Le origini della mia famiglia · Le origini della mia ... dell’ Italia nella ‘Prima guerra...

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Le origini della mia famiglia Lavoro svolto da Elia Fidanza Classe 1C Liceo Scientifico “A. Einstein”

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Le origini della mia famiglia

Lavoro svolto da Elia Fidanza

Classe 1C

Liceo Scientifico “A. Einstein”

Elia,Piera Fidanza

Fabio fidanza Elisabetta Perini

Maria Nocent Alfonso Fidanza

Annunciata Baggioli Gaetano Fidanza Teresa Fogar Angelo Nocent

Chiara Querin Giovanni Nocent

Anna Valentinuz Angelo Nocent

Lucia Gereon Antonio Nocent

Albero genealogico

Introduzione

Nella regione Friuli Venezia-Giulia molti sono stati gli eventi storici che hanno diviso il popolo del territorio: guerre, cambiamenti di nazionalità, governi stranieri, emigrazioni ed immigrazioni.

Ciò ha comportato che genti da sempre affini e amiche si siano trovate a dover combattere le une contro le altre e le famiglie stesse siano state separate al loro interno.

La mia famiglia rappresenta un esempio di queste vicissitudini dolorose.

Oggi, noi giovani generazioni siamo il risultato di un lungo percorso di pacificazione e di integrazione tra popoli ed identità diverse. Questo risultato deve insegnarci la tolleranza e l’apertura nei confronti delle civiltà.

Due bisnonni l’un contro l’altro

armati

Entrambi i miei bisnonni paterni, parteciparono alla Grande Guerra, solo che mio nonno Gaetano Fidanza, che era di Bodio un paese sulle rive del lago di Varese , combatté nell’ esercito italiano e quindi prese servizio nel 1915; mentre l’ altro mio bisnonno, Angelo Nocent , che abitava a Belvedere di Aquileia , partì per la Galizia nel 1914 e combatté nell’ esercito Austro- Ungarico.

Quindi , anche se ciò non avvenne , avrebbero benissimo potuto combattere l’ uno contro l’altro.

La guerra costrinse persone che parlavano la stessa lingua, con tradizioni pressoché identiche, a uccidersi a vicenda; talvolta parenti o amici si trovavano a dover combattere gli uni contro gli altri.

Bisogna inoltre dire che buona parte dei cittadini del Friuli e della Venezia Giulia , che erano sotto il dominio Austriaco da più di cento anni , non erano irredentisti e non vissero l’arrivo degli italiani con gioia sia perchè i figli combattevano nell’ esercito Austriaco , ma anche perché il grado di istruzione che offrivano gli Austriaci era migliore.

Attraverso il racconto della vita della famiglia nell’800 è

possibile capire il fitto intreccio di eventi dolorosi che hanno

segnato la nostra terra e il difficile cammino di integrazione di

identità diverse e lontane tra loro.

I Nocent giungono a Belvedere di Aquileia, provenienti da Cordovado paese vicino a Pordenone, a seguito degli sconvolgimenti del periodo napoleonico (nel 1797, con il trattato di Campoformido , l’Austria ottiene da Napoleone i territori appartenuti alla Repubblica veneta, territori che poi manterrà alla conclusione del Congresso di Vienna nel 1815).

Qui Pietro con la sua famiglia si stabilisce continuando a fare il contadino , come aveva fatto nel suo paese d’origine . Angelo, figlio di Pietro ebbe diversi figli ; uno di questi, Giovanni ( 1867-1915), in età giovanile partì per il Brasile in cerca di fortuna ,a seguito di una grande carestia che si verificò tra il 1880 e il 1890; qui incontrò Chiara Querin (1866-1936)anche lei emigrata da Oderzo, da cui, dopo le nozze, ebbe due figli nati in Brasile e morti prematuramente e altri due che nacquero dopo il ritorno a Belvedere avvenuto nel 1892.

Qui Giovanni ottiene un incarico di fiducia presso l’azienda agricola dei conti Fior , diventando pure il braccio destro del giovane parroco locale.

Angelo Nocent

e la ‘Grande Guerra’

Angelo (figlio di Giovanni) nasce nel 1893 , immediatamente dopo il ritorno della famiglia a Belvedere .Nel 1914 all’ età di vent’anni viene reclutato dall’ esercito Austro –Ungarico ( come già detto Belvedere e Aquileia facevano parte dell’ impero Austro –Ungarico). Si può ragionevolmente supporre che sia stato assegnato al 97°reggimento, che era composto principalmente da ragazzi del Litorale (Kustenland), reggimento che durante la Grande Guerra, fu costretto alla resa quasi subito, in Galizia, dopo aver subito gravi perdite .

Sappiamo per certo che Angelo ,soldato di fanteria, venne fatto prigioniero (durante il primo anno di guerra) dai Russi , e quindi affidato a una famiglia contadina dove, in cambio di vitto e alloggio, lavorava la terra. Prestò la sua opera in questa famiglia per tre anni, ma poi, a seguito della Rivoluzione Russa (ottobre 1917), fu costretto a spostarsi sempre più a est ( da un campo di lavoro all’ altro); fino ad arrivare in Siberia ,dove i carcerieri Cosacchi trattavano malissimo i prigionieri. Dopo la vittoria della guerra da parte della triplice Intesa , dell’ Italia e degli USA , un suo amico e compagno di prigionia di Terzo di Aquileia di nome Pietro Zambon ( soprannominato ‘Pieri pasta’), che nei primi anni era riuscito a racimolare qualche soldo esercitando la propria professione di pasticciere,lo convinse a farsi prestare da lui i soldi necessari per affrontare il viaggio di ritorno,che poi si protrasse,tra varie vicissitudini, per alcuni mesi. Lo stato italiano non favoriva di certo questi rientri, per timore che si potessero diffondere le idee socialiste in Italia.

Gaetano e “La Grande Guerra” Gaetano Fidanza l’altro mio bisnonno , combatté nell’ esercito italiano sia nella guerra Italo–

turca , sia nella Prima Guerra Mondiale.

Gaetano Fidanza nasce a Bodio (provincia di Varese) il 28 aprile1890.

Viene chiamato alle armi per la prima volta nell’aprile del 1911 e viene assegnato al ventiquattresimo reggimento di fanteria. Riceve 4 mesi di addestramento (dal 4 febbraio al 23 maggio) dopo di che viene mandato a combattere in Libia (guerra ITALO-TURCA ) .Ne esce fortunatamente incolume .Quindi nel 1912 torna a Bodio (stranamente non riceve però il congedo) e ricomincia a lavorare come contadino .Con l’ entrata in guerra dell’ Italia nella ‘Prima guerra mondiale’viene nuovamente chiamato alle armi per combattere nel novantunesimo reggimento di fanteria del regio esercito italiano. A neanche un mese dalla disfatta di Caporetto , con l’esercito impegnato nella difesa del territorio nazionale lungo il fronte del Piave , sappiamo con certezza che Gaetano (allora caporale) , il 18 novembre 1917 , si trova a Monfenera di Pederobba dove , a seguito di un’ azione offensiva , riporta una ferita alla spalla .Anche per questa azione riceverà una medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione:

Sotto il violento bombardamento , si slanciava con grande coraggio alla baionetta ,ferito,incitava i propri uomini alla lotta .Era sempre primo ad offrirsi quale porta-ordini. -

Alla conclusione della guerra (ottobre-novembre1918) tornò a Bodio ,lì incominciò a lavorare in una birreria come addetto alle cantine .In quegli anni conobbe Annunciata Baggioli , che sposò nel 1921 . Essa diede alla luce cinque figli (una figlia di nome Piera morì a tre anni di vita di morbillo) , i due maschi Alfonso (mio nonno) e Geremia parteciparono alla ‘Seconda guerra mondiale’. Gaetano morì nel 1954.

SENTIMENTI CONDIVISI Le lettere di Gaetano

Molti generali italiani mandavano alla morte certa migliaia di giovani che avevano tutta la vita davanti ;come è descritto nel libro ‘Un anno sull’ altipiano’ ( di Emilio Lussu ) molto spesso venivano organizzati attacchi a ciel sereno; i soldati che cercavano di ammutinarsi finivano per essere scoperti e se ciò accadeva venivano sistematicamente fatti fucilare . Molto probabilmente sia il mio bisnonno Angelo, sia Gaetano provavano , pur essendo in due schieramenti opposti, sentimenti simili: il dolore, la nostalgia ,la speranza; entrambi devono aver pianto al pensiero di non poter mai più vedere i propri famigliari.

La guerra vede sempre combattere uomini simili tra di loro , solo per soddisfare le manie di grandezza di pochi uomini , o addirittura di un singolo uomo.

Gaetano , la moglie e i

suoi figli.

Il mio bisnonno Gaetano con la divisa dell’esercito italiano.

Medaglia

commemorativa e

attestato della

guerra italo-turca

Medaglia di bronzo al valor miitare

Le lettere di Gaetano

1-08-1918

Carissimi genitori

Mentre stavo sdraiato sul mio morbido letto militare, s'intende costruito da asticelle ai fianchi , col fondo fatto da un vecchio telo da tenda.

Mi alzai di soprassalto cercai inchiostro penna e ''scrivania'' e mi misi a scrivervi.

Portandovi a conoscenza della mia buona salute . Augurandovi salute florida a voi tutti parenti e vicini di casa.

Mentre sto scrivendo dò uno sguardo al lago ,che trovasi alla mia sinistra.

Non vi potete immaginare quanti bei ricordi mi desta nel mio cuore , quel specchio d' acqua ora silenzioso.

Non più piroscafi , né barche che solcano le sue acque azzurre .I ridenti paeselli che son situati alle falde dei monti che noi occupiamo sembrano ammutoliti.

Non si ode più la voce misteriosa della campana che chiama i fedeli nella casa di Dio.

Tutto è silenzioso qui intorno.

Solo l' anima della guerra che di tanto in tanto,desta e squarcia l'aria coi suoi grossi proiettili delle artiglierie nostre ed avversarie .

Ma noi fanti non ci preoccupiamo tanto di queste cose . son bagattelle di niente; figuratevi l' altro giorno a un mio compagno è scoppiata una granata nella gavetta , mentre stava consumando il rancio , e non si è nemmeno mosso , anzi ha continuato a mangiare il rancio con più appetito di prima.

Quando scrivete ai fratelli mettete i miei saluti.

Quando mi scrivete poi mi fate sapere sue nuove e anche il giorno che hanno scritto.

Gradite i miei più cari saluti e anche i baci :

figlio Gaetano Fidanza.

Siamo alla fine della sanguinosa giostra……Imboscati avanti e la vittoria è nostra .

Ciao,statemi bene.

LETTERA DI GAETANO

6-08-1918

Carissimi genitori

Mi giunse ieri sera vostra cara lettera e ne sono contentissimo di vostra buona salute.

anch'io sto bene .

Di Natalino ho già saputo per mezzo di suo scritto che trovasi in fanteria , che volete mai ,pazienza e tutto passerà.

Carlo, Battista è già un po' di tempo che non ho sue nuove…...

Spero sempre bene.

Ho ricevuto notizie di Paolino . sta' bene e son giulivo di sentirlo a Torino a fare il corso di motoristi d'aviazione.

Qui da noi fa buon tempo, però c'è sempre un' arietta d'appetito che è straordinario. Ieri abbiamo atterrato un aeroplano austriaco mentre girovagava sopra le nostre linee.

Sembrava mi volesse prendere in giro ma, alla fine ha avuto la sua che lo ha fatto ruzzolare con rapidità fulminea al suolo. Cari genitori , vi esorto a non pensare di me male perché trovomi in una postazione molto calma. Solo tre giorni fa abbiamo dato un po' da fare agli austriaci strappando dalle mani loro una fortificata postazione, e si son dati per vinti quasi subito . Non tornan nemmen più al contrattacco.

Gradite i più cari saluti e baci tutti in famiglia.

Figlio Gaetano Fidanza.

Saluti con rispetto a Don Cesare , alla Rosina ,con rispetto;li porgerai i miei più cari auguri alla signorina Olimpia.

Ciao baci.