Le origini del pensiero filosofico

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LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

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LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

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Argomenti

• Una definizione di “Filosofia”

• Le origini della filosofia

• La Scuola Jonica

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LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

Page 4: Le origini del pensiero filosofico

LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia pone domande.

La storia della filosofia è storia delle domande che i filosofi si sono posti, prima che delle risposte che hanno trovato

La filosofia nasce dalla “meraviglia” dell’uomo di fronte al mondo

La filosofia nasce dalla “frattura fra l’umano ed il divino”

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UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia nasce dall’insoddisfazione per le spiegazioni intuitive o fideistiche, dell’arte, dei miti e delle religioni

La filosofia cerca spiegazioni razionali(autoevidenti).

La filosofia cerca di rendere comprensibile il caos del mondo.

Filosofia = ricerca attraverso il LOGOS

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UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia vuole arrivare ad una spiegazione “ultima” del mondo.

La filosofia non si accontenta di spiegazioni parziali, vuole spiegare la “totalità”.

La prima domanda dei filosofi fu: “qual è il principio di tutte le cose?”

LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

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LE ORIGNI DEL PENSIERO FILOSOFICO

UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia vuole indagare la realtà in generale e non solo nelle sue manifestazioni particolari.

Filosofia come ONTOLOGIA: scienza dell’essere

La filosofia non si accontenta dei fatti osservabili, vuole arrivare all’essenza dell’essere.

Filosofia come METAFISICA: dottrina delle cause ultime e dei principi primi

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UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia vuole scoprire l’origine di ciò che sappiamo sul mondo

Filosofia come GNOSEOLOGIA: scienza del conoscere

La filosofia indaga sulle condizioni di validità ultima del nostro sapere.

Filosofia come LOGICA: scienza dei ragionamenti corretti

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UNA DEFINIZIONE

FILOSOFIA:

RICERCA

RAZIONALE

SUI FONDAMENTI

DELL’ESSERE,

DEL CONOSCERE,

DELL’AGIRE

La filosofia si occupa dei motivi e degli scopi ultimi dell’azione umana

La ricerca filosofica sull’agire umano ruota intorno ai concetti di GIUSTIZIA, FELICITÀ, VIRTÙ

La filosofia si occupa sia del comportamento individuale: ETICA

che del comportamento sociale: POLITICA

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DAL MITO ALLA FILOSOFIA

MITO = RACCONTO (non “favola”)

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Alle stesse domande l'uomo risponde prima con il mito, poi con la filosofia

Stretto LEGAME con il DIVINO: Le risposte fornite dal mito sono accettate perché fondata sull'AUTORITÀ della

divinità.

Quando le risposte mitiche non soddisfano più nasce la FILOSOFIA

Ricerca di risposte RAZIONALI cioè AUTOEVIDENTI la cui verità non si fonda su un autorità esterna, ma solo sulla RAGIONE

(comune a tutti gli uomini)

La filosofia nasce “contro” l'autorità

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LE ORIGINI

dove :

GRECIA (Mileto)

quando:

VI sec. a. C.

perché:

peculiarità della società greca

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GEOGRAFIA DELLA FILOSOFIA

570 - 490 a.C.Pitagora

460 - 360 a.C.Democrito

470 - 320 a.C.SOCRATEPLATONE

ARISTOTELE

530 - 400 a.C.Scuola eleatica

650 - 500 a.C.Scuola Jonica

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LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

LE ORIGINI

I PRESUPPOSTI PER LA NASCITA DELLA FILOSOFIA NELLA GRECIA DEL VI sec. a. C.

ARTISTICI: poesia omerica (poco spazio al mostruoso, arte della motivazione)

RELIGIOSI: divinità umanizzate; scarso peso dei sacerdoti; mancanza di un testo sacro di riferimento; miti orfici

POLITICI: POLIS come comunità di uomini liberi (isonomia)

ECONOMICI: ascesa di commercianti e artigiani a scapito della nobiltà terriera

SOCIALI: società dinamica, individualismo, declino dei caratteri autoritari e tradizionalisti

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LA SCUOLA JONICA

RICERCA DEL PRINCIPIO (archè)

INDAGINE COSMOLOGICA

Mileto VI sec. a. C.

TALETE: acquaANASSIMANDRO: ápeironANASSIMENE: aria

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LA SCUOLA JONICA

COSMO = ordine, mondo ordinato

INDAGINE COSMOLOGICA

I primi filosofi rivolgono la loro ricerca verso i fenomeni naturali, essi sono convinti che sia possibile trovare delle leggi generali che organizzano il mondo

Con il termine natura (physis) gli Ionici intendevano sia l’insieme di ciò che esiste o accade, sia l’elemento che sta alla base del tutto e che rappresenta la”natura” della natura stessa.

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LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

LA SCUOLA JONICA

ALLA RICERCA DEL PRINCIPIO (archè)

Il pensiero dei primi filosofi si concentra soprattutto sul problema della realtà primaria.

Il loro problema è quello di determinare l’elemento capace di unificare la molteplicità dei diversi.

Essi sono convinti che al di sotto dello spettacolo multiforme del reale esista una realtà unica ed eterna, di cui ciò che esiste è passeggera manifestazione.

Tale realtà è l’archè, il principio.

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LA SCUOLA JONICA

Forza o legge che spiega la nascita delle cose, le loro trasformazioni e la

loro morte

materia da cui tutte le cose derivano

ARCHÈ

PRINCIPIO che sta all’origine della

realtà, sia in senso logico, che in

senso materiale e temporale.

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ERACLITOaforismi

Pánta réi

ESSERE E DIVENIRE

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Intorno alla natura

FILOSOFO DEL DIVENIRE

“Tutto scorre”

LÓGOS“fuoco”

lotta dei contrari&

unità degli opposti

CONCEZIONEDIALETTICA

DELLA REALTÀ

“Tutto scorre”

pantesimo

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Concezione aristocratica della filosofia

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ERACLITO: FRAMMENTI

ESSERE E DIVENIRE

Di questo lógos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato; benché infatti tutte le cose accadono secondo questo lógos, essi assomigliano a persone inesperte, pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego, distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo com'è.

Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.

L'opposto concorde e dai discordi bellissima armonia

Una e la stessa è la via all'in su e la via all'in giù

Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo.Nello stesso fiume non è possibile scendere due volte.

Polemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dei e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi

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PARMENIDE

l'essere è e non può non essereil non essere non è e non può essere

ESSERE E DIVENIRE

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Sulla natura(poema filosofico)

ONTOLOGIA(scienza dell'ESSERE)

Fondatore della scuola Eleatica

Impossibilità ONTOLOGICA e LOGICA

del “Non essere”:- non può esistere- non si può pensare- non si può esprimere

Identità di PENSIERO ed ESSERE

“è la stessa cosa pensare ed essere”

Distinzione tra

Sentiero della verità

(alétheia)

Sentiero dell'opinione

(dóxa)

conoscenza sensibile

RAGIONE

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PARMENIDE: FRAMMENTI

ESSERE E DIVENIRE

Orbene io ti dirò e tu ascolta attentamente le mie parole,

Quali vie di ricerca sono le sole pensabili:

L'una [che dice] che è e che non è possibile che non sia,

è il sentiero della Persuasione (giacché questa tien dietro alla verità;

l'altra [che dice] che non è e che non è possibile che non sia;

questa io ti dichiaro che è un sentiero del tutto inindagabile;

perché il non essere né lo puoi pensare (non è infatti possibile);

né lo puoi esprimere.

[...]

Ma tu da questa via di ricerca allontana il pensiero

Né l'abitudine nata dalle molteplici esperienze ti costringa lungo questa via,

a usar l'occhio che non vede e l'udito che rimbomba di suoni illusori

e la lingua, ma giudica col raziocinio la pugnace disamina

che io ti spongo. Non resta ormai che pronunciarsi sulla via

che dice che è.

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PARMENIDE: FRAMMENTI

ESSERE E DIVENIRE

Essendo ingenerato è anche imperituro,tutt'intero, unico, immobile e senza fine.Non mai era né sarà, perché è ora tutt'insieme,uno, continuo. Difatti quale origine vuoi cercare? Come e donde il suo nascere? Dal non essere non ti permetterò nédi dirlo né di pensarlo. Infatti non si può né dire né pensareciò che non è. E quand'anche, quale necessità può aver spintolui, che comincia dal nulla, a nascere dopo o prima?Di modo che è necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla.[...] Neppure è divisibile, perché è tutto quanto eguale.Non vi è in alcuna parte un di più d'essere che possa impedirne la contiguità,Né un di meno, ma tutto è pieno di essere.Per cui è tutto contiguo: difatti l'essere è a contatto con l'essere.Ma immobile nel limite di possenti legamiSta senza conoscere né principio né fine, dal momento che nascere e perireSono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace.E rimanendo identico nell'identico stato, sta in se stessoE così rimane lì immobile; infatti la dominatrice NecessitàLo tiene nelle strettoie del limite che tutto intorno lo cinge;Perché bisogna che l'essere non sia incompiuto: È infatti non manchevole: se lo fosse mancherebbe di tutto.Ma poiché vi è un limite estremo, è compiutoDa ogni lato, simile alla massa di ben rotonda sfera...

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PARMENIDE

ESSERE E DIVENIRE

I CARATTERI DELL'ESSERE

INGENERATO

IMPERITURO

ETERNO

IMMUTABILE

UNICO

OMOGENEO

IMMOBILE

FINITO

Non nasce, non muore, quindi è eterno(se nascesse dovrebbe nascere dal “non essere”, se morisse dovrebbe trasformarsi in “non essere”)

Non si può trasformare(trasformandosi diventerebbe “non essere”)

È unico e sempre uguale a se stesso(se ci fossero due tipi di “essere” dovrebbero essere separati dal “non essere”, così pure se l'essere fosse disomogeneo)

Non può muoversi(per muoversi dovrebbe attraversare il “non essere”)

Finito nel senso di “compiuto”(se non fosse compiuto mancherebbe di qualcosa, ma potrebbe mancare solo del “non essere”)

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ZENONE DI ELEA

ESSERE E DIVENIRE

USO DEI “PARADOSSI”

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"Conclusione inaccettabile, che deriva da premesse accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente corretto"

Difesa delle tesi di Parmenide

Confutazione degli argomenti dei suoi avversari

“DIMOSTRAZIONI PER ASSURDO”Dimostro che una mia affermazione è vera

mostrando come sia falsa l'affermazione contraria

Contro la pluralità delle cose

Contro il movimento

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I PARADOSSI DI ZENONE

ESSERE E DIVENIREfile:///Volumes/SCUOLA/Parmenide.jpeg file:///Volumes/SCUOLA/images.jpeg

Paradossi contro il pluralismo Primo paradossoIl primo paradosso, contro la pluralità delle cose, sostiene che se le cose sono molte esse sono allo stesso tempo un numero finito e un numero infinito: sono finite in quanto esse sono né più né meno di quante sono, e infinite poiché tra la prima e la seconda ce n'è una terza e così via.Secondo paradossoIl secondo paradosso invece sostiene che se queste unità non hanno grandezza, le cose da esse composte non avranno grandezza, mentre se le unità hanno una certa grandezza, le cose composte da infinite unità avranno una grandezza infinita.

Paradossi contro il movimentoPrimo paradosso (lo stadio)Esso afferma che non si può giungere all'estremità di uno stadio senza prima aver raggiunto la metà di esso, ma prima di raggiungerla si dovrà raggiungere la metà della metà e così via senza quindi mai riuscire a raggiungere l'estremità dello stadio.Secondo paradosso (Achille e la tartaruga)Il Paradosso di Achille e la tartaruga afferma invece che se Achille (detto "pie' veloce") venisse sfidato da una tartaruga nella corsa e concedesse alla tartaruga un piede di vantaggio, egli non riuscirebbe mai a raggiungerla, dato che Achille dovrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla tartaruga che, nel frattempo, sarà avanzata raggiungendo una nuova posizione che la farà essere ancora in vantaggio; quando poi Achille raggiungerà quella posizione nuovamente la tartaruga sarà avanzata precedendolo ancora. Questo stesso discorso si può ripetere per tutte le posizioni successivamente occupate dalla tartaruga e così la distanza tra Achille e la lenta tartaruga pur riducendosi verso l'infinitamente piccolo non arriverà mai ad essere pari a zero Terzo paradosso (la freccia)Il terzo argomento è quello della freccia, che appare in movimento ma, in realtà, è immobile. In ogni istante difatti essa occuperà solo uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza; e poiché il tempo in cui la freccia si muove è fatto di singoli istanti, essa sarà immobile in ognuno di essi.Quarto paradosso (due masse nello stadio)Zenone afferma che se due masse in uno stadio si vengono incontro, risulterà l'assurdo logico che la metà del tempo equivale al doppio.Consideriamo infatti tre segmenti (A, B, C) uguali e paralleli, che si trovino allineati. Supponiamo poi che il segmento in alto (A) si muova verso destra, rispetto a quello situato nel centro (B) che resta fermo, e che per ogni istante elementare avanzi di un intervallo (elementare). Il segmento in basso (C) faccia invece la stessa cosa verso sinistra. Dopo il primo istante avremo che i punti iniziali di A e C si saranno allontanati di due intervalli. Ma ciò è assurdo.

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ZENONE DI ELEA

ESSERE E DIVENIRE

ACHILLE E LA TARTARUGA

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Posto che la velocità di Achille (Va) sia N volte quella della tartaruga (Vt) le cose avvengono così:

* dopo un certo tempo t1 Achille arriva dove era la tartaruga alla partenza (L1). * nel frattempo la tartaruga ha compiuto un pezzo di strada e si trova nel punto L2. * occorre un ulteriore tempo t2 per giungere in L2. * ma nel frattempo la tartaruga è giunta nel punto L3 ... e così via.

Quindi per raggiungere la tartaruga Achille impiega un tempo

T = t_1 + t_2 + t_3 + ... + t_n+...

e quindi non la raggiungerà mai.

Da un punto di vista matematico la spiegazione sta nel fatto che gli infiniti intervalli impiegati ogni volta da Achille per raggiungere la tartaruga diventano sempre più piccoli, ed il limite della loro somma converge. Una somma di infiniti elementi o, più precisamente, il limite di una somma di infiniti elementi non è necessariamente infinito. Prendiamo ad esempio la somma di tutte le frazioni che si possono ottenere dimezzando ogni volta un intero:

1/2+1/4+1/8+1/16+1/32 ....

La somma di tutti questi elementi è sempre inferiore ad uno.