LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia...

37
LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA RASSEGNA STAMPA Sui convegni Anica Incontra AFFARI FINANZA - Medusa e Rai hanno fatto il vuoto i piccoli produttori sono nell'angolo AFFARI FINANZA - Cinema, l'anello mancante dai prodotti del made in Italy CINECITTÀ NEWS - Digital Expo, 6 e 7 settembre alla Mostra CORRIERE DELLA SERA - Santini: faremo una legge quadro sul cinema FINANZA E MERCATI - Diario delle società GIORNALE DI BRESCIA - ANICA : 30 MILIONI DALLE REGIONI IL GIORNALE DI VICENZA - Il cinema è business «Aiutiamo i talenti a trovare mercato» GOVERNO ITALIANO - EXPORT AL PALO PER IL CINEMA IMDB - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film IL MESSAGGERO - Regione: «Una legge quadro per promuovere l'audiovisivo» PRIMISSIMA - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film PUBBLICITÀ TODAY - Il cinema sta per cambiare. Agevolazioni fiscali e Internet aghi della bilancia IL SOLE 24 ORE - Gli aiuti al cinema generano maggior gettito IL SOLE 24 ORE - Export al palo per il cinema SOURCE NEWS - L'Export di Cinema Italiano IL TEMPO - Si scopron le tombe L’UNITÀ - Bozza di Bondi: un boccone avvelenato per gli indipendenti IL VELINO - Venezia, cinema 2006-2008: stimato in 26 mln l’export italiano VIRGILIO ECONOMIA - Cinema, più della metà dei film italiani è destinato all'export YAHOO FINANZA - Cinema: Ice, Nel 2006-2008 Export Film Italiani Per 26 Mln Varie E-DUESSE - Paolo Ferrari: “l’home video anello fondamentale della filiera” LA NUOVA VENEZIA - Investire nel cinema è più facile: una tavola rotonda Precedenti ai convegni CINECITTÀ NEWS CINEUROPA E-DUESSE FONDAZIONE ROSSELLINI IL GIORNALE DELLO SPETTACOLO IL GIORNALE KOMPASS NEWS IL MANIFESTO IL MESSAGGERO IL SOLE 24 ORE SOURCE NEWS

Transcript of LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia...

Page 1: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

RASSEGNA STAMPA Sui convegni Anica Incontra AFFARI FINANZA - Medusa e Rai hanno fatto il vuoto i piccoli produttori sono nell'angolo AFFARI FINANZA - Cinema, l'anello mancante dai prodotti del made in Italy CINECITTÀ NEWS - Digital Expo, 6 e 7 settembre alla Mostra CORRIERE DELLA SERA - Santini: faremo una legge quadro sul cinema FINANZA E MERCATI - Diario delle società GIORNALE DI BRESCIA - ANICA : 30 MILIONI DALLE REGIONI IL GIORNALE DI VICENZA - Il cinema è business «Aiutiamo i talenti a trovare mercato» GOVERNO ITALIANO - EXPORT AL PALO PER IL CINEMA IMDB - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film IL MESSAGGERO - Regione: «Una legge quadro per promuovere l'audiovisivo» PRIMISSIMA - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film PUBBLICITÀ TODAY - Il cinema sta per cambiare. Agevolazioni fiscali e Internet aghi della bilancia IL SOLE 24 ORE - Gli aiuti al cinema generano maggior gettito IL SOLE 24 ORE - Export al palo per il cinema SOURCE NEWS - L'Export di Cinema Italiano IL TEMPO - Si scopron le tombe L’UNITÀ - Bozza di Bondi: un boccone avvelenato per gli indipendenti IL VELINO - Venezia, cinema 2006-2008: stimato in 26 mln l’export italiano VIRGILIO ECONOMIA - Cinema, più della metà dei film italiani è destinato all'export YAHOO FINANZA - Cinema: Ice, Nel 2006-2008 Export Film Italiani Per 26 Mln Varie E-DUESSE - Paolo Ferrari: “l’home video anello fondamentale della filiera” LA NUOVA VENEZIA - Investire nel cinema è più facile: una tavola rotonda Precedenti ai convegni CINECITTÀ NEWS CINEUROPA E-DUESSE FONDAZIONE ROSSELLINI IL GIORNALE DELLO SPETTACOLO IL GIORNALE KOMPASS NEWS IL MANIFESTO IL MESSAGGERO IL SOLE 24 ORE SOURCE NEWS

Page 2: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

AFFARI FINANZA - Medusa e Rai hanno fatto il vuoto i piccoli produttori sono nell'angolo Le due case che fanno capo alla tv pubblica e a Mediaset stanno portando il duopolio anche qui. E invece servono prodotti in grado di aumentare la quota di costi di produzione coperta dagli incassi esteri dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli effetti. Non solo. È uno dei pochi settori che non è stato colpito dalla crisi». Paolo Ferrari, presidente dell'Anica (l'associazione di Confindustria che raggruppa le case di produzione), è ottimista. E i dati sembrano dargli ragione: tra gennaio e agosto gli incassi sono saliti del 26 per cento (e il 30 di quel 100 di aumento è fatto dai film prodotti in Italia). Anche le presenze sono cresciute: più 7 per cento. «Un motivo c'è. Il cinema - spiega un operatore del settore - è un'offerta culturale a buon mercato, che risente meno della crisi economica». Ma la recessione ha colpito un po' ovunque e nonostante ciò, aggiunge Ferrari «l'Italia s'è difesa meglio di altri Paesi». Il presidente di Anica non nega però che c'è ancora molto da fare per trasformare l'industria del cinema made in Italy, in un'industria con la I maiuscola, come quella statunitense o francese per restare in Europa. Qui le major vanno alla grande sui mercati esteri, macinano utili e sfornano molti più titoli l'anno di quanto non facciano le italiane. «Negare però che il cinema sia ormai un'industria consolidata sarebbe ingeneroso - aggiunge Ferrari - è una componente culturale che dà lavoro a 250mila persone. Certo gli Usa sono un'altra realtà. Ma ci sono differenza significative: il nostro è un cinema per lo più d'autore e soprattutto gli americani investono molto nel settore». L'Italia sconta fattori per così dire storici. Film d'autore, pubblico ristretto e una lingua che non aiuta. È difficile vendere all'estero (dove non c'è doppiaggio), film dove spesso si usa il dialetto o un italiano gergale. «Non è cosa da poco - spiega un vecchio sceneggiatore - e col tempo mi sono convinto che il cinema italiano è un po' schizofrenico. Da un lato ci sono gli autori, dall'altra i produttori e la sintesi tra i due è sempre stata difficile. Per dirne una De Laurentis fa "Vacanze" di Natale, ma non "arriva" a Pasqua. Le major Usa, al contrario, non fanno un film l'anno, ma ne sfornano dieci. Tra l'altro - aggiunge - i piccoli produttori hanno risentito sempre più della concorrenza della televisione, che in fin dei conti è l'unico vero produttore». Le due grandi major infatti sono RaiCinema e Medusa Film (Mediaset). «Tutto può essere migliorato - commenta Ferrari, anche la vecchia legge che regolamenta questi aspetti e che andrebbe aggiornata». Ma oggi l'obiettivo è aumentare la presenza sui mercati esteri. E di strada da fare ce n'è. La prima ricerca AnicaMinistero per lo Sviluppo economico e Ice, ha analizzato un triennio 20062008 e i dati non sono confortanti. Dei 357 film italiani prodotti la metà ha varcato la frontiera, ma ogni pellicola ha reso 200mila euro. «Il valore delle esportazioni - ha commentato Roberto Tozzi, presidente della sezione produttori Anica - copre grosso modo l'8 per cento del costo complessivo dei film». Poco. Perché in Francia si arriva al 20 per cento, che è poi l'obiettivo che Tozzi vorrebbe raggiungere. La strada però al momento è un po' in salita. Molti film italiani sono affidati, per la distribuzione, a società estere, anche grazie all'aumento delle coproduzioni. Un handicap perché pubblicizzarli in manifestazioni ad hoc organizz a t e d a l l ' U n e f a (Unione esportatori film) è complicato. L'Istituto per il Commercio Estero, finanzia solo le imprese italiane, ha spiegato la presidente Unefa Paola Corvino. Dunque se un film made in Italy è distribuito da una società estera non può essere presentato. C'è poi il problema dei soldi. I fondi pubblici quest'anno sono stati 70 milioni contro i 500 della Francia, spiega Ferrari, che per il prossimo anno non vede rosa perché i contributi del Fus (il Fondo unico per lo Spettacolo ndr )) scenderanno da 400 a 300 milioni. Non mancano però le note positive. C'è la promessa (concreta) del governo di modificare la normativa fiscale per i finanziamenti, mentre le case produttrici Usa investono in Italia, «dalla Warner alla Fox». Il bilancio? «È stata una stagione fortunata - conclude Ferrari - l'anno si chiuderà bene».

Page 3: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

AFFARI FINANZA - Cinema, l'anello mancante dai prodotti del made in Italy Ormai gli incassi dalla visione in sala coprono appena un terzo dei costi e il settore deve mettere in campo una revisione della sua struttura di ricavi I consumi hanno tenuto ma le nostre pellicole perdono quota. Cambiare le regole sui fondi pubblici

Tra manifattura e cultura, l'industria del cinema in Italia si riposiziona. E' un riposizionamento che muove dalle trasformazioni strutturali, di più lungo termine, della tecnologia, della società e dei mercati, e che la crisi finanziaria ed economica ha reso ancora più stringente. E proprio la crisi ha mostrato che l'interesse del pubblico per la settima arte, almeno in Italia, ha tenuto. Fatto pari a 100 il dato del 2007, già nel 2009 l'indice degli incassi in sala dei film distribuiti in Italia è tornato a quota a 101. N e l l o s c o r s o triennio, la spesa degli italiani per il cinema è andata significativamente meglio del Pil. Insieme al cinema, meglio del Pil ha fatto anche tutto il mondo di quelle che l'ISTAT chiama "attività ricreative, culturali e sportive". La quota del Pil rappresentata da questa voce dei servizi è passata dall'1,14% del 2006 all'1,20% del 2007 e all'1,28% del 2009. In euro parliamo di un valore aggiunto complessivo dell'ordine di una ventina di miliardi. Al netto dello sport, secondo stime recentemente proposte dall'associazione di categoria, l'industria della cultura realizza in Italia un fatturato di 16 miliardi di euro all'anno, con 17mila imprese che danno lavoro a circa 300mila addetti. All'interno del vasto settore culturale, l'aumento del 5% registrato nel 2009 dagli incassi del mercato cinematografico si presta ad alcune qualificazioni. L'affluenza degli spettatori nelle sale ha tenuto, con presenze in calo di appena lo 0,4%. Quella che è aumentata è, quindi, la misura dell'incasso per singola presenza, che è passato da 6 a 6,3 euro. Nonostante la recessione, gli italiani hanno accettato di spendere un po' di più per il cinema. Ciò è avvenuto in presenza di un miglioramento della qualità dell'offerta. Il 2009 è stato l'anno di uscita in Italia di film in terza dimensione: da soli, gli 11 titoli in 3D distribuiti in Italia hanno conseguito il 10% degli incassi totali. L'innovazione, del prodotto e delle modalità di visione, ha fatto breccia. La struttura delle sale cinematografiche ha continuato a cambiare, con circa 60 schermi in più collocati in grandi strutture multisala. Se il consumo di cinema cresce in Italia, non altrettanto può dirsi per il consumo di cinema italiano. Nel 2009 il calo degli incassi dei film prodotti o coprodotti in Italia è stato del 15%. La riduzione delle presenze ha raggiunto il 17%. Il numero di prime uscite nelle sale di film prodotti o coprodotti in Italia è sceso da 130 a 115. La quota di mercato dell'Italia sul totale dei film distribuiti nel nostro paese è sceso al 23,4% dal 27,7% del 2008. L'offerta nazionale copre, quindi, meno di un quarto del consumo di cinema nel paese. Una percentuale non dissimile è anche quella della quota di passaggi di film italiani sul totale dell'offerta di cinema delle reti tv. Guardando indietro, si osserva, però, che all'inizio del decennio attuale, nell'anno 2000, i flim italiani si aggiudicavano appena il 17% degli incassi totali del mercato-sala. Negli anni successivi la quota dell'Italia ha segnato una solida ripresa sino a portarsi ad un massimo del 32% nel 2007, l'anno iniziale della crisi finanziaria ed economica mondiale. La caduta del biennio 2008-09 potrebbe avere natura congiunturale ed essere gradualmente superata, posto che l'industria nazionale e il sistema-paese sappiano volgere a proprio favore alcune sfide decisive in atto nel riposizionamento del settore. Non diversamente da molti altri comparti, anche il cinema italiano soffre di difetti di dimensione aziendale e di capitalizzazione delle imprese. Allo stesso modo di altri

Page 4: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

settori del "made in Italy", il cinema si confronta con problemi di riduzione dei margini, di aumento dei rischi sull'intera filiera e anche di concorrenza sleale, di "pirateria" e di tutela della proprietà intellettuale. Produrre film è un mestiere costoso e rischioso. Nel 2009 l'investimento medio per i film al 100% italiani è salito da 2,2 a 2,3 milioni di euro. Il costo medio dei 44 titoli con un budget superiore a 1,5 milioni di euro è aumentato a 4,5 milioni di euro rispetto ai 4,3 milioni del 2008 e ai 4,2 milioni del 2007. Viceversa, l'incasso medio ottenuto nelle sale dalle 294 pellicole italiane distribuite nel 2009 ha rappresentato solo una porzione delle spese di produzione: Nel caso dei film italiani al 100% parliamo di una porzione che non va oltre un terzo dei costi. In questa impegnativa ricerca di un "break-even" tra costi certi e ricavi da inventare guardando a tutte le altre possibilità distributive (tv, Internet) non marginale è il ruolo del finanziamento dell'attività cinematografica, e, in particolare, del supporto pubblico al settore. Come è noto, le norme europee prevedono un divieto generale agli aiuti di Stato a singoli settori. Fanno eccezione i contributi pubblici destinati a promuovere la cultura degli Stati membri. Il cinema è parte di questa importante "eccezione culturale". In Italia, in ritardo rispetto a quanto già succedeva presso altri paesi europei ed extra-europei, le modalità di supporto pubblico al settore del cinema si stanno spostando dal canale del finanziamento diretto alle agevolazioni fiscali rappresentate dagli strumenti indiretti del "tax credit" - il credito d'imposta - e il "tax shelter", ovvero la deduzione fiscale degli utili reinvestiti. In particolare, è il tax-credit il meccanismo che raccoglie il maggiore interesse in quanto utilizzabile per il pagamento di Iva, ritenute fiscali e contributi anche da parte di società con pochi o addirittura prive di redditi imponibili come sono a volte molte piccole imprese di produzione in Italia. Inoltre il meccanismo del credito d'imposta messo a punto in Italia ha il vantaggio di rivolgersi all'intera filiera, e, quindi, anche alle cosiddette "industrie tecniche", agli esercenti e agli investitori esterni. Una volta a regime, e il sistema indiretto delle agevolazioni fiscali potrebbe generare un ritorno complessivo tale da compensare ampiamente l'iniziale minor gettito erariale. Studi recenti, basati sull'ipotesi che ogni euro speso in Italia nella produzione cinematografica generi 3-4 euro di redditi indotti, corroborano questa proiezione. Nel contempo, il riposizionamento del cinema italiano più vicino al pubblico, in casa e all'estero, punta all'attivazione di ulteriori volani di ricavo. E' il caso del "cineturismo". In un mondo globale ove l'immagine è il "driver" principe dell'attenzione collettiva e individuale, la presenza turistica viene sollecitata da territori oggetto di "location" cinematografica. L'Italia, da Nord a Sud come da Est ad Ovest, è tutto un susseguirsi di luoghi che hanno ospitato set di film famosi, non solo italiani. Il cinema come volano del turismo. Il cinema come vetrina del "made in Italy", anche attraverso quello che in gergo tecnico viene chiamato "product placement". Parliamo della possibilità di sfruttare, con intelligenza e senza ledere la qualità artistica delle opere, la forza di comunicazione del fim per la promozione di prodotti e marchi di qualità. Al centro di un panorama articolato e in movimento, l'anello decisivo del riposizionamento dell'industria del cinema italiano rimane comunque rappresentato dalla produzione di film italiani, e dalla capacità dei nostri cineasti di creare storie in grado di catturare l'interesse del pubblico nazionale, specie di quello più giovane. L'obiettivo, non fantascientifico, è quello di aggiungere una nuova "a" alle tradizionali eccellenze del made in Italy. A come audiovisivo. *Responsabile Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas

Page 5: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

CINECITTÀ NEWS - Digital Expo, 6 e 7 settembre alla Mostra In occasione di Digital Expo si aprirà lunedì 6, all'Hotel Excelsior del Lido di Venezia a margine della 67ma Mostra Internazionale del Cinema, una due giorni di confronti sulle prospettive del settore, dalla produzione all'export, passando per finanza e territorio. Ad aprire la serie di incontri, alle 10:00, il seminario su "L'export nel Cinema Italiano: dinamiche e volumi commerciali", organizzato dall'ANICA. All'incontro parteciperanno il Presidente ANICA Paolo Ferrari, il presidente dell'ICE Umberto Vattani, Riccardo Tozzi in qualità di presidente Sezione Produttori ANICA, oltre al produttore Angelo Barbagallo e all'ad di Medusa Giampaolo Letta. Per Ferrari "l'incontro sull'export del cinema italiano mostra come sia possibile mettere in sinergia le istituzioni e l'industria. Le esigenze di una maggiore diffusione del prodotto nazionale all'estero, in questo caso si sommano con la necessità, culturale ed economica a un tempo, di un intervento mirato da parte degli organismi statali preposti a tale compito" . Sarà presentata la prima ricerca sul campo che delinea l'impatto sui mercati stranieri del nostro cinema negli triennio 2006 - 2008, dalla quale risulta che circa la metà dei 357 film italiani prodotti in tale periodo di tempo (ovvero 172 film) è stata venduta all'estero. Saranno resi noti tutti i dati relativi a tale flusso di cinema italiano oltre frontiera, dati importanti per comprendere aspetti positivi e negativi dell'export, con l'obiettivo dichiarato di articolare una politica di interventi coordinata da parte di ANICA, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero, che hanno promosso la ricerca nel quadro di un accordo di settore. Nel pomeriggio sarà la volta del meeting su "Il ruolo dell'home video nell'industria audiovisiva", che vedra' la presentazione del Rapporto Univideo 2010. I lavori saranno introdotti da Roberto Guerrazzi, Presidente UNIVIDEO e vedrà la presenza alla tavola rotonda, fra gli altri, di Gaetano Blandini, direttore generale SIAE - e Paolo Protti presidente AGIS. Martedì 7 toccherà al seminario "Cinema e finanza: per una cultura industriale del settore"con la partecipazione del direttore generale per il Cinema del Mibac Nicola Borrelli e del presidente Fondazione Rossellini Francesco Gesualdi. Nel corso della sessione "Tax Credit e Garanzie" prenderanno le parola Paolo Alberto De Angelis, direttore Divisione Corporate BNL Gruppo BNP Paribas, Samuele Sorato, direttore generale Banca Popolare di Vicenza, e Carlo Stocchetti, direttore generale Mediocredito Italiano. Chiude la serie, sempre martedì 7, il confronto su "Cinema e territorio", con rappresentanti di diverse Film Commission regionali. Nato dall'accordo tra Expo Venice, la società fieristica di Venezia, e la Biennale, Digital Expo è l'appuntamento della comunità digitale che opera nel campo delle produzioni cinematografiche e audiovisive e delle tecnologie digitali.

Page 6: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

CORRIERE DELLA SERA - Santini: faremo una legge quadro sul cinema «Una legge quadro sul cinema e l'audiovisivo che preveda un interlocutore unico e veri servizi per le produzioni». L'iniziativa è stata annunciata ieri da Fabiana Santini, assessore alla Cultura della Regione Lazio, in occasione del convegno organizzato a Venezia dall'Anica «Cinema e Territoro». «L'esperimento di Roma e Lazio Film Commission, che ha sostituito le preesistenti filmcommission regionale e comunale - ricorda l'assessore - non ha dato e non sta dando i risultati attesi. Troppi strumenti non coordinati fra di loro e almeno 5 interlocutori diversi: la direzione regionale cultura, la Filas, la Fondazione Rossellini, la Fondazione Film Commission, Unionfidi». Per affrontare la crisi del settore e richiamare le grandi produzioni internazionali, tra le priorità indicate da Santini, la Regione «vuole sostenere e incentivare le imprese che operano nel territorio e promuovere una serie di attività di attrazione d'investimenti e di sostegno allo sviluppo.

Page 7: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

FINANZA E MERCATI - Diario delle società ANICA. Le banche sono favorevoli a un fondo di garanzia pubblico-privato per gli investimenti nel cinema. Seguendo l'esempio francese, il fondo potrà dare garanzie agli investitori a fronte del timore di volatilità e incertezza delle imprese. La proposta è emersa dal seminario «Cinema e finanza» organizzato dall'Anica al Lido di Venezia. BANCA CARIGE. Banca Cesare Ponti (B.Carige) ha reclutato 11 private banker, tutti provenienti da Ubi Banca. Lo segnala il consueto osservatorio mensile dello Studio Magstat sul private banking. CAMPARI. Capital Group International, dallo scorso 24 maggio, detiene una quota del 2,016% in Campari attraverso i suoi fondi. La partecipazione è suddivisa tra Capital International Limited (0,552%), Capital Guardian Trust Company (1,258%), Capital International Inc. (0,005%) e Capital International Sarl (0,201%). CASSA RAIFFEISEN. Moody's Investors Service ha assegnato il rating A2 e Prime-1 a lungo e a breve sui depositi, nonché rating C- sulla forza finanziaria della banca (Bfsr). CRISFER SRL. la società ha comunicato di aver concluso il riacquisto del 50% delle azioni detenute dal Tribunale di Milano a seguito del fallimento della Burani Designer Holding, decretato lo scorso febbraio.L'operazione di riacquisto del gruppo col marchio di beachwear FISICO si è concretizzata attraverso la società finanziaria Crimaf, di proprietà dello stesso Mario Bergamini e di Cristina Ferrari,stilista Fisico e presidente del gruppo, che successivamente si fonderà nella Crisfer Srl. ENI. La quota di Ubs in Eni è scesa dal 2,015% (di cui lo 0,339% senza diritto di voto) all'1,840%. Lo rende noto la Consob nelle comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti. FALCK. Il consiglio di amministrazione di Falck Renewables, controllata nell'energia eolica del gruppo Falck oggetto del recente riassetto, ha registrato nei primi sei mesi dell'anno ricavi per 37,3 milioni di sterline rispetto ai 40,6 milioni nel primo semestre del 2009, e un utile netto di 2,4 milioni di sterline (5,4 milioni lo scorso anno). Nel Regno Unito vi è stata una ventosità estremamente scarsa, segnala la società, spiegando poi che tale evento «ha carattere di eccezionalità». Il risultato operativo è stato pari a 13,2 milioni di sterline, rispetto ai 18 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. NOEMALIFE. La società di Bologna ha reso noto ieri di avere acquistato sul Mercato Telematico Azionario, nel periodo che va dal 28 agosto al 3 settembre 2010, un totale di 400 azioni proprie (corrispondenti allo 0,01% del capitale sociale) a un prezzo unitario medio di 6,07 euro, al netto delle commissioni bancarie, e per un controvalore complessivo pari a 2.427,85 euro. LUXOTTICA. Il nuovo capitale sociale (interamente versato e sottoscritto) di Luxottica al 31 agosto, a seguito dell'aumento di capitale da offrire in sottoscrizione ai dipendenti, risulta composto da 465.150.083 azioni ordinarie (rispetto alle precedenti 465.078.283 azioni), per un valore complessivo di 27.909.004,98 euro e un valore nominale unitario di 0,06 euro.

Page 8: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

GIORNALE DI BRESCIA - ANICA : 30 MILIONI DALLE REGIONI Trenta milioni al cinema dalle Regioni in un anno, 116 milioni di euro dal 2003, ovvero dalla nascita del primo Fondo Regionale a oggi: questo il primo risultato della Ricerca Anica sugli strumenti di sostegno regionale e locale al cinema, il cui progetto è stato presentato ieri a Venezia. La ricerca verrà completata entro la fine del 2010 e offrirà una visione generale delle risorse offerte dagli enti territoriali

Page 9: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL GIORNALE DI VICENZA - Il cinema è business «Aiutiamo i talenti a trovare mercato» Antonella Benanzato VENEZIA Il cinema è business e gli imprenditori veneti scoprono il grande schermo. Vogliono fare sistema per dare opportunità imprenditoriali e valorizzare il territorio. E il cinema può creare valore e sviluppo. Confindustria e Regione Veneto possono fare squadra e mettere in agenda un progetto solido avvalendosi delle Film Commission. Obiettivo: investire sul serio nella grande e profittevole macchina cinematografica. Ad allettare le imprese ci sono gli sgravi fiscali e il credito d'imposta. Fattori che potrebbero trovare un'entusiastica platea tra gli industriali veneti. Del resto la macchina del cinema ha un motore che, se adeguatamente alimentato, può creare ricchezza e lavoro. Ne è convinto Jacopo Silva, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Padova con delega per l'Università in Confindustria Veneto che, proprio alla 67esima Mostra del cinema di Venezia, ha preso parte all'incontro sul credito d'imposta esterno organizzato dalla Fondazione Roberto Rossellini insieme ai vertici dell'Anica, il segretario regionale per la Cultura, Angelo Tabaro e l'assessore alla cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio. «Il primo passo - ha spiegato Silva - sarà un incontro ristretto per organizzare in autunno una giornata di presentazioni di progetti per eventuali produzioni cinematografiche». Confindustria, come associazione, non finanzierà i film ma farà conoscere agli associati i progetti più interessanti. «Noi ci facciamo carico di affiancare all'autore, allo sceneggiatore, al regista - ha chiarito Silva - l'adeguato supporto per dare la veste economica e realizzare un business plan a tutti gli effetti. Inclusa la consulenza sui mercati di sbocco in cui il prodotto può essere venduto. Confindustria avrà un ruolo cruciale per la diffusione tra i possibili investitori di una serie di progetti opportunamente selezionati. Da imprenditore e da innamorato del Veneto dico che questa è una delle idee per riposizionare la nostra economia e darle più valore aggiunto». Negli anni 60 e 70 il Veneto è stato il set privilegiato di numerose produzioni cinematografiche, da 'Signore e signori' di Pietro Germi fino alle ultime opere di Carlo Mazzacurati tra cui 'La giusta distanza' realizzato nel Polesine. Per Silva «girare a Venezia sarà sempre orgoglio e desiderio di ogni regista nel mondo, esistono, però, meravigliosi paesaggi anche nel Vicentino, nel Trevigiano, sulle Dolomiti. Nei prossimi mesi si getteranno le basi per fare il salto in avanti necessario».

Page 10: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

GOVERNO ITALIANO - EXPORT AL PALO PER IL CINEMA La distribuzione oltreconfine dei titoli italiani vale solo 26 milioni in tre anni Export paio per il cinema L`Europa si conferma il principale mercato per il nostro prodotto Cristina Battocletti VENEZIA. Dal nostro inviato s s, È di26 milioni di euro ilvalore dell`export del cinema italiano nel triennio 2006-2008 e la metà dei 357 film italiani prodotti nel periodo, cioè 172 titoli, ha avuto una distribuzione all`estero. È quanto emerso da una ricerca presentata ieri a Venezia nel convegno "L`export nel cinema italiano: dinamiche e volume commerciali", organizzato daAnica, associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali. L`incontro è stato ospitato inDigital Expo, evento organizzato da Expo Venice in collaborazione con la Biennale di Venezia in occasione della 67esima edizione della Mostra del cinema, fino all`11 settembre al Lido. Un volume di affari non sufficiente spiega Riccardo Tozzi, presidente della Sezione Produttore Anica. «Dai dati della ricerca emerge che attualmente il valore delle esportazioni copre grosso modo 1`8% del costo complessivo dei nostri film - precisa Tozzi -. Se pensiamo che i francesi arrivano a una quota del 20% è necessario avviare un`azione forte, insieme alle, istituzioni e agli esportatori, che permetta al cinema italiano di avvicinarsi ai valori della Francia». La crisi economica, l`evoluzione dei modelli di fruizione dei film, la crescita internazionale dei paesi emergenti, hanno determinato un forte rallentamento nella pianificazione dell`acquisizione dei titoli internazionali e un abbassamento dei prezzi d`acquisto. Nonostante questo i film italiani hanno visto un aumento di interesse nei mercati stranieri, un maggior numero di riconoscimenti e premi, un forte interesse da parte dei distributori indipendenti, dopo un ventennio di assenza sui mercati internazionali e il biennio 2009-2010 dovrebbe confermare il trend del triennio 2006-2008. A interessare il mercato è soprattutto il cinema autoriale e ad aiutarlo sarebbe la partecipazione delle pellicole a festival internazionali. Francesca Medolago Albani, responsabile Ani- ca area studi sviluppo e relazioni associative, ha spiegato come la ricerca, la prima sul campo - coordinata da Anica, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero -ha ricavato il dato dei 26 milioni. La cifra è il risultato dall`esame sull`esito delle vendite all`estero di 81 film (47% del totale dei film esportati), per complessive 822 transazioni economiche, che hanno generato 15,7 milioni di euro. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 2oomila euro. Rapportando tale valore all`export effettivo del cinema italiano, si è dunque stimato in 26 milioni di curo il valore complessivo per l`estero dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008. La ricerca ha evidenziato poi come l`Europa sia il primo mercato per i nostri prodotti cinematografici con il 66% delle transazioni e in tale ambito sono state 325 quelle operate nei paesi dell`Europa Occidentale (39,5%). Se si eccettuano quelle effettuate in Svizzera (69), dove i film italiani trovano un bacino naturale di distribuzione, la Francia (47), la Spagna (44) e i paesi del Benelux (38), risultano essere i maggiori consumatori delle nostre pellicole. Al di fuori dell`Europa, buono l`andamento delle esportazioni in Estremo Oriente (102 transazioni economiche), mentre sono state 47 le operazioni commerciali effettuate nel Nord America, 45 in Sud America e 44 nel Medio Oriente. Sensibile anche il mercato australiano, con 37 cessioni di diritti di film italiani. Per quanto riguarda i titoli più venduti in cima alla classifica si attestano "Il caimano" di Nanni Moretti, "La sconosciuta" di Tornatore, "Nuovomondo" di Crialese, (2006); "Mio fratello è figlio unico" di Luchetti, "La masseria delle allodole" dei fratelli Taviani, "I Viceré" di Faenza (2007) e "Gomorra" di Garrone, "Il divo" di Sorrentino e "Caos calmo" di Grimaldi (2008), ma anche film come "Commediasexi" di D`Alatri o "Scusa, ma ti chiamo amore" di Moccia. R IPRODU710N E RIS.RVAIA LA RICERCA L`Anica: «Coperto solo l`8% dei costi complessivi, ancora troppo poco: dobbiamo lavorare per raggiungere 1120% della Francia» ............................................................. Vendite all`estero Ripartizione delle transazioni commerciali sui titoli italiani 2006/2008 per area geografica Europa 547 Sud America 45 Nord America 47 Medio Oriente 44 Australia 37 Estremo Oriente 102 Fonte: eleborazioni Anice su dati Lumière, [.]

Page 11: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IMDB - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film 26 milioni di euro in tre anni, è quanto ha fruttato l'export del cinema italiano nel triennio 2006-2008. Cifre molto modeste, tenendo presente tra l'altro che solo la metà dei film prodotti in quel periodo, 172 su 357, ha avuto una distribuzione all'estero. La ricerca, coordinata da Anica, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero, presentata stamani a Venezia, ha potuto esaminare un campione molto esteso di tali film, lavorando sull’esito delle vendite all’estero di 81 film (47% del totale dei film esportati), per complessive 822 transazioni economiche, che hanno generato 15,7 milioni di euro. Rapportando tale valore all’export effettivo del cinema italiano, si è dunque stimato in 26 milioni di euro il valore complessivo per l’estero dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 200mila euro. Principali destinatari … » L’articolo prosegue su primissima.it

Page 12: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL MESSAGGERO - Regione: «Una legge quadro per promuovere l'audiovisivo» La proposta dell'assessore Santini a Venezia: «Attualmente ci sono troppi strumenti non coordinati» VENEZIA - Regione e cinema, e se cambiassimo tutto? «Purtroppo devo prendere atto che la Fondazione Film Commission di Roma e del Lazio non ha dato e non sta dando i risultati sperati», dice l'assessore alla Cultura della Regione Lazio Fabiana Santini alla Mostra di Venezia, nel corso del convegno "Cinema e territorio" organizzato dall'Anica. «Ci sono troppi interlocutori diversi e non coordinati tra loro. Ne occorre uno solo. Serve una legge quadro regionale che lo istituisca e preveda veri servizi per le produzioni». L'assessore Santini lancia la sua proposta proprio nel momento in cui il contributo degli enti locali (Piemonte, Puglia, Sicilia sono le regioni più attive e dotate di risorse) si sta dimostrando decisivo per aiutare il cinema ad uscire dalla crisi. E l'allarme lanciato a Venezia non può lasciare indifferenti. «In questo momento gli interlocutori delle produzioni nella Regione sono un'infinità: Direzione Regionale Cultura, Filas, Fondazione Rossellini, Fondazione Film Commission, Unionfidi, per non parlare delle Direzioni Attività produttive e Formazione, del Polo Formativo, di Sviluppo Lazio e via dicendo», spiega Santini. «Oggi i produttori, malgrado un investimento che sfiora i 50 milioni, sono disorientati, non sanno a chi rivolgersi. Ed è nella nostra regione, in particolare a Roma, che viene realizzata oltre il 60 per cento della produzione nazionale di cinema e più del 70 per cento della fiction. L'audiovisivo è il secondo comparto industriale della Regione. Sono felice che il progetto di creare un interlocutore unico, caldeggiato dal presidente Polverini, venga condiviso dall'Anica. Troveremo tutti insieme la formula migliore per istituirlo e aiutare al meglio il cinema». Che ne pensano gli interessati? E perché la Lazio e Roma Film Commission non ha funzionato? «Sono totalmente d'accordo sulla necessità di coordinare le strutture», risponde Cristina Priarone alla guida della Film Commission che ha fallito, spiega, a causa della mancanza di fondi. «Con 690mila euro, un decimo della dotazione dei nostri omologhi della Puglia, ogni anno abbiamo assistito 300 produzioni e siamo andati ai festival più importanti del mondo. Con le dimensioni di una 500 abbiamo fornito performance da Formula uno». Francesco Gesualdi, presidente della Fondazione Rossellini, "anima" del Roma FictionFest e inventore dello Sportello Cinema a Strasburgo, concorda sul progetto dell'interlocutore unico. «Magari esistesse anche a livello nazionale», dice, «la razionalizzazione proposta dalla Polverini è sacrosanta e l'appoggerò. Mi auguro però che non vadano persi il lavoro e le competenze, riconosciuti a livello internazionale, delle strutture esistenti. E che non venga ridimensionato il FictionFest, un gioiello della Regione». Contraria si dichiara invece Giulia Rodano, consigliere dell'Idv: «La proposta dell'assessore Santini», argomenta, «copre con le parole il blocco delle azioni. Da quando si è insediata la Giunta Polverini, il sostegno della Regione Lazio alla produzione cinematografica è completamente fermo. Tre mesi fa è stata depositata in Consiglio Regionale una proposta di legge quadro che prevede uno sportello unico per le imprese e aiuti la distribuzione. Se ci fosse la volontà di discuterla, potrebbe essere approvata in una settimana».

Page 13: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

PRIMISSIMA - Anica: L’export del cinema italiano copre l’8% del costo dei film 26 milioni di euro in tre anni, è quanto ha fruttato l'export del cinema italiano nel triennio 2006-2008. Cifre molto modeste, tenendo presente tra l'altro che solo la metà dei film prodotti in quel periodo, 172 su 357, ha avuto una distribuzione all'estero. La ricerca, coordinata da ANICA, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero, presentata stamani a Venezia, ha potuto esaminare un campione molto esteso di tali film, lavorando sull’esito delle vendite all’estero di 81 film (47% del totale dei film esportati), per complessive 822 transazioni economiche, che hanno generato 15,7 milioni di euro. Rapportando tale valore all’export effettivo del cinema italiano, si è dunque stimato in 26 milioni di euro il valore complessivo per l’estero dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 200mila euro. Principali destinatari i paesi europei (66%) con la quota maggiore (39,5%) a quelli dell’Europa Occidentale. Svizzera, Francia, Spagna e i paesi del Benelux risultano essere i maggiori consumatori di cinema italiano. Più indietro il Regno Unito, la Scandinavia, il Portogallo e la Germania. Al di fuori dell’Europa, discrete le esportazioni in Estremo Oriente, mentre risultano molto modeste quelle con il Nord ed il Sud America. 31 i film nazionali venduti in più di dieci territori, tra i quali “Il caimano” di Nanni Moretti, “La sconosciuta” di Tornatore, “Nuovomondo” di Crialese, (2006); “Mio fratello è figlio unico” di Luchetti, “La masseria delle allodole” dei fratelli Taviani, “I Viceré” di Roberto Faenza (2007) e “Gomorra” di Garrone, “Il divo” di Sorrentino e “Caos calmo” di Antonello Grimaldi (2008), ma anche film come “Commediasexi” di D’Alatri o “Scusa, ma ti chiamo amore” di Moccia. “L’export, per il nostro cinema, è cruciale”, ha detto Riccardo Tozzi, presidente della Sezione Produttore ANICA: “Dai dati della ricerca emerge che attualmente il valore delle esportazioni copre grosso modo l’8% del costo complessivo dei nostri film. Se pensiamo che i francesi arrivano a una quota del 20% - ha commentato Tozzi - è necessario avviare un’azione forte, insieme alle istituzioni e agli esportatori, che permetta al cinema italiano di avvicinarsi ai valori della Francia, così come abbiamo fatto negli ultimi anni con la quota di mercato nazionale".

Page 14: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

PUBBLICITÀ TODAY - Il cinema sta per cambiare. Agevolazioni fiscali e Internet aghi della bilancia L'industria del cinema si trova ad arontare una svolta epocale in cui Internet rivestirà un ruolo di primo piano. E' molto chiaro il trend emerso dal convegno "Cinema e finanza: per una cultura industriale del settore" , svoltosi ieri mattina presso l'Hotel Excelsior del Lido di Venezia, nell'ambito di Digital-Expo. "Nel rapporto tra cinema e istituzioni, occorre passare da una logica di aiuti di Stato a una logica di vera e propria industria - ha tenuto a sottolineare il Presidente di ANICA Paolo Ferrari - L'attuale comparto del cinema dovrà per forza di cose subire una stabilizzazione che porterà necessariamente alla riduzione del numero delle imprese operanti sul nostro territorio". Ferrari prevede un salto di qualità dell'industria cinematografica italiana che dovrà focalizzarsi per lo più sulla distribuzione nelle sale e sul web. Attualmente, gli investimenti eettuati per ogni singolo titolo si aggirano attorno ai 5,4 milioni di euro, di cui 3,9 milioni (78%) a carico del comparto pubblico e 1,5 milioni (28%) a carico di investitori privati. Di questi investimenti, il 78% viene destinato alla produzione, il 20% alla distribuzione e il 2% all'esportazione. I ricavi lordi per il produttore sono pari a circa 3,5 milioni di euro, il 34% (1,2 milioni) provenienti dalle sale e il restante 66% proveniente dall'extra-sala (2,3 milioni): quest'ultimi, ripartiti tra Free Tv (28%), Pay Tv (19%) e altri (53%), tra cui compaiono, a loro volta, prevendite diritti di proprietà (32%), home video (12%), estero (4%) e altre voci. Il boxoce medio per titolo si aggira attualmente attorno ai 3,9 milioni mentre il ricavo medio per il produttore attorno agli 1,2 milioni. Per ogni euro investito sul cinema, si registra un reddito sul territorio pari a 3,25 euro; relazione, questa, che se rapportata al totale degli investimenti eettuati nell'intero settore (135,8 milioni di euro circa), porterebbe a un risultato di oltre 441 milioni di euro, di cui 88,3 milioni destinati al fisco. E, per un boxoce pari a 98 milioni di euro, gli introiti per il fisco si aggirano invece attorno ai 17,8 milioni di euro. Le cifre che campeggiano in questo settore sono quindi decisamente consistenti ed è proprio per questo motivo che l'industria del cinema cerca di promuovere e consolidare il rapporto con il settore finanziario e di sollecitare i Governi in carica all'introduzione di strumenti di agevolazione fiscale per incentivare gli investimenti: un'azione che ha portato all'attivazione - nell'aprile di quest'anno - a un credito d'imposta del 40% in favore degli investitori esterni al settore. (R.B.)

Page 15: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL SOLE 24 ORE - Gli aiuti al cinema generano maggior gettito Gli incentivi fiscali al cinema, operativi dall'autunno 2009 per i produttori e dal maggio scorso per gli operatori esterni al sistema, possono diventare un affare per lo Stato. La provocazione, ma neanche tanto, è emersa ieri a Venezia al convegno Anica su Cinema e Finanza, durante il quale il direttore generale Cinema del ministero dei Beni culturali Nicola Borrelli ha snocciolato i primi dati sull'efficacia del tax credit. A oggi sono stati accordati crediti d'imposta per una cinquantina di milioni, che hanno generato investimenti complessivi di circa 330 milioni di euro, su cui il Fisco incide con Irpef e Iva. In più, il beneficio fiscale agisce come leva verso gli stranieri (The Tourist, l'ultimo film della coppia di megastar Johnny Depp-Angiolina Jolie è stato girato per dodici settimane a Venezia, con un generoso indotto per la città): le case di produzione estere finora hanno richiesto 13 milioni di tax credit, ma hanno già speso in Italia oltre 50 milioni. Il ministero, ha spiegato Borrelli, calcola in 80 milioni l'anno il mancato incasso per l'Erario derivante dall'applicazione del tax credit in tutte le sue forme, una somma equivalente all'intero investimento Fus (il finanziamento pubblico alle opere cinematografiche) negli anni 2006-2009. E stima 173 milioni di entrate indotte. La linea del Governo è chiara: sostegno statale solo alle opere prime e seconde e incentivi fiscali agli investimenti privati, con la possibilità di compensare fino al 15% della spesa sostenuta da parte delle aziende cinematografiche e un beneficio che sale al 40% dell'investimento (che ha comunque un tetto di 2,5 milioni) nel caso di interventi da parte di imprese esterne al mondo del cinema. Sempre che le misure, in scadenza a fine anno, vengano riconfermate per altri tre anni, come promesso dal ministro Bondi. Per questo è importante una relazione più solida tra cinema e finanza. Al convegno di ieri, per la prima volta, le banche hanno espresso un interesse concreto verso il settore, insistendo però sulla necessità, imposta dai parametri di Basilea, di una maggiore strutturazione delle imprese. Un'esigenza riconosciuta da Riccardo Tozzi, presidente dei produttori italiani, anche se a suo parere il cinema italiano ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni, pur nella sua frammentazione: «Nelle imprese - ha detto - c'è più stabilità e prevedibilità dei risultati, oltre a una maggiore valorizzazione degli asset, destinata a crescere ulteriormente con lo sviluppo della fruizione dei film via internet». Anche la sensibilità delle banche è cambiata. «Ci rendiamo conto della specificità del settore - ha spiegato Carlo Stocchetti, direttore generale del Mediocredito Italiano, braccio del gruppo Intesa San Paolo - nelle nostre valutazioni dei progetti valorizziamo l'elemento immateriale e teniamo conto delle library seppure Basilea non le considera asset patrimoniali». Il gruppo, che negli ultimi due anni ha erogato 110 milioni per una sessantina di operazioni tra film e fiction , è stato anche il primo a usufruire del tax credit esterno, impegnando la cifra massima consentita, 2,5 milioni, nel prossimo film di Sorrentino con Sean Penn. Per contrastare il problema della volatilità dei rendimenti il sistema cinema, ha ricordato Mario La Torre, consigliere del Mibac, dovrebbe potersi appoggiare a un fondo di garanzia, preferibilmente di natura mista pubblico-privato, per agevolare anche i finanziamenti bancari ordinari. Una proposta su cui ha concordato Stefano Bortolamei, della direzione sviluppo della Popolare di Vicenza, affacciatasi recentemente sul mondo cinematografico con una previsione di impieghi per 10 milioni di euro. Forte della propria esperienza con le Pmi, la banca auspica la creazione di strutture di garanzia consortile che funzionerebbero da leva per i finanziamenti. Gli ha fatto eco Alberto De Angelis, direttore divisione corporate di Bnl, la storica banca del cinema, mentre Francesco Gesualdi, presidente della Fondazione Rossellini, ha ribadito la necessità di un rapporto più stretto con l'Europa per liberare nuove risorse a favore del cinema italiano. I numeri 50 milioni I contributi Gli importi versati dallo stato per il cinema 330 milioni Gli investimenti I contributi pubblici hanno generato investimenti per un importo quasi sette volte superiore 13 milioni I tax credit A oggi le case di produzione cinematografica estera hanno già chiesto 13 milioni di credito fiscale ma hanno speso in Italia 50 milioni. Il beneficio fiscale attrae in Italia i set stranieri, un esempio è il film girato a Venezia con Jonny Deep e Angelina Jolie. 80 milioni La perdita L'importo, valutato dai Beni culturali, rappresenta il minor gettito annuale derivante dall'applicazione dei tax credit nella varie forme (pari all'intero finanziamento pubblico alle opere cinematografiche negli anni 2006- 2009). 173 milioni Le entrate indotte Il gettito in più (Iva e Irpef) derivante dagli investimenti legati ai finanziamenti pubblici 2,5 milioni Il nuovo tetto La soglia massima di finanziamento alla singola opera sostenuta dal ministero

Page 16: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL SOLE 24 ORE - Export al palo per il cinema VENEZIA. Dal nostro inviato È di 26 milioni di euro il valore dell'export del cinema italiano nel triennio 2006-2008 e la metà dei 357 film italiani prodotti nel periodo, cioè 172 titoli, ha avuto una distribuzione all'estero. È quanto emerso da una ricerca presentata ieri a Venezia nel convegno "L'export nel cinema italiano: dinamiche e volume commerciali", organizzato da Anica, associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali. L'incontro è stato ospitato in Digital Expo, evento organizzato da Expo Venice in collaborazione con la Biennale di Venezia in occasione della 67esima edizione della Mostra del cinema, fino all'11 settembre al Lido. Un volume di affari non sufficiente spiega Riccardo Tozzi, presidente della Sezione Produttore Anica. «Dai dati della ricerca emerge che attualmente il valore delle esportazioni copre grosso modo l'8% del costo complessivo dei nostri film - precisa Tozzi -. Se pensiamo che i francesi arrivano a una quota del 20% è necessario avviare un'azione forte, insieme alle istituzioni e agli esportatori, che permetta al cinema italiano di avvicinarsi ai valori della Francia». La crisi economica, l'evoluzione dei modelli di fruizione dei film, la crescita internazionale dei paesi emergenti, hanno determinato un forte rallentamento nella pianificazione dell'acquisizione dei titoli internazionali e un abbassamento dei prezzi d'acquisto. Nonostante questo i film italiani hanno visto un aumento di interesse nei mercati stranieri, un maggior numero di riconoscimenti e premi, un forte interesse da parte dei distributori indipendenti, dopo un ventennio di assenza sui mercati internazionali e il biennio 2009-2010 dovrebbe confermare il trend del triennio 2006-2008. A interessare il mercato è soprattutto il cinema autoriale e ad aiutarlo sarebbe la partecipazione delle pellicole a festival internazionali. Francesca Medolago Albani, responsabile Anica area studi sviluppo e relazioni associative, ha spiegato come la ricerca, la prima sul campo - coordinata da Anica, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero - ha ricavato il dato dei 26 milioni. La cifra è il risultato dall'esame sull'esito delle vendite all'estero di 81 film (47% del totale dei film esportati), per complessive 822 transazioni economiche, che hanno generato 15,7 milioni di euro. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 200mila euro. Rapportando tale valore all'export effettivo del cinema italiano, si è dunque stimato in 26 milioni di euro il valore complessivo per l'estero dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008. La ricerca ha evidenziato poi come l'Europa sia il primo mercato per i nostri prodotti cinematografici con il 66% delle transazioni e in tale ambito sono state 325 quelle operate nei paesi dell'Europa Occidentale (39,5%). Se si eccettuano quelle effettuate in Svizzera (69), dove i film italiani trovano un bacino naturale di distribuzione, la Francia (47), la Spagna (44) e i paesi del Benelux (38), risultano essere i maggiori consumatori delle nostre pellicole. Al di fuori dell'Europa, buono l'andamento delle esportazioni in Estremo Oriente (102 transazioni economiche), mentre sono state 47 le operazioni commerciali effettuate nel Nord America, 45 in Sud America e 44 nel Medio Oriente. Sensibile anche il mercato australiano, con 37 cessioni di diritti di film italiani. Per quanto riguarda i titoli più venduti in cima alla classifica si attestano "Il caimano" di Nanni Moretti, "La sconosciuta" di Tornatore, "Nuovomondo" di Crialese, (2006); "Mio fratello è figlio unico" di Luchetti, "La masseria delle allodole" dei fratelli Taviani, "I Viceré" di Faenza (2007) e "Gomorra" di Garrone, "Il divo" di Sorrentino e "Caos calmo" di Grimaldi (2008), ma anche film come "Commediasexi" di D'Alatri o "Scusa, ma ti chiamo amore" di Moccia.

Page 17: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

SOURCE NEWS - L'Export di Cinema Italiano La ricerca, coordinata da ANICA, MISE ed ICE, è stata presentata oggi a Venezia Presentata a Venezia la prima ricerca sull’export del Cinema Italiano: La metà dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008 ha avuto una distribuzione all’estero. Stimato in 26 milioni di euro il valore dell’export italiano nel triennio esaminato. Tozzi: "copre l’8% del costo dei nostri film, dobbiamo arrivare al 20%" Oggi a Venezia è stata presentata la prima ricerca sul campo che delinea l’impatto sui mercati stranieri del nostro cinema negli triennio 2006-2008, dalla quale risulta che circa la metà dei 357 film italiani prodotti in tale periodo di tempo (ovvero 172 film) ha avuto una distribuzione all’estero. La ricerca, coordinata da ANICA, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero, ha potuto esaminare un campione molto esteso di tali film, lavorando sull’esito delle vendite all’estero di 81 film… l’articolo prosegue per gli abbonati

Page 18: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL TEMPO - Si scopron le tombe Applausi per il terzo film italiano in concorso a Venezia, anche se contenuti, considerando che non tutti hanno retto la proiezione della pellicola più lunga della Mostra: ben 3 ore e 24 minuti per «Noi credevamo» di Mario Martone, realizzato con il sostegno del Comitato Italia 150, per raccontare il Risorgimento senza retorica e con una prospettiva inedita. Il film, da novembre nelle sale distribuito da 01, è interpretato - tra gli altri - da Luca Zingaretti, Luca Barbareschi, Francesca Inaudi, Luigi Lo Cascio e Michele Riondino che ieri sera ha ricevuto il Premio Biraghi nel club Nastro Azzurro. «È un film storico - dice il regista - fatto sulla base di lettere e documenti storici, anche se strizza l'occhio all'attualità. La figura di Mazzini in questa storia nata sull'onda dell'emozione dell'attentato dell'11 settembre, può ricordare il terrorismo. Mazzini é però più vicino all'integralismo religioso, era un uomo profondamente mistico che allevava in qualche modo dei martiri». Per Barbareschi, che nel film interpreta l'ambiguo Antonio Gallenga, «Mazzini faceva i suoi proclami da Londra, al sicuro, ma il sangue lo davano poi gli altri». Il deputato Fli approfitta poi per attaccare Umberto Bossi: «Solo uno psicopatico può credere che esista la Padania, che è semplicemente un'invenzione elettorale e i leghisti non dovrebbero cantare "Va pensiero", visto che era un inno degli schiavi, ma forse potrebbero passare il tempo a leggere qualche libro. Questo film dovrebbe essere visto dai ragazzi perché un Paese senza memoria non va avanti e conoscere il passato è l'unico modo per non ripetere certi errori. La nostra democrazia è ancora giovane e rischia derive populiste, deve crescere ancora nel rispetto delle istituzioni». Su questa continuità di un'Italia ancora non risolta e divisa fin dal Risorgimento tra spinte repubblicane e autoritarie (soprattutto monarchiche), Martone non cancella elementi di modernità, come si vede in una scena di «Noi credevamo», dove appare una costruzione in cemento armato su una spiaggia del cilento. Inevitabile per Martone ricordare poi l'episodio dell'uccisione del sindaco di Pollina (dove sono state girate molte scene della pellicola) Angelo Vassallo: «Ci conoscevamo da sempre, era molto amico dei miei genitori ed ha anche lavorato nella preparazione di questo film. E poi è veramente triste vedere il Cilento, una terra finora intatta, bagnata dal sangue». L'attesa è ora tutta rivolta all'ultimo dei film italiani in concorso, «La solitudine dei numeri primi» di Saverio Costanzo e per l'occasione domani pomeriggio Piersilvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset, sarà al Lido per assistere alla proiezione. Oltre al poco applaudito «Promises written in water» di Vincent Gallo (in concorso), sono ieri sbarcati in laguna gli Avion Travel per festeggiare «Into Paradiso» di Paola Randi (sezione Controcampo) con l'attoremusicista Peppe Servillo e Fausto Mesolella, autore delle musiche. In fondo, Napoli «é una ferita aperta in tutte le occasioni ed è da una vita che si racconta e si rappresenta in maniera intelligente» ha sottolineato il leader degli Avion Travel che ha partecipato anche al film fuori concorso «Passione» di John Turturro. Sorprendente e viscerale è invece il pagliaccio allegro, con tanto di machete alla guerra civile spagnola, un pagliaccio triste negli ultimi giorni del regime franchista, che si perde in un triangolo amoroso fino a raggiungere vette di pura follia. Questa la trama di «Balada Triste de Trompeta» del regista spagnolo Alex de la Iglesia, in concorso a Venezia 67, che realizza ancora una volta un noir surreale e horror per mettere in scena una storia «d'amore forte e selvaggio, mix di orrore e amore». Dal Lido parla anche il presidente dei Produttori Anica, Riccardo Tozzi, durante il seminario «Cinema e finanza», per esortare alla necessità di varare al più presto, da parte del Governo, il provvedimento di rinnovo della normativa di incentivo fiscale promessa dal Ministro Sandro Bondi agli inizi di luglio. Tale stimolo a fare presto è stato ripreso anche dal Presidente dell'Anica, Paolo Ferrari. Immediata la risposta del Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli, il quale ha assicurato che alla riapertura dei lavori parlamentari sarà subito approvato il Decreto Legge. Durante l'incontro si è anche parlato della proposta di creare un fondo misto pubblico-privato che garantisca l'investimento per il cinema.

Page 19: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

L’UNITÀ - Bozza di Bondi: un boccone avvelenato per gli indipendenti Grido d'allarme dalla Mostra in difesa del cinema italiano. L'ennesimo, purtroppo, poiché gli attacchi del governo al settore sono costanti e sempre più «affinati». L'ultimo è di questi giorni: il disegno di legge del ministro Bondi contro il quale è in corso una mobilitazione «trasversale» lanciata ieri dalla Casa degli autori del Lido, dai rappresentanti dell'Anac (la storica associazione degli autori), alcuni produttori indipendenti, sindacato Critici cinematografici, Agis e Circoli del cinema. Più che un disegno di legge, infatti, quello di Bondi sembra un boccone avvelenato per l'intero settore. Basta leggerne i punti cruciali: estensione della censura ai minori di dieci anni, tanto per scoraggiare ancora un po' gli investimenti delle televisioni. Stop sostanziale al finanziamento pubblico: si limita alle opere prime e seconde, con buona pace per tutto il cinema indipendente. Colpo di grazia alle sale che promuovono il cinema di qualità e all'associazionismo culturale che vive sul territorio. In un colpo solo, insomma, il disegno Bondi riuscirebbe a spazzare via ogni possibilità di futuro per il nostro cinema più indipendente e creativo. Mentre continuerebbe ad esistere solo quello garantito dal duopolio Rai-Medusa. Lo denuncia, per esempio il produttore indipendente Gianluca Arcopinto, spiegando come gli incentivi fiscali del tax credit e tax shalter «non siano sufficienti» alla sopravvivenza, come invece sostiene l'Anica, la «confindustria» dei produttori, garantita dal duopolio. Siamo sempre lì. Il conflitto di interessi dal quale più nessuno si tiene fuori. «Sarebbe stato diverso - prosegue Arcopinto - se Rossanda invece di pubblicare per Einaudi l'avesse fatto con la Manifesto libri...». Difficile è rompere il silenzio e l'indifferenza. Ma qui dal Lido la mobilitazione è in corso, con l'Anac in prima fila che, per voce di Citto Maselli, annuncia una imminente manifestazione.

Page 20: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL VELINO - Venezia, cinema 2006-2008: stimato in 26 mln l’export italiano Presentata la ricerca Anica, Mse e Ice. Tozzi: “Copre l’8 per cento del costo dei nostri film, dobbiamo arrivare al 20 per cento” Roma, 6 set (Il Velino) - “L’export, per il nostro cinema, è cruciale. Attualmente il valore delle esportazioni copre grosso modo l’8 per cento del costo complessivo dei nostri film. Se pensiamo che i francesi arrivano a una quota del 20 per cento è necessario avviare un’azione forte, insieme alle istituzioni e agli esportatori, che permetta al cinema italiano di avvicinarsi ai valori della Francia, così come abbiamo fatto negli ultimi anni con la quota di mercato nazionale”. Così Riccardo Tozzi, presidente della Sezione Produttore Anica, oggi a Venezia in occasione della presentazione della ricerca che delinea l’impatto sui mercati stranieri del nostro cinema nel triennio 2006-2008 e dalla quale risulta che circa la metà dei 357 film italiani prodotti in tale periodo di tempo (ovvero 172 film) ha avuto una distribuzione all’estero. La ricerca, coordinata da Anica, Ministero per lo Sviluppo Economico e Istituto nazionale per il Commercio Estero, ha potuto esaminare un campione molto esteso di tali film, lavorando sull’esito delle vendite all’estero di 81 film (47 per cento del totale dei film esportati), per complessive 822 transazioni economiche, che hanno generato 15,7 milioni di euro. Rapportando tale valore all’export effettivo del cinema italiano, si è dunque stimato in 26 milioni di euro il valore complessivo per l’estero dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 200mila euro. Le transazioni commerciali hanno avuto i paesi europei come maggiori destinatari (66 per cento) e, in tale ambito sono state 325 quelle operate nei paesi dell’Europa Occidentale (39,5 per cento). Se si eccettuano quelle effettuate in Svizzera (69), dove i film italiani trovano un bacino naturale di distribuzione, la Francia (47), la Spagna (44) e i paesi del Benelux (38), risultano essere i maggiori consumatori di cinema italiano. Più indietro il Regno Unito (30), la Scandinavia (29), il Portogallo (28) e la Germania. Al di fuori dell’Europa, buono l’andamento delle esportazioni in Estremo Oriente (102 transazioni economiche), mentre sono state 47 le operazioni commerciali effettuate nel Nord America, 45 in Sud America e 44 nel Medio Oriente. Sensibile anche il mercato australiano, con 37 cessioni di diritti di film italiani. La ricerca ha anche analizzato i film nazionali venduti in più di dieci territori (31), tra i quali ci sono titoli come “Il caimano” di Nanni Moretti, “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, “Nuovomondo” di Emanuele Crialese (2006); “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Luchetti, “La masseria delle allodole” dei fratelli Taviani, “I Viceré” di Roberto Faenza (2007), “Gomorra” di Matteo Garrone, “Il divo” di Paolo Sorrentino e “Caos calmo” di Antonello Grimaldi (2008), ma anche film come “Commediasexi” di Alessandro D’Alatri o “Scusa, ma ti chiamo amore” di Federico Moccia. Al dibattito odierno sono intervenuti, oltre a Tozzi, il presidente dell’Anica, Paolo Ferrari, Leopoldo Franza, direttore del Dipartimento Impresa e Internazionalizzazione del MiSE, Laura La Corte, Dirigente dell’Area beni di Consumo - Sistema Moda Persona e Tempo Libero dell’Ice, Giampaolo Letta, vice presidente Anica, Angelo Barbagallo, vice presidente della Sezione Produttori Anica, e Paola Corvino, presidente dell’Unione Esportatori - Unefa. La ricerca è stata presentata da Francesca Medolago Albani, responsabile Anica Area Studi Sviluppo e Relazioni associative, nell’ambito del Digital Expo, lo spazio organizzato dalla Biennale con Expo Venice all’Hotel Excelsior di Venezia Lido.

Page 21: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

VIRGILIO ECONOMIA - Cinema, più della metà dei film italiani è destinato all'export Presentata a Venezia la prima ricerca sull’export del Cinema Italiano, da cui emerge che la metà dei film italiani prodotti nel triennio 2006-2008 ha avuto una distribuzione all’estero. La ricerca - coordinata da ANICA, Ministero Sviluppo Economico ed ICE - stima in 26 milioni di euro il valore complessivo per l’estero dei film italiani prodotti nel triennio. In media un film italiano porta dunque dal mercato estero circa 200 mila euro. Le transazioni commerciali hanno avuto i paesi europei come maggiori destinatari, per circa due terzi del totale e, in tale ambito, l’Europa Occidentale ha contato per oltre un terzo. Fra i maggiori consumatori del cinema Made in Itay ci sono Francia, Spagna ed i paesi del Benelux. Più indietro il Regno Unito, la Scandinavia, il Portogallo e la Germania. Al di fuori dell’Europa, buono l’andamento delle esportazioni in Estremo Oriente. "L’export, per il nostro cinema, è cruciale", ha detto Riccardo Tozzi, presidente della Sezione Produttore ANICA. "Dai dati della ricerca emerge che attualmente il valore delle esportazioni copre grosso modo l'8% del costo complessivo dei nostri film. Se pensiamo che i francesi arrivano a una quota del 20% - ha commentato infine Tozzi- è necessario avviare un’azione forte, insieme alle istituzioni e agli esportatori, che permetta al cinema italiano di avvicinarsi ai valori della Francia, così come abbiamo fatto negli ultimi anni con la quota di mercato nazionale.'

Page 22: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

YAHOO FINANZA - Cinema: Ice, Nel 2006-2008 Export Film Italiani Per 26 Mln (ASCA) - Roma, 6 set - E' pari a ventisei milioni di euro il valore complessivo dell'export di film italiani nel triennio 2006-2008 con 172 titoli distribuiti all'estero per un totale di 822 transazioni di cessione di diritti, soprattutto in Europa ma crescono Estremo Oriente e Nord America. E' quanto emerge dalla rilevazione, frutto della prima Intesa (Milano: ISP.MI - notizie) operativa annuale Ministero dello Sviluppo Economico/ICE/ANICA nel quadro dell'Accordo di Settore fra il Ministero e l'Associazione e presentata oggi a Venezia. L'Europa con 547 transazioni e' il principale mercato di esportazione dei film italiani, con la Svizzera (69 transazioni), favorita per motivi linguistici, e la Francia con 47. Nell'area del Benelux (38) e della Scandinavia (29) il mercato e' molto dinamico e i distributori molto attivi mentre la Spagna e la Germania, pur tradizionalmente molto recettivi con 44 e 21 titoli italiani acquistati, vivono un momento di rallentamento dal punto di vista del valore generato. Fuori dall'Europa, i principali mercati sono l'Estremo Oriente e il Nord America con un importante numero di transazioni, rispettivamente 102 e 47. ''Da anni l'ICE collabora con l'ANICA e con altre Istituzioni che promuovono la commercializzazione del cinema italiano nel mondo per favorire un settore cosi' importante del nostro sistema'', ha affermato il presidente dell'ICE Umberto Vattani. ''Quanto emerge dalla ricerca consente alle aziende di conoscere le destinazioni dei prodotti cinematografici e di individuare i distributori e i partner piu' attivi''. Per rafforzare ulteriormente questa collaborazione l'Istituto ha attualmente allo studio di istituire due desk dedicati alla commercializzazione del prodotto cinematografico italiano presso gli uffici ICE di Los Angeles e Tokyo, in collaborazione con Cinecitta' Luce. La presenza continuativa negli Stati Uniti e Giappone, con strutture specializzate, consentirebbe di creare un canale privilegiato per far conoscere il prodotto nazionale ed offrire nuove opportunita' al cinema italiano su due mercati in crescita strategici per il settore.

Page 23: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

E-Duesse - Paolo Ferrari: “l’home video anello fondamentale della filiera” Ieri nel corso della presentazione del rapporto Univideo-Prometeia si è svolto un dibattito con i rappresentanti delle diverse associazioni Nel corso dell’incontro organizzato ieri da Univideo a Venezia si è svolto un dibattito, moderato da Luciana Migliavacca (vicepresidente Univideo) al quale hanno partecipato i rappresentanti di diverse associazioni. Paolo Ferrari, presente come presidente Confindustria Cultura, ha sottolineato come l’home video «rappresenti un anello fondamentale nella filiera occorre però che si punti maggiormente sulla qualità tornando ad esempio a valorizzare il catalogo, un segmento da sempre strategico. In questo senso il Blu-ray è una risorsa importantissima. Ma tutto il nostro settore deve trovare una rinnovata compattezza: le associazioni lavorino a un progetto comune per battaglie condivise. Così da mostrarsi alla politica più uniti e compatti». Dello stesso avviso anche Giampaolo Letta, in qualità di vicepresidente Anica, che ha affermato «l’importanza di un coordinamento preciso tra i vari comparti della filiera». Riccardo Tozzi, presidente sezione produttori Anica, ha ribadito la propria visione secondo cui ”il sell-tru rimarrà sempre mentre il rental è il mercato maggiormente coinvolto nell’evoluzione tecnologica dettata dalla Rete. Sono convinto che sia necessario e urgente attivare un servizio legale on-line a prezzi contenuti che risponda alle nuove esigenze dei consumatori». Alla proposta fatta da Luciana Migliavacca di coinvolgere anche il trade in questo tipo di servizio Tozzi si è detto favorevole e possibilista. Paolo Protti, presidente Agis, tra i vari temi affrontati ha anche parlato di window, affermando che «occorre una discussione davvero globale su questo argomento. Non c’è nessun veto di tipo ideologico a rimodulare eventualmente i termini ma questo deve essere fatto all’interno di un dibattito riguardi tutti. Sono sempre convinto comunque che le difficoltà dell’home video non dipendano dalla window». Filippo Roviglioni, presidente Fapav, ha rammentato che il Comitato tecnico contro la pirateria si è rimesso in moto ed è quindi auspicabile attendersi delle evoluzioni positive e anche che «è in fase di realizzazione un’evoluzione dello studio Ipsos presentato nel 2008». Marco Duradoni intervenuto in conclusione dei lavori ha affermato: «va bene guardare all’evoluzione ma occorre una legge antpirateria senza la quale non si potrà fare nulla», mentre Daniele Ghiringhelli, della neonata Assovideo, ha espresso la necessità della partecipazione anche delle associazioni del trade e della ridistribuzione nel dibattito su futuro del settore.

Page 24: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

LA NUOVA VENEZIA - Investire nel cinema è più facile: una tavola rotonda Vedere i film già fatti è un conto; farli è un altro. Soprattutto qui nel Veneto, dove i filo prodotti e girati in loco si sono via via rarefatti. Eppure, ricorda Andrea Colasio, attuale assessore alla cultura del comune di Padova, ma già braccio destro di Rutelli al Ministero dei Beni Culturali, «avevamo fatto approvare una norma per facilitare gli investimenti in questo settore». Tax credit e tax shelter significano rispettivamente credito d'imposta del 40% per chi investe in produzioni cinematografiche, e niente tassazione sugli utili reinvestiti. Di questi e altri stimoli alla produzione si discuterà oggi in una affollata tavola rotonda, dalle 15.30 alla Villa degli Autori, per iniziativa di «Sportello Cinema». Al dibattito, oltre a Colasio, partecipano il sottosegretario Francesco Giro del Mibac, Marino Zorzato, vicepresidente della Regione Veneto, Paolo Ferrari, presidente dell'Anica, e poi industriali, banchieri, Francesco Bonsembiante, responsabile dell'Associazione Audiovisivi del Veneto. Dalla discussione dovrebbe scaturire nuovo impulso per il rilancio del cinema nostrano, partendo dalla maggior facilità di investimento possibile con le norme sopracitate.

Page 25: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

CINECITTÀ NEWS VENEZIA L'Anica a Venezia fa discutere il business Si chiama ANICAIncontra lo spazio che, dall'1 all'11 settembre, l'Anica organizzerà all'interno di Digital Expo, l'area che la Mostra di Venezia dedica alla tecnologia al servizio del business. L'iniziativa rientra nel quadro di un'intesa pluriennale tra l'Anica e la Biennale di Venezia. Tra gli eventi, realizzati con il sostegno della DG per il Cinema del MiBAC e in collaborazione con la Fondazione Rossellini, tre seminari dedicati all'analisi di importanti aspetti del business. Il primo, il 6 settembre, riguarda l'export del cinema italiano, con la presentazione della prima ricerca realizzata sull'argomento, nel quadro dell'accordo di settore con il Ministero dello Sviluppo Economico e dell' Istituto per il Commercio Estero. Tra i relatori il presidente dell'ICE, l'Ambasciatore Umberto Vattani. Al rapporto tra cinema e finanza e al consolidamento di una cultura industriale del settore è dedicato il seminario previsto per il 7 settembre che vedrà gli interventi del DG per il Cinema Nicola Borrelli e dei vertici delle banche BNL BNP Paribas, Mediocredito Italiano Intesa San Paolo e Banca Popolare di Vicenza. L'8 settembre sarà di scena l'analisi dei sostegni regionali e locali all'attività cinematografica, con gli interventi, tra gli altri, degli assessori alla Cultura delle Regioni Lazio, Puglia e Veneto e la presentazione di un progetto di ricerca che sarà sviluppato nei prossimi mesi.

Page 26: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

CINEUROPA L'Anica incontra l'industria del cinema al Lido Si chiama ANICAIncontra lo spazio che, dall’1 all’11 settembre, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) organizzerà all’interno di Digital Expo, l’area che la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia dedica quest'anno alla tecnologia al servizio del business e alle attività dei professionisti del settore. L’iniziativa rientra nel quadro di un’intesa pluriennale tra ANICA e la Biennale di Venezia, come annunciato in conferenza stampa dal Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, che prevede eventi legati al mondo dell’industria cinematografica. Posizionata al primo piano dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, “ANICAIncontra” vedrà vivere molte iniziative e appuntamenti. Il clou degli eventi, realizzati con il sostegno della direzione generale per il Cinema del ministero per i Beni e le Attività culturali e in collaborazione con la Fondazione Rossellini, avrà luogo dal 6 all’8 di settembre, con tre seminari dedicati all’analisi di importanti aspetti del business cinematografico. Il primo, previsto per il 6 settembre riguarda l’export del Cinema Italiano, con la presentazione della prima ricerca realizzata sull’argomento, nel quadro dell’accordo di settore con il Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Istituto per il Commercio Estero. Tra i relatori il Presidente dell’ICE, l’Ambasciatore Umberto Vattani. Al rapporto tra cinema e finanza e al consolidamento di una cultura industriale del settore è dedicato il seminario previsto per il 7 settembre che vedrà gli interventi del Direttore Generale per il Cinema Nicola Borrelli e dei vertici delle banche BNL – BNP Paribas, Mediocredito Italiano – Intesa San Paolo e Banca Popolare di Vicenza. L’8 settembre sarà di scena l’analisi dei sostegni regionali e locali all’attività cinematografica, con gli interventi, tra gli altri, degli Assessori alla Cultura delle Regioni Lazio, Puglia e Veneto e la presentazione di un progetto di ricerca che sarà sviluppato nei prossimi mesi. Il programma…

Page 27: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

E-DUESSE Festival di Venezia, gli appuntamenti di AnicaIncontra I seminari dedicati al cinema dal 6 all’8 settembre al Lido Si chiama “ANICAIncontra” lo spazio che, dall’1 all’11 settembre, l’ANICA organizzerà all’interno di Digital Expo, l’area che la Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia dedica alla tecnologia al servizio del Business e alle attività dei professionisti del settore. L’iniziativa rientra nel quadro di un’intesa pluriennale tra ANICA e la Biennale di Venezia, come annunciato in conferenza stampa dal Presidente Paolo Baratta, che prevede eventi legati al mondo dell’industria cinematografica. Gli eventi, realizzati con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema del MiBAC e in collaborazione con la Fondazione Rossellini, avranno luogo dal 6 all’8 di settembre, con tre seminari dedicati all’analisi di importanti aspetti del business cinematografico. Il primo, previsto per il 6 settembre riguarda l’Export del Cinema Italiano, con la presentazione della prima ricerca realizzata sull’argomento, nel quadro dell’accordo di settore con il Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Istituto per il Commercio Estero. Al rapporto tra cinema e finanza e al consolidamento di una cultura industriale del settore è dedicato il seminario previsto per il 7 settembre che vedrà gli interventi del Direttore Generale per il Cinema Nicola Borrelli e dei vertici delle banche BNL – BNP Paribas, Mediocredito Italiano – Intesa San Paolo e Banca Popolare di Vicenza. L’8 settembre sarà di scena l’analisi dei sostegni regionali e locali all’attività cinematografica, con gli interventi, tra gli altri, degli Assessori alla Cultura delle Regioni Lazio, Puglia e Veneto e la presentazione di un progetto di ricerca che sarà sviluppato nei prossimi mesi.

Page 28: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

FONDAZIONE ROSSELLINI Alla 67° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia tre seminari sul business cinematografico organizzati dall’Anica in collaborazione con la Fondazione Rossellini per l’Audiovisivo Si chiama “ANICAIncontra” lo spazio che, dall’1 all’11 settembre, l’ANICA organizzerà all’interno di Digital Expo, l’area che la Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia dedica alla tecnologia al servizio del Business e alle attività dei professionisti del settore. Il clou degli eventi, realizzati con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema del MiBAC e in collaborazione con la Fondazione Rossellini, avrà luogo dal 6 all’8 di settembre, con tre seminari dedicati all’analisi di importanti aspetti del business cinematografico. Il programma delle tre giornate “ANICAIncontra”

Page 29: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL GIORNALE DELLO SPETTACOLO Cinema: gli incontri dell'Anica alla Mostra di Venezia ROMA - 25 AGOSTO 2010 - Si chiama ANICAIncontra lo spazio che, dal 1° all’11 settembre, l’Anica organizzerà al primo piano dell'Hotel Excelsior all’interno di Digital Expo, l’area che la 67° Mostra di Venezia dedica quest'anno alla tecnologia al servizio del business e alle attività dei professionisti del settore. Il clou degli eventi, realizzati con il sostegno della direzione generale per il Cinema e in collaborazione con la Fondazione Rossellini, avrà luogo dal 6 all’8 settembre,con tre seminari dedicati all’analisi di importanti aspetti del business cinematografico. Il primo, previsto per il 6 settembre riguarda l’export del cinema italiano, con la presentazione della prima ricerca realizzata sull’argomento, nel quadro dell’accordo di settore con il ministero dello Sviluppo Economico e dell’Istituto per il Commercio Estero. Tra i relatori il presidente dell’ICE, l’Ambasciatore Umberto Vattani. Al rapporto tra cinema e finanza e al consolidamento di una cultura industriale del settore è dedicato il seminario previsto per il 7 settembre che vedrà gli interventi del direttore generale per il Cinema Nicola Borrelli e dei vertici delle banche BNL – BNP Paribas, Mediocredito Italiano – Intesa San Paolo e Banca Popolare di Vicenza. L’ 8 settembre sarà di scena l’analisi dei sostegni regionali e locali all’attività cinematografica, con gli interventi, tra gli altri, degli assessori alla Cultura delle Regioni Lazio, Puglia e Veneto e la presentazione di un progetto di ricerca che sarà sviluppato nei prossimi mesi. L’iniziativa ANICAIncontra rientra nel quadro di un’intesa pluriennale tra Anica e Biennale di Venezia, per eventi legati al mondo dell’industria cinematografica.

Page 30: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL GIORNALE Quarantenni alla caccia del Leone Questo non è un festival per vecchi PASSERELLA Tra i fuori concorso, Michele Placido con «Vallanzasca» e Salvatores con «1960» Finalmente la svolta: mai così bassa l'età media dei registi in cartellone In gara Sofia Coppola e Saverio Costanzo. Müller: «L'edizione costa 12 milioni» CENTENARIO Stavolta Manoel de Oliveira presenterà «solo» un corto di 16 minuti Cinzia Romani No, non è una Mostra per vecchi. Lo si capiva già dall'esclusione del veterano Pupi Avati, 72 anni e un film sull'Alzheimer da mandare in gara, come girava il vento del Lido. Aria fresca per la Mostra Internazionale d'Arte cinematografica (1-11 settembre),dunque, giunta alla 67esima edizione e così timorosa di sembrare antiquata, mentre il mercato si fa globale e il 3D diventa reale e Toronto apre magnifiche sale, da prodursi in un calcolo: 45,523 gli anni del regista medio festivaliero. Negli Usa ti riderebbero dietro, ma nell'Italia gerontocratica fa sensazione una pattuglia di quarantenni all'assalto di Leoni e leoncini: dalla newyorchese Sofia Coppola (38), in prima mondiale con Somewhere al romano Ascanio Celestini, classe 1972, preferito ad Avati con La pecora nera ; dal berlinese Tom Tykwer, col suo Drei (Tre) al figlio di Costanzo, Saverio, forte de La solitudine dei numeri primi , fino a Darren Aronofsky,(41) in apertura col suo Black Swan (Cigno nero), di creativi attempati se ne annunciano pochi. «Ma l'Alzheimer è di destra o di sinistra?», sfotte il navigato direttore artistico Marco Müller, smorzando la polemica dei giorni scorsi con Avati e presentando il cartellone insieme al presidente della Biennale Paolo Baratta. E proprio questi dà il segnale dei tempi che cambiano, snocciolando cifre e costi in prima battuta. «Il Festival costa 12 milioni di euro, le spese vive ammontano a 10 milioni e lo Stato ci ha messo 7.700 milioni», Baratta leva la sete col prosciutto a quanti vogliano fare le pulci al budget, con vena polemica. «Questo è l'anno del buco in più: niente soldi per aprire la sala Perla 2, quindi spazi ridotti e linea di sobrietà: mai riposare sui cosiddetti allori», prosegue il manager, che punta sul mercato on demand. Vale a dire? Tutti insieme, tutti in piazza. Senza cinema alto, o cinema basso. E basta con le ingessature dei generi, con la falsa lotta «commerciale» versus «autoriale». Chi c'è, c'è perché funziona, con buona pace di chi sostiene che Venezia sia una baracca, i cui burattini hanno due pupari: Rai Cinema e Medusa. Non è che i Grandi Vecchi li abbiano affogati in laguna: riecco l'ultracentenario Manoel de Oliveira, con un corto di sedici minuti e di nuovo Marco Bellocchio, giovanotto nato nel 1939, fuori concorso con «un piccolo film di fantasia», Sorelle mai , e Martin Scorsese, con un omaggio a Elia Kazan. Ieri, per dire, è rispuntato anche Citto Maselli, a rivendicare il ruolo dei registi indipendenti, ignorati dall'annunciato convegnone dell'Anica. E, comunque, nessuno se lo è filato. È lo Zeitgeist , bellezza. E lo spirito del tempo dice che qui, e ora, dobbiamo darci dentro per sopravvivere. Pure dalle parti della Serenissima. E sono quarantuno i film italiani al Lido, quattro dei quali in concorso: La solitudine dei numeri primi di Costanzo jr., dall'omonimo bestseller mondadoriano; Noi credevamo , film storicizzante di Mario Martone, La Passione di Carlo Mazzacurati e La pecora nera di Celestini saranno in prima linea ed è inutile cercare un filo rosso che li leghi, tanto diversi gli stili. Lo strombazzato Vallanzasca - Gli angeli del male , firmato da Michele Placido, sfila fuori concorso, come Gabriele Salvatores, che porta 1960 e Giuseppe Tornatore, defilato con un biopic sul produttore della Titanus Goffredo Lombardo, L'ultimo Gattopardo . «Vogliamo essere fedeli alla denominazione di Mostra internazionale, da una parte e, dall'altra, non vogliamo separare il cinema commerciale da quello con la "C" maiuscola», avverte Mueller, insofferente ai formati. Avanza il digitale in 4K, Internet fornisce più agilità (non a caso anziani registi autorevoli girano corti e li mettono su YouTube), per cui «non ha senso chiedere alla Mostra fedeltà al cinema». E la passione per l'Oriente e certi invendibili film sudcoreani o centrothailandesi? «Mi rinfacciano la programmazione esotica? Ho scelto cineasti, che hanno impresso una scelta personale al cinema in serie».

Page 31: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

KOMPASS NEWS Le iniziative ANICA alla 67° Mostra del Cinema di Venezia 29-07-2010 Si chiama "ANICAIncontra" lo spazio che, dall'1 all'11 settembre, l'ANICA organizzerà all'interno di Digital Expo, l'area che la Mostra d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia dedica alla tecnologia al servizio del Business e alle attività dei professionisti del settore.... continua sul sito ufficiale Anica

Page 32: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL MANIFESTO Miracolo a Venezia si fanno ancora film Giovani e sopravvissuti alla crisi del cinema sono i registi italiani selezionati in gran numero alla Mostra, che propone in «Orizzonti» la novità di uno spazio allargato a formati e tecnologie. Da Usa, estremo oriente e latinoamerica le produzioni più numerose Silvana Silvestri Venezia, ultimo appuntamento per il cinema, se accadrà che, a dispetto delle difficoltà sempre crescenti con cui si realizzano i film, verranno meno le sale d'essai, culturali e di qualità dove vedere le opere realizzate, come hanno appena denunciato Agis e le associazioni dell'esercizio sulla base del disegno di legge che il ministro Bondi sta per proporre. La presenza del ministro del resto non è neanche prevista alla Mostra, «per motivi di agenda», in compenso ci saranno le on. Meloni, Bergamini per Action for Women e l'on. Carfagna per premiare il miglior film in fatto di pari opportunità. Per essere ben informati dalle sedi che contano, come ha annunciato il presidente Baratta nella conferenza stampa di presentazione della 67a Mostra, è stato istituito in collaborazione con il ministero per i beni culturali un accordo triennale con l'Anica (le associazioni industriali del cinema), spazio strutturato adibito agli incontri con chi «sa di economia», suscitando la sorpresa delle associazioni degli autori altrettanto ben organizzati e presenti sul piano della pianificazione. Ci sembra piuttosto una risposta speculare agli incontri che si tengono alle Giornate degli Autori. Dal 6 all'8 settembre leggiamo che si parlerà di export, dinamiche e volumi commerciali, cinema e finanza (per una cultura industriale del settore), Cinema e territorio, con gli interventi delle Film Commission. In linea con lo stile ministeriale, anche Venezia è proiettata verso ciò che si farà in seguito. Ad esempio, i lavori al Palazzo del Cinema: «sono in corso alcune messe a punto preliminari dove si chiariscano le effettive possibilità» ha detto Baratta. Insomma il cantiere è fermo e se ne parlerà nella primavera del 2012. Anzi, con una sala in meno («ci si deve stringere»). Nel clima generalizzato del tirare la cinghia, si ricicla la scenografia del festival dello scorso anno, così che tutta l'attenzione vada ai film. La linea quest'anno è dare la stessa attenzione a registi principianti e a quelli affermati che si sono adattati anche a fare piccoli film. È già un miracolo che si possa fare una Mostra del cinema, con la decisa presa di posizione di tanti cineasti che avrebbero voluto un blocco significativo della manifestazione in una situazione catastrofica che stanno vivendo maestranze e artisti. Il direttore Marco Müller, nell'illustrare il programma, punta decisamente l'attenzione sull'azzeramento degli steccati nel grande contenitore di Orizzonti, oggi che non ha più senso il classico formato del lungometraggio: «ci interessava regalare l'attenzione a tutto quel mondo che possiamo chiamare cinema in tutte le sue diverse anime. La Biennale è stato uno straordinario laboratorio, ci sono scavalcamenti espressivi da un ambito all'altro», senza badare all'età anagrafica (è stata calcolata un'età media di 47 anni), visto che uno di questi sperimentatori, il maestro de Oliveira, ha 101 anni e vediamo il ritorno di Monte Hellman (classe 1932), grande indipendente statunitense tornato al cinema dopo 12 anni con Road to Nowhere. In programma troviamo belle sorprese di cinema italiano (41 titoli, alcuni già annunciati): in concorso Saverio Costanzo (La solitudine dei numeri primi), Mario Martone con il film sul Risorgimento Noi credevamo, Carlo Mazzacurati (La Passione), Ascanio Celestini (La pecora nera), in Orizzonti Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri (Per questi stretti morire), Pasquale Scimeca (Malavoglia), nel «Controcampo italiano» Roberta Torre, Giorgia Cecere, Salvatore Mereu, Gianfranco Pannone con Ma che storia dedicato ai 150 anni dell'unità d'Italia, Paola Randi, Giada Colagrande, Aureliano Amadei. Marco Bellocchio, Emidio Greco, Stefano Incerti, Michele Placido con Vallanzasca, e ancora Mazzacurati (di cui si programma anche l'esordio alla Settimana della Critica), Tornatore, Salvatores e Antonello Sarno nel «Fuori concorso», indicato come autorevole sezione. «I grandi hanno preferito andare fuori concorso come fu per Giulietta degli spiriti», dice Müller inviando così una risposta a Pupi Avati che lo ha rifiutato, e respinge sdegnosamente che di giudizio politico si sia trattato per non volere il film in concorso («ma non scherziamo: l'alzheimer è di destra o di sinistra?» ha detto, ricevendo una immediata risposta dal pubblico). Ricca sezione nordamericana con Darren Aronofsky, Sofia Coppola, Vincent Gallo, Paul Morissey, Robert Rodriguez e Martin Scorsese con A letter to Elia, il film su Kazan. Il nuovo film di Abdellatif Kechiche (Venus Noire), scoperto dalla Settimana della critica al suo esordio, Alex de la Iglesia (Balada triste de trompeta), l'imprescindibile il programma dall'estremo oriente, dove spiccano John Woo Leone d'oro alla carriera, Tsui Hark (Detective Dee and the Mistery of phantom), e il primo film cinese in 3D Space Guy di Zhang Yuan. Ma quest'anno si impone anche il latinoamerica con in concorso uno dei migliori cineasti cileni, Pablo Larraín (Post Mortem) e nelle altre sezioni Nicolas Pereda (Verano de Goliat, Messico), Guillermo Arriaga (El Pozo, Messico), Mauro Andrizzi (En el futuro, Argentina),

Page 33: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

Luiz Pretti (O mundo é belo, Brasile), Indefatigable di Semicontuctor (Ecuador) e dalla Repubblica Domenicana Jean Gentil di Guzman e Cardenas.

Page 34: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL MESSAGGERO E il primo party è per Tarantino RED CARPET Il capo della giuria è stato festeggiato sul Canal Grande d Primo party, primo bagno di mandanità della Mostra. Quentin Tarantino , presidente della guiria, è stato festeggiato ieri sera da Vogue Uomo nel cinquecentesco Palazzo Papadopoli, sul Canal Grande. Ressa di vip, paparazzi scatenati. d Sarà Medusa a distribuire nelle sale La versione di Barney . Il film ispirato al best seller di Mordecai Richler, coprodotto da Fandango e interpretato da Dustin Hoffman e Paul Giamatti, è atteso in concorso venerdì 10. d L'assessore alla Cultura Fabiana Santini coordinerà la partecipazione della Regione Lazio alla Mostra. Attesa anche la presidente Renata Polverini. d Sarà consegnato al regista originario del Ciad Mahamat-Saleh Haroun ( Un homme qui crie, Daratt ) il Premio Robert Bresson, istituito dall'Ente dello Spettacolo. La cerimonia si svolgerà lunedì 6 settembre, alla presenza del Cardinale Angelo Scola e del presidente dell'Ente Dario E. Viganò. d Il regista giapponese Takasho Shimizu , maestro dell'horror, presiede la giuria della seconda edizione del Premio Persol destinato al miglior film 3D stereoscopico dell'anno. Si chiama "AnicaIncontra" lo spazio che, da oggi all'11, l' Anica organizzerà all'interno di Digital Expo, l'area che la Mostra dedica alla tecnologia.L'iniziativa rientra nel quadro di un'intesa pluriennale tra Anica e Biennale di Venezia. d Il giorno di John Woo , il regista Leone d'oro alla carriera a Venezia 67, è venerdi 3 settembre. La cerimonia di consegna in Sala Grande sarà seguita dalla proiezione in prima mondiale di Jianyu (Reign of Assassins) , il film di Su Chao-Pin, prodotto da Terence Chang, di cui John Woo firma la supervisione alla regia.

Page 35: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL MESSAGGERO VENEZIA L'Italia s'è desta Nel cartellone della 67ma Mostra quattro nostri film in concorso Americani in abbondanza E il festival insegue la sobrietà In totale 41 titoli nazionali. Müller: «Produzione in fermento» FINANZIAMENTI MALGRADO LA CRISI Baratta: «Ministero e sponsor non ci hanno abbandonati» ROMA - Quarantuno film italiani, tra i quattro in concorso (su 23) e gli altri disseminati nelle sezioni parallele, diciannove americani, 79 "prime" mondiali. Sobrietà annunciata, nel nome della crisi generale: niente più festa d'inaugurazione sulla spiaggia, per dirne una, meglio ripiegare sui saloni dell'Excelsior, mentre quasi tutti i registi si sono convinti (era ora) a girare film più corti. C'è poi la volontà di «abbattare gli steccati», vale a dire ignorare la distinzione tra pellicola, digitale, formato, genere per offrire una panoramica del cinema a 360 gradi, secondo «lo spirito dei tempi». E se Cannes puntava tutto sulle vecchie glorie, Venezia 2010 grida «largo ai giovani»: l'età media dei registi è di 47 anni, annuncia trionfante Marco Müller, che pure non ha dimenticato di riservare spazio e onori ai venerandi Manoel De Oliveira (102 a dicembre) e al guru del cinema indipendente americano Monte Hellman (78). Benvenuti alla 67ma Mostra, in programma al Lido dal 1˚ all'11 settembre. Ieri, con la consueta ufficialità da Messa cantata, è stato presentato a Roma il cartellone: ricco, affollato di grandi nomi, sulla carta decisamente accattivante. «Il festival costa dieci milioni di euro: il ministero ne mette 7.700 e il resto viene dagli sponosor che ci hanno tutt'altro che abbandonati», ha spiegato con soddisfazione il presidente della Biennale, Paolo Baratta. Eppure. pare che il ministro Bondi non ci sarà: avrà altro da fare, commenta Baratta cercando diplomaticamente di celare l'imbarazzo, «noi comunque l'abbiamo invitato». A colpire è innanzitutto la grande quantità di film italiani, il doppio dell'anno scorso: a parte i quattro del concorso ( La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, Noi credevamo di Mario Martone, La passione di Carlo Mazzacurati, La pecora nera di Ascanio Celestini), la produzione nazionale è abbondantemente rappresentata sia fuori concorso, sia in Orizzonti, sia nella sezione Controcampo (che sarà inaugurata da I baci mai dati di Roberta Torre e nella quale spicca il corto Come un soffio , prima regia di Michela Cescon con Valeria Golino e Alessio Boni, produttore Giovanni Veronesi). Vetrina dovuta? «C'è grande fermento nel cinema italiano», spiega Müller, «Venezia non poteva non tenerne conto». E tanto per rimanere in tema, la Mostra ha firmato un accordo triennale con l'Anica per una serie di incontri e seminari sullo stato della produzione. Manca, alla lista del concorso, un film "sorpresa" che verrà annunciato il 6 settembre: Müller non conferma né smentisce che si tratti dell'atteso e segretissimo Tree of life di Terrence Malick. Non sono però assenti omaggi e celebrazioni: L'ultimo Gattopardo, il documentario che il regista-Oscar Giuseppe Tornatore ha dedicato al produttore Goffredo Lombardo, il documentario di Scarchilli su Gassman, i 70 anni di Bruce Lee, Last Movie , il film di Dennis Hopper del 1971 restaurato. Antonello Sarno, ormai "storico" ufficiale della Mostra, ha interrogato 93 protagonisti sulla loro prima volta a Venezia. L'Ente dello Spettacolo darà il Premio Bresson al regista del Ciad Mahamat-Saleh Haroun. E lo scenografo-Oscar Dante Ferretti, insieme con la moglie Francesca Lo Schiavo, riceverà il Premio Bianchi del Sindacato Giornalisti Cinematografici.

Page 36: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

IL SOLE 24 ORE Esercenti contro la legge-Bondi L'Agis: «Così si rischia l'abbandono delle sale culturali di qualità» I NODI DEL GRANDE SCHERMO La replica del ministro: «Il testo è ancora aperto» Paolo Baratta (Biennale): «Slittata alla primavera 2012 l'apertura del nuovo palazzo» Paola Casella Marco Mele Quasi otto milioni di euro (7,7, per essere precisi) di contributo statale sui 12 di costo effettivo della mostra del cinema di Venezia. Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, parte dai conti della spesa, sollevato per il calo contenuto dei finanziamenti pubblici alla kermesse. Sottolinea che «nessuno dei nostri sponsor ci ha abbandonato» e preannuncia il ritorno della Rai come "media partner". Gli esercenti cinematografici, intanto, sferrano un duro attacco al disegno di legge sul cinema preparato dal ministro Sandro Bondi, che sarà esaminato oggi in via preliminare dal Consiglio dei ministri. «Senza alcun confronto con i rappresentanti dell'esercizio - sottolinea l'Agis, l'associazione dello spettacolo - viene presentato un testo che mira all'abbandono esplicito e alla liquidazione delle sale a carattere culturale e di qualità, nonché delle piccole e medie imprese cinematografiche. L'abolizione del contributo in conto capitale e degli automatismi per le sale d'essai rende impossibile il mantenimento di un minimo di competitività, penalizzando il sostegno ai film italiani». Bondi assicura che «il testo è assolutamente aperto al contributo delle forze politiche e degli addetti ai lavori nel corso dell'iter governativo e parlamentare». Alla conferenza stampa della 67esima edizione della Mostra, Baratta annuncia novità: in primis, la trasformazione «dell'industry office in un mercato che dia l'opportunità ai potenziali acquirenti d'informarsi sui film presenti alla Mostra attraverso un sistema elettronico di consultazione». Sembra la rinuncia al progetto di un mercato al Lido, che poteva essere il proseguimento di quello di Cannes e la sostituzione del Mifed, scomparso dal 2004. Annunciata l'istituzione al Lido di «uno spazio dedicato alle Film commission regionali quale luogo d'incontro per gli operatori». Pare l'ammissione di come la promozione del cinema italiano venga delegata alle Regioni anche nei luoghi di visibilità internazionale. Il presidente della Biennale annuncia, inoltre, l'accordo triennale stipulato con l'Anica, l'associazione delle imprese del cinema, «per organizzare incontri non occasionali sui problemi del settore, all'interno di una struttura permanente al Lido». A proposito di strutture permanenti: e il nuovo Palazzo del cinema? «L'apertura slitta alla primavera del 2012», risponde Baratta. Per quanto riguarda i contenuti artistici, quest'edizione della mostra avrà un occhio di riguardo al film di ricerca per «ristabilire il Lido come luogo di attenzione per il cinema in tutte le sue forme» precisa Baratta. Fra i film in concorso quattro italiani: Mazzacurati, Martone, Costanzo (Saverio, il figlio di Maurizio) e Ascanio Celestini, che avrebbe sostituito all'ultimo Pupi Avati, suscitando lo scontento del regista bolognese. Il cinema italiano è rappresentato da altri 37 film e può contare sulle presenze illustri di Salvatores, Tornatore, Bellocchio e Placido. Numerosi anche i film statunitensi (addirittura cinque in concorso, fra cui quelli d Sofia Coppola, Julian Schnabel e Darren Aronofsky, vincitore del Leone d'oro nel 2008). Meno numerose le star, a cominciare da George Clooney, che non presenterà al Lido The American, girato in parte a L'Aquila.

Page 37: LE INIZIATIVE ANICA ALLA 67° MOSTRA DEL CINEMA DI … · dall'attuale 8% al 20%, come in Francia «È tutto perfettibile, ma il cinema italiano è ormai un'industria a tutti gli

SOURCE NEWS Le iniziative ANICA alla 67° Mostra del Cinema di Venezia 30.07.10 - 03:04 ... source : ANICA Invia ad un amico ... Si chiama "ANICAIncontra" lo spazio che, dall’1 all’11 settembre, l’ANICA organizzerà all’interno di Digital Expo, l’area che la Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia dedica alla tecnologia al servizio del Business e alle attività dei professionisti del settore. L’iniziativa rientra nel quadro di un’intesa pluriennale tra ANICA e la Biennale di Venezia, come annunciato in conferenza stampa dal Presidente Paolo Baratta, che prevede eventi legati al mondo dell’industria cinematografica. Posizionata al primo piano dell’Hot… continua sul sito ufficiale Anica.