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Le opportunità economiche del riciclo Duccio Bianchi Presidente ASM Pavia coordinatore ricerca End Waste della Fondazione Symbola

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Le opportunità economiche del riciclo

Duccio Bianchi Presidente ASM Pavia

coordinatore ricerca End Waste della Fondazione Symbola

L’Italia, leader europeo nell’economia del riciclo

L’Italia è uno dei leader europei nell'industria del riciclo.

Nel 2012, nonostante gli effetti della recessione, l’Italia risultava ancora in valore assoluto di recupero non energetico, il secondo paese leader in Europa dopo la Germania (era il primo sulla frazione “riciclabili” nel 2010).

In termini di riciclo procapite è il paese con la maggiore incidenza.

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Germania Italia RegnoUnito

Francia Spagna

Riciclo interno di materia (milioni t,

2012)

L’economia del riciclo: oggi

L’economia del riciclo è costituita da tre componenti: • - il settore della raccolta orientato al riciclo (dalla raccolta differenziata urbana alla raccolta industriale dei

residui di lavorazione); è un subsettore della categoria “raccolta dei rifiuti non pericolosi” (ateco 38.11) • - il settore della preparazione al riciclo, costituito dalle imprese di selezione e raffinazione dei materiali

prima del loro avvio al riciclo industriale (ad esempio selezione multimateriale, rottamatori etc); è costituito dai settori “recupero di materia” e commercio di rottami (ateco 38.31., 38.32 e 46.77)

• Il settore dell’industria di riciclo, dove si impiegano le materie seconde; è costituito da una “quota parte” di una pluralità di settori della manifattura di base: siderurgia, metallurgia, produzione cartaria, produzione pannelli legno, lavorazione materie plastiche , produzione vetraria, produzione cemento, produzione gomma, pneumatici rigenerati. Abbiamo incluso qui anche la produzione di compost.

Raccolta per il riciclo

Preparazione al riciclo

Industria di riciclo

La dimensione attuale dell’economia del riciclo: 168 mila occupati, 59 mld di

fatturato

Per le diverse fasi della filiera abbiamo calcolato – nei limiti della disponibilità informativa, talora molto lacunosa - : quantità gestite, valore della produzione, occupati (e dipendenti FTE).

L’anno base per la situazione attuale è stato il 2011, con aggiornamenti al 2012 e 2013.

La valutazione ha considerato sia la filiera dei rifiuti urbani che la filiera dei rifiuti industriali. Sono stati considerati i rifiuti da frazione organica, metalli, carta, materie plastiche, legno e altri specifici flussi (Raee, pneumatici, tessili, olii…)

Raccolta per il riciclo

43.000 occupati

9,5 mld €

Preparazione al riciclo

39.000 occupati

10,9 mld €

Industria di riciclo

86.000 occupati

38,9 mld €

Leadership e dinamicità del settore della preparazione al riciclo

•Le attività industriali e di servizi che compongono il settore della preparazione al riciclaggio (che non include il compostaggio) valgono 11 mld di fatturato e 39.000 occupati. Il settore è oggi un settore più innovativo e a maggior valore aggiunto della media del settore manifatturiero.

•Il settore ha conosciuto una forte crescita concentrata soprattutto nelle attività di lavorazione delle materie plastiche e della carta.

•Nel corso della lunga recessione le attività di preparazione al riciclo sono ancora cresciute come numero di imprese, valore aggiunto e occupati (+11% tra 2008 e 2012) a differenza dell’industria manifatturiera

Efficienza del settore della preparazione al riciclo

Gli indicatori di efficienza tecnica ed economica dell'industria di preparazione al riciclo sono largamente competitivi in un quadro europeo. Mentre il settore della raccolta, dominato dalla presenza di aziende di gestione dei rifiuti urbani largamente inefficienti, mostra evidenti segni di bassa produttività (i rifiuti raccolti per addetto sono circa la metà di quelli della Francia o della Germania), nel settore della preparazione al riciclo - molto competitivo e tutto rivolto al mercato - l'industria italiana ha tra i più alti indici di produttività europea in termini di tonnellate riciclate per addetto e di costo per tonnellata.

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Germania Italia RegnoUnito

Francia Spagna

Tonellate riciclate per addetto alla preparazione al riciclo

Forte domanda dell’industria manifatturiera interna

•Il valore della produzione dell’industria del riciclo è di circa 39 miliardi e impiega circa 86.000 occupati.

•Col termine industria del riciclo intendiamo le attività manifatturiere di produzione di prodotti di base (cioè produzione di carta, non produzione di libri) a partire da materie seconde (per il settore delle plastiche intendiamo la prima lavorazione delle materie plastiche).

•L’industria manifatturiera italiana è largamente dipendente dall’approvvigionamento delle materie seconde. Che incidono mediamente per oltre con una incidenza variabile tra il 20% (plastica) e il 100% (alluminio, piombo)

LE AZIONI

Ecodesign e prevenzione

Riutilizzo – integrare recupero, economia sociale e nuova impresa

• Mobili

• Biciclette

• Hi tech Riparazione

• Tessuti

• Arredamenti Ri-creazione

• Imballaggi (sistemi a rendere)

• Computer Re-impiego

Recuperare risorse dalle miniere urbane di rifiuti e creare distretti industriali del riciclo per l’economia

circolare

• Modelli di raccolta efficienti

• Sistemi PAYT incentivanti

• Estensione frazioni oggetto di riciclo: ingombranti, spazzamento, tessili, pannolini

Intercettazione

• Ottimizzazione e innovazione tecnologie di separazione

• Nuove filiere di riciclo (arredamento, moda, pannolini)

• Efficientamento trattamento biologico Riciclo primario

• Filiere di valorizzazione “open loop” dei materiali

• Feedstock recycling

• Riciclo post raccolta su rifiuto residuo

Riciclo secondario

Conversione energetica CO2 neutral

• Digestione anaerobica

• Biocombustibili di seconda generazione o“Biomassa seconda” (target 0,8 Mt da cellulosa + eventuali scarti legno e tessili)

Energia bio-based

• CSS da rifiuti e plastic-based per impiego sostitutivo di 50% pet coke in cementifici (target 1,4 Mt)

Sostituzione petcoke in cementifici

• Mantenimento possibilità di incenerimento rifiuto residuo in impianti integrati in reti di teleriscaldamento con alta efficienza e bilancio CO2 neutral (target 2 Mt)

Incenerimento residuale in reti

teleriscaldamento

Zero (quasi) discarica

Economia circolare verso il 100%

Ecodesign

Riuso

Riciclo materia

Riciclo biologico

Recupero energetico CO2 neutral

Gli strumenti

Il passaggio ad una gestione dei rifiuti ad “economia circolare” attiva nuove imprese, mette a disposizione dell’economia nazionale oltre 10 milioni di tonnellate di materie seconde, genera nuova occupazione, contribuisce alla riduzione delle emissioni climalterantri.

L’attivazione di questo circuito virtuoso ha bisogno di tre misure:

Introduzione di nuove filiere di responsabilità estesa (moda, arredamento, pannolini e trasformazione dei consorzi di imballaggi in consorzi di materia)

Introduzione della responsabilità del consumatore attraverso l’obbligatoria applicazione della tariffa puntuale sui rifiuti

Eliminazione della distorsione data dagli incentivi per la combustione

Nuove aree per la responsabilità estesa dei produttori: moda, arredamento, pannolini e filiere di

materiali (e non solo imballaggi)

Duccio Bianchi presentazione

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Responsabilità consumatore: generalizzare la tariffa puntuale in tutti i sistemi domiciliari

(o anche a contenitori centralizzati)

Il bidone è dotato di microchip, che è letto dal trasponder; il computer di bordo elabora le operazioni di svuotamento e le invia alla struttura centrale

Il container ha una “camera” di introduzione di sacchi che vengono pesati. Il container si attiva con carta magnetica che viene caricata del costo individuale.

I RISULTATI

Come cambia il ciclo di gestione dei rifiuti OGGI WASTE END

Recupero di risorse Il recupero di materia nei processi industriali passa dall'attuale 23% dei rifiuti al 42%,

il recupero per usi agronomici passa dal 13% al 30%

e il recupero per usi energetici passa dal 17% attuale al 14% (di cui oltre la metà in cementifici e per produzione di biocarburanti). La dissipazione a discarica scende dal 38% attuale al 12% dei rifiuti prodotti.

Recuperi di materia e di energia per frazione dei rifiuti

Il numero di impianti di smaltimento del rifiuto residuo scende drasticamente per il solo effetto della minor quantità di rifiuti da trattare e può ridursi anche più drasticamente con un processo di efficientamento.

I fabbisogni di trattamento meccanico-biologico più che dimezzano rispetto ad oggi, il fabbisogno di incenerimento si può ridurre del 60%, mentre possono crescere usi energetici alternativi (ad es. produzione di biocarburanti).

Soprattutto si porta a circa il 10% il fabbisogno – comunque ineliminabile – di discarica, riservata solo a materiali stabilizzati e residuali del recupero

Meno fabbisogno di impianti di smaltimento

Creazione di valore senza aumento del

costo dei servizi Il valore della produzione del ciclo di gestione dei rifiuti e di riciclo industriale, cresce (in primo luogo per effetto del recupero di risorse che hanno valore di mercato, +4,5 mld €) da 14 miliardi a 18,6 miliardi.

Questo incremento non si traduce in un incremento del costo dei servizi di gestione dei rifiuti, perchè la crescita attesa dei costi dei servizi di raccolta (+600 milioni, il 13%) e dei costi di preparazione al riciclo (+1 miliardo) è compensabile dalla riduzione dei costi di trattamento e smaltimento (-1,4 miliardi, il 50%) ed eventualmente dai ritorni della cessione delle materie seconde.

Creazione di nuova occupazione

L'occupazione nel solo ciclo di gestione dei rifiuti - esclusa l'industria manifatturiera di riciclo e il riutilizzo - cresce di 22.000 unità (+37%), per effetto di una forte crescita nei settori a più alta intensità di lavoro, in particolare nella raccolta (+17.000 unità) e preparazione al riciclo (+9.000), mentre si riduce l'occupazione nella gestione degli impianti di smaltimento (-3.800 unità). Inoltre, nel settore del riutilizzo si possono generare oltre 10.000 nuovi occupati. Aumenta anche l'occupazione, ma in gran parte si tratta di occupazione sostitutiva, nell'industria manifatturiera di riciclo (+11.000 unità).

Creazione di qualità ambientale

Per effetto del riciclo e del riuso e con una gestione più efficiente della quota residua a recupero energetico, il nuovo sistema di gestione dei rifiuti può consentire di evitare emissioni climalteranti per quasi 19 milioni di tonnellate di CO2, più del 4% delle emissioni nazionali