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Le politiche economiche regionali negli Stati membri: il caso dell’Italia Corso di Politiche Economiche Regionali Prof. Cristina Brasili A.A 2007-2008

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Le politiche economiche regionali negli Stati membri:

il caso dell’Italia

Corso di Politiche Economiche Regionali

Prof. Cristina Brasili

A.A 2007-2008

Corso di Politiche Economiche Regionali

Prof. Cristina Brasili

A.A 2007-2008

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Problema:

Convergenza non solo rispetto alla media comunitaria ma anche rispetto alla

media nazionale

-Attuare politiche regionali nelle situazioni più sbilanciate:

Italia e Germania

Corso di Politiche Economiche Regionali - A.A. 2007-2008Corso di Politiche Economiche Regionali - A.A. 2007-2008

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Una breve storia delle Politiche regionali in Europa:

Anni Trenta nel Regno Unito

Anni Cinquanta in Italia con la Cassa per il Mezzogiorno

Negli anni Sessanta diventa rilevante in molti Paesi europei

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Perché effettuare Politiche regionali?Emergono problemi su cui intervenire quali:

eccessiva crescita dei centri urbani

Scarsa dotazione infrastrutturale nelle aree in ritardo di sviluppo

Disoccupazione nelle aree in declino industriale

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OBIETTIVO

Garantire l’equità inter-regionaleCOME?

riduzione delle disparità di reddito

riduzione delle disparità di occupazione

riduzione delle disparità nei livelli di servizio pubblico

riduzione delle disparità nelle opportunità d’istruzione

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Gli interventi si concretizzano oltre che nella costruzione di infrastrutture

e nella localizzazione di imprese pubbliche nelle aree svantaggiate

in INCENTIVI REGIONALI

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INCENTIVI REGIONALI

Incentivi fiscali Prestiti a tasso agevolato Sovvenzioni in conto

capitale Contributi all’occupazione Aiuti per i costi di trasporto

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INCENTIVI REGIONALI Incentivi fiscali Prestiti a tasso agevolato Sovvenzioni in conto

capitale Contributi all’occupazione Aiuti per i costi di trasporto

Influire sulle scelte localizzative delle imprese

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INCENTIVI REGIONALI

Sulla base della teoria dei POLI DI SVILUPPO di Perroux (1955) in Italia dal 1958 si avvia una politica di industrializzazione del Sud.

Strumenti gestiti con approccio TOP-DOWN

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INCENTIVI REGIONALI

Negli anni Settanta rallenta l’intervento dello Stato:

crisi petrolifera

riduzione degli incentivi industriali per il Sud

aumento della spesa pubblica corrente

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INCENTIVI REGIONALI

Negli anni Ottanta la Cassa per il Mezzogiorno finanzia spese ordinarie principalmente

Negli anni Ottanta critica al ruolo attivo dello Stato in economiaUna delle conseguenze:superamento delle imprese pubbliche come strumento di politica regionale

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La spesa per INCENTIVI REGIONALI

si riduce notevolmente in alcuni Paesi del Nord nei primi anni Ottanta:Belgio, Danimarca, Francia, Olanda, Regno Unito.

Aumenta o rimane stabile nei Paesi del Sud Europa e dell’Irlanda

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La spesa per

INCENTIVI REGIONALI

Trade-offtra incentivi automatici e generali

e

incentivi discrezionali e selettivi

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Incentivi discrezionali e selettiviSono focalizzati su specifici tipi di settori e imprese (PMI) e su progetti d’investimento con forte impatto territoriale

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Incentivi discrezionali e selettiviEsempi:

Occupazione in Austria PMI in Olanda, Regno Unito

e Portogallo

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Attirare investimenti esteri

Esempi: In Scozia e in Galles In Francia

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondo

IL PRIMO

Soggetti attuatori: sempre di più attori locali nell’ambito del processo di “regionalizzazione” (Germania come modello istituzionale della Comunità).

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL PRIMOPerché decentrare le politiche regionali?

1. Differenziare gli interventi in caso di forti differenze

2. Scelta degli strumenti di attuazione più mirata

3. Governance delle politiche

4. Processo più democratico

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL PRIMOPerché decentrare le politiche regionali?

1. Differenziare gli interventi in caso di forti differenze

2. Scelta degli strumenti di attuazione più mirata

3. Governance delle politiche

4. Processo più democratico

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL PRIMOPerché decentrare le politiche regionali?

Stati a decentramento più forte delle politiche regionali:

Austria, Belgio e Danimarca

Poi Germania e Spagna.

I nuovi indirizzi del Regno Unito

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL PRIMOPerché decentrare le politiche regionali?

Stati a gestione più centralizzata delle politiche regionali:

Irlanda, Portogallo, Grecia, Francia e Olanda.

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL SECONDODeclino degli strumenti tradizionali di intervento

Riduzione degli incentivi finanziari alle imprese aumento del peso progressivo delle misure per l’incremento della competitività regionale

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Nel quadro contemporaneo delle politiche regionali sono cambiati due elementi di fondoIL SECONDODeclino degli strumenti tradizionali di intervento

Relazione annuale della Commissione sugli aiuti di Stato all’interno dell’UE

http://www.europa.eu.int/comm/competition/state_aid/scoreboard/

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Relazione annuale della Commissione sugli aiuti di Stato all’interno dell’UE

Graph : State Aid as a percentage of GDP (2004)

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Relazione annuale della Commissione sugli aiuti di Stato all’interno dell’UE

Tra il 1996-1998 e il 1998-2000 gli aiuti per obiettivi regionali sono scesi da una media annua di 19 miliardi di euro a 12 miliardi di euro

Germania e Italia sono i Paesi che destinano le somme più consistenti

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Giudizio della Banca Mondiale:

“(per) incoraggiare gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo non servono agevolazioni fiscali e sussidi per le imprese, bensì un ambiente caratterizzato da buon governo dell’economia”

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Giudizio dell’Ocse:

debole è un approccio basato su effetti redistributivi:

1. Migliorare l’offerta di collective goods

2. Sfruttare la dotazione di risorse immobili

3. Nascita di clusters4. Creare partnership5. Migliorare la capacità di

governo regionali

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Le aree ammissibili agli aiuti regionali nazionali sono definite dalla Commissione come quelle in deroga al divieto generale per gli aiuti di stato previste dagli articoli

92.3a e 92.3v ora 87.3a e 87.3c

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IL CASO ITALIANO

La legge 488/92 decreta la fine dell’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno

Coinvolte tutte le aree deboli del Paese (coerenza con le politiche regionali UE)

Responsabilità degli interventi alle Amministrazioni ordinarie

Scelte politiche spostate dal centro alla periferia che rispondono degli esiti delle politiche

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IL CASO ITALIANO

Creazione del DPS - Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione (ruolo centrale)

L’intervento diventa più sensibile alle specificità locali

Vanno individuati i sistemi locali

Accrescere la qualità complessiva del contesto locale

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IL CASO ITALIANO

La legge 488/92 decreta la fine dell’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno

Coinvolte tutte le aree deboli del Paese (coerenza con le politiche regionali UE)

Responsabilità degli interventi alle Amministrazioni ordinarie

Scelte politiche spostate dal centro alla periferia

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IL CASO ITALIANO

La legge 488/92

http://www.lavoce.info/articoli/241-31223.html

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Riferimenti bibliografici

-Le politiche regionali dell’Unione europea G. Viesti F. Prota Il Mulino Studi e Ricerche, anno 2004 Da pag. 83 a pag. 106

Riferimenti bibliografici

-Le politiche regionali dell’Unione europea G. Viesti F. Prota Il Mulino Studi e Ricerche, anno 2004 Da pag. 83 a pag. 106

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