Le questioni: dalla questione meridionale alla questione settentrionale Di Valeria Fusar Poli...

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Le questioni: dalla questione Le questioni: dalla questione meridionale alla questione meridionale alla questione

settentrionalesettentrionale

Di Valeria Fusar Poli

ISTITUTO PROFESSIONALE PER I SERVIZICOMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI

L. EINAUDIL. EINAUDI

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PremessaPremessaHo deciso di svolgere “Le questioni: dalla questione meridionale, alla questione settentrionale” in quanto tale tema è una questione presente ancora oggi nel nostro paese.Ho analizzato il problema italiano da diversi punti di vista: storici, giuridici, sociali ed economici. In storia ho sviluppato l’argomento partendo dai problemi che hanno colpito l’Italia dopo l’unità, in campo politico, sociale ed economico. In italiano ho portato Verga in quanto egli scrive della propria terra, la Sicilia, e perché in molte sue opere ritroviamo la questione della situazione meridionale, dei costumi e delle usanze, del modo di vivere, diverso rispetto a quello del nord Italia. In economia ho voluto analizzare la situazione attuale del nostro paese. In particolare soffermandomi sulla disoccupazione presente nel nord e nel sud del nostro paese, e di quello che lo stato fa per aiutare i cittadini in difficoltà.  In diritto ho voluto evidenziare alcuni articoli della costituzione, fondamentali per il nostro paese. Tra questi articoli c’è quello della “tutela della dignità della persona”, “uguaglianza dei cittadini” e il “diritto al lavoro”.

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ITALIANOGiovanni Verga: “Libertà”

DIRITTOArticoli della Costituzione

ECONOMIADisoccupazione nord e sud

Italia, ammortizzatori sociali

STORIAL’Italia Liberale, il fenomeno del

brigantaggio e gli squilibri fra nord e sud (Triangolo industriale)

“LE QUESTIONI:DALLA QUESTIONE MERIDIONALE ALLA

QUESTIONE SETTENTRIONALE”

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La questione meridionaleLa questione meridionale

La questione meridionale fu un grande problema nazionale dell'Italia unita.

Il problema riguardava le condizioni di arretratezza economica e sociale delle province annesse al Piemonte nel 1860-1861.

I governi sabaudi avevano voluto instaurare in queste province un sistema statale e burocratico simile a quello piemontese.

L’abolizione degli usi e delle terre comuni, le tasse gravanti sulla popolazione, la coscrizione obbligatoria e il regime di occupazione militare con i carabinieri e i bersaglieri, creò nel sud una situazione di forte malcontento.

Da questo malcontento vennero fuori alcuni fenomeni: il brigantaggio, la mafia e l’emigrazione al nord Italia o all’estero.

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Un primo aspetto della questione meridionale furono quindi le profonde differenze nello sviluppo industriale tra nord e sud Italia; un secondo aspetto è la delusione dei contadini meridionali per la mancata redistribuzione delle terre, rimaste in mano ai pochi grandi latifondisti.

Un altro aspetto fu la delusione per gli esiti dell’Unificazione, inoltre c’era la leva obbligatoria che sottraeva braccia all’agricoltura: attività sulla quale si basava il meridione.

Tutti questi elementi fecero scoppiare il fenomeno del brigantaggio

Le industrie si concentravano nel “triangolo industriale” del Nord (Milano, Torino, Genova), favorito dagli investimenti e dalla presenza di una borghesia industriale più dinamica. L’Italia si sviluppava a forbice: in quanto a fronte della crescita del Nord, diveniva sempre più grave il ritardo delle regioni del Mezzogiorno.

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Giovanni Verga

Verga predilige una narrazione realistica e scientifica degli ambienti e dei soggetti della narrazione; secondo lui l’artista deve ispirarsi unicamente al vero, cioè desumere la materia della propria opera da avvenimenti realmente accaduti, limitandosi a ricostruirli obiettivamente rispecchiando la realtà in tutti i suoi aspetti e a tutti i livelli sociali. Verga, inoltre, procede a uno scavo approfondito della natura umana, analizza e rappresenta l'inesausta lotta per la vita ed inscena le solitudini che si sviluppano in un mondo inospitale.

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Novella “Libertà”Novella “Libertà”

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Disoccupazione Nord e Sud ItaliaDisoccupazione Nord e Sud Italia

DATI ISTATI 2009/2010

Tasso di disoccupazione media in Italia 8,6%

Disoccupazione giovanile Disoccupazione giovanile Sud Italia 36% Centro – Nord Italia 20,1%

Disoccupazione femminile Disoccupazione femminile Sud Italia 15,3% Centro – Nord Italia 7,2%

TOTALE DISOCCUPAZIONE TOTALE DISOCCUPAZIONE

SUD ITALIA 12,5% CENTRO – NORD ITALIA 5,8%

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La CostituzioneLa Costituzione

 • ARTICOLO 2 - LA TUTELA DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA

• ARTICOLO 3 – L’UGUAGLIANZA DEI CITTADINI

• ARTICOLO 4 - IL DIRITTO AL LAVORO

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ARTICOLO 2 – TUTELA DELLA DIGNITA’ ARTICOLO 2 – TUTELA DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONADELLA PERSONA

“La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come

singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”

 

L’articolo 2 sancisce l’originarietà dei diritti inviolabili dell’uomo, attraverso i quali la persona umana può affermare la propria libertà e autonomia.

Tali diritti sono connaturati alla persona, preesistono alla Stato, che non li concede ma li riconosce e si impegna ad assicurarne un’efficace protezione.

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ARTICOLO 3 – L’UGUAGLIANZA DEI ARTICOLO 3 – L’UGUAGLIANZA DEI CITTADINICITTADINI

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”

  L’articolo 3 può essere definito il cuore della nostra Costituzione, poiché il principio di uguaglianza che enuncia è il criterio che condiziona l’intero ordinamento giuridico. Questo articolo afferma che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini pari dignità sociale, non vi deve essere nessuna distinzione in base al titolo nobiliare, al grado o all’appartenenza a una classe sociale.

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ARTICOLO 4 – DIRITTO AL LAVOROARTICOLO 4 – DIRITTO AL LAVORO

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”

 

Il lavoro costituisce la fonte di sostentamento dell’individuo ed è perciò il mezzo indispensabile per affermare la propria indipendenza e autonomia.

L’articolo 4 riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e sancisce l’impegno della Repubblica nel creare le condizioni per renderlo effettivo.