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Le pietre e l’anima

Materia e psiche.

Sincronicità e fisica quantistica

A cura di Cenacolo Jung Pauli

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Sommario Le pietre e l’anima ............................................................................. 2

Sommario ..................................................................................... 3

Perché “Cenacolo Jung Pauli”? ......................................................... 4

Cominciamo dall’esperienza di tutti. Le strane coincidenze ................. 6

Coincidenze e sincronicità ............................................................... 8

Jung e l’inconscio collettivo ........................................................... 10

L’incontro di Jung e Pauli .............................................................. 12

Quali prove? Il materialismo negazionista ....................................... 14

Fisica quantistica. Diatriba Bohr.Einsteiin ........................................ 16

Conferma dell’entanglement .......................................................... 18

Entanglement e inconscio collettivo ................................................ 20

L’osservatore determina il comportamento ..................................... 22

Coscienza globale ......................................................................... 24

Prospettive in un universo psichico ................................................ 26

Percezioni estrasensoriali in un universo psichico ............................. 28

Le sincronicità accadono al momento giusto per i singoli e per tutta l’umanità. ....................................................................................... 30

La grande sincronicità che stiamo vivendo ...................................... 32

Riferimenti sul web ...................................................................... 34

Per saperne di più. Edizioni Pensare Diverso. Collana “Cenacolo Jung Pauli” ............................................................................................. 35

Per approfondire. ......................................................................... 39

Altri libri consigliati da Cenacolo Jung Pauli ..................................... 39

L’autore ...................................................................................... 41

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Perché “Cenacolo Jung Pauli”?

Il nome “Cenacolo Jung Pauli” contraddistingue una corrente di pensiero e

di studio che si ispira al lavoro e alle intuizioni nate dalla collaborazione di due celebri scienziati: da una parte Carl Gustav Jung, psicologo e

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psicoterapeuta svizzero, e dall’altra Wolfgang Pauli, fisico austriaco, premio Nobel 1945 per i suoi studi sul principio conosciuto in meccanica quantistica come “Principio di esclusione di Pauli”.

I due scienziati operavano in settori, quello della psiche e quello della ma-teria, considerati assolutamente incompatibili tra loro, per il fatto che il ma-terialismo scientifico nega l’esistenza di ogni componente psichica nell’uni-verso conosciuto.

Nonostante fossero pressati entrambi dalle diffidenze e dagli scetticismi dei rispettivi establishment culturali, la loro collaborazione durò almeno vent’anni, nel corso dei quali non smisero mai di cercare l’elemento unifi-cante, che conciliasse sul piano scientifico le ragioni della dimensione psichica con quelle della dimensione materiale

Non ci riuscirono nel corso della loro vita, ma la successiva evoluzione delle conoscenze nel campo della fisica quantistica, e soprattutto le conferme spe-rimentali di fenomeni come l’entanglement, conferiscono un pregio del tutto attuale alle loro teorie

Il Cenacolo, luogo di conoscenza e di approfondimento, ci sembra l’am-biente più adatto per riprendere i lavori da dove loro li interruppero per man-canza di riscontri, nobilitandoli con quanto l’attualità scientifica consente e proiettandoli verso interpretazioni ancora più ardite di quanto loro stessi po-tessero avere immaginato. Dunque, il Cenacolo diventa un progetto culturale che utilizza i mezzi della scienza pura, ma anche quelli della filosofia e della metafisica della scienza. Ovviamente, tutta la nostra riconoscenza va al co-raggio e alla tenacia degli iniziatori verso cui saremo perennemente in debito.

Questo ebook traccia sommariamente il percorso culturale sottinteso al progetto del Cenacolo Jung Pauli, per renderlo più chiaro a quanti se ne vo-gliono interessare. I concetti espressi qui sono generalmente citazioni, ri-chiami o estratti tratti dai miei post pubblicati sul web o dai miei libri pubbli-cati con le Edizioni PensareDiverso. In altri casi, gli autori sono citati.

Bruno Del Medico Iniziatore e sostenitore del progetto Cenacolo Jung Pauli Sabaudia, 20 settembre 2018

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Cominciamo dall’esperienza di tutti. Le strane coincidenze

Le strane coincidenze sono esperienze talmente comuni, che quasi nessuno

ritiene di poterle mettere in dubbio. Carl Gustav Jung ne parla proponendo un esempio:

“Se sono costretto a constatare che il mio biglietto del tram ha lo stesso numero del biglietto del teatro che compro subito dopo, e se nel corso della stessa serata ricevo una chiamata telefonica in cui mi si nomina quello stesso numero, un rapporto casuale mi sembra quanto mai improbabile.”

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Esistono anche coincidenze meno eclatanti, che però ci sorprendono per-ché assumono per noi il senso di un collegamento quasi impossibile.

Si possono citare infiniti esempi. Si “vede” mentalmente una persona cara in difficoltà, e successivamente si constata che qualcosa di spiacevole ha realmente coinvolto quella persona. Si evita un comportamento per un disa-gio indefinito, per esempio non si prende un mezzo pubblico, e poi si scopre che quel mezzo è rimasto coinvolto in un incidente. Si sogna un amico che non si vedeva da anni perché abita in un’altra città, e il giorno dopo lo si incontra per strada.

Tutti noi siamo spesso testimoni o protagonisti di fatti simili; all’inizio re-stiamo un po’ stupiti, ma poi decidiamo che si tratta comunque di un caso, seppure curioso, e archiviamo tutto in qualche angolino della mente.

In realtà, “coincidenza” non equivale sempre a “caso”. Lo dimostra il fatto che alcune coincidenze generano nella nostra mente problemi che restano irrisolti per tutta la vita, e ogni tanto riaffiorano stimolando la nostra curiosità assieme a un vago senso di mistero, come di una comunicazione non perce-pita, di una indicazione o di un suggerimento che non abbiamo saputo co-gliere.

Secondo il notissimo psicoterapeuta Carl Gustav Jung, che studiò a lungo questo fenomeno ed elaborò molte delle teorie descritte nel seguito di questo opuscolo, spesso le coincidenze sono sicuramente casuali, ma talvolta no. Jung ipotizzò l’esistenza di coincidenze che potevano essere considerate si-gnificative o anche “numinose”, e coniò per loro il nome di sincronicità.

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Coincidenze e sincronicità

Le coincidenze, di qualunque tipo siano: prescienza, sogno, premonizione,

telepatia, o altro, mettono in gioco anche lo spirito, o la PSICHE. Se conside-riamo che l’universo non è fatto solo di materia, ma di materia e psiche che plasmano assieme la nostra realtà, allora molti fenomeni, che sarebbero in-spiegabili con i parametri del materialismo, diventano spiegabilissimi. La teo-ria che propone questa soluzione si chiama SINCRONICITA’.

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Jung ha avuto il merito di studiare per primo, scientificamente, il fenomeno delle strane coincidenze di cui nessuno può negare l’esistenza, fornendo an-che degli strumenti idonei a comprendere quando una coincidenza può es-sere considerata significativa, o numinosa, diventando perciò una sincroni-cità.

Naturalmente è necessario distinguere tra coincidenze casuali e coinci-denze sincronistiche. Possiamo stabilire che le prime fanno parte della vita quotidiana e derivano dalla sovrapposizione e dall’intreccio delle nostre atti-vità con quelle del mondo che ci circonda: la loro caratteristica è che le rite-niamo scontate e non ci coinvolgono né ci interessano più di tanto.

Le seconde, invece, spalancano una enorme finestra sul panorama del mi-stero e ci introducono a mondi di cui non avremmo mai neppure sospettato l’esistenza. Dietro ogni sincronicità ci sono interi universi sconosciuti da esplo-rare, e una immensa sapienza a cui poter accedere. Purtroppo, non abbiamo occhi adatti a decifrare questi panorami né conosciamo il linguaggio attra-verso cui le sincronicità tentano di comunicare con noi. Ci sono problemi di sintonia tra la nostra mente e la mente che predispone per noi le sincronicità.

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Jung e l’inconscio collettivo

Per comprendere a fondo il concetto di sincronicità dobbiamo addentrarci

nelle teorie di Jung introducendo l’argomento dell’ inconscio collettivo. Secondo Jung, esiste un livello di coscienza posto al di fuori della nostra

mente, non confinato nella nostra scatola cranica ma distaccato e autonomo rispetto alla nostra fisicità che, proprio per essere un livello psichico, non può essere collocato in nessun luogo. Non è “una cosa” con lunghezza, larghezza, altezza e peso che possa essere presa da qui e spostata lì. Semplicemente, l’inconscio collettivo è, esiste, alla stessa stregua in cui è la nostra anima o l’età di un albero o lo scorrere dell’acqua del fiume. Nessuno può vedere o

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pesare l’idea dell’età dell’albero o dello scorrere del fiume, ma è innegabile che esistono.

L’inconscio collettivo è una realtà assolutamente psichica che contiene le esperienze di tutti gli esseri umani ed a cui tutti gli esseri umani possono attingere. Tutta l’esperienza dell’umanità è presente nell’inconscio collettivo in forma di archetipi. Oggi si direbbe che tutta l’informazione relativa al ge-nere umano è archiviata in forma di file denominati archetipi.

Poiché tutti gli esseri umani possono interagire con gli archetipi dell’incon-scio collettivo, ne consegue che possediamo moltissime conoscenze di cui non abbiamo fatto esperienza.

Mentre scrivo queste parole, sul mio computer esistono un dizionario e un correttore grammaticale integrati nel sistema di scrittura, che non ho compi-lato io e di cui ignoro perfino l’esistenza, finché non faccio un errore di batti-tura. Peraltro non so neppure dove siano, se lavoro con un software collocato nella “nube”. Quando commetto un errore il sistema me lo segnala. Le prime volte restavo a guardare le paroline sottolineate in rosso, e non capivo il perché. Un po’ alla volta mi sono abituato e mi sono accorto che la sottoli-neatura rossa indica un errore, anche se non mi specifica di che si tratta.

Le sincronicità sono qualcosa di simile. Sono segnali che ci arrivano da un correttore grammaticale posto chissà dove, disperso in un immenso cloud, che riceviamo in un linguaggio poco decifrabile. A tratti gli archetipi scivolano giù dall’inconscio collettivo e vengono a influenzare la nostra coscienza. Ciò genera episodi poco comprensibili. Afferriamo la presenza di un senso nasco-sto, ma non ne comprendiamo precisamente il significato.

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L’incontro di Jung e Pauli

In collaborazione con Wolfgang Pauli (premio Nobel per la fisica) Jung ap-

profondì la possibilità che i concetti di Archetipo e Sincronicità potessero es-sere correlati a una realtà che definiva “Unus mundus”, da cui tutto emerge ed a cui tutto ritorna. Probabilmente, lo stesso il concetto di Anima mundi proveniente dal monismo di Platone e ampliato dai neoplatonici.

Filosofie e religioni hanno fatto abbondantemente proprio il concetto di Anima del mondo, che oggi ritroviamo presente con nomi diversi sia nella filosofia orientale (il Tao della cultura cinese, o l’Ātman della cultura indiana) che nella religiosità occidentale (Dio, lo Spirito Santo). Esistono anche

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moltissimi modi laici di riferirsi a questa realtà: Mente universale, Coscienza Globale, Spirito del mondo. Parlando dell’inconscio collettivo ci riferiamo, per forti analogie, a tutti e a nessuno di questi Enti.

Jung e Pauli hanno affrontato questo argomento in modo assolutamente laico.

Fin dal secolo scorso Gustav Jung e Wolfgang Pauli hanno esplorato la possibilità che i concetti di Archetipo e Sincronicità possono essere correlati all’”Unus mundus”, una realtà unitaria di base da cui tutto emerge ed a cui tutto ritorna. Pauli perseguì l’obiettivo di “ridare un’anima” alla natura, che ne era stata deprivata dal materialismo, e attraverso la psicologia maturò convinzioni fondamentali, come quella che le scoperte scientifiche sono fa-vorite e anticipate da immagini archetipiche nella mente dello scienziato.

Dal canto suo, in questa collaborazione, Jung familiarizzò con i campi della fisica in cui la distinzione tra materia e energia è talvolta tanto sottile da apparire inesistente. Propose la psiche, non materiale, come sovrapposta alla materia, a formare una realtà unica, non solamente psichica e non solamente materiale. Appunto, l’Unus Mundus.

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Quali prove? Il materialismo negazionista

Il materialismo, secondo Wikipedia, è una

“Posizione filosofica che, identificando ogni aspetto della realtà con la materia, esclude la presenza e l'efficacia di un qualsiasi momento superiore di carattere spirituale.”

Se il materialismo è questo, certamente si tratta di una teoria in netto con-trasto con i contenuti di questo opuscolo, scritto da chi, invece, crede a buona parte di ciò che il materialismo vorrebbe negare

Uno dei principi cardine del materialismo è quello secondo cui il mondo è una macchina, cioè un luogo in cui tutto avviene secondo principi

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deterministici: solo una azione può determinare un’altra azione, e qualsiasi azione è basata unicamente sulle interazioni tra la materia.

Anche l’uomo è una macchina, e le sue azioni sono determinate dalle inte-razioni meccaniche tra parti che lo compongono. L’uomo ha un CERVELLO nel quale avvengono reazioni chimiche che determinano il suo comporta-mento. E’ escluso che abbia una COSCIENZA o un’ANIMA. I pensieri, le sug-gestioni, le tendenza allo spirituale e al divino sono solo delle false immagini, delle epifanie o prodotti di scarto derivanti dalle reazioni chimiche del cer-vello. L’uomo esiste solo nella sua scatola cranica, se pensa di proiettarsi all’esterno è semplicemente un robot che si illude.

Perciò, l’uomo non è altro che l’aggregazione, avvenuta CASUALMENTE, di alcuni materiali e cioè, acqua, proteine, grassi, minerali, glucidi, vitamine ecc. Se, guardandovi allo specchio, vi vedete diversi da questo mucchietto di so-stanze, è pura illusione. Voi siete solo una serie di barattoli sullo scaffale di un laboratorio chimico. Un giorno il CASO, agitano questi barattoli, ne trasse un robottino come voi, che crede di pensare, amare e desiderare, ma nei fatti si illude.

Il materialismo ha creato storicamente una frattura insanabile tra materia e psiche. La scienza materialista si è affermata con forte connotazione atei-stica negli ultimi due secoli, occupando tutte le posizioni dominanti della cul-tura e della società. Nei fatti, chiunque non avesse professato convincimenti materialisti si vedeva reclusa qualsiasi possibilità di carriera scientifica.

In queste condizioni era ben difficile che le teorie propugnate da Jung e Pauli potessero affermarsi con caratteristiche scientifiche.

La verità è che il materialismo è una struttura vecchia, che scricchiola sotto i colpi di eminenti scienziati, per lo più fisici quantistici, i quali si stanno orien-tando verso una immagine radicalmente diversa del cosmo, decisamente orientata in senso “spirituale”.

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Fisica quantistica. Diatriba Bohr.Einsteiin

C’è un mistero nella fisica quantistica, che fin dall’inizio ha fatto perdere il sonno ad Albert Einstein; alcuni aspetti della teoria quantistica, sostenuti da Niels Bohr e dalla Scuola di Copenaghen da lui fondata, non gli piacevano affatto. Einstein non ammetteva l’impossibilità di determinare contempora-neamente la posizione e la velocità di una particella, cioè la non-località dei fenomeni quantistici. Egli affermava che “Dio non gioca a dadi ”. Soprattutto contestava la reale possibilità di un effetto misterioso conosciuto con il nome inglese di entanglement (intreccio). Consideriamolo in una ver-sione semplificata. Supponiamo di avere una sorgente che genera una coppia

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di fotoni. Questa coppia viene separata e i due fotoni vengono inviati a di-stanze immense uno dall’altro. Ebbene, cambiando la condizione di uno dei due, anche l’altro cambia simul-taneamente. Ciò significa che il cambiamento avviene ben più velocemente della velocità della luce: non solo, l’informazione relativa al cambio del primo fotone produce effetto sul secondo senza l’impiego di alcuna energia o mezzo di trasmissione. Fu proprio Einstein a usare le parole “azione fantasmatica a distanza” ormai entrate nella storia per definire l’entanglement. Ciò contrasta con la concezione materialista del mondo, per cui ogni avveni-mento deve essere causato da un altro. Una palla da biliardo (A) comincia a muoversi solo quando un’altra palla (B) la colpisce, non prima né dopo: inol-tre il movimento della palla B è in stretto rapporto alla forza con cui la palla A l’ha colpita. In campo quantistico le cose funzionano diversamente, come se la palla B cominciasse a muoversi appena la palla A parte, prima di essere colpita. Nei fatti, questo avviene anche se la palla A si trova sulla terra e la palla B su Giove (o all’altro capo dell’universo). Dunque esiste una forza sconosciuta, che non è la forza di gravità, che trasmette l’energia e l’informazione.

Einstein non credeva che il fenomeno dell’entanglement potesse realizzarsi senza una spiegazione concreta valida nel contesto della fisica classica, cioè deterministico e locale. Volle approfondire questo incredibile effetto tramite il famosissimo EPR, un gedankenexperiment (esperimento mentale) che prende il nome dai due scienziati che lo misero in atto assieme a lui (EPR = Einstein, Podolski e Rosen).

Purtroppo al tempo non esistevano i mezzi per realizzare praticamente l’esperimento, per cui questo restò appeso al nulla e continuò a riscuotere l’attenzione della comunità scientifica solo in considerazione della grande cre-dibilità del suo ideatore.

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Conferma dell’entanglement

Alla fine, nel 1982, le prove sperimentali messe in atto da Alain Aspect

confermarono la realtà del fenomeno dell’entanglement ed Einstein, se fosse stato ancora vivo, avrebbe dovuto prendere atto dell’evidenza che due parti-celle, unite una volta, restano unite per sempre con un vincolo che non è materiale, perché va al di là dello spazio e del tempo.

Tuttavia una certa scienza fa finta di ignorare questa novità sconvolgente della fisica, nonostante sia più che provata. Il problema che l’assilla non è

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tanto che si stabilisca un intreccio, quanto piuttosto che questo intreccio stra-volga tutte le leggi della fisica classica, secondo cui:

La realtà è causale e meccanicistica: ogni azione è reazione di un’azione precedente e causa di azioni successive.

Non si può superare il limite della velocità della luce. Ogni forza (gravitazionale, magnetica, ecc.) diminuisce in funzione

della distanza. La freccia del tempo stabilisce una rigida gerarchia nell’evoluzione di

ogni accadimento, ciò che avviene prima è sempre causa di ciò che avviene dopo.

A livello delle particelle elementari nessuna di queste regole vale più. Due o più particelle correlate (entangled) presentano caratteristiche ben diverse. Cioè:

Il limite della velocità della luce non vale più. Il principio secondo cui le forze si affievoliscono con la distanza non

vale più. Poiché non c’è differenza di tempo fra azione e reazione, la freccia

del tempo non vale più e non c’è causalità. MA SOPRATTUTTO: come fa una particella, anche posta a distanza astro-

nomica, a sapere che l’altra si predispone a cambiare? Come può saperlo non DOPO che è cambiata, ma contemporaneamente? COME HA VIAGGIATO L’INFORMAZIONE TRA LE DUE PARTICELLE?

E’ necessario immaginare uno spazio, fatto non più di materia ma di sola informazione. Nei fatti uno spazio psichico, non materiale. E’ forse lo stesso spazio che Platone chiamava “Mondo delle idee” e che poi Carl Jung chiamò “Inconscio collettivo”?

Si tratta di uno spazio detto NON-LOCALITA’, perché non lo si può collocare in nessun luogo, ma è dappertutto: collega l’universo intero, sicché ogni parte dell’universo è immersa in questo livello di energia e informazione e DIVENTA UNA COSA SOLA.

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Entanglement e inconscio collettivo

L’entanglement dimostra che esiste un livello di “gestione dell’universo”

superiore alle leggi del materialismo fisico, qualcosa che trascende dal tempo, dallo spazio e dalla materia. Ma c’è un’altra implicazione straordinaria: se due particelle separate continuano a comportarsi come se fossere una sola, allora tutto l’universo è legato da una forza che ne fa una cosa sola; infatti, tutto l’universo proviene dall’unico big-bang.

Da questo livello non-locale dove non esistono né spazio né tempo flui-scono verso le nostre coscienze tutte le informazioni dell’universo sotto forma

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di archetipi, come pure dalla non-località fluiscono le sincronicità che gene-rano tutte le coincidenze curiose di cui siamo protagonisti, i presentimenti, le finestre aperte sugli spazi dello spirito.

Possiamo cominciare a immaginare che la perfezione della creazione non sia frutto del caso, ma derivi da un livello superiore che la amministra. Questo livello supera il concetto di materia, e implica la presenza di un’entità che non ha vincoli di tempo o spazio.

Esiste un Tao, esiste uno Spirito che governa l’universo al di sopra delle leggi della materia?

Certamente esistono fatti che possono avvenire senza essere provocati da una causa evidente.

Jung partì da un fenomeno inspiegato, quello delle coincidenze straordinarie di cui tutti siamo spesso protagonisti. Per esempio, sogniamo una persona cara in pericolo e il giorno dopo apprendiamo che il fatto è avvenuto. Come potevamo saperlo prima, come potevamo ricevere in sogno questa informazione, specialmente se la persona vive lontanissima da noi?

Jung teorizza l’esistenza di un inconscio collettivo, cioè una coscienza universale esterna ai singoli individui, a cui le coscienze individuali possono attingere. Dall’inconscio collettivo fluiscono nella nostra coscienza gli archetipi, figure che nella nostra percezione si trasformano in avvertimenti, consigli, stati d’animo, premonizioni, consapevolezze.

E’ probabile che la forza sconosciuta che causa l’entanglemente studiato da Pauli e l’inconscio collettivo teorizzato da Jung siano la stessa cosa, cioè l’Anima mundi, il Tao, lo Spirito, o comunque un Ente comunque le varie culture possano chiamarlo.

La fisica quantistica è solo all’inizio, ma la concezione materialistica sostenuta dagli scienziati degli ultimi secoli comincia a vacillare: il millennio che sta iniziando sarà il millennio che troverà la “formula unificante” di scienza e spirito.

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L’osservatore determina il comportamento

Uno dei fenomeni più sorprendenti nel comportamento delle particelle nella

fisica quantistica, è quello che si desume attraverso l’esperimento della dop-pia fenditura

Se si “spara” un fotone contro una barriera dotata di due fenditure, ci si aspetta che lo stesso attraversi una o l’altra. Non è così. LE ATTRAVERSA TUTTE E DUE. Non si tratta di una affermazione campata in aria, è un feno-meno affermato e confermato in centinaia, se non migliaia di esperimenti, e universalmente riconosciuto. Si tratta della “sovrapposizione di stati”, alla base del fenomeno dell’entanglement. In effetti, un fotone non si comporta come una particella ma come un’onda. Si propaga come succede al cerchio d’acqua provocato da un sasso lanciato nello stagno. Ciò significa che il

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fotone si trova in un posto indefinito, quindi anche in due posti contempora-neamente. E’ possibile verificare che abbia attraversato tutte e due le fendi-ture perché, al di là della barriera, si formano le figure di interferenza tipiche delle onde.

Se pensate che ciò sia sorprendente, sappiate che non avete ancora visto tutto. Ammettiamo che uno scienziato particolarmente puntiglioso decida di andare fino in fondo alla questione, e metta uno strumento di controllo dietro una delle due fenditure, per verificare se il fotone ci passa davvero oppure no. Ebbene, a questo punto il fotone passa SOLO ATTRAVERSO LA FENDI-TIRA MONITORATA. Si dice che il fotone “collassa” in uno stato determinato. Si può verificare perché sul retro della barriera non si formano le figure di interferenza, ma si produce un singolo punto dietro la fenditura attraversata.

Dunque, dovremmo concludere che il fotone è dotato di intelligenza e sce-glie di passare attraverso DUE fenditure quando NON viene osservato, e at-traverso UNA quando lo si osserva. Nel mio libro “Tutti i colori dell’entangle-ment” descrivo nel dettaglio il fenomeno. La conseguenza più rilevante dell’esperimento è questa: l’osservatore può determinare il comportamento del fotone (e di ogni altra particella elementare) semplicemente OSSERVAN-DOLA. Ciò avviene non solo con i fotoni, ma anche con tutte le altre particelle elementari, come per esempio gli elettroni.

John Wheeler è stato un fisico americano, personaggio carismatico della fisica degli anni '30 e '40; sotto la sua guida si sono formati molti fisici famosi tra cui Richard Feynman. Wheeler ritiene che il coinvolgimento dell’osserva-tore nella realtà subatomica osservata sia addirittura l’aspetto più importante della fisica quantistica, al punto che propone di eliminare il termine “osser-vatore” sostituendolo con quello di “partecipatore”. Esprime questa sua con-vinzione in una celebre citazione:

“La misurazione cambia lo stato dell’elettrone. Dopo la misu-razione, l’universo non è più lo stesso. Per descrivere ciò che è accaduto, bisogna eliminare la vecchia parola “osservatore” e sostituirla con il nuovo termine “partecipatore”. In un certo qual modo, l’universo è un universo partecipatorio.”

A livello delle particelle elementari diventa possibile, per la coscienza dell’osservatore, partecipare al funzionamento della materia, e determinarlo. Per ora ciò vale nei riguardi di un singolo fotone, ma forse, attraverso suc-cessivi studi, si potrà scoprire che la coscienza può intervenire anche su ag-gregazioni di fotoni, atomi, molecole e interi organismi anche biologici.

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Coscienza globale

Diverse sperimentazioni scientifiche hanno riscontrato che gli eventi negativi causano variazioni nella coscienza dei singoli esseri umani prima del loro ve-rificarsi. In conseguenza di ciò, non sarebbe possibile, testando i turbamenti preventivi di vaste fasce di popolazione, segnalare eventi negativi che inte-ressano intere nazioni o continenti, o tutto il pianeta, prima che si verifichino? Qualcuno si è occupato di approfondire questa possibilità in modo scientifico, con una ricerca tuttora in corso che si svolge nell’ambito del progetto creato negli anni 80 dai professori Robert Jahn e Brenda Dunne presso l’Università di Princeton, il Princeton Engineering Anomalies Researh. Questo progetto nacque quando le varie sperimentazioni lasciarono immagi-nare che potesse esistere realmente una coscienza globale collettiva. Gli studi consistevano nel verificare gli effetti psicocinetici su alcune piccole macchine, dei generatori elettronici di numero casuali, in termini tecnici RNG (Random Number Generator) I numeri possono essere pari o dispari, dunque, come nel lancio di una mo-neta, dopo un numero ragionevole di lanci il risultato diventa piatto (50-50). Si chiedeva alle persone oggetto dell’esperimento di provare a influenzare l’uscita dei numeri, e si verificò che effettivamente i volontari potevano ge-nerare variazioni interessanti rispetto alla statistica.

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Successivamente si è addirittura verificato che, pur senza che nessuno ten-tasse di influenzare i generatori RNGi, i risultati erano diversi da quelli preve-dibili statisticamente, quindi si arrivò a immaginare che esistesse una co-scienza collettiva che poteva influenzare i generatori indipendentemente dalla volontà dei singoli. Negli anni successivi i risultati interessanti e la maggiore sofisticazione delle tecnologie consentirono di unire al progetto (che prese il nome di Progetto Coscienza Globale) molti altri Istituti. Generatori di numeri casuali furono piazzati praticamente in tutto il mondo, dall’Europa agli USA alla Russia e poi anche in Giappone, Brasile, Cina, Sud America, Australia e Africa. Questi ge-neratori, tuttora in funzione, svolgono il compito dei volontari, generano nu-meri casuali (uno o zero) centinaia di volte al secondo, e nel contempo for-mulano un pronostico, poi verificano se hanno indovinato. Si è potuto verificare che, prima del verificarsi di eventi collettivi di impor-tanza significativa, i generatori azzeccano i pronostici molto più spesso della media, come se il loro funzionamento ordinario fosse influenzato dagli eventi che accadranno da lì a poco. In pratica, gli RNG sono capaci di registrare una variazione significativa nella coscienza collettiva delle comunità rientranti nel loro raggio d’influenza, che si esprime in un maggior numero di pronostici esatti. Se l’evento può interessare un intero continente, tutti i generatori di quel continente registrano medesime variazioni. A conferma, vennero notati enormi picchi di pronostici esatti qualche ora prima dell’attacco alle Torri Ge-melle di New York, l’11 settembre del 2001.

Nel suo libro “Menti interconnesse” Dean Radin, che partecipa al progetto, descrive così il comportamento degli apparati RNG:

“Abbiamo notato che qualcosa di insolito è accaduto quel

giorno. L’11 settembre del 2001, la curva del grafico ha subito un’incredibile deviazione in confronto con gli altri giorni esami-nati. È risultato che questa curva ha raggiunto il picco circa due ore prima che l’aereo dirottato si schiantasse sulla prima delle Torri gemelle, a New York, alle 8,46 del mattino ora locale e sia precipitato al livello più basso intorno alle 2,00 del pomeriggio, circa 8 ore più tardi.”

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Prospettive in un universo psichico

L'affermazione materialista secondo cui i fenomeni psichici sono illusori è

inevitabilmente controversa. La maggior parte delle persone ha avuto appa-rentemente esperienze di telepatia o di precognizione. Quasi tutte hanno avuto la sensazione che qualcuno alle loro spalle le stesse guardando e si sono voltate, oppure hanno fatto voltare qualcun altro osservandolo. Molti proprietari di animali domestici hanno notato che i loro cani e i loro gatti sembrano cogliere le loro intenzioni, anche quando non sono visibili. Si parla in questi casi di fenomeni di intuizione o psichici o parapsicologici o li si attri-buisce a un sesto o a un settimo senso o ancora alla percezione extrasenso-riale (ESP) o psi (abbreviazione di "psiche").

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Per i materialisti militanti, tutti questi fenomeni sono illusori. La mente è dentro il cervello e l'attività mentale non è nient'altro che attività elettrochi-mica del cervello. Perciò pensieri e intenzioni non possono avere effetti diretti a distanza; né la mente può essere aperta a influssi dal futuro. Anche se questi fenomeni paranormali sembrano verificarsi, devono avere spiegazioni normali in termini di coincidenza o di sottili indizi sensoriali oppure sono solo pie illusioni o frodi. Questa controversia dura da generazioni e sol-leva la domanda sulla natura della scienza stessa.

La scienza è un sistema di credenze o è un metodo di ricerca? Il materiali-smo è stato la posizione standard da alcuni secoli a questa parte, ma una piccola minoranza di ricercatori ha continuato a studiare i fenomeni psichici perché, se fossero reali, amplierebbero di molto la nostra conoscenza della mente ed estenderebbero il dominio della scienza. La situazione ricorda un po' un dialogo fra sordi o, meglio, un dialogo fra persone che non andranno mai d'accordo perché partono da premesse completamente differenti.

La premessa materialista è che la natura della mente sia già nota in linea di principio: l'attività mentale è attività del cervello e ha luogo all'interno della testa. Pertanto i fenomeni psichici sono impossibili.

La premessa della ricerca psichica è che i fenomeni psichici siano possibili, anche se non ancora compresi; e si potrà scoprire di più solo studiandoli. La diversità delle premesse si riflette anche nei termini "normale" e "para-normale". I fenomeni psichici sono normali nel senso che sono comuni: per esempio, la maggior parte delle persone ha avuto presentimenti, ha fatto sogni significa-tivi oppure ha avuto esperienze apparentemente telepatiche con chiamate telefoniche.

Ma poiché queste esperienze non quadrano con la teoria materialista della mente-nel-cervello, sono classificate come paranormali, a significare letteral-mente "al di là del normale". In questo senso, "normale" è definito non da quello che succede effettivamente, ma dagli assunti dei materialisti. Analogamente, il termine "parapsicologia" significa ‘al di là della psicologia', e comporta che non faccia parte della psicologia normale. Penso che questo termine sia infelice. Se i fenomeni psi esistono, e io ne sono convinto, sono normali, non paranormali; naturali, non sovrannaturali. Fanno parte della na-tura umana e della natura animale e possono essere studiati scientifica-mente. (da: Le illusioni della scienza, Rupert Sheldrake)

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Percezioni estrasensoriali in un universo psichico

Ci è stato sempre ripetuto, fin dai tempi di Aristotele, che il corpo umano

possiede cinque sensi: vista, udito, tatto, gusto, odorato. Questi sensi sono quelli che ci consentono di interfacciarci fisicamente al mondo circostante, per ricavarne informazioni utili alla sopravvivenza.

Nella sapienza popolare esiste un altro senso, il sesto, che non si serve di mediatori fisici (mani, lingua, occhi ecc.) per svolgere il suo lavoro, ma lo svolge ugualmente bene. Si tratta dell’intuito.

L’intuito è quel bagaglio di conoscenze che abbiamo accumulato nella no-stra esperienza di vita, e riesce a suggerirci abbastanza spesso di che cosa possiamo fidarci e di che cosa no, che cosa conviene fare e che cosa no, in

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definitiva come rischiare il meno possibile di fronte alle situazioni incerte. Maggiore è la nostra esperienza, più l’intuito funziona. Dunque l’intuito, se da una parte può essere considerato extrasensoriale perché non è mediato da nessun organo fisico, dall’altra non lo è per due buoni motivi. Il primo è che non introduce nel nostro sapere cognizioni ignote ed esterne, ma più semplicemente rielabora le informazioni che già possediamo; il secondo è che comunque viene mediato dal nostro cervello, il quale ha la sua consi-stenza fisica.

Dunque, il sesto senso opera razionalmente su dati conosciuti; al contrario, il settimo senso elabora nella nostra coscienza, in modo del tutto irrazionale e imprevedibile, dati e informazioni che spesso non hanno mai neppure sfio-rato la nostra coscienza e il nostro sapere. Cioè, il settimo senso ci introduce a realtà del tutto aliene alla nostra vita quotidiana e alla nostra esperienza.

Il termine settimo senso può definire bene alcune proprietà conosciute più scientificamente come percezioni extrasensoriali, o ESP (abbreviazione di Ex-tra Sensory Perception). Queste sono:

- La precognizione, o capacità di prevedere il futuro. - La chiaroveggenza, o capacità di percepire visivamente cose che nor-

malmente non sono visibili. - La telepatia, o capacità di comunicare con il pensiero. Il campo di studio delle percezioni extrasensoriali è detto comunemente

parapsicologia.

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Le sincronicità accadono al momento giusto per i singoli e per tutta l’umanità.

Tutto quanto detto in questo opuscolo sul verificarsi delle sincronicità nella

vita dell’individuo sottintende che queste si verifichino “con intelligenza”, cioè al momento giusto, proprio quando sono necessarie per imprimere una svolta nella vita.

Così come per i singoli individui, l’intelligenza dell’universo predispone il verificarsi di sincronicità che possono guidare tutta l’umanità verso stadi evo-lutivi superiori. In particolare Joseph Cambray, psicanalista junghiano, so-stiene l’esistenza di “sincronicità culturali”, come per esempio l’emergere della democrazia nella civiltà greca, cioè balzi culturali “guidati” nell’evolu-zione dell’umanità che si verificano al momento giusto.

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Un altro esempio di “momento giusto” appare evidente se valutiamo i tempi dell’evoluzione umana. Le età dell’uomo possono essere divise in età della pietra, età del rame, età del bronzo ed età del ferro. Enunciandole così non si ha la percezione della loro durata. In effetti, l’età della pietra inizia 3-4 milioni di anni fa, e solo 6.000 anni fa si passa all’età del rame: 5000 anni fa all’età del bronzo, e 3.000 anni fa all’età del ferro.

L’età della pietra è durata immensamente più a lungo delle età successive. Perché l’uomo è rimasto così a lungo fermo nella sua prima età, per più di tre milioni di anni, prima di compiere il primo passaggio evolutivo all’età del rame? È una domanda a cui la paleontologia moderna non sa rispondere.

Azzardiamo un’ipotesi: in tutto quel lunghissimo periodo gli uomini non desideravano, non avevano l’intenzione di evolversi, forse non immaginavano neppure la possibilità perché non avevano ancora una coscienza sufficiente-mente pronta ad esprimere intenzioni.

A un certo punto, il numero aumentato e qualche circostanza favorevole riuscirono a innescare un campo di forza sufficiente a interagire con l’arche-tipo dello sviluppo culturale. Da quel punto in poi, l’evoluzione fu velocissima passando rapidamente dall’età del rame a quella del bronzo e poi a quella del ferro.

Oggi viviamo l’età del silicio, cioè l’età dell’informazione. Oggi abbiamo gli strumenti comunicativi per diffondere rapidamente idee nuove, in grado di generare campi di forza e aspettative rispetto alle nuove frontiere del sapere. I campi generati oggi possono diffondersi e cambiare il cammino evolutivo dell’umanità in pochi decenni, non più in milioni di anni.

Il tempo che stiamo vivendo è certamente il momento giusto affinché nuove idee, legate al progresso della fisica quantistica come l’entanglement, possano prendere piede e sconvolgere tutte le credenze sulla realtà dell’uni-verso. In effetti l’entanglement predice una realtà non più fatta di sola ma-teria, ma di materia e psiche. L’entanglement rivaluta e rende attuali tutte le intuizioni che l’umanità ha sentito come vere per millenni, senza mai poterle provare. L’entanglement comincia a produrre prove reali e convincenti. Si sta creando, nel mondo, una rete di “difensori” di questa nuova scienza, capace di generare un campo di forza sufficiente a rafforzarla ogni giorno più. L’en-tanglement si è sviluppato in pochi anni attraverso una serie incredibile di sincronicità.

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La grande sincronicità che stiamo vivendo

Fin dagli albori della civiltà l’umanità è sempre progredita in modo non li-neare, nonostante il darwinismo abbia sostenuto la teoria di una evoluzione graduale delle specie, che progressivamente, tramite mutazioni favorevoli, procedevano in un cammino di adattamento alle condizioni ambientali, il gra-dualismo filetico.

Nel 1972 due studiosi, Stephen Jay Gould e Niles Eldredge hanno proposto la teoria degli equilibri punteggiati. In base allo studio dei fossili i due scien-ziati hanno contestato la progressività lineare dell'evoluzione postulando che le specie rimangono stabili per lungo tempo e che variano in brevi periodi.

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I due scienziati si riferivano all'evoluzione delle specie sul piano biologico, ma è ovvio che, per quando riguarda l'uomo, l'evoluzione biologica è anche accompagnata dall'evoluzione culturale.

Effettivamente, noi stessi ci siamo chiesti come mai l'uomo sia rimasto fermo per quasi quattro milioni di anni all'età della pietra, per evolvere poi con incredibile velocità negli ultimi 12.000 anni, fino all’età dell’informatica.

In proposito ho sostenuto il principio del momento giusto: per ogni cosa esiste un momento giusto affinché si realizzi, un momento in cui le condizioni oggettive esterne sono propizie a renderne più facile la realizzazione.

Il momento giusto si manifesta con una serie di sincronicità che incitano a perseguirlo, e stimolano il singolo destinatario, o una intera comunità, a lan-ciarsi nell’avventura del cambiamento.

Esistono momenti giusti per ciascuno di noi, ma soprattutto esistono mo-menti giusti per le aggregazioni, i popoli, l’umanità intera. Sono momenti nei quali diventa possibile compiere balzi prodigiosi nella consapevolezza di nuovi livelli di cultura e di civiltà verso cui tendere. In questi casi sincronicità parti-colarmente potenti, insistenti e ripetute spingono gli uomini a realizzare il balzo evolutivo.

Io credo che stiamo vivendo uno di questi momenti, cioè il passaggio dalla civiltà della sola materia alla civiltà della materia unita alla psiche. Una serie incredibile di sincronicità ci sta guidando verso questa meta, uno stadio evo-lutivo della mente che non lascerà nessuna cosa immutata: se l’umanità avrà il coraggio di compiere questo balzo, nulla sarà più come prima.

Abbiamo assistito allo sviluppo della fisica quantistica, all’incredibile sco-perta della realtà non-locale in cui avviene l’entanglement, ai recenti sviluppi del progetto Coscienza Globale, tutto ciò coincidente con le teorie dello psi-coterapeuta Carl Gustav Jung sull’inconscio collettivo, e soprattutto il suo l’incontro e la collaborazione con il fisico quantistico Wolfgang Pauli. Po-tremmo ricordare decine e decine di altri eventi coincidenti, come gli studi di Rupert Sheldrake sui campi morfici o la teoria del fisico David Bohm sull’uni-verso implicato ed esplicato. Tutti questi avvenimenti concentrati negli ultimi cinquanta anni rappresentano un fiume tumultuoso di eventi che genera vor-tici capaci di spazzare via secoli di convinzioni non più coerenti con la realtà.

Probabilmente stiamo viaggiando a grande velocità verso il punto Omega. Questo termine, coniato dallo scienziato gesuita francese Pierre Teilhard

de Chardin, descrive il massimo livello di complessità e di coscienza verso il quale sembra che l'universo tenda nella sua evoluzione. Un livello che vedrà la piena e totale collaborazione tra materia e psiche.

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Riferimenti sul web Seguici sulla nostra pagina Facebook

Cenacolo Jung-Pauli. Coincidenze, sincronicità, entanglement Gruppi collegati:

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Per saperne di più. Edizioni Pensare Diverso. Collana “Cenacolo Jung Pauli”

TUTTI I COLORI DELL’ENTANGLEMENT. Dal mito della caverna all’uni-

verso olografico. Itinerario logico tra apparenza e realtà, strane coincidenze, sincronicità, non-località quantistica

Edizioni PensareDiverso Copyright 2018 ISBN 9788894299175 Pagine 354. Formato 17x24 . Illustrato, 58 illustrazioni b/n Prezzo di copertina € 16,00. Ebook € 7,90. Sconti sul sito dell’editore

Il libro si divide in tre parti. Nella prima (Le intuizioni) tratta le ipotesi più rilevanti sulla

realtà illusoria del mondo percepibile e sull’esistenza di un livello di coscienza trascendente

la materia, dal Mito della caverna di Platone alla Teoria immaterialistica di Berkeley, alla

Psicologia della forma e fino all’Inconscio collettivo di Carl Jung, soffermandosi partico-

larmente sulla sua Teoria della Sincronicità. Nella seconda parte (Le conferme) descrive in

modo elementare ma dettagliato il cammino della fisica quantistica, dall’esperimento della

doppia fenditura di Thomas Young fino ai fenomeni della Sovrapposizione degli stati e

della Correlazione quantistica, chiavi privilegiate per la comprensione dell’Entanglement.

La terza parte (Le prospettive) descrive le teorie elaborate da David Bohm sul potenziale

quantico e sull’universo implicato e quella, condivisa con Karl Pribram, sulla visione

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olografica del cosmo. Il tutto viene illustrato con assoluta semplicità, senza l’uso di formule

matematiche e con l’aiuto di molte illustrazioni.

Fin dalle sue origini l’uomo si è posto il problema di indagare l’origine e la composizione

delle cose, per scoprirne il funzionamento e l’intima finalità. Il metodo universalmente

usato è quello di scomporre gli oggetti in parti sempre più piccole, analizzandole poi con

ogni metodo possibile, dall’indagine visiva alle reazioni chimiche. Ciò accade ancora oggi.

Lo scienziato che voglia, per esempio, scoprire come è fatto un cubetto di granito, lo fran-

tuma in parti sempre più piccole fino a divederlo nei singoli atomi. Se però, una volta rag-

giunto il livello atomico, volesse indagare oltre scendendo al livello delle singole particelle

subatomiche, avrebbe la sorpresa di vedere il cubetto di granito comportarsi come un cu-

betto di ghiaccio: osserverebbe la materia liquefarsi, evaporare, scomparire tra le sue dita

trasformandosi in energia vibrante, e le singole particelle mutarsi in onde fluttuanti senza

più nessuna corporeità.

A livello subatomico, la materia non è più materia, diventa un’altra cosa; le particelle ci

ingannano mostrandosi come corpuscoli se le osserviamo, e comportandosi come onde

quando non sono osservate. Gli atomi sono fatti praticamente di vuoto, e ciò che all’appa-

renza, al nostro livello sensibile, ci sembra di poter toccare, pesare, manipolare, nella sua

composizione più intima diventa increspatura del vuoto, energia, informazione, onda o vi-

brazione, tutto ma non più materia.

A questo punto, non possiamo più parlare di una unica realtà: a seconda dei livelli di

osservazione, dall’estremamente piccolo all’infinitamente grande, esistono più livelli, tutti

diversi ma tutti assolutamente veri. O forse esistono molti aspetti di una verità superiore,

ancora sconosciuta. Tutte le filosofie e le religioni hanno sempre ipotizzato e proclamato

una “zona dello spirito” trascendente la materia; nessuno, però, è mai riuscito a fornire le

prove della sua esistenza.

Oggi la fisica quantistica, dopo le sperimentazioni effettuate con successo a conferma

del fenomeno dell’entanglement, sta spalancando una enorme finestra su orizzonti che mai,

fino al secolo scorso, si sarebbero potuti immaginare. Finalmente sappiamo che esistono

livelli di realtà non più soggetti alle costrizioni della fisica newtoniana, livelli in cui energia

e informazione prendono il sopravvento escludendo la materia. Si tratta del livello non lo-

cale, l’universo implicito o anche l’universo olografico di David Bohm e Karl Pribram. A

questo livello una Intelligenza universale pare interagire con l’umanità. Lo fa anche attra-

verso le sincronicità teorizzate da Carl Jung, e ci guida in un progetto evolutivo culturale

di cui stiamo appena prendendo consapevolezza.

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ENTANGLEMENT E SINCRONICITÀ. Campi di forza, non-località, percezioni

extrasensoriali. Le sorprendenti proprietà della fisica quantistica. Edizioni PensareDiverso Copyright 2017. ISBN 9788894299106 Pagine 204x. Formato 17x24. Illustrato, 55 illustrazioni B/N Prezzo di copertina € 14,00. Ebook € 7,90. Sconti sul sito dell’editore

Per molti secoli le percezioni extrasensoriali come la telepatia, le premonizioni e la pre-

veggenza sono state considerate fantasie, illusioni o invenzioni fraudolente. Ciò era la di-

retta conseguenza del dominio materialista sulla scienza e della negazione a priori di ogni

realtà non verificabile in laboratorio. Nonostante ciò, tutti abbiamo fatto delle semplici

esperienze come strane coincidenze, presentimenti o addirittura letture del pensiero e delle

intenzioni altrui. Che non fossero illusorie è provato dal fatto che spesso ne abbiamo rica-

vato beneficio nella vita di tutti i giorni.

Ora finalmente, negli ultimi decenni, stanno emergendo prove scientifiche dell’esistenza

di un livello di coscienza superiore, una mente collettiva dove albergano idee e pensieri

comuni a tutta l’umanità: un cosmo psichico al quale è possibile attingere e dal quale rice-

viamo segnali e informazioni.

Nel 1980 è stato confermato sperimentalmente l’entanglement quantistico, cioè la pro-

prietà delle particelle elementari di comunicare tra loro senza limiti di spazio e di tempo, in

una dimensione che non è soggetta alle leggi conosciute della fisica e può essere paragonata

ad una mente universale. Gli esperimenti del Progetto Coscienza Globale condotti presso

l’Università di Princeton hanno dimostrato senza dubbio l’esistenza di una coscienza del

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mondo, pronta a reagisce emotivamente quando si verificano grandi eventi che coinvolgono

l’umanità. Questo Progetto è basato su apparecchiature elettroniche distribuite in 41 nazioni

in tutti i continenti, capaci di registrare l’umore delle comunità umane. In occasione dell’at-

tacco terroristico alle Torri gemelle di New York, avvenuto l’11 settembre del 2001, le

strumentazioni dell’Università di Princeton registrarono un fortissimo picco di “angoscia”

nei sentimenti della popolazione mondiale: il fatto stupefacente è che il picco emotivo non

fu registrato dopo, bensì due ore prima che il fatto accadesse.

Questo libro parla di tutte le conferme acquisite negli ultimi cinque decenni a quella che

era la teoria dell’Anima mundi cara al filosofo greco Platone, e poi all’intuizione dell’in-

conscio collettivo del notissimo psicoterapeuta Carl Gustav Jung, fino alla definitiva con-

ferma, proveniente da eminenti scienziati e premi Nobel, di quanto predetto dalla fisica

quantistica, cioè l’esistenza di un livello non-locale dove le particelle, anche separate da

distanze immense, sanno tutto una dell’altra e si comportano come se fossero una cosa sola.

Questo libro non è un testo scientifico né tantomeno filosofico o para-religioso. L’autore

è un divulgatore con anni di esperienza all’attivo, capace di individuare i punti salenti di

argomenti anche molto complessi, riuscendo a rielaborarli in modo da renderli comprensi-

bili al grande pubblico.

Il messaggio di questo libro è che la barriera di divisione tra materia e psiche sta crol-

lando, anzi, è già crollata. Da un universo totalmente fondato sulla materia aggregata dal

caso, l’umanità sta navigando decisamente verso un nuovo modo di intendere la realtà, dove

materia e psiche convivono e si integrano.

Mentre la fisica classica resta dominante nel mondo percepibile dai nostri sensi, si aprono

nuovi livelli di realtà.

A livello quantistico la fisica classica non è più valida: la materia non riesce a esplicare

da sola la sua funzione, ma ha bisogno di una dimensione psichica, cioè di un ulteriore

livello, il livello della non-località. Qui tutto l’universo diventa una cosa sola, fatta di ener-

gia e informazione, ed è coordinato da una forza di armonia senza la quale esisterebbe solo

il caos.

Nei livelli più nascosti della realtà la materia non può fare a meno della psiche ma, reci-

procamente, la psiche non può esistere senza una materia attraverso cui esprimersi.

Questa consapevolezza sta accompagnando l’umanità verso un nuovo balzo evolutivo,

oltre il quale cesserà il predominio materialistico. Si instaurerà un’era di collaborazione tra

psiche e materia, in cui anche fenomeni che ora sono discussi o negati, come le percezioni

extrasensoriali, diventeranno patrimonio di uso comune nella vita di tutti i giorni.

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Per approfondire. Altri libri consigliati da Cenacolo Jung Pauli

Suggerisco alcuni libri di autori diversi, che possono essere trovati facil-

mente nelle migliori librerie oppure nelle librerie online, spesso anche in for-mato ebook. Si tratta di letture veramente interessanti per chi vuole appro-fondire gli argomenti esposti in questo opuscolo.

Amir Dan Aczel, Entanglement. Il più grande mistero della fisica. Raf-

faello Cortina Editore. Barbour Julian, La fine del tempo. Einaudi. Barrow John David, Da zero a infinito. La grande storia del nulla. Oscar

Mondadori. Barrow John David, I numeri dell’universo, Oscar Mondadori Barrow John David, Tipler Frank, Il principio antropico. Adelphi. Cambray Joseph, Sincronicità. Natura e psiche in un universo intercon-

nesso. Edizioni Fattore Umano Capra Fritjof, Il Tao della fisica. Adelphi. Cederquist John, Le coincidenze non esistono. Rizzoli. Cesati Cassin Marco, Non siamo qui per caso. Il potere delle coincidenze.

Sperling & Kupfer. Chopra Deepak, Le coincidenze. Sperling & Kupfer. Goswami Arneb, Guida quantica all’illuminazione. Edizioni Mediterranee Hopke Robert, Nulla succede per caso. Oscar Mondadori

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Jung Carl, L’analisi dei sogni. Gli archetipi dell’inconscio. La sincronicità. Bollati Boringhieri.

Kumar Manjit, Quantum. Da Einstein a Bohr, la teoria dei quanti, una nuova idea della realtà. Mondadori.

Peat David, Sincronicità. Un connubio tra materia e psiche. Edizioni Magi Radin Dean. Menti interconnesse. I fenomeni psichici spiegati dalla fisica

quantistica. Edizioni Mediterranee. Sheldrake Rupert, Le illusioni della scienza. Urra. Sheldrake Rupert, La mente estesa. Urra. Stapp Henry Quantum Theory and Free Will. Springer International Pu-

blishing. Tagliagambe Silvano e Malinconico Angelo, Pauli e Jung. Un con-

fronto su materia e psiche. Raffaello Cortina Editore. Talbot Michael, Tutto è uno. Feltrinelli Teodorani Massimo, Bohm. La fisica dell’infinito. Macro Edizioni

Teodorani Massimo, Entanglement. L’intreccio nel mondo quantistico:

dalle particelle alla coscienza. Macro Edizioni. Teodorani Massimo, Sincronicità. Il legame tra fisica e psiche. Da Pauli

a Jung a Chopra. Macro Edizioni. Widmann Claudio, Sincronicità e coincidenze significative. Edizioni Magi. Widmann Claudio, Introduzione alla sincronicità. Edizioni Magi.

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L’autore

BRUNO DEL MEDICO 1946. Programmatore informatico attualmente in pensione, opera come

divulgatore e blogger in diversi settori tecnici. Alla nascita dell’Home compu-ting ha pubblicato articoli e studi su diverse riviste del settore (Informatica oggi, CQ Elettronica, Fare Computer, Bit, Radio Elettronica e altre). Negli ultimi anni si è impegnato nella divulgazione delle nuove scoperte della fisica quantistica, secondo la visione orientata alla metafisica di molti notissimi scienziati del settore come David Bohm e Henry Stapp. In questo ambito ha pubblicato tre volumi: “Entanglement e sincronicità”, “Succede anche a te?” e recentemente “Tutti i colori dell’entanglement”.

Gestisce il sito www.entanglement.it, ed è presente su Facebook con la pagina di successo “Cenacolo Jung-Pauli”, che conta migliaia di iscritti e vuole essere luogo di dibattito dedicato all’incontro tra scienza e psiche.

Nel campo dell’Hobby farming, che ha sempre amato per le sue origini dal mondo rurale, ha pubblicato 15 manuali e svolge attività di blogger su siti personali e sui social network, dove ha creato e gestisce media di successo come il gruppo Facebook “Coltivare l’orto” con oltre 75.000 iscritti.

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