Le politiche di conciliazione a livello europeo e nazionale · 2010. 11. 4. · Sistema...
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Le politiche di conciliazione alivello europeo e nazionale
Prof.ssa Vanna Iori
Sistemaeconomico-
sociale
Relazionifamiliari
Conciliazionedei tempi
La conciliazione è uno snodo di complessità in cui si intersecanola dimensione “privata” interna alla coppia e alle reti parentalicon le dimensioni esterne, culturali, sociali, politiche,economiche.
Il tema della conciliazione si pone innanzitutto a partire dal significato chela scelta procreativa assume oggi, nel contesto delle trasformazioni inatto nei ruoli professionali e di genere.
INDICE DI FECONDITÀnumero medio di figli per donna
2009 1,4
www.istat.it/dati/catalogo/20100518_00/italiaincifre2010.pdf
Fecondità tardiva: età media primipare 31 anniAumento delle primipare over 40.
La nascita di un figlio è un passaggio critico che mette incrisi il sistema di relazioni della coppia e richiede laridefinizione dei tempi di vita e la ricerca di nuovi equilibri.
Questi dati inducono a rileggere la sceltaprocreativa.Il costo dei figli•costo economico•costo affettivo dell’aver cura
La procreazione,negli ultimi decenni,
viene sempre più percepitacome una scelta.Scegliere significa avereuna pluralità di opzioni possibili:quanti figli, quando ecome.
Ma questo è sempre possibile?
Principali condizionamentiCommisurare le scelte procreative
con le regole del mercato del lavoro e dei ruoli di genere
Nella famiglia nucleare moderna il modello predominante èfondato sulla divisione del lavoro tra uomini e donne.
- uomini breadwinner(procacciatore dirisorse)-donne homemaking(lavoro di cura nonretribuito)
▼dipendenza economicae inferiorità culturale
Le laureate che lavorano sono pagate meno dei colleghi maschi eil differenziale salariale è massimo tra i 35 e i 45 anni:
• formazione della famiglia e figli piccoli• momento critico della carriera lavorativa, spesso rallentata o
bloccata.La maternità si associa a una caduta (qualitativa e quantitativa)
dell'occupazione femminile.Nonostante…
*Rielaborazioni su dati It-Silc 2008 (Il sole 24ore, 26 febbraio 2010)
In Italia il 60% dei laureati è donna e solo il 40% uomo.Il 22% delle laureate non lavora ( il 9% degli uomini).*
DONNE E LAVORO
1948 articolo 37 della Costituzione: "La donna lavoratrice ha glistessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni chespettano al lavoratore."1957 inizia la trattativa sindacale per la parità salariale
nell'industria, raggiunta nel 1968.
Legge 125 del 1991 sulle Pari Opportunità: andare oltre la paritàsalariale e “realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini edonne nel lavoro”, per cercare di garantire a uomini e donne lemedesime possibilità di sviluppo di carriera o di accesso ai settoriprofessionali.
In Italia le donne occupate sono il 47,2%contro il 70,3% di uomini.
La percentuale è una delle più bassed’Europa : 10 punti in meno della mediaeuropea. Istat, 2010 (dati riferiti al 2008)
NB: negli ultimi trent’anni lapartecipazione femminile agli studi ècresciuta più della partecipazione almercato.
Lento e difficile passaggiodalla famigliadel male breadwinneralla famiglia dual earnerIl modello one-and-halfdiventa una necessitàse i sostegni esterni
sono limitati o inesistenti.
La “doppia presenza”Le donne entrate nel lavoro per il mercato hannocontinuato a svolgere le attività tradizionali femminilidi cura, aggiungendole a quelle esterne.
Le donne hannofatto ingresso nelmondo dellavoro,tradizionalmentemaschile,e si sono
adeguate a ritmie tempipensati dauominiper gli uomini.
IL LAVOROL’organizzazione aziendale e produttiva ha mantenutole sue rigidità.
Tutto ciò ha aperto elasciato irrisolte questionifondamentali legate allaconciliabilità o meno dellavoro con i compiti educativifamiliari.
Le famiglie e le donne hannocercato strategie differentiper conciliare i tempi dilavoro e di cura.
Riduzione del tempo per sé.
Nelle famiglie “a doppia carriera”, è quasi sempre la donna adaffrontare la difficile “scelta” tra lavoro e famiglia e adindividuare le strategie per la “doppia presenza”.
Qual è la strategia piùdiffusa?Le donne lavoratrici chesono penalizzatedall’organizzazione dellavoro e non sonosostenute da servizieducativi per l’infanzia,mettono al mondo menofigli.
I costi delle strategie diconciliazione adottate“in privato”
Ma la conciliazione riguarda solo le madri?
I figli sono anche dei padri!
La conciliazione non è una “questionefemminile”
E nemmenouna “questione privata”.
Obiettivo da perseguireObiettivo da perseguireinsiemeinsieme
da padri e madri,da padri e madri,in un nuovo pattoin un nuovo patto
che riguardache riguardall’’intera societintera societàà
nella evoluzionenella evoluzionedei nuovi profili di genere.dei nuovi profili di genere...
culturale
storico
welfare
giuridicoeconomico
demografico
etico
Conciliarei tempi
Le politiche per la conciliazione coinvolgono più aspettidella vita sociale
QUALI POLITICHE IN ITALIA?
A) Prevalentemente il sostegno monetario diretto alcapofamiglia padre lavoratore, sotto forma di assegnifamiliari o detrazioni fiscali per moglie e familiari “a carico”.
Gli interventi a favore delle donne riguardano lacondizione di dipendenza (lo status di moglie), datinatariaad esempio di pensione di reversibilità.
NB: fino alla fine degli anni ’70 solo i mariti/padri lavoratori potevanogarantire l’assistenza sanitaria ai familiari, mentre le donne/madrilavoratrici potevano averla solo per sé.
B) La legislazione sulla maternità (che ne tutela ilruolo di caregiver).
Congedi di maternitàLa prima legge di tutela delle lavoratrici madri (1902) prevedevaun congedo obbligatorio non retribuito per quattro settimane dopoil parto.Dal 1910 il congedo inizia ad essere retribuito.
C) Politiche di assistenza alla prima infanzia.In prospettiva assistenzialistica: prima c’è stata l’attività dell’ONMIe poi, dalla legge 860/1950 per una “tutela fisica ed economicadelle lavoratrici madri”, nascono le “camere di allattamento nelledipendenze dei locali di lavoro”(luoghi di semplice custodia per ifigli delle lavoratrici) e i nidi aziendali.
Anni Settanta
La legge n.1204 del 1971 (e successivi aggiornamenti)normalizza i principali diritti delle madri lavoratrici:•divieto di licenziamento fino al compimento di un anno di età delbambino, e di svolgere lavori pesanti in gravidanza e puerperio•diritto a un’indennità dell' 80% della retribuzione per il periodo diassenza obbligatoria.Amplia il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro e diconservazione del posto nel facoltativo.I padri possono prendere il facoltativo se sposati, se la madre èlavoratrice dipendente, e se rinuncia a tale diritto.
•Nel 1971 si approva anche la legge n.1044 sugli asili nidocomunali, istituiti con il concorso dello Stato con unaconnotazione educativa oltre che assistenziale.Lenta espansione dei nidi sul territorio (3.800 previsti entro il1975 e mai realizzati).•Ancora oggi sono poco più di 2000 e vi accede meno del 6%dei bambini 0-3 anni) (15% dei comuni del Centro-Nord)•Restano problematiche aperte:•liste d'attesa lunghe, tariffe alte, orari insufficienti.
Anni ’90Dalla tutela/assistenza alla conciliazione
Il tema inizia ad essere posto come specifico oggetto di policies.(anche collegato alla L. 125 / 1991 delle P.O.)
Si sono attivate politiche direttamente rivolte alle famiglie con figliminori. Legge 328 /2000: obiettivo di garantire alle famiglie unsistema integrato di servizi sociali, qualità della vita e pari
opportunità.I congedi parentali facoltativi post partum che spettano sia allamadre che al padre diventano un elemento delle politiche diconciliazione tra lavoro e responsabilità genitoriali.
Ma i padri fanno scarso uso dei congedi…
Dal 1998Sperimentazioni di
part-time permamma e papà.
Contributo comunalealle madri o ai padri
che scelgono diridurre il proprio orariodi lavoro per disporre
di più tempo dadedicare ai figli,nell’intento divalorizzare lecompetenzegenitoriali.
Legge n. 53 dell’ 8 marzo 2000: “Disposizioni per il sostegnodella maternità e paternità, per il diritto alla cura ed allaformazione e per il coordinamento dei tempi della città”.I congedi parentali facoltativi post partum che spettano sia allamadre che al padre diventano un elemento delle politiche diconciliazione tra lavoro e responsabilità genitoriali.Ma i padri fanno scarso uso dei congedi…
Legge 289/2002 art. 91: asili nido nei luoghi di lavoro(istituzione di un fondo destinatoai datori di lavoro che realizzinonidi o micro-nidi aziendali)•Trattamenti fiscali edetrazioni per i figli a carico(numerosità/reddito)•Assegno per nascita•Assegni per famiglie monogenitore•Assegni per la prima infanzia•Sussidi per l’abitazione
NEI PAESI EUROPEI
ELEMENTI COMUNI
Aumento delle donne-madri sul mercato del lavoro.
Aumento delle famiglie a doppio salario:- oltre la metà in Francia, Germania, Olanda e Inghilterra
- meno della metà in Italia e Spagna
Ma più del 50% nel Nord Italia.
Nei diversi paesisi sono imboccate vie diverseper favorire la conciliazione.
PAESI DEL SUD EUROPA (Italia, Spagna):
Scarse politiche di conciliazione.
Debole sistema universale di servizi familiari.
Carente presenza di servizi alla prima infanzia ealla famiglia (soprattutto al sud)
Limitate politiche per incrementare il part-time
Congedi parentali fruiti prevalentemente dallemadri.
Bassa condivisione dei ruoli di cura nella famiglia
Ancora il peso della cura rimane sulla famiglia esulla donna.
GERMANIAScarsi interventi pubblici di sostegno alle famiglie
Trattamenti fiscali per sostenere lo strong male breadwinner,incentivi alla presenza maschile sul mercato del lavoro.
Si scoraggia l’ingresso e la permanenza delle donne nelmercato del lavoro come soluzione della conciliazione.
Pochi congedi parentali agli uomini.
Scarsa collaborazione nella coppia
Politiche sociali che tendono a rafforzare per le donne gliobblighi familiari
Pochi nidi e servizi alla prima infanzia (molti all’ex-Est)
Servizi affidati ad agenzie sul mercato dei servizi.
BP L’agenzia privata “Home Services and Employment” offre
servizi ai bisogni delle famiglie. Le aziende acquistano per i lorodipendenti servizi di assistenza ai figli, agli anziani, ecc.
REGNO UNITOScarsi investimenti sulle politiche sociali di conciliazione dei
tempi.
Investimento sul part-time femminile 45% (partecipazioneparziale al lavoro da parte delle donne serve come soluzioneper le difficoltà di conciliazione).
La famiglia è considerata una sfera privata e i destinatari dellepolitiche familiari, come di quelle sociali, sono i bisognosi.
Pochissimi servizi alla prima infanzia (nidi)
Pochi congedi parentali agli uomini.
Anche se esiste un sistema di reddito minimo garantito per igenitori con figli.
Anche qui il peso della conciliazione è sulla famiglia
BP Rete di servizi di supporto (Kid’s club net) che ha creato un
centinaio di nidi nelle imprese, e organizza servizi per bambini eragazzi (4 -14 anni ): campi estivi e negli orari che precedonol’entrata o l’uscita dei genitori dal lavoro.
PAESI BASSI
Scarso investimento su servizi per laconciliazione
Molto part time (70,5%) femminile individuatocome la principale strategia di conciliazione.
Politiche di rinforzo al padre breadwinner (nonmodello strong ma modello one and half)
Modesto investimento sui servizi alla primainfanzia (0-2) e pochi anche 3-6
Ricorso ai servi presenti sul mercato.La famiglia ha il peso di risolvere i problemi
della conciliazione.
PAESI SCANDINAVI
Si attivano politiche politiche di conciliazione ,
per l’eguaglianza fra i sessi e per diritti universali.
Il modello prevalente è quello del Dual earner oquello monoparentale
Ampio ricorso ai congedi parentali anche maschili emaggior numero di rientri dopo la maternità.
La conciliazione è affidata a servizi pubblici.
Alto investimento sui servizi alla prima infanzia
La conciliazione si “de-familizza”.
FRANCIA
È stata attivata una politica sociale di
• forte investimento nei servizi all’infanzia e allefamiglie
• interventi di sostegno economico alle famiglieper il costo dei figli
• politiche di pari opportunità fra i generi• servizi di supporto al lavoro di cura
Si è registrato un aumento delle nascite.
BP- Voucher di cura: “ticket” a prezzi favorevoli, che si acquistano inposta o in banca, per lavori di cura alle famiglie.- L’Ospedale “Saint Camille di Parigi”, ha attivato una serie diservizi finanziati dai dipendenti: pasti caldi, sostegno ai figli chevanno a scuola, stiratura, manutenzione delle case, ecc.
Occorre una governance di sistema, capace di armonizzaretutte le risorse per rendere conciliabile lavoro e famiglia.ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI:
RETIPARENTALI
SINDACATI
AZIENDE
TRASPORTI
ENTI LOCALI
RETI DIVICINATO
SERVIZIINFANZIA
SCUOLA
Ma la complessità non riguarda solo l’incontro tra sistemi diversi,bensì la conciliazione di diversi interessi (spesso conflittuali) cheagiscono all’interno di ciascuno di questi sistemi.
nella famiglia: per l’attribuzione dei compiti e ruoli dihomemaking o di breadwinner
nel lavoro: tra scelte aziendali e lavoratori/lavoratrici
nel welfare: tra operatori e utenti.In quest’ultimo caso un’ulteriore complessità è individuata nellamassiccia presenza di lavoratrici donne(ruoli femminili contemporanei: utenti/operatrici).
Quali possono essere gli obiettivi di reali politiche perarmonizzare i tempi di vita e di lavoro? la sfera familiare privatae quella professionale?
1.Superare stereotipi radicati, elaborare nuovimodelli culturalia) la concezione stessa del lavoro (considerato prioritariorispetto alle relazioni familiari?)
b) la parità tra donne ed uomini, presupposto culturale cherende perseguibile il primo obiettivo
Modelli maschili epaterni in costruzione
Quali finestre sul mondo per le bambine?
2. Una nuova condivisione delle mansioni, delledecisioni, delle scelte tra padri e madri in famigliaI comportamenti genitoriali evidenziano forti segnali di cambiamento;in particolare nelle coppie giovani e dove i padri hanno un elevatotitolo di studio. Nel caso di coppie con bimbi piccoli (di età inferiore adue anni) in cui la madre lavora, circa un quarto dei padri li alimenta eli veste, e un 30% li mette a letto.
L’accudimento condiviso
3. La promozione dei congedi parentali e di nuovepossibilità per interpretare i ruoli genitoriali
Coinvolge entrambi i genitorinella responsabilitàverso il lavoro non menoche verso la famiglia.
4. Cambiamenti nell’organizzazione del lavoroPer un’equa partecipazione di uomini e donneall'attività professionalee alla vitafamiliare:
flessibilitàtelelavoro,job-sharing
5. Un riequilibrio delle politiche dei tempi
Nei difficili equilibrismidella conciliazione,diversi interventi dellepolicies.Servizi Tempi e Orari dellacittà.Flessibilità degli orari deiservizi e dei negozi.Banche del tempo
È indispensabileun potenziamentodi servizi perl’infanzia di altoprofilo educativo,apertiall’innovazione.
6. Un elevato investimento sui servizi
Servizi educativi e di cura, relativi a: infanzia e adolescenza(asili nido, tempo pieno, centri estivi, micronidi, Tagesmutterecc)
Gli interventi di conciliazionedevono fornire risposte politico-economico-sociali, ma anche e
soprattutto motivazionali eculturali che sappiano
valorizzare l'investimentoesistenziale nell'avventura della
genitorialità.
Se non cSe non c’è’è un cambiamentoun cambiamentoculturale, le leggi nonculturale, le leggi nonbastanobastano.
Lavoraresullaformazione.
7. Creazione di un clima più favorevole