LE ORIGINI DELLA - UniBG ORIGINI PEDAG.PER... · LE ORIGINI DELLA PEDAGOGIA PER L’INFANZIA BREVI...
-
Upload
nguyenkhanh -
Category
Documents
-
view
217 -
download
0
Transcript of LE ORIGINI DELLA - UniBG ORIGINI PEDAG.PER... · LE ORIGINI DELLA PEDAGOGIA PER L’INFANZIA BREVI...
LE ORIGINI DELLA
PEDAGOGIA PER L’INFANZIA
BREVI CENNI ALLE PRINCIPALI TEORIE
E METODI
Didattica A - Valentina Arcomano
Lunedì 5 marzo 2012
L’EUROPA NEI SECOLI XIX E XX
L’«INVENZIONE» DELL’INFANZIA
ANNI ʽ20 E ʽ30:
I PRIMI ASILI INFANTILI
INIZIATIVE DI EDUCAZIONE PRESCOLASTICA COLLETTIVA:
Le scuole del pastore Oberlin (Francia, 1771)
La scuola di Burgdorf, istituita da Pestalozzi (1799-1800)
Ecc…
La scuola dell’industriale e filantropo Robert Owen (1816, New Lanarck, Scozia) la più importante per la sua influenza internazionale fino al primo Kindergarten di Froebel (Germania, 1837) La prima «scuola infantile» di Ferrante Aporti (1831, Cremona, Italia)
PERCHÉ NASCONO
I PRIMI ASILI INFANTILI? (1)
Le ragioni di un «sincronismo europeo»:
1) ragioni economiche e sociali: industrializzazione,
urbanizzazione, madri impegnate in nuove occupazioni
lavorative
abbandono dei bambini delle famiglie
povere
mortalità infantile
2) Ragioni filantropiche e di controllo sociale
PERCHÉ NASCONO
I PRIMI ASILI INFANTILI? (2)
Per alcuni storici, sono ragioni insufficienti, se si pensa che: molti asili sorgono nelle aree rurali molti asili si rivolgono ai ceti più abbienti 3) Ragioni culturali e pedagogiche (scoperta della seconda infanzia)
mediazione tra finalità assistenziali e
finalità educative e scolastiche
UNA DISTINZIONE TRA
prima infanzia e seconda infanzia
Occorre distinguere tra:
la scoperta della seconda infanzia (2 e 3 – 6 anni), avvenuta
nei primi decenni dell’Ottocento (cultura illuminista e
sperimentale), per opera di:
medici e pediatri
pedagogisti, educatori, intellettuali (Rousseau, Pestalozzi…).
La scoperta della prima infanzia (0 – 3 anni), avvenuta nei
primi decenni del Novecento, grazie agli sviluppi:
della pedagogia
della psicologia
della neuropsichiatria
PRIME PROSPETTIVE TEORICHE E
DIDATTICHE
LA SCOPERTA DELL’INFANZIA IN
EUROPA
LO SCENARIO CULTURALE
Era diffusa una visione negativa e impersonale dell’infanzia,
irrequieta, instabile potenzialmente pericolosa, se non disciplinata
modello educativo centrato sull’obbedienza, sull’autocontrollo carenza di attenzioni affettive e di tenerezza L’industrializzazione porta in fabbrica il bambino di 10 anni occorre dargli le nozioni per renderne più produttivo il lavoro (vedi il primo asilo, creato dall’imprenditore Owen) Dal ‘700 in poi, il rinnovamento culturale, sociale e istituzionale accompagna la nascita della Pedagogia moderna, che contribuisce gradualmente alla diffusione di una nuova visione dell’infanzia.
FAUTORI DELLA PEDAGOGIA MODERNA E
DELL’EDUCAZIONE PER L’INFANZIA
Nel Settecento (svolta negli studi pedagogici)
nell’Ottocento («secolo della Pedagogia»):
JEAN-JACQUES ROUSSEAU (1712-1778)
JOHANN HEINRICH PESTALOZZI (1746 – 1817)
FRIEDRIC FROEBEL (1782 – 1852)
Jean-Jacques Rousseau (1)
PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SUO PENSIERO
Distinzione tra l’«uomo naturale» e l’«uomo civile»
L’educazione deve rispettare l’ingenuità e l’integrità del
fanciullo
L’educazione è “naturale”, quasi “autobiografica”
Critica all’educazione tradizionale
Centralità dell’educando e della sua esperienza
La formazione dell’uomo si profila in 5 tappe (infanzia,
puerizia, preadolescenza, adolescenza, adultità)
Jean-Jacques Rousseau (2)
ASPETTI FONDAMENTALI DEL SUO METODO
In generale, propone un’educazione:
capace di risvegliare gradualmente le
potenzialità del bambino
gli oggetti dell’ambiente consentono al b. di
formarsi da sé mediante la manipolazione,
l’azione.
Rispetto dell’età infantile:
favorire l’autonomia
osservazione e attenzione alle manifestazioni
individuali di ogni bambino
Johann Heinrich Pestalozzi (1)
PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SUO PENSIERO
Fiducia nei confronti della rigenerazione morale e sociale del suo popolo
Educazione «popolare», rivolta alle classi più povere
Educazione armonica e integrale, che coinvolga mente, cuore, mano
le tre direzioni dello sviluppo (intellettuale, morale e fisica) non devono svolgersi separatamente
Ruolo fondamentale dell’educazione familiare L’educazione popolare integra l’opera della famiglia, tenendo
conto delle nuove esigenze del mondo del lavoro
Johann Heinrich Pestalozzi (2)
ISTITUTI, CHE FONDA E DIRIGE
“Neuhof” (la «nuova fattoria»), a Burgdorf, a Yverdon
Aperti ad un’infanzia svantaggiata
ASPETTI FONDAMENTALI DEL SUO METODO
Metodo «elementare»: conforme alla natura umana, allo sviluppo
spontaneo dell’individuo
muove dall’intuizione sensibile, scaturita dall’esperienza,
e giunge all’idea e al giudizio
Principio didattico della gradazione
l’educatore deve strutturare gli oggetti dell’intuizione
perché l’alunno passi dalle prime e confuse percezioni
alle nozioni più chiare (idee)
Le 3 direzioni dello sviluppo sono sostenute da un metodo compatibile
con la struttura della realtà: parlare, misurare e contare
Friedric Froebel (1)
PRINCIPI FONDAMENTALI DEL SUO PENSIERO
L’uomo e la natura sono manifestazione di Dio
Lo sviluppo dell’uomo è la spontanea realizzazione dell’essenza
divina che è in lui (l’uomo alla nascita non è una tabula rasa)
Stadi dello sviluppo dell’uomo: si sofferma sull’infanzia (0-6 anni)
e sulla fanciullezza (6-10 anni)
Recupera il sistema educativo di Pestalozzi:
nuova educazione per una nuova nazione
teoria degli elementi dell’intuizione (forma, parola, numero)
fondamentale l’intervento graduale della famiglia
Importanza al lavoro nell’adulto importanza al gioco nel
bambino (manifestazione della potenza creatrice)
Friedric Froebel (2)
ISTITUTI, CHE FONDA E DIRIGE
Nel 1837 apre il primo Kindergarten: luogo ideale per lo sviluppo di tutti i bambini e per il tirocinio delle future maestre
Dal 1870, i Kindergarten si diffondono anche in Italia
ASPETTI FONDAMENTALI DEL SUO METODO Gli esercizi e le attività devono essere graduate e rispettose dello
sviluppo del bambino Il gioco avviene mediante i «doni»: oggetti simbolo delle strutture fisiche della realtà pensati secondo una sequenza logica e progressiva
predisposti in base a singole caratteristiche isolate Nei Kindergarten, 3 tipi di attività: 1) esercizi con i doni 2) giardinaggio, allevamento animali, faccende domestiche 3) giochi, canti e attività linguistiche
PRIMI EDUCATORI E ISTITUTI
(Dall’Ottocento ai primi decenni del Novecento)
LA SCOPERTA DELL’INFANZIA IN
ITALIA
DALLE SALE DI CUSTODIA…
Nell’Ottocento, l’Italia è ancora prevalentemente agricola
Gli asili sorgono principalmente per scopi caritatevoli
Sono diffuse sale di custodia o «scolette» (fatiscenti stanzoni
dove erano ammassati bambini poveri tra i 2 e i 10 anni)
Ambienti insalubri, tenuti da donnicciole a scopo di lucro; mancanti
di ogni requisito morale e materiale, nei quali si ammucchiavano
alla rinfusa, e si imprigionavano su incomode seggioline, i bimbi di
due sessi, per far loro a quando a quando ripetere e cantare
pappallescamente orazioni insieme a nenie triviale e talvolta
sconce. Questo era tutto l’ammaestramento di quelle che osavano
appellare scuola. Vergogna questa che per più secoli durò
inavvertita. (G. Vidotto, Prefazione a F. Aporti, Pedagogia elementare, Roma 1899, p. 18).
… AI PRIMI ASILI INFANTILI (ʽ800)
FERRANTE APORTI (1791 – 1858):
fonda a Cremona il primo «asilo di carità» (1831),
ispirato alle infant’s schools di Owen
ADOLFO PICK (1829 – 1894) :
apre a Venezia il primo Kindergarten froebeliano in
Italia (1871)
Ferrante Aporti (1)
FORMAZIONE E PENSIERO
Si forma a Vienna, dove approfondisce il pensiero di Vincenz Eduard Milde (prima cattedra di Pedagogia, 1806), ricco di rimandi a
letteratura pedagogica teorie mediche e psicologiche Intervento educativo rispettoso delle naturali disposizioni del bambino finalizzato alla crescita morale fondato sulla triade: educazione morale, intellettuale e fisica il libro, il gioco e il lavoro manuale sono fondamentali per sviluppare la ragione e lo spirito di scoperta del bambino
Ferrante Aporti (2)
ASPETTI FONDAMENTALI DEL METODO
Attenzione posta alla gradualità dell’insegnamento
L’educazione intellettuale centrata sulla nomenclatura e sulla definizione di oggetti di uso quotidiano e poi di cose astratte
apprendimento precoce dell’alfabeto
Catechesi come elemento di congiunzione tra educazione intellettuale e morale
Introduce il lavoro manuale, soprattutto per le bambine (cucire, ricamare, lavorare a maglia)
scopo utilitario dell’asilo
Le lezioni dovevano cambiare ogni mezz’ora (alternanza educazione fisica e educazione intellettuale)
rispetto dei ritmi del bambino
Ferrante Aporti (3)
DIFFUSIONE DEGLI ASILI
Pisa, poi Firenze, Siena, Bergamo, Brescia, Mantova, Genova, Lucca…
Gli asili attecchiscono laddove ci sono condizioni di rinnovamento
politico e culturale (ma solo fino al agli anni ‘50: dopo, anni di declino)
LIMITI
Staticità del metodo
Eccessivo scolasticismo
Forte impronta disciplinare
Troppa enfasi sull’insegnamento religioso
Aspetti incompatibili con
le nuove elaborazioni proposte dalla pedagogia
dell’infanzia
la scarsa preparazione delle maestre
DIBATTITO SUI PRIMI ASILI INFANTILI (2)
DUE ORDINI DI PROBLEMI:
1) LA SITUAZIONE DEGLI ASILI INFANTILI (relazione Gioda - 1889:
una sola aula contiene più di 130 bambini)
2) ASSENZA DI PREPARAZIONE DELLE MAESTRE (molte ignoravano i
principi dei due metodi; per gli asili non era richiesta la
«patente magistrale»; richiesta solo per i Giardini d’infanzia)
Una istitutrice che abbia ad educare così
gran numero di bambini, tutti ne saranno
persuasi, non può far nulla che valga
Sono dispensate dal presentare titoli di
idoneità coloro che insegnano gratuitamente
nelle scuole dei fanciulli poveri, o
privatamente a fanciulli minori di sei anni… R.D. 15/9/1860, n. 4336
DIBATTITO SUI PRIMI ASILI INFANTILI (3)
L’operato delle SORELLE AGAZZI e di MARIA MONTESSORI è
emblematico del sempre maggiore interesse per la questione degli
asili, per la sorte dell’educazione infantile e della preparazione
delle maestre.
Entrambe partecipano al Congresso di Pedagogia di Torino (1898):
Rosa Agazzi pone l’accento sulla figura della maestra d’asilo
Maria Montessori esamina i rapporti tra società, istruzione e
delinquenza
LE SCUOLE «NUOVE» IN ITALIA (1)
Esperienze innovative che testimoniano il rinnovato interesse educativo tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900.
Nonostante la loro imprescindibile diversità, è possibile individuare alcuni tratti in comune, che rimandano all’Attivismo pedagogico, ma lo connettono con prospettive culturali e filosofiche propriamente italiane:
l’autoeducazione del bambino
La valorizzazione dei suoi bisogni e interessi, intesi non in senso strettamente biologico (cfr. Claparède)
La valorizzazione dell’esperienza e del lavoro
La continuità tra scuola, famiglia e vita
Il rispetto per lo sviluppo psicologico del bambino
LE SCUOLE «NUOVE» IN ITALIA (2)
Tra le varie iniziative italiane, si ricordano, quindi:
PER GLI ASILI INFANTILI
La Casa dei bambini di M. Montessori, Roma 1907
L’Asilo di Mompiano di R. e C. Agazzi, Brescia 1908
PER LA SCUOLA ELEMENTARE
La Scuola Rinnovata di G. Pizzigoni, Milano 1911
La scuola di Muzzano (1917) e la scuola serena di Agno (1925)
di M. Boschetti Alberti
Maria Montessori
La Casa dei bambini (Roma, 1907)
2 scopi
Scopre nel bambino forze creative latenti, inesauribili
Tale scoperta mette in crisi i criteri di matrice positivista che
aveva utilizzato con i bambini anormali
L’integrazione di un’infanzia
svantaggiata (al di sotto della
età scolastica) e la sua
liberazione dalla miseria
La sperimentazione di un
nuovo metodo educativo,
maturato grazie al suo lavoro
con i bambini “anormali”
Maria Montessori: pensiero e metodo
3 punti della LEZIONE MONTESSORIANA:
Principio dell’autoeducazione
Importanza del ruolo dell’ambiente, dei materiali
Educazione intellettuale e educazione al lavoro
Il METODO:
fondato su una didattica graduata
L’apprendimento viene sollecitato dall’esercizio dei sensi
Il materiale comprende oggetti strutturati e oggetti di uso
quotidiano
Rosa e Carolina Agazzi
L’Asilo di Mompiano (Brescia, 1908)
IL PENSIERO Ispirato ad un froebelismo riformato, sotto la guida di Pietro Pasquali Recupero del gioco e del lavoro educativo Attenzione ad un bambino reale e al suo contesto di vita
IL METODO Il metodo è rivolto alla cura dell’igiene, all’apprendimento del canto e della lingua italiana La didattica risveglia l’attenzione del bambino perché fondata su oggetti familiari e di uso quotidiano (cianfrusaglie e contrassegni) Rifiuto di un insegnamento mnemonico e ripetitivo; le attività sono sollecitate dal bambino stesso Materiale didattico non costoso
Ragioni del successo del metodo Agazzi
È un metodo economico, soprattutto per il materiale
Le educatrici dovevano avere doti di buon senso e
amorevolezza
Rifiuto del misticismo froebeliano e adozione della spiritualità
cattolica
Montessori e sorelle Agazzi:
due prospettive
Fino agli anni Settanta, Montessori e Agazzi hanno rappresentato
due modelli pedagogici considerati, a volte, contrapposti:
Metodo Montessori: sistematicità, scientificità dell’educazione,
oggettività delle attività
Metodo Agazzi: intuizione, buon senso, sapienza che nasce
dall’esperienza
Maria Boschetti Alberti:
la «Scuola serena» (1917, 1925)
Affascinata dall’opera di Pestalozzi e dal metodo
montessoriano
IL METODO:
Organizzazione scolastica ispirata alla sobrietà (oggetti tratti
dall’esperienza quotidiana dei bambini)
2 principi fondamentali: libertà di tempo e libertà di maniera
Valorizzazione dell’educazione popolare e della cultura
popolare
L’insegnante ha un ruolo attivo
Giuseppina Pizzigoni
La Scuola rinnovata (1911)
Influenzata dalla pedagogia positivista
Intende lavorare nella scuola tradizionale, rinnovandone
profondamente il metodo
IL METODO
Valorizzare l’esperienza diretta dei ragazzi
Collegare la vita scolastica con quella sociale (visita alle
officine)
Valorizzare il lavoro manuale
Il giardino della scuola: ricche occasioni di osservazione e studio
S. POLENGHI, Le principali teorie dell'infanzia, in «Pedagogia e vita», 2005, 6, pp. 7-
21
A. Bobbio, Il bambino tra teoria ed educazione: visioni, interpretazioni e problemi di
pedagogia dell’infanzia, Vita e Pensiero, Milano 2003
G. Chiosso, Novecento pedagogico, La Scuola, Brescia 1997
G. Chiosso (a cura di), L’educazione dell’Europa moderna, Mondadori Università,
Milano 2007
G. Cives, La pedagogia scomoda, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1994
J.-N. Luc, I primi asili infantili e l’invenzione del bambino, in E. Becchi e D. Julia, Storia
dell’infanzia dal Settecento ad oggi, Laterza, Roma-Bari 1998, pp. 283-305.
R. Sante di Pol, L’istruzione infantile in Italia, Marco Valerio Editore, Torino 2005
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI