Le fonti archivistiche Catalogo delle guide e degli inventari editi

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PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO SUSSIDI 13 DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI Le fonti archivistiche Catalogo delle guide e degli inventari editi (1861-1998) a cura di MARIA TERESA PIANO MORTARI eISOTTA SCANDALIATO CICIANI Indici dei fondi P AOLA CARUCCI MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI 2002

Transcript of Le fonti archivistiche Catalogo delle guide e degli inventari editi

  • PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

    SUSSIDI 13

    DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI

    Le fonti archivisticheCatalogo delle guide e degli inventari editi

    (1861-1998)

    a cura diMARIA TERESAPIANO MORTARI e ISOTTA SCANDALIATO CICIANI

    Indici dei fondiPAOLA CARUCCI

    MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI

    DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI

    2002

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  • PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

    SUSSIDI 13

    DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI

    Le fonti archivisticheCatalogo delle guide e degli inventari editi

    (1861-1998)

    a cura diMARIA TERESAPIANO MORTARI e ISOTTA SCANDALIATO CICIANI

    Indici dei fondiPAOLA CARUCCI

    MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI

    DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI

    2002

  • DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVISERVIZIO DOCUMENTAZIONE E PUBBLICAZIONI ARCHIVISTICHE

    Direttore generale per gli archivi: Salvatore ItaliaDirettore del Servizio: Antonio Dentoni-Litta

    Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Italia,presidente, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Ferruccio Ferruzzi, Cosimo Damiano Fonseca,Guido Melis, Claudio Pavone, Leopoldo Puncuh, Isabella Ricci, Antonio Romiti, Isidoro Soffietti, Giuseppe Talamo, Lucia Fauci Moro,segretaria.

    2002 Ministero per i beni e le attivit culturaliDirezione generale per gli archivi

    ISBN 88-7125-215-2Vendita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato

    Piazza Verdi 10, 00198 Roma

  • Introduzione generale I volume, di P. Carucci Introduzione II volume, di P. Carucci

    Catalogo, a cura di M.T. Piano Mortarie I. Scandaliato Ciciani

    Introduzione I volume

    Elenco dei periodici consultati

    Abbreviazioni

    Guide generali I volume

    Guide settoriali e territoriali I volume

    Guide particolari e inventari I volume

    Alessandria - Viterbo I volume

    Citt del Vaticano I volume

    Guide tematiche I volume

    Sommario

  • Guide generali II volume

    Guide settoriali e territoriali II volume

    Guide particolari e inventari II volume

    Agrigento - Viterbo II volume

    Citt del Vaticano II volume

    Guide tematiche II volume

    Indice degli autori e curatori

    Indice degli enti curatori promotori o editori

    Indice cronologico

  • Indice dei fondi archivistici, a cura diP. Carucci Avvertenze

    Indice delle guide generali, particolari, settoriali-territoriali

    Indice dei fondi per localit e sede di conservazione

    Indice generale dei fondi

    Indice dei fondi per tipologia

    Archivi di famiglie e di persone

    Archivi diversi

    Archivi ecclesiastici

    Archivi economici

    Archivi fascisti

    Archivi in copia e microfilm

    Archivi musicali

    Archivi notarili e notai

    Archivi sindacali

    Archivi di societ sportive e tiro a segno

  • Arti, collegi e ordini professionali

    Audiovisivi

    Camere di commercio

    Carte, mappe e disegni

    Catasti ed estimi

    Comitati di liberazione nazionale, corpi militari e documenti della Resistenza

    Comuni

    Comunit israelitiche

    Enti di gestione acque, atti demaniali, usi civici e beni indivisi

    Fabbricerie e opere del duomo

    Feudi e castelli

    Fonti orali e scritture popolari

    Fotografie e archivi fotografici

    Opere pie, luoghi pii e istituzioni di assistenza e beneficenza

    Ordini cavallereschi

  • Organizzazioni internazionali e archivi stranieri

    Ospedali e enti sanitari

    Partiti e movimenti politici

    Province

    Raccolte e miscellanee

    Santa Sede

    Scuole

    Stato civile

    Teatri e archivi cinematografici

    Uffici centrali e locali preunitari

    Uffici centrali e periferici italiani

    Universit, accademie, istituzioni culturali e scientifiche

    Voci tematiche

    Indice generale delle localit

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    1. Gli strumenti di ricerca. La ricerca sulle fonti archivistiche presenta una specifica difficolt in ordine allinfor-

    mazione relativa allesistenza dei fondi, alla sede in cui sono conservati, al loro stato di ordinamento, alla presenza o

    meno di adeguati strumenti di ricerca.

    Larco cronologico cui si riferiscono le fonti archivistiche va dal Medioevo ai nostri giorni: ogni istituzione pub-

    blica, ecclesiastica o privata, famiglie e singole personalit hanno prodotto nello svolgimento della loro attivit un

    proprio archivio. Vicende legate alla storia politico-istituzionale, ragioni dinastiche e giuridiche, cessioni e concentra-

    zioni di attribuzioni o di attivit, distruzioni legittime e illegittime o accidentali, rimaneggiamenti globali o parziali

    dovuti al riuso dei documenti per finalit amministrative o riordinamenti determinati da interventi per fini di ricerca,

    la cui metodologia pu variare nel tempo e risultare incongrua in un momento successivo, incidono sulla quantit

    delle fonti che si tramandano ai posteri, sulla loro configurazione che viene a modificarsi nel tempo, sulla loro ultima

    destinazione.

    Apposite norme giuridiche disciplinano la conservazione e tutela degli archivi. Nel nostro paese la legge confe-

    risce allo Stato una duplice funzione, di conservazione e di vigilanza. La conservazione si realizza attraverso una rete di

    Archivi di Stato Archivio centrale dello Stato, 95 Archivi di Stato nei capoluoghi di provincia, 40 Sezioni di Archivio

    di Stato in altrettanti comuni, scelti tra quelli che furono in passato sede di uffici statali in cui confluita la docu-

    mentazione degli organi centrali e periferici degli Stati preunitari e viene periodicamente versata (un quarantennio dopo

    la conclusione degli affari, salvo autorizzazione a versamenti di documentazione pi recente) quella degli organi cen-

    trali e periferici dello Stato italiano; vi si trovano inoltre gli archivi notarili antichi, mentre per quelli contemporanei

    INTRODUZIONE GENERALE

    al primo volume

  • la cui custodia affidata agli Archivi notarili distrettuali prescritto il versamento nei competenti Archivi di Stato

    dopo cento anni dalla morte del notaio o dalla cessazione dellattivit. Gli Archivi di Stato conservano inoltre tutti gli

    archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in propriet o deposito per disposizione di legge o altro titolo: tra questi

    rivestono particolare rilievo gli archivi delle corporazioni religiose soppresse, gli archivi di opere pie, gli archivi privati

    e varie altre tipologie.

    Spetta invece a 20 Soprintendenze archivistiche uffici periferici dello Stato con circoscrizione regionale la tu-

    tela o vigilanza sugli archivi degli enti pubblici e sugli archivi privati. Ogni ente pubblico territoriale Regioni, Pro-

    vince, Comuni e non territoriale ha lobbligo di provvedere alla conservazione del proprio archivio storico, costi-

    tuendo unapposita Sezione separata darchivio per la documentazione anteriore allultimo quarantennio. Per i privati

    gli obblighi inerenti alla conservazione e allaccesso scattano solo quando sia intervenuta la dichiarazione di notevole

    interesse storico da parte del soprintendente competente per territorio.

    La conservazione degli archivi ecclesiastici regolata dal diritto canonico, ma trattandosi di enti che per il nostro

    diritto sembrano rientrare nellambito delle istituzioni private interessano anche lattivit delle Soprintendenze archi-

    vistiche, i cui poteri in materia sono limitati in base alle disposizioni concordatarie.

    Lenorme quantit di archivi prodotti nel corso dei secoli, la difficolt oggettiva di censirli, di ricostruirne il pro-

    cesso di formazione e le articolazioni interne, di evidenziarne le vicende successive alla loro originaria costituzione e

    di fornirne adeguata descrizione rendono estremamente complesso il quadro delle fonti documentarie.

    Accanto alla rete degli Archivi di Stato, esistono altri organismi che istituzionalmente provvedono alla conserva-

    zione di fonti archivistiche. Nellambito degli organi dello Stato hanno un distinto Archivio storico le due Camere del

    Parlamento, il Ministero degli affari esteri, il Ministero della difesa, limitatamente alla documentazione di carattere

    militare e operativo conservata presso gli Uffici storici dello Stato maggiore dellesercito, dello Stato maggiore della

    marina, dello Stato maggiore dellaeronautica, e infine lArma dei carabinieri.

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  • Vanno poi considerati gli Archivi storici comunali, ovvero le Sezioni separate darchivio, nei casi in cui i Comuni

    abbiano provveduto a costituire una sede istituzionale per la conservazione della propria documentazione anteriore al-

    lultimo quarantennio: spesso negli Archivi storici comunali confluiscono anche archivi di altra provenienza, quali ad

    esempio opere pie, congregazioni di carit ed enti comunali di assistenza, notai ad esempio nei territori dellex Stato

    pontificio , archivi familiari, qualche magistratura dancien rgime, il giudice conciliatore o altro. Anche alcune Pro-

    vince hanno dato vita alla propria Sezione separata darchivio, mentre sarebbe opportuno che le Regioni gi comin-

    ciassero a istituire le rispettive Sezioni separate per la conservazione dei loro archivi ancor prima dello scadere del

    quarantennio prescritto dalla legge. Tra le Regioni a statuto speciale la Valle dAosta ha organizzato il proprio Ar-

    chivio storico e cos pure hanno fatto le due Province autonome di Bolzano e di Trento. Alcuni enti pubblici non ter-

    ritoriali hanno provveduto allistituzione formale del proprio Archivio storico, cos ad esempio la Banca dItalia, e

    parallelamente esistono archivi privati dichiarati di notevole interesse storico in cui vengono correttamente assicurate

    la conservazione e la consultabilit dei documenti.

    Hanno avuto di recente un riconoscimento formale nellambito del diritto canonico gli Archivi storici diocesani.

    Fonti archivistiche si trovano negli Istituti storici del Risorgimento e negli Istituti storici della Resistenza, in Fonda-

    zioni e varie altre istituzioni culturali che per statuto o per situazioni particolari si prefiggono di acquisire e conservare

    documenti. Carteggi privati e nuclei di documentazione di varia provenienza possono trovarsi anche nelle biblioteche;

    presso alcune biblioteche comunali fisicamente collocata la parte antica dellarchivio del comune o talora la serie

    delle pergamene o altri spezzoni darchivio.

    Dobbiamo per considerare anche la quantit enorme e difficilmente quantificabile di enti pubblici, enti ecclesia-

    stici e religiosi, istituzioni private, imprese, partiti e sindacati, famiglie e persone che sicuramente o probabilmente

    conservano il proprio archivio (inteso come insieme dei documenti prodotti) e spesso altri archivi a vario titolo acqui-

    siti, senza per aver provveduto a costituire una sede istituzionale per garantirne la conservazione e laccesso.

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  • Per comunicare le informazioni sulle fonti archivistiche si procede alla compilazione di guide e inventari: si consi-derano guide generali quelle che descrivono linsieme dei fondi conservati in una rete di istituti (Guida generale degliArchivi di Stato italiani, Guida agli archivi della Resistenza, Guida degli Archivi storici diocesani ecc.); guide partico-lari quelle che descrivono linsieme dei fondi conservati in un determinato istituto (Inventario del r. Archivio di Stato inLucca, del Bongi, LArchivio di Stato di Venezia. Indice generale storico-descrittivo e analitico, del Da Mosto ecc.);guide settoriali o anche censimenti quelle che descrivono una determinata tipologia di archivi conservati per in sedi di-verse e di massima rilevati su base territoriale (Gli archivi comunali dellEmilia Romagna, I carteggi delle bibliotechelombarde, Repertorio degli archivi delle confraternite romane, Le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza del-lUmbria, Gli archivi parrocchiali della provincia di Modenaecc.). Con la parola inventario, che troviamo in passatoanche per indicare le guide, si intende oggi di massima la descrizione analitica o sommaria di un fondo ordinato, anchequando risulti frammentato in sedi diverse o comprenda archivi di diversa provenienza in esso confluiti. Le guide te-matiche comprendono invece la descrizione di una pluralit di fondi, conservati in uno o pi istituti, limitatamente peralle serie e alle unit archivistiche relative a un determinato tema di ricerca. Guide, censimenti e rassegne di fonti de-scrivono nella loro globalit fondi ordinati e non ordinati, fornendo di massima ai ricercatori un primo livello di infor-mazione sulle fonti censite; fanno il punto della situazione a un certa data e, quando si tratti di fondi conservati in sedinon istituzionalmente destinate alla ricerca storica, mirano anche a influire indirettamente sulla loro futura conserva-zione, rendendone nota lesistenza.

    tuttavia possibile effettuare ricerche sulle fonti documentarie mediante strumenti di ricerca redatti per fini am-ministrativi e coevi alla produzione dei documenti (rubriche e repertori originali) o mediante repertori e inventari an-tichi redatti in occasione di riordinamenti parziali o globali di fondi costituiti in precedenza o ancora mediante elenchidi versamento, elenchi di consistenza, elenchi cronologici, inventari analitici e sommari, interi o parziali, redatti dopoil versamento nellArchivio di Stato o eventuale altro istituto di conservazione e destinati comunque alluso in sala distudio. Si pu fare ricerca in certi casi sulla mera base del titolario o quadro di classificazione (quando esisteva presso

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  • lufficio produttore e veniva correttamente applicato) o addirittura sulla base di informazioni, frutto spesso di una ar-ticolazione empirica, annotate sul dorso delle buste o delle varie altre unit archivistiche. Si pu fare ricerca su seriecronologiche, partendo dallelenco delle autorit che concorrevano alla produzione degli atti.

    La grande variet di approccio alle fonti archivistiche, connessa al processo di formazione dei singoli fondi, allanatura dei documenti e alla tipologia delle serie, alle dimensioni del fondo, allo stato di ordinamento, alla presenza omeno di precedenti strumenti di ricerca determina nel conservatore delle fonti la responsabilit di decidere linter-vento pi congruo al fine di fornire strumenti che consentano ai ricercatori non solo di reperire le unit archivisticheutili alle loro indagini, ma anche e soprattutto di poterne fare un uso critico, di poterle cio valutare nel contesto delprocesso di formazione: le sue decisioni, nellavvio di lavori di ordinamento e inventariazione, vanno prese in rela-zione agli elementi oggettivi suindicati che connotano la configurazione del fondo, unitamente alla valutazione di altrifattori quali la predisposizione di una scala di priorit nellambito dei fondi conservati presso listituto in cui prestaservizio, la domanda degli utenti, il tempo a disposizione, la possibilit o meno di poter contare su collaboratori com-petenti.

    Di massima risulta utile e opportuno pubblicare guide e censimenti proprio perch forniscono ai ricercatori quellaprima e pi generale informazione sulle fonti e sulle sedi in cui sono conservate necessaria per estendere poi progres-sivamente le loro indagini nelle sedi in cui si trovano i documenti e gli ulteriori strumenti di ricerca ad uso interno.

    Dallanalisi degli inventari censiti non sempre invece risultano chiari i motivi che hanno spinto alla pubblica-zione di alcuni di essi. Se si considerano il tempo e limpegno che richiede il riordinamento e linventariazione di unfondo evidente che almeno per quanto riguarda i fondi conservati negli Archivi di Stato, specie in quelli pi grandi,sarebbe opportuno operare secondo oculati criteri di priorit, favorendo luso combinato di tutti gli strumenti di ri-cerca esistenti, antichi e moderni e destinando alla stampa gli inventari pi accurati e relativi a fondi particolarmentesignificativi. Per inventari pi accurati non si intende necessariamente parlare di inventari pi analitici, spesso anzi peri fondi di grandi dimensioni possono risultare pi funzionali inventari sommari o mediamente analitici, ma piuttosto

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  • di inventari preceduti da un corretto e intelligente riordinamento. Gli istituti di conservazione pubblici o privati,grandi, medi o piccoli debbono in ogni caso darsi delle priorit, connesse anche a obiettivi che rientrano nella loroattivit istituzionale di ricerca.

    Diversi criteri possono invece presiedere alla pubblicazione di inventari o almeno di pi o meno precise segnala-zioni nel caso di fondi sconosciuti specie quando non ne risulti di facile e immediata intuizione lesistenza e la sede diconservazione. Molte riviste di storia svolgono in questo ambito unutile opera di rilevazione e informazione. Spettaistituzionalmente alle Soprintendenze archivistiche la tutela sui fondi non statali presenti sul territorio e un coordina-mento metodologico in ordine alla redazione degli inventari spesso difficile da realizzare. Regioni e Province inclu-dono nei loro programmi finanziamenti per la valorizzazione delle fonti archivistiche, e banche o altre istituzioni pos-sono patrocinare interventi sulle fonti. La pluralit di iniziative senza dubbio un fatto positivo, ma richiede un piserio confronto metodologico: la pubblicazione di un buon inventario pu costituire infatti un modello metodologicodi riferimento, cos come la pubblicazione di un brutto inventario, che rifletta cio un ordinamento fatto male o unadescrizione sciatta, imprecisa e non uniforme pu indurre altri a lavorare nella stessa maniera.

    2. Evoluzione dei criteri di normalizzazione. Fin dallunificazione del Regno, ma per alcuni Stati della penisolaanche in epoca precedente, si delineata la prassi di pubblicare relazioni sullo stato dei fondi negli Archivi di Stato efuori, guide e censimenti, inventari e regesti, edizioni di documenti. Per molti decenni ogni Archivio di Stato si preoccupato di pubblicare i risultati della propria attivit scientifica senza alcuna forma di coordinamento nazionale esenza confronti tra metodologie diverse di ordinamento e di descrizione, ricorrendo inoltre a editori e tipografi diversi.

    Levoluzione dei criteri di elaborazione degli strumenti di ricerca va considerata tanto in relazione al dibattito teo-rico sullinterpretazione del metodo storico, quanto in relazione allo sviluppo dellattivit editoriale locale e poi cen-tralizzata nellambito dellAmministrazione archivistica statale. Questultima, oltre a precedenti relazioni generali oparticolari, ha inizio nel 1941 con la pubblicazione della rivista Notizie degli Archivi di Stato, trasformata nel 1955

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  • in Rassegna degli Archivi di Stato e si evolve con la pubblicazione di strumenti di ricerca, studi sulle istituzioni,edizioni di fonti e raccolte di saggi in collane edite dalla Divisione V-Studi e pubblicazioni. Nellultimo ventennio si venuta sviluppando una attivit editoriale talora di notevole livello scientifico a cura o con il patrocinio di diversienti o istituzioni pubbliche e private, come si evince chiaramente dallindice degli enti autori, curatori o patrocinatoriche ci sembrato opportuno compilare, proprio per evidenziare questa pluralit di soggetti.

    Se si tiene conto da un lato degli influssi delle teorie storiografiche, dallaltro degli stretti legami che intercorronotra levoluzione politico-istituzionale, il processo di formazione degli archivi e le norme per la loro gestione e pertantodellinfluenza che direttamente o indirettamente ne deriva sulla metodologia dellordinamento e della descrizione deifondi, non ci si pu stupire se nel nostro paese si siano consolidate tradizioni differenti. Possiamo parlare di unascuola toscana o di una tradizione milanese, ma troviamo consuetudini archivistiche anche nel regno delle due Sicilie,nello Stato della Chiesa, nellarea veneziana o nello Stato sabaudo.

    Lunificazione dellamministrazione archivistica nel 1874 alle dipendenze del Ministero dellinterno lascia inrealt un ampio margine di autonomia agli Archivi di Stato che si costituiscono nelle citt ex-capitali. Nonostante ilregolamento del 1875 tenda a delineare criteri comuni in tema di ordinamento, peraltro ribaditi nel regolamento del1911, permangono tradizioni metodologiche che si riflettono nel persistere di terminologie locali e in una differenziatae complessa interpretazione del metodo storico, da cui scaturisce un dibattito teorico di alto livello scientifico che sisviluppa fino ai nostri giorni. Il programma di insegnamento di paleografia e dottrina archivistica, allegato al gi ri-cordato regolamento del 1911, pone esplicitamente laccento sulle definizioni e norme generali per luniformit deiprincipali lavori archivistici e, nel corso degli anni, si viene a predisporre dal centro una modulistica per la redazionedegli inventari ad uso interno che tende a uniformare le modalit di redazione degli inventari, poi caduta in disuso.

    Nel 1966 furono elaborati dalla Divisione V criteri uniformi per la redazione degli inventari e per le citazioni ar-chivistiche oltre alle regole per le citazioni bibliografiche nelle pubblicazioni edite dallAmministrazione archivistica,recentemente aggiornate. Nel triennio 1966-1969 furono avviati presso la stessa Divisione i lavori per la redazione

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  • della Guida generale degli Archivi di stato italiani, con la quale ci si proponeva di descrivere secondo un piano orga-nico e sistematico lingente patrimonio archivistico gestito direttamente dallo Stato. La fase preparatoria si conclusecon lelaborazione di una circolare emanata nel 1969, contenente i criteri metodologici per lanalisi e la descrizione(non gi per lordinamento) dei fondi conservati nei 136 istituti archivistici statali, cui fecero seguito nel corso deglianni alcune integrazioni.

    Scorrendo gli inventari compilati negli ultimi decenni del secolo scorso e nel corso di questo secolo, non si pudire che risulti una diffusa applicazione di criteri omogenei, anche se in certi casi la difformit pi grafica che con-cettuale.

    Il Casanova nel suo manuale di archivistica enuncia lo stretto rapporto che intercorre tra il riordinamento delfondo e la compilazione dellinventario che deve rispecchiare, fotografare, se si potesse dire, in ogni sua parte ildetto ordinamento e conservarne la struttura. rilevante questo riferimento alla struttura dellarchivio, ma il vinco-lare cos rigidamente la descrizione a situazioni oggettivamente disomogenee rende difficile ogni analisi comparata,dal momento che la situazione di ogni fondo, anche nei casi in cui sia il prodotto di magistrature rette da una norma-tiva comune, pu risultare diversa a seconda del processo di formazione e delle vicende occorse alle carte, ma ancheperch linterpretazione e quindi lapplicazione del metodo storico non univoca.

    Ove nellapplicazione del metodo storico si assuma il criterio di ricostruire lordine originario delle carte, ciodellarchivio quale stato prodotto dal soggetto creatore, si dovr procedere a periodizzazioni che non tengano contodella vischiosit archivistica, dellassenza cio di cesure nette quando un ente subentra ad un altro ente, e ad accor-pamenti di serie o spezzoni di serie, operando collegamenti, almeno mediante rinvio, quando sia intervenuto un tra-sferimento di carte ad altri enti in occasione di un loro riuso amministrativo. Se invece ci si pone nellottica di privi-legiare il fondo, come si venuto sedimentando nel tempo, salvaguardando quindi la continuit delle serie, la perma-nenza di procedure e usi archivistici, anche in corrispondenza di mutamenti istituzionali, la fusione in un unico com-plesso documentario di archivi interi o parziali di enti diversi si salva la prassi burocratica e levoluzione diacronica

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  • delle funzioni, ma si appiattisce levidenza del quadro istituzionale nelle diverse forme di governo e soprattutto si

    rende molto pi difficile la possibilit di operare analisi comparate. Si rischia inoltre di considerare storicamente ri-

    levante qualsiasi forma di aggregazione delle carte, arrivando a quel quieta non movere che dopo le lucide analisi

    di Cencetti ha fatto segnare per qualche tempo il passo al dibattito teorico.

    Sotto il profilo metodologico i criteri di descrizione della Guida generale degli archivi di Stato italiani, elaborati

    da Claudio Pavone e Piero dAngiolini, operano una profonda innovazione, sganciando la descrizione dei fondi dalla

    loro configurazione fisica, ancorandola tuttavia alla identificazione cronologica e quantitativa di serie, nuclei di docu-

    menti o singole unit che, pur trovandosi in un determinato fondo, siano riconducibili a diversi soggetti produttori.

    Ci avvenuto con notevole anticipo rispetto al dibattito attuale aperto dalla pubblicazione delle norme ISAD (Inter-

    national Standard Archival Description), sulla cui applicazione peraltro si pu cominciare a discutere seriamente solo

    dopo lemanazione della prima aggiunta che introduce, accanto al file di descrizione del fondo, un secondo e distinto

    file per lindividuazione di enti diversi, le cui carte siano confluite in quel fondo.

    La Guida si proposta di identificare, entro certi limiti, i soggetti creatori delle carte, assumendoli come livello

    base per la descrizione, anche se di fatto sia in conseguenza di interventi di riordinamento, sia perch non ancora ri-

    ordinati la loro documentazione risulti in fondi o versamenti diversi. Con la Guidacio si preso atto della non ne-

    cessaria coincidenza tra gli archivi originari di ogni singola istituzione e i fondi quali ci sono stati tramandati dalla tra-

    dizione storica; ma al tempo stesso si potuto constatare dovendo dominare una quantit sterminata di fondi pro-

    dotti in contesti storico-istituzionali diversi che lelemento pi certo per identificare la documentazione e per con-

    sentire comparazioni rappresentato dallindividuazione del soggetto che in origine ha prodotto le carte. Ci ha com-

    portato lo sforzo pi massiccio che mai uno Stato abbia compiuto per conseguire una normalizzazione nei criteri di

    descrizione archivistica operando periodizzazioni, disarticolazioni e accorpamenti rispetto ai singoli complessi docu-

    mentari, che non interferiscono per sul riordinamento effettivo dei fondi ritenuto pi congruo, ma consentono di ri-

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  • costruire sulla carta e non sulle carte, oggi diremmo virtualmente, gli archivi originari, spesso attraverso unaserie di complesse mediazioni e di rinvii.

    Prima della redazione della Guida generale salvo alcune importanti guide particolari e rari studi istituzionalicollegati a una verifica dellesistenza delle corrispettive carte non esisteva un panorama globale delle istituzioni chehanno operato nel corso dei secoli e di cui si sia conservata la documentazione.

    La Guida ha consentito, ad esempio, di ricostruire una prima mappa degli archivi oggettivamente esistenti degliorgani periferici degli Stati preunitari e dello Stato italiano, di evidenziare la continuit istituzionale tra le ultime ri-forme sabaude e lorganizzazione centrale dello Stato italiano, di mettere a confronto le diverse soluzioni istituzionaliverificatesi nel corso del secolo XVIII, o ancora elementi comuni nella costituzione degli Stati signorili e la atipicitdello Stato della Chiesa rispetto a tutti gli altri ordinamenti statali, la distribuzione sul territorio delle fonti medievali.Ha consentito inoltre di verificare la portata delle dispersioni e delle lacune.

    Oltre ai casi in cui nel fondo si mantenuta lidentit del soggetto produttore o vi si possono individuare archivio serie di diversa provenienza, esistono molti casi di risistemazione delle carte (frequenti soprattutto per gli antichi re-gimi), miscellanee consolidate e situazioni tali di disordine che non consentono neanche una ricostruzione virtualedegli archivi di origine, ma solo lelaborazione distinta di notizie storico-istituzionali e archivistiche intese a segnalareindirettamente gli accertati soggetti creatori.

    Nel progetto era comunque previsto che ogni istituto provvedesse a elaborare tavole di riferimento tra le descri-zioni elaborate per la Guida, i fondi e versamenti quali oggettivamente risultano nei depositi (guida topografica) e glistrumenti di ricerca interni e a stampa che spesso, a loro volta, forniscono descrizioni, peraltro non omogenee, relativea un insieme di fondi o serie di diversa provenienza o limitate a singole serie o a versamenti parziali.

    Il problema della definizione del fondo dunque oggettivamente un problema complesso, spesso sottovalutato dachi teorizza senza una adeguata esperienza di lavoro sulle carte e senza una visione globale delle fonti, perch richiededi conciliare lesigenza di una ricostruzione sincronica degli archivi prodotti dalle magistrature che operavano nel-

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  • lambito di ognuno degli ordinamenti statali avvicendatisi nel corso dei secoli sul territorio della penisola italiana conquella della ricostruzione della dinamica interna propria di ciascun fondo archivistico. La necessit di assumere unpreciso e coerente punto di vista dunque essenziale nelle guide e nei censimenti, ma si pone anche nella redazionedegli inventari e, pi in generale, nellelaborazione di qualsiasi altro tipo di strumento di ricerca relativo alle fonti do-cumentarie: in sede di riordinamento si ricostruisce il processo di formazione del fondo, e lo si rispetta quando vi si ri-flettano effettivamente situazioni istituzionali e storiche determinanti, ed opportuno fornirne una descrizione pun-tuale. Ci non esclude affatto che nello stesso inventario si possa offrire anche, mediante tavole differenti di presenta-zione delle serie, una descrizione che tenga conto di un diverso criterio di impostazione, basato sulla chiara identifi-cazione dei soggetti produttori e sui riferimenti al altre parti dei rispettivi archivi conservate altrove.

    Il riordinamento dei fondi o le nuove acquisizioni di carte possono ovviamente modificare dati e informazioniforniti in guide e inventari, ma la provvisoriet dei risultati propria del lavoro archivistico, come ben si evince daqualsiasi analisi comparata di strumenti di ricerca. Come si rilevato, anche una diversa impostazione metodologicapu non consentire il riconoscimento immediato di uno stesso fondo e ci perch la scelta dei criteri metodologicicostituisce a sua volta un fatto culturale in cui si riflettono orientamenti e principi teorici diversi, che acquistano unaulteriore valenza interpretativa se collocati nel contesto storico in cui sono stati elaborati. Come gli strumenti di ri-cerca approntati in epoche diverse dai soggetti produttori possono riflettere specifiche finalit politico-amministra-tive, soprattutto fino al secolo XVIII, ma anche in epoca pi recente, e comunque sono sempre espressione di unadeterminata cultura burocratica, cos gli strumenti di ricerca approntati presso gli istituti di conservazione nei secoliXIX-XX quando cio si operata una frattura nella gestione degli archivi storici rispetto agli archivi amministra-tivi riflettono la scelta scientifica sottesa ai criteri di ordinamento e di descrizione. Ne consegue in ogni caso chequando si procede a ulteriori strumenti di ricerca relativi a fondi di cui esistono precedenti descrizioni necessarioraccordare, nei limiti del possibile, le informazioni mediante rinvii, tavole di raffronto o richiami in altra forma. Cirisulta utile alla ricerca sia perch in ogni caso si deve essere in grado di ritrovare le unit archivistiche anche se si

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  • trovino organizzate o descritte in maniera diversa, sia perch dalla rilettura di antichi, o comunque precedenti, stru-menti di ricerca emergono informazioni estremamente utili alla storia dellamministrazione.

    Partendo da queste riflessioni si proceduto nella compilazione del presente catalogo di guide e inventari editicon lobiettivo di fornire uno strumento di ricerca e al tempo stesso materiali per un approfondimento teorico. Ne con-segue sotto questo aspetto un carattere decisamente sperimentale, reso possibile dal fatto che gli strumenti di ricercacensiti sono un numero molto limitato meno di 2000 ma costituiscono un campione sicuramente rappresentativopoich riguardano una vasta e differenziata gamma di fondi e di soggetti produttori.

    Va infine rilevato che, nel momento in cui si verifica un dibattito sulluso dellinformatica in campo archivisticosi ritenuto rilevante recuperare anche in una dimensione storica levoluzione degli strumenti di ricerca, limitata inquesta sede a quelli editi, ma fondamentale anche per quelli ad uso interno, come si rileva ad esempio dal volumeSynopsis ad inveniendacurato dallArchivio di Stato di Parma in cui sono censiti tutti gli strumenti di ricerca esistentinellistituto.

    3. Il Catalogo. Nel presente lavoro risultano distinti in due parti il catalogo degli strumenti di ricerca, corredato dauna serie di indici propri di una analisi bibliografica, e lapparato degli indici dei fondi, realizzato con un programmainformatico ad hoc e basato su criteri rigorosamente archivistici che inevitabilmente hanno posto in primo piano ilproblema della definizione del fondo, inteso come prima e fondamentale chiave di accesso alla ricerca.

    Il progetto risale alla fine del 1983, quando fu inviata una circolare firmata dallallora direttore generale, prof.Renato Grispo, con cui si richiedeva agli Archivi di Stato e alle Soprintendenze archivistiche di inviare alla DivisioneV-Studi e pubblicazioni lelenco degli strumenti di ricerca editi relativi ai fondi che rientravano nellambito delle ri-spettive competenze. A fronte di alcune risposte, frutto di attenta e approfondita indagine, in troppi casi le segnala-zioni risultarono parziali o imprecise. Emerse pertanto la necessit di condurre al centro una indagine sistematica perintegrare la base di notizie fornite dagli istituti e operare verifiche puntuali per rendere omogenee le descrizioni. Si

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  • trattava di un impegno cui la Divisione impegnata allepoca nellelaborazione della Guida generale, oltre alla ordi-naria attivit editoriale non poteva far fronte.

    Il progetto fu pertanto rinviato e ripreso nel 1990 con una seconda circolare, sempre a firma del prof. Grispo, cherichiedeva agli istituti periferici laggiornamento dei dati. Da una riflessione iniziale, confortata poi dalle risposte,anche questa volta di livello difforme, emerse unipotesi di tre distinti cataloghi, uno per le guide e gli inventari, unoper i regesti, uno infine per i cataloghi delle mostre. Si decise di partire con quello delle guide e degli inventari, estesoanche agli strumenti di ricerca relativi ai fondi conservati presso lArchivio segreto vaticano e presso la Repubblica diSan Marino, affidandone la cura a Isotta Scandaliato e a Maria Teresa Piano Mortari, bibliotecarie in servizio pressolUfficio centrale per i beni archivistici, mentre chi scrive si assumeva il compito di elaborare gli indici dei fondi.

    Si posero immediatamente due distinti problemi, uno di carattere metodologico in ordine alla definizione dei li-miti dellindagine, laltro determinato dalla difficolt obbiettiva di individuare pubblicazioni che, per la loro natura eper essere spesso pubblicate localmente e al di fuori di collane regolari o su riviste poco note, non hanno di massimauna larga diffusione. Sotto questo aspetto ulteriori difficolt si collegano al fatto che dal titolo non sempre si evinceche si tratta di uno strumento di ricerca, avendo lautore o leditore preferito un titolo che suggerisca piuttosto unin-dagine storica; talora invece ci si trova di fronte a una indagine storica che fornisce in appendice una sommaria de-scrizione di fondi, senza chiarire sempre se si tratti di una selezione di documenti o di una sistematica descrizione diserie. Per una pi precisa informazione su queste difficolt e su come sia stata condotta la ricerca si rinvia allintro-duzione del catalogo, in cui le curatrici illustrano anche i criteri adottati nelle descrizioni bibliografiche e nella loroarticolazione in tre parti: Guide generali e Guide settoriali e territoriali; Guide particolari e inventari; Guide tema-tiche. Tale articolazione, utile nella redazione di un volume a stampa, potr essere sostituita nei futuri aggiornamentida una pi semplice disposizione delle opere in ordine cronologico.

    Sotto il profilo metodologico lobiettivo era quello di censire guide e inventari, ma nel corso della ricerca emersa una tipologia molto varia, spesso dai caratteri indefiniti, che ha posto unalternativa tra luso restrittivo delle-

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  • spressione strumenti di ricerca, limitandolo ai casi in cui si trattava oggettivamente di guide e inventari chiaramente

    identificabili per impostazione e per rigore formale o viceversa includere anche altri tipi di descrizioni che comunque

    dessero informazioni su singole serie, su interi fondi o su pi complesse realt archivistiche. Si optato per una linea

    intermedia privilegiando le guide, il cui livello di analiticit risulta comunque molto differenziato, e gli inventari

    globali o parziali, analitici o sommari, con o senza introduzione, con o senza indici , includendo tuttavia anche altre

    tipologie di strumenti di ricerca, come ad esempio elenchi di notai, descrizioni di una fonte seguita da un elenco sin-

    tetico delle carte, rassegne di fonti in forma discorsiva, segnalazioni di fondi da cui comunque emergono dati sulle

    serie o sulla consistenza. Per questa pi variegata tipologia non stato possibile ripetere lo spoglio sistematico di tutte

    le bibliografie, i repertori e le riviste gi avviato nella prospettiva di censire strumenti di ricerca pi canonici, anche

    perch era piuttosto difficile delineare caratteri omogenei per definire criteri obiettivi di selezione. Ne risulta una se-

    gnalazione sostanzialmente orientativa, su cui conviene riflettere nellipotesi di una nuova edizione del catalogo se

    non sia comunque opportuno prendere in considerazione indiscriminatamente tutte le segnalazioni di fonti, tenendo

    conto ad esempio del fatto che anche le segnalazioni in forma discorsiva e talora brevissima, si rivelano non meno

    utili ai fini della conoscenza delle fonti archivistiche esistenti.

    Nella fase progettuale era emersa lopportunit di non includere nel presente catalogo i regesti, considerandoli ti-

    pologicamente pi affini alle edizioni di fonti; tuttavia in non pochi casi si tratta di inventari analitici, per lo pi di

    serie o raccolte di pergamene, ma anche di serie di altra natura. Al di l della oggettiva difficolt per operare in con-

    creto tale distinzione, linclusione sistematica di inventari analitici in forma di regesto, avrebbe comportato la neces-

    sit di censire su scala generale le pubblicazioni di regesti e valutarne le caratteristiche. Lavoro per il quale non si di-

    sponeva di forze sufficienti e probabilmente arbitrario, risultando pi utile pensare a un successivo unico catalogo dei

    regesti. Poich ne avevamo inclusi alcuni nel nostro repertorio, abbiamo ritenuto utile lasciarveli a titolo esemplifica-

    tivo.

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  • Sempre a titolo esemplificativo, o pi precisamente senza aver condotto ricerche sistematiche, risultano nel cata-

    logo alcuni inventari di archivi musicali, di archivi fotografici, di raccolte di carte mappe e disegni, questi ultimi pe-

    raltro piuttosto numerosi: lindagine per reperire tali strumenti di ricerca deve essere estesa a riviste specialistiche nel-

    lambito della musicologia, della geografia, della fotografia, ecc. Costituiscono pertanto, nelleconomia del nostro la-

    voro, dei punti di partenza per future indagini.

    Lespressione manoscritti tipica del settore bibliografico viene usata presso le biblioteche non solo in senso

    tecnico, ma talora impropriamente per indicare fondi archivistici. Ci ha creato non pochi problemi nella fase di ri-

    cerca. Si cercato di includere nel catalogo le pubblicazioni relative ai casi in cui sicuramente si trattava di fondi ar-

    chivistici, ma evidente che la selezione pu rivelarsi inadeguata.

    Altre espressioni che fanno sorgere ambiguit sono carteggio e epistolario. La prima espressione dovrebbe

    indicare la corrispondenza inclusa nellarchivio di una persona o di una famiglia, o anche lo scambio di lettere tra due

    persone provenienti dai rispettivi archivi, mentre la seconda dovrebbe riferirsi alla ricostruzione virtuale delle lettere

    spedite da un mittente a diversi destinatari, conservate pertanto in archivi diversi, salvo il caso che il mittente conservi

    minuta delle lettere che scrive. Le due espressioni sono usate indistintamente per indicare archivi personali, ricostru-

    zioni virtuali delle lettere di un unico mittente o la corrispondenza tra due o pi persone ricavata da archivi diversi. Si

    cercato di includere nel catalogo i casi in cui si trattava di archivi personali, ma certamente la distinzione non risulta

    rigorosa. N sempre risulta chiara dai titoli la differenza tra i documenti di una persona e quelli su una persona, que-

    stione evidentemente non secondaria ai fini della identificazione del fondo.

    La scelta di prendere in considerazione anche strumenti di ricerca non facilmente tipizzabili, ma non per questo

    meno utili, risponde pure allo scopo di far meglio comprendere lo sforzo peraltro non sempre felice compiuto nel

    corso dei decenni dagli archivisti per rendere nota e accessibile in qualche modo la quantit sterminata di fonti esi-

    stenti.

    23

  • Recenti convegni, promossi dallUfficio centrale per i beni archivistici e dallAssociazione nazionale archivisticaitaliana, sono stati dedicati al tema degli strumenti di ricerca, per meglio definire le caratteristiche e le metodologie diintervento, e tanto a livello nazionale che internazionale si discute sul ruolo che lautomazione e gli sviluppi nel set-tore della comunicazione possono giocare sulla gestione delle informazioni in campo archivistico. Questo dibattito, amio avviso, non pu prescindere dallapprofondimento della storia degli strumenti di ricerca e da una analisi compa-rata dei problemi e dei risultati raggiunti, perch lapplicazione dellinformatica risulta effettivamente utile se si ri-escono a definire con chiarezza gli obiettivi prioritari e la metodologia archivistica pi congrua per raggiungerli,anche in tappe successive, senza operare fratture concettuali tra la tradizione e linnovazione, senza far prevalere la ri-flessione relativa agli standard descrittivi sul processo intellettuale che porta alle definizione dei contenuti, alla co-struzione logica e strutturale delle informazioni.

    Nellambito della diffusione delle informazioni relative agli strumenti di ricerca editi, si rivela dunque opportunala costituzione di una banca dati, allargata in prospettiva a qualsiasi tipo di segnalazione di fonti e studiata anche perevidenziare archivi che risultano allinterno del fondo descritto, in conseguenza del suo processo di formazione fe-nomeno frequente tanto per le istituzioni pubbliche, quanto per le opere pie o per gli archivi familiari, per le corpora-zioni religiose o per le imprese e, ovviamente in tutti i casi in cui ci si trovi di fronte a istituzioni che hanno svoltosul territorio un ruolo di istituto di concentrazione per altre fonti oltre a quella costituita dallarchivio dellistituzionestessa, come ad esempio gli archivi comunali o quelli diocesani, ma anche fondazioni private o enti di varia natura.Un discorso pi complesso, in ragione soprattutto delle dimensioni, si pone nellipotesi di una indicizzazione globaledei fondi citati in guide, censimenti e rassegne di fonti, come emerge dai lavori in corso per gli indici della Guida ge-nerale degli Archivi di Stato italiani.

    Il presente catalogo, nei limiti descritti, si pone come un primo passo per una riflessione pi ampia sui diversi li-velli di approccio alle fonti, quando si applichi linformatica, e per un approfondimento dellimpegno nella normaliz-zazione che, a mio avviso, deve essere sviluppato in via prioritaria nellambito dei criteri per definire rigorosamente i

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  • livelli base di descrizione in una prospettiva che combini virtualmente la denominazione dei fondi con lidentifica-zione dei soggetti produttori, in quanto linsieme di questi elementi che costituisce la prima chiave di accesso allefonti e d la possibilit di operare collegamenti tra nuclei di carte prodotti da uno stesso ente e confluiti in sedi diversee di analisi comparate tra gli archivi di magistrature coeve. La Guida generale ci ha fornito unidea globale della com-plessit del problema per gli archivi delle istituzioni statali, ma come gi si notato non minore complessit si ri-leva nel processo di formazione degli archivi delle imprese o dei sindacati, delle istituzioni assistenziali o delle cor-porazioni religiose o anche delle famiglie.

    4. Gli indici. Si appena rilevato che in campo archivistico la prima chiave di accesso ai documenti rappresentatadalla denominazione del fondo, o pi precisamente dallente assunto come livello base di descrizione, che come si visto comporta notevoli problemi concettuali e pratici. Gli indici di questo catalogo si riferiscono ai fondi, in questaspecifica accezione, facendo riferimento anche alla serie (ma di massima non come voce guida), solo in quei casi incui si tratta di strumenti di ricerca relativi a una serie o comunque a una piccola parte di un fondo di vaste proporzioni.

    Lelaborazione degli indici ha comportato un triplice ordine di problemi: a) la scelta di una pluralit di chiavi diaccesso e pertanto la costruzione di diversi tipi di indice; b) ladozione di criteri coerenti per la denominazione deifondi; c) lelaborazione di un programma informatico in cui far confluire informazioni costruite secondo diversi pro-cedimenti logici.

    In relazione al primo punto sembrato utile elaborare un indice per le guide generali, particolari e settoriali-ter-ritoriali; un indice dei fondi per sede (luogo e istituto) di conservazione; un indice generale dei fondi, seguiti dalle ri-spettive sedi di conservazione; un indice dei fondi raggruppati per tipologia sulla base di un quadro di categorie ela-borate sviluppando e articolando quelle utilizzate nella parte terza (archivi non statali e statali non periodizzabili) diogni voce della Guida generale; un indice generale dei luoghi segnalando sempre, nel caso dei comuni, la provinciaattuale di appartenenza.

    25

  • Ladozione di criteri coerenti per la denominazione dei fondi ha posto non poche difficolt. Almeno una parte deititoli degli strumenti di ricerca editi non definiscono con chiarezza e in maniera completa il fondo. Sono frequentiinoltre i casi in cui anche dalle introduzioni non risulta una chiara informazione sulla denominazione del fondo specie se linventario si riferisce a singole serie , sulle date estreme, sulla consistenza, sulla sede di conservazione.Ci ha comportato la necessit di accurate indagini che tuttavia non garantiscono dallaver commesso eventuali er-rori per lidentificazione e una denominazione corretta e normalizzata, tenendo anche presente che titoli diversi pos-sono riferirsi allo stesso fondo e pertanto in sede di indici debbono risultare collegati.

    Nel corso di queste ricerche si rivelata essenziale la Guida generale degli Archivi di Stato italianiper i fondi ividescritti, non solo quando lo strumento di ricerca risulta gi citato, ma anche nei casi di strumenti di ricerca editi dopola pubblicazione dei vari volumi o allepoca sfuggiti. Lo sforzo di normalizzazione operato dalla Guida generale costi-tuisce una sorta di Authority list, per quanto provvisoria e problematica in alcune sue parti, la cui utilit emerge imme-diatamente quando si debbono invece identificare fondi per i quali non esistono guide edite ragionate, come ad esempionel caso dellArchivio segreto vaticano. Vi sono casi in cui la denominazione del fondo si ricava solo parlando con unarchivista esperto. Di qui oltre a verifiche effettuate direttamente sugli strumenti di ricerca, si sono rese necessarie vi-site in diversi archivi e numerosissime telefonate. Per gli archivi di organi centrali e periferici degli Stati preunitari eitaliani, in considerazione della presenza di denominazioni simili, si ritenuto opportuno segnalare anche le dateestreme del fondo e la localit in cui ha o ebbe sede listituzione di cui si considera larchivio. Anche sotto questoaspetto la Guida generale si rivelata essenziale per consentire queste integrazioni in tempi ragionevoli.

    Piuttosto complessa risulta la segnalazione di singole magistrature o serie comunali, specie nei casi in cui sul-lantico comune si sia innestato successivamente lo stato signorile, conservate per lo pi negli Archivi di Stato. Si fatto riferimento anche in questi casi alla struttura adottata nella Guida generale. In ogni caso nellindice degli ufficistatali e locali preunitari si operata una indicizzazione molto analitica che, attraverso numerosi rinvii, consente unpi differenziato accesso.

    26

  • Ove non si arrivi a un linguaggio pi uniforme, riuscir sempre difficile capire se gli inventari relativi ai Comuni,le cui carte risultano conservate negli Archivi storici comunali (o Sezioni separate dArchivio), descrivono solo ilfondo comunale o anche fondi di diversa provenienza. Nellincertezza si adottato un criterio, forse generico, ma taleda coprire tutte le situazioni: si usata solo lespressione Comune che pu indicare tanto il fondo comunale o lin-sieme di serie e magistrature comunali quanto lente che ha istituito il proprio Archivio storico comunale (o Sezioneseparata dArchivio) ove possono trovarsi anche fondi diversi. Lespressione peraltro ha consentito anche di non en-trare, in sede di indicizzazione dei fondi, nel merito della effettiva costituzione della Sezione separata dArchivio odelleventuale conservazione del fondo comunale presso la Biblioteca civica o altro ufficio del Comune. Nel caso diinventari relativi a serie o magistrature comunali conservate presso lArchivio storico comunale si sono seguiti glistessi criteri analitici adottati per serie e magistrature comunali conservate negli Archivi di Stato.

    Laggiunta delle date del fondo o delle serie cui si riferisce linventario (nei moltissimi casi in cui le date noncompaiono nel titolo) operata per gli organismi dello Stato sarebbe stata ovviamente opportuna anche per tutti gli altrifondi archivistici, comuni, archivi notarili, istituzioni ecclesiastiche e religiose, opere pie, enti e istituzioni varie, par-titi e sindacati, famiglie e persone, ma ci avrebbe comportato tempi lunghissimi di indagine e notevoli rischi di erroreperch spesso come si gi rilevato gli inventari non riportano in una tavola sinottica estremi cronologici e consi-stenza delle serie descritte, n sempre forniscono dati globali nellintroduzione.

    Lindicazione della sede di conservazione costituisce nella maggioranza dei casi un elemento che indirettamenteaiuta a orientarsi circa lambito territoriale del fondo, o almeno a fornire un primo punto di riferimento per ulteriori in-dagini.

    Questi due primi ordini di problemi sono tipicamente archivistici e riguardano lindicizzazione tanto se si pro-ceda tradizionalmente con schedine quanto se si usi linformatica. Linformatica non solo non riduce sotto nessunaspetto le difficolt inerenti a tali fasi di lavoro, ma impone anzi sforzi maggiori per un pi stretto rigore formale e peruna, a volte impossibile, prefigurazione delle soluzioni logiche. Per chi ha una lunga consuetudine con il lavoro tradi-

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  • zionale decisamente pi semplice compilare indici specie se molto complessi con le schedine, operazione cheperaltro richiede anche tempi molto pi brevi. Ma loccasione di impostare il lavoro facendo ricorso allautomazionemi sembrata importante per mettere a fuoco problemi e metodi su cui discutere in vista di ulteriori sviluppi, rica-vandone per altro dei vantaggi, soprattutto in termini di correzione di bozze, in occasione di ripensamenti e ristruttu-razioni suggeriti talora dagli incroci delle informazioni.

    Il rapporto tra informatica e indicizzazione va analizzato da chi direttamente esegue il lavoro archivistico cheporta alla definizione e normalizzazione delle informazioni da indicizzare e alla costruzione della loro struttura gerar-chica. Lanalisi dei problemi affrontati e delle minuziose regole di descrizione elaborate potranno essere oggetto diuna pi tecnica trattazione. Sotto laspetto informatico si possono prevedere ipotesi di lavoro e chiedere la creazionedi un apposito programma. Ma inevitabilmente nel corso del lavoro archivistico emergono problemi non prevedibili apriori; alcune delle soluzioni previste risultano da parziali verifiche scarsamente utili, mentre emerge lesigenza dimodificare certe connessioni strutturali per potenziare laccesso da diversi punti di vista. Come capita con il lavorotradizionale, anche con linformatica nonostante limpegno per prevedere a monte le scelte logiche e operative leidee si chiariscono solo alla fine del lavoro, quando non sempre risulta agevole apportare ulteriori modifiche, e ci na-turalmente ha determinato un incredibile allungamento dei tempi di lavoro. Si rivelata pertanto essenziale una strettacollaborazione con linformatico che ha dovuto interpretare i problemi concettuali posti dallarchivista, o indiretta-mente emersi dalle connessioni precostituite, traducendoli in percorsi logici che consentissero adeguate soluzioni tec-niche. Ci ha comportato uno sforzo reciproco di avvicinamento nel linguaggio e nella metodologia.

    Pu sembrare incongrua lidea di aver progettato un lavoro nella prospettiva dellautomazione per tradurlo poi ediffonderlo, almeno in una prima fase, nella forma di un tradizionale strumento di ricerca edito. Il fatto che si ritieneopportuno garantire al lavoro unampia diffusione per verifiche e discussioni con archivisti e ricercatori al fine di mi-gliorare i sistemi di indicizzazione e ci risulta certamente pi agevole facendo riferimento a un testo scritto. Inoltreva tenuto presente che uno strumento di ricerca destinato soprattutto agli utenti e a tuttoggi anche per i ricercatori il

    28

  • testo scritto costituisce un pi facile approccio alle fonti. Concepito allinterno della Divisione V-Studi e pubblicazioni

    lintero lavoro stato realizzato, con spesa molto limitata, nellambito dei capitoli ordinari di bilancio.

    5. Il progetto informatico.* La storia di questo volume la storia di una esplorazione inedita. Un difficile viaggio di

    andata, con un pi difficile viaggio di ritorno: dallanalogico al digitale, e dal digitale allanalogico.

    Si partiti da una serie di schede manoscritte, frutto di anni di ricerca, collocate nei classici contenitori a vista: si

    trattava di circa 2.000 schede che comprendevano descrizioni bibliografiche con alcuni elementi per lindice cronolo-

    gico, per quello degli autori e curatori, per quello degli enti curatori patrocinatori o editori ed altri che sono serviti di

    base per una pi complessa indicizzazione dei fondi, frutto prevalentemente di una indagine parallela.

    Di queste schede si analizzata la struttura informativa per individuare i percorsi testuali attraverso i quali il let-

    tore potesse orientarsi e trovare linformazione ricercata, senza sacrificare nulla della specificit delle schede origi-

    narie, ma anche senza disorientarlo con centinaia di possibilit di accesso. Questi percorsi logico-umani sono stati tra-

    dotti in un archivio informatico con logica propria, articolato in due gruppi principali, luno con le informazioni di na-

    tura bibliografica (curate da I. Scandaliato e M. T. Piano Mortari) e laltro con le informazioni di natura archivistica

    (curate da P. Carucci), e vari sottogruppi, per complessive 88 unit informative elementari significative per ogni sin-

    gola scheda!

    Tra innumerevoli stesure e rifacimenti, aggiunte e verifiche, a fine 94 si disponeva di un buon archivio informa-

    tico che rendeva conto di tutte le informazioni desiderate e possibili, persino quelle implicite, che il lettore-ricercatore

    non avrebbe mai trovato o dedotto dalla semplice lettura delle schede.

    Si era creato anche un prezioso bagaglio di esperienze interdisciplinari.

    29

    * Questo paragrafo a cura del dott. Claudio Torella, realizzatore della parte informatica della ricerca.

  • Raggiunto questo risultato, bisognava mettere a disposizione degli interessati tutta la ricchezza dellelabirato ot-

    tenuto e ritornare ad un supporto analogico (libro stampato) utilizzando le capacit di sintesi informative proprie della

    tecnologia informatica. Ma questo obiettivo presentava due difficolt.

    La prima che gli archivi informatici non si adattano a questo particolare uso. Essi sono concepiti, infatti, per

    trarre istantaneamente una informazione da una gran massa di dati. Ma la nostra richiesta non era quella di estrarre

    una carta dal mazzo, ma piuttosto di articolare e riarticolare praticamente tutte le informazioni dellarchivio. Questo

    uso particolare ha posto molti problemi gi nella costruzione dellarchivio, ma ancor pi nella fase finale di estrazione

    degli indici, dove abbiamo pi volte spiacevolmente sperimentato leccesso delle nostre pretese.

    La seconda difficolt relativa al fatto che le informazioni fornite da un archivio informatico sono sempre allo

    stato grezzo. Si dovuto trovare allora il modo di porgerle al lettore con tutte le caratteristiche della buona fotocom-

    posizione, senza per intervenire con una ricomposizione, o qualsivoglia intervento manuale, perch ci avrebbe li-

    mitato la garanzia di integrit e correttezza dei dati estratti.

    Questo lavoro, per alcuni aspetti unico, stato realizzato senza riferimenti operativi reperibili n in Italia n alle-

    stero, e proprio per questo motivo ha richiesto oltre quattro anni di applicazione. Per la realizzazione sono stati utiliz-

    zati vari software, ognuno per il buon contributo parziale che poteva fornire e conseguentemente ci si dovuti muovere

    anche su pi sistemi operativi.

    Alla fine ne abbiamo ricavato anche la soddisfazione di offrire un libro che non offre nulla in meno del software

    che lha originato: se il ricercatore potesse operare direttamente sul nostro computer, non riceverebbe nessuna informa-

    zione in pi rispetto a quelle che sono state stampate. E questo proprio perch si riusciti a riportare in stampa tutti i

    possibili percorsi di ricerca.

    Ne abbiamo ricavato anche un insieme di esperienze e metodologie originali e proficue, e la consapevolezza che

    su nuovi archivi ora potremmo ottenere analoghi risultati non con limpegno di alcuni anni, ma di alcuni mesi.

    30

  • In termini puramente tecnici questo lavoro rientra nel recente orientamento relativo ad alcune applicazioni del-linformatica, che pu essere applicata non come strumento di supporto dati ma come strumento di indagine e sco-perta. Si visto, cio, che se opportunamente pilotato lo strumento informatico permette di rilevare eventi o realt nonrilevabili con altri strumenti di indagine o danalisi. Infatti, nel corso di questo lavoro, linterazione dei dati e lelabo-razione degli stessi a volte ci ha sorpreso ponendoci di fronte a scenari inattesi che hanno indotto in riflessioni oprovocato cambiamenti strutturali.

    Di tutto ci il lettore difficilmente avr percezione. Ci auguriamo in ogni caso che ne possa beneficiare ogni ri-cerca effettuata sulle pagine di questo volume.

    PAOLA CARUCCI

    31

  • 32

    Con la pubblicazione di questo secondo volume, il Catalogo delle Guide e degli inventari editisi estende a tutto il

    1998. La complessit della ricerca bibliografica e dellindicizzazione dei fondi archivistici illustrata nellIntroduzione al

    primo volume, ha trovato piena conferma. Tra il 1992 e il 1998 sono mutate le denominazioni di alcuni istituti di conser-

    vazione. Dai 96 Archivi di Stato esistenti al 1992 si passati ai 100 attuali, a seguito della istituzione di nuove province,

    cos, ad esempio, troviamo trasformate in Archivi di Stato le precedenti Sezioni di Biella, Prato e Rimini. Anche alcuni

    istituti storici della Resistenza hanno cambiato denominazione: in questo caso si riflette la tendenza a configurarsi in ma-

    niera diversa, come ad esempio avviene per il Museo storico di Trento che subentra al Museo del Risorgimento e della

    lotta per la libert, o ad accentuare unestensione cronologica degli interessi, come nel caso di Bergamo il cui Istituto per

    la storia del movimento di liberazione diventato Istituto per la storia della Resistenza e dellet contemporanea.

    Si nota un incremento, almeno in rapporto agli strumenti di ricerca pubblicati, di fondazioni e centri culturali.

    rilevante il confronto numerico tra il primo e il secondo volume. Il primo volume, che copre un arco di tempo che

    va dal 1861 al 1991, contiene la segnalazione di 1920 opere; il secondo, che va dal 1992 al 1998, si riferisce a 1362 opere.

    Si tratta in realt di un numero complessivo che supera di almeno un centinaio di voci il numero di 3282 dellultima voce

    del volume, a causa della ripetizione di alcuni numeri, con nota in esponente, sia nel primo che nel secondo volume, per

    opere individuate quando non era pi possibile modificare la numerazione progressiva. Questo incremento delle pubbli-

    cazioni si delinea nel corso degli anni Settanta, cresce nel corso degli anni Ottanta e prosegue successivamente.

    Rispetto al precedente volume, trova conferma il fatto che la tendenza a pubblicare gli strumenti di ricerca molto

    pi diffusa per le fonti non conservate negli Archivi di Stato, ove prevale tuttora lesigenza di produrre strumenti di ri-

    INTRODUZIONE

    al secondo volume

  • cerca ad uso interno delle sale di studio. Il fenomeno pu collegarsi alla politica di valorizzazione svolta dalle Regioni e,in anni recenti, adottata anche dallAmministrazione archivistica statale. Il ricorso a finanziamenti esterni o comunque fi-nalizzati induce una maggiore esigenza di visibilit. In ogni caso senzaltro positiva la pubblicazione di guide e inven-tari di istituzioni pubbliche (non statali) e private, specie quando non ne sia intuibile lesistenza. Pu anche rilevarsi unamaggiore consapevolezza dellimportanza dellarchivio storico nellambito degli archivi di impresa, sindacali e di partitie movimenti politici. Parimenti in crescita risulta la descrizione di fonti audiovisive, fotografiche, orali.

    Questo secondo volume ha confermato la funzionalit dei criteri adottati per la presentazione delle opere, secondorigorosi criteri bibliografici, e per lindicizzazione dei fondi, secondo rigorosi criteri archivistici. Fondamentali risul-tano lindividuazione dei fondi archivistici, assunti a chiave primaria di ricerca, non sempre individuabili dai titolidegli strumenti di ricerca, e la normalizzazione delle rispettive denominazioni che presentano particolari difficolt, adesempio, per gli archivi sindacali, per alcune istituzioni religiose, per le raccolte e miscellanee, per i fondi conservatipresso le biblioteche. La Guida generale degli Archivi di Stato italianisi conferma essenziale punto di riferimento perle denominazioni corrette e normalizzate degli uffici centrali e periferici degli Stati preunitari e italiani.

    Per arrivare a una segnalazione annuale degli strumenti di ricerca editi, si dovr completare il terzo volume, per glianni 1999-2005, gi in corso di elaborazione.

    opportuno prevedere anche unindagine per gli strumenti di ricerca tradizionali e banche dati consultabili su siti-web.

    Per il momento si realizzato un CD-rom in cui sono riuniti i due volumi editi e si prevede di metterli su Internet.

    PAOLA CARUCCISoprintendente allArchivio centrale dello Stato

    33

  • CATALOGO

    a cura di

    MARIA TERESAPIANO MORTARI e ISOTTA SCANDALIATO CICIANI

    Il catalogo stato curato da Maria Teresa Piano Mortari per le schede 1-960, da Isotta Scandaliato Ciciani per le schede nn. 961-1920.

  • Lidea del catalogo scaturita dal proposito dellAmministrazione centrale di censire gli strumenti di ricerca editi

    anche al di fuori delle proprie collane, avviando una serie di cataloghi relativi a pubblicazioni archivistiche distinte

    per tipologia: guide, inventari, edizioni di fonti, regesti e cataloghi di mostre. A tal fine nel 1983 venne inviata agli Ar-

    chivi di Stato e alle Soprintendenze archivistiche una circolare n. 227/83 (19) a firma del direttore generale allora

    in carica, prof. Renato Grispo, per richiederne la segnalazione.

    Negli anni immediatamente successivi non fu possibile dar corso al progetto per la mancanza di personale che vi

    si potesse dedicare.

    Solo nel 1989 ci si avvalse in parte delle informazioni bibliografiche pervenute in risposta alla suddetta circolare

    quando fu curata ledizione di un catalogo1 per illustrare una mostra di pubblicazioni archivistiche in occasione del

    25 anniversario della istituzione della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dellUniversit di Roma.

    Successivamente fu deciso di procedere, in primo luogo, alla redazione del catalogo delle guide e degli inventari

    editi riguardanti fondi documentari conservati in territorio italiano, estendendo tuttavia linformazione allArchivio

    segreto vaticano e allArchivio governativo della Repubblica di San Marino. Pertanto, per aggiornare le precedenti se-

    gnalazioni, venne inviata una seconda circolare nel 1990 n. 56/90 (4).

    Ad una attenta disamina non tutte le risposte pervenute si sono rivelate ugualmente valide: alcune, scarse e lacu-

    nose, altre invece puntuali ed esaurienti, come ad esempio quelle degli Archivi di Stato di Firenze, Napoli e Venezia.

    Procedendo alle necessarie integrazioni e alla verifica diretta delle indicazioni bibliografiche ricevute attraverso

    ricerche sistematiche, si constatato quanto numerose siano le pubblicazioni che in qualche modo possono rientrare

    35

    INTRODUZIONE

    al primo volume

  • nella tipologia che oggetto della nostra indagine. Si dovuto pertanto fissare un criterio di selezione che, pi rigidoallinizio ha indotto a privilegiare in un primo momento soltanto guide generali, particolari e settoriali-territoriali, in-ventari analitici e sommari o elenchi dettagliati di fondi. In seguito parso utile, al fine di offrire uninformazione picompleta, includere nel catalogo pure repertori sommari, relazioni, rassegne di fonti rese anche in forma descrittiva,purch contenenti almeno la consistenza del fondo archivistico o gli estremi cronologici delle serie che lo compon-gono. Lampliamento dellindagine stata una delle ragioni che hanno determinato la dilatazione dei tempi previstiper la redazione del volume, in quanto si dovuto rifare almeno in parte il percorso bibliografico alla luce del nuovocriterio di scelta.

    Il primo strumento da cui ha preso le mosse una ricerca sistematica stata la Guida generale degli Archivi diStato italiani2, le cui voci sono corredate di una ricca bibliografia che stata minuziosamente esaminata. Non ci si infatti soffermati soltanto sugli inventari a stampa, la cui esistenza vi viene puntualmente segnalata, ma si presanota, per verificarne il contenuto, anche di tutte quelle pubblicazioni il cui titolo induceva a pensare che potesserocontenere dati utili alla nostra ricerca.

    Una grande quantit di informazioni si sono tratte dalla Rassegna degli Archivi di Statoche, oltre a pubblicarestrumenti di ricerca, fornisce segnalazioni bibliografiche di tipo specialistico e notizie indirette rilevabili da alcune ru-briche quale, ad esempio, quella relativa allattivit degli Archivi.

    Parallelamente lindagine si estesa anche ai cataloghi di fondi conservati al di fuori degli Archivi di Stato pressoistituzioni culturali diverse con particolare attenzione per le biblioteche.

    Riferimenti a carte darchivio con qualche segnalazione bibliografica si sono reperiti nei cataloghi di manoscrittidel Mazzatinti3 e del Kristeller4, nella guida storico-bibliografica dello Schiaparelli5 e nellAnnuario delle bibliotecheitaliane6, anche se si rilevato che un uso talora ambiguo dellespressione manoscritti rende difficilmente indivi-duabile il materiale archivistico custodito nelle biblioteche.

    Inventari di archivi personali, di carteggi e di carte geografiche conservati presso biblioteche statali, provinciali,

    36

  • comunali e archivi ecclesiastici, sono segnalati in un repertorio di cataloghi a stampa di manoscritti curato dallIstitutocentrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, articolato per regioni, del quale fino a oggi sono stati pubbli-cati soltanto tre fascicoli7.

    Utili suggerimenti sono emersi anche da una bibliografia pubblicata nel 1986 dalla Soprintendenza archivisticaper le Marche sulla base del materiale posseduto dalla sua biblioteca8.

    Allattivit promozionale in campo culturale degli enti locali si deve la pubblicazione di cataloghi che censisconogli istituti bibliotecari di una regione o di una provincia prescindendo dalla loro appartenenza istituzionale9. Tra questi stato di supporto alla nostra ricerca il censimento descrittivo delle biblioteche dellEmilia Romagna10, curato dallo-monima Regione, che fornisce notizie puntuali sullesistenza di un patrimonio documentario poco noto e sulle suesedi di conservazione con riferimenti bibliografici.

    Quanto ai contributi apparsi su riviste, lindagine proseguita con lesame di quelle edite dalle Deputazioni e So-ciet di storia patria, dagli Istituti per la storia della Resistenza e da istituzioni storiche in genere, partendo dalle se-gnalazioni della Bibliografia storica nazionalee del bollettino dinformazioni bibliografiche a cura dellIstituto sto-rico germanico di Roma11, che effettuano lo spoglio di periodici italiani di scienze storiche. Per quanto riguarda glistrumenti di ricerca pubblicati in riviste di carattere strettamente locale o regionale, o in volumi di saggistica storica,si sono inclusi nel catalogo nel caso in cui ne sia pervenuta notizia. Si tratta infatti di pubblicazioni promosse e finan-ziate da enti pubblici e privati difficilmente reperibili a causa della loro diffusione limitata.

    Le caratteristiche del catalogo che, al di l di essere un mero strumento bibliografico, si propone come un sus-sidio per la ricerca sulle fonti archivistiche, hanno imposto lintegrazione della descrizione bibliografica di ciascuncontributo con ulteriori notizie frutto di una verifica diretta dei testi e di specifiche ricerche che sono state effettuate,quando possibile, nelle biblioteche pubbliche di Roma. In alternativa si ricorsi alla collaborazione di istituti culturalidi altre citt archivi, biblioteche, soprintendenze archivistiche e varie altre istituzioni che risultassero in possessodelle pubblicazioni, chiedendo informazioni per le vie brevi o linvio di fotocopie, nei casi pi complessi*.

    37

  • Particolarmente laboriosa stata la scelta della struttura interna del repertorio, che si deciso di suddividere inquattro sezioni: guide generali, guide settoriali-territoriali, guide particolari e inventari, guide tematiche, anche in fun-zione della elaborazione dei molteplici indici. Ogni sezione articolata in ordine cronologico, salvo la terza, relativaalle guide particolari e agli inventari, per la quale sono stati adottati un ordine alfabetico per provincia e un ordine cro-nologico allinterno di ciascuna provincia. Questo criterio di disposizione delle informazioni consente di avere unquadro dellevoluzione dellattivit editoriale promossa sia dallAmministrazione archivistica sia da altre istituzioni.Le pubblicazioni coprono un arco di tempo che va dallUnit dItalia al 1991; per quanto riguarda gli anni successivisi dispone gi di materiale per un aggiornamento che verr edito quanto prima.

    Una delle maggiori difficolt incontrate nel corso dei lavori stata la verifica della sede di conservazione deifondi descritti, non sempre segnalata negli strumenti di ricerca, e spesso mutata negli anni in seguito al trasferimentodelle carte. Si cercato comunque di riportare in fondo a ciascuna scheda bibliografica, nei limiti del possibile, lat-tuale sede di conservazione, anche se non sempre si potuta indicare con certezza, specialmente per gli archivi privatie in genere per tutti quelli dislocati in pi sedi. Si omessa soltanto nei casi in cui il nome dellistituto che detiene lecarte figuri nel titolo e sia rimasto invariato nel tempo. Diversamente si sempre cercato di risalire alla sua correttadenominazione. Si sono invece ripetuti localit e istituto di conservazione, anche quando si evincano chiaramente daltitolo, per tutti quegli archivi notarili, comunali, parrocchiali, capitolari, privati che per le vicende legate alla lorostoria potrebbero essere confluiti in altri archivi.

    Per gli archivi comunali si proceduto alla verifica della effettiva istituzione della Separata sezione solo per i ca-poluoghi di provincia e, in tal caso, la sede indicata come Archivio storico comunale. Nel caso di tutti gli altri co-muni si preferito indicare la sede con lespressione generica Comune per la difficolt di stabilire se sia istituita laSezione separata, se le carte siano presso la biblioteca o larchivio comunale. Le biblioteche comunali sono esplicita-mente segnalate come sede di conservazione quando si configurino come istituzioni a s stanti e con denominazionepropria, come ad esempio la biblioteca comunale dellArchiginnasio di Bologna o quella Augusta di Perugia. Per gli

    38

  • archivi privati si sempre verificato, senza escludere qualche possibile errore, se si tratti di archivi familiari o di per-sona, rilevando in questultimo caso il nome da premettere al cognome. Per le loro sedi di conservazione si riportatoil nome della localit, senza alcunaltra indicazione, quando si trovino presso privati e siano consultabili, com noto,tramite le Soprintendenze archivistiche competenti.

    Per le guide tematiche stata segnalata la sede quando la ricerca riguarda fondi di un unico istituto; si cercatodi fornire una o alcune delle sedi principali quando la ricerca tematica si svolta in pi istituti. Se il tema di ricerca una localit o un territorio, o anche quando di carattere generale, sono state omesse di massima le sedi di conserva-zione.

    Sono stati operati alcuni rinvii: in particolare per gli inventari di fondi archivistici smembrati in nuclei conservatiin pi localit appartenenti a province diverse si fatta una scheda con indicazione delle varie sedi sotto una sola pro-vincia, inserendo dei richiami nelle altre (vedi, ad esempio, n. 232 e n. 1232). Nel caso di guide tematiche che per ap-profondire un particolare tema di ricerca censiscono archivi di istituzioni pubbliche e private appartenenti ad unastessa localit o regione, si fatto un rinvio dalla sezione delle guide settoriali e territoriali.

    Nelle schede bibliografiche si sono voluti evidenziare gli enti promotori delle pubblicazioni evincendoli sia dalfrontespizio, sia a volte dal titolo delle collane editoriali, al fine di sottolineare quello spirito di collaborazione traStato, Enti locali, Universit, istituti di ricerca e di credito che si rivelato indispensabile per la realizzazione di pro-grammi scientifici. Per la difficolt di definire in molti casi il ruolo svolto dai vari enti autori, curatori, editori o pro-motori si deciso di riportarli tutti in un unico indice.

    In considerazione del rischio di omissioni che ogni repertorio bibliografico comporta risulterebbe utile e gradita lasegnalazione di strumenti di ricerca sfuggiti a questa prima ricognizione, per colmare in una nuova edizione le inevi-tabili lacune.

    39

  • NOTE

    1 MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Le pubblicazioni degli Archivi di Stato. Ca-talogo della mostra, a cura di M. T. PIANO MORTARI e I. SCANDALIATO CICIANI , Roma, MBCA, UCBA, 1989.

    2 MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani,Roma, MBCA, UCBA, 1981-1994, voll. 4. Nel catalogo, per attenersi al limite cronologico del 1991, si sono segnalati soltanto i primi tre vo-lumi.

    3 Inventari dei manoscritti delle biblioteche dItalia, [opera fondata da G. MAZZATINTI ], Forl, Bordandini, [poi] Firenze, Olschki, 1890-1990, voll. 106.

    4 P. O. KRISTELLER, Iter Italicum. A Finding List Uncatalogued or Incomplitely Catalogued Humanistic Manuscripts of the Renaissancein Italian and other Libraries, London, The Warburg Institute, [poi] Leiden, Brill, 1977-1992, voll. 6.

    5 Cfr. scheda n. 8.6 Annuario delle biblioteche italiane, Roma, Palombi, 1969-1981, voll. 5.7 ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO UNICO DELLE BIBLIOTECHE ITALIANE E PER LE INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE, Bibliografia di inven-

    tari e cataloghi a stampa di biblioteche italiane, I, Emilia-Romagna; II, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige; III, Abruzzo, Roma,ICCU, 1985-1989. Delle schede bibliografiche inedite ci stata gentilmente concessa la consultazione. A proposito di carteggi si ricordano inquesta sede le notizie su quelli posseduti dal Vittoriano, apparse a partire dal 1938 nella Rassegna storica del Risorgimento, a cura di E.MORELLI e raccolti di recente nel volume: I fondi archivistici del Museo centrale del Risorgimento, Roma, La Fenice, 1993.

    8 L. MEGALE, Proposte per una bibliografia archivistica, in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, SOPRINTENDENZA ARCHIVI-STICA PER LEMARCHE, Saggi archivistici. Didattica nelle Marche, II, a cura di M. V. BIONDI, Ancona, Tecnostampa, 1989, pp. 125-209.

    9 Vedi ad esempio: PROVINCIA DI FIRENZE - REGIONETOSCANA, Guida alle biblioteche della provincia di Firenze, a cura di L. FIORAVANTI ,Firenze, Allinsegna del giglio, 1993; REGIONE LOMBARDIA, SETTORE CULTURA E INFORMAZIONE, SEZIONE BIBLIOTECHE E BENI LIBRARI E DOCU-MENTARI, Guida alle biblioteche speciali della Lombardia, a cura di G. ARTERO, L. DALLE NOGARE, V. SALVADORI , Milano, Editrice bibliogra-fica, 1991.

    10 REGIONE EMILIA -ROMAGNA, ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI, SOPRINTENDENZA PER I BENI LIBRARI E DOCUMENTARI,Biblioteche in Emilia-Romagna, a cura di E. COLOMBO, Bologna, Analisi, 1991.

    11 Bibliographische Informationen zur italienischen Geschichte im 19. und 20. Jahrundert.

    40

  • Abruzzo teramanoAccademie e biblioteche dItaliaAccademie e biblioteche dItaliaActa HistriaeAevumAfricaAfricaAgricolturaAgricolturaAlmanacco calabreseANAI. NotizieAnalecta PomposianaAnalecta pomposianaAnnale dellIstituto regionale per la storia della Resistenza e

    della guerra di liberazione in Emilia RomagnaAnnales InstitutorumAnnales. Annali del Litorale capodistriano e delle regioni vi-

    cineAnnali del centro di ricerca Guido DorsoAnnali dellIstituto Alcide Cervi

    Annali dellIstituto di storia economica e sociale dellUniver-sit di Napoli

    Annali dellIstituto italiano per gli studi storiciAnnali dellUniversit di Lecce. Facolt di lettere filosofia e

    magisteroAnnali della Biblioteca statale e libreria civica di CremonaAnnali della Facolt di lettere e filosofia dellUniversit di

    MacerataAnnali della Fondazione Luigi EinaudiAnnali della Fondazione Luigi MichelettiAnnali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari del-

    lUniversit di RomaAnnali di storia paveseAnnali venetiAnnali. Istituto Gramsci Emilia RomagnaAnnali. Studi e strumenti di storia contemporaneaAnnali. Studi e strumenti di storia metropolitana milaneseAnnuario del Comitato nazionale per la storia del Risorgi-

    mentoAnnuario del r. Archivio di Stato di Milano

    41

    ELENCO DEI PERIODICI CONSULTATI

  • Annuario dellIstituto geografico militare

    Annuario dellIstituto storico italiano per let moderna e

    contemporanea

    Annuario della biblioteca civica di Massa

    Annuarium historiae conciliorum

    Antologia di belle arti

    Aprutium

    Archeografo triestino

    Architettura archivi fonti e storia

    Architettura. Storia e documenti

    Archiva Ecclesiae

    Archivi

    Archivi dItalia

    Archivi di Lecco

    Archivi e cultura

    Archivi e imprese

    Archivi e storia

    Archivi per la storia

    Archivio della r. Deputazione romana di storia patria

    Archivio della Societ romana di storia patria

    Archivio della Societ vercellese di storia e darte

    Archivio per lAlto Adige

    Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomi-

    stico

    Archivio storico bergamasco

    Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore

    Archivio storico di Corsica

    Archivio storico di Malta

    Archivio storico ibleo

    Archivio storico italiano

    Archivio storico lodigiano

    Archivio storico lombardo

    Archivio storico messinese

    Archivio storico per la Calabria e la Lucania

    Archivio storico per la Sicilia orientale

    Archivio storico per le Marche e per lUmbria

    Archivio storico per le province napoletane

    Archivio storico per le province parmensi

    Archivio storico pratese

    Archivio storico pugliese

    Archivio storico siciliano

    Archivio storico siracusano

    Archivio storico ticinese

    Archivio trentino

    Archivio trentino di storia contemporanea

    Archivio trimestrale

    Archivio trimestrale. Rassegna storica di studi sul movimento

    repubblicano

    42

  • Archivio veneto

    Archivum

    Archivum Augustanum

    Archivum civitatis Utini

    Archivum franciscanum historicum

    Archivum historiae pontificiae

    Arte lombarda

    Artes

    Atti dei Civici musei di storia ed arte di Trieste

    Atti del Centro di ricerche storiche di Rovigno

    Atti del r. Istituto veneto di scienze lettere ed arti

    Atti dellAccademia delle scienze dellIstituto di Bologna

    Atti dellAccademia di scienze lettere e arti di Udine

    Atti dellAccademia di Udine

    Atti dellAccademia nazionale dei Lincei. Rendiconti. Classe

    di scienze morali storiche e filologiche

    Atti dellAccademia pontaniana

    Atti dellAccademia roveretana degli Agiati

    Atti dellAssociazione per Imola storico artistica

    Atti dellAteneo di scienze lettere ed arti di Bergamo

    Atti della r. Accademia delle scienze di Torino

    Atti della Societ colombaria fiorentina

    Atti della Societ ligure di storia patria

    Atti della Societ per la preistoria e la protostoria della Re-

    gione Friuli Venezia Giulia

    Atti e memorie del museo del Risorgimento di Mantova

    Atti e memorie del sodalizio vangadiciense

    Atti e memorie dellAccademia di agricoltura scienze e let-

    tere di Verona

    Atti e memorie dellAccademia nazionale di scienze lettere e

    arti di Modena

    Atti e memorie dellAccademia Petrarca di lettere arti e

    scienze

    Atti e memorie dellAteneo di Treviso

    Atti e memorie della Accademia nazionale di scienze lettere e

    arti di Modena

    Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le an-

    tiche province modenesi

    Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le

    Marche

    Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le pro-

    vince delle Marche

    Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le pro-

    vince di Romagna

    Atti e memorie della Deputazione provinciale ferrarese di

    storia patria

    43

  • Atti e memorie della Societ istriana di archeologia e storia

    patria

    Atti e memorie. Accademia nazionale virgiliana di scienze

    lettere ed arti

    Atti e memorie. Accademia virgiliana di Mantova

    Atti e memorie. Deputazione di storia patria per le antiche

    province modenesi

    Atti e memorie. Societ savonese di storia patria

    Attualit ospedaliera

    Aurea Parma

    Autografo

    Benedictina

    Bergomum

    Bibliographe moderne

    Bizantino Bulgarica

    Bollettino bibliografico della Sardegna

    Bollettino bibliografico della Sardegna e rassegna di studi

    storici

    Bollettino calabrese di cultura e bibliografia

    Bollettino darchivio dellUfficio storico della marina mili-

    tare

    Bollettino dei musei comunali di Roma

    Bollettino del diciannovesimo secolo

    Bollettino del Museo civico di Padova

    Bollettino del Museo del Risorgimento

    Bollettino del Museo trentino del Risorgimento e della lotta

    per la libert

    Bollettino del museo - biblioteca dellattore

    Bollettino del museo del Risorgimento di Bologna

    Bollettino del museo trentino del Risorgimento

    Bollettino dellAccademia degli euteleti della citt di San Mi-

    niato

    Bollettino dellArchivio per la storia del movimento sociale

    cattolico in Italia

    Bollettino dellIstituto calabrese per la storia dellantifa-

    scismo e dellItalia contemporanea

    Bollettino dellIstituto campano per la storia della Resistenza

    Bollettino dellIstituto della civilt contadina di Rolo

    Bollettino dellIstituto di storia della societ e dello Stato ve-

    neziano

    Bollettino dellIstituto storico artistico orvietano

    Bollettino della badia greca di Grottaferrata

    Bollettino della Camera di commercio industria e agricoltura

    di Ravenna

    Bollettino della civica biblioteca di Bergamo

    Bollettino della Deputazione abruzzese di storia patria

    Bollettino della Deputazione di storia patria per lUmbria

    Bollettino della diocesi di Bologna

    44

  • Bollettino della Domus mazziniana

    Bollettino della Fondazione Benetton studi ricerche

    Bollettino della Societ calatina di storia patria e cultura

    Bollettino della Societ di storia patria Anton Ludovico Anti-

    nori negli Abruzzi

    Bollettino della Societ di studi valdesi

    Bollettino della Societ pavese di storia patria

    Bollettino della Societ per gli studi storici archeologici ed

    artistici della provincia di Cuneo

    Bollettino della Societ piemontese di archeologia e belle arti

    Bollettino della Societ storica maremmana

    Bollettino della Societ storica valtellinese

    Bollettino di notizie e ricerche da archivi e biblioteche

    Bollettino di numismatica

    Bollettino diocesano di Cesena-Sarsina

    Bollettino ecclesiastico. Diocesi di Pozzuoli

    Bollettino storico Alta Valtellina

    Bollettino storico bibliografico subalpino

    Bollettino storico della Basilicata

    Bollettino storico della citt di Foligno

    Bollettino storico della Svizzera italiana

    Bollettino storico di Salerno e Principato Citra

    Bollettino storico lucchese

    Bollettino storico mantovano

    Bollettino storico per la provincia di Novara

    Bollettino storico piacentino

    Bollettino storico pisano

    Bollettino storico reggiano

    Bollettino storico vercellese

    Brixia sacra

    Bulletin de lInstitut historique belge de Rome

    Bullettino dellIstituto storico italiano e archivio muratoriano

    Bullettino della Deputazione abruzzese di storia patria

    Bullettino senese di storia patria

    Bullettino storico pistoiese

    Cahiers du monde russe et sovitique

    Calabria nobilissima

    Calabria sconosciuta

    Campania sacra

    Carte vive

    Ce fastu?

    Cesena

    Cheiron

    Citt di Milano

    Civilt mantovana

    Clavenna

    Clio

    Commentari dellAteneo di Brescia

    45

  • Comune di Pisa. Rassegna periodica di informazioni

    Contributi. Biblioteca municipale A. Panizzi

    Contributi. Rivista della Societ di storia patria per la Puglia,

    Sezione di Maglie

    Convegni culturali del clero

    Cristianesimo nella storia

    Cronache archivistiche

    Cultura popolare

    Der Schlern

    Documentazione Regione

    Documenti e ricerche

    Documenti e studi

    Economia e storia

    Escritos del Vedat

    tudes corses

    Euntes docete

    Ex filtia. Quaderni della sezione archivi storici della biblio-

    teca civica A. Mai di Bergamo