LE ORIGINI DEL GATTO

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LE ORIGINI LE ORIGINI DEL GATTO DEL GATTO

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Questo libro parla delle cinque principali sottospecie di gatto selvatico che hanno dato origine al moderno gatto domestico

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LE ORIGINILE ORIGINIDEL GATTODEL GATTO

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INTRODUZIONEIl gatto.Questo nostro splendido compagno di vita, allieta le nostre giornate con la sua dolcezza, ci sorprende di continuo con la sua vasta intelligenza, ci affascina con le sue movenze e ci diverte con le sue buffe performance.

Splendido felino, non smette mai di stupirci.Ormai per noi non ha alcun segreto, oppure sì?Ma lo conosciamo veramente, sappiamo tutto di lui? Certo, sappiamo cosa vuole quando miagola in un certo modo, del perchè a volte agita la coda in una determinata maniera, conosciamo tutto di lui, non ci sono segreti tra noi ed il nostro gatto.

Sì, ma chi è il gatto? Da dove viene? Che origini ha avuto? Come è arrivato fino a noi?

In questo libro, voglio parlare delle più recondite origini del nostro amato felino, voglio parlare dei suoi genitori che hanno dato vita a tutte le razze che conosciamo.

Scientificamente sono state classificate almeno cinque principali specie di felini selvatici che sarebbero stati i progenitori delle varie razze di gatto. Ve ne parlerò nel dettaglio.

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Distribuzione geografica delle varie sottospecie di gatto selvatico

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IL GATTO SELVATICO:INFORMAZIONI GENERALI

NOME SCIENTIFICO: felis silvestris

DIFFUSIONE: Africa, Europa, Asia sud-occidentale e centrale, fino a India, Cina e Mongolia

HABITAT: savane arbustive, foreste aperte (secche e miste), steppe, deserti (in questi si spinge raramente)

TASSONOMIA: riconosciute 22 sottospecie ( di cui parlerò dettagliatamente nel prossimo e-book ) di cui solo cinque sarebbero i progenitori delle attuali razze domestiche

DESCRIZIONE: colore variabile dal giallo chiaro al marrone con strisce o macchie nere. Avvistati anche esemplari completamente neri, ma probabilmente frutto di incroci con gatti domestici.Il gatto selvatico, a differenza dei nostri gatti domestici che mantengono le caratteristiche di “eterni gattini”, non miagola in età adulta,nononostante emetta un verso simile.Lunghezza: 36,5-80 cm + 21-45 cm di codaAltezza alla spalla: 25-45 cmPeso: 1,6-13 kg ma in genere non supera gli 8 kg

RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI:Estremamente cauto nei confronti dell' uomo, raramente si avvicina ai centri abitati. E' solitario e ha un' estensione di 1,5-12 km quadrati, a seconda dell' ambiente locale.

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I maschi hanno territori più estesi delle femmine, e il loro areale si sovrappone a quello di tre-sei femmine vicine. Entrambi i sessi marcano il territorio depositando feci in luoghi esposti e rilasciando marcature odorose spruzzando urina, strofinando le guance e grattando il terreno.Principali nemici sono: volpi, martore ( queste uccidono i piccoli, e occasionalmente anche gli adulti ), sciacalli dorati e gatti della giungla

ALIMENTAZIONE: insetti, vegetali, roditori ( tra cui conigli ), lucertole, uccelli. Talvolta anche anfibi, pesci, mustelidi, scorpioni, piccoli di capriolo e antilope

RIPRODUZIONE: generalmente una volta l'anno, sebbene ci possa essere una seconda nidiata se tutti i componenti della prima muoiono.L'estro dura due-otto giorni e la gestazione 56-69 giorni. La madre partorisce nel sottosuolo o altro luogo riparato. Genera da uno a quattro piccoli, solitamente tre-quattro. Alla nascita pesano 75-150 gr e sono ciechi ed inermi. Sono maculati, ma crescendo le macchie si fondono fino a formare delle strisce. Aprono gli occhi dopo sette-dieci giorni e iniziano a procurarsi il cibo da soli a dieci-dodici settimane di età.Sono pienamente sviluppati verso i due mesi e indipendenti dopo il terzo mese. Raggiungono la maturità sessuale entro il primo anno di vita.

DURATA DELLA VITA: 12-16 anni

CONSERVAZIONE: a rischio estinzione per ibrida-zione con gatti domestici, distruzione habitat, incidenti, uccisioni. Sono in atto programmi di reintroduzione

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In principio vi era solo il gatto selvatico europeo ( di cui il felis margarita o gatto delle sabbie è uno stretto parente ). In seguito alla glaciazione il gatto selvatico si è ritirato nei vari continenti, dando poi origine a due ceppi principali: quello del felis s. cafra e un altro ceppo a sua volta suddivisosi nei gatti dell'area asiatica e nel felis s. lybica, progenitore del gatto soriano, genitore a sua volta dei nostri gatti domestici europei. Molto probabilmente il felis s. lybica è stato diffuso dal Medio Oriente anche in Asia per contribuire alla nascita delle razze domestiche asiatiche, tramite incroci con le sottospecie asiatiche.Naturalmente, nella evoluzione di tutti i principali ceppi di s. catus hanno partecipato anche le altre sottospecie, tramite ibridazioni con gatti domestici o altre sottospecie di gatti selvatici

Albero genealogico delle cinque sottospecie

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IL GATTO SELVATICO NORDAFRICANO

( o gatto del deserto )

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris lybica

DIFFUSIONE: Africa e Medio Oriente, fino al mar Caspio. Presente anche nella penisola arabica

HABITAT: steppe, savane e aree arbustive. Evita le foreste pluviali ed equatoriali, e i deserti veri e propri

CENNI STORICI: separatosi dalla sottospecie asiatica e da quella sudafricana circa 131000 anni fa ( dal gatto selvatico europeo circa 173000 anni fa ), venerato dai popoli nordafricani, in particolare dagli egizi, per la sua abilità nel proteggere i raccolti dai roditori granivori, fu sottratto clandestinamente dai Fenici circa 10000 anni fa e allevato in Medio Oriente nella mezzaluna fertile.E' l'antenato del gatto domestico. Diffuso in Europa ( alcuni esemplari ) tramite non solo Fenici, ma anche Greci e Romani, grazie all'incrocio con il gatto selvatico europeo, sembrerebbe essere il diretto antenato del comunissimo gatto soriano, da cui sarà selezionata poi direttamente la razza europea.Sottospecie prossima di questo gatto sembrerebbe essere il gatto selvatico sardo ( Appendice I )

DESCRIZIONE: colore variabile dal marrone sabbia al grigio giallo, al rosso, con strisce nere sulla coda. E' più slanciato e ha coda e zampe più lunghe rispetto alle altre sottospecie. Il colore del dorso delle orecchie è di colore rosso-bruno. Negli ambienti più aridi si incontrano esemplari più chiari, mentre nelle regioni boscose e umide vivono esemplari dal mantello più maculato e striato. Le scapole, piuttosto sviluppate in altezza, gli conferiscono un modo particolare di camminare, simile a quello del ghepardo. Quando l'animale è seduto, adotta una posizione quasi verticale.

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Ha anche il mantello più corto della sottospecie europea, probabilmente per adattarsi al clima dei luoghi in cui vive. Ed è anche più piccolo.Lunghezza: 45-75 cm + 20-38 cm di codaPeso: 3-6,5 kg

RAPPORTO CON L'UOMO E ALTRI ANIMALI: ha un approccio con l'uomo molto più socievole del gatto selvatico europeo a causa del suo passato relazionale con gli esseri umani, e, al pari del gatto domestico, può essere addomesticato molto più facilmente.In ogni caso, quando è minacciato, rizza il pelo del dorso per sembrare più grande ed intimidire l' avversario. I territori dei maschi si sovrappongono a quelli di più femmine. Ciascun occupante difende la propria area da eventuali intrusi. E' attivo soprattutto la notte ed al tramonto, e nelle giornate nuvolose durante il giorno.Nemici naturali: sciacallo dorato, gatto della giungla

ALIMENTAZIONE: topi, ratti, piccoli mammiferi. Se ne ha l'opportunità cattura anche uccelli, rettili, anfibi ed insetti

RIPRODUZIONE: la femmina dà alla luce dai due ai sei piccoli, in media tre. Partorisce al riparo in tane o cavità del terreno, in particolare durante la stagione delle piogge, quando vi è cibo a sufficienza, ma non ha preferenze particolari. I piccoli diventano indipendenti a 5-6 mesi di vita

DURATA DELLA VITA: 12-16 anni

CONSERVAZIONE: non è stato valutato dalla IUCN. L' organizzazione Alley Cat Rescue è attivamente impegnata nella conservazione di questa specie, riducendo l'inquinamento genetico ad opera dell' accoppiamento con gatti domestici

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IL GATTO SELVATICO EUROPEO

( o gatto delle foreste )

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris silvestris

DIFFUSIONE: Europa occidentale, centrale e orientale, più precisamente dalla Scozia fino all' Europa sud-orientale, comprese alcune isole del Mediterraneo.In Italia è quasi scomparso, conta 700-800 esemplari distribuiti nelle Alpi occidentali, sull' Appennino centro-meridionale, nel Gargano, in Sicilia, in Sardegna ( qui vive il gatto selvatico sardo ). Ci sono state segnalazioni al confine tra Liguria, Piemonte e Francia, e in Friuli-Venezia Giulia.Abita la zona nord e zona ovest del Caucaso

HABITAT: foreste di latifoglie o foreste miste ( anche di montagna ), macchia mediterranea, foreste rivierasche, margini delle paludi, lungo le aree costiere

CENNI STORICI: tra i 900000 e i 600000 anni fa le foreste erano popolate dal gatto selvatico europeo, che per il susseguirsi delle glaciazioni fu spinto nelle diverse regioni della terra riducendosi di taglia.Quando i ghiacci si ritirarono rimase isolato nei vari continenti o isole, così in Africa divenne il gatto selvatico africano ( 131000-173000 anni fa ) e in Asia il gatto selvatico asiatico ( 131000 anni fa ), ed in Europa rimase naturalmente il gatto selvatico europeo.Sembra abbia contribuito alla nascita della razza europea a partire dal gatto soriano, frutto dell' incrocio con il gatto selvatico nordafricano

DESCRIZIONE: simile nell' aspetto a un gatto soriano muscoloso e di grandi dimensioni, ha mantello lungo e folto, testa larga e faccia abbastanza piatta. Ha una costituzione piuttosto compatta, con zampe forti e più lunghe posteriormente, orecchie ben distanziate tra loro,dritte e larghe alla base, e coda che misura poco più di metà della lunghezza testa-corpo.

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1Il mantello, piuttosto appariscente, presenta strisce scure ben definite sulla testa, collo, zampe e lungo il dorso, mentre la coda, grossa e dall'estremità arrotondata di colore nero, è ricoperta da anelli scuri.Ha un colore grigio-fulvo, più chiaro sul ventre.Ha una vista eccellente anche in pessime condizioni di luce, l'olfatto è molto buono e l'udito ottimo.Gli occhi sono in genere gialli o verdi, e particolarmente sviluppati i canini e i denti ferini, adatti a dilaniare la preda.Lunghezza: 33,8 cm + 35 cm di coda Peso: 3,5-8kg

RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI:A differenza del gatto selvatico nordafricano, il gatto selvatico europeo, per via della sua indole predatoria ed il suo carattere schivo, non si avvicina all' uomo, quindi la sua domesticazione risulta pressochè impossibile. E' di abitudini notturne, quindi di giorno rimane nascosto negli anfratti degli alberi, nelle tane rocciose e in tane abbandonate.Ogni individuo occupa il proprio territorio, che marca regolarmente con secrezione di ghiandole odorifere e spruzzi di urina.Nemici naturali: volpe, martora

ALIMENTAZIONE: conigli selvatici, roditori, e altri piccoli mammiferi. All' occorrenza, anche rane, e uccelli che scova nei nidi

RIPRODUZIONE: si riproduce tra gennaio e marzo, e la gestazione risulta essere più lunga rispetto alle sottospecie africane.Dà alla luce 3 o 4 piccoli che rimangono con la madre fino a 5 mesi

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DURATA DELLA VITA: 12-16 anni

CONSERVAZIONE:non è stato valutato dall IUCN. La popolazione europea più numerosa è quella stanziata sui monti Eifel, in Germania.Nelle regioni meridionali del Paese sono stati condotti anche alcuni programmi di reintroduzione.Inoltre in alcune zone d' Europa la foresta sta di nuovo ricrescendo, in seguito all'abbandono dei terreni agricoli, favorendo così una maggiore sopravvivenza della specie, e una sua eventuale reintroduzione in queste zone

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IL GATTO SELVATICO SUDAFRICANO

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris cafra

DIFFUSIONE: Africa meridionale, approssimativamentenella zona occupata da Tanzania e Mozambico, a sud-est del continente

HABITAT: pascoli e foreste, rocce, erba alta, boschetti, ecc... Evita la giungla fitta

CENNI STORICI: si è separato dalla sottospecie nordafricana e da quella asiatica circa 131000 anni fa.Progenitore delle razze domestiche di origine africana,è riconosciuto come il vero gatto selvatico africano, evoluto dalla sottospecie europea dopo la glaciazione

DESCRIZIONE: somiglia moltissimo nell'aspetto al gatto selvatico nordafricano, con la differenza che è più snello e sottile.Il pelo presenta leggere strisce tabby con coda affusolata, comunque le differenze con il parente nordafricano sono davvero minime.Il colore del pelo varia dal colore grigio scuro e grigio al marrone-rossiccio. Le strisce sulle gambe variano dal grigio al rosso. Il dorso delle orecchie è bruno-rossastro. Le gambe sono più lunghe rispetto a un gatto domestico.Vi sono in Sudafrica due tipi di sottospecie di gatti selvatici silvestris cafra : e est e nord-est della regione sudafricana sono più grigi e più scuri di quelli all'estremo nord-ovest e la regione del Kalahari, dove sono più bruni-rossastri e di colori più tenui.Inoltre assomiglia molto al gatto domestico.Lunghezza: 40,6-66,5 cm+ 24,1-36,8 cm di codaPeso: 2,4-6,3 kg

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RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI:se allevato da piccolo può essere facilmente domato.E' generalmente solitario, tranne quando le femmine si riuniscono per accoppiarsi o quando esse sono con i gattini. Sia i maschi che le femmine sono territoriali e difendono la loro area contro altri gatti selvatici. Sono buoni scalatori e, oltre che per cacciare, salgono sugli alberi per sfuggire ai pericoli. E' relativamente notturno.Nemici naturali: leone, leopardo, iena, sciacallo, serval,caracal, licaone, cane domestico,zibetto africano

ALIMENTAZIONE: roditori, anfibi, piccoli rettili, ( come i serpenti ) topi, ratti, insetti, ragni grandi, uccelli ( come le faraone ), piccoli mammiferi ( come le lepri ), piccoli di antilope e frutti di bosco.Sono dipendenti dall' acqua.

RIPRODUZIONE: la gestazione dura circa due mesi.Le femmine partoriscono dai due ai cinque piccoli ( in media tre ) in qualsiasi periodo dell' anno, con un picco in estate. I piccoli di solito nascono in tane di animali come facoceri, lepri o nei crepacci rocciosi

DURATA DELLA VITA: in genere quanto un gatto domestico

CONSERVAZIONE:è stato valutato dalla IUCN con un rischio minimo. Pur essendo ancora in gran numero, rischia comunque l' estinzione per via delle ibridazioni con gatti domestici. Alcuni scienziati hanno clonato dei silvestris cafra per tentare di conservarne la specie.Purtroppo sono uccisi come fossero dei parassiti, non comprendendo la sua utilità per la caccia ai roditori dannosi per l' agricoltura

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IL GATTO SELVATICO ASIATICO

( o gatto delle steppe asiatico o gatto delle

steppe indiano )

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris ornata

DIFFUSIONE: dalle sponde orientali del Mar Caspio fino all' India occidentale, e al nord, al Kazakistan, alla Cina occidentale, e alla Mongolia meridionale.Abita la zona sud e zona est del Caucaso.E' stato avvistato prima del 1973 in Afghanistan, nella regione centrale del paese, l' Hazaristan, nella zona del Passo Shibar, presso Herat e nella provincia di Barmiyan.In india, nel 1999 era presente ancora in Rajasthan, nei distretti di Bikaner, Barmer, Jaisalmer, Pali e Nagaur.Abita il deserto del Rajasthan e il Rann di Kutch ( comprese le distese erbose di Banni, in India ), e le regioni desertiche del Sindh, in Pakistan

HABITAT: aree desertiche e semi desertiche di bassa quota lungo le sponde del Caspio, e steppe. Vive di solito in prossimità dei corsi d' acqua, ma è anche in grado di vivere tutto l' anno in deserti completamente privi di riserve idriche.Nelle regioni montuose si spinge fino a 2000-3000 m di quota, ovunque vi sia copertura vegetale sufficiente.In inverno, ai confini settentrionali dell' areale, la profondità del manto nevoso pone limiti alla sua espansione

CENNI STORICI: separatosi dal gatto selvatico nordafricano a e da quello europeo circa 131000 anni fa, ha dato origine ad alcune razze di gatto domestico grazie a incroci con il selvatico nordafricano, e ciò riguarda precisamente il selvatico asiatico che vive in India, Pakistan e Iran

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DESCRIZIONE è generalmente di colore giallo chiaro, sebbene talvolta si incontrino anche esemplari rossastri o grigio-giallastri, ed è ricoperto da piccole macchie che tendono a formare linee verticali su tronco e fianchi.Più precisamente quelli che vivono in Asia centrale sono rossastri o grigio-giallastri, con macchie nere o rosso-marroni che talvolta si fondono a costituire delle strisce, specialmente negli esemplari diffusi nelle regioni centro-asiatiche a est dei monti Tien Shan.Invece in Pakistan e in India sono più chiari, di un giallo sabbia appunto, e le macchie del mantello tendono a formare le linee verticali suddette più sopra, sul tronco ed i fianchi. Il mantello del gatto selvatico asiatico tende ad essere corto, ma la sua lunghezza varia a seconda dell' età e della località, e della stagione.La coda ha una breve estremità nera e alla sommità delle orecchie è presente un piccolo ciuffo di peli.Le piante dei piedi sono nereLunghezza: 50-70 cm + 25-35 cm di codaPeso: 3-4 kg

RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALIl' esemplare che vive in Pakistan presenta una capacità cranica o volume cerebrale molto ridotto, perciò parecchio addomesticabile. E' un animale diurno, che riposa e alleva i piccoli all' interno di tane.Nemici naturali: volpe rossa, gatto domestico, aquila comune, gatto della giungla

ALIMENTAZIONEnelle regioni arbustive del Rajasthan occidentale si nutre soprattutto di gerbilli del deserto, ma anche lepri, ratti, tortore, pernici grigie, grandule,

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pavoni, bulbul, passeri e uova di uccelli che nidificano al suolo.E' stato visto anche uccidere cobra, vipere dalle squame a sega, boa delle sabbie, gechi, scorpioni e coleotteri

RIPRODUZIONEsi riproduce una volta all'anno, da marzo a settembre, con un picco a maggio, a seconda della temperatura.La femmina partorisce due-tre gattini, che alleva all' interno di tane

DURATA DELLA VITA 12-16 anni

CONSERVAZIONEnon corre attualmente alcun rischio di estinzione, dal momento che è la sottospecie di felis silvestris più comune e diffusa. Non è stato valutato dalla IUCN.

E' presente in gran numero nel Santuario naturale di Jalore, nei pressi della città di Rajasthan.Le femmine si accoppiano spesso con gatti domestici, dando origine a prole frutto di ibridazioni.In Afghanistan il gatto selvatico asiatico è stato oggetto di una caccia assidua. Nel 1977, nel bazar di Kabul erano in mostra più di 1200 articoli confezionati con la sua pelle.

Compare nell' Appendice II della Cites. In Afghanistan è attualmente protetto dalla legge ed è stato posto, nel 2009, nella prima lista delle specie protette del Paese.Quindi ne è vietata la caccia e la vendita di parti ricavate dall' animale.

Inoltre, è stato proposto di considerarlo oggetto di una futura campagna di studi

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IL GATTO DEL DESERTODELLA CINA

( o gatto di montagna della Cina o gatto del deserto di Bieto gatto cinese della steppa )

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris bieti

DIFFUSIONE: parte settentrionale della Cina occidentale, prevalentemente nel Qinghai, forse anche nel Sichuan nord-occidentale., e nel Gansu, Mongolia interna, e Xinjiang.E' diffuso nel margine orientale dell' altopiano del Tibet

HABITAT: regioni montane e impervie, prati alpini,praterie steppiche, distese erbose, macchie alpine, foreste di conifere, a un ' altezza tra i 2500 e i 5000 m.Anche se chiamato “gatto del deserto” non abita di fatto questo habitat. E' stato chiamato in questo modo per via della sua errata identificazione con il gatto selvatico asiatico che abita i semideserti fino a 3000 m di quota

CENNI STORICI: considerato a lungo come una specie a sé,è stato classificato nel 2007 come sottospecie del genere felis silvestris in base ad analisi genetiche, inoltre presenta una stretta relazione con il gatto selvatico europeo, basata sulla morfologia.Fu descritto per la prima volta da Alphonse Milne-Edwards come felis bieti dopo che il naturalista francese Felix Biet raccolse alcuni campioni di questo gatto in Tibet..Fino al 2007 era conosciuto solo dalla presenza di sei esemplari negli zoo cinesi e da poche pelli nei musei.Si è separato dal gatto selvatico europeo circa 230000 anni fa.Ha dato origine alle razze proprie della Cina, come il Japanese Bobtail ( che appunto in realtà ha origini cinesi ). Inoltre il felis silvestris bieti è solito accoppiarsi con gatti domestici, dando origine a ibridazioni e quindi anche possibili nuove razze

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TASSONOMIA: essendo in passato una specie classificata a sé come felis bieti e non felis silvestris bieti che è la sua denominazione attuale, il gatto del deserto della Cina ha tre sottospecie:

Felis bieti chutuchta

Felis bieti vellerosa

Felis bieti bieti

Le schede relative si trovano nell' Appendice II

DESCRIZIONE: ha una notevole somiglianza con il gatto selvatico europeo, con una corporatura ampia e robusta. La coda è circa il 40% della lunghezza del corpo. Il pelo ( che cambia colore a seconda della stagione ) è di colore grigio-giallo chiaro uniforme ( più grigio in inverno e più marrone durante l' estate ) con peli di guardia più lunghi di colore marrone scuro. La parte inferiore è biancastra.Lungo il margine esterno delle brevi zampe corrono strisce scure poco evidenti, così come due caratteristiche strisce lungo le guance, sopra e sotto gli occhi.Il dorso delle orecchie è grigio-giallo, con ciuffetti auricolari marrone scuro.Tre o quattro anelli circondano l'estremità della coda, breve e dalla punta nera.Una caratteristica distintiva è la dimensione della bolla uditiva, le strutture ossee cave che racchiudono l'orecchio medio e interno dei mammiferi placentati, che in queste specie rappresentano il 25% della lunghezza del cranio.

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Il suo corpo ha una simmetria bilaterale, e inoltre è endotermico ( cioè regola la temperatura del suo corpo indipendentemente dalla temperatura esterna ), e quindi anche omeotermico, cioè mantiene costante la temperatura corporea.Lunghezza: 68,6-83,8 cm + 29,2-40,6 cm di codaPeso: 4,5-9 kg

RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI:E' solitario e di abitudini crepuscolari e notturne, e trascorre le sue giornate dormendo nella sicurezza di cunicoli superficiali, nelle fessure delle rocce, sotto i massi, o in tane abbandonate da marmotte o tassi.Marca il proprio territorio ( 45-180 km quadrati ) in modo da delimitare il confine con il territorio del vicino gatto della giungla.Aiuta gli agricoltori in Cina controllando la popolazione di parassiti, specialmente i pikas, sue prede favorite, che disturbano gli agricoltori consumando erba destinata al bestiame.Nemici naturali: lupo, orso bruno, leopardo delle nevi, linceGli adulti no, ma i giovani sono a volte presi dai lupi e dagli orsi bruni ( oltre che da altri grandi predatori ).Le madri li proteggono nascondendoli in una tana.Si mimetizza facilmente

ALIMENTAZIONE: roditori come pikas, zokors ( che somigliano ai ratti talpa ), fagiani e altri uccelli.Ha un udito molto fine per monitorare la preda. Ad esempio caccia gli zokors ascoltandoli nelle loro tane, e poi scavando per prenderli.

RIPRODUZIONE: si sa poco del suo sistema di accoppiamento, che è strettamente correlato al comportamento promiscuo del gatto della giungla.

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I maschi e le femmine si incontrano solo durante la stagione degli amori. Il resto dell'anno vivono in tane solitarie.Si riproducono da gennaio a marzo, dando alla luce dai due ai quattro gattini, in tane al sicuro dai predatori.I cuccioli diventano indipendenti dopo 7-8 mesi.Non vi sono informazioni disponibili per quanto riguarda le cure parentali, ma nello strettamente correlato gatto della giungla le cure parentali maggiori sono date dalla madre, mentre il padre sosta occasionalmente per proteggere il territorio

DURATA DELLA VITA: 14 anni ( sempre in stretta correlazione con il gatto della giungla )

CONSERVAZIONE: E' stato classificato come vulnerabile dalla IUCN ( CITES Appendice II ) e la popolazione effettiva conteggiata è di meno di 10000 individui maturi, continuando a diminuire.La caccia è illegale, ma spesso le sue pelli si trovano nei mercati cinesi. Esse servono per fare vestiti e cappelli tradizionali. Un' altra grave minaccia è la campagna di avvelenamento dei pikas e altri roditori che parassitano i raccolti e l' erba del bestiame.Gli allevatori utilizzano il fosforo di zinco e sostanze chimiche simili per uccidere i pikas.Una prima campagna di avvelenamento dal 1958 al 1978 fu interrotta perchè fu chiaro che il veleno stava uccidendo anche i predatori dei pikas.Ma purtroppo, in piccola scala, gli avvelenamenti avvengono ancora in piccola scala, uccidendo molti felis bieti.Questo felino è anche protetto nella categoria I della Chinese Wildlife Law, ed è conservato nello zoo di Xining, in Cina

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APPENDICE I

IL GATTO SELVATICO SARDO

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NOME SCIENTIFICO: felis lybica sarda, o felis silvestris lybica sarda, o felis silvestris sarda

DIFFUSIONE: Sardegna, forse anche Corsica

HABITAT: foresta mediterranea sempreverde, macchia-foresta, fitta vegetazione che si estende nei valloni impervi. Diffuso in tutta l'isola, ma limitatamente agli ambienti forestali di collina

TASSONOMIA: la sua collocazione sistematica è ancora incerta e controversa, perciò nella letteratura ricorrono nomi scientifici riconducibili a tre differenti posizioni tassonomiche:

1) il gatto selvatico sardo APPARTERREBBE alla stessa sottospecie del felis silvestris lybica (gatto selvatico nordafricano) con il nome di felis silvestris lybica sarda

2) il gatto selvatico sardo SAREBBE una sottospecie del felis lybica ( gatto selvatico nordafricano ), distinto a sua volta come specie a sé dal felis silvestris ( gatto selvatico europeo ) , quindi con il nome di felis lybica sarda

3) il gatto selvatico sardo SAREBBE una sottospecie a parte del felis silvestris, derivata dalla lybica, quindi con il nome di felis silvestris sarda

Una collocazione più delineata si dovrebbe avere in futuro con la caratterizzazione genetica e la determinazione dei rapporti filogeneticiComunque, il gatto selvatico sardo si distingue nettamente dal tipo continentale, sotto l'aspetto filogenetico, e ha relazioni più strette con il tipo nordafricano da cui deriverebbe direttamente

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CENNI STORICI: la sua introduzione in Sardegna risali-rebbe all'epoca dei Fenici, in quanto si sarebbe originato dall' inselvatichimento di gatti domestici utilizzati per controllare e prevenire l' infestazione dei ratti nelle navi

DESCRIZIONE: è molto più robusto e forte del gatto domestico, ma nel contempo di mole più piccola rispetto al gatto selvatico europeo. Ha una caratteristica coda, lunga circa metà del corpo, che termina di netto come se fosse tagliata. La testa è rotondeggiante, il muso corto e poco appuntito. Gli occhi sono grandi e frontali, le orecchie dritte e appuntite, che terminano in un ciuffo auricolare tipico della forma sarda.Il colore del mantello è simile a quello del soriano, grigio cenere o grigio-giallastro, con un'ornamentazione nera, striata sul corpo e ad anelli nella coda e nelle zampe. Le strie longitudinali nella testa confluiscono in una lunga stria dorsale che termina nella coda; da questa si dipartono quindi le strie trasversali sui fianchi che si confondono con il resto del mantello nella parte ventrale.Differisce dal tipo europeo per i peli dorsali più lunghi di quelli latero-ventrali, la coda meno folta e la presenza dei ciuffi auricolari.Lunghezza: 50-70 cm + 25-35 cm di codaPeso: 1,6-3,3 kg

RAPPORTO CON L'UOMO E ALTRI ANIMALI: è uno degli animali più elusivi che si conoscano, sia per le abitudini che per l' habitat.Avvistarlo è molto difficile, sia per le zone in cui vive, sia perchè molto agile nell' arrampicarsi sugli alberi, sia perchè è attivo molto all'alba e nelle ore crepuscolari ( raramente di notte ). Di giorno rimane nascosto nella tana o tra la vegetazione. Nemici naturali:muflone sardo, volpe sarda, martora, donnola

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ALIMENTAZIONEvertebrati di piccola e media taglia, preferibilmente roditori selvatici ( topi selvatici, topi quercini, ghiri ), piccoli passeriformi, rettili e anfibi.Preda anche pernici sarde, lepri, conigli selvatici

RIPRODUZIONEraggiunge la maturità sessuale a 9 mesi.Si accoppia una volta l' anno, tra febbraio e marzo.

Le femmine partoriscono dai due ai sei piccoli, tra aprile e giugno. Essi sono accuditi dalla madre fino ai tre mesi di vita.Essendo un animale molto solitario, gli unici momenti di socialità sono l'accoppiamento e le cure parentali ( la suddivisione territoriale è molto rigida tra individui dello stesso sesso )

DURATA DELLA VITA: 12-15 anni

CONSERVAZIONEè stato classificato come critico dalla IUCN.

I fattori di minaccia sono rappresentati dalla riduzione e dalla frammentazione dell' habitat, con conseguente possibilità di inquinamento genetico derivante dagli incroci con i gatti domestici randagi, appartenenti alla sottospecie europea.Un altro fattore di rischio è il bracconaggio.

Il gatto selvatico sardo è una specie rara a livello regionale ed europeo, a status indeterminato a livello italiano.

E' protetto dalla Convenzione di Berna ( legge n. 503 del 1981, allegato III ) e dalla Direttiva dell' Unione Europea ( n. 43 del 1992 , allegato D ),e dalla Legge regionale n. 23 del 1998

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APPENDICE II

IL GATTO SELVATICO DEL DESERTO DEL GOBI

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NOME SCIENTIFICO: felis silvestris chutuchta, o felis bieti chutuchta

DIFFUSIONE: Deserto del Gobi ( Mongolia meridionale ),

HABITAT: steppe con poche specie di arbusti spinosi. Il deserto del Gobi è una zona stepposa, pianeggiante, con un' altitudine media dai 900 ai 1500 m sul livello del mare, con all' interno la presenza di laghi salati

TASSONOMIA: tassonomicamente sembrerebbe appartenere più alla sottospecie silvestris che alla specie bieti.Alcune autorità pensano che risulti dalla misidentificazione ( errato riconoscimento ) di altre specie

DESCRIZIONE: è differenziato da una colorazione rossa del pelo sul corpo e le orecchie, rispetto al bieti bieti, e dal fatto di essere più distintamente striato trasversalmente e anche da alcune caratteristiche del cranio.La schiena ha una banda longitudinale rossiccia e svariate nere.La testa è caratterizzata da brevi strisce, e tre su ogni guancia. La bocca, il mento e la gola sono bianchi, con un' ampia, rossastra banda sulla gola.L'addome è bianco con macchie nere. La coda è breve e colorata come la schiena, con quattro o cinque fini strisce nere, e una punta nera al suo apice.Tutte le apparenti differenze con il bieti bieti potrebbero essere individuali, forse stagionali.E' di dimensioni più piccole rispetto al bieti bieti.Lunghezza: circa 61 cm + circa 24 cm di codaPeso: 4,5-9 kg

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RAPPORTO CON L'UOMO E ALTRI ANIMALI: Il Gobi è scarsamente popolato, a parte alcuni gruppi di nomadi, quindi è probabile che i rapporti con l' uomo siano scarsi se non inesistenti.Nemici naturali: leopardo delle nevi, orso del Gobi, lupo grigio

ALIMENTAZIONE: pikars, zokors, piccoli uccelli, fagiani

RIPRODUZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

DURATA DELLA VITA: 14 anni

CONSERVAZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

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IL GATTO ORDOSA PELO LUNGO

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NOME SCIENTIFICO: felis bieti vellerosa, o felis silvestris vellerosa

DIFFUSIONE: Shaanxi e Gansu meridionale ( Cina )

HABITAT: steppe,zone sub-tropicali e montane

TASSONOMIA: tassonomicamente sembrerebbe appar-tenere più alla sottospecie silvestris che alla specie bieti.Alcune autorità pensano che risulti dalla misidentificazione ( errato riconoscimento ) di altre specie

DESCRIZIONE: si distingue apparentemente dalle altre due sottospecie bieti e vellerosa per la parte posteriore delle orecchie bicolore, la parte inferiore grigia, quella superiore nero lucente, con un lungo tratto nero.Si distingue anche per gli arti più pigmentati di nero posteriormente, e contrassegnati da strisce nere.Il mantello è molto lungo e folto. Dietro le orecchie, sulle guance e la gola, alcuni peli lunghi 85-90 mm, si dispongono in maniera simile a quelli di una lince. La coda è cespugliosa, ma i peli della testa e degli arti sono relativamente corti.Il colore della nuca e dei fianchi , le cosce e le spalle è di un grigio opaco. I peli sono estensivamente biancastri alla punta, ma l'area spinale dietro le spalle è notevolmente più scura e più marrone, i peli in gran parte neri e giallo-marroni..La testa è di un colore grigio-nerastro, fittamente maculata con macchie biancastre ed indefinite, o delineate con disegni neri.Le strisce nere, se ci sono, sono evidenti sul fondo grigio chiaro. Il mento e la gola sono bianchi.La coda nella sua metà superiore, basale, è come i fianchi.Distante dall' attaccatura ha tre strisce nere, e una punta nera separata da aree bianche

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Lunghezza: circa 71 cm + circa 37 cm di codaPeso: 4,5-9 kg

RAPPORTO CON L'UOMO E ALTRI ANIMALI: vedi scheda del gatto del deserto della Cina.Nemici naturali: leopardo delle nevi, lince, orso bruno

ALIMENTAZIONE: pikas, zokors, fagiani e altri uccelli

RIPRODUZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

DURATA DELLA VITA: 14 anni

CONSERVAZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

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IL GATTO DI MONTAGNA DELLA CINA

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NOME SCIENTIFICO: felis bieti bieti

DIFFUSIONE: Qinghai e Sichuan ( Cina )

HABITAT: zone montuose ( altopiano del Tibet )

CENNI STORICI: nel 2007, anno in cui il felis bieti, fino ad ora considerato una specie a sé è stato riconosciuto come sottospecie del felis silvestris ( quindi è divenuto il felis silvestris bieti ), un esemplare puro è stato fotografato nella zona del Sichuan (vedi foto di presentazione di questa scheda ). Forse è per questo che questa sottospecie è denominata appunto felis bieti bieti, poiché è la sottospecie principale che ha portato a una conoscenza maggiore di un felino che fino a quell' anno era sconosciuto, se non per la presenza di soli sei esemplari in qualche zoo cinese

DESCRIZIONE: ha orecchie uniformemente colorate, con tratti rossi. Le strisce alle guance e agli arti sono tenui e brunastre, e il retro degli arti non pesantemente colorato di nero.Il manto è in genere lungo e folto. Il colore generale nella parte superiore è grigio-giallastro. I peli di contorno hanno un'area subapicale estensivamente biancastra, e una piccola punta nerastra. La colorazione del corpo consisterebbe in una dozzina indistinta di strisce verticali, con macchie su spalle e cosce. La gola è marrone-giallastro e il petto e la pancia biancastri.Lunghezza: circa 71 cm + circa 56 cm di codaPeso. 4,5-9 kg

RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”.Nemici naturaii: leopardo delle nevi, orso bruno

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RIPRODUZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

DURATA VITA: 14 anni

CONSERVAZIONE: vedi scheda del “gatto del deserto della Cina”

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FONTI:

Wikipedia

www.corsoiwd.it

www.mickymouse.it

www.scottishwildcats.co.uk

it.carnivora.wikia.com

www.wildlifesouthafrica.com

www.animalidaffezione.com

books.google.it

www.stichtingspots.nl

animaldiversity.umanz.umich.edu

www.iucnredlist.org

www.bigcats.com

www.sardegnaambiente.it

archive.org

www.mobot.org

www.wildcatconservation.org

A cura di: Gregorio Paola, Micelli Danilo ( parte grafica )

Aprile 2014