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LE NUOVE SFIDE EDUCATIVE nella società dell’inform@zione Corso di formazione realizzato dal CENTRO CULTURALE PER LO SVILUPPO UNIVERSITÀ CATTOLICA ACIREALE (CT) Stili di vita, di relazione e di consumo in età evolutiva 1° MODULO, 27 - 28 aprile 2007 Prof. Giuseppe Greco psicologo e psicoterapeuta http://psicologie.blogspirit.com

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LE NUOVE SFIDE EDUCATIVEnella società dell’inform@zione

Corso di formazione realizzato dal

CENTRO CULTURALE PER LO SVILUPPO

UNIVERSITÀ CATTOLICA

ACIREALE (CT)

Stili di vita, di relazione e di consumo

in età evolutiva

1° MODULO, 27 - 28 aprile 2007

Prof. Giuseppe Greco

psicologo e psicoterapeuta

http://psicologie.blogspirit.com

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Le nuove sfide educativenella società dell’inform@zione

L’esortazione di Alfredo Carlo Moro “La condizione di chi si affaccia alla vita è tutt'altro che facile:

la fatica di crescere è notevole perché l'esperienza di fallimento è continua, perché le incertezze predominano sulle certezze, perché un profondo disagio è sempre presente anche se spesso non viene esplicitato.

Non vi è una infanzia ed una adolescenza "normale" che vive senza disagi il suo itinerario di sviluppo ed una infanzia e adolescenza problematica che vive una condizione di forte difficoltà e che va pertanto sostenuta. La condizione di disagio è comune a tutta la generazione che si apre alla vita”.

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In questo primo modulo

* Un corso di formazione …

* In un preciso momento storico (lettura macrosociale, ma anche di episodi a forte impatto mediatico, con risvolti sociali e politici …)

* Noi, con le nostre storie, i nostri progetti di vita, le nostre attese …

* In una fase sociale cruciale dell’impegno delle agenzie educative

* “Fornire un quadro dell’attuale condizione minorile e giovanile in riferimento alle fasi del ciclo evolutivo e alle forme di disagio”

* I care …

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Obiettivo del corso formativo

Fornire un quadro dell’attuale condizione minorile e giovanile in riferimento alle fasi del ciclo evolutivo e alle forme del disagio

una sorta di esame, ma … non clinico!

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La condizione minorile e giovanile in rife- rimento alle fasi del ciclo evolutivo e alle forme del disagio, oggi …

1. La costruzione dell’identità e i compiti evolutivi

2. Affettività e corporeità:

disturbi del comportamento sessuale e alimentare

3. Emancipazione e attaccamento:

incomunicabilità e conflitto in famiglia

4. Stili di vita, di relazione e di consumo:

le forme della dipendenza e della trasgressione

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Condizioni del procedere: “stare in mezzo”

* Capacità di leggere i fenomeni sociali, a partire dal vissuto

* Motivazione ed empatia, esperienza di condivisione

* Disponibilità al dialogo e al confronto

* “Tutta la vita è tesa alla ricerca della propria identità”

“Identità”, contemporaneamente “uguaglianza” e “diversità”.

METODOLOGIA:

la costruzione dell’identità passa dall’identificazione

(modello) alla differenziazione dall’altro (individuazione)

La costruzione dell’identità

e i compiti evolutivi

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Minori e identità, una sfida …

“ … Là dove vi è la sfida del ragazzo o della ragazza che cresce, vi sia un adulto a raccogliere la sfida.

E non sarà necessariamente una cosa gradevole”

(Winnicott, 1974)

I care: “Mi preoccupa, mi sta a cuore … mi interessa …”

Essere amico, guida, accompagnatore, testimone attento del percorso di

vita dell’altro con cui si sceglie di condividere un cammino

O si affronta un percorso nella funzione e con la responsabilità che è data

dal rapporto vitale con l’altro o si rischia di perdere il filo, il legame

vitale

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Noi, le nostre storie …

Abbiamo tutti bisogno di conoscerci - (narrativa autobiografica)

Vivere: tra appartenenza e autonomia

I luoghi dell’incontro (una piazza ideale: starci in mezzo; l’ASCOLTO)

Una lettura sistemico-relazionale

“Tutta la vita di un individuo non è altro che il processo di far

nascere progressivamente se stesso. In realtà noi dovremmo

essere completamente nati quando moriremo, benché il tragico

destino della maggior parte degli uomini sia quello di morire prima

di essere nati”. ( E. Fromm)

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La costruzione dell’identità …

Al moltiplicarsi delle analisi e degli studi scientifici sulle caratteristiche

psico-esistenziali di ragazzi e adolescenti (…) a partire da “casi

emblematici”, non corrisponde un uguale rigore sul piano

dell’informazione e della formazione per acquisire adeguate

conoscenze e competenze sui bisogni psicologici ed educativi tipici di

questa fase dello sviluppo umano.

La realtà dei minori è oggetto di grandi attenzioni a carattere economico

(mercato), dei consumi. Rappresenta per ciò un target interessante. Il

versante educativo-formativo non mostra segni di uguale livello

d’interesse …:

“Minori a rischio”

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Uno sguardo … indietroDal puerocentrismo acquisitivo a quello narcisistico

Il bambino soggetto di diritti, conquista dell’ultimo scorcio di secolo … e oggi?

“ L’infanzia era costituita da pochi anni di vita incerta e quando il bambino non aveva più bisogno delle cure materne entrava a far parte del mondo adulto …

… A 7/8 anni il bambino raggiungeva una parziale indipendenza econo-mica, ma rimaneva in famiglia poiché la famiglia aveva bisogno del suo apporto economico. La lunghezza di questo periodo di permanenza presso la famiglia d’ori-gine dipendeva dalle condizioni socioeconomiche della famiglia stessaIn alcuni casi, infatti, i bambini erano mandati dai genitori presso altre famiglie come domestici o apprendisti (…)” - Aries, Demos e Demos

Un accenno all’evoluzione storica dell’infanzia …

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Ancora sulla definizione di identità

L’identità è una dimensione a più forme, con molte facce e varie dimensioni: può essere individuale, di gruppo, sociale culturale, religiosa, etnica; può essere gradita o sgradita, scelta o imposta, aperta o chiusa, portatrice di sicurezza e di ordine oppure di angosce

“La personalità si costruisce nella storia, potenziando e sviluppando le proprie peculiarità, ma anche utilizzando gli stimoli, gli apporti provenienti dall’ambiente complessiva-mente inteso”

(Rapporto minori, 1997, Istituto degl’Innocenti)

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La costruzione dell’identità nell’infanzia. I genitori …

Prima della nascita un bambino esiste già nell’immaginario dei

suoi genitori. Essi si domandano di che sesso sarà,

se assomiglierà al padre o alla madre. Scelgono il nome.

Fanno dei progetti e delle anticipazioni sul suo futuro

Dopo la nascita lo osservano, gli attribuiscono tratti del carattere,

intenzioni e attitudini. Approvano, disapprovano, suggeriscono,

incoraggiano, indirizzano, guidano. Insomma, contribuiscono in

mille modi diversi all’impostazione della sua identità …

L’incontro con la madre: … E con il padre …

La madre “sufficientemente buona” di Winnicot

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Società civile …

“ (…) La comunità degli adulti, la famiglia, la scuola, le istituzioni spesso sono troppo impegnate ad inseguire i propri obiettivi e a difendere i propri interessi: non hanno tempo, né spazio mentale per poter ascoltare e comprendere il malessere dei bambini e dei ragazzi, tanti, che spesso finiscono per essere incompresi nei loro bisogni, abbandonati psicologicamente, se non materialmente …”

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Hansel e Gretel

C’erano una volta... un povero taglialegna e una matrigna che abbandonano nel

bosco i piccoli Hänsel e Gretel. Sono troppo presi dai loro problemi e si

mostrano insensibili alla sofferenza dei bambini …

Il povero taglialegna, padre di Hänsel e Gretel è condizionato dalla miseria e

dalla paura, la matrigna è condizionata dall’odio, la strega è condizionata

dall’avidità: nessuno di loro riesce a fermarsi a riflettere su cosa si sta

facendo ai bambini. In ogni fiaba è fondamentale il percorso di sviluppo che

l’eroe compie attraverso il superamento di prove impegnative. Nella loro

vicenda fiabesca Hänsel e Gretel sviluppano la capacità di guardare in faccia

le difficoltà, il coraggio nell’affrontare i problemi: via via cresce la loro

creatività con i sassolini che buttano nel bosco per ritrovare la strada, via via

cresce la loro inventiva per evitare di essere divorati o per ingannare la

strega facendola entrare nel bosco.

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La storia di Hänsel e Gretel è anche una storia dove si succedono atteggiamenti di rifiuto e di violenza al danni del bambini: i comportamenti del taglialegna, della matrigna ed in particolare della strega rinviano a paure che per secoli hanno angosciato l'animo dei bambini. Non si deve credere che queste paure siano soltanto la conseguenza di percezioni distorte dei più piccoli: esse sono anche l’espressione di comportamenti reali di abuso e di sopraffazione, di cui i bambini possono essere vittima. Né si deve credere che i rischi di distruzione e di divoramento delle risorse vitali dei bambini riguardino soltanto un lontano passato, che la fiaba racconta: questi pericoli esistono, anche se in forme diverse, nella realtà attuale.

Hansel e Gretel

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Compiti evolutivi infanzia

- Accrescimento del corpo, sviluppo motorio, percettivo,

esplorazione e manipolazione, sviluppo delle capacità

mnemoniche, dell'intelligenza e del pensiero, metacognitivo

- Sviluppo delle emozioni, affettivo, sociale, linguistico e della

comunicazione, sviluppo morale …

- Interazioni: le prime (… il viso) e le successive ...

- Identificazioni (modelli di comportamento, norme …)

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Infanzia e sviluppo

Nell'infanzia si acquisiscono le fondamentali capacità cognitive, relazionali, comunicative e sociali che saranno di riferimento nell'età adulta.

Lo sviluppo della personalità è favorito dall'opportunità di risolvere sia i momenti di crisi che le normali difficoltà che accompagnano le varie fasi evolutive, sia di reagire in modo adeguato di fronte a problematiche impreviste ed eventi straordinari (perdite, separazioni, lutti, malattie, … abusi fisici, sessuali, psicologici).

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Cogliere i segnali …

E' importante che i genitori e le persone con cui il bambino è in contatto come gli insegnanti, sappiano cogliere i segnali di disagio che il bambino manifesta.

Trovare il significato di questi atteggiamenti all'interno del processo evolutivo darà possibilità di non rinforzare tali comportamenti disadattivi e migliorare le risposte per renderle adeguate e funzionali al superamento della crisi in atto.

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Cosa analizza e studiala psicologia dello sviluppo?

I continui cambiamenti che variano con l’età I mutamenti degli stadi dello sviluppo I compiti evolutivi e le stagioni del ciclo di vita In un rapporto psicologico/esistenziale/evolutivo

Compito Evolutivo:

fa riferimento ai problemi che l’individuo incontra nel corso della vita

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Gli orologi dello SVILUPPO

Un orologio biologico, che si rifà ai tempi della natura

Un orologio psicologico, che è regolato secondo i piani e

le aspettative che noi stessi stabiliamo

Un orologio sociale, che comprende le norme sui diritti e i

doveri propri della società

Interazione persona - dinamiche relazionali - ambiente

O, meglio ancora: Io – altri - ambiente

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Il contestualismo evolutivoed il mestiere dell’educare

“Configurazioni organizzate di variabili del rapporto tra la

persona e il contesto, che operano in modo da influenzarsi a

vicenda e che conducono a differenti percorsi evolutivi, a

seconda della natura delle variabili stesse e della loro

interazione dinamica” (Ford, Lerner, ‘92)

- Il percorso evolutivo non è completamente prevedibile: può

essere ricondotto solo probabilisticamente a determinanti, stati

finali e percorsi di cambiamento comuni (…).

- Il “mestiere” dell’educare: un’arte …

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Minori e identità …

Abbandonare gli stereotipi, le credenze, le ovvietà che rendono il nostro pensiero così rassicurante ma anche così povero e ripetitivo, così incapace di cogliere le possibilità del futuro, quando ci si accinge a studiare il mondo dei ragazzi e dei giovani.

Occorre che ci si lasci andare alle emozioni, alle suggestioni, agli imprevedibili collegamenti che le parole stabiliscono tra di loro, all’insaputa di chi parla, delle sue consapevoli intenzioni (…)

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Il processo di sviluppo e la costruzione dell’identità

Identità come adolescenza. Partendo da … “crisi”.

Crisi (…) significa “cambiamento”: nelle varie tappe,

c’è un momento critico (conflitto tra due opposte tendenze), il

cui esito dipende dalla interazione dell’individuo con il

proprio ambiente familiare e sociale

L’esigenza di modelli interpretativi efficaci

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“Non sono quello che dovrei essere

e neanche quello che ho intenzione di essere,

però … non sono quello che ero prima”.

Erikson (La realtà del preadolescente)

Crisi d’identità nell’adolescenza

L’adolescenza (il “crescere”) è l’età del cambiamento, una stagione

della vita segnata da “turbolenze e stagnazioni, progetti che

rimangono sogni. L’adolescenza termina ma non passa mai (…). La

sua memoria o il suo strascico si prolungano nelle grandi tappe

dell’esistenza …” (coro di AA.VV.)

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Adolescenza, fase costruttiva

- Il nucleo della personalità è ancora disperso, frammentario e fragile.

- La percezione di sé è segnata dalla velocità della trasformazione e dalla disarmonia

del cambiamento fisico. Per la prima volta nella propria storia l’indivi-duo è

capace di vedere il cambiamento che lo riguarda e ne sente la portata.

- Bisogno di trovare un punto di riferimento di persone …

- … di elaborare il lutto dell’abbandono forzato del corpo e delle sicurezze infantili

- … di iniziazione: spazi e tempi perché si realizzi il passaggio delle consegne tra

vecchie e nuove generazioni, nella società

- … di adeguarsi ai codici normativi esistenti nella società, per non sentirsi “diverso” (…)

- Aiutare a tollerare le frustrazioni …

- Processo di sviluppo … e procedere per tappe, rispettando i tempi di maturazione

- Genitori, educatori, insegnanti: essere pronti, senza “sentenziare” …

- No al realismo precoce. No agli atteggiamenti passivi …

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L’identità e le identità nella società complessa

- Individuale, familiare, di gruppo

- Etnica, religiosa, culturale, di genere, regionale, ideologica, nazionale, professionale, di tifoso …

- Identità, immagine di Sé, autostima

- Il gruppo (ma anche la famiglia o una ideologia …) può costituire sia un freno all’identità personale che un mezzo per realizzarla

- Identità e identificazione: si è “uno” e “molti”. Entrambe validi come processi di crescita

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Macrotrasformazioni dell’identità

Una volta, l’identità familiare … situazione “stabile”

Oggi, costruire l’identità …

Il rischio dell’identità diffusa (apparentemente appagati dai rapporto coi genitori, dalla possibilità di non assumersi impegni definitivi, di mantenere un atteggiamento ludico nei confronti della vita …)

Sono in aumento coloro che ritengono che la realizzazione di sé possa avvenire anche nel mondo degli hobbies, negli spazi del tempo libero, nella sfera del sesso, del corpo.

Anche delle diete …

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Esigenze della funzione educativa

Educazione della volontà

Educazione alla capacità di ascolto

Educazione al pensiero critico

Educazione alla libertà

Educazione a saper gestire il conflitto

Educazione alla legalità

EDUCAZIONE A FARE E AD ESSERE

in una società complessa, dove sono fortemente presenti, come sirene, le avances ammaliatrici dell’avere o dell’apparire che rendono schiavi.

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Cambiamenti nella definizione di identità

Passando da una società fondata sulla produzione ad un’altra fondata sul consumo, anche la definizione di identità ha subito dei cambiamenti …

Il personaggio Madonna, come si cambia più volte …

Rischi: stile di vita frammentato, disimpegnato, mancanza di coerenza che si traduce in dispersione, nella impossibilità di seguire un progetto, di realizzare alcunché.

“Un giovane può non raggiungere mai un’identità matura e continuare, ormai cresciuto, a saltabeccare da un’identità all’altra sull’onda delle mode”.

Anna Oliverio Ferraris, psicologa

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Erikson

Secondo Erikson, la vita dell’uomo presenta otto stadi di sviluppo; ciascuno dei quali ha un dilemma cruciale (conflitti vitali) che deve essere superato per passare a quello successivo.

Dilemma dell’adolescenza: tensione tra identità e diffusione dell’identità.

La formazione dell’identità è un processo doloroso (crisi) …

… perché il soggetto si impegna a scegliere una prospettiva di sviluppo rinunciando ad altre che sente altrettanto gratificanti.

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Conflitti vitali secondo Erikson

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Conflitti vitali secondo Erikson

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Adolescenza psicoanalitica

Freud Tre saggi sullaTeoria sessuale

(1905)

Anna FreudL’Io e i

meccanismi di difesa (1936)

Erikson (1968)Identità versus dispersione

Blos (1972)Suddivide

l’adolescenza in fasi

Winnicott (1986)evoluta e matura

dipendenza dall’altro

Laufer (1984)Ruolo della sessualità

Bowlby e i Modelli

Operativi Interni (IWM)

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Compito evolutivo

“Per compito evolutivo si intende quel compito che si

presenta in un determinato periodo della vita e la cui

buona risoluzione conduce alla felicità e al successo

nell’affrontare i problemi successivi, mentre il fallimento

di fronte ad esso conduce all’infelicità … alla difficoltà ad

affrontare i compiti che si presenteranno in seguito”

(Havighrust, 1953)

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Compiti evolutivi

L’adolescenza comporta lo svolgimento di

una serie di ‘compiti evolutivi’ riguardanti sia

l’area dello sviluppo personale, sia le

relazioni interpersonali e sociali.

Alcuni di questi compiti riguardano la sfera

della maturazione individuale, altri quella

della relazionalità e della socializzazione.

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La capacità di separarsi dalla famiglia e di individuarsi, costruendo una propria immagine di sé;

L’inserimento nel gruppo dei coetanei;

L’integrazione della sessualità nell’immagine di sé, con la costruzione di un ideale di ruolo sessuale;

Lo sviluppo di un’identità sociale;

L’avvio di relazioni sentimentali o sessuali.

Acquisire una sistema di valori e una coscienza etica

Raggiungere la sicurezza e l’indipendenza economica

Compiti evolutivi …

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Importante è per l’educatore sapere che il corpo cui il ragazzo e l’adolescente si riferisce e con il quale spesso entra in conflitto non è tanto il fisico ‘reale’, obiettivabile, quanto il corpo immaginato, fantasticato, vissuto.

Sono drammatica testimonianza di questa dispercezione

i casi sempre più frequenti di anoressia mentale, che

comportano un radicale rifiuto del corpo sentito come

‘pesante’, estraneo, fino a doverlo distruggere e

annientare.

1. Accettazione del proprio corpo in rapida evoluzione

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2. Gestione della instabilitàpsicomotoria

In conseguenza alle mutazioni fisio-psichiche, il ragazzo sente di essere instabile, continuamente agitato fra sentimenti opposti, fino a manifestare una vera e propria iper-attività; in altri casi, quasi per compensazione, subentra uno stato di passività che sfocia in vera e propria apatia.

Il compito evolutivo importantissimo in questa età consiste nel mediare tra queste istanze opposte, realizzando una capacità di equilibrio emotivo che non dia troppo spazio alle inevitabili variazioni cicliche di umore e di attivazione.

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4. Sviluppo della coscienza del Sé

Il pre-adolescente deve acquisire una consapevolezza di sé, come realmente e attualmente è (percezione del sé reale) e come vorrebbe essere (sé ideale)

A ciò si aggiunga la capacità di capire altrettanto realisticamente come gli altri ci percepiscono (sé sociale percepito)

Obiettivo fondamentale dell’educazione è rendere il più possibile congruenti le tre immagini del sé (reale, ideale, sociale) in modo che le discrepanze, come meglio vedremo più avanti, non pregiudichino l’adattamento.

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4. Ricerca di valori di riferimento

Oltre che la coscienza di sé, l’età pre-adolescenziale è il

momento cruciale per la formazione di una coscienza morale

autonoma, in cui le norme e i valori diventano interiorizzati

anziché dipendere dalla regolazione esterna, da parte delle

figure che rappresentano l’autorità.

I valori assurgono a riferimento per una etica della responsabilità

personale, in quanto criteri in base al quale le azioni possono

essere programmate e valutate dallo stesso soggetto.

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Psicologia e valori

Il concetto di valore è stato a lungo trascurato nella psicologia, per una malintesa accezione di non ‘scientificità’ attribuita a questa nozione.

Da qualche tempo si è avuta una ripresa degli studi sui valori, specie adolescenziali, e ci si è accorti - come peraltro autori quali Piaget avevano segnalato negli anni ’30 - che per il pre-adolescente e l’adolescente il riferimento a criteri valoriali è essenziale per auto-regolare il comportamento sia etico che sociale

(S. Di Nuovo, 2006)

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5. Acquisizione dell’autonomia

L’autonomia è la meta-cardine dello sviluppo di ogni essere vivente; come meglio vedremo più avanti, essa può venire stimolata e favorita o al contrario inibita e frustrata da un contesto che pensa alla e alla dipendenza del minore e alla sua indefinita ‘protezione’ come unico modo di difenderne l’integrità.

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6. Acquisizione di capacità di decentramento

Dall‘egocentrismo’ cognitivo ed emozionale, tipico dell’età infantile, alla interagire con gli altri comprendendone le idee, le emozioni, gli affetti

Autonomia non vuol dire individualismo, privilegio del proprio mondo e dei propri bisogni a scapito della relazione con l’altro

Il ragazzo crescendo deve comprendere, e di conseguenza agire, la necessità di uscire dal proprio esclusivo punto di vista, mettendosi nella prospettiva degli altri.

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7. Acquisizione della reciprocità

Conseguenza del decentramento e del superamento

dell’egocentrismo è la reciprocità, che si manifesta nel

comportamento interpersonale come capacità di ‘con-

dividere’ empaticamente affetti, emozioni, azioni; come

apertura al ‘dare’ oltre che a ‘ricevere’, a sentirsi in intimità

che vuol dire bi-direzionalità del rapporto e dello scambio.

L’acquisizione della reciprocità è il presupposto per una

vita relazionale (amicale, di coppia, familiare, sociale)

aperta e soddisfacente.

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8. Inserimento nel gruppo

Nel gruppo il ragazzo apprende a ‘co-operare’ cioè a

costruire insieme agli altri realtà nuove. Un positivo

inserimento nel gruppo, scolastico o religioso o sportivo,

è elemento cardine della socializzazione; è necessario

perciò che i gruppi di ragazzi e adolescenti siano

organizzati in modo che non siano manipolatori

(richiedendo dipendenza e conformismo) ma consentano

lo sviluppo delle capacità di aprirsi al sociale e di

“lavorare insieme”.

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9. Integrazione della sessualità

La sessualità va vissuta non come realtà separata dal resto

della vita affettiva, in cui è richiesto l’appagamento di una

pulsione biologica mediante un “sistema organico”; va

integrata nello sviluppo globale della personalità e all’interno

della relazione di intimità (reciprocità)

La sessualità va considerata una risorsa a disposizione per

una crescita e una maturazione completa della persona; non

come un ‘obbligo’ culturalmente e socialmente imposto come

esperienza deformata e strumentalizzata (ciò che spesso i

mass-media propongono alla percezione dei ragazzi), che può

diventare perciò conflittuale, ansiogena e non serena.

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10. Progettazione del proprio futuro Counseling; armonizzare l’immagine del sé, le aspirazioni e le

esigenze proposte dalla realtà sociale

11. Costruzione di una propria famiglia

Il ragazzo infine deve progettare la formazione di una nuova famiglia, realizzando quello che Erikson chiamava bisogno di ‘generatività’: perpetuare la esistenza, propria e della specie, generando e educando nuovi esseri in cooperazione con un’altra persona con cui si condividono ideali e progetti, oltre che gli aspetti positivi e negativi della vita quotidiana

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L’adolescenza è considerata un periodo della vita in cui si verificano importanti cambiamenti

A livello corporeo: l’inizio dell’adolescenza coincide con la pubertà

A livello cognitivo

A livello affettivo

A livello relazionale: sia nelle relazioni familiari che in quelle amicali

A livello della personalità in senso generale: formazione dell’identità e costruzione del Sé

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Elementi costitutivi dell’identità

Identità: l’insieme delle rappresentazioni che una persona ha di se stessa. Ma può anche essere definita come quella dimensione psichica che consente di realizzarsi, di diventare e restare se stessi in una data società e cultura, in relazione agli altri.

Sono almeno sei i tratti costitutivi dell’identità:

Continuità Coerenza Unicità Diversità Cambiamento Positività

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Giovani e adulti

Lo stato adolescenziale si prolunga in funzione delle proiezioni che i giovani ricevono dagli adulti e in funzione dei limiti di esplorazione che la società impone loro

Gli adulti servono per aiutare un giovane ad affrontare le responsabilità e a non essere ciò che si definisce un “eterno adolescente” …

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Adolescenza, età fragile …

Fragilità e vulnerabilità. L’esempio della Dolto, sui gamberi e le aragoste che perdono il loro guscio: essi si nascondono sotto le rocce sino a quando non hanno secreto un nuovo rivestimento che li difenda. Ma se durante il periodo in cui sono vulnerabili verranno colpiti, le ferite rimarranno visibili per sempre, il loro involucro coprirà le cicatrici ma non le cancellerà.

“(…) Durante quel periodo anche persone che non hanno uno specifico compito educativo hanno una funzione fondamentale nell’indirizzare i giovani in quanto tutto ciò che fanno può favorire lo slancio, la fiducia in se stessi e il coraggio di superare le difficoltà, o al contrario indurre scoraggiamento e depressione”

(F. Dolto, Adolescenza, 1995)

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L’adolescenza: crisi evolutiva o sintomi patologici

A volte la “crisi” può essere molto profonda

L’adolescente vive un profondo disagio che può essere confuso con situazioni psicopatologiche più gravi

ATTENZIONE: raramente si tratta di quadri patologici, ma situazioni in cui la confusione che riguarda la propria identità e la propria integrità può fare preoccupare

(segue)

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Adolescenza e disagio

Tutto questo comporta una profonda trasformazione e risimbolizzazione del proprio Sé

Questa trasformazione del Sé comporta: L’assunzione nell’idea del Sé della sessualità (Laufer)

Lo sviluppo di un nuovo ruolo affettivo maschile e femminile Lo sviluppo di un nuovo sistema di valori

E’ questo il motivo per cui l’adolescenza è stata indicata come una seconda nascita (seconda fase di Separazione-Individuazione)

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Adolescenzae consapevolezza metacognitiva

- I cambiamenti che si verificano in questa fase della vita conducono all’integrazione dei diversi aspetti del sé ad un livello di consapevolezza superiore (metacognitiva)

- Ridefinizione del senso di Sé: non cambia soltanto quello che l’adolescente sa o sa fare ma soprattutto quello che è e come si vede

RIORGANIZZAZIONE COGNITIVA E AFFETTIVA

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Che cos’è il Sé: ci aiuta la psicoanalisi …

In psicoanalisi il termine Sé è spesso usato in maniera inter-scambiabile con il termine Io (e con il termine soggetto)

Per Sé si intende la personalità totale che include non solo l’Io ma anche la vita istintuale che Freud ha chiamato

Es.: l’Io sarebbe la parte organizzante del Sé

Il Sé come la dimensione individuale e soggettiva della espe-rienza; il sistema organizzato dei ricordi indicati comunemente come rappresentazioni di sé … inteso come una costellazione psicologica organizzata che continua a esercitare un’attiva influenza dinamica sul comportamento.

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Realtà adolescenziale odierna … (qualche parametro)

Mostrano livelli cognitivi più elevati e un QI medio più alto rispetto ai coetanei delle generazioni passate

Flynn (1988): il QI è aumentato in maniera progressiva di 3 punti ogni 10 anni …

- Un adolescente odierno mediamente intelligente sarebbe stato considerato un individuo molto dotato (con QI superiore) negli anni ’40

PERCHE’ QUESTE DIFFERENZE?

Sono in prevalenza attribuibili al cambiamento/miglioramento delle condizioni socio-ambientali in cui avviene la crescita

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ACQUISIZIONE DELLE NUOVE CAPACITA’DI RAGIONAMENTO

(CAPACITA’ RIFLESSIVA)

Maturazione neurologica

Condizioniambientali Relazioni

InterpersonaliCon gli adulti

Relazioni con i

coetaneiRappresentazioni

Già possedute

Aspettative Personali e degli altri

CORNICE STORICO-CULTURALE

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Elementi che caratterizzano lo sviluppo cognitivo in adolescenza

Il pensiero adolescenziale enfatizza il mondo della possibilità (quello infantile si concentra sul “qui ed ora” )

Si sviluppa il ragionamento scientifico e la capacità di condurre test basati su ipotesi sistematiche

Diventa possibile pensare al futuro attraverso la programmazione

Capacità di introspezione sui processi di pensiero e di pensare il proprio

Espansione del pensiero includendo questioni morali, sociali, e politiche, mondo esteriore, interiore e personale

Principio del piacere e principio di realtà (S. Freud)

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Prendiamo nota …

Lo sviluppo è un processo continuo che registra cambiamenti

sostanziali quando le persone affrontano particolari transizioni

di vita che:

sollecitano nuove strategie per far fronte alle circostanze

inducono a riconsiderare l’immagine di sé, il proprio ruolo nella

famiglia, nel gruppo, nel lavoro, nella società, gli scopi

personali e gli standard di valutazione delle proprie azioni

Questa nostra realtà sociale come affronta …

La FAMIGLIA, un tentativo di lettura socio-dinamico e relazionale

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Famiglia, famiglie … e i “f.y.”

Il fenomeno dei “forever young”

Identità sospese …

“I genitori apprezzano l’aspetto di tregua relazionale in assenza

di un’elevata conflittualità che connota questa fase e si

trovano a goderne di riflesso gli effetti, prolungando la loro

funzione genitoriale senza le difficoltà tipiche della prima

adolescenza Anche in questo caso i genitori non si pongono

come figure di identificazione, piuttosto essi stessi si

rispecchiano nei loro figli in quanto questi ultimi godono di

una condizione di vita libera e ricca di possibilità che essi

non hanno potuto avere pur desiderandola”. (Scabini, Lafrate, 2003).

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Ultimo rapporto su infanzia e adolescenza: l’eccezionale quotidiano

Semplificazione delle strutture familiari

Aumentano le famiglie e diminuisce il numero dei componenti

Aumenta la varietà dei tipi di famiglia

Bambini nelle famiglie che cambiano

I giovani e la costituzione di nuove famiglie

La dimensione ambientale

La globalizzazione

La cultura

I valori

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Identità: chi si è. Prove di sintesi …

E’ ciò che caratterizza ciascuno di noi come individuo singolo e

inconfondibile e che impedisce alle persone di scambiarci per

qualcun altro.

Ognuno ha un'identità per gli altri (identità oggettiva: cioè la sua

riconoscibilità, quella che costruiamo durante la vita), ed anche

un'identità per sé (identità soggettiva: insieme delle mie

caratteristiche, così come io le vedo e le descrivo in me stesso).

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L'identità: quali componenti cambiano più facilmente di altri.

- L'identità sociale può cambiare rapidamente, mentre

- quella fisica cambia gradatamente.

- L'identità psicologica cambia piuttosto poco:

ognuno ha una sua personalità,

una intelligenza propria,

determinate attitudini e specifici tratti del carattere che,

quando tentano una modifica,

questa avviene in “tempi lunghi”

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Accade spesso che coloro che dovrebbero farci conoscere le nostre peculiarità caratteriali, sono proprio quelle persone che tendono a presentarci la versione più gradevole e più accettabile della nostra personalità

Di conseguenza, spesso l'immagine di me stesso che mi sono creato risulta più favorevole dell'immagine che ho delle persone esterne alla cerchia più intima dei miei conoscenti.

L’immagine di sé

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Personalità e ruoli sociali

Ognuno ha una sua personalità: essa può modificarsi, ma ciò avviene in misura sempre minore man mano che si cresce. Non è sempre possibile inventarsi una personalità completamente nuova, perché quest'ultima è costituita da  caratteristiche psicologiche che non sono mutabili. Sicuramente in questa situazione è molto facile rimanere prigionieri di una sorta di "recita", sebbene ciò non comporti l'insorgenza di false personalità, bensì di falsi ruoli.

Bisogna operare una distinzione molto netta tra personalità e ruoli sociali: questi ultimi sono più mutevoli della prima e può accadere che un professore universitario molto sicuro di sé dietro la cattedra, diventi timido e timoroso all'interno della propria casa, al cospetto di una moglie dominante.

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I tempi cambiano.Ma i giovani hanno suscitato sempre …

“Nemmeno i tempi sono più quelli di una volta: i figli non seguono più i genitori!” (un papiro egizio di 5000 anni fa)

Questa gioventù è guasta fino al midollo; è cattiva, irreligiosa e pigra. Non sarà mai come la gioventù di una volta. Non riuscirà a conservare la nostra cultura. (frammento di argilla babilonese di 3000 anni fa)

“Non nutro più nessuna speranza per il futuro del nostro popolo, se deve dipendere dalla gioventù superficiale di oggi; perché questa gioventù è senza dubbio insopportabile, irriguardosa e saputa. Quando ero ancora giovane, mi sono state insegnate le buone maniere e il rispetto per i genitori; a gioventù di oggi invece vuole sempre dire la sua ed è sfacciata”. (Esiodo, 700 a.C.)

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Con quale bambino e adolescente ci confrontiamo oggi?

Nell’era della globalizzazione e della frammentazione delle relazioni sono cambiati i bambini e gli adolescenti, sono cambiati i modelli educativi, si sono moltiplicate le agenzie di formazione e socializzazione.

I giovani presentano diverse vulnerabilità rispetto al passato, ma anche diverse competenze e molte risorse.

Con quale bambino e adolescente ci confrontiamo oggi?

Con il bambino delle comunicazioni virtuali, dei giochi di simulazio-ne sul computer, delle ricerche scolastiche fatte su internet, delle scarpe da ginnastica di marca, dei discorsi da adulto …

Con l’adolescente del linguaggio del corpo, dei capelli colorati, del piercing, del mito del “grande fratello”, della musica a tutto volume …

Rapporto minori 2001

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Società dell’informazione: e dell’ascolto?

Bambini e adolescenti di oggi con più libertà di quella di ieri, ma la cui vita quotidiana è caratterizzata da “regressioni forzate” all’infanzia, effetto di una iperorganizzazione dei tempi e delle attività e contemporaneamente da una precoce “adultizzazione” che li aliena dalla condizione che è loro propria, quella di soggetti in crescita, per rimandarli ad una dimensione altra, impropria.

Rapporto minori 2001

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Dalla famiglia normativa alla famiglia affettiva

… Di questi bambini e adolescenti molti fanno un’analisi spietata, ipotizzando condizioni inevitabili da parte dei “media”, dei compagni, dei consumi, di una società violenta e indifferente.

… E’ difficile imbrigliarli, inserirli in categorie, che pure servono per capire, per spiegare a genitori, educatori …

Rapporto minori 2001

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I cambiamenti che sono avvenuti nei nuclei familiari e il passaggio dalla famiglia normativa alla famiglia affettiva hanno promosso un rapido mutamento delle strategie di allevamento, socializzazione ed educazione dei figli. Sono cambiate le relazioni e i vissuti all’interno della famiglia, è cambiata la posizione materna e paterna, sono cambiati i rapporti tra le generazioni con un’adolescenza sempre più lunga ed una grande fatica dei figli a uscire dalla famiglia di origine e a responsabiliz-zarsi in una propria.

Rapporto minori 2001

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Una realtà completamentenuova …

Si tratta di modificazioni che richiedono riorganizzazione dei compiti e

dei tempi familiari: i genitori si trovano quotidianamente costretti a

crescere con i propri figli e nello stesso tempo a dover fare

attenzione a non confondere i ruoli con le funzioni, sia di se stessi

che della famiglia, in relazione alle altre sedi formative.

Non è possibile fare un confronto col passato, quando non c’era un

investimento educativo così forte sulla sola coppia genitoriale.

Al di là dei genitori, era l’ambiente circostante a essere segnato da

valenze educative (ma anche da forte controllo sociale).

Ora i genitori sono spesso soli, supportati, quando ci sono, da

agenzie esterne alla famiglia (…).

Rapporto minori 2001