “modello Tagesmutter“, affinando e sviluppando il modello della cooperativa sociale “Tagesmutter del Trentino - Il sorriso”. L’esperienza potrebbe essere replicabile all’inter-no dei piccoli comuni calabresi soggetti a spopo-lamento anche attraverso l’attivazione di misure relative alla formazione previste dal Por Fse Cala-

bria 2007-2013. Per avviare un nido familiare in-fatti non è richiesto un particolare titolo di studio ma bisogna seguire dei corsi di formazione di cir-ca 250-300 ore. I corsi insegnano a progettare le attività per i bambini (laboratori manuali, musi-cali, ecc.) e a gestire i rapporti con le famiglie, ol-tre a fornire le nozioni di base sui principi di una corretta alimentazione e le tecniche di primo soc-corso. Alle lezioni in aula si aggiunge un tiroci-nio pratico. Fonti e ulteriori informazioniSito web cooperativa sociale “Tagesmutter del Trentino – Il sorriso”: www.tagesmutter-ilsorriso.it/Sito web Domus: www.tagesmutter-domus.it/

3.4 I giovani creano i loro spazi di libertà (Austria)

Descrizione e obiettivi L’iniziativa è stata ideata e realizzata dal Gal Efer-ding nell’ambito del Leader plus. Il Gal è situato in una regione che fa parte delle pendici alpine con-finanti a sud-est con il centro industriale di Linz-Wels e a nord con la regione della Boemia.Il progetto punta a migliorare la qualità della vi-ta dando ai giovani l’opportunità di contribuire in larga misura allo sviluppo del proprio villag-gio grazie alle loro idee creative. L’iniziativa mira, inoltre, a integrare i giovani nel processo decisio-nale e organizzativo e sostiene il loro coinvolgi-mento nei processi di sviluppo locale.

LINZ-WELS (BOEMIA) Dando ai giovani l’opportunità di contribuire in larga misura allo sviluppo del proprio villaggio grazie alle loro idee creative.

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AttivitàIl progetto è partito nel 2005 con una campagna di informazione volta a suscitare l’interesse dei desti-natari. È stato organizzato un evento informativo cui sono stati invitati i responsabili delle questio-ni giovanili, gli assessori comunali con delega alle politiche giovanili, gli insegnanti e i rappresentan-ti delle organizzazioni giovanili. Il progetto è stato inoltre illustrato attraverso una serie di presenta-zioni a circa 500 alunni, che hanno avuto l’oppor-tunità di entrare in contatto diretto con i direttori del progetto e di comprenderne i metodi di lavoro. Inoltre, nei media regionali e nei bollettini muni-cipali d’informazione sono state pubblicate le rela-zioni sul progetto pianificato dai giovani. Il risul-tato di questa campagna informativa è stato che, nei dieci comuni coinvolti, circa 150 giovani di età compresa tra 13 e 19 anni hanno deciso di prende-re parte all’iniziativa.

Risultati e costo dell’iniziativaI risultati del progetto includono quanto segue: › i giovani di ognuno dei dieci comuni hanno concordato con i pianificatori una colloca-zione adatta per un punto d’incontro e hanno va-lutato i luoghi prescelti con l’aiuto di progettisti del paesaggio. La valutazione è stata condotta sul-la base di una serie di criteri come l’atmosfera del posto, il possibile utilizzo, le caratteristiche positi-ve (piacevoli) e negative, le idee in grado di miglio-rare l’utilizzo dello spazio eccetera. › Le idee emerse sono state ulteriormente discusse nell’ambito di una serie di laboratori di progettazione. › I giovani hanno disegnato alcuni proget-ti e modelli di costruzioni per le località scelte, in

collaborazione con tre architetti e cinque progetti-sti del paesaggio. › E’ stato organizzato un dibattito pubbli-co, denominato city-line, in cui i giovani hanno presentato i loro modelli per una discussione con gli amministratori locali, gli insegnanti, i genitori, gli amici e le altre parti interessate. A seguito della riunione i rappresentanti comunali hanno conces-so l’autorizzazione. › Per l’autunno del 2005, con il contribu-to dei progettisti del paesaggio, degli architetti, dei rispettivi comuni e delle imprese locali, i giovani di Eferding sono riusciti a mettere in pratica i lo-ro modelli. In nove comuni su dieci gli enti loca-li hanno finanziato la ristrutturazione della locali-tà scelta. Un risultato a lungo termine del progetto è stato il netto miglioramento della comunicazione tra i gio-vani e i rappresentanti comunali, nonché una com-prensione decisamente migliore delle loro necessi-tà e richieste. Gli adolescenti hanno capito come poter influenzare lo sviluppo e la trasformazione della loro comunità e contribuire al miglioramento della loro qualità di vita. Il progetto ha contribui-to al rafforzamento dell’identità locale. Adolescen-ti provenienti da diversi contesti hanno imparato a collaborare nell’ambito dei laboratori e durante la realizzazione dei lavori. Di conseguenza, sono mi-gliorati sia la comunicazione che i contatti tra gli adolescenti dell’area. Il costo complessivo del progetto, durato tredici mesi, è stato pari a 64.800 euro, dei quali 32.400 euro provengono dal Feaog, 18.792 euro da finan-ziamenti pubblici nazionali e la restante parte da risorse private.

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Innovatività e replicabilità I giovani del posto sono stati incoraggiati ad ela-borare piani per i loro amici e coetanei e come ri-compensa importante per il loro coinvolgimento attivo hanno potuto vedere le loro idee tradotte in realtà. Grazie a questa esperienza, gli adolescen-ti hanno appreso l’utilità della partecipazione e la possibilità di produrre cambiamenti nell’ambiente locale. Il progetto si contraddistingue per due elementi particolarmente innovativi. In primo luogo, l’ap-proccio partecipativo che ha coinvolto gli adole-scenti non aveva precedenti in questa area e viene effettivamente utilizzato di rado nei comuni rurali. In secondo luogo, l’iniziativa ha contribuito a crea-re un ponte tra due gruppi per i quali è spesso mol-to difficile avviare un dialogo strutturato: gli ado-lescenti e i politici locali. L’approccio generale dell’azione, ovvero “il metodo dello spazio aperto per gli adolescenti”, è trasferi-bile ed è stato attuato in vari comuni. Una metodo-logia ampiamente sperimentata e il costo ragione-vole indicano che questo tipo di azione potrebbe essere facilmente trasferito ad altri ambiti.

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2007), “Una selezione del-le migliori pratiche Leader plus”, volume 1, pagi-ne 9-12.Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web Gal Eferding: www.regef.at

3.5 Navapalos: contro lo spopolamento e per lo sviluppo sostenibile (Spagna)

Descrizione e obiettivi Il villaggio di Navapalos è situato nella provin-cia spagnola di Soria, nel distretto municipale di El Burgo de Osama, una regione dalle condizioni climatiche estreme e dure, scarsamente popolata, caratterizzata da una forte tendenza allo spopola-mento e una economia debole. Questi fattori hanno determinato il totale abbandono del piccolo villag-gio, sia da parte dei suoi abitanti che dalle autorità locali, con il conseguente rischio di perdita del pa-trimonio architettonico locale, di grande bellezza e valenza identitaria.Con lo scopo di promuovere la preservazione del patrimonio architettonico e la rivitalizzazione di Navapalos fu creata nel 1985 l’associazione Inter-Accion “Amigos de la arquitectura autóctona y de las tradiciones populares de España”, i cui obietti-vi principali erano: › ripristino del villaggio attraverso l’utiliz-zo di materiali e tecniche autoctone combinate con tecnologie innovative; › conversione del villaggio in un centro di ricerca, sperimentazione e formazione relativo a materiali e modalità di costruzione; › rivitalizzazione delle attività economiche del villaggio in modo da promuovere il reinsedia-mento di nuova popolazione; › coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche nelle attività di recupero del patrimo-

NAVAPALOS (SPAGNA) Riconversione del villaggio in un centro di ricerca su materiali e tecniche tradizionali, energie rinnovabili e tecnologie verdi.

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nio architettonico e culturale e di reinsediamento di popolazione nelle aree rurali a rischio di spopo-lamento e abbandono.

AttivitàIl progetto ha inizio nel 1985 con l’avvio della ri-conversione del villaggio, formato da case costru-ite con tecniche antiche e materiali quali paglia, fango e mattoni, in un centro di ricerca su mate-riali e tecniche tradizionali, energie rinnovabili e tecnologie verdi (centro di ricerca e sperimentazio-ne Navapalos). Le principali attività hanno riguardato, da un la-to, la ristrutturazione del patrimonio immobilia-re del villaggio attraverso l’utilizzo di tecniche di costruzione tradizionali e tecnologie innovative e, dall’altro, una serie di percorsi di ricerca, seminari, corsi, workshop e incontri internazionali. La sperimentazione condotta nel villaggio ha por-tato inoltre all’avvio di diversi progetti di coopera-zione internazionale riguardanti la costruzione di abitazioni a buon mercato, secondo tecniche tradi-zionali integrate con tecnologie verdi innovative. Alle numerose attività del progetto hanno collabo-rato, al fianco dell’associazione Inter-Accion, di-versi soggetti, tra cui la regione autonoma di “Ca-stilla y León”, l’Università di Valladolid e altri istituti di ricerca e numerose associazioni.

Risultati e costo dell’iniziativaI principali risultati dell’iniziativa possono essere sintetizzati nei seguenti punti: › recupero e valorizzazione del patrimonio abitativo; › una famiglia e alcuni lavoratori vivono stabilmente nel villaggio;

› formazione di tecnici specializzati, attra-verso l’organizzazione di corsi, seminari e labora-tori realizzati nell’arco di oltre un decennio; › valenza internazionale del progetto: rap-presentanti di circa trenta paesi (provenienti da America latina, Stati uniti, Europa e India) hanno visitato Navapalos nel corso degli anni; › avvio di numerosi progetti di ricerca condotti su costruzione di abitazioni a basso co-sto, tecniche e materiali da costruzione innovativi, energie alternative, eccetera. › infrastrutture realizzate: aule per la di-dattica, sala per riunioni e conferenze, laborato-rio di ricerca su materiali da costruzione, laborato-ri per il legno, ceramica, carta riciclata e tessitura, alloggi per studenti, servizi vari, parco per la pro-duzione di energia da fonti rinnovabili ed altro an-cora; › dall’inizio del progetto, le persone che hanno partecipato alle attività (corsi, campi di la-voro, seminari, incontri internazionali e visite di insegnamento) sono stati oltre 1.200 all’anno, sen-za contare i numerosi visitatori giunti per avere maggiori informazioni sul progetto.L’iniziativa ha beneficiato nel corso del tempo di diverse fonti di finanziamento provenienti sia da soggetti pubblici (regione autonoma Castilla y Le-on) che privati (associazioni, privati, e la Cassa di Salamanca y Soria).

Innovatività e replicabilità Il principale carattere innovativo del progetto è rappresentato dall’aver saputo integrare con suc-cesso, una risorsa immobile, rappresentata dal pa-trimonio immobiliare esistente e dalle conoscenze e tecniche di costruzione tradizionali, con il mondo

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della ricerca e dell’innovazione tecnologica. L’elevato grado di replicabilità dell’iniziativa è te-stimoniato dall’avvio di numerosi progetti di coo-perazione internazionale (in Colombia, Nicaragua, Bolivia, ecc.) finalizzati all’autocostruzione di di-more a basso costo e basso impatto ambientale e alla formazione di tecnici specializzati.

Fonti e ulteriori informazioniSito web Ciudades para un futuro màs sostenibile: habitat.aq.upm.es/bpes/onu98/bp442.htmlSito web Fundacio Navapalos: www.ctv.es/USER/interacc/home.html

3.6 Villaggio ecologico e di educazione ambientale Panta Rei (Italia)

Descrizione e obiettiviIl villaggio ecologico e di educazione ambientale Panta Rei è stato avviato all’interno dell’iniziativa Leader II. Il centro sorge su una collina prospicien-te il lago Trasimeno in un’area particolarmente in-teressante per le sue caratteristiche ambientali e pa-esaggistiche. Oltre alla vicinanza del lago, che può vantare un flusso consistente di turismo, il villag-gio è situato nell’area del Gal Trasimeno orvietano.Il villaggio è un piccolo centro di educazione am-bientale nel quale giovani e adulti possono abitare, lavorare e imparare, per brevi periodi, sperimentan-do modi di vivere, consumare, produrre e costruire che abbiano il minimo impatto sull’ambiente e sul-la salute dell’uomo. Il progetto nasce con la volontà di recuperare un’area agricola abbandonata e degradata, ma con forti potenzialità. L’idea matura all’interno della co-operativa “La buona terra”, proprietaria del terreno

e delle strutture, che gestisce un’azienda agricola a conduzione biologica e opera come fattoria-scuola dalla fine degli anni Ottanta. La realizzazione del centro parte quindi dal recupero di tre strutture zootecniche costruite negli anni Set-tanta e non più utilizzate dai primi anni Novanta. La scelta di recuperare le strutture, anziché demolirle per costruire ex novo, è uno dei punti fondamentali del progetto architettonico, che così intende mante-nere un legame con la storia dell’area, mettendo in primo piano l’idea del recupero, per esaltare il ruolo didattico degli edifici. Gli edifici sono stati recuperati utilizzando materia-li da costruzione a basso impatto ambientale nel-la loro produzione, messa in opera ed uso, come le-gno, terra cruda, sughero, paglia, pietra, canna di lago, creando un forte contrasto con le strutture ori-ginarie d’acciaio. In questo modo si distingue chia-ramente il vecchio e il nuovo, le ex strutture zoo-tecniche e gli interventi di miglioramento apportati.

AttivitàIl centro prevede il coinvolgimento degli utenti in attività pratiche di educazione, formazione e tu-rismo verde allo scopo di avvicinarli a materiali, tecniche, metodi e consumi compatibili con l’am-biente, diffondendo così la cultura della gestione delle risorse naturali ed umane. Il villaggio è dota-to: di strutture ricettive in grado di ospitare grup-pi di bambini, giovani e adulti; di laboratori in cui

LAGO TRASIMENO (ITALIA) piccolo centro di educazione ambientale nel quale giovani e adulti possono abitare, lavorare e imparare sperimentando modi di vivere, consumare, produrre e costruire che abbiano il minimo impatto sull’ambiente

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si svolgono le attività pratiche (costruzione di pan-nelli solari, lavorazione del legno, terra cotta e cru-da, tessitura, distillazione di piante officinali, ecc.); di una sala polivalente dove organizzare incon-tri, proiezioni e seminari; di impianti per produr-re energia dal sole, dal vento e dalle biomasse; di un impianto di fitodepurazione; di un orto e di un frutteto a conduzione biologica; di uno stagno do-ve osservare piante e animali tipici di quest’habi-tat; di un giardino delle piante officinali e di una piazza da animare con fiere e feste. In dettaglio, il centro offre le seguenti attività: › Educazione per le scuole. La proposta educativa si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado con l’obiettivo di far sperimentare ai ragaz-zi la possibilità di soddisfare i propri bisogni quo-tidiani in maniera diversa, diminuendo l’impatto sull’ambiente e migliorando la qualità della vita. › Formazione: l’offerta formativa preve-de workshop che si svolgono in gran parte nel fi-ne settimana e riguardano temi che spaziano dal-la bioarchitettura, alla cucina biologica, dalle fonti rinnovabili di energia, alla salute; seminari e con-vegni. Corsi su varie tematiche sono organizzati da Panta Rei e da altri soggetti. › Offerta per il turismo, che prevede campi estivi per ragazzi e soggiorni per famiglie.

Risultati e costo dell’iniziativaPanta Rei è risultato nel 2003 il centro di educa-zione ambientale più visitato tra quelli esistenti in Umbria, con la presenza di 35 scuole. Nel perio-do 2003-2004 si sono rilevati circa settemila vi-sitatori. L’iniziativa ha creato 10 nuovi posti di lavoro in un’area nella quale difficilmente si creano occasio-

ni di lavoro soprattutto per i giovani, a parte il set-tore turistico che traina la zona grazie all’attratti-vità del lago Trasimeno. Da rilevare inoltre che si tratta di lavoro qualificato caratterizzato da com-petenze tecniche, pedagogiche e formative. Un importante risultato, di tipo qualitativo, è rap-presentato dal cambiamento culturale che il centro ha provocato attraverso la sperimentazione da parte di tutti gli ospiti di modi di vivere, consumare, pro-gettare differenti da quelli ai quali siamo abituati e maggiormente rispettosi dell’ambiente, delle risor-se naturali limitate, di principi etici (quali evitare gli sprechi, riciclare materiale eccetera). Il costo totale dell’iniziativa è pari a 700mila euro, di cui la metà proveniente da finanziamento pubblico.

Innovatività e replicabilità Il carattere innovativo consiste nelle modalità e tecniche sperimentali che contraddistinguono le attività del centro, quali i cantieri partecipati di ar-chitetti, soci, tecnici, eccetera. Poiché le attività del centro si basano sull’utiliz-zo di materiali e risorse naturali l’iniziativa si pre-sta ad una riproducibilità assoluta in altri contesti. Fonti e ulteriori informazioniInea (nd), “Le buone prassi per lo sviluppo rurale: una raccolta di iniziative, esperienze e progetti”, volume 1, pagine 63-73.Sito web Panta rei: www.pantarei-cea.it/

3.7 Incontri con il legno (Austria) Descrizione e obiettivi Il Gal Vorarlberg è situato nelle vallate alpine. L’area è caratterizzata da un elevato grado di pen-dolarismo. Le possibilità di impiego per la popo-

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lazione femminile sono scarse e mancano locali e infrastrutture adeguate per le attività d’impresa. Tuttavia il paesaggio naturale e culturale dell’area è incontaminato e offre numerose opportunità di sviluppo.“Incontri con il legno” è stato scelto dal Gal come tema dell’iniziativa giacché il legname rappresenta la principale fonte di reddito dell’area. Un gruppo di piccole e medie imprese (Pmi) composto da cir-ca 110 mastri falegnami aveva constatato la diffi-coltà di reperire nuovi apprendisti. Un’associazione di artigiani era dunque giunta alla conclusione che, per richiamare verso il settore un maggior numero di giovani, fosse necessario migliorare l’immagine e la qualità della professione di falegname. Il grup-po ha pertanto deciso di sviluppare un programma formativo destinato agli apprendisti.

AttivitàHolzbau-Zukunft è un programma didattico com-pleto che consta di vari moduli di formazione ed è gestito da piccole aziende operanti nel settore dell’edilizia in legno e da fornitori locali (fornito-ri di legname, imprenditori forestali, segherie ecc.). Leader plus ha contribuito a elaborare un modello basato su tre pilastri che è stato introdotto nei cor-si di formazione professionale per gli apprendisti. Oltre alla formazione organizzata direttamente presso le aziende e gli istituti scolastici professio-nali, gli apprendisti imparano e sviluppano compe-tenze sociali e capacità tecniche in specifici settori dell’artigianato. I moduli del programma di forma-zione sono ripartiti su tre anni. › Primo anno: settimane dedicate alle espe-rienze di falegnameria. Questo modulo offre assi-stenza interaziendale nei settori dell’artigianato,

della teoria e dello sviluppo della personalità. Tut-ti gli studenti che completano il primo anno par-tecipano ad una settimana formativa in un rifugio alpino. Per tutta la settimana sono presenti in loco anche vari falegnami, docenti di scuole di specia-lizzazione e formatori che fungono da supervisori e da insegnanti di comunicazione. Nel corso del pri-mo anno i giovani imparano a conoscere a fondo le loro abilità artigianali. I prodotti del loro lavoro (oggetti in legno per le strutture sociali) sono ven-duti, messi all’asta o regalati al termine della setti-mana. › Il secondo anno di apprendistato è arti-colato in una serie di seminari. Gli studenti par-tecipano per una settimana ad un seminario di apprendistato durante il quale sono direttamente responsabili del lavoro svolto e sviluppano compe-tenze chiave in vari settori. › Nel terzo anno gli apprendisti partecipa-no a uno speciale e innovativo programma di for-mazione, dal titolo “Auf der Walz neu” (sul nuovo sentiero): per dieci giorni viaggiano in diversi pae-si visitando aziende e progetti nel settore del legno al fine di acquisire nuove esperienze e competenze.

Risultati e costo dell’iniziativa 125 apprendisti di 51 aziende hanno partecipato al primo modulo del programma. Oltre al lavoro svolto presso scuole di specializzazione e singo-le aziende, il programma di apprendistato ha in-tegrato e sviluppato specifiche attività di proget-

VORARLBERG (AUSTRIA) Un gruppo di piccole e medie imprese (Pmi) composto da circa 110 mastri falegnami aveva constatato la difficoltà di reperire nuovi apprendisti.

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to e competenze. Il progetto assicura che gli apprendisti riceva-no una formazione professionale ai massimi livel-li, affinché siano fortemente motivati nell’esercizio della professione. Questo progetto ha decisamen-te contribuito ad aumentare il numero di appren-disti nel settore del legname e il numero di profes-sionisti è cresciuto da 28 a 43 nel primo anno di apprendistato. Fino al mese di dicembre 2006 erano stati formati almeno cinquecento, seicento apprendisti. Il costo totale del progetto è di 570.475 euro, di cui la metà proveniente dal Feaog e la restante parte da finanziamenti privati.

Innovatività e replicabilità Il progetto presenta molti aspetti innovativi. I mo-duli didattici, basati sulla formula del workshop, hanno rappresentato una novità per gli apprendisti falegnami e i metodi di formazione hanno esplo-rato un’ampia gamma di tematiche. Sono stati uti-lizzati nuovi metodi didattici, tra cui la possibilità di effettuare tirocini all’estero, che hanno raccolto ampi consensi. La possibilità di trasferire l’esperienza ad altre aree montane è piuttosto elevata. Nell’ambito del pro-getto Nena (Network Enterprise Alps), del program-ma Interreg IIIB Spazio alpino, sono state avviate una serie di iniziative per promuovere il trasferi-mento di questa esperienza ad altre regioni alpine, tra cui l’introduzione di ulteriori moduli nel pro-gramma di apprendistato rivolto ai falegnami.

Un’esperienza simile a quella appena discussa è stata realizzata in provincia di Reggio Calabria con il progetto “reti di laboratori artigiani nell’area gre-canica per la valorizzazione degli antichi mestieri”, finanziata attraverso il Leader II.

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2008), “Una selezione del-le migliori pratiche Leader plus”, volume 3, pagi-ne 5-8.Inea (nd), “Le buone prassi per lo sviluppo rura-le: una raccolta di iniziative, esperienze e proget-ti”, volume1, pagine 47-50 (Progetto area grecani-ca, Calabria).Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web Gal: www.leader-vlbg.atSito web organizzazione: www.holzbauzukunft.at

3.8 Meisterstrasse Salzkammergut (Austria)Descrizione e obiettivi In quasi tutte le regioni austriache vi sono aziende artigiane esclusive, dedite alla produzione di pro-dotti tradizionali, che rappresentano una parte im-portante del patrimonio culturale regionale. L’obiettivo principale di questo progetto è di rin-tracciare gli artigiani austriaci di qualità, soprat-tutto quelli presenti nelle aree rurali, per rivita-lizzare il commercio dei prodotti artigianali. A tal proposito, nel 2002, si è pensato di istituire una re-te di imprese artigiane, denominata Meisterstrasse, nella regione dell’Inneres Salzkammergut. L’idea si è trasformata in realtà con l’aiuto di Leader plus. In seguito, la rete degli artigiani è stata estesa a tutto il territorio austriaco.Oltre alla valorizzazione dell’artigianato di qualità il progetto ha messo in campo una serie di iniziati-

MEISTERSTRASSE SALZKAMMERGUT (AUSTRIA) diffusione della conoscenza delle attività artigianali, attraverso la costruzione di una rete regionale

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ve per contrastare il fenomeno dell’abbandono del-le attività artigianali.

AttivitàL’iniziativa Meisterstrasse si è concentrata sul po-tenziamento del valore regionale e sulla diffusione della conoscenza delle attività artigianali, attraver-so la costruzione di una rete regionale efficiente. Per il progetto è stato importante salvaguardare la conoscenza dei mestieri, delle tecniche tradiziona-li e della storia. Gli artigiani indipendenti (attualmente 103 in tutta l’Austria) sono l’elemento più importante dell’ini-ziativa, in quanto ognuno offre un contributo di 1.350 euro all’anno al progetto Meisterstrasse. In cambio, essi ottengono un marchio riconosciuto interregionale di qualità che permette loro di rag-giungere nuovi clienti. In questo modo possono aumentare il volume delle vendite e farsi conosce-re nella zona e al di là dei confini regionali.Ogni azienda del gruppo Meisterstrasse ha espo-sto targhe smaltate, cartelli indicatori e frecce con immagini che pubblicizzano le loro botteghe ar-tigiane, le quali recano il marchio di qualità. Le campagne di marketing sono state sostenute attra-verso la pubblicità del progetto aziendale di Mei-sterstrasse. Le imprese artigiane locali sono presen-tate in cataloghi distribuiti ai clienti e a gruppi di destinatari di diversi settori in ambito locale e re-gionale. Il progetto ha creato anche un sito web (www.meisterstrasse.at) e organizza eventi, esposi-zioni nazionali e internazionali (ad esempio, fiere d’arte internazionali) per promuovere la rete e sen-sibilizzare all’importanza delle imprese e dei pro-dotti locali.

Risultati e costo dell’iniziativa La rete è riuscita a costruire una nuova immagi-ne di qualità dell’industria artigianale in Austria. I principali risultati ottenuti dal progetto nella regio-ne di Salzkammergut sono: › maggiore qualità delle attività artigiana-li, promossa anche dalle forme di collaborazione e interazione che si sono prodotte attraverso la rete; › avvio di progetti comuni nell’ambito del-la rete Meisterstrasse; › migliore conoscenza delle attività ar-tigianali della regione, con un notevole impatto sull’identificazione delle aziende e del progetto nel suo insieme; › maggiore presenza delle imprese artigiane in determinati mercati di sbocco tramite una distri-buzione mirata, pubblicità, eventi ed esposizioni; › tutela e valorizzazione dei beni culturali; istituzione di iniziative congiunte con operatori di altri settori (ad esempio, turismo). Meisterstrasse Salzkammergut è stato un grande successo regionale e l’idea è stata trasferita ad altre aree Leader Plus in Austria. Il bilancio totale del progetto è di 724.016 euro, di cui 35.107 euro provengono dal Feaog, 174.443 euro da finanziamenti pubblici nazionali e 525.722 euro da finanziamenti privati.

Innovatività e replicabilità Il progetto è stato estremamente innovativo e ha promosso l’immagine degli artigiani in modo nuo-vo, facendo sì che oggi vengano nuovamente rico-nosciuti come un importante settore manifatturiero della regione. Gli artigiani avvertono un senso di appartenenza a un’associazione e collaborano per mantenere l’immagine e la qualità dell’artigianato

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nella regione. La realizzazione dell’idea di Meisterstrasse è stata trasferita con successo ad altre aree.

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2008), Una selezione delle migliori pratiche Leader plus, vol.2, pp.9-12.Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web: www.meisterstrasse.at

3.9 Melpignano, impianto fotovoltaico diffuso sui tetti (Italia)

Descrizione e obiettiviMelpignano è un piccolo comune del Salento (Pu-glia), ormai famoso per la “Notte della taranta”, il mega concerto di riscoperta della tradizione musi-cale salentina: la pizzica e la taranta. La “Notte del-la taranta” è un evento che porta in un paese come Melpignano, con un numero di abitanti pari a cir-ca 2.500, un pubblico di circa cento mila persone in una sola notte di fine agosto. L’impegno dell’amministrazione comunale di Mel-pignano in quest’ultimo decennio si è concentrato soprattutto sulla valorizzazione dell’identità e del-la storia di questa terra come elemento propedeuti-co per innescare un nuovo modello di sviluppo che trova le sue ragion d’essere nella qualità della vi-ta, nella sostenibilità ambientale e nell’innovazio-ne tecnologica. Su questa concezione di sviluppo si innesta anche il recente progetto “Melpignano, impianto fotovol-

taico diffuso sui tetti”, avviato nel 2011 dal comu-ne di Melpignano, “officina creativa” Società co-operativa sociale, il Dipartimento di ingegneria dell’innovazione dell’università del Salento, con il sostegno della lega delle cooperative nazionale e pugliese.I principali obiettivi del progetto sono: › sostenere l’utilizzo delle tecnologie foto-voltaiche e di risparmio energetico, con lo scopo di stimolare stili di vita dei cittadini maggiormente attenti alla sostenibilità ambientale; › sfruttare le potenzialità in termini di svi-luppo economico e occupazione associate alla co-siddetta green economy.

AttivitàDopo la fase iniziale di analisi, finalizzata a veri-ficare la fattibilità dell’intervento, il progetto è en-trato nella fase di attuazione con la costituzione nel luglio del 2011 della “comunità cooperativa” società cooperativa a responsabilità limitata che ha lo scopo di promuovere, sviluppare e realizzare una rete diffusa d’impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici e privati del territorio comunale. La peculiarità dell’iniziativa, che fa di Melpigna-no il primo esperimento del genere in Italia, è rap-presentata dal fatto che alla cooperativa promossa dall’amministrazione comunale aderiscono i citta-dini che diventano così, in qualità di soci uten-ti, anche proprietari collettivi degli impianti foto-voltaici che si realizzeranno per dotare le case e le aziende di energia da fonte rinnovabile. Il progetto rappresenta nel disegno dell’ammini-strazione comunale un importante volano di svi-luppo economico, poiché tutte le attività necessa-rie a realizzarlo saranno affidate a soci lavoratori o

MELPIGNANO (PUGLIA) sostenere l’utilizzo delle tecnologie fotovoltaiche e di risparmio energetico, con lo scopo di stimolare stili di vita dei cittadini

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a società ad hoc costituite o esistenti nel comune, dagli studi di fattibilità, alle pratiche amministrati-ve, autorizzative e finanziarie, al montaggio e atti-vazione degli impianti. In sintesi i vantaggi previsti del progetto sono i se-guenti. › Produzione di energia pulita nel rispetto del contesto urbano. › I cittadini che ospitano gli impianti avranno quasi a costo zero l’energia per il fabbiso-gno familiare per i prossimi venti anni usufruendo dello scambio sul posto. › Il denaro speso per la realizzazione de-gli impianti rimane all’interno della comunità in quanto ingegneri, tecnici, installatori e manuten-tori sono cittadini della comunità stessa. › L’utile ricavato sarà utilizzato per miglio-rare la qualità della vita della comunità (sistema-zione di strade, parchi urbani, illuminazione pub-blica, scuole tutto ciò che riguarda la comunità) oppure per creare altre opportunità di lavoro nel-la comunità stessa (gestione di mense scolastiche, impianti sportivi, verde pubblico, imprese di puli-zie, ludoteche, etc.). › I cittadini diventano operatori attivi dello sviluppo del borgo, contribuendo alla crescita eco-nomica, culturale e sociale della comunità stessa.

Risultati preliminariSono stati censiti oltre 150 edifici dove sarà possibi-le installare piccoli impianti fotovoltaici per una po-tenza complessiva di circa un megawatt. Dal ricavato della vendita dell’energia, residua dall’utilizzo con lo “scambio sul posto”, la coopera-tiva conta di poter col tempo promuovere anche al-tre attività utili alla comunità, nel campo dell’am-

biente e dei servizi alla collettività. La risposta dei cittadini di Melpignano è stata molto positiva. Circa duecento famiglie hanno manifesta-to interesse e settantacinque hanno immediatamen-te aderito versando una quota sociale di 25 euro. Il Comune è entrato invece come socio sovvento-re, avendo versato cento quote. E’ prevista anche la partecipazione di altri soci finanziatori e sovventori, in parte rappresentati da istituti finanziari della Le-ga delle cooperative cui la “comunità cooperativa” ha aderito, così come alcuni istituti di credito forni-ranno le anticipazioni necessarie a mettere in mo-to l’attività.

Innovatività e replicabilitàIl progetto rappresenta il primo esempio in Italia di cooperativa di comunità per lo sviluppo di energie rinnovabili. Altri progetti analoghi stanno sorgen-do in diverse regioni: la nuova sensibilità sui te-mi ambientali, la lotta all’inquinamento, il rispar-mio energetico ed anche la ricerca di nuove strade per realizzare con un’economia sostenibile occasioni di lavoro, vede i comuni diventare imprenditori so-ciali, riconquistando la centralità d’istituzioni vici-ne ai cittadini e protagonisti attivi del cambiamento. Per quanto riguarda il territorio calabrese è possibi-le rintracciare un’esperienza simile sperimentata dai piccoli comuni di Olivadi, san Vito sullo Ionio e Ce-nadi (provincia di Catanzaro).

Fonti e ulteriori informazioniBorghi Autentici d’Italia (nd), “Il laboratorio Melpi-gnano: dalla notte della taranta all’innovazione tec-nologica ecosostenibile”. Sito web Comunità cooperativa del Comune di Mel-pignano:

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www.comune.melpignano.le.it/melpignano-comu-nita-cooperativa

3.10 Il parco della Grancia (Italia) Il parco della Grancia è il primo parco storico-ru-rale e ambientale d’Italia. Si tratta di un proget-to di sviluppo locale fondato sulla valorizzazione della memoria storica, tramite un evento spetta-colare e unico nel suo genere (il cinespettacolo), e un contenitore fisico, il parco, come vetrina della cultura materiale e immateriale della civiltà rura-le di Basilicata. Il progetto è stato promosso dalla società consortile pubblico-privata (a maggioranza pubblica) Piani e programmi di azione locale (Ppal) di cui fanno parte la Territorio formazione S.a.s., la Confederazione italiana agricoltura (Basilica-ta), la Comunità montana alto basento e i comu-ni di Avigliano, Brindisi Montagna, Filiano, Pie-tragalla, Pignola e Vaglio di Basilicata. L’iniziativa ha registrato negli ultimi anni nuove adesioni, co-me quella dell’amministrazione provinciale di Po-tenza. Anche la regione Basilicata sostiene l’inizia-tiva e la riconosce oggi come uno dei capisaldi per lo sviluppo delle aree rurali.

Leader II e Por Basilicata (con il Pit “alto Basento”) hanno finanziato il progetto. Cuore del progetto è tuttavia il volontariato. Attraverso due associazio-ni, oltre 450 volontari di tutte le età partecipano attivamente alla vita del parco, in un’esperienza culturale che consente loro di vivere la testimo-nianza dei valori della propria terra interpretandoli nel cinespettacolo “La storia bandita”. Una rappre-sentazione drammatica e coreografica della storia del brigantaggio antirisorgimentale, in cui vengo-no utilizzati più di cinquecento proiettori, musi-che in multidiffusione, uno schermo ad acqua con proiezioni cinematografiche ed effetti pirotecnici. Nel parco si snodano inoltre itinerari e percorsi in cui si celebra il mondo rurale, attraverso la rappre-sentazione di antichi mestieri, la presenza di per-sonaggi in costume e di artisti di strada. Inoltre la ristorazione tipica, il gusto e il colore dei vini lu-cani, i prodotti dell’artigianato artistico si sposano nell’atmosfera allegra e festosa della fine dell’otto-

Anni 2000 2001 2002* 2003 2004 2005** 2006***

Tavola 9. Flussi di visitatori al parco della Grancia

Presenze 47.000 41.000 32.000 42.778 49.920 33.000 26.000Paganti 43.000 34.144 26.120 36.453 46.000 32.000 22.800Parco e cine 35.000 30.000 26.120 31.051 42.900 32.000 22.800

* La flessione delle presenze del 2002 deriva da una cattiva stagione estiva sul piano meteorologico.

**La flessione delle presenze nel 2005 deriva da una minore durata della stagione (tre weekend in meno).

*** La flessione delle presenze nel 2006 deriva da una stagione più corta (un weekend in meno), dal ritardo nella partenza della campagna di

comunicazione e da cattive condizioni atmosferiche che hanno causato la chiusura del parco per quattro giornate.

IL PARCO DELLA GRANCIA (ITALIA) Il parco della Grancia è il primo parco storico-rurale e ambientale d’Italia.

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cento con l’animazione per i più piccoli, il teatro di strada, la musica all’aperto.

AttivitàLe principali attività che si svolgono all’interno del parco sono le seguenti: › rappresentazioni da luglio a settembre, ogni sabato e domenica (il cinespettacolo “La sto-ria bandita”); › spettacoli di falconeria nel fine settima-na (lo spettacolo di falconeria crea un circuito che porta al castello di Lagopesole, il più importante dei castelli, nel quale viene realizzata una rappre-sentazione sulla storia del castello); › visite guidate; › concerti di musica popolare; › spettacoli teatrali;

› incontri con scrittori.

Risultati e costo dell’iniziativaNelle stagioni di apertura, il parco della Grancia e il cinespettacolo “La storia bandita” hanno raggiunto risultati di assoluta rilevanza (più di 200mila pre-senze, in 6 stagioni). Molteplici le attività commer-ciali e culturali promosse all’interno del parco e significativi i benefici indiretti che hanno riguar-dato le strutture ricettive e di ristorazione dell’area. Inoltre, sono state create opportunità di reddito per agenzie di promozione turistica, di pubblicità, nel campo editoriale, della sartoria e dello spettacolo.Tra gli ulteriori sviluppi del progetto parco stori-co della Grancia, la stretta connessione con un più complesso progetto di sviluppo rurale che si intrec-cia con iniziative finalizzate alla valorizzazione di

Tipologia 2005 2006

Tavola 11. Entrate del parco della Grancia (2005-2006)

Entrate al botteghino (anno 2005) 350 310Finanziamento soci (enti pubblici) 150 140Altre entrate (Apt, Alsia...) 100 -Totale 600 450

migliaia di euro

Tipologia Euro

Tavola 10. Investimenti pubblici per il parco della Grancia (1994-2004)*

Leader II per il parco (incluso cofinanziamento Comunità montana) 3.270.000Fondi Por e fondi Comunità montana per la montagna 2.215.600Fondi Pit 774.685

*Tra il 2005 e 2006 non ci sono stati altri investimenti pubblici.

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punti di eccellenza della regione Basilicata come le Dolomiti lucane, il castello di Lagopesole e i ri-trovamenti archeologici di Serra di Vaglio. Questo Gran Percorso della civiltà rurale è una iniziativa di valorizzazione dei beni storico-culturali, archi-tettonici ed ambientali nel cui disegno generale so-no già stati realizzati: › l’allestimento scenografico del “De arte venandi cum avibus”, nel castello Federiciano di Lagopesole; › l’allestimento scenografico del costume della civiltà contadina a Pignola; › “Vaglio: Crocevia di Ethnè”, ricostruzione virtuale degli scavi archeologici di Vaglio di Basili-cata; › “Il volo dell’angelo”, percorso mozzafiato in cui il visitatore, imbragato su un cavo d’acciaio, “vola” con la sola spinta inerziale da Castelmezza-no a Pietrapertosa, due borghi arroccati sulle mon-tagne. In termini relazionali sono stati realizzati scam-bi con il parco Puy du Fou (Vandea, Francia) la cui esperienza ha rappresentato l’ispirazione per la creazione del Parco della Grancia.Oltre che i fondi Leader II e Por Basilicata, il pro-getto utilizza come fonte di finanziamento gli in-troiti dai biglietti venduti.

Innovatività Il carattere innovativo dell’iniziativa è rappresen-tato dalla formula paesaggio storico, arte, cultura, spettacolo, nuove tecnologie concentrata su 20 et-

tari come grande attrattore. Gli elementi distinti-vi che rendono il progetto innovativo sono: i nuo-vi modelli di fruizione del patrimonio ambientale e culturale; e il coinvolgimento degli attori locali (mediante incontri, pubblicazioni, manifestazioni, workshop, marketing territoriale).

Fonti e ulteriori informazioniFormez (2006), “Parco storico la Grancia, Progetto Reti per lo sviluppo locale”.Inea (nd), “Le buone prassi per lo sviluppo rurale: una raccolta di iniziative, esperienze e progetti”, volume 1, pagine 21-25.Sito web parco della Grancia: www.parcodella-grancia.com

3.11 Centro di interpretazione geologica di Canelas (Portogallo)

Descrizione e obiettivi Il Gal Adrimag si trova in una regione montuo-sa remota caratterizzata da antiche tradizioni ga-stronomiche e artigianali e da un ricco patrimonio storico e ambientale. Si tratta di un’area di bellez-za naturale in cui è presente un notevole patrimo-nio culturale in prossimità della costa. L’area ha un paesaggio variegato e meta di turismo, con foreste, fiumi e montagne. Le principali attivi-tà economiche sono l’agricoltura, la silvicoltura, la gastronomia e varie attività artigianali. Il promotore del progetto, che aveva già parteci-pato a un progetto Leader II, possiede una gran-de esperienza nel campo della geologia e dei com-bustibili fossili. Quando è stata lanciata l’iniziativa Leader plus, il promotore ha preso contatti con il Gal esponendo una nuova idea di utilizzo delle ri-

CENTRO DI INTERPRETAZIONE GEOLOGICA DI CANELAS (PORTOGALLO) L’allestimento di un museo presso un’antica miniera di epoca romana.

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sorse geologiche: l’allestimento di un museo presso un’antica miniera di epoca romana. Dopo aver ottenuto un riscontro positivo dal di-partimento di scienze geologiche dell’università di Oporto, il Gal ha assunto la guida del progetto aiu-tando il promotore a trasformare la sua idea in re-altà. Il centro è stato concepito come uno spazio vivo piuttosto che un museo, fruibile dai visitato-ri, con una sezione informativa sugli aspetti geo-logici e culturali. Il progetto si coniuga perfettamente con la strate-gia locale per il territorio, che contempla la promo-zione turistica nella zona rurale.

AttivitàLa principale attività svolta nell’ambito del proget-to è stata costituita dalla creazione delle infrastrut-ture necessarie per istituire un centro geologico ac-cessibile e aperto al pubblico, inaugurato nel 2006. Sono stati realizzati due opuscoli ed è stato pubbli-cato un libro che descrive le caratteristiche geolo-giche di maggior pregio. Il comune di Arouca ha contribuito al progetto ed ha partecipato attivamente al suo sviluppo. Il di-partimento di geologia dell’università di Oporto ed il consiglio per la ricerca scientifica dell’Università di Madrid si sono occupati della classificazione dei reperti geologici e paleontologici inseriti nel libro.

Risultati e costo dell’iniziativa Il prodotto principale del progetto è costituito dal-la creazione del centro di interpretazione geologi-ca. Molti hanno beneficiato del progetto: gli arti-giani locali che espongono e vendono le loro opere, realizzate con materiali geologici e pietre prove-nienti dal sito; i ristoranti e le strutture ricettive

della zona che traggono vantaggio dall’accresciu-to numero di turisti; il commercio locale; gli stessi visitatori che possono vivere una nuova esperien-za culturale. Il costo totale del progetto è di 75.010 euro, di cui 26.260 euro provenienti dal Feaog, 11.250 euro da finanziamenti pubblici nazionali e la restante par-te da finanziamenti privati.

Innovatività I principali aspetti innovativi del progetto riguar-dano: la promozione, per la prima volta, delle ri-sorse culturali e naturali della regione, l’uso dei re-perti geologici come fattore di valorizzazione del territorio e il contributo dato allo sviluppo locale dell’area dal ricorso a forme di turismo innovative (geoturismo ed ecoturismo).

Fonti e ulteriori informazioniCommissione Europea (2008), “Una selezione del-le migliori pratiche Leader plus”, volume 3, pagi-ne 75-77.Sito web Leader plus: ec.europa.eu/leaderplusSito web Gal: www.adrimag.com.pt

3.12 Badolato, paese dell’accoglienza (Italia)

Descrizione e obiettiviBadolato, provincia di Catanzaro, è un comune di-viso in due, marina e borgo antico, a cinque chilo-metri dal mare. Il centro antico è ormai spopolato

BADOLATO, PAESE DELL’ACCOGLIENZA (ITALIA) un innovativo progetto di inserimento dei profughi curdi nella vita economica e sociale del paese e di promozione del turismo “etico”.

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da anni di emigrazione dei suoi cittadini verso le mete più disparate dall’Europa del nord sino all’Ar-gentina e gli Stati uniti d’America. Lentamente e inesorabilmente il paese si è ritrovato triste, solita-rio. Intorno agli anni Cinquanta Badolato contava poco meno di 5mila abitanti, oggi sono circa 4mi-la, 3mila sono stanziate in Marina. L’incipit del progetto è del tutto casuale: l’appro-do, il 26 dicembre del 1997, sulla costa antistante il paese della nave “Ararat” con il suo carico di quasi mille curdi in fuga dalle persecuzioni etniche. A se-guito dello sbarco, l’allora sindaco di Badolato, in accordo con il consiglio comunale, decise di chie-dere ai cittadini badolatesi la disponibilità delle ca-se abbandonate del borgo per ospitarvi le famiglie kurde. All’appello rispose un numero consistente di cittadini e circa un centinaio di case vennero consegnate per il nascente progetto di accoglien-za e integrazione. Allo stesso tempo fu creata l’As-sociazione internazionale pro-Badolato che ha ini-ziato la sperimentazione di un innovativo progetto di inserimento dei profughi curdi nella vita econo-mica e sociale del paese e di promozione del turi-smo “etico”. L’obiettivo principale del progetto era di ripopola-re le case del borgo svuotate dall’emigrazione degli ultimi cinquant’anni, ospitandovi i profughi. L’iniziativa, accompagnata da un forte messaggio mediatico, “Badolato, il paese dell’accoglienza”, ha richiamato, nel coso degli anni, tantissime presen-ze a sostegno e condivisione dell’esperienza di in-tegrazione.

AttivitàLa principale attività dell’iniziativa ha riguardato la riqualificazione e il riutilizzo di case abbando-

nate dai cittadini del luogo, emigrati all’estero, da destinare ai migranti e all’ospitalità.Sempre all’interno del progetto sono state avviate una serie di piccole botteghe collegate al circuito del commercio equo e solidale, tra cui: una bottega della ceramica artistica; una bottega del legno; una bottega per la lavorazione del ferro battuto; un ri-storantino curdo l’Ararat.

Risultati e costo dell’iniziativa I principali risultati del progetto possono essere ri-assunti nei seguenti punti: › accoglienza di oltre duecento profughi e avviamento al lavoro dei migranti; › realizzazione di diversi corsi di lingua italiana per i cittadini stranieri attivati dalle asso-ciazioni del luogo; › creazione di nuove attività di artigianato e ristorazione; › recupero dei “bassi” tradizionali, abban-donati dai cittadini locali, per l’attivazione di atti-vità tipo bed and breakfast per accogliere i visita-tori stranieri ed italiani richiamati dall’esperimento di accoglienza.Attualmente vivono a Badolato circa 40 rifugiati, di diverse etnie, su una popolazione complessiva di 500 persone ed i Bed and Breakfast aperti nel bor-go antico sono 14.L’esperienza è stata finanziata, nel corso degli anni, attraverso i fondi del Ministero dell’Interno e del programma Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).

Innovatività e replicabilità La sperimentazione di una nuova modalità di ac-coglienza e integrazione dei migranti rappresenta

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senza dubbio il carattere maggiormente innovativo dell’iniziativa. L’esperienza di Badolato ha avuto un’ampia risonanza anche a livello internazionale, tanto che il regista Wim Wenders ha deciso di rac-contarla attraverso un film documentario, Il Volo. Il progetto può essere replicabile in altri territo-ri e costituisce un modello di riferimento, partico-larmente interessante, utile per la predisposizione di Pacchetti integrati di localizzazione per attrar-re nuovi abitanti nei territori soggetti a spopola-mento.

Fonti e ulteriori informazioniSito web Consiglio italiano per gli immigrati: www.cir-onlus.org/Progetto%20Badolato.htmSito web del Comune di Badolato: www.comune-badolato.com

3.13 Riace Village (Italia)

Descrizione e obiettiviRiace è un piccolo paese (1.700 abitanti circa) della costa ionica calabrese che è stato svuotato dall’emi-grazione di massa degli anni Sessanta e Settanta.Il paese è ormai da anni impegnato nell’ospitali-tà dei migranti che approdano sulle sue coste. Tut-to ha inizio, nel 1998, con lo sbarco di più di 200 esuli kurdi, accolti dalla popolazione locale e dal-le autorità. A seguito di questo sbarco nasce l’as-sociazione “Città futura” con lo scopo di non far morire Riace, la sua storia e la sua cultura e dare accoglienza ai profughi mediante un modello basa-to sulla loro partecipazione ad iniziative economi-che legate al tessuto sociale del luogo. L’idea centrale del progetto, sostenuta da apposi-ti fondi inizialmente stanziati dal Programma na-

zionale asilo (Pna) e dalla rete dei comini solidali (Reco-sol), è stata la creazione del “Riace village”. Gli obiettivi prioritari del progetto riguardano: › la rivitalizzazione del borgo antico di Ria-ce, cercando di riportare vita, economia e socialità in un luogo soggetto a spopolamento attraverso la promozione di piccole attività economiche, come le botteghe artigiane, e la creazione di un “alber-go diffuso”, utilizzando le case lasciate vuote dagli emigranti, per ospitare un turismo di qualità, con-sapevole; › la promozione dell’integrazione e dell’ac-coglienza dei migranti.

AttivitàNel corso degli anni sono state realizzate le se-guenti attività: › accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo; › attivazione di case alloggio per ospitare i migranti e i turisti; › avvio di laboratori multiculturali artigia-nali, animati da popolazione locale e migranti, che recuperano i vecchi mestieri tradizionali del luogo.

Risultati e costo dell’iniziativaIl risultato principale è la realizzazione dell’eco-villaggio “Riace Village”, che è la riproposizione di un villaggio rurale per l’ospitalità diffusa, l’acco-glienza dei profughi, il recupero e la valorizzazio-

RIACE VILLAGE (ITALIA) non far morire Riace, la sua storia e la sua cultura e dare accoglienza ai profughi mediante un modello basato sulla loro partecipazione ad iniziative economiche legate al tessuto sociale del luogo.

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ne degli antichi mestieri artigianali. Il progetto ha consentito di recuperare case abban-donate sparse tra i vicoli e le stradine del centro storico. Ristrutturate ed arredate queste case sono diventate luoghi di accoglienza dei nuovi immigra-ti, che stanno contribuendo a rivitalizzare un cen-tro desertificato. Nel “Riace Village” sono stati avviate diverse at-tività che hanno portato alla creazione di diversi laboratori artigianali (arte tessile, ceramica, vetro, ecc.), di un frantoio e un ristorante, Taverna don-na Rosa, dove la cucina calabrese si alterna a quel-la etnica.Il costo dell’iniziativa è stato sostenuto da Banca etica e per parte dal programma Sprar.

Innovatività e replicabilità La storia di Riace, e dei paesi vicini di Caulonia e Stignano, è diventata un esempio di politiche di integrazione e di accoglienza unico in Italia e all’estero. L’esperienza ha ispirato il film documen-tario di Wim Wenders, Il volo, e la legge regio-nale sull’accoglienza e l’integrazione dei rifugia-ti, che ha ottenuto un importante riconoscimento dall’Unchr. Il progetto può essere replicabile in altri territo-ri e costituisce un modello di riferimento, partico-larmente interessante, utile per la predisposizione di Pacchetti integrati di localizzazione per attrar-re nuovi abitanti nei territori soggetti a spopola-mento.

Fonti e ulteriori informazioniSito web Città Futura: www.cittafuturariace.it/it/Attivita/Riace%20Village/www.cittafuturariace.it/it/Attivita/borghisolidalio-

spitalita.posterous.com/58148210

3.14 Telecottage e servizi combinati per la diffusione del lavoro a distanza (Italia)

Descrizione e obiettivi Il territorio dell’alto Oltrepò, caratterizzato da montagne e colline interne, presenta una struttu-ra produttiva polverizzata con diverse carenze in-frastrutturali. Alcune aree interne sono state inte-ressate da qualche minimo processo di sviluppo e diversificazione dell’economia locale, mentre altre sono rimaste ancorate al solo comparto agricolo, con strutture produttive di piccola e piccolissima dimensione. L’intero territorio è attraversato da un fenomeno di spopolamento diffuso e di depaupera-mento socioeconomico dei centri rurali, nei quali il presidio del territorio è esercitato dalla fascia an-ziana della popolazione. Rispetto ai problemi sopra esposti, l’Oltrepò mon-tano ha fatto proprio il principio per cui il carattere di ruralità dell’area può diventare un punto di forza del territorio se si coniugano le necessità di valo-rizzare le risorse endogene, di garantire un presidio del territorio e di valorizzare i processi di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile. Il progetto telecottage si propone, attraverso l’uti-lizzo delle nuove tecnologie, di produrre un sen-sibile miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali favorendo la riduzione del disa-gio logistico e del pendolarismo dell’area, incenti-vando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso la creazione di nuove imprese, e promuovendo la sperimentazione e la conoscenza pratica di nuove metodologie di lavoro a distanza. La pratica del lavoro a distanza consente di con-

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tenere i tempi di trasferimento da casa al lavoro, e viceversa, a pochi minuti, riducendo contempora-neamente i disagi generati da faticose trasferte, e di coniugare la messa in disponibilità del telelavoro con la filiera di altri servizi alla famiglia (realizza-zione di altri servizi per l’infanzia contigui al cen-tro di telelavoro). Realizzare un centro di telelavoro significa anche mettere in movimento un numero assai elevato di azioni collaterali: dalla organizza-zione dell’utenza alla collaborazione degli enti e delle imprese interessate, dall’assistenza alla nasci-ta di imprese alla messa in disponibilità di pacchet-ti di servizi avanzati per le professionalità dell’area.

Risultati e costo dell’iniziativaIl progetto ha portato alla creazione di tre telecen-tri attrezzati per funzioni di telelavoro e servizi ac-cessori, in tre comuni al di fuori delle aree mag-giormente dotate di servizi e collegamenti. Rispetto al programma iniziale che prevedeva l’al-lestimento di due strutture, si è scelto di realizzarne tre, delle quali una principale e due di dimensioni più ridotte per la migliore copertura del territorio prescelto. 46 persone hanno partecipato a due corsi di forma-zione di 200 ore ciascuno; sono stati creati in tota-le 18 nuovi posti di lavoro e dieci persone sono im-piegate costantemente e stabilmente all’interno del primo telecentro attivato. Una volta allestito il primo telecentro, il Gal ha an-che organizzato un percorso di monitoraggio e ac-compagnamento alle strutture da parte di tecnici specializzati con il compito di monitorare il corret-to funzionamento delle strutture e fornire gli stru-menti adeguati agli operatori per un uso altrettanto corretto delle attrezzature e dei software.

Nel corso della sua attuazione il progetto ha spo-stato l’attenzione dall’agevolare la mobilità dei la-voratori locali alla creazione di nuova occupazione sul territorio per soggetti a rischio di esclusione dal mondo del lavoro, attraverso la creazione di nuo-ve attività, definite come “teleattività”. Tra queste rientrano ad esempio i numeri verdi per aziende e servizi, pratiche on line, internet point e postazioni di telelavoro, baby sitting, sportello unico, anagra-fe, ufficio turistico, eccetera. Il costo totale del progetto è di 240mila euro, di cui 36mila provenienti dal progetto Leader plus, 60mi-la da altri fondi pubblici e i restanti 144mila da fondi privati.

Innovatività e replicabilità Il progetto del telelavoro presenta i caratteri di una buona pratica soprattutto se lo si considera come approccio innovativo per risolvere il problema di isolamento del territorio e di esodo della popola-zione, fenomeno quest’ultimo relativo soprattutto alla fascia più giovane, spaventata dalla mancanza di prospettive di lavoro. Il progetto ha mirato, da un lato, ad offrire nuove opportunità occupazionali per soggetti con difficoltà di movimento e, dall’al-tro, a fornire un servizio utile alle imprese locali, in modo da perseguire contemporaneamente lo svi-luppo del tessuto sociale ed economico della zona. Una precondizione fondamentale per la ripro-posizione del progetto nelle aree soggette a spo-polamento della Calabria è rappresentata dalla

ALTO OLTREPÒ (ITALIA) creazione di tre telecentri attrezzati per funzioni di telelavoro e servizi accessori, in tre comuni al di fuori delle aree maggiormente dotate di servizi e collegamenti.

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disponibilità in tali aree di infrastrutture di teleco-municazione adeguate (ad esempio banda larga e servizi connessi).

Fonti e ulteriori informazioniInea (nd), “Le buone prassi per lo sviluppo rurale: una raccolta di iniziative, esperienze e progetti”, volume 3, pagine 73-76.

3.15 Laboratorio permanente “identità e innovazione” (Italia)

Descrizione e obiettivi L’iniziativa nasce nell’ambito del Leader plus con lo scopo di sviluppare delle attività incentrate sul linguaggio multimediale, audiovisivo e cinemato-grafico e fornire un luogo e occasioni di incontro, riflessioni e ricerca ai giovani dell’area del Gal ver-sante laziale del parco nazionale d’Abruzzo. Il territorio del Gal comprende il territorio di 25 comuni della provincia di Frosinone, localizzati a nord est della provincia al confine tra il Lazio, l’Abruzzo e il Molise. Il territorio è costituito da catene montuose bosca-te caratterizzate da un ricco patrimonio geologico. L’area ospita due aree protette: il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e la riserva naturale re-gionale lago di Posta Fibreno. Dal punto di vista demografico, l’area, che ha cir-ca 80mila residenti, è caratterizzata da elevati in-dici di vecchiaia e da un costante tasso di spopo-lamento. Nello specifico il progetto nasce con l’intento di sensibilizzare maggiormente la popolazione loca-le su questioni riguardanti la propria identità, me-diante l’applicazione di metodologie che sviluppi-

no le capacità creative individuali. L’obiettivo del progetto è di attivare un laborato-rio permanente di “identità e innovazione” realiz-zando un prodotto cinematografico sull’area rurale dei comuni soci del Gal. L’idea si basa sull’anali-si dei principali fattori che portano all’abbandono del territorio, quali la mancanza di consapevolezza della identità di appartenenza, l’incapacità di dare valore al territorio, la carenza di capacità impren-ditoriale, la scarsa tendenza all’innovazione.

AttivitàUn gruppo di trenta persone è stato selezionato per attivare il laboratorio e realizzare un documenta-rio riguardante tematiche legate al territorio e alle sue problematiche. Mediante l’applicazione di metodologie di gruppo antropologico, il gruppo è stato guidato in un per-corso innovativo di riflessione corale, finalizzato ad accrescere la consapevolezza dell’identità di ap-partenenza al territorio attraverso l’utilizzo del lin-guaggio cinematografico. Le attività sono state condotte dall’associazione Ci-nemavvenire, selezionata con bando di gara pub-blico, con l’utilizzo di esperti in cinematografia, antropologia e psicologia. Il gruppo di lavoro ha utilizzato metodologie di gruppo antropologico ed è stato condotto da cinque operatori art counselor, quattro operatori tecnico-cinematografici e cinque tutor art counselor in formazione.

25 COMUNI DELLA PROVINCIA DI FROSINONE (ITALIA) attivare un laboratorio permanentedi “identità e innovazione” realizzando un prodotto cinematografico sull’area rurale dei comuni socidel Gal.

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L’iniziativa è stata preceduta da un’ampia fase pro-pedeutica, durante la quale si sono svolti ben 67 forum settoriali a cui hanno partecipato le ammi-nistrazioni comunali, i rappresentanti di associa-zioni operanti sul territorio, cittadini, giovani, im-prese, operatori turistici, eccetera. Tramite questi eventi partecipativi sono stati definiti gli ambiti di interesse e le metodologie da sviluppare con il la-boratorio, nonché le professionalità necessarie per il suo avvio. La realizzazione del progetto è stata suddivisa in tre fasi. › Esplorazione e approfondimento dei con-tenuti. In questa fase sono state svolte le seguenti attività: incontri di discussione e approfondimen-to del progetto e della realtà culturale del territorio, secondo i punti di vista e le esperienze dei membri del gruppo; visione di sequenze di film e altri ma-teriali prodotti dai membri del gruppo o da loro re-periti presso gli abitanti dell’area; lezioni di ripresa e montaggio, con relative esercitazioni pratiche. › Sceneggiatura. In questa fase sono sta-ti individuati ed esplorati alcuni filoni di ricerca, sempre legati al territorio, ritenuti utili per la re-alizzazione della sceneggiatura (ambiente, beni culturali, tradizioni, problematiche sociali, rurali-tà, turismo, nuove forme di comunicazione, even-ti storici, giovani e innovazione, cinema e terri-torio, opportunità, ecc.). Da queste analisi è stata elaborata l’idea guida di una “docu-fiction” dal ti-tolo “41° parallelo: viaggio nell’identità”, una sto-ria che affronta le tematiche dell’emigrazione, del ritorno alle origini e della riscoperta delle radici. › Riprese e montaggio. Le riprese sono sta-te effettuate tra luglio e ottobre 2007. Tutti i ruoli previsti sono stati interpretati dai membri del grup-

po, che hanno anche curato i costumi, le location e l’attività di segreteria di produzione. In seguito, al-le riprese è stato effettuato, nella sede del laborato-rio, il premontaggio.

Risultati e costo dell’iniziativaIl progetto ha portato alla costituzione, nel 2006, del laboratorio permanente “identità e innovazio-ne”, ospitato all’interno di una ex chiesa ristruttu-rata del comune di Alvito (Lazio).Il lavoro del gruppo ha prodotto una “docu-fic-tion”, della durata di 60 minuti circa, che affron-ta i temi dell’immigrazione, dell’identità culturale e della valorizzazione del territorio di appartenenza. Tra i principali risultati del progetto, oltre al pro-dotto filmico, si evidenzia come l’iter del processo creativo abbia costituito un importante momento formativo per i partecipanti al gruppo, in partico-lare per i giovani per i quali la formazione acqui-sita potrà costituire un’opportunità di crescita e di inserimento professionale. Il costo totale relativo alla produzione del docu-mentario è stato di 40mila euro a valere interamen-te sui fondi Leader plus. Il progetto è strettamente correlato con altre due iniziative, finanziate sempre nell’ambito dell’attuazione del Leader, riguardanti il restauro dei locali della ex chiesa Addolorata, se-de del laboratorio, costato 227.834 euro, e l’acqui-sto delle attrezzature e degli arredamenti necessa-ri al funzionamento del laboratorio (43mila euro).

Innovatività e replicabilità Con questa iniziativa il Gal ha inteso fornire ai gio-vani spazi e occasioni di incontri, di riflessioni e di ricerca di opportunità nell’ambito di attività incen-trate sullo studio e sull’applicazione del linguag-

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gio multimediale, audiovisivo e cinematografico, in un’ottica di valorizzazione del territorio di ap-partenenza. Gli aspetti più innovativi dell’iniziativa riguarda-no le modalità utilizzate per rispondere alle esigen-ze del territorio e nell’affrontare le tematiche della coesione sociale, della promozione del territorio e della valorizzazione delle risorse endogene.L’iniziativa risulta del tetto replicabile all’interno dei piccoli comuni soggetti a spopolamento del-la Calabria.

Fonti e ulteriori informazioniInea (nd), “Le buone prassi per lo sviluppo rurale: una raccolta di iniziative, esperienze e progetti”, volume 2, pagine 113-118.

3.16 Lucania film festival (Italia)

Descrizione e obiettivi L’iniziativa è stata ideata da un’associazione loca-le nell’ambito del territorio di Pisticci (Basilicata). Il sistema produttivo dell’area è prevalentemente di tipo agricolo. Negli ultimi anni si è gradualmen-te rafforzato il turismo balneare, che però ancora stenta ad estendere i suoi benefici all’intero terri-torio, e sono cresciuti i flussi legati al turismo cul-turale verso il centro storico. Nonostante il siste-ma produttivo del metapontino, con le sue attività agricole e turistiche, rappresenti una fetta impor-tante del territorio, ci sono ancora sacche di margi-nalità soprattutto nelle aree interne soggette ad un costante processo di spopolamento. Tale condizio-ne è aggravata da alcune criticità associate alla do-tazione e qualità di infrastrutture e servizi pubbli-ci. A fronte di queste problematiche, l’area dispone

tuttavia di una gamma di risorse attivabili per lo sviluppo, quali la presenza di un artigianato arti-stico di qualità e, soprattutto, l’esistenza di un ric-co patrimonio culturale e ambientale. In questo contesto si inserisce il progetto Lucania film festival (Lff), primo festival internazionale di cinema nato in Basilicata. Nei suoi 10 anni di storia il Lff è cresciuto enormemente, meritandosi un’im-portante collocazione artistica e sociale nello sce-nario internazionale dei festival di cortometraggio. Festival “delle persone e dei luoghi”, il Lff riesce a creare un’atmosfera familiare tra il pubblico e gli addetti ai lavori che da tutto il mondo giungono nelle sale cinematografiche a cielo aperto di Pistic-ci, sede in cui opera Allelammie, l’associazione che lo organizza ogni anno in agosto. Il progetto si propone come occasione di sviluppo per la comunità locale. Un processo produttivo ca-pace di attivare opportunità sociali, economiche e culturali, creando legami virtuosi tra gli elemen-ti del territorio (i luoghi fisici), dell’identità (l’ap-partenenza lucana), dell’alterità (l’arte, la creazio-ne, le altre culture, le altre appartenenze, le fughe e i ritorni) e le possibilità di un’industria culturale. Il progetto, quindi, va oltre il “semplice” evento ci-nematografico internazionale poiché racchiude in sé i presupposti caratteristici di un’azione di mar-keting territoriale, che cavalcando due settori: il tu-rismo (specie culturale) e l’industria cinematografi-ca, si presenta come un’opportunità di sviluppo per il territorio e come veicolo di promozione delle sue ricchezze, ancora non troppo conosciute sia in am-bito regionale che in quello extra-regionale. Tra gli obiettivi dell’iniziativa rientra anche il re-cupero dell’ingente patrimonio immobiliare in di-suso del centro storico di Pisticci e la valorizza-

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zione delle sue risorse naturalistiche (i calanchi e soprattutto l’argilla con le sue innumerevoli appli-cazioni). Si tratta in realtà di potenziare una pra-tica già in corso. Ad esempio, molti ospiti del Fe-stival alloggiano proprio nelle Lammie (abitazione tipica dell’area) e alcuni lavori nelle scuole hanno visto l’utilizzo dell’argilla per le animazioni cine-matografiche.

Risultati e costo dell’iniziativaLa realizzazione del festival determina una serie di impatti positivi sul tessuto economico locale e sul-la promozione del territorio al di fuori dei confini regionali. Enti pubblici, addetti del settore turistico (ristoratori, albergatori), fornitori di servizi, com-mercianti, artigiani, banche, associazioni socio-culturali, artistiche e di categoria, tutti, in misu-ra diversa, contribuiscono alla realizzazione del Lff e, di contro, traggono vantaggi dall’indotto, diret-to ed indiretto, generato dalla presenza degli ospiti e turisti che vi partecipano. Uno degli obiettivi futuri degli organizzatori è di rafforzare questo processo e, negli anni, aumenta-re le presenze degli ospiti, non solo durante i gior-ni dell’evento, ma in tutto l’anno grazie anche alle numerose attività che si realizzano nel contenitore Lff (formazione cinematografica nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri; corsi autofinanziati, ma an-che progetti di promozione trans-disciplinare: ci-nema e letteratura, cinema e prodotti tipici, ecc.) e che potrebbero realizzarsi e ottimizzare il collega-

mento tra il Lff e il sistema locale. A testimonianza delle potenzialità del progetto, va sottolineato, infine, come dall’esperienza di Alle-lammie e del Lff siano nate alcune realtà di impre-sa che lavorano tutto l’anno in modo integrato alla casa della cultura di Pisticci. Tra queste rientrano: › Namavista film, uno studio cinematogra-fico che si occupa di distribuzione, produzione e formazione cinematografica (www.namavista.com) nato nel 2003; › Spintadesign, una società di stampa, gra-fica e web (www.spintadesigcom), nata nel 2007; › la coop Il Lanario che si occupa di so-stenibilità energetico-ambientale (www.illanario.com), nata nel 2004; › la coop Gaia che si occupa di logistica e facchinaggio nata nel 2004; › Logic film, società di produzione cinema-tografica (con sede a Montalbano jonico) nata nel 2006; › Ivolution Lab, società di comunicazione (www.ivolutionlab.com).

La tempistica del progetto si muove attorno all’evento Lff e alle diverse fasi del processo or-ganizzativo. Il lavoro annuale inizia a settembre e termina ad agosto, periodo in cui il Lff si svolge. Durante tutto l’anno si svolgono le attività collate-rali: formazione, produzione, promozione, micro-eventi, eccetera. Il budget previsto per l’edizione del 2009, la deci-ma, si aggirava intorno ai 150mila euro.

Innovatività Il Lff, come da brand, è un festival “delle perso-ne” che favorisce il coinvolgimento di tutti i pre-

LUCANIA FILM FESTIVAL (ITALIA) Il progetto va oltre il “semplice” evento cinematografico internazionale poiché racchiude in sé i presupposti caratteristici di un’azione di marketing territoriale.

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senti. Le piazze, i terrazzi, i vicoli (i luoghi del fe-stival) contribuiscono, in grande misura, a creare un’atmosfera “familiare”, che è considerata uno dei principali elementi di distinzione e innovazione ri-spetto ad altri festival internazionali. Questa atmo-sfera si compone di una serie di elementi molto evocati tra cui la facilità di “accesso”, la prossimità con registi e attori e il fatto che il festival sia molto frequentato dai giovani e bambini. Ciò attribuisce al Lff una funzione divulgativa e didattica, che rie-sce ad avvicinare anche un pubblico di non addet-ti ai lavori (ad esempio: i laboratori cinematogra-fici realizzati nel mondo della scuola e i workshop formativi internazionali; le vetrine per i prodotti dell’enogastronomia, eccetera). L’effetto cultura-le sul pubblico considerato (soprattutto per quel-lo locale che si riesce a coinvolgere) è legato al fat-to che il Lff è un’occasione di allargamento degli orizzonti mentali, di contatto con mondi e cultu-re lontane, sia attraverso i film, che direttamente, tramite gli incontri (il Lff è un alibi per incontrar-si) organizzati tra i registi ed i protagonisti del ci-nema di altri paesi che arrivano a Pisticci e i nu-merosi partecipanti.

Fonti e ulteriori informazioniAssociazione culturale Allelammie (nd), “Lucania Film Festival per Kublai”, Pisticci.Sito web: www.lucaniafilmfestival.com

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LA STRATEGIA DEL PISR

4.1 Inquadramento strategico, obiettivi, finalità e principi di riferimentoIl Por Calabria Fesr 2007-2013 dà attuazione al-le politiche regionali di contrasto allo spopola-mento, nel quadro degli interventi per lo svilup-po e la coesione, attraverso l’Obiettivo specifico 8.2 “Migliorare la qualità della vita, la competitività e l’attrattività dei sistemi territoriali non urbani va-lorizzando le risorse e le specificità locali e contra-stando il declino dei territori delle aree interne e marginali”. L’obiettivo specifico viene attuato uti-lizzando un metodo di progettazione integrata, ri-ferito ai Sistemi territoriali istituzionali, ai Sistemi territoriali tematici ed appunto ai Sistemi territo-riali marginali e in declino (paragrafi 3.3, 4.8.2 e 5.4.7 del Por). Questi ultimi vengono identificati dal Por Fesr, come si è riferito nelle parti preceden-ti di questo documento, attraverso indicatori sta-tistici relativi alle dinamiche della popolazione ed alla taglia demografica nei comuni della Calabria.L’obiettivo specifico 8.2 viene perseguito attraver-so un unico obiettivo operativo (l’obiettivo 8.2.1), che ha la medesima denominazione del corrispon-dente obiettivo specifico. L’obiettivo operativo vie-ne attuato attraverso la linea di intervento 8.2.1.7 “Progetto integrato di sviluppo regionale per con-trastare lo spopolamento dei Sistemi territoriali marginali e in declino”. Il Pisr “Contrasto allo spo-polamento” costituisce lo strumento integrato per l’attuazione della linea di intervento 8.2.1.7 e, in-sieme, il quadro di riferimento per il coordinamen-to delle politiche di contrasto allo spopolamento

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Il Pisr viene attuato attraverso cinque Progetti integrati di sviluppo locale (Pisl) di livello provinciale.

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attuate dalla regione Calabria. Esso viene attuato attraverso cinque Progetti integrati di sviluppo lo-cale (Pisl) di livello provinciale. Il risultato atteso di questi interventi è la stabiliz-zazione della popolazione nelle aree marginali e soggette ad esclusione, da conseguire come esito di un processo di rafforzamento dei fattori di at-trazione e di riduzione dei fattori di espulsione del-la popolazione.

Il metodo dell’integrazione funzionale di inter-venti e politicheUna delle ragioni del ricorso ad un Progetto inte-grato di sviluppo regionale per impostare le poli-tiche di contrasto allo spopolamento sta nella ne-cessaria integrazione che queste politiche devono possedere. I problemi di marginalità e declino ter-ritoriale sono tipicamente multifattoriali: come lo stesso Por sottolinea (paragrafo 3.3.3) e come con-fermano le analisi di contesto svolte per l’elabo-razione del Pisr, l’urbanizzazione, determinata dai differenziali di attrazione che penalizzano le aree interne rispetto ai centri urbani per quanto riguar-da le opportunità di lavoro, l’istruzione, i servizi; e la limitata dimensione demografica dei comuni delle aree interne e marginali, con la sottodotazio-ne di servizi essenziali (di accessibilità, di comuni-cazione, alla persona) che ne deriva, sono concau-se significative dello spopolamento. A fronte di uno spettro articolato e complesso di cause, le politiche di contrasto allo spopolamen-to e valorizzazione delle aree marginali devono essere basate su un metodo di piena integrazione e coordinamento: gli interventi devono cioè agi-re congiuntamente, sui diversi versanti delle infra-strutture, della mobilità, delle attività produttive,

della qualità della vita e della residenza, per conse-guire obiettivi generali di equilibrio e coesione ter-ritoriale nelle aree marginali ed isolate. In questo senso, il Pisr “Contrasto allo spopolamento” tra-scende la funzione di attuazione della linea di in-tervento 8.2.1.7 del Por Fesr e si pone come riferi-mento metodologico delle politiche che, su diversi versanti, incidono sulla coesione territoriale delle aree interne e marginali della Calabria.

Le direttrici strategiche del PisrLa strategia integrata di coesione territoriale deli-neata dal Por Fesr, che viene integralmente ripresa dal Pisr, è basata sostanzialmente su tre direttrici: › la rivitalizzazione economica delle aree marginali e soggette allo spopolamento, con la ge-nerazione di nuova occupazione e la crescita dei tassi di attività (in particolare per quanto riguarda i giovani e le donne). La promozione delle filiere produttive locali, della valorizzazione delle risorse naturali e culturali e del turismo è il perno di que-sta strategia di rivitalizzazione, che ha il compito di agire sul riequilibrio dei fattori di attrazione; › la crescita in quantità e qualità dei servizi (accessibilità, comunicazione, servizi di cura, servi-zi alla produzione) che migliori la qualità della vi-ta e del lavoro nelle aree soggette a spopolamen-to. Questa direttrice strategica deve agire sia sulle componenti della popolazione (i giovani, le nuove famiglie, i lavoratori immigrati) che è fondamen-

La strategia integrata di coesione territoriale è basata su tre direttrici: la rivitalizzazione economica, la crescita in quantità e qualità dei servizi, il recupero del patrimonio materiale e immateriale.

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tale trattenere o attrarre; sia sulle componenti (co-me la popolazione anziana, le donne, i giovani) per i quali si pone, come sottolinea il Por, un proble-ma di “non rispetto” del livello minimo essenzia-le di servizi che dovrebbe essere garantito, con la conseguenza che non sono rispettati i diritti socia-li, costituzionalmente garantiti, dei cittadini; e che si precludono per l’assenza stessa di questi servizi essenziali le opportunità di valorizzazione e svilup-po dei territori; › il recupero del patrimonio materiale e immateriale (edifici, spazi pubblici, reti di servi-zio, terreni, case rurali, etc.) da valorizzare a fini di sviluppo con una progettualità sostenibile e, per quanto possibile, innovativa e originale.Su queste direttrici strategiche si innesta lo stru-mento, previsto dal Por, dei Pacchetti integrati di localizzazione, che fanno specificamente leva sul riuso da parte dei comuni di patrimonio materia-le inutilizzato (edifici, terreni, case rurali) per in-centivare, nel quadro di un’azione complessiva di miglioramento dei fattori di attrazione e rivitaliz-zazione economica, la localizzazione di nuova po-polazione.

Le tipologie di azioni della linea di intervento 8.2.1.7Le tipologie di operazioni ammissibili nell’ambito dei Pisl, a valere sulla linea di intervento 8.2.1.7, sono le seguenti. › Il recupero e la riqualificazione di edifici, spazi pubblici e reti di servizio. › La promozione del turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico per aree omogenee. › La promozione ed attivazione di Pac-

chetti integrati di localizzazione, finalizzati ad at-trarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclu-si gli immigrati, attraverso la messa a disposizione a condizioni di vantaggio di: › immobili pubblici e privati non utilizzati da destinare ad attività produttive (artigianato, tu-rismo, servizi, eccetera).[I comuni potranno richie-dere specifici contributi per l’acquisto e la ristrut-turazione di edifici privati]; › terreni e case rurali non utilizzati da de-stinare ad attività agricole, forestali e di turismo rurale. [I comuni potranno richiedere specifici con-tributi per l’acquisto e il recupero di questi terreni.]Le operazioni sopra menzionate e proposte al fi-nanziamento della linea di intervento 8.2.1.7, se-condo quanto previsto dall’obiettivo specifico 8.2 del Por Calabria Fesr 2007-2013 e con particola-re riferimento ai “Sistemi territoriali marginali e in declino”, devono essere finalizzate a ridurre i fat-tori di espulsione della popolazione residente ed a potenziare i fattori di attrazione di nuove attivi-tà, attraverso il perseguimento di uno o più dei se-guenti obiettivi: › Migliorare la mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento. › Migliorare le infrastrutture e i servizi maggiormente “sensibili” ai fini della qualità della vita (servizi sanitari, servizi scolastici, servizi per il tempo libero e le attività sportive, sevizi telematici, eccetera). › Promuovere e attivare pacchetti integrati di localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei ter-ritori marginali, inclusi gli immigrati. › Promuovere e sostenere condizioni di la-voro flessibile, soprattutto per le donne, anche at-traverso il telelavoro.

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› Promuovere il turismo attraverso la mes-sa a punto di itinerari di turismo ecologico, cultu-rale e enogastronomico per aree omogenee. Nella formulazione dei Pisl, potranno essere for-mulate anche proposte di operazioni non stretta-mente riferite alla linea di intervento 8.2.1.7, co-erenti con le indicazioni del Por sopra riportate. Queste proposte saranno considerate “fuori tetto” rispetto alla dotazione finanziaria. In generale, va sottolineato che non necessaria-mente l’integrazione degli interventi sul territorio va promossa esclusivamente con nuove operazio-ni: anche il collegamento delle operazioni defini-te a valere sulla 8.2.1.7 con progetti già realizza-ti o in corso di attuazione (ad esempio nel campo dello sviluppo rurale, della valorizzazione dei beni culturali, della qualità della vita, della comunica-zione telematica) costituisce una importante azio-ne di integrazione.

Integrazione dei livelli di policyUn’altra ragione per affrontare, nell’ambito del Por Calabria Fesr 2007-2013, la tematica del contra-sto allo spopolamento con un Progetto integrato di sviluppo regionale sta nella valenza ampiamente sovraterritoriale di questo fenomeno. Come si sot-tolinea nel Por, «lo spopolamento delle aree interne e periferiche ha effetti negativi non soltanto per le aree interessate direttamente al fenomeno, ma per l’intera economia e società regionale. Il declino de-mografico, sociale ed economico di queste aree ha un duplice costo, diretto e indiretto. Diretto, poiché la mancanza di manutenzione del territorio (colli-na e montagna) si ripercuote sugli assetti ecologi-ci e ambientali anche della pianura e della costa; indiretto, poiché toglie alla Calabria la possibili-

tà di un uso economicamente produttivo delle im-portanti risorse, a partire da quelle paesaggistiche e ambientali, di cui le zone interne dispongono».Di conseguenza, nell’architettura strategica e pro-grammatica dell’intervento di contrasto allo spo-polamento: › il Progetto integrato di sviluppo regionale definisce le strategie generali e le priorità dell’azio-ne di contrasto allo spopolamento; › i cinque Pisl di livello provinciale indivi-duano le specifiche aree sovracomunali oggetto di intervento, le priorità territoriali e di settore, i pro-getti locali, le eventuali azioni di sistema, le moda-lità di coinvolgimento e partecipazione della popo-lazione; › i Progetti locali sono definiti come sin-gole operazioni di rilevanza critica oppure come gruppi di operazioni strettamente integrate sul pia-no funzionale, riferite a specifiche aree territoriali e con un chiaro obiettivo di coesione territoriale e contrasto allo spopolamento. Essi potranno essere: (a) di scala sovracomunale, (b) a rete o (c) puntuali, ossia localizzati in singoli punti del territorio, pur-ché di valenza sovraterritoriale quanto a rilevanza ed effetti attesi.

4.2 Strategia di interventoNel quadro dei principi e delle strategie generali sul tema del contrasto allo spopolamento richiamate in precedenza, ed in stretta coerenza con indica-zioni e priorità del Quadro unitario della progetta-zione integrata, valgono per il Pisr “Contrasto allo

I cinque Pisl di livello provinciale individuano le specifiche aree sovracomunali oggetto di intervento, le priorità territoriali e di settore

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spopolamento” e, sul piano attuativo, per i relati-vi Pisl le strategie specifiche e le priorità identifi-cate di seguito.Sia i principi enunciati nel paragrafo precedente che le strategie specifiche esposte di seguito costi-tuiscono indirizzi vincolanti per l’elaborazione dei Pisl articolati in Progetti locali.

Integrare e concentrare gli interventi sul territorio per accrescerne l’impatto ed evitarela frammentazione progettualeNell’ambito dei cinque Pisl attuativi di livello pro-vinciale, verranno finanziati, in coerenza con la dgr 209 del 2009, Progetti locali che si configurino chiaramente come azioni di territorio, di rilevan-za critica, necessariamente riferite a realtà sovra-comunali con caratteristiche assimilabili a quelle di microsistemi. L’integrazione dei Progetti locali, come sopra defi-niti, si misurerà con riferimento sia all’intersetto-rialità interna fra le singole operazioni, sia all’inte-grazione con progetti e programmi già realizzati o in corso di attuazione. Come si è detto in preceden-za, la linea di intervento 8.2.1.7 offre la possibili-tà di intervenire in ambiti diversi, costruendo a li-vello locale pacchetti integrati di operazioni capaci di incidere efficacemente sulle problematiche dello spopolamento. Non necessariamente l’integrazione va costruita attraverso nuovi interventi. Anche la definizione di progetti che abbiano una chiara con-tinuità con interventi pregressi o in corso può con-

tribuire ad accrescere l’integrazione delle politiche locali, ad infittire le maglie infrastrutturali, a ren-dere più dense le reti di servizi.In attuazione del principio di concentrazione, le ta-glie minime (e massime) dei Progetti locali verran-no specificate dall’Avviso pubblico, la cui emana-zione è prevista dalla dgr 209 del 2009. In molti casi, come è possibile verificare da numerosi inse-gnamenti del passato, l’attuazione di piani integra-ti ha coinciso con un’elevata frammentazione di interventi intersettoriali. Tali interventi spesso non riuscivano a impattare concretamente sui territori perseguendo più obiettivi. Lo sforzo che ci si pone nell’attuazione del Pisr è quello di invertire, in ma-niera definitiva, questa tendenza specificando bene e concentrando gli obiettivi da conseguire ed iden-tificando gli interventi in modo da assicurare im-patti rilevanti sul territorio di competenza. I Progetti locali saranno presentati, nell’ambito della procedura valutativo-negoziale descritta nel capitolo 5 (procedure), da partenariati territoriali. Ciascun comune potrà candidarsi, o potrà parteci-pare con singole operazioni, ad un massimo di due Progetti locali.

Definire aggregazioni territoriali significative per la proposta dei Progetti localiI territori di riferimento per l’elaborazione dei Pro-getti locali verranno definiti dai partenariati di progetto con l’obiettivo di rendere massima l’ef-ficacia attesa degli interventi sul piano della co-esione territoriale, del rafforzamento dei fattori di attrazione e del contenimento dei fattori di espul-sione della popolazione. In particolare, i partenariati di progetto dovranno garantire una soglia ottimale per la realizzazione di

Obiettivo del Pisr è di specificare e concentrare gli obiettivi da conseguire ed identificando gli interventi in modo da assicurare impatti rilevanti sul territorio di competenza.

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servizi e funzioni a scala intercomunale di contra-sto allo spopolamento. Come si sottolinea nel Por, “la limitata dimensione demografica dei comuni è una causa dello spopolamento a ragione della sot-todotazione di servizi per la qualità della vita. In Calabria, il numero dei comuni piccoli e piccolissi-mi è molto elevato ed è pertanto necessario cerca-re forme opportune di aggregazione prendendo, ad esempio, spunto dall’esperienza recente della Spa-gna, con la costruzione delle cosiddette mancomu-nidades, aggregati di comuni più piccoli con uni-tà di amministrazione comuni”. In questo contesto, una priorità perseguita dal Pisr è di rafforzare e, o, incoraggiare la cooperazione di piccoli comuni per superare gli svantaggi della ridotta dimensio-ne amministrativa.Le elaborazioni effettuate in questo Pisr, nell’ambi-to dell’analisi di contesto, costituiscono riferimenti metodologici utili per i proponenti, soprattutto dal punto di vista metodologico, ma sono soltanto in-dicativi delle possibili aggregazioni sovracomunali da effettuare. Possibili chiavi di aggregazione ter-ritoriale sono l’omogeneità dal punto di vista del-le potenzialità da sfruttare e delle risorse (materiali ed immateriali) da valorizzare ai fini dello sviluppo e della coesione territoriale; l’esistenza di problemi e svantaggi comuni; l’opportunità di condividere a scala territoriale servizi per la qualità della vita e l’attrazione di imprese e persone; eccetera.

Dare priorità a progetti di lunga durata, che agi-scano in territori critici della Calabria e che con-tribuiscano alle strategie di livello regionaleNell’ambito del Pisr, sono ritenuti prioritari i pro-getti e gli interventi che integrino l’azione di con-trasto allo spopolamento con strategie di lunga du-

rata, sostenibili sul piano finanziario, economico ed istituzionale-amministrativo, in grado di pro-durre effetti strutturanti e durevoli. Queste strate-gie saranno chiaramente finalizzate alla valorizza-zione delle risorse locali, all’aumento della qualità della vita, al mantenimento o al ripristino degli ele-menti e dei connotati strutturali, tipologici e cultu-rali e identitari dei luoghi e dei beni, alla coesione territoriale. Esse contribuiranno inoltre alla tutela e valorizzazione del territorio regionale, in tutte le sue forme e risorse, con la salvaguardia dello stock attuale di risorse ambientali, il recupero e la riqua-lificazione dei siti degradati, la tutela e la valoriz-zazione del paesaggio, del patrimonio naturalisti-co e culturale.Analogamente, vengono considerati prioritari gli interventi riferiti ad aree dove sussistano partico-lari criticità in termini di ampiezza del fenomeno di spopolamento, gravità della domanda inevasa di servizi per la qualità della vita, esclusione socia-le, sottodimensionamento della dotazione struttu-rale disponibile.Infine, nell’ambito del Pisr sono considerati priori-tari gli interventi che permettano, attraverso azio-ne dirette e, o, costituendo esperienze di rilievo da punto di vista metodologico e dell’innovazione, la possibilità di un uso economicamente produttivo delle importanti risorse, a partire da quelle paesag-gistiche e ambientali, di cui le zone interne dispon-gono.

Una priorità del Pisr è di rafforzare e, o, incoraggiare la cooperazione di piccoli comuni per superare gli svantaggi della ridotta dimensione amministrativa.

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Integrare gli interventi sul patrimonio materiale con le azioni di valorizzazione e l’incentivazione delle filiere produttiveLa componente di intervento sul patrimonio ma-teriale, prevista fra le azioni indicate dalla linea di intervento 8.2.1.7, va profondamente integrata con le iniziative di valorizzazione e lo stimolo delle at-tività produttive. Gli interventi di recupero dei luo-ghi, dei siti e dei beni, così come le operazioni di riuso degli edifici pubblici esistenti, vanno stret-tamente coniugati con iniziative di valorizzazione che contribuiscano alla qualità dell’offerta di ser-vizi e che siano sostenibili sul piano finanziario e gestionale. Il potenziamento e la qualificazione dei luoghi deve andare di pari passo con la definizio-ne di modalità di valorizzazione e gestione effica-ci e sostenibili.

Agire sulla qualità e la sostenibilità dei servizi per le comunità localiGli interventi di coesione territoriale e contrasto al-lo spopolamento devono contribuire, attraverso so-luzioni tecniche e gestionali sostenibili, a garantire adeguati livelli di erogazione dei servizi essenzia-li alla popolazione, e anche ad affermare i principi guida della coesione sociale all’interno delle comu-nità locali (legalità, identità, appartenenza, respon-sabilità, solidarietà, etc.). Gli interventi in questi settori vanno strettamente modulati sulle esigenze della popolazione e in particolare delle fasce mag-giormente esposte ai rischi di esclusione e di mar-ginalità.

Calibrare gli interventi sulle esigenze delle comu-nità locali, promuovendo il loro pieno coinvolgi-mento e rafforzando l’organizzazione locale

L’individuazione, il disegno e l’attuazione delle azioni di contrasto allo spopolamento vanno ef-fettuate applicando strumenti di partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali, nonché di animazione e sensibilizzazione dei soggetti pub-blici e privati portatori di interessi generali. Van-no inoltre sostenuti e rafforzati i processi di coope-razione istituzionale e di partenariato tra gli attori dello sviluppo locale, rilanciando la collaborazio-ne attiva tra il partenariato socioeconomico e quel-lo istituzionale. Va anche costruito un nuovo siste-ma di competenze sui territori, anche allo scopo di elevare la qualità progettuale degli interventi, raf-forzare le capacità di coordinamento e di progetta-zione a livello locale, garantire la qualità procedu-rale nell’attuazione degli interventi. In quest’ambito, una ulteriore priorità è costituita dalla costruzione sul territorio di capacità e con-dizioni istituzionali ed amministrative finalizza-te, oltre che all’efficace attuazione e gestione degli interventi di sviluppo e coesione, al superamento degli svantaggi della ridotta dimensione ammini-strativa dei comuni attraverso la cooperazione e la condivisione dei servizi.

4.3 Gli Orientamenti del Quadro unitario della progettazione integrataAi fini dell‘individuazione e della formulazione della strategia regionale nel campo del contrasto allo spopolamento delle aree interne e periferiche, vengono assunti, in attuazione del Qupi, i seguenti orientamenti principali: › adozione di una visione strategica capace di rappresentare il punto di convergenza delle po-litiche regionali d‘intervento per contrastare il fe-nomeno dello spopolamento;

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› applicazione del principio dell‘unitarietà ed inscindibilità delle azioni per contrastare il fe-nomeno dello spopolamento, mirando al migliora-mento della qualità ambientale ed all‘uso efficiente delle risorse naturali quali fattori di competitività e di produttività per lo sviluppo locale; › capacità di intervenire su territori limitati e fisicamente circoscritti ottenendo effetti allargati e diffusi su scala locale; › efficace selezione degli interventi da rea-lizzare, nella prospettiva di una maggiore concen-trazione delle risorse finanziarie per conseguire più elevati standard qualitativi in termini di struttura-zione e di organizzazione in termini di valorizza-zione delle infrastrutture, di rafforzamento e qua-lificazione del sistema dei servizi sensibili ai fini della qualità della vita e ed in termini di nuove ini-ziative imprenditoriali compatibili con le specifici-tà locali; › sistema di governance condiviso e basato sul principio di sussidiarietà delle componenti del-la filiera istituzionale, in grado di capitalizzare e di utilizzare al meglio il potenziale di attrattività pre-sente nelle aree marginali ed a rischio di spopola-mento. Questi rappresentano requisiti indispensabili degli interventi dei quali si compone la strategia. Essi devono essere conseguiti attraverso: › l’analisi del territorio; › l’animazione e la sensibilizzazione dei

soggetti pubblici e privati portatori di interessi ge-nerali; › e la sintesi delle priorità per definire le azioni e gli interventi da attuare.Le operazioni finanziabili sono quelle relative al-la linea di intervento 8.2.1.7 del Por Calabria Fe-sr 2007-2013.

4.4 Le priorità territoriali del QupiIl Pisr ed i Pisl che lo attuano fanno riferimento alle priorità espresse nel Qupi (che riprende i rap-porti provinciali) con riferimento a questo Progetto integrato. Nella tavola che segue, si riportano per memoria le priorità territoriali rappresentate dalle Province per il Pisr.Le priorità espresse nei rapporti provinciali sono formulate, con accentuazioni diverse, riprendendo gli indirizzi del Por Calabria Fesr ed assumendo le priorità associate al ventaglio di interventi previ-sti (infrastrutture e servizi per la qualità della vita, mobilità verso e dentro le zone rurali in spopola-mento, recupero e riqualificazione di edifici, spa-zi pubblici e reti di servizio, Pacchetti integrati di Localizzazione per attrarre abitanti ed imprese nei territori marginali, condizioni di lavoro flessibile, turismo, energie rinnovabili, ecc.). Alcuni dei rapporti provinciali sottolineano effica-cemente le necessità di integrazione delle politiche contro lo spopolamento con gli interventi di im-pulso ai microsistemi produttivi locali, alla gene-razione di nuovi flussi turistici e all‘attrazione di nuove iniziative imprenditoriali. Nello specifico le singole province hanno espres-so, nei rapporti provinciali, le indicazioni priori-tarie che vengono riportate alla tabella di sinte-si che segue.

L’attuazione delle azioni vanno effettuate applicando strumenti di partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali, nonché di animazione e sensibilizzazione dei soggetti pubblici e privati portatori di interessi generali.

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(1) Priorità territoriali

Il rapporto provinciale non esplicita priorità, obiettivi e coerenze per questa categoria di Pisl

Il rapporto provinciale indica che l’individuazione dei comuni eleggibili soggetti a spopolamento verrà definita successivamente.Il rapporto utilizza i risultati di uno studio sullo spopolamento nella provincia cosentina, recentemente condotto dall’Università della Calabria. Nel rapporto viene riportata una classificazione dei comuni in base all’entità del disagio demografico.

I comuni del crotonese interessati da questo Pisl sono, in coerenza con i criteri stabiliti dal Por Fesr: Carfizzi, Castelsilano, san Nicola dell’Alto e Umbriatico.

(2) Obiettivi assegnati alla progettazione integrata

› Coinvolgere le popolazioni che vivono nelle aree soggette a spopolamento agendo con un approccio integrato sui fattori di espulsione della popolazione residente e sui fattori di attrazione di nuove attività. › Utilizzare come leva per il contrasto del fenomeno dello spopolamento la valorizzazione delle componenti culturali dell’identità e della socialità.

Contrastare attraverso un’azione integrata il fenomeno dello spopolamento e ridurre i suoi costi diretti, dato dagli impatti negativi sul territorio collinare e montano dovuto al mancato presidio del territorio, ed indiretti, costituito dalla mancata valorizzazione di risorse naturalistiche e paesaggistiche.

Catanzaro

Cosenza

Crotone

Tavola 12. Priorità territoriali rappresentate dalle Province per il Pisr

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(3) Priorità di intervento

› Il rapporto individua diverse priorità di intervento coerenti con la linea 8.2.1.7 del Por: infrastrutture e servizi per la qualità della vita, mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento, recupero e riqualificazione di edifici, spazi pubblici e reti di servizio, pacchetti integrati di localizzazione per attrarre abitanti nei territori marginali, condizioni di lavoro flessibile, turismo, energie rinnovabili, eccetera.› Si sottolinea la priorità di integrare il Pisl “spopolamento” con i Pisl “servizi per la qualità della vita” e “sistemi produttivi locali, distretti agroalimentari e distretti rurali”, nonché con il Psr.

Il rapporto individua diverse priorità di intervento coerenti con la Linea 8.2.1.7 del Por: mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento, infrastrutture e servizi per la qualità della vita, recupero e riqualificazione di edifici, spazi pubblici e reti di servizio, pacchetti integrati di localizzazione per attrarre abitanti, condizioni di lavoro flessibile in particolare per le donne anche attraverso il telelavoro, turismo, energie rinnovabili.

(4) Coerenze

› Programma di Governo 2009-2014› Studio di alta qualità scientifica sullo spopolamento, di cui al Protocollo d’intesa tra la provincia di Cosenza e l’Università della Calabria, stipulato il 24 luglio 2008.

Documento strategico pro-vinciale (approvato con dcp 35 del 2005), asse IV “Cultura vola-no dello sviluppo”.Documento preliminare al Piano territoriale di coordinamento provinciale, asse IV “Turismo ambientale e culturale di qualità”.Piano provinciale triennale delle opere pubbliche

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(1) Priorità territoriali

Comuni in possesso dei requisiti fissati dal Por Fesr: Agnana Calabra, Antonimina, Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Calanna, Camini, Candidoni, Canolo, Caraffa del Bianco, Casignana, Ciminà, Cosoleto, Ferruzzano, Fiumara, Laganadi, Martone, Melicuccà, Pazzano, Placanica, Roccaforte del Greco, Roghudi, Samo, san Giovanni di Gerace, san Procopio, santa Cristina di Aspromonte, sant’Alessio in Aspromonte, sant’Ilario dello Ionio, Scido, Serrata, Staiti, Stignano.

Comuni dell’area delle Serre vibonesi, del Bacino dell’Angitola e dell’alto Mesima.

(2) Obiettivi assegnati alla progettazione integrata

Contrastare lo spopolamento dei sistemi territoriali marginali ed in declino:› riducendo la tendenza all’abbandono, attraverso la creazione di servizi che consentano il soddisfacimento dei fabbisogni locali legati a infrastrutture e servizi maggiormente sensibili ai fini della qualità della vita;› riducendo i disagi economici e sociali connessi con i problemi di mobilità da e verso le zone rurali in spopolamento ;› conferendo impulsi positivi ai micro sistemi produttivi locali (che siano anche generatori di nuovi flussi turistici) e attraendo nuove iniziative imprenditoriali compatibili con le produzioni locali;› attraendo nuovi abitanti nei territori in spopolamento, anche attraverso l’attivazione di incentivi rivolti agli immigrati

Contrastare lo spopolamento dei sistemi territoriali marginali ed in declino favorendo le attività produttive sostenibili, l’ospitalità diffusa, la valorizzazione dei beni ambientali e storico-artistici ed il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso il potenziamento dei servizi sociali.

ReggioCalabria

ViboValentia

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(3) Priorità di intervento

Il rapporto individua diverse priori-tà di intervento coerenti con la linea 8.2.1.7 del Por: approntamento di strutture mobili erogatrici di servizi sanitari e servizi sociali di assistenza, strutture per attività sportive di valenza sovracomunale, riqualificazione di spazi pubblici di aggregazione sociale, strutture itineranti per l’arte e la cultura, miglioramento della mobilità, pacchetti integrati di localizzazione, itinerari turistici, servizi di supporto alle attività agricole specializzate.

Il rapporto individua diverse priorità di intervento coerenti con la linea 8.2.1.7 del Por: mobilità, infrastrutture per lo sport, la cultura e il tempo libero, servizi per bambini ed anziani, Pacchetti integrati di localizzazione per l’insediamento di imprese, nuove iniziative economiche, percorsi enogastronomici, tutela delle risorse paesaggistiche, ambientali e culturali, energie rinnovabili

(4) Coerenze

› Piano territoriale del parco dell’Aspromonte › Piano territoriale di coordinamento provinciale di Reggio Calabria, in corso di adozione› Piano strategico 2007-2013 “Pit 19 Piana di Gioia Tauro” › Piano strategico 2007-2013 “Pit 20 Aspromonte”› Piano strategico Locride 2015.

› Piano territoriale di coordi-namento provinciale, approvato con Dcp 10 del 2004› Documento strategico d’area.› Contributo alla redazione del dsr Calabria.› Progetti integrati territoriali e Progetti integrati strategici realiz-zati nella provincia.

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4.5 Osservatorio delle dinamiche di spopolamentoIl Por Calabria Fesr 2007-2013 e successivamente la dgr 209 del 2009 prevedono la realizzazione di un Progetto per la messa a punto e l’avvio di un si-stema di monitoraggio (osservatorio) delle dinami-che dello spopolamento e degli effetti delle azioni di contrasto che si vogliono attivare, per valutarne l’effetto e apportare i necessari interventi correttivi. L’osservatorio consisterà in un sistema di osserva-zione delle dinamiche dello spopolamento in Cala-bria, che avrà come output principalmente rappor-ti annuali sull’andamento del fenomeno e rapporti monografici periodici su specifiche aree territoria-li e, o, tematiche, su buone pratiche nazionali ed internazionali, sull’evoluzione della legislazione e della programmazione di settore. L’osservatorio, inoltre, analizzerà e valuterà lo stato di attuazione e gli effetti del Pisr “Contrasto allo spopolamento” nonché dei diversi interventi di policy che incido-no su questo fenomeno, promuovendo la coesione territoriale in Calabria.L’osservatorio sarà istituito presso il Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria della re-gione Calabria.

4.6 Il repertorio di azioniIn coerenza con quanto previsto al paragrafo 4.1, dove vengono identificate le operazioni finanziabi-li con la linea di intervento 8.2.1.7, di seguito ven-gono descritte, attraverso apposite schede, alcune

tipologie di azioni a cui è possibile fare riferimen-to per individuare gli interventi da realizzare attra-verso i Pisl.

La realizzazione di un Progetto per la messa a punto e l’avvio di un sistema di monitoraggio (osservatorio) delle dinamiche dello spopolamento e degli effetti delle azioni di contrasto

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SCHEDA DI LINEA (A)Migliorare la mobilità verso e dentro le zone rurali in spopolamento. In molti casi le distanze sono ridotte ma i collegamenti non sono adeguati e ciò crea rilevanti disagi economici e sociali (es. fasce più giovani della popolazione).

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti inte-grati in grado di valorizzare le risorse e le specifi-cità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali. › Interventi infrastrutturali e di acquisizio-ne di tecnologie per la mobilità sostenibile nelle zone rurali in spopolamento. › Riduzione del tempo medio di percorren-za nelle tratte oggetto d’intervento. › Incremento percentuale utenti trasporta-ti dal servizio pubblico nelle zone rurali in spopo-lamento.

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del rego-lamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, recante di-sposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle nor-me relative all’ammissibilità delle spese, ai sensi dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Re-golamento di esecuzione del Regolamento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni generali sul fondo euro-peo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.(Codici Categoria di spesa: 61)

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate sono sele-zionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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SCHEDA DI LINEA (B)Migliorare le infrastrutture e i servizi maggiormente “sensibili” ai fini della qualità della vita (servizi sanitari, servizi scolastici, servizi per il tempo libero e le attività sportive, servizi telematici, etc.).

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la competi-tività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti integrati in gra-do di valorizzare le risorse e le specificità locali e con-trastare il declino delle aree interne e marginali. › Azioni per migliorare la qualità, l’accessibi-lità, la sostenibilità ambientale e la funzionalità delle scuole. › Aumento degli spazi per l’infanzia creati. › Aumento degli spazi (diurni e protetti) per adolescenti creati. › Aumento dei posti in asili nido creati. › Aumento dei posti in centri (diurni, comu-nità familiari, comunità alloggio, Rsa, ecc.) per anzia-no creati. › Aumento dei centri sociali per anziani creati. › Aumento dei Servizi di telesoccorso e di te-leassistenza realizzati, potenziati. › Interventi per la realizzazione / potenzia-mento dei servizi di telemedicina. › Interventi, inclusi quelli di domotica, per ri-durre le condizioni di disabilità nelle abitazioni. › Aumento dei posti in centri diurni, struttu-re residenziali o semi-residenziali per soggetti diversa-mente abili creati. › Aumento dei centri sociali e centri giovani-li creati.

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul

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fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.(Codici Categoria di spesa: 61)

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate sono sele-zionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

SCHEDA DI LINEA (C)Recuperare e riqualificare gli edifici, gli spazi pubblici e le reti di servizio.

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la competi-tività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti integrati in gra-do di valorizzare le risorse e le specificità locali e con-trastare il declino delle aree interne e marginali. › Aree e immobili degradati e, o, sottoutiliz-zati di proprietà pubblica recuperati e, o, riqualificati › Reti di servizi migliorate/potenziate › Interventi per il miglioramento dell’accessi-bilità degli spazi e dei servizi pubblici ai soggetti di-versamente abili. › Aumento di spazi attrezzati per attività sportive, sociali, ricreative creati.

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di opera-zioni in funzione degli specifici obiettivi di contrasto allo spopolamento, attraverso la realizzazione di cin-que Progetti integrati di sviluppo locale (uno per cia-scuna Provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

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Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate so-no selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

SCHEDA DI LINEA (D)Sostegno alle attività di ricerca e alta formazione e istruzione. Le università potrebbero essere incentivate a localizzare ricerche e corsi di alta formazione connessi con le risorse ambientali e culturali dei territori (ad esempio master).

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti inte-grati in grado di valorizzare le risorse e le specifi-cità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali. › Progetti infrastrutturali, quali allestimen-ti di laboratori, destinati alle attività di ricerca nei territori. › Corsi di alta formazione connessi con le risorse ambientali e culturali dei territori (ad esem-pio master). › Ricerche connesse con le risorse ambien-tali e culturali dei territori (ad esempio master).

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

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Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate so-no selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

SCHEDA DI LINEA (E)Promuovere e attivare Pacchetti integrati di localizzazione per attrarre nuovi abitanti nei territori marginali, inclusi gli immigrati, attraverso la messa a disposizione a condizioni di vantaggio di: - immobili pubblici e privati non utilizzati da de-stinare ad attività produttive (artigianato, turismo, servizi, etc.).

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti inte-grati in grado di valorizzare le risorse e le specifi-cità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali. › Pacchetti integrati di localizzazione atti-vati. › Riqualificazione di immobili pubblici e privati non utilizzati da destinare ad attività pro-duttive (artigianato, turismo, servizi, etc.).

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

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Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.(Codici Categoria di spesa: 61)

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate so-no selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

SCHEDA DI LINEA (F)Promuovere e sostenere, attraverso interventi di riqualificazione infrastrutturale, condizioni di lavoro flessibile, soprattutto per le donne, anche attraverso il telelavoro.

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti inte-grati in grado di valorizzare le risorse e le specifi-cità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali. › Interventi per il contrasto all’E-Esclusion. › Aumento dei posti in asili nido creati. › Aumento dei spazi per l’infanzia (baby parking, ludoteche, spazi giochi, centri diurni ecc.) creati. › Servizi di telelavoro realizzati e, o, poten-ziati.

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

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Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.(Codici Categoria di spesa: 61)

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate so-no selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

SCHEDA DI LINEA (G)Promuovere il turismo attraverso la messa a punto di itinerari di turismo ecologico, culturale e enogastronomico per aree omogenee.

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita, la com-petitività e l’attrattività dei Sistemi territoriali non urbani attraverso la realizzazione di Progetti inte-grati in grado di valorizzare le risorse e le specifi-cità locali e contrastare il declino delle aree interne e marginali. › Interventi di marketing territoriale, pro-mozione di marchi d’area e di certificazione am-bientale › Km di rete (sentieristica, ippovie, piste ci-clabili, ecc.) realizzata e, o, potenziata. › Strutture per il miglioramento della frui-zione del patrimonio ambientale create. › Progetti per la realizzazione di ecovillag-gi finanziati. › Imprese attive nel comparto della produ-zione e diffusione di contenuti ed eventi culturali finanziate. › Interventi per migliorare l’accessibilità ai siti culturali, naturali e paesaggistici di pregio. › Itinerari e parchi tematici (naturalistici, culturali, enogastronomici, etc.) realizzati.

DescrizioneL’azione rientra nella linea di intervento 8.2.1.7 del Por, finalizzata a sostenere la realizzazione di ope-razioni in funzione degli specifici obiettivi di con-trasto allo spopolamento, attraverso la realizzazio-ne di cinque Progetti integrati di sviluppo locale (uno per ciascuna provincia).

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Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese, ai sen-si dell’articolo 56 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, dell’articolo 7 del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 e del dpr 196 del 3 ottobre 2008 avente ad oggetto “Regolamento di esecuzione del Regola-mento (Ce) 1083 del 2006 recante disposizioni ge-nerali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione”.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiConformemente all’articolo 65 del Regolamento (Ce) 1083 del 2006, le operazioni cofinanziate so-no selezionate sulla base dei criteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

Azioni attivabili e coerenti con le indicazioni del Por Calabria Fers 2007-2013Sulla base delle esperienze illustrate nel capitolo 3 e sulle azioni previste dalla linea di intervento 8.2.1.7, a seguire, a titolo di esempio, sono ripor-tate alcune schede relative ad tipologie di possibi-li azioni.

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AZIONE 1Realizzazione di un sistema di mobilità integrato e sostenibile verso e dentro le zone rurali in spopolamento

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare l’accessibilità delle zone rurali in spopolamento attraverso il potenziamento/ade-guamento dei collegamenti esistenti e l’attivazione di servizi di trasporto collettivo “a prenotazione”, finalizzati a garantire opportunità di mobilità a fa-sce di popolazione altrimenti isolate, ed a rendere più accessibili le zone rurali di pregio paesaggisti-co in spopolamento a turisti e visitatori. › Elevare gli standard della qualità della vi-ta dei residenti in zone rurali in spopolamento sod-disfacendo i bisogni relativi alla mobilità interco-munale, aumentando l’autonomia di spostamento delle fasce più deboli di popolazione (giovani ed anziani) e promuovendo condizioni per la riduzio-ne del disagio economico e sociale dei residenti. › Attivare servizi essenziali funzionali all’attrazione di residenti nelle zone rurali in spo-polamento. › Collegamenti verso e dentro le zone rura-li in spopolamento più efficienti, più numerosi, di-versificati ed economici. › Potenziamento della qualità dei servizi di mobilità integrati e sostenibili verso e dentro le zo-ne rurali in spopolamento.

DescrizioneL’azione tende a rendere fruibili ed attrattive le zo-ne rurali in spopolamento da parte dei residenti, dei visitatori e dei turisti avviando, laddove possi-bile, meccanismi virtuosi di attrattività residenziale

attraverso la garanzia di standard idonei di mobi-lità verso e dentro le zone rurali in spopolamento.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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AZIONE 2Azioni volte ad ottenere un’offerta turistica unitaria e integrata di itinerari di turismo ecologico, culturale, socio-inclusivo ed enogastronomico.

Obiettivi e risultati attesi › Promuovere il patrimonio naturale, cul-turale ed enogastronomico delle zone rurali in spo-polamento come volano di sviluppo turistico eco-sostenibile. › Implementare modelli di turismo acces-sibile ed inclusivo capaci di captare una domanda turistica inevasa e specifica. › Servizi e prodotti turistici finalizzati al-la valorizzazione, alla promozione ed alla fruizione ecosostenibile del patrimonio naturale, culturale ed enogastronomico delle zone rurali in spopolamento. › Sviluppo di un’offerta turistica specializ-zata e di nicchia.

DescrizioneIl patrimonio naturalistico, culturale, archeologico, architettonico e delle produzioni agroalimentari ti-piche della Calabria rappresenta una potenzialità di sviluppo socio-economico, non pienamente sfrut-tata, per le zone rurali in spopolamento di partico-lare pregio. In coerenza con linea di Intervento 8.2.1.7 del Por Fesr 2007-2013, finalizzata ad attuare misure di contrasto allo spopolamento delle zone rurali mar-ginali ed in declino identificate, l’azione prevede la progettazione e realizzazione di un insieme inter-venti e prodotti turistici utili per la valorizzazio-ne del patrimonio delle aree rurali in spopolamen-to e per la creazione di nuovi bacini occupazionali

in ambito turistico.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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AZIONE 3Realizzazione di ambienti virtuali, basatisulle tecnologie Ict, per la promozionee la fruizione delle risorse naturali, culturali ed enogastronomiche del territorio

Obiettivi e risultati attesi › Superare i limiti derivanti dalla disage-vole accessibilità e marginalità delle zone rurali in spopolamento della Calabria. › Questa azione si propone obiettivi e fina-lità concrete per la valorizzazione delle risorse lo-cali e per il miglioramento della fruibilità del pa-trimonio naturale, culturale ed enogastronomico locale del territorio coinvolto. › Sistemi di ambienti virtuali e sistemi in-formativi, basati sulle tecnologie Ict, in rete.

DescrizioneIn coerenza con linea di intervento 8.2.1.7 del Por Fers2007-2013, finalizzata a contrastare lo spopo-lamento dei sistemi marginali ed in declino, l’azio-ne prevede la progettazione e realizzazione di am-bienti virtuali e sistemi informativi, basati sulle tecnologie Ict, per la promozione e la fruizione dei luoghi di interesse naturalistico, culturale ed eno-gastronomico ricadenti nelle zone rurali in spopo-lamento.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

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Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.Importi massimi dei finanziamenti concedibili e in-tensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

AZIONE 4Realizzazione di iniziative e interventi volti a garantire parità di opportunità di accesso all’offerta culturale ed ai servizi per il tempo libero dal parte dei minori delle famiglie residenti in zone rurali in spopolamento.

Obiettivi e risultati attesi › Consentire l’accesso a servizi specifici di-dattici, culturali e ricreativi da parte dei minori re-sidenti in zone rurali in spopolamento. › Ridurre il gap di crescita psico-culturale di bambine e bambini dei territori rurali rispetto i minori residenti in aree urbane maggiormente in-frastrutturate. › Sperimentazione di servizi mobili per la promozione dell’offerta culturale e ricreativa a mi-nori residenti in zone rurali in spopolamento.

DescrizioneL’azione vuole promuovere interventi infrastruttu-rali quali punti aggregazione e intrattenimento, lu-doteche e spazi dedicati per il tempo libero, e ser-vizi mirati quali bibliobus e ludoteche ambulanti, voucher per campi-scuola, viaggi d’istruzione

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

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Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

AZIONE 5Realizzazione di infrastrutture per favorire il telelavoro per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne residenti in zone rurali in spopolamento

Obiettivi e risultati attesi › Promuovere nuova occupazione attraver-so e metodologie del lavoro a distanza e l’utilizzo delle nuove tecnologie. › Sostenere la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro. › Contenere i flussi migratori dalle zone ru-rali in spopolamento verso centri più grandi. › Creazione di centri attrezzati per il telela-voro. › Creazione di nuovi posti di lavoro.

DescrizioneRealizzazione di infrastrutture a supporto delle nuove tecnologie che possono favorire un sensibile miglioramento delle condizioni di vita delle popo-lazioni residenti in zone rurali in spopolamento, ri-ducendo o eliminando le distanze da e verso il luo-go di lavoro , incentivando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, anche attraverso la creazione di nuove imprese, e promuovendo la sperimentazio-ne e la conoscenza pratica di nuove metodologie di lavoro a distanza.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

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Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

AZIONE 6Promozione di percorsi di alta formazionenelle zone rurali a rischio spopolamento, attraverso la realizzazione di infrastrutture atte alla localizzazione delle attività.

Obiettivi e risultati attesi › Promuovere e realizzare all’interno delle zone rurali a rischio spopolamento un sistema in-novativo di alta formazione, di valenza nazionale, sui temi dello sviluppo sostenibile, della valoriz-zazione ambientale e culturale dei territori, del re-cupero degli antichi mestieri, ecc. ed interventi di supporto all’aggiornamento professionale. › Acquisizione di competenze e conoscen-ze sulle tematiche correlate ai fenomeni di spopo-lamento e dello sviluppo sostenibile. › Attrazione di visitatori fruitori dei per-corsi formativi residenziali con relativo indotto.

DescrizioneL’azione propone l’attuazione di percorsi formativi finalizzati attraverso l’allestimento di locali o spazi idonei alla localizzazione delle attività. Soggetti beneficiari, destinatari e attuatoriRegione CalabriaComuniComunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-

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golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

AZIONE 7Azioni di recupero e riqualificazione del tessuto edilizio pubblico delle zone rurali in spopolamento, finalizzate a ridurre i fattori di espulsione dai territori a rischio di spopolamento.

Obiettivi e risultati attesi › Contrastare il fenomeno dello spopola-mento, stimolando un processo di riappropriazione dell’identità del territorio e di appartenenza culturale. › Realizzazione di nuove progettualità in-tegrate all’interno delle zone rurali in spopolamen-to capaci di garantire la conservazione ed il mi-glioramento dello stato fisico dei luoghi nonché delle condizioni di vita delle popolazioni residenti. › Progettazione ed implementazione di un sistema integrato di accoglienza (ospitalità, ristora-zione, animazione e fruibilità), attraverso il recupe-ro e la re-funzionalizzazione del patrimonio immo-biliare esistente.

DescrizioneRecupero e valorizzazione, attraverso un insieme di azioni integrate , angoli, piazze, scalinate, ambiti naturali di particolare bellezza e suggestione, volte al miglioramento della qualità della vitae finalizza-te a ridurre i fattori di espulsione dai territori a ri-schio di spopolamento.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

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Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo.

AZIONE 8Creazione di reti di eco-villaggi

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare le condizioni di vita delle po-polazioni locali site in zone rurali in spopolamento di pregio naturalistico grazie all’attrazione di nuo-vi residenti, visitatori, turisti e correlata offerta di servizi. › Recuperare l’identità culturale della co-munità locale. › Proteggere e conservare le risorse natura-li e storico culturali. › Ripopolamento dei territori rurali grazie al recupero o re-indirizzamento della loro identità. › Rivitalizzazione di aree abbandonate o a rischio abbandono attraverso un’azione di anima-zione e coinvolgimento della popolazione rurale. › Creazione di servizi innovativi e modello idoneo di marketing territoriale.

DescrizioneRealizzazione di infrastrutture per la valorizzazio-ne e promozione di una rete di ecovillaggi costitu-iti da comuni siti in zone rurali in spopolamento, al fine di recuperare o reinventare l’identità terri-toriale, determinando un fenomeno di “riabitazio-ne dei territori rurali”. Gli ecovillaggi possono, a titolo esemplificativo, ospitare in modo permanente diverse attività, qua-li ad esempio: › la produzione, trasformazione e commer-cializzazione di prodotti agricoli biologici e pro-dotti artigianali; › attività turistiche (ristoro, accoglienza, escursioni guidate, etc.);

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› centri di recupero per tossicodipendenti, centri terapeutici, centri benessere, centri di acco-glienza per extra- comunitari; › programmi di educazione ambien-tale (campi scuola, formazione delle guide naturalistiche,etc.); › laboratori di ricerca sulle fonti energeti-che nuove e rinnovabili; › laboratori didattici di medicina naturale, erboristeria, enologia, cucina tradizionale, dialetto-logia, ecc; › scuole di restauro e bioarchitettura; › centri di ricerca multimediali (cre-azione di un portale internet, di un centro di documentazione,etc.).

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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AZIONE 9Azioni integrate per migliorare la qualità della vita dei residenti in zone rurali in spopolamento

Obiettivi e risultati attesi › Migliorare la qualità della vita della po-polazione residente in zone rurali in spopolamento. › Favorire lo sviluppo delle attività econo-miche nelle aree rurali. › Costruzione di un sistema di servizi inte-grati a sostegno delle attività economiche imple-mentate. › Costruzione di un sistema di servizi inte-grati per arginare i fenomeni di esclusione delle fa-sce deboli di popolazione (assistenza agli anziani, all’infanzia, assistenza sanitaria, ecc.).

DescrizioneRecupero e riqualificazione di infrastrutture per promuovere una serie di iniziative al fine di elevare gli standard di qualità della vita attraverso l’offer-ta di servizi utili ad agevolare coloro che vivono in una situazione di disagio in zone rurali in spopola-mento: anziani, ammalati, disabili, e tutti coloro i quali hanno difficoltà oggettive di spostamento sul territorio, sia per operazioni semplici e di routine che per la realizzazione di processi più importanti.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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AZIONE 10Azioni per la costituzione e promozionedi laboratori per la valorizzazione dell’artigianato tipico ed artistico

Obiettivi e risultati attesi › Favorire lo sviluppo professionale e le attitudini imprenditoriali dei giovani disoccupati delle zone rurali in spopolamento. › Rafforzare il sistema produttivo artigia-nale esistente. › Creare le condizioni culturali ed operati-ve per realizzare reti d’impresa a livello locale. › Costituzione di filiere produttive e reti di imprese impegnate a integrare le politiche, gli stru-menti di marketing ed i processi produttivi

DescrizioneRecupero e riqualificazione di infrastrutture. L’azione si prefigge di valorizzare l’artigianato ti-pico ed artistico, e con esso le sue maestranze; di promuovere azioni di informazione e di animazio-ne atte a stimolare la creazione di impresa; di cre-are nuove opportunità occupazionali per giovani residenti e disoccupati, favorendo la conoscenza delle opportunità di sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali sia legate alla valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio, che alle opportuni-tà individuate direttamente sul mercato.

Soggetti beneficiari, destinatari e attuatori › Regione Calabria › Comuni › Comunità montane

Modalità e criteri di selezione dei soggetti bene-ficiari e attuatoriAvviso pubblico

Normativa di riferimento applicabileRegolamento (Ce) 1828 del 2006 della Commissio-ne, che stabilisce modalità di applicazione del Re-golamento (Ce) 1083 del 2006 del Consiglio, re-cante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del Regolamento (Ce) 1080 del 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relati-vo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

Costi ammissibili per la realizzazione dell’azioneIl soggetto beneficiario è tenuto al rispetto delle norme relative all’ammissibilità delle spese.

Importi massimi dei finanziamenti concedibili e intensità degli aiutiCriteri approvati dal Comitato di sorveglianza del programma operativo

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5.1 Definizione della proceduraL’Avviso pubblico per la presentazione e selezione dei Progetti integrati di sviluppo locale del Por Ca-labria Fesr 2007-2013 (approvato con ddg 10028 del 10 agosto 2011) prevede, all’articolo 19 (Dispo-sizioni specifiche per i Pisl attuativi del Pisr “Con-trasto allo spopolamento”) che il Tavolo regionale definisca e condivida strategie e priorità del Pisr, in concertazione con le amministrazioni provinciali. Il progetto deve individuare in particolare, su base provinciale, le aree territoriali prioritarie per l’at-tuazione dei Pisl nonché le necessarie azioni tra-sversali e di sistema.Il presente Pisr viene dunque approvato, nei suoi contenuti territoriali, strategici ed operativi, dal Ta-volo regionale e successivamente con delibera di giunta regionale. In coerenza con la delibera 163 del 2010, il Pisr verrà coerentemente declinato in Progetti di svi-luppo locale (Pisl) di livello provinciale. I Pisl ver-ranno elaborati da partenariati di progetto di li-vello provinciale che, in conformità con le regole generali sui Progetti integrati di sviluppo locale de-finite all’articolo 12 dell’Avviso sopra menziona-to, sarà composto da enti locali in forma singola e, o, associata, enti e amministrazioni pubbliche, or-ganismi di diritto pubblico, associazioni di cate-goria e datoriali, organizzazioni sindacali, associa-zioni ambientaliste e culturali, rappresentanze del privato sociale, università, centri di ricerca pubbli-ci, organizzazioni di produttori ed altri attori del-

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Il presente Pisr viene dunque approvato, nei suoi contenuti territoriali, strategici ed operativi, dal Tavolo regionale e successivamente con delibera di giunta regionale.

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lo sviluppo portatori di interessi diffusi, in grado di contribuire concretamente alla costruzione e all’at-tuazione del Pisl. I Pisl individueranno le priorità territoriali e tema-tiche degli interventi di contrasto allo spopolamen-to, in stretta coerenza con il Progetto integrato di sviluppo regionale. Essi dovranno possedere i re-quisiti di qualità associati ai criteri di valutazio-ne generali e specifici, di cui al Documento di cri-teri relativo al Por Fesr 2007-2013 (asse VIII, linea di intervento 8.2.1.7 Progetto integrato di sviluppo regionale per contrastare lo spopolamento dei Si-stemi territoriali marginali e in declino).Ciascun Pisl si doterà del sistema organizzativo e di governance previsto dall’Avviso. Il Tavolo di par-tenariato provinciale svolgerà le funzioni indica-te nell’Avviso.Nell’ambito di ciascun Pisl, sono definiti e propo-sti al finanziamento i Progetti locali di cui all’“Av-viso pubblico per la selezione dei Progetti locali di contrasto allo spopolamento e delle relative opera-zioni”, la cui emanazione è prevista dalla delibera 209 del 2009, pagina 9. I Progetti locali sono costi-tuiti da singole operazioni di valenza sovracomu-nale oppure da gruppi di operazioni strettamente e funzionalmente integrate, sempre di rilievo sovra-comunale. Tali operazioni potranno avere caratte-ristiche a rete, di sistema o puntuali con valenza

sovraterritoriale.Ciascun comune potrà partecipare con singole operazioni, ad un massimo di due Progetti locali. I microsistemi definiti al capitolo 2 del documen-to costituiscono un’indicazione rilevante ed ana-liticamente fondata ai fini della definizione delle aree sovracomunali a cui riferire i Progetti loca-li dei Pisl. Essi non costituiscono, tuttavia, indiriz-zi vincolanti per i proponenti delle operazioni, che dovranno peraltro argomentare accuratamente la coerenza delle proprie scelte relativamente ai mi-crosistemi territoriali di riferimento.Il costo complessivo delle operazioni di ciascuna proposta di Pisl, fermo restando che il finanzia-mento avverrà entro i limiti della dotazione finan-ziaria di ciascun Pisl di livello provinciale potrà es-sere pari sino al doppio delle somme assegnate a ciascun ambito provinciale e, comunque, dovrà es-sere non minore di 1,5 volte la suddetta somma.I Progetti integrati di sviluppo locale, proposti dai partenariati di progetto, verranno approvati dalla regione Calabria nel quadro di una procedura valu-tativo-negoziale basata sull’applicazione dei crite-ri citati di ammissibilità e di merito. Analogamen-te si procederà per i Progetti locali (con le relative operazioni), che verranno selezionati all’interno della medesima procedura valutativo-negoziale, considerando i criteri di selezione definiti e tenen-do conto delle priorità regionali per le politiche di contrasto allo spopolamento.

In sintesiLa procedura valutativo-negoziale si articola in questo modo: › valutazione, (con l‘elaborazione di un Rapporto di valutazione) da parte del Nucleo re-

Ciascun Pisl si doterà del sistema organizzativo e di governance previsto dall’Avviso. Il Tavolo di partenariato provinciale svolgerà le funzioni indicate nell’Avviso.

Ciascun comune potrà partecipare con singole operazioni, ad un massimo di due Progetti locali.

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gionale di valutazione e verifica investimenti pub-blici (Nrvvip) della Regione, delle cinque proposte di Pisl (parte generale), mediante l‘applicazione dei criteri di ammissibilità e selezione pertinenti; › trasmissione ai soggetti capofila del Rap-porto di valutazione dei Pisl, che includono pre-scrizioni per la loro eventuale revisione alla luce dei criteri di valutazione applicati, nonché even-tuali osservazioni e richieste di integrazioni sulle operazioni proposte; › verifica (da parte della Regione) delle mo-difiche e integrazioni apportate. Eventuale appro-vazione dei Pisl e delle operazioni (fino all‘esau-rimento delle risorse disponibili), attraverso la valutazione (con punteggi) delle operazioni propo-ste. La valutazione avverrà sulla base dei criteri di ammissibilità e selezione pertinenti, con la formu-lazione di una graduatoria delle operazioni all‘in-terno di ciascun Pisl. › delibera della Giunta regionale di appro-vazione dei Pisl e della graduatoria delle singole operazioni.

5.2 Fasi proceduraliLa procedura descritta al paragrafo 5.1 si articola nelle fasi individuate di seguito.

1. Presentazione del Pisr al Tavolo regionale, sua condivisione. 2. Approvazione del Pisr e Linee di indirizzo, che regolano la costituzione dei partenariati di pro-

getto e la presentazione delle proposte di Pisl, uno in ciascuna provincia, con delibera di Giunta re-gionale. 3. Elaborazione (da parte dei partenariati di progetto) dei cinque Pisl compresa l‘indicazione delle singole operazioni. Nella fase di elaborazione, i partenariati di progetto conducono una procedu-ra di informazione, consultazione e partecipazione inclusiva delle comunità locali interessate. 4. Trasmissione delle proposte ai Tavoli provin-ciali per il parere o documento di trasmissione che attesta l‘invio della proposta antecedente a cinque giorni prima del termine di scadenza dell‘Avviso. 5. Presentazione delle proposte di Pisl alla Re-gione, entro 45 giorni dalla pubblicazione dell‘Av-viso. 6. Trasmissione del Rapporto di valutazione en-tro 15 giorni dalla scadenza del termine per la pre-sentazione delle proposte di Pisl. 7. Svolgimento della procedura valutativo-ne-goziale descritta in precedenza entro 30 giorni dal-la notifica del Rapporto di valutazione. 8. Valutazione dei Pisl e definizione delle gra-duatorie delle relative operazioni, da parte del Nu-cleo regionale di valutazione e verifica investimenti pubblici (Nrvvip) entro 15 giorni dalla presentazio-ne delle proposte definitive. 9. Approvazione dei Pisl e delle graduatorie con dgr entro i 15 giorni successivi.

5.3 Presentazione schematica dei contenutidei PislIn applicazione della delibera 209 del 2009, lo schema per la presentazione dei Pisl è articolato nelle parti individuate di seguito. Il formulario di presentazione viene allegato all’Avviso pubblico.

I Progetti integrati di sviluppo locale, proposti dai partenariati di progetto, verranno approvati dalla regione Calabria nel quadro di una procedura valutativo-negoziale.

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a. Analisi territoriale delle condizioni che de-terminano lo spopolamento. In questa parte, facen-do riferimento alle analisi già svolte nel Pisr, vie-ne descritta la situazione del contesto territoriale in cui il Pisl si inserisce, evidenziando precisamen-te le problematiche esistenti, i limiti strutturali da superare e le altre condizioni che determinano lo spopolamento. Vengono analizzate le situazioni re-lative sia al Pisl nel suo complesso che ai singoli microsistemi territoriali individuati dal Pisr. b. Condivisione dei risultati della analisi con le comunità locali. In questa parte vengono de-scritte le attività svolte per condividere i risultati delle analisi svolte con le comunità locali, nonché i risultati di queste attività di partecipazione ed il modo in cui se ne è tenuto conto nella elaborazio-ne della proposta di Pisl. c. Individuazione degli obiettivi, delle strate-gie e delle azioni da mettere in atto a livello loca-le per il contrasto allo spopolamento. In analogia con i Pisl relativi ai sistemi istituzionali e tematici, anche i Pisl attuativi del Pisr “contrasto allo spopo-lamento” identificano un’idea forza che specifica i sentieri o percorsi di sviluppo, attrattività e quali-tà della vita del sistema territoriale, da perseguire (con riferimento al tema del contrasto allo spopola-mento) attraverso l’uso innovativo, l’integrazione e l’incremento delle risorse territoriali disponibili. Le strategie del Pisl dovranno permettere di valorizza-re vantaggi comparati presenti nei sistemi territo-riali ovvero rimuovere condizioni locali di blocco allo sviluppo delle attività economiche. d. Partenariato di progetto costituito. Vengo-no qui identificati i partner componenti la compa-gine proponente, con una chiara e coerente speci-ficazione degli impegni assunti da ciascuno.

e. Operazioni da realizzare nell’ambito dei Progetti locali, con la specificazione dei territori di riferimento. Come specificato in precedenza, i Pro-getti locali sono riferiti a specifiche aree (microsi-stemi territoriali) e costituiti da singole operazio-ni di valenza sovracomunale oppure da gruppi di operazioni strettamente e funzionalmente integra-te, sempre di rilievo sovracomunale. Tali operazio-ni possono avere caratteristiche a rete, di sistema o puntuali con valenza sovraterritoriale. Ciascun co-mune potrà partecipare con singole operazioni, ad un massimo di due Progetti locali. f. Modalità di attuazione e gestione. In questa parte andrà descritta l’organizzazione del partena-riato, le capacità e dotazioni del soggetto respon-sabile, il modello per la gestione del Pisl “contra-sto allo spopolamento”. Tale modello dovrà essere in grado di assicurare l’esecuzione unitaria del Pi-sl, mediante la realizzazione coordinata delle ini-ziative previste e l’attuazione efficiente e stabile dell’impianto progettuale. g. Piano finanziario. La proposta di Pisl potrà contenere operazioni per un costo pubblico com-plessivo pari sino al doppio delle risorse finanzia-rie disponibili e, comunque, dovrà essere non mi-nore di 1,5 volte la suddetta somma. La selezione delle operazioni sarà effettuata dalla Regione Ca-labria nel quadro della procedura valutativo-nego-ziale descritta in precedenza.

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PIANO FINANZIARIO

La tabella che segue, indica i riparti finanziari per provincia per come stabiliti dalla dgr 163 del 2010.

Le risorse finanziarie, pari a 41.975.360,70 euro, vengono ripartite attraverso: › l’attribuzione di quota fissa di 8.395.072,14 euro, pari al 20 per cento del tota-le delle risorse finanziarie disponibili nella linea di intervento 8.2.1.7, suddivisa per ciascuna delle cin-que province; › l’attribuzione delle risorse rimanenti pari a 33.580.288,56 euro, pari all’80 per cento del to-tale delle risorse finanziarie disponibili, nelle cin-que province sulla base della popolazione residen-te al netto di quella residente nelle aree urbane così come indicate nel Por Calabria Fesr 2007-2013.

Le percentuali di riparto territoriale della popola-zione residente nelle aree non urbane per le cinque province sono le seguenti: › Catanzaro: 159 per cento; › Cosenza: 40,96 per cento; › Crotone: 8,33 per cento; › Reggio Calabria: 25,60 per cento; › Vibo Valentia: 102 per cento.

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Ammontare risorse 41.975.360,70 euro Quota del 20% 8.395.072,14 euro Quota variabile 33.580.288,56 euro % da dgr 163 Quota variabile (euro) Quota fissa (euro) Totale (euro)Catanzaro 159 5.067.265,54 1.679.014,43 6.746.279,97Cosenza 40,96 13.754.486,19 1.679.014,43 15.433.500,62Crotone 8,33 2.797.2384 1.679.014,43 4.476.252,47Reggio Calabria 25,60 8.596.553,87 1.679.014,43 10.275.568,30Vibo 102 3.364.744,91 1.679.014,43 5.043.759,34

Tavola 13. Ripartizione risorse finanziare linea 8.2.1.7 “Spopolamento”

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INDI

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SGUARDO D’INSIEMEpagina 20

01INQUADRAMENTO PROGRAMMATICOpagina 22

1.1 Orientamenti strategici e politiche comunitarie e nazionalipagina 22

1.2 Strategie e normativa regionalepagina 26

1.3 Lo spopolamento nel Por Calabria Fesr 2007-2013 e atti programmatici successivipagina 29

1.4 Finalitàdel Pisr “Contrasto allo spopolamento dei sistemi territoriali marginalie in declino”pagina 30

02CONTESTO TERRITORIALEDI INTERVENTOpagina 32

2.1 Demografia pagina 33

2.2 Variazionidel redditopagina 37

2.3 Servizie risorsepagina 37

2.4 Ipotesi valutative sulla definizione di possibili reti e aggregazioni di comunipagina 46

2.5 Analisi Swot pagina 47

03ESPERIENZE DI CONTRASTO ALLO SPOPOLAMENTO SIGNIFICATIVE TRASFERIBILI E, O, UTILIZZABILI IN CALABRIA. pagina 48

3.1 Servizio di taxibus (Italia) pagina 49

3.2 Berta (Austria) pagina 52

3.3 Tagesmutter, servizio di nido familiare (Italia) pagina 53

3.4 I giovani creano i loro spazi di libertà (Austria) pagina 55

3.5 Navapalos: contro lo spopolamentoe per lo sviluppo sostenibile (Spagna) pagina 57

3.6 Villaggio ecologico e di educazione ambientale PantaRei (Italia) pagina 59

3.7 Incontri con il legno (Austria) pagina 60

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3.8 Meisterstrasse Salzkammergut (Austria) pagina 62

3.9 Melpignano, impianto fotovoltaico diffuso sui tetti (Italia) pagina 64

3.10 Il parcodella Grancia (Italia) pagina 66

3.11 Centro di interpretazione geologica di Canelas (Portogallo) pagina 68

3.12 Badolato, paese dell’accoglienza (Italia) pagina 69

3.13 Riace Village (Italia) pagina 71

3.14 Telecottage e servizi combinati per la diffusione del lavoro a distanza (Italia) pagina 72

3.15 Laboratorio permanente “identità e innovazione” (Italia) pagina 74

3.16 Lucania film festival (Italia) pagina 76

04LA STRATEGIA DEL PISRpagina 80

4.1 Inquadramento strategico, obiettivi, finalità e principi di riferimentopagina 80

4.2 Strategiadi interventopagina 83

4.3 Gli orientamenti del Quadro unitario della progettazione integratapagina 86

4.4 Le priorità territoriali del Qupipagina 87

4.5 Osservatorio delle dinamiche di spopolamentopagina 92

4.6 Il repertorio di azionipagina 92

Scheda di linea (A)pagina 93

Scheda di linea (B)pagina 94

Scheda di linea (C)pagina 95

Scheda di linea (D)pagina 96

Scheda di linea (E)pagina 97

Scheda di linea (F)pagina 98

Scheda di linea (G)pagina 99

Azione 1pagina 101

Azione 2pagina 102

Azione 3pagina 103

Azione 4pagina 104

Azione 5pagina 105

Azione 6pagina 106

Azione 7pagina 107

Azione 8pagina 108

Azione 9pagina 110

Azione 10pagina 111

05LE PROCEDUREpagina 112

5.1 Definizionedella procedurapagina 112

5.2 Fasi procedurali pagina 114

5.3 Presentazione schematica dei contenuti dei Pisl pagina 114

06PIANO FINANZIARIOpagina 118

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LE R

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INDI

CE

INDICE DELLE TAVOLE

Tavola 1Elenco dei comuni componentile aree internee periferiche soggettea spopolamentoin Calabriapagina 34

Tavola 2Popolazione per macroclassi d’etàpagina 35

Tavola 3Indici di strutturapagina 36

Tavola 4Andamento dei redditipagina 36

Tavola 5Centri urbanidi riferimentopagina 39

Tavola 6Microsistemi provincialipagina 43

Tavola 7Analisi Swotpagina 45

Tavola 8Priorità di intervento linea 8.2.1.7pagina 50

Tavola 9Flussi di visitatorial parco della Granciapagina 66

Tavola 10Investimenti pubblici per il parco della Grancia (1994-2004)pagina 67

Tavola 11Entrate del parcodella Grancia(2005-2006)pagina 67

Tavola 12Priorità territoriali rappresentate dalle Province per il Pisrpagina 88

Tavola 13Ripartizione risorse finanziare linea 8.2.1.7 “Spopolamento”pagina 119

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CAPI

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BEN QUATTROI nostri frutti, dal connubio conoscenza e comunicazione

Quattro. Le collane editoriali che hanno preso vita da CalabriaProgettazioneIntegrata. Quattro collane, undici volumi già editi o nelle macchine del tipografo, pronti per essere al nostro servizio. Alcuni semplici numeri, perché fa sempre piacere constatare quanto conoscenza e comunica-zione siano fatte l’una per l’altra. Un connubio ancora più importante, e civicamente fondante, se accade nell’ambito del bene comune, dello sviluppo territoriale, dell’impegno delle istitu-zioni pubbliche. La trasformazione di un documento “grigio” e, quin-di, di un rapporto, un documento o, come in que-sto caso, di dispense, in libro, oltre a rappresentare un’identità riconoscibile di tutto il progetto, si pone anche una finalità ancora più pragmatica: spiega-re il perché, il come e il cosa attraverso uno stile redazionale e grafico che aiuti nella lettura e nella comprensione. Data proprio questa importanza e questa finalità,

l’organizzazione dei volumi ha visto la creazione di ben quattro collane, abbiamo detto: Riferimenti, Strumenti, Materiali di progetto, Case history; per-ché fin da subito i contenuti siano veicolati e distinti per la loro funzione. Nella specializzazione, è presente l’identità del progetto, attraverso una struttura e un formato uni-forme, molti elementi che rendono questi volumi “fratelli” tra loro, o almeno cugini. Ciò ci consente anche di realizzare in ogni libro un percorso comune che consenta al lettore di destreggiarsi, anche se i contenuti non sono, a volte, immediatamente inter-pretabili.

INFINE, AL DI LÀ DELLA CARTA.Tutti i volumi passeranno attraverso la stampa, ma saranno tutti leggibili anche online, in formato ebo-ok, gratuiti. Una scelta che ripercorre il rispetto del mondo in cui viviamo (già dimostrato con la stampa su carte ecologicamente sostenibili), e una spinta perché la conoscenza sia, almeno, accessibile. Perché fa sempre piacere vedere quanto la cono-scenza non aspetti altro che incontrarci. È compito della comunicazione aprirle le porte perché acceda.

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Primo volumedella collana RiferimentiPrima edizionesettembre 2011Definire le priorità territoriali e settorialiper l’individuazionedei progetti integrati.

Secondo volume della collana RiferimentiPrima edizioneottobre 2011Definire lo schemadi riferimentoper la predisposizione dei Pisl.

Terzo volumedella collana RiferimentiPrima edizionemarzo 2012Le linee guidaper l’elaborazione, la valutazione e la presentazione dei Pisl “Minoranze linguistiche”.

Quarto volumedella collana RiferimentiPrima edizionemarzo 2012Le linee guidaper l’elaborazione,la valutazionee la presentazionedei Pisl “Contrastoallo spopolamento”.

Primo volumedella collana StrumentiTerza edizionegiugno 2012Una comunicazione efficace per lo sviluppo locale della Calabria.

Secondo volumedella collana StrumentiPrima edizionemaggio 2012Un aiuto concretonella presentazionedelle propostedei Pisl “Contrastoallo spopolamento”.

Terzo volumedella collana StrumentiPrima edizionemaggio 2012 Un aiuto concreto nella presentazione delle proposte dei Pisl “Minoranze linguistiche”.

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TERRITORI SCONOSCIUTI, GENUINI, CARATTERISTICILe chiamano aree marginali, ma sono dei piccoli patrimoni territoriali da valorizzare tutelando il genius loci, l’identità ti-pica di ogni luogo.Ci sono in Calabria, come in tutta Europa, delle miniere antropologiche. Dei territori sconosciuti al pubblico, delle aree difficili da raggiungere, dove metter su famiglia è particolarmente difficile per-ché manca lavoro, mancano i servizi, mancano gli agi e i collegamenti fisici e digitali che caratteriz-zano la vita moderna.Proprio per queste condizioni sono territori che vengono abbandonati dalle giovani famiglie che si compongono e vanno a vivere “in città”. Sono chiamate aree marginali, composte da paesi che si van-no spopolando, abitati da anziani e da giovani in età adolescenziale.Ma, rovescio della medaglia, sono territori preziosi perché, spesso, ancora integri, genuini, dove i co-stumi e le tradizioni si sono conservate senza venir assorbite dalla globalizzazione e dalla omologa-zione della civiltà dei consumi.Sono territori fragili, ma preziosi. Quest’iniziativa della Regione Calabria e dell’Unione europea li vuole tutelare e rilanciare, migliorando la qualità della vita di chi vi abita, rilanciando la competiti-vità e l’attrattività del sistema territoriale non urbano, valorizzando le risorse e le specificità locali, contrastandone, in tal modo, il declino.