Le Grandi Opere nell’area genovese · 2019. 4. 1. · Le Grandi Opere nell’area genovese:...
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Le Grandi Opere nell’area genovese:
costruire e demolire in sicurezza
Ing. Gabriele Mercurio
Dirigente Ingegnere – S.C. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ASL3
Genova, 27 marzo 2019
Le immagini sono relative a: cantiere del Consorzio COCIV di Cravasco (Campomorone);
cantiere bonifica edificio «ex Nira» Genova; decostruzione cd. Ponte Morandi
Alla redazione della presentazione ha contribuito il geom. Monica Innocenti (Comune di Genova)
Cantieri di Grandi Opere
La costruzione di una grande opera – che spesso comporta estese
demolizioni e/o scavi - ha un forte impatto sul contesto sociale, ambientale e
sanitario del territorio nel quale viene realizzata. I cantieri per la sua
realizzazione presentano caratteristiche tecniche ed organizzative che li
rendono particolari e più impegnativi rispetto ai cantieri di edilizia
tradizionale.
Le tecnologie impiegate, i processi lavorativi, l’organizzazione del lavoro
presentano un’elevata complessità che rende necessario un approccio
metodologico interdisciplinare alla vigilanza in materia di salute e sicurezza
che comprenda sia azioni di prevenzione sia interventi di controllo.
Cfr. Linee di indirizzo «Vigilanza nelle Grandi Opere» – Coordinamento Tecnico SSLL Regioni – Bozza in fase di approvazione
Cantieri di Grandi Opere
L’esigenza di studiare un approccio specifico per la vigilanza nei cantieri di
Grandi Opere costituito da analisi preventive e da pianificazione e
programmazione degli accessi ispettivi e delle altre attività di controllo
(campionamenti, verifica dei monitoraggi, ecc.) è funzionale all’obiettivo di
fornire una risposta alle problematiche prioritarie del settore delle
costruzioni:
➢ Primato nei tassi di frequenza e gravità degli infortuni;
➢ Fenomeni di irregolarità nella materia contrattuale e giuslavoristica;
➢ Rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata
Cantieri di Grandi Opere
Non solo. Le grandi demolizioni, la realizzazione di scavi anche sotterranei, la
costruzione di infrastrutture e grandi edifici generano impatti sulla salute dei
lavoratori impegnati nei cantieri, ma anche sulla popolazione ed in generale
sull’ambiente.
L’approccio di vigilanza, perciò, non può prescindere dalla collaborazione
sistematica ed organizzata fra i diversi Enti competenti sulla tutela della
salute e dell’ambiente (ASL Servizi PSAL e ISP, ARPAL, Regione, Città
Metropolitana, Sindaco, ecc.).
Cantieri di Grandi Opere
Le attività del servizio PSAL nei confronti dei soggetti aventi responsabilità
sulla sicurezza del lavoro sono essenzialmente: l’analisi preventiva dei
contesti produttivi, la vigilanza/controllo e l’assistenza/informazione ai vari
soggetti interessati.
E’ fondamentale sin dalle fasi che precedono l’insediamento dei cantieri
costruire un rapporto e istituire un tavolo di confronto tecnico con
Committente, CSE, Impresa affidataria e relative figure cardine
dell’organizzazione del cantiere e/o dei vari lotti (Direzione cantiere, RLS,
ecc.) , sia per gli aspetti di carattere generale che per le tematiche
specifiche. Il tavolo di confronto tecnico dovrà coinvolgere, secondo le
rispettive competenza, anche gli altri Enti coinvolti: in primis, il Servizio di
Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL ed ARPAL.
Cantieri di Grandi Opere
Gli obiettivi del confronto tecnico preventivo sono:
➢ conoscere, rispetto all’opera, l’articolazione degli appalti e subappalti
delle fasi/lavorazioni; le caratteristiche dei siti individuati per la
realizzazione delle strutture a servizio dei cantieri (campi base, cantieri
industriali, aree di deposito) e logistica; gli esiti delle indagini preliminari
mirate a individuare, valutare od escludere particolari fattori di rischio
quali, ad esempio, grisù, radon, silice e amianto; il sistema previsto per la
gestione delle emergenze; il cronoprogramma lavori, l’organigramma del
cantiere/lotto, l’organizzazione e il sistema della gestione della sicurezza
per unità produttiva
Cantieri di Grandi Opere
Gli obiettivi del confronto tecnico preventivo sono:
➢ definire le “regole relazionali” tra l’organo di vigilanza ed i vari
interlocutori;
➢ definire i flussi informativi da assicurare verso il Servizio PSAL funzionali
alla programmazione e allo svolgimento dei compiti istituzionali, al
monitoraggio dell’avanzamento lavori, alla conoscenza degli esiti dei
monitoraggi dei fattori di rischio, alla conoscenza dell’andamento degli
infortuni;
➢ attivare confronti tecnici di merito per ogni fase/lavorazione che presenta
particolari criticità o fattori di rischio diffusi e/o gravi per la salute e
sicurezza dei lavoratori e/o della popolazione.
Cantieri di Grandi Opere
Nel merito del confronto tecnico le esperienze maturate nelle regioni Emilia
Romagna e Toscana in occasione della realizzazione della TAV Firenze-
Bologna e della Variante Autostradale di Valico, con l’emissione di n. 44 note
contenenti standard tecnici di sicurezza (NIR), rappresentano un riferimento
a livello nazionale sul quale ha lavorato e sta lavorando il sotto-gruppo
«Grandi Opere» del Coordinamento tecnico SSLL delle Regioni, pervenendo
alla redazione di Linee guida nazionali.
Gli standard tecnici di sicurezza delle NIR sono stati applicati nei cantieri di
grandi opere interessati il territorio genovese
Grandi Opere Genovesi: l’esperienza ASL3
La S.C. PSAL dell’ASL3 ha affrontato negli ultimi anni ed affronterà negli anni
a venire quale Organo di Vigilanza importanti cantieri di grandi opere:
➢ Reti ferroviarie: Nodo e Tratta AV/AC Milano-Genova Terzo Valico dei Giovi;
➢ Messa in sicurezza idraulica della Città: gallerie scolmatrici del
Fereggiano e del Bisagno, ampliamento sezione idraulica del Bisagno;
➢ Demolizione dell’Edificio «Ex Nira»;
➢ Gronda Autostradale di Ponente;
➢ Decostruzione e ricostruzione del Viadotto «Polcevera» (cd. Ponte Morandi)
Grandi Opere Genovesi: l’esperienza ASL3
La necessità di un’azione coordinata da parte dei diversi Enti preposti alla
tutela della salute e dell’ambiente e di un confronto tecnico con i soggetti
promotori ed esecutori degli interventi ha reso indispensabile lo sviluppo di
un modello di intervento integrato preventivo e di controllo.
L’esperienza più complessa ed articolata è stata fatta in relazione alla
problematica «amianto» nel corso della costruzione della galleria «Cravasco»
nell’ambito del Terzo Valico dei Giovi.
E la problematica «amianto» è stata centrale anche nella demolizione
dell’edificio «Ex Nira», ed oggi nella decostruzione del cd. Ponte Morandi.
Amianto in matrice naturale
Con il termine «Amianto» (dal greco «incorruttibile» in ragione dell’elevata
resistenza chimica e termica) si definiscono alcuni minerali individuati
dall’art. 247 del D.Lgs. 81/08:
Art. 247 D.Lgs. 81/08
Ai fini del presente capo il termine amianto designa i
seguenti silicati fibrosi:
a) l’actinolite d’amianto, n. CAS 77536-66-4;
b) la grunerite d’amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5;
c) l’antofillite d’amianto, n. CAS 77536-67-5;
d) il crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
e) la crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
f) la tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.
Amianto in matrice naturale
Si tratta di silicati fibrosi originati in particolari
condizioni di pressione e temperatura
nell’ambito dei processi di orogenesi delle
Ofioliti.
Le Ofioliti (o «Pietre verdi») sono sezioni di crosta
oceanica e del sottostante mantello che sono
state sollevate fino ad affiorare sulla superficie
terrestre e a formare le catene montuose.
La parola «Ofiolite» deriva dal greco e significa
«roccia serpente» per via del colore verdognolo
che caratterizza questo tipo di rocce, molto
simile al colore della pelle dei rettili.Immagini tratte da: G. Beccaris & E. Scotti «L’analisi delle rocce ofiolitiche
in Liguria». Ecoscienza n. 1 – 2018. Arpae.
Amianto in matrice naturale
La possibilità di rinvenire minerali
amiantiferi in un ammasso roccioso è
perciò legata alla presenza delle Ofioliti.
Fra i litotipi nei quali può rinvenirsi
amianto si segnalano le Serpentiniti, le
Oficalciti, i Metagabbri, i Metabasalti, ecc.
In Italia i complessi ofiolitici con presenza
di amianto sono principalmente
concentrati nel Nord e nel Centro ed in
particolare in Val d’Aosta, Piemonte,
Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e
Toscana.
Immagine tratta da: G. Beccaris & E. Scotti «L’analisi delle rocce
ofiolitiche in Liguria». Ecoscienza n. 1 – 2018. Arpae.
Amianto in matrice naturale
Se è vero che l’amianto è rinvenibile solo nelle Ofioliti (o secondariamente
in materiali originatesi dalla degradazione e trasporto di Ofioliti), non può
viceversa dirsi che un ammasso ofiolitico debba necessariamente
presentare minerali amiantiferi, proprio per le particolari condizioni
orogenetiche descritte.
Inoltre la presenza di amianto non è distribuita uniformemente all’interno
delle masse rocciose, ma è condizionata da numerosi e complessi fattori
geologici, quali l’assetto lito-strutturale, lo stato di fratturazione e di
alterazione.
Amianto in matrice naturale
Per questi motivi, quando l’attività antropica di scavo interessa ammassi
potenzialmente amiantiferi, diventano indispensabili, sia in fase
progettuale sia in fase esecutiva, studi geologici specialistici ed
accertamenti geognostici mirati, volti a fornire gli elementi conoscitivi
necessari alla corretta gestione dei rischi conseguenti.
Amianto e salute
Nel 1965 un pool di esperti internazionali, composto da epidemiologi,
patologi, fisici e chimici, produsse un rapporto ufficiale nel quale veniva
ammesso il nesso causale tra la polvere di amianto, carcinoma polmonare e
mesotelioma pleurico/peritoneale.
La pericolosità dell’amianto risiede nella respirabilità delle fibre, che, se
inalate, possono raggiungere l’area respiratoria (zona alveolare del polmone).
Un capello ha un diametro di 40/50 micron. Le fibre più piccole di amianto
possono raggiungere dimensione di 1/1000 – 1/2000 del diametro di un
capello.
Amianto e salute
Quali sono gli effetti dell’amianto sulla salute?
Asbestosi (patologia dei polmoni a decorso progressivo, fortemente
invalidante, con decorso di deficit respiratorio cronico)
Effetto cancerogeno: tumore del polmone, mesotelioma pleurico,
cardiaco, peritoneale
Amianto e salute: ambiente di vita
Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la qualità
dell’aria in EUROPA (WHO 2000)
Esposizione continuativa per l’intera vita della popolazione generale di 1
fibra di amianto per litro (1ff/l), comporta un eccesso di rischio compreso
tra 1 e 100 casi /1.000.000 di esposti.
Amianto e salute: ambiente di lavoro
L’art. 254 del D.Lgs. 81/08 introduce un limite di esposizione per il
lavoratore
Il valore limite di esposizione per l’amianto è fissato a 0,1 fibre per
centimetro cubo di aria (100ff/l), misurato come media ponderata nel
tempo di riferimento di otto ore. I datori di lavoro provvedono affinché
nessun lavoratore sia esposto a una concentrazione di amianto nell’aria
superiore al valore limite.
Materiali contenenti amianto vs. Amianto naturale
L’affermazione degli studi scientifici che dimostravano la sussistenza
del nesso causale fra l’inalazione di fibre d’amianto ed il determinarsi
di gravi patologie indusse il legislatore a bandire l’utilizzo
dell’amianto, fino ad allora largamente utilizzato in campo edile,
tessile e meccanico, per le proprietà del minerale.
Nel 1992 con la legge n. 257 l’Italia mette al bando tutti i prodotti
contenenti amianto, vietando l’estrazione, l’importazione, la
commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti
contenenti amianto.
Materiali contenenti amianto vs. Amianto naturale
Tuttavia, tale risposta normativa non esaurisce la problematica.
Infatti, la presenza di amianto in matrice naturale rende necessaria
un’attenta valutazione e gestione del rischio, laddove l’attività
antropica possa determinare l’interazione con il minerale ed il
potenziale rilascio di fibre in aria.
E’ il caso dello scavo di gallerie in ammassi contenenti ofioliti.
Nel seguito viene riportata l’esperienza della costruzione della galleria
«Finestra Cravasco» nell’ambito del progetto «Terzo Valico ferroviario
dei Giovi». Tale esperienza sarà poi messa a confronto con quella
maturata nell’ambito della demolizione dell’edificio «Ex Nira» (materiali
contenenti intenzionalmente amianto).
Opera
Immagini (modificate) tratte dal sito: www.terzovalico.it
LIGURIA
PIEMONTE
Finestra
CRAVASCO
Finestra
POLCEVERA
Imbocco
SUD
53 Km lunghezza linea
37 Km sviluppo galleria
200/250 Km/h velocità
di progetto della linea
1,3 km lunghezza
Finestra Cravasco
1,8 km lunghezza
Finestra Polcevera
Committente: RFI
Contraente generale:
Consorzio COCIV
Cronologia
Delibera CIPE n. 80
Approvazioneprogetto definitivo
Marzo 2006
Istituzione Osservatorio Ambientale
2012
Apertura cantieri
2012-2013
Rinvenimento pietre verdi al fronte GN Finestra Cravasco
Luglio 2015
Il caso di Cravasco
Le immagini sono relative al cantiere del Consorzio COCIV di Cravasco (Campomorone)
Il caso di Cravasco
Nel corso del mese di luglio 2015, durante lo scavo con tecnica tradizionale
(martellone) della galleria naturale «Finestra Cravasco», alla progressiva pk
0+700 ca., vengono intercettate formazioni geologiche ofiolitiche
(serpentiniti) con presenza di amianto.
In esito al rilievo del fronte (previsto ad ogni sfondo) ed al monitoraggio delle
fibre aerodisperse in galleria le attività di scavo vengo sospese, in modo da
permettere la predisposizione impiantistica, tecnologica ed organizzativa
necessaria alla protezione dei lavoratori.
Le misure da attuarsi per affrontare lo scavo in presenza di amianto vengono
notificate all’organo di vigilanza ex art. 250 D.Lgs. 81/08 (lavori che possono
comportare per i lavoratori un’esposizione all’amianto).
Il caso di Cravasco
Nell’ambito dell’istruttoria di competenza sulla notifica ex art. 250 D.Lgs.
81/08, si rende immediatamente evidente la necessità di un confronto
tecnico che coinvolga i diversi aspetti in gioco (salute e sicurezza dei
lavoratori, disciplina ambientale e gestione dei rifiuti, ambiente di vita, ecc.).
Dopo una preliminare concertazione fra i diversi soggetti preposti al
controllo (ASL – Servizi PSAL e Igiene Pubblica e ARPAL) si decide di
affrontare congiuntamente ed in modo unitario i diversi aspetti della
problematica, attraverso un tavolo tecnico di confronto con il contraente
generale dell’opera (Consorzio COCIV).
Il caso di Cravasco
I lavori del tavolo tecnico proseguono per circa nove mesi con oltre 20
riunioni svolte, il confronto avviene nel rispetto dei diversi ruoli e
competenze, con la piena e fattiva collaborazione del Consorzio COCIV e del
Coordinatore per l’esecuzione.
Le misure da adottarsi sono sottoposte a sperimentazione nei mesi di
novembre e dicembre 2015, modificate ed integrate in base ai risultati in
campo.
Sono stabilite modalità di campionamento ed analisi (SEM) delle fibre
d’amianto aerodisperse in galleria ed all’esterno intensive per fase di lavoro
e luogo.
Il caso di Cravasco
I risultati sono trasmessi agli organi di vigilanza con tempi di risposta molto
contenuti (12 ore).
Sono, altresì, stabilite modalità di controllo stringenti: campionamenti in
parallelo curati dagli organi di controllo, trasmissione di porzione dei filtri
analizzati per l’analisi da parte del laboratorio ARPAL, confronto tecnico su
modalità di campionamento ed analisi laboratoristica, vigilanza
programmata in cantiere, ecc.
Vengono mantenuti contatti informativi e di confronto con lo SPRESAL
dell’ASL di Alessandria competente per la tratta piemontese.
Misure di prevenzione e protezione: principi
SORGENTEMATRICE DI TRASPORTO
LAVORATORE ESPOSTO
ARIA
ACQUA
TERRA
Misure di prevenzione e protezione: principi
SORGENTE Abbattimento dello polveri mediante impiego di attrezzature
dotate di nebulizzatori/irroratori d’acqua (escavatori, pale,
ecc.);
Abbattimento delle polveri mediante l’utilizzo di attrezzature
dedicate (cannoni e portali nebulizzatori)
Misure di prevenzione e protezione: principi
MATRICE DI TRASPORTO
Inversione del sistema di ventilazione da premente a
aspirante;
Compartimentazione fisica della galleria in tre zone:
(A) contaminata – (B) di decontaminazione – (C) non
contaminata;
Installazione di filtri HEPA sui mezzi d’opera (escavatori,
pale, ecc.);
Decontaminazione di attrezzature e personale
ARIA
Misure di prevenzione e protezione: principi
MATRICE DI TRASPORTO
Sistema di gestione e trattamento delle acque:
- regimentazione completa e raccolta delle acque in
galleria e nelle aree esterne;
- trattamento delle acque con impianto di ultrafiltrazione;
Utilizzo di autocarri per il trasporto dello smarino a tenuta
stagna
ACQUA
Misure di prevenzione e protezione: principi
MATRICE DI TRASPORTO
Utilizzo di autocarri per il trasporto dello smarino chiusi ed a
tenuta stagna;
Gestione delle terre e rocce da scavo contaminate
all’esterno della galleria (stoccaggio, insacchettamento e
smaltimento);
Gestione delle terre e rocce contenenti amianto sottosoglia
(<1000 mg/kg) mediante apposite procedure
TERRA
Misure di prevenzione e protezione: principi
LAVORATORE ESPOSTO
Riduzione del numero di lavoratori esposti;
Contenimento del tempo di esposizione;
Utilizzo di DPI (maschera facciale elettroventilata, doppia
tuta, stivali, ecc.)
Scelta dei DPI che tenga conto delle condizioni di lavoro
(tempi e modi) e degli altri rischi presenti (investimento;
ecc.)
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
In galleria
ZONA C ZONA B ZONA A fronteesterno
Aree esterne
Aree esterne
Aree esterne
Aree esterne
Monitoraggi
Zone A, B e C
Interno cabine mezzi
UDP: spogliatoio sporco e spogliatoio
pulito
Locali filtro pressa e UDP filtro pressa
Aree esterne galleria e capannone
insacchettamento
Aree esterno cantiere – Ambiente di vita
Scavo
Smarino
Pulizia aree di lavoro
Insacchettamento
Assenza di attività
800 campionamenti
ambiente di lavoro
curati da COCIV
campionamenti in
parallelo e verifica
analisi laboratorio
ASL/ARPAL
Monitoraggi: risultati a regime
Zone A-B: Concentrazioni di fibre d’amianto nell’aria sempre inferiori al valore limite fissato
dall’art. 254 D.Lgs. 81/08 (100 ff/l)
Lavoratori protetti con DPI aventi FPO tale da garantire concentrazioni in maschera << 1 f/l
Zona C: Concentrazioni di fibre d’amianto nell’aria di norma comprese fra 0 e 1 ff/l ed
occasionalmente fra 1 e 2 ff/l
Esterno: nessun impatto rispetto ai valori di fondo (<1 f/l)
Demolizione edificio “Ex Nira”
Demolizione edificio “Ex Nira”
Il Comune di Genova ed AMIU S.p.A., hanno eseguito una campagna di
campionamenti, analisi e prove di smontaggio di tutte le componenti edilizie,
atta a rilevare la presenza di materiali contenenti amianto o altre sostanze
nocive dalla quale è emersa una situazione estremamente complessa, con
particolare riferimento alla rimozione dell’involucro esterno.
La campagna di campionamenti, analisi e prove di smontaggio di tutte le
componenti edilizie dell’edificio in oggetto, già avviata nel novembre 2017,
condotta con il supporto di tecnici dell’organo di vigilanza dell’ASL 3, ha
riguardato in particolare le prove di smontaggio delle lastre costituenti il
perimetro dell’edificio, ed è emersa una situazione molto più complessa e
onerosa rispetto a quella inizialmente prevista.
Demolizione edificio “Ex Nira”
In ragione dei risultati evidenziati dalle predette prove di smontaggio,
nonché sulla base di successive verifiche e affinamenti sulla natura
materiale e tipologia costruttiva delle pareti perimetrali, è emersa
l’opportunità di articolare il complessivo intervento, finalizzato alla
demolizione dell’edificio NIRA, in tre distinte fasi tecniche ed economiche:
➢ Opere propedeutiche di rimozione materiali e bonifica interna;
➢ Rimozione e smaltimento paramento perimetrale;
➢ Demolizione fabbricato
E’ stata riscontrata altresì l’impossibilità di effettuare la rimozione
dell’amianto dall’interno - come inizialmente ipotizzato, ma procedendo sia
dall’interno che dall’esterno - e la conseguente necessità di approntare un
ponteggio di servizio all’attività di rimozione dell’amianto lungo tutto il
perimetro dell’edificio.
Demolizione edificio “Ex Nira”
In conseguenza delle indagini di cui sopra, è perciò risultato tecnicamente
possibile procedere – preliminarmente alla demolizione - alla bonifica
interna mediante rimozione di tutti i materiali inquinanti o potenzialmente
tali presenti all’interno del fabbricato, quali tramezzature (contenenti lana di
roccia), controsoffitti (all’interno dei quali si sono rinvenuti coibenti
contenenti inquinanti), pavimentazioni applicate con l’impiego di collanti
parimenti inquinanti ed al loro conseguente conferimento a discarica
speciale.
Monitoraggio Ambientale
Su richiesta della Civica Amministrazione è stato attivato un tavolo tecnico
con il coinvolgimento di ASL (ISP e PSAL – già coinvolto nell’istruttoria ex art.
256 D.Lgs. 81/08) e ARPAL finalizzato al confronto fra i vari soggetti
competenti in materia sanitaria ed ambientale in merito al monitoraggio
ambientale ed all’informazione, con lo scopo di:
➢ Verificare l’avanzamento delle operazioni di bonifica ed il relativo impatto,
supervisionando le attività di monitoraggio (campionamento, analisi,
controlli, ecc.);
➢ Aggiornare gli Enti coinvolti sullo stato di realizzazione dell’opera,
assicurando disponibilità ed accessibilità alla documentazione;
➢ Informare i cittadini, mettendo a disposizione i dati di monitoraggio
ambientale e fornendo notizie in tempo reale su eventuali criticità ed
emergenze
Monitoraggio Ambientale
Campionamenti:
➢ ANTE OPERAM: sette stazioni con letture quotidiane;
➢ CANTIERE RIMOZIONE AMIANTO: sette stazioni con letture quotidiane;
➢ POST OPERAM: sette stazioni con letture quotidiane;
➢ DEMOLIZIONE EDIFICIO: cinque stazioni con letture quotidiane;
➢ POST OPERAM DEMOLIZIONE: cinque stazioni con letture quotidiane;
Analisi:
La determinazione delle fibre aerodisperse viene effettuata tramite la
tecnica della microscopia a scansione elettronica (SEM)
Pubblicazione dati: http://www.comune.genova.it/content/monitoraggio-ambientale-nira
Monitoraggio Ambientale
Monitoraggio Ambientale
Demolizione edificio “Ex Nira”
Demolizione edificio “Ex Nira”
Demolizione edificio “Ex Nira”
Rifiuti prodotti:
A base d’amianto > 150 t
Isolanti amianto > 10 t
Isolanti sost. pericolose
> 160 t
dati parziali
Ed oggi...decostruzione del Ponte Morandi
Ed oggi...decostruzione del Ponte Morandi