Roma 1 le origini

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Roma dalle origini all’impero PROF.SSA MAGRI CINZIA

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Roma dalle origini all’impero

PROF.SSA MAGRI CINZIA

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LA LEGGENDA di Roma, tramandataci dagli scritti di Tito Livio e di Virgilio, univa le origini latine alla discendenza greca e celebravano la glorificazione degli antenati dei Romani, di Augusto e della Gens Julia

secondo Tito Livio trenta anni dopo la fondazione di Lavinio sulla quale regnarono i suoi discendenti per numerose generazioni dal XII all'VIII sec. a.C quando divenne re Amulio, che aveva usurpato il trono al fratello Numitore

Enea, figlio di Venere, fugge da Troia, con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio, la moglie Creusa, figlia del re Priamo, muore nell'incendio della città

Enea approda nel Lazio nel territorio di Laurentium (Pratica di Mare). Qui incontra i popoli autoctoni Latini, si scontra in duello e uccide Turno, re dei Rutuli, per la mano di Lavinia. Enea fonda la città di Lavinium, in onore della moglie.

In seguito il figlio di Enea, Ascanio, fonda un’altra città di nome Alba Longa

LA LEGGENDA

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“Dopo aver estromesso il fratello, Amulio inizia il suo regno. Egli commise un crimine dietro l'altro. I figli maschi del fratello li fece uccidere….. (Tito Livio Ab Urbe Condita)

Amulio costrinse, infine, l'unica figlia femmina del fratello, Rea Silvia, a diventare vestale e a fare quindi voto di castità, Tuttavia il dio Marte s'invaghì di lei e dopo averla posseduta con la forza in un bosco sacro, la rese madre dei gemelli Romolo e Remo

La cesta con i gemelli si arenò sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio in un luogo chiamato Cermalus

Il pastore Faustolo trovò i gemelli e decise di crescerli come suoi figli insieme alla moglie Acca Larenzia

Rea Silvia fu mandata a morte, Il fiume Aniene, dove il corpo fu gettato, ne ebbe pietà e la resuscitò. I due gemelli, in una cesta. furono affidati alla corrente nella parte più alta del fiume

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LUPA CAPITOLINA bronzo, custodito ai Musei Capitolini, si narra che allattò Romolo e Remo. L'antro della lupa era il leggendario lupercale sul colle Palatino.

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Sembra, da recenti savi, che il primo colle abitato sia stato il Campidoglio:vi sono tracce di insediamenti risalenti all’età del bronzo (1400 a.C.).

Mentre sul Palatino era presente una fortificazione quadrata risalente all’VIII secolo a.C. (quella attribuita a Romolo)

Fondamentale è stata:• la posizione strategica dei due colli rispetto al Tevere, • il guado presso l’isola Tiberina • il NODO VIARIO (incrocio di percorsi di terra battuta) che si era formato naturalmente fin dall’età del bronzo

attraverso calcoli, non esenti da errori, si stabilì in modo convenzionale che Roma venne fondata il 21 aprile del 753 a.C.

LA STORIA

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SALARIAVIA DEL SALE

GABINAPRENESTINA

LABICANA Labicum (Monte Compatri)

esisteva come sentiero sin dai tempi preistorici

ARDEATINAARDEA

LAURENTINALAURENTIUMOSTIENSE

AURELIA

CASSIA

VEIENTANAVEIO

Percorsi di collegamento da nord a sud del Tevere, battuti fin dall’età del bronzo

PORTUENSE

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La mappa della rete stradale si trovava nel foro della capitale, incisa nel marmo. Chi ne aveva bisogno poteva farsi fare una copia del tratto che gli serviva

I romani lastricano e utilizzano i vecchi percorsi e ne realizzano di nuovi, costruendo una efficiente rete stradale

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Per i primi due secoli (dal 753 al 509) Roma fu governata da sette re: • Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio di origine latina • Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo di origine etrusca e grazie all’egemonia etrusca Roma assorbì gran parte della loro civiltà.

Dal Campidoglio e dal colle Palatino Roma si estese ben presto ai sei colli più vicini: • Aventino, Esquilino, Celio, Quirinale e ViminaIe

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ROMA NELL’ANNO DELLA SUA FONDAZIONE septimontium

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Durante la Monarchia tutto il potere era • del re • del Senato un'assemblea formata di soli nobili detti «patrizi» discendenti dalle più antiche famiglie che si riunivano nella CuriaIl resto della popolazione comprendeva • i plebei, anch' essi cittadini liberi, ma privi di ogni potere politico • gli schiavi, ai quali era negato qualsiasi diritto.

Con la cacciata di Tarquinio il Superbo, nel 509 a.c., si instaura a Roma la Repubblica, che durerà fino all'avvento dell'impero, con Augusto, nel 27 a.c.

Durante la Repubblica il governo era affidato ai «magistrati», sempre patrizi. Nel 494 a.c.i plebei, dopo la Secessio plebis, ebbero i loro rappresentanti nei tribuni della plebe

La Curia Iulia Foro Romano

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Rete di strade a Roma durante l’Impero di Traiano

Augusto (27 a. C. -14 d. C.) I riuscì a riportare la pace in tutto il territorio, ormai di notevoli dimensioni, sottoposto al dominio di Roma. Dopo di lui, fino alla fine del II secolo, l'impero -il più grande che l'Occidente abbia mai avuto -ebbe un periodo di relativa tranquillità, guidato

spesso da imperatori equilibrati e intelligenti.

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Le arti e i pensieri filosofici erano ritenuti dai Romani perdite di tempo: essendo alle origini rozzi soldati esse portavano al rilassamento dei costumi e all'abbandono delle tradizioni tramandate dagli antenati

gli oggetti d'uso, fino all’età repubblicana erano costituiti da materiali poveri e caratterizzati da una modesta fattura

la conquista della Magna Grecia e in seguito di Siracusa portò Roma a diretto contatto con l'arte classica ed ellenistica.

La grande affluenza di opere d'arte in Roma e il contatto con popoli diversissimi furono alle origini del fenomeno del collezionismo eclettico.

Mater Matuta

I Romani consideravano l’arte priva di finalità pratica

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Cicerone, avvocato, letterato e grande collezionista, in occasione delle sue arringhe contro Verre (accusato di furto di opere d’arte mentre era

propretore della Sicilia) disse di Policleto di Argo: «Chi era mai?”• Sèneca il filosofo definì gli artisti «dispensatori di lusso»• Prudènzio, Il poeta latino cristiano, affermò che tre erano i mali di Roma: il paganesimo, la letteratura e le arti figurative.

L'arte romana si manifestò soprattutto nelle forme che rientravano nelle regole della tradizione: • nel ritratto, che trasmetteva realisticamente alle generazioni future le fattezze degli antenati ;• nelle grandi opere pubbliche realizzate per l'utilità comune e dello Stato;• nei rilievi e nelle architetture onorarie che avevano la funzione di celebrare un evento o un personaggio

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A Roma non viene mai menzionato il nome di un artista perché:• prevalevano l'interesse e l’utilità dello Stato • tutti gli artisti erano anonimi schiavi Le opere quindi vengono ricordate con il nome del console sotto cui sono state eseguite, o con quello dell'imperatore che ne promosse la realizzazione o a cui furono dedicate. È così, ad esempio, che parliamo di Acquedotto Claudio, Arco di Tito, Anfiteatro Flavio, Basilica di Massenzio, Terme di Caracalla.

del magistrato che l’aveva fatta costruire

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I Romani utilizzarono potenti macchine da cantierela gru Rilievo della tomba degli Hatèrii.

L'architettura greca basa le proprie tecniche costruttive sul sistema trilitico un architrave appoggiato su due piedritti

Romani sostituiscono il sistema trilitico con l’arco e la volta

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• piedritti o pilastri sostegni verticali• conci insieme di elementi di pietra sagomata o di mattoni che compongono l’arco• chiave di volta è il concio centrale posto nella parte più elevata dell'arco (concio di chiave)• piano di imposta il piano orizzontale da cui si comincia a costruire • intradosso ( o sesto) e estradosso: le linee curve che in basso e in alto delimitano l’arco• giunti raccordi di malta tra i conci • luce distanza tra i piedritti• freccia distanza tra il concio di chiave e il piano d’imposta

intradosso

estradosso

freccia

luce

concio

Chiave di volta L’ARCO

piedritti

constatata la formidabile resistenza, gli archi e le volte divennero gli elementi costruttivi fondamentali dell’architettura romana

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le linee radiali che separano i conci si dicono giunti che vengono indirizzati a un unico ipotetico centro

• Durante le fasi di realizzazione dell’arco c’è bisogno di una struttura in grado di sostenerlo: la centina o armatura• Dopo la posa in opera del concio di chiave, e quando la malta dei giunti è asciutta, si procede al disarmo

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Forza dell’arco della volta e della cupola

regola del parallelogramma: la risultante di due forze applicate è data dalla diagonale del parallelogramma formato dai due vettori

Nell’arco, grazie alla forma dei conci trapezoidali, questa regola si applica naturalmente, infatti il peso di ogni concio, a partire dal concio di chiave, si somma con il peso del muro sostenuto dall’arco, fino a scaricarlo sui piedritti

Questa regola fa dell’arco una struttura resistente quanto il muro pieno e contemporaneamente permette passaggi e aperture

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Tipi di archi

L'arco a tutto sesto (sesto è l'antico nome del compasso), detto anche a pieno centro, forma un semicerchio ed è la tipologia più semplice di arco con il centro verso il quale convergono i giunti, sulla linea d'imposta

L'arco venne utilizzato dagli architetti romani per marcare significativamente il ritmo degli edifici

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TECNICHE COSTRUTTIVE

le volte e gli archi spingono i propri sostegni verticali verso l'esterno, indebolendo i piedritti, quindi è necessario opporre una forte resistenza a questa spinta per questo motivo i Romani aumentano lo spessore delle murature.

I Romani mescolavano ghiaia, sabbia, residui di laterizio e pietrame con la malta si otteneva l’opus caementiciun o calcestruzzo che dopo l’essiccazione diventava un blocco resistente come la pietra. Il calcestruzzo costituiva il riempimento dello spazio interposto fra due paramenti murari (muratura a sacco)

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I

I due paramenti murari, riempiti di opus caementicium, erano rifiniti Per le rifiniture i Romani svilupparono particolari tecniche murarie:

opus incertum pietre di varie dimensioni disposte casualmente

opus quadratum pietre tagliate a parallelepipedo disposte a 45°

opus spicatum a spiga o a spina di pesce: i mattoni sono inclinati a 45°

opus reticulatum pietre a base quadrata disposte in diagonale

opus mixtum opera mista: pietre e mattoni

opus testaceum o latericium, di mattoni cotti

malta idraulica o cocciopesto malta cementizia e laterizio, per un intonaco impermeabile

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Inizialmente i romani creano un sistema di strade territoriali che tendono a ricalcare e ricucire percorsi preesistenti, ma alla fine del IV sec. inizia la costruzione di strade nuove che puntano verso i nuovi comprensori di conquista fino a raggiungere i confini estremi dell’Impero

Le vie consolari (viae publicae o militares) o pretoriae nascono come strade militari ma diventano presto i supporti della vita amministrativa e commerciale. Il loro tracciato rispecchia l’esigenza di congiungere nel modo più rapido due poli di grande importanza territoriale.

L’obiettivo di accorciare le distanze giustifica i grandi rettifili come quello della Via Appia, che richiedono imponenti opere d’ingegneria come viadotti, ponti, gallerie

Viabilità Extraurbana

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Le vie sono percorse regolarmente dal trasporto pubblico CURSUS per il quale sono predisposte le MUTATIONES dove si cambiano i cavalli, e le MANSIONES luoghi di ristoro, dove si pernotta, distanziate diversamente in rapporto alla difficoltà del tratto servito, e localizzate di preferenza presso punti critici come valichi

antiche strade romane

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Lungo i tratti suburbani si allineano i sepolcri, in particolare presso i crocevia, sorgono edicole dedicate alle divinità protettrici della Strada LARES VIALES

MILIARIUM AUREUM: la colonna marmorea rivestita di bronzo, posta presso l’umbilicus Urbis vero centro della città di Roma (omphalos greco), era considerata il punto di partenza di tutte le antiche strade. Tutte le distanze nell'Impero romano venivano misurate rispetto a questo punto. La colonna recava incise sulla superficie cilindrica, a lettere dorate, le distanze tra Roma e le principali città dell'Impero

I punti di partenza: a Roma il MILIARIUM AUREUM E i punti di arrivo di arrivo di una strada sono tra i preferiti per la costruzione di un

monumento: a Brindisi le colonne terminali dell’Appia

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Il decumano est-ovest, è la più importante sia perché vi confluisce un numero maggiore di traverse sia perché vi si localizzano le principali attività: in prossimità delle porte sono concentrate attrezzature e funzioni connesse con gli ITINERA, dogana, alberghi, posti di ristoro, abbeveratoi, scuderie; nei tratti intermedi si addensano le attività commerciali; nella parte centrale, che a volte svolge funzioni di Foro, prevalgono le attività civili, politiche e amministrative.

La città quadrata o quadripartita nasce dalldall’accampamento romano: il CASTRUM

VIABILITÀ URBANA

l’incrocio del CARDINE e del DECUMANO massimi, costituisce il polo urbano

Le strade urbane sono provviste di marciapiedi CREPIDINES ampi e alti per garantire il passaggio anche quando la carreggiata è invasa dalle acque con blocchi di pietra per l’attraversamento della strada durante le grandi piogge, disposti in modo da non impedire il normale passo dei carri. I portici lungo le vie sono frequenti, e di norma corrispondono a serie di botteghe.Molto vario è l’arredamento stradale fisso. Le fontane, sbocchi terminali degli acquedotti pubblici, sono disseminate un po’ dovunque, con maggior frequenza agli incroci, dove si trovano anche are, cappelle, dipinti murali dedicati a varie divinità, e monumenti celebrativi di cittadini benemeriti.