La gestione sostenibile dei rifiuti - GAIA · 1991, sui rifiuti pericolosi del 1991, sugli...
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Cenni sulla normativa
Le prime direttive europee sui rifiuti risalgono alla seconda metà degli anni ‘70
1975: direttiva sui rifiuti
1976: direttiva sullo smaltimento dei policlorobifenili e dei policlorotrifenili
1978: direttiva relativa ai rifiuti tossici e nocivi
Decreto del Presidente della Repubblica 915/1982
Prima legge nazionale sui rifiuti
I rifiuti vengono classificati in solidi urbani, speciali, e tossico-nocivi
Si afferma nel settore dei rifiuti il principio comunitario “Chi inquina paga”: chi produce il rifiuto è responsabile del suo trattamento/smaltimento
Il decreto legislativo 22/97 (decreto Ronchi)
Recepimento di tre direttive europee (sui rifiuti del 1991, sui rifiuti pericolosi del 1991, sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio del 1994)
Svolta di impostazione nella gestione dei rifiuti: - non più solo “sistemazione” definitiva in discarica o smaltimento in un inceneritore
- cambia l’approccio: ridurre la produzione e la pericolosità, praticare il riutilizzo e il recupero (di materia prima e di energia poi) per limitarne le quantitàdestinate allo smaltimento finale in discarica
Principio comunitario delle 4 R
- riduzione: scegliendo i prodotti con meno imballaggi e evitando gli sprechi (ad esempio l' eccessivo utilizzo di carta da ufficio o di shopper di plastica)
- riutilizzo: ad esempio le bottiglie di vetro o pc aggiornato per usi non professionali
- recupero di materia: separare i rifiuti riciclabili e conferirli negli appositi cassonetti della raccolta differenziata (vetro, carta e cartone, alluminio, acciaio, plastica, organico, ecc)
- recupero di energia: bruciando la frazione combustibile e non valorizzabile dei rifiuti negli impianti di incenerimento con recupero energetico
La classificazione dei rifiuti
In base all’origine- urbani (quelli di origine domestica, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, da aree verdi, da esumazioni ed estumulazioni, ecc.) - speciali (i rifiuti industriali, artigianali, commerciali, agricoli, sanitari, derivanti dalle attività di demolizione, costruzione e scavo, veicoli a motore fuori uso, derivanti da trattamento di rifiuti, acque di rifiuto ed emissioni gassose)
In base alla pericolosità- pericolosi- non pericolosi
Codice dell’ambiente 152/2006
Abroga il decreto Ronchi
Equiparava nella versione iniziale il recupero energetico a quello di materia (modificato poi nel gennaio 2008)
Prevede un impianto a tecnologia complessa per Ato
Aumenta gli obiettivi percentuali di raccolta differenziata rispetto al Ronchi (inizialmente considerava anche il rifiuto selezionato meccanicamente a valle della raccolta, anche avviato a recupero energetico)
Quanti rifiuti produciamo in Italia?
Nel 2009:
- rifiuti urbani: 32,1 mln di t (532 kg/ab)
Nel 2006:
- rifiuti speciali: 134,1 mln di t
In Italia la produzione dei rifiuti cresce del 2-3% all’anno
Composizione media dei rifiuti urbani
Materiale % sul totale Carta 24%Plastica 11%Vetro 8% Legno 4%Metalli 4%Organico 33%Tessili 3%Altro 13%Totale 100%
Fonte: Osservatorio nazionale rifiuti
Il recupero di materia
Sinonimo di:
- vantaggio economico (smaltire in discarica costa, ciò che viene raccolto in modo differenziato ha un valore economico)
- salvaguardia ambientale (si risparmiano materie prime)
- risparmio energetico (è meno dispendioso lavorare su materie non vergini)
Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo il decreto Ronchi
- 15% entro febbraio 1999- 25% entro febbraio 2001 - 35% entro febbraio 2003
Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo il Codice ambientale
- 35% entro il 31 dicembre 2006- 45% entro il 31 dicembre 2008- 65% entro il 31 dicembre 2012
Obiettivi minimi percentuali di raccolta differenziata secondo la finanziaria 2007
- 40% entro il 31 dicembre 2007- 50% entro il 31 dicembre 2009- 60% entro il 31 dicembre 2011
Le raccolte differenziate in Italia
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Nord 33,5% 35,5% 38,1% 39,9% 42,4% 45,5 % 48,1%
Centro 17,1% 18,3% 19,4% 20,0% 20,8% 22,9% 24,9%
Sud 6,7% 8,1% 8,7% 10,2% 11,6% 14,7% 19,1%
Italia 21,1% 22,7% 24,3% 25,8% 27,5% 30,6% 33,5%
Fonte: Rapporto rifiuti Ispra 2009
Le diverse modalità di raccolta differenziata
- raccolte differenziate stradali
- raccolte porta a porta (o domiciliari): consistononel prelievo dal luogo di produzione dei rifiuti,conferiti dagli utenti in sacchi e/o bidoni che neigiorni diversi da quelli previsti per la raccolta vengonostoccati all’interno della proprietà
Caratteristiche delle raccolte porta a porta:- migliori risultati percentuali- elevata purezza delle frazioni raccolte- sistema più complesso da gestire (soprattutto nellegrandi città)
Impianti di gestione dei rifiuti
Per il recupero di materia
� impianti di riciclaggio degli imballaggi (vetrerie, cartiere, acciaierie, etc)
� impianti di compostaggio per l’organico
Per il recupero energetico
� termovalorizzatori o inceneritori
Per smaltire quello che resta
� discariche
Il compostaggio
Trasforma i rifiuti organici (umido domestico e sfalci di potatura) in compost
Il compost è un ottimo ammendante utilizzabile per il giardinaggio o in agricoltura
Il compost si può produrre a livello industriale in un approsito impianto detto di compostaggio, ma lo si può fare anche in casa (compostaggio domestico)
Fondamentale per una corretta gestione dei rifiuti: il 30-50% dei rifiuti urbani è costituito da sostanza organica biodegradabile
− Le strategie di gestione spesso sono correlate alle strategie per ridurre gli impatti dello smaltimento
− Obiettivi di riduzione del biorifiuto a discarica (EU Landfill Directive 31/99)
− Benefici allargati: suoli, agricoltura, ambiente
− Cambiamento climatico
− Biodiversità, fertilità, erosione (EU Soil Thematic Strategy)
Anni dal recepimento Riduzione
5 anni (2006 / 2010) 25 %
8 anni (2009 / 2013) 50 %
15 anni (2016 / 2020) 65 %
Il recupero energetico
L’inceneritore è l’impianto dove viene bruciata la frazione combustibile dei rifiuti
Genera tre flussi di materia:
- uno gassoso
- uno di particolato e di sostanze condensabili, definite ceneri volanti (pari al 2-3% del RU in ingresso) (rifiuto pericoloso)
- uno di scorie pesanti (pari al 15 - 25% del RU in ingresso) (rifiuti non pericolosi)
I rifiuti vengono bruciati nella camera di combustione a temperature superiori agli 850 °C (1200 °C per i rifiuti pericolosi)
I gas di scarico devono sostare per almeno 2 secondi nella camera di combustione, alla temperatura prefissata e con una percentuale di ossigeno residuo dell’11% per completare la combustione dei gas, per ridurre al minimo l’emissione di incombusti (diossine, furani, etc.)
L’energia prodotta nella combustione viene recuperata sotto forma di energia elettrica e in alcuni casi anche sotto forma di calore (teleriscaldamento)
Gli impatti ambientali consistono principalmente in:
- produzione di rifiuti pericolosi (ceneri volanti) e non (scorie) da smaltire
- emissioni in atmosfera
- Gassificatori
- Impianti di pirolisi
- Torce al plasma
Finora non hanno avuto grande successo
Le nuove tecnologie per il recupero energetico
Nella discarica (in genere è una cava dismessa) i rifiuti vengono accumulati, compattati e quindi sotterrati
La sostanza organica dei rifiuti fermenta in carenza di ossigeno e dà luogo all’emissione di biogas (formato da metano e anidride carbonica)
L’umidità dei rifiuti e la pioggia producono il percolato
Il fondo e i fianchi della discarica devono essere impermeabilizzati
Il biogas e il percolato devono essere captati e trattati fino a 30 anni dalla chiusura della discarica
L’interramento controllato