Le Monete Di Azzo D’Este Per Modena e Reggio Emilia

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Le monete di Azzo DEste per Modena e Reggio Emilia di Lorenzo Bellesia da Panorama Numismatico nr.252 Giugno 2010 I grossi battuti a Modena e Reggio Emilia a nome del Marchese Azzo D'Este presentano sorprendenti somiglianze tanto da far pensare ad un solo incisore dei coni o addirittura ad una sola zecca La prima moneta estense non fu battuta a Ferrara, città da cui iniziò la fortuna della famiglia, ma da due possedimenti vicini, per giunta temporanei: Modena e Reggio Emilia. Non è facile spiegarlo e forse non cè neppure una ragione precisa. Ferrara già alla fine del XII secolo aveva cominciato a battere il suo denaro ferrarino 1 ma poi, nel corso del secolo successivo, aveva perso lo slancio e la produzione cessò nonostante i patti con Bologna prima e Parma poi nel 1209 2 . Di certo non coniò alcun grosso come invece stavano facendo un po’ tutti i grandi Comuni emiliani nel corso degli anni Trenta e Quaranta. Il Bellini ha citato molti documenti del XIII secolo in cui sono citate monete straniere circolanti a Ferrara, grossi veneziani e bolognesi in particolare. E se Ferrara contava agli inizi del Trecento circa 20.000 abitanti 3 la moneta necessaria non doveva essere poca. Intanto le autorità comunali perdevano sempre più autorità e nelle lotte interne prevalse Obizzo d Este che prese effettivamente il potere a Ferrara nel 1264 quando fu nominato signore perpetuo con la successiva introduzione di norme volte ad annullare praticamente tutte le istituzioni del libero Comune. Gli Estensi avevano alle spalle una lunga tradizione potendo vantare una formale investitura imperiale sul feudo di Este. In tre documenti del 1171 e 1173, relativi ad un compromesso, Folco II, Alberto ed Obizzo, figli di Folco, si ritrova per la prima volta l’espressione di marchiones da Este o de Adeste: non è da ecludersi la possibilità di intitolazioni di questo tipo precedenti a tale date, ma è certo che da allora in poi gli Estensi vengono così denominati, non già perché fossero effettivamente marchesi di Este ma in quanto appartenenti alla stirpe obertenga dei marchesi di Toscana e quindi in grado fregiarsi del titolo generico di marchesi 4 . In seguito, nel 1208, Azzo VI fu nominato marchese di Ancona da parte di Innocenzo III, dignità confermatagli dallimperatore Ottone IV nel 1210 ed in particolare la sua autorità era diretta alle città di Ascoli, Fermo, Camerino, Numana, Ancona, Osimo, Jesi, Senigallia, Fano, Pesaro, Fossombrone, Cagli e Sassoferrato 5 . Il suo potere effettivo fu molto breve ma formalmente soltanto nel 1330 il pontefice Giovanni XXII vietò agli Estensi di fregiarsi di tale titolo. Sempre nel 1208 Azzo VI fu riconosciuto da Roma come signore perpetuo di Ferrara, feudo pontificio, ed infine papa Urbano IV nel 1264 riconobbe ancora Obizzo quale signore della città. Nel 1288 Modena era dilaniata dalla guerra fra Ghibellini e Guelfi, questi ultimi divisi anchessi tra Intrinseci ed Estrinseci. Dopo lennesimo tentativo di ristabilire la pace fra le fazioni, i Modenesi cercarono un appoggio, che li rendesse forti e sicuri, e difender li sapesse dagli esterni nemici, e dalle civili discordie, e mirarono al marchese Obizzo d’Este signor di Ferrara, uno depiù forti sostenitori del partito guelfo 6 . Un’ambasceria modenese andò allora a Ferrara il 15 dicembre 1288 offrendo al marchese il dominio e le chiavi della città. Accettò egli l’ offerta e nel gennaio del seguente anno 1289 venne in persona a Modena accolto e acclamato signore della città nostra e del territorio 7 . Anche il Comune di Reggio era tormentato dalle lotte interne delle fazioni che localmente prendevano il nome di Superiori ed Inferiori. Nel 1289 presero il potere i Canossa con i loro alleati. Forse i nuovi padroni però non se la sentirono di fare il passo definitivo. Comunque fosse, certo è che i vincitori preferirono mettersi sotto lo scudo dun signore sì forte che li guardasse dai nemici e li lasciasse liberi di svaligiare il comune; e poiché da pochi mesi Obizzo d’ Este, padrone di Ferrara, era stato acclamato signore anche di Modena travagliata dai soliti malanni, i Canossa pensarono dimitare la città vicina. Detto fatto: Francesco Fogliani, uno dei capi degli Inferiori, raccoglie il consiglio, fa votare quel nome e Rolandino Canossa va a Ferrara ad offrire ad Obizzo la signoria 8 .

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Modena

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  • Le monete di Azzo DEste per Modena e Reggio Emilia

    di Lorenzo Bellesia da Panorama Numismatico nr.252 Giugno 2010

    I grossi battuti a Modena e Reggio Emilia a nome del Marchese Azzo D'Este presentano sorprendenti somiglianze tanto da far pensare ad un solo incisore dei coni o addirittura ad una sola zecca

    La prima moneta estense non fu battuta a Ferrara, citt da cui inizi la fortuna della famiglia, ma da due possedimenti vicini, per giunta temporanei: Modena e Reggio Emilia.Non facile spiegarlo e forse non c neppure una ragione precisa. Ferrara gi alla fine del XII

    secolo aveva cominciato a battere il suo denaro ferrarino 1 ma poi, nel corso del secolo

    successivo, aveva perso lo slancio e la produzione cess nonostante i patti con Bologna prima e

    Parma poi nel 1209 2

    . Di certo non coni alcun grosso come invece stavano facendo un po tutti i grandi Comuni emiliani nel corso degli anni Trenta e Quaranta. Il Bellini ha citato molti documenti del XIII secolo in cui sono citate monete straniere circolanti a Ferrara, grossi veneziani e

    bolognesi in particolare. E se Ferrara contava agli inizi del Trecento circa 20.000 abitanti 3 la

    moneta necessaria non doveva essere poca.Intanto le autorit comunali perdevano sempre pi autorit e nelle lotte interne prevalse Obizzo dEste che prese effettivamente il potere a Ferrara nel 1264 quando fu nominato signore perpetuo con la successiva introduzione di norme volte ad annullare praticamente tutte le istituzioni del libero Comune.Gli Estensi avevano alle spalle una lunga tradizione potendo vantare una formale investitura imperiale sul feudo di Este. In tre documenti del 1171 e 1173, relativi ad un compromesso, Folco II, Alberto ed Obizzo, figli di Folco, si ritrova per la prima volta lespressione di marchiones da Este o de Adeste: non da ecludersi la possibilit di intitolazioni di questo tipo precedenti a tale date, ma certo che da allora in poi gli Estensi vengono cos denominati, non gi perch fossero effettivamente marchesi di Este ma in quanto appartenenti alla stirpe obertenga dei marchesi di

    Toscana e quindi in grado fregiarsi del titolo generico di marchesi 4.

    In seguito, nel 1208, Azzo VI fu nominato marchese di Ancona da parte di Innocenzo III, dignit confermatagli dallimperatore Ottone IV nel 1210 ed in particolare la sua autorit era diretta alle citt di Ascoli, Fermo, Camerino, Numana, Ancona, Osimo, Jesi, Senigallia, Fano, Pesaro,

    Fossombrone, Cagli e Sassoferrato 5. Il suo potere effettivo fu molto breve ma formalmente

    soltanto nel 1330 il pontefice Giovanni XXII viet agli Estensi di fregiarsi di tale titolo.Sempre nel 1208 Azzo VI fu riconosciuto da Roma come signore perpetuo di Ferrara, feudo pontificio, ed infine papa Urbano IV nel 1264 riconobbe ancora Obizzo quale signore della citt.Nel 1288 Modena era dilaniata dalla guerra fra Ghibellini e Guelfi, questi ultimi divisi anchessi tra Intrinseci ed Estrinseci. Dopo lennesimo tentativo di ristabilire la pace fra le fazioni, i Modenesi cercarono un appoggio, che li rendesse forti e sicuri, e difender li sapesse dagli esterni nemici, e dalle civili discordie, e mirarono al marchese Obizzo dEste signor di Ferrara, uno de

    pi forti sostenitori del partito guelfo 6. Unambasceria modenese and allora a Ferrara il 15

    dicembre 1288 offrendo al marchese il dominio e le chiavi della citt. Accett egli lofferta e nel gennaio del seguente anno 1289 venne in persona a Modena accolto e acclamato signore della

    citt nostra e del territorio 7.

    Anche il Comune di Reggio era tormentato dalle lotte interne delle fazioni che localmente prendevano il nome di Superiori ed Inferiori. Nel 1289 presero il potere i Canossa con i loro alleati. Forse i nuovi padroni per non se la sentirono di fare il passo definitivo. Comunque fosse, certo che i vincitori preferirono mettersi sotto lo scudo dun signore s forte che li guardasse dai nemici e li lasciasse liberi di svaligiare il comune; e poich da pochi mesi Obizzo dEste, padrone di Ferrara, era stato acclamato signore anche di Modena travagliata dai soliti malanni, i Canossa pensarono dimitare la citt vicina. Detto fatto: Francesco Fogliani, uno dei capi degli Inferiori, raccoglie il consiglio, fa votare quel nome e Rolandino Canossa va a Ferrara ad offrire ad Obizzo

    la signoria 8.

  • Lofferta dei Reggiani una signoria di soli tre anni. Obizzo sembra schermirsene ma poi accetta per un solo anno: sarebbe stato poco pi di un podest e i cittadini avrebbero creduto ancora integro il loro Comune Poi a 19 gennaio del 1290 accompagnato da numerose schiere di soldati e dal figlio Azzo entr in citt, vi pose vicario Bernardino Rossi fiorentino, rec in sue mani subito i castelli di Rubiera, Reggiolo e Albinea per avere aperta la strada a Modena, al piano e al monte e, sicuro del fatto suo, richiam i Superiori in citt: gli stolti vennero e il tiranno li fece far pace cogli Inferiori. Quando li ebbe avuti tutti nelle sue zanne, alcuni ne uccise, altri spogli de beni e tutti i capi condusse seco prigioni su molti carri a Modena, poi a Ferrara. Ci

    fatto si dichiar signore perpetu della citt! 9

    Obizzo mor nel 1293. Dante lo colloca nellInferno, canto XII, 110-111, nel girone dei violenti contro il prossimo immersi nel Flegetonte, fiume di sangue bollente, e sorvegliati dai centauri:

    e quellaltro ch biondo Opizzo da Esti, il quale per verofu spento dal figliastro su nel mondo.

    Gli succedeva il figlio Azzo nel dominio di Ferrara mentre Modena e Reggio lo elessero, da immaginarsi con quanta spontaneit, signore. Il suo potere fu per fortemente osteggiato dal fratello Aldobrandino, dai Bolognesi e da Giberto da Correggio signore di Parma nonch da tutti coloro che temevano il suo potere che nel frattempo si era esteso anche a Comacchio ed alla Lunigiana.Si alle con i Cremonesi contro Matteo Visconti per poi fare pace dandogli in moglie la sorella Beatrice, vedova del Signore di Gallura. Azzo invece spos Beatrice, figlia di Carlo II re di Napoli, nozze che furono celebrate a Guastalla poich Ferrara gli era stata tolta da unalleanza formatasi contro di lui. Corse voce che si fosse praticamente comprato la moglie offrendo al re ben 20.000 fiorini meritandosi il rimprovero di Dante, Purgatorio, XIX, 80-81:

    Veggio vender sua figlia e patteggiarneCome fanno i corsar de laltre schiave.

    Lalleanza dei due per faceva molta paura e Francesco, fratello di Azzo, cosciente del fatto che, se dalle nozze fosse nato un maschio, egli avrebbe perso la successione, abbandon Ferrara e si schier con i nemici del fratello.Il 26 gennaio 1306 scoppi la rivolta a Modena. Le truppe estensi furono in breve sconfitte e fuggirono dalla citt. La notizia di ci che era avvenuto a Modena arriv il giorno dopo a Reggio dove Azzo poteva contare soltanto sulla famiglia Canossa, sul podest Jacopo Persici e sul capitano Cortese Cavalcab. I nemici di Azzo corsero allora alle armi assediando il capitano nel suo palazzo. Il podest fu mortalmente ferito ed i ribelli riuscirono a cacciare le odiate

    soldatesche e i partigiani ferraresi dalla citt10

    . A Modena si fecero grandi festeggiamenti per la fine della tirannia e si proclam la Respublica Mutinensis con nuove istituzioni volte ad evitare per sempre una nuova signoria. Si cancellarono tutti i simboli estensi dagli edifici, perfino si viet

    di pronunciare il nome del marchese 11

    e chi avesse proposto di nominare un nuovo signore della citt sarebbe stato punito con la morte.Azzo mor due anni pi tardi.Venendo ora alle monete, si diceva che, mentre non si conoscono emissioni ferraresi a nome di Obizzo o di Azzo, sono note per Reggio Emilia e Modena ma solo per Azzo. Entrambe le citt pochi anni prima avevano avuto una zecca attiva nella produzione di grossi e di piccoli. Reggio Emilia aveva avuto una monetazione a nome del vescovo e Modena a nome dellimperatore. Con Azzo le monetazioni delle due citt, apparentemente antitetiche, si uniformarono nella produzione di grossi a suo nome.

  • Confronto tra i due diritti del grosso a nome di Azzo per Modena, a sinistra, e per Reggio Emilia, a destra. Si notino la perfetta simmetria delle leggende e lelegante forma delle

    lettere, in particolare della O. Se non fosse per la mancanza del trifoglio tra le lettere I ed O nel grosso di Reggio si direbbe che i due diritti provengano dallo stesso conio.

    Le due emissioni di Azzo rappresentano un punto di svolta nella monetazione italiana. Alla met del XIII secolo e nei decenni immediatamente successivi, ha acutamente osservato Ottorino

    Murari 12

    , praticamente vi erano gi delle Signorie in atto, ma la moneta non rispecchi il differenziarsi e levolversi dellorganizzazione interna del Comune in forme particolari, quali erano le prime Signorie, e per i rimanenti decenni del secolo XIII la monetazione continu con tipi vecchi o nuovi, ma con i caratteri della monetazione comunale e cio col nome dellimperatore o col solo nome della citt senza alcun accenno ai signori.Una prima manifestazione di governo signorile espressa dalle monete si pu ritenere quella del signore di Modena e Reggio, il marchese Azzo dEste (1293 - 1306)Ma la monetazione signorile del marchese Azzo sembra giustificata e protetta dal titolo marchionale chiaramente ostentato sulla moneta, titolo che poteva darle un crisma di legalit e che poteva legarla alla monetazione feudale che, sebbena rara e limitata a territori praticamente esterni alla Lombardia medioevale, ebbe in Italia altri precedenti esterni alla Lombardia medioevale, ebbe in Italia altri precedenti prima ancora del periodo comunale, quella ad esempio dei marchesi di Toscana e quella dei Savoia. La monetazione di Azzo si pu quindi considerare una monetazione feudale e perci da non considerare nel caso nostro tra le monetazioni prettamente signorili anche se a Modena ed a Reggio il marchese in realt solo un signore. Ugualmente tra quelle feudali si devono considerare le monete di alcuni feudatari minori piemontesi e liguri che si possono considerare anchessi signori. Si possono cos ricordare le monete che i marchesi Aleramici coniarono nelle piccole zecche di Cortemiglia, Chivasso, Dego e qualche altra ancora, nel primo decennio del XIV secolo.

    Confronto tra i due rovesci del grosso a nome di Azzo per Modena, a sinistra, e per

  • Reggio Emilia, a destra. Nonostante le due monete mantengano i tradizionali simboli della precedente monetazione comunale, le lettere e la loro disposizione sono identiche.

    Entrambe le monete hanno cinque trifogli inseriti nella leggenda.

    Riassumendo, Azzo non si poteva presentare come il marchese di Modena e Reggio. Egli ne semplicemente il temporaneo padrone che si imposto con la forza tra le parti in lotta, senza alcuna legittimazione di natura feudale, mentre il titolo di marchese gli compete indipendentemente dalle due citt e dalla stessa Ferrara. Per questo, in un momento in cui la moneta ancora a nome del comune o di un imperatore, queste sue emissioni sono molto significative dal punto di vista storico e numismatico. Il fatto che non ci sia una analoga emissione a Ferrara pu essere dovuto semplicemente al fatto che qui al momento si continuava

    il tradizionale uso di moneta straniera 13 mentre nelle altre due citt emiliane il marchese sfrutta il

    diritto di zecca che apparteneva non a lui ma alle citt stesse.

    La prima pubblicazione del grosso modenese di Azzo spetta al Muratori 14 il quale interpretava la

    M come iniziale di Mutina.

    Pochi anni dopo il Bellini15

    pubblic un altro esemplare di Azzo per Modena, diverso per, annotava lo stesso autore, da quello del Muratori perch la lettera C di MARCHIO mancava. La moneta veniva definita perrarus, cio rarissima, et singularis interpretando la lettera M come iniziale di moneta.Nella stessa dissertatio veniva pubblicato anche il grosso reggiano di Azzo ma senza particolari commenti se non una breve digressione storica sul periodo.Andando ora ad esaminare le due emissioni si dovr notare che sono molto simili. Ci sono due varianti principali che si distinguono per avere la versione MAR (trifoglio) ChI (trifoglio) O oppure MAR (trifoglio) hI (trifoglio) O. La seconda versione, senza la C, sembrerebbe un errore se non fosse che la stessa versione, e da coni diversi, si trova per Reggio.Ecco la descrizione dellemissione di Modena:

    D/ (aquila ad ali spiegate) (trifoglio) MAR (trifoglio) ChI (trifoglio) O (trifoglio) Lettere A 3 O disposte a triangolo intorno a globetto

    R/ (croce potenziata) (trifoglio) DE (trifoglio) MV (trifoglio) TI (trifoglio) NA (trifoglio) Lettera M di forma gotica con due globetti al centro

    CNI 2

    a) Sintoni Aste, 27 agosto 2009, lotto 1619 (g 1,40)

    b) Montenapoleone, 26, 27 e 28 febbraio 1985, lotto 737

    D/ (aquila ad ali spiegate) (trifoglio) MAR (trifoglio) ChIO (trifoglio) Lettere A 3 O disposte a

  • triangolo intorno a globetto

    R/ (croce potenziata) (trifoglio) DE (trifoglio) MV (trifoglio) TI (trifoglio) NA (trifoglio) Lettera M di forma gotica con due globetti al centro

    CNI manca

    Finarte, 16 marzo 1995, lotto 53 (g 1,37)

    Confronto tra i due grossi a nome di Azzo per Modena, a sinistra, e per Reggio Emilia, a destra nella variante (trifoglio) MAR (trifoglio) hIO (trifoglio). difficile credere che si tratti

    di un errore dellincisore proprio perch si ripete parallelamente nelle due emissioni.

    La precedente era la versione senza il trifoglio tra le lettere ChIO. La seconda versione invece la seguente:

    D/ (aquila ad ali spiegate) (trifoglio) MAR (trifoglio) hI (trifoglio) O (trifoglio) Lettere A 3 O disposte a triangolo intorno a globetto

    R/ (croce potenziata) (trifoglio) DE (trifoglio) MV (trifoglio) TI (trifoglio) NA (trifoglio) Lettera M di forma gotica con due globetti al centro

    CNI 3

    a) Centauro, 6 maggio 2008, lotto 504

    b) Finarte, 16 marzo 1995, lotto 54 (g 1,45)

    Il CNI al n. 1 descrive un esemplare della collezione reale con la leggenda del diritto senza la punteggiatura di trifogli.Per la sola Modena si conosce anche il piccolo:

    D/ (croce potenziata) MAR ChI O Lettere A 3 O disposte a triangolo intorno a globettoR/ (croce potenziata) DE MVTINA Lettera M di forma gotica con due globetti al centroCNI 5

    Centauro, 6 maggio 2008, lotto 505

    Questa moneta da considerarsi di grande rarit.Anche a Reggio, come detto, si trovano le due versioni con e senza la C. La prima la seguente:

  • D/ (aquila ad ali spiegate) (trifoglio) MAR (trifoglio) hIO (trifoglio) Lettere A 3 O disposte a triangolo intorno a globettoR/ (croce potenziata) (trifoglio) DE (trifoglio) RE (trifoglio) GI (trifoglio) O (trifoglio) Giglio fioritoCNI manca; Bellesia 1/BCrippa, Listino novembre 1990

    Se oggi il grosso modenese di Azzo moneta piuttosto rara 16, quello di Reggio praticamente introvabile. Non si conosce alcun piccolo a nome di Azzo per Reggio ma possibile che sia stato coniato come a Modena.

    Mettendo a confronto le due emissioni sorprendente constatare come esse siano assolutamente simili per non dire identiche e questo non solo per quanto ci si potrebbe aspettare dalla produzione di due zecche attive contemporaneamente e a distanza di appena una ventina di chilometri luna dallaltra. I coni presentano una tale omogeneit che possibile dire che furono opera o dello stesso incisore o comunque furono formati con gli stessi punzoni.La forma della lettera O la pi particolare. Non composta da due semilune come in tutte le emissioni di grossi di Bologna, Modena e Reggio, piuttosto sembra derivare da un unico punzone di ottima fattura e caratterizzato da una grande precisione. Le due curve, superiore ed inferiore, sono sottili e perfettamente regolari mentre le due linee interne sono parallele e non circolari. La stessa precisione e la stessa eleganza si riscontrano per tutte le altre lettere. Identiche sono le interpunzioni a trifoglio e sembrerebbe che anche laquila che si trova allinizio della leggenda del diritto provenga da un solo punzone. Infine, sia per Modena che per Reggio si trova la curiosa variante MAR (trifoglio) hI (trifoglio) O (trifoglio).Dopo questa constatazione si possono aprire affascinanti scenari. Di certo i coni furono prodotti in un solo luogo. La prima possibilit che i coni fossero prodotti o a Modena o a Reggio e poi spediti quelli per laltra citt ma c anche la possibilit che la zecca fosse una sola che batteva monete col nome di entrambe le citt. per da considerare che i coni potessero venire da una terza citt dove la zecca aveva tradizioni cos radicate da poter disporre di incisori assai abili. Non quindi da Ferrara, dove la zecca non era attiva e neppure dalla vicina Bologna, in quel

    periodo nemica di Azzo ed i cui bolognini non hanno lettere tanto eleganti 17. Del tutto infruttuosa

  • la ricerca anche in zecche pi lontane come Venezia.Una interessante somiglianza si riscontra invece in una particolare emissione del bolognino di

    Ancona: simile la forma della lettera O e ci sono altre lettere con qualche affinit 18. Ancona e

    Ferrara erano molto legate perch, come si visto, gli Estensi erano marchesi della Marca Anconitana e, tramite il Po e lAdriatico, le citt erano direttamente collegabili.

    Bolognino di Ancona in cui la forma della lettera O ricorda, per la sua eleganza e precisione, quella del grosso di Azzo. Comunque anche lagontano presenta spesso

    leggende molto regolari e precise, segno di una particolare attenzione nella zecca della citt costiera.

    I coni furono prodotti quindi ad Ancona? Furono poi trasferiti a Modena o a Reggio oppure nella stessa Ferrara dove vennero battute monete a nome di Azzo? Sono sicuramente solo ipotesi. Ci che certo, si detto, lorigine comune dei coni delle due emissioni a nome di Modena e di Reggio.

    Nella monografia dedicata alla zecca di Modena il Crespellani 19, in un brevissimo capitolo

    dedicato al grosso di Azzo, ipotizz che fosse stato battuto nel 1300 in occasione delle splendide feste fatte in Modena pel matrimonio di Beatrice sorella di Azzo con Galeazzo Visconti figlio di Matteo il grande signore di Milano, o di quelle ancor maggiori celebrate nel 1301 per la venuta di Carlo di Valois figlio di Filippo III re di Francia. Di primo acchito la cosa non sembrerebbe fondata perch nel Medioevo non era ancora in uso la coniazione di monete a scopo celebrativo.

    Tuttavia un certo fascino esercita lipotesi che, se non il matrimonio, avvenuto a Modena 20,

    almeno il passaggio di Carlo di Valois potrebbe aver provocato una straordinaria produzione di moneta. Si racconta infatti che il marchese Azzo lo accolse magnificamente e in Reggio e in Modena, e i dieci giorni che qui si trattenne, vi fu splendida corte, e sontuosi e ricchissimi donativi vennero fatti al principe francese. I tratti dunospitalit s generosa e magnifica sentono il lusso asiatico, e i congiari di Roma negli ultimi periodi di sua opulenza. A Carlo furono donati falconi e destrieri, coppe e cinture dargento. Soprattutto gli fu fatto un prestito di 10.000 fiorini

    doro senza strumento, o sigurt 21.

    Bibliografia

    A. Balletti, 1925 Storia di Reggio nellEmilia, Reggio Emilia.

    G. Baraldi, 1846 Compendio storico della citt e provincia di Modena dai tempi della

    romana Repubblica sino al MDCCXCVI, Modena.

    L. Bellesia, 1998 Ricerche su zecche emiliane. III. Reggio Emilia, Serravalle.

    V. Bellini, 1761 Delle monete di Ferrara, Ferrara.V. Bellini, 1767 De monetis Italiae Medii Aevi hactenus non evulgatis. Altera dissertatio,

    Ferrara.

    G. R. Carli, 1754 Delle monete e dellinstituzione delle zecche dItalia, Mantova.

  • L. Chiappini, 1967 Gli Estensi, Varese.

    M. Chimienti, 2009 Monete della zecca di Bologna, Bologna.

    A. Crespellani, 1884 La zecca di Modena nei periodi comunale ed estense, Modena.

    M. Dubbini, G. Mancinelli, 2009 Storia delle monete di Ancona, Ancona.

    O. Murari, 1961 La monetazione dellItalia settentrionale nel passaggio dal Comune alla

    Signoria, in Nova Historia, 2, pp. 31-45.

    L. Muratori, 1750 De moneta sive jure condendi nummos dissertatio, in F. Argelati, De

    monetis Italiae, vol. I, Milano.

    Note

    1. V. Bellini, 1761, pp. 8-9.

    2. V. Bellini, 1761, p. 15.

    3. L. Chiappini, 1967, p. 61.

    4. L. Chiappini, 1967, pp. 25-26.

    5. L. Chiappini, 1967, pp. 32-33.

    6. G. Baraldi, 1846, pp. 99-100.

    7. G. Baraldi, 1846, p. 100.

    8. A. Balletti, 1925, p. 146.

    9. A. Balletti, 1925, p. 148.

    10. A. Balletti, 1925, p. 151.

    11. In seguito ogni seduta del consiglio generale era aperta da un discorso sui danni che alla citt sarebbero derivati dal perdere la conquistata libert e sulle malefatte del marchese e si aggiungeva: che Dio per sua misericordia levi tosto dal mondo, e lo mandi allinferno per secula seculorum. Cfr. Statuta, 1327, p. XXXIII.

    12. O. Murari, 1961, pp. 36-37.

    13. L. Bellesia, 1998, pp. 51-53. Nella mia monografia su Reggio avevo notato come fosse strano che Azzo avesse battuto moneta a Modena e Reggio ma non nella citt principale dei suoi domini, cio Ferrara. Spiegai questa stranezza col fatto che nelle due uniche specie ferraresi note per il XII secolo compariva il nome dellimperatore Federico. Per gli Estensi non era ancora il caso di sostituirsi a quello, mentre a Reggio e Modena si poteva azzardare qualcosa di pi. E pi probabile invece che la scelta sia dipesa semplicemente dalluso di una moneta diversa a Ferrara. Una correzione devo fare anche riguardo al peso che credevo diverso per il grosso reggiano, che aveva un peso medio di 1,28 grammi, da quello di Modena che arrivava a 1,42. Alla luce di una generale riconsiderazione della materia per da credersi che tale caratteristica sia dovuta essenzialmente al caso poich sono convinto che le due emissioni avessero identiche caratteristiche, le stesse dei grossi bolognini di Bologna contemporanei: 1,50 grammi di peso e 833 millesimi di fino.

    14. L. Muratori, 1750, p. 74.

    15. V. Bellini, 1767, pp. 93-94.

    16. A. Crespellani, 1884, p. 9, nota 2, scriveva che i grossi di Azzo per Modena erano ancora

    comuni, trovandosene anche oggi giorno non pochi in commercio.

    17. M. Chimienti, 2009.

    18. M. Dubbini, G. Mancinelli, 2009, p. 42.

    19. A. Crespellani, 1884, p. 9.

    20. Il fatto che sia avvenuto a Modena non spiega infatti lemissione reggiana.

    21. G. Baraldi, 1846, p. 107.