LE DINAMICHE ECONOMICHE PROVINCIALI - La Strategia di … · La metodologia di analisi ha previsto...

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ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE per la promozione della cultura economica P P P o o o l l l o o o s s s 2 2 2 0 0 0 0 0 0 7 7 7 Osservatorio Economico della Provincia di Rieti Evoluzione del sistema economico e processi di trasformazione imprenditoriale

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ISTITUTOGUGLIELMO TAGLIACARNE

per la promozionedella cultura economica

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Osservatorio Economico della Provincia di Rieti

Evoluzione del sistema economico e processi di trasformazione imprenditoriale

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Indice

PREMESSA ................................................................................................................... 4

SEZIONE 1: IL POSIZIONAMENTO ECONOMICO ED I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA IMPRENTORIALE.................................. 7

I. - LO SCENARIO DI RIFERIMENTO ............................................................................... 8 II. - LE TENDENZE DI FONDO DELL’ECONOMIA REATINA ........................................... 16 III. – I FATTORI DI CONTESTO E LE POLICY................................................................. 34

SEZIONE 1: IL QUADRO ECONOMICO ......................................................40

CAPITOLO 1 – LE DINAMICHE ECONOMICHE PROVINCIALI......................................... 41 1.1 La ricchezza prodotta in provincia di Rieti ....................................................................41

1.1.1 Il Prodotto Interno Lordo provinciale ........................................................ 41 1.1.2 Il Valore Aggiunto settoriale ...................................................................... 43 1.1.3 Il PIL pro capite ........................................................................................ 46

1.2 Il tessuto imprenditoriale reatino ..................................................................................49 1.2.1 Le dinamiche imprenditoriali del II trimestre 2007 .....................................................55 1.3 I flussi commerciali con l’estero ....................................................................................65 1.3.1 Dinamiche congiunturali e di medio-lungo periodo .....................................................65 1.3.2 Posizionamento geografico del commercio estero..........................................................70 1.3.3 Il grado di internazionalizzazione..............................................................................71 1.4 Il mercato del lavoro in provincia di Rieti......................................................................74

CAPITOLO 2 – I FATTORI DI CONTESTO....................................................................... 81 2.1 Le infrastrutture .........................................................................................................81 2.2 Il credito .................................................................................................................... 87

APPENDICE STATISTICA ALLA PRIMA SEZIONE........................................................... 95

SEZIONE II: LE SCHEDE SETTORIALI...................................................... 117

CAPITOLO 3 - IL SETTORE AGRICOLO ........................................................................118 CAPITOLO 4 - L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA..........................................................121 CAPITOLO 5 - LE COSTRUZIONI .................................................................................134 CAPITOLO 6 - I SETTORI TERZIARI INNOVATIVI..........................................................136 CAPITOLO 7 - IL COMMERCIO ...................................................................................138 CAPITOLO 8 - IL TURISMO.........................................................................................153

8.1 Il quadro turistico regionale e provinciale .................................................................... 153 8.2 La necessità della valorizzazione dei “turismi” ............................................................ 165

CAPITOLO 9 - L’ARTIGIANATO .................................................................................169 CAPITOLO 10 - IL SETTORE DELLE ACQUE .................................................................174

SEZIONE III: L’INDAGINE ALLE IMPRESE SUI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE SETTORIALE........................................................... 175

CAPITOLO 11 – IL RIPOSIZIONAMENTO DEL MANIFATTURIERO .................................176 11.1 Il processo di trasformazione del sistema economico nazionale ..................................... 176 11.2 La risposta delle imprese reatine alla crescente domanda di competitività ..................... 178

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Gruppo di lavoro dell’Istituto G. Tagliacarne Giuseppe Capuano, Dirigente Responsabile Area Studi e Ricerche Paolo Cortese, Responsabile Osservatori Economici Giulia Petilli, Ricercatrice Senior Fabrizio Ciocci, Ricercatore Michele Frate, Elaborazione dati

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Premessa

L'Osservatorio Economico Locale (POLOS) risponde alla domanda di

informazioni economiche a livello locale; esso ha come principale obiettivo quello

di fornire gli strumenti conoscitivi sull'andamento dell'economia territoriale ed il

monitoraggio dell'andamento dei principali settori economici per formulare

indirizzi per la "politica economica per il territorio".

L'esperienza maturata dall'attività di monitoraggio del territorio in oltre 15 anni di

attività ha evidenziato come la lettura dei percorsi di sviluppo locale debba

utilizzare un approccio metodologico integrato e ponga al centro dell'analisi

l'impresa e il territorio.

L'attività di osservazione e monitoraggio dell'economia di Rieti parte alla fine degli

anni Novanta e, nel tempo, si è concentrata sui seguenti temi:

analisi della struttura economica locale in base a specifici indicatori macro;

monitoraggio dei settori di attività;

analisi dell'andamento congiunturale delle aree sub provinciali (unità

territoriali omogenee, distretti produttivi, sistemi del lavoro);

approfondimenti tematici;

i fabbisogni delle imprese;

le politiche per il territorio.

La finalità della presente ricerca è quella di “fare il punto” sulle caratteristiche

strutturali di medio periodo dell’economia reatina dopo gli anni dell’introduzione

dell’euro e della globalizzazione economica. Il “core” dell’analisi si basa sulla

valutazione e sulla comparazione delle dinamiche economiche del sistema

economico locale, sia in termini dinamici (ovvero in serie storica) che spaziali (con

altri contesti territoriali).

In virtù di ciò, il progetto si focalizza anche sull’interpretazione del processo di

evoluzione del modello di sviluppo reatino, sull’esame delle tendenze strutturali

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dell’economia provinciale e, attraverso una specifica indagine, a comprendere le

trasformazioni del manifatturiero locale. La metodologia di analisi ha previsto

l’impianto di una pluralità di attività finalizzate ad una corretta interpretazione del

contesto economico locale; a tal proposito, l’ambito progettuale ha imposto una

lettura del territorio a partire dai settori di specializzazione e dal loro “stato di

salute”.

Le attività che sono state realizzate possono essere così declinate:

- Raccolta delle Fonti statistiche;

- Raccolta documenti di analisi realizzati;

- Creazione della banca dati;

- Elaborazione degli indici;

- Individuazione dei settori prevalenti;

- Analisi socioeconomica ed individuazione del modello di sviluppo;

- Definizione dei settori prevalenti e loro tendenze.

L’articolazione del documento si fonda su un approccio integrato tra una visione di

tipo macroeconomico (analisi del Pil, del commercio etero, etc.), una di tipo

mesoeconomico (i fattori dello sviluppo locale) ed una di tipo microeconomico

(l’indagine alle imprese).

Il testo è organizzato in quattro sezioni e su una pluralità di capitoli riguardanti le

diverse aree di analisi (macro, meso, micro). La prima sezione sintetizza le

principali risultanze dell’Osservatorio integrandole in un quadro strutturale e

congiunturale; in tale quadro vengono anche accennate le dinamiche economiche

nazionali ed internazionali ed alcune linee di policy. La seconda sezione riguarda

l’analisi della ricchezza prodotta e della sua distribuzione, sia in termini settoriali

che pro capite, la demografia di impresa, il commercio estero, il mercato del lavoro,

il credito e le infrastrutture. La terza sezione prende in considerazione l’analisi dei

principali settori economici. La quarta sezione esamina le dichiarazioni delle

imprese intervistate in un’ottica di evoluzione morfologica del modello di sviluppo

locale.

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Le innovazioni metodologiche da sottolineare sono relative, tra l’altro, alla stima

del valore aggiunto e del Pil al livello provinciale, le interpretazioni

sull’ispessimento del tessuto imprenditoriale e l’internazionalizzazione turistica, il

tutto in un’ottica di confronto dinamico e spaziale.

Le informazioni di tipo desk sono state integrate con la rilevazione dei dati sul

campo attraverso un’indagine; tale indagine è stata realizzata presso un panel di

imprese (100) del settore manifatturiero (per lo più dei comparti della meccanica e

dell’elettronica), appartenti prevalentmente al sistema produttivo di Cittaducale.

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SEZIONE 1: IL POSIZIONAMENTO ECONOMICO ED I PROCESSI DI

TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA IMPRENTORIALE

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I. - Lo scenario di riferimento

Lo scenario

economico mondiale

Il primo semestre del 2007 ha visto consolidarsi la crescita

dell'economia e del commercio mondiale, in linea con

l’andamento del 2006; tale dinamica è stata particolarmente

sentita nell'area dell'euro, in Giappone, in Cina, in India e in

America Latina. Gli Stati Uniti, d’altra parte, hanno mostrato un

trend meno soddisfacente, portandosi sotto il ritmo di espansione

potenziale. La crescita del Pil mondiale è stimata a fine 2007

intorno al 5%, mentre un rallentamento è atteso, invece, per gli

scambi internazionali.

Di fatto, l’economia mondiale sta attraversando il più forte

ciclo espansivo dalla metà degli anni Settanta. La fase positiva

non sembra destinata a terminare entro i prossimi due anni; del

resto, gli attori sullo scenario internazionale sono aumentati e il

progressivo ampliamento geografico dello sviluppo ha consentito

di supplire al rallentamento americano attraverso gli stimoli

provenienti dalle altre grandi aree e i più intensi scambi intra–

regionali europei ed asiatici.

In questo contesto di medio periodo, l’andamento di alcune

variabili “esogene”, alla luce della crisi immobiliare americana,

vedono ridimensionare le previsioni di crescita. Tra gli elementi

di “tensione” si sottolinea il prezzo del petrolio, nuovamente ai

picchi della scorsa estate, e le spinte al ribasso sul dollaro. La

dinamica dell'inflazione internazionale è contenuta, grazie alla

politica monetaria condotta da Fed e Bce, che hanno

gradualmente ridotto il differenziale nei tassi d'interesse tra gli

Usa e l'Area euro, contribuendo all'apprezzamento della moneta

unica europea.

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Rallenta l’economia

USA

Inoltre, un elemento di importante novità è costituito dal fatto

che l’espansione dell’economia mondiale, pur meno vigorosa

rispetto a quella del 2006, sta proseguendo su ritmi più omogenei

nelle diverse aree. Il principale impulso all’attività economica

mondiale continua a provenire dai paesi emergenti, la cui

economia si caratterizza per le migliori condizioni finanziarie e

l’elevato livello dei prezzi delle materie prime. Il commercio

internazionale di beni e servizi rallenta ma si attesta su ritmi di

crescita ancora vivaci.

Concentrando l’attenzione sugli ultimi mesi, occorre sottolineare

come il periodo estivo sia stato caratterizzato dalla difficoltà

internazionale delle borse, dovuta alla crisi dei mutui negli Stati

Uniti (subprime) che ha allarmato e coinvolto le piazze borsistiche

dei principali paesi. Tuttavia, grazie alle manovre sulla liquidità

la Federal Reserve è riuscita a ripristinare condizioni ordinate sui

mercati finanziari. Ai mercati tale interventismo è piaciuto: le

borse europee hanno reagito ponendo a segno rimbalzi che

hanno cancellato le perdite della vigilia. Da tale crisi è emersa

l’importanza dei grandi gruppi internazionali operanti nel

segmeno della finanza, delle assicurazioni ed, in generale,

dell’intermediazione creditizia, al punto tale che dalla crisi dei

mutui negli Stati Uniti si è passati ad interventi delle Banche

Centrali e dei Governi in tutti i continenti finalizzati a

stabilizzare le fluttuazioni dei principali indici di borsa ed

assicurare stabilità di domanda (sintomo di solidità,

internazionale e non, del sistema economico).

I fattori critici per la

crescita: crisi

finanziaria, prezzi del

petrolio, cambio

euro/dollaro

Su questo scenario complessivamente favorevole gravano alcuni

rischi, non solo legati alla crisi internazionale delle borse. In

particolare, un elemento che sta condizionando l’andamento dei

cicli economici internazionali è determinato dal prezzo del

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Rincara la bolletta

petrolifera,

calmierata dalla forza

dell’euro sul dollaro

petrolio che, sebbene sia ritenuto già elevato (oltre 72 dollari per

barile), è stimato in crescita di circa 2 dollari per la fine

dell’anno, condizionando la domanda internazionale di greggio,

di energia ed, in generale, tutti gli scambi internazionali tra paesi.

A questo proposito, si pensi all’Italia, la cui bilancia commerciale

è ampiamente caratterizzata dalla voce petrolifera ed energetica,

al punto tale da risultare strutturalmente in deficit e condizionare

l’andamento dei flussi di import ed export; si tratta, in realtà, di

uno dei temi di maggiore discussione sulla capacità competitiva,

a livello macroeconomico, del sistema Italia. In altri termini,

producendo una quantità irrisoria di greggio e gas (e

conseguentemente energia da tali fonti), l’economia del nostro

Paese (nel senso di domanda e offerta) risulta condizionata dal

pricing internazionale del brent che, variando, influenza il prezzo

finale delle nostre produzioni (attraverso il costo dell’energia e

dei trasporti per esempio).

Un importante interrogativo riguarda il cambio del dollaro

(attualemente a circa 1,35 dollari per euro); la flessione degli

ultimi mesi probabilmente implica un mutamento di fondo, con

un passaggio in una fascia di oscillazione nei confronti dell’euro i

cui margini sono costituiti da livelli più deprezzati. Gli effetti di

tale dinamica potrebbero essere riscontrati nel livello calante di

domanda di beni e servizi derivanti dai paesi i cui scambi

internazionali gravitano nell’area del dollaro nei confronti delle

produzioni derivanti dai paesi dell’area euro che si

tramuterebbero in deterioramento del livello di investimenti e

crescita del PIL.

Nell’area dell’euro, il clima di fiducia si attesta, dunque, su

livelli favorevoli sia per le imprese che per i consumatori e le

condizioni del mercato del lavoro migliorano da diversi mesi

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Continua la crescita

dell’economia

italiana ma a tassi

più contenuti rispetto

alle previsioni

con continuità. L’evoluzione dell’attività economica appare

sostenuta soprattutto dalla domanda interna, grazie all’intensa

accelerazione degli investimenti. Sulle spese di investimento

incidono l’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e le

attività di ristrutturazione perseguite, in varia misura, nei

maggiori paesi europei. Sui consumi privati influisce l’aumento

dell’occupazione e il buon clima di opinione delle famiglie

europee.

In virtù di ciò, non si esclude che il PIL dell’area euro riesca a

incrementarsi fino alla soglia del 3% per l’anno in corso.

Anche l’Italia ha partecipato all’accelerazione del ciclo

economico, sebbene il ritmo di incremento del 2006 si sia

rivelato più contenuto rispetto alle principali economie

internazionali. La crescita del PIL italiano si attesta a +1,9%,

con una previsione per il 2007 pari al +2%. Il divario con l’area

euro, ed in particolare con la Spagna e la Germania, resta ancora

evidente (+2,6%) e proprio la ripresa tedesca (la Germania è il

primo partner commerciale dell’Italia) è stata alla base della

crescita della nostra economia che ha giovato del traino delle

esportazioni (+9%; la Germania è il nostro principale

acquirente). Tra l’altro, le differenze nei tassi di crescita devono

essere attribuite, oltre che al cambio euro – dollaro ed al prezzo

del petrolio, anche al livello crescente dei tassi di interesse che a

giugno 2007 la BCE ha portato al 4% (5,25% quella della FED),

un tasso lasciato invariato a settembre (le previsioni erano al

rialzo) a causa della crisi dei mutui americani “subprime”,

unitamente ad un aumento dell’immissione di liquidità sul

mercato americano ed europeo.

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Graf. 1 – Andamento delle variazioni del Pil italiano (1995 - 2006 - Stime 2007)

2,01,9

0,0

1,2

0,30,4

1,8

3,2

1,71,7

2,0

1,0

3,0

‐0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Istituto G. Tagliacarne, Istat

Tab. 1 – Andamento del PIL in Italia e nelle principali aree del mondo (2004 – 2006 - Stime 2007) 2004 2005 2006 2007 Stati Uniti 4,4 3,5 3,4 2,8 Giappone 3,8 1,8 3,0 1,9 Cina e Subcontinente Indiano 8,0 7,4 10,0 8,4 Area Euro 1,7 1,3 2,6 2,3 Mondo 4,9 4,0 4,9 3,5 Italia 1,2 0,0 1,9 1,8/2,0 Fonte: OCSE, FMI, ISTAT

Graf. 2 – Andamento dei tassi di sconto della FED e della BCE (2001-2007)

6,00

5,50

4,003,75

3,50

3,00

2,50

1,75

1,001,25

1,501,75

2,25

2,75

3,25

4,00

5,25

4,25

2,752,50 2,50

3,754,00

5,25

4,25

3,75

4,75

4,50

2,00

1,25

2,50

3,00

5,005,25

3,50

4,75

4,754,50

3,75

3,25

2,00

2,00

2,752,25

3,003,25

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0Gennaio 3, 2001

Gennaio 31, 2001

Marzo 20, 2001

Aprile 18, 2001

Maggio 10, 2001

Maggio 15, 2001

Giugno 27, 2001

Agosto 21, 2001

Agosto 30, 2001

Settembre 17, 2001

Ottobre 2, 2001

Novem

bre 6, 2001

Novem

bre 9, 2001

Dicem

bre 11, 2001

Novem

bre 6, 2002

Dicem

bre 6, 2002

Marzo 7, 2003

Giugno 6, 2003

Giugno 25, 2003

Giugno 30, 2004

Agosto 10, 2004

Settembre 21, 2004

Novem

bre 10, 2004

Dicem

bre 14, 2004

Febbraio 2, 2005

Marzo, 2005

Maggio 3, 2005

Giugno, 2005

Luglio,2005Settem

bre, 2005

Novem

bre, 2005

Dicem

bre, 2005

Gennaio, 2006

Marzo, 2006

Maggio, 2006

Giugno, 2006

Luglio, 2006Agosto, 2006Ottobre, 2006

Dicem

bre, 2006

Marzo, 2007

Giugno, 2007

FED BCE

2,00

Fonte: FED, BCE

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Si rafforza il processo

di irrobustimento del

sistema

imprenditoriale

Il rallentamento della crescita dell’economia italiana registrata

all’inizio dell’anno (con effetti negativi anche nell’export di

Rieti), a fronte del buon andamento europeo, alimenta gli

squilibri esterni ed interni. Tuttavia, tale dinamica può essere

letta come una pausa di assestamento in un quadro di andamenti

favorevoli, pur se più moderati di quelli del 2006 e rivisti, come

sarà possibile osservare, al ribasso.

La frenata del 2007 è il risultato della flessione dell’attività

manifatturiera, tradottasi in una riduzione delle scorte, e delle

incertezze finanziarie internazionali (in primis la crisi del

mercato dei mutui e dell’immobiliare negli USA).

Ciò impatta sul clima di opinione degli operatori che inviano

segnali piuttosto contraddittori sul fronte delle imprese e su

quello delle famiglie. La situazione rimane nel complesso

moderatamente positiva per quanto riguarda le imprese, mentre

meno roseo risulta il clima dei consumatori, tornato a flettere

dall’inizio dell’anno (a causa anche dell’andamento dei prezzi di

numerosi generi alimentari). Sul fronte degli andamenti reali, le

indicazioni più recenti segnalano che la produzione industriale,

dopo un primo quadrimestre negativo, ha segnato un rialzo a

maggio. L’evoluzione, tuttavia, rimane ancora piuttosto

altalenante.

Questi elementi di natura congiunturale sono condizionati anche

dalla dinamica dei cambiamenti strutturali del nostro sistema

produttivo. Infatti, sebbene da circa un quinquennio si stia

assistendo ad un processo di “selezione qualitativa” del nostro

sistema imprenditoriale, ad oggi tale processo non sembra essere

definitivamente concluso. Infatti, dopo l’espulsione dal mercato

di quelle imprese impegnate in settori tradizionali ed a bassa

produttività (prevalentemente dell’agricoltura, dell’estrazione di

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minerali e del manifatturiero), il processo di riposizionamento

non sembra ancora aver traghettato definitivamente le nostre

imprese in segmenti di mercato ad elevati ritmi di crescita e ad

elevato valore aggiunto. Per tali motivazioni, il nostro sistema

economico appare ancora non pienamente competitivo rispetto a

numerosi altri competitors internazionali; il risultato di questo

processo di riposizionamento si traduce in una difficoltà,

osservata dall’introduzione dell’euro fino al 2005, di

penetrazione dei mercati esteri.

Complessivamente, il triennio 2006-08 si caratterizzerebbe per

un tasso medio di sviluppo dell’1,9%, quasi cinque volte più

elevato di quello sperimentato nel quadriennio precedente.

L’evoluzione dell’economia italiana nel 2007 e 2008 dovrebbe

avvalersi soprattutto del contributo della domanda interna. La

spesa per consumi verrebbe stimolata dalla migliore evoluzione

del potere d’acquisto delle famiglie. Un apporto favorevole

verrebbe anche dagli investimenti produttivi che risulterebbero

sospinti dalle persistenti esigenze di ristrutturazione e di recupero

competitivo delle aziende e dall’elevato grado di utilizzo degli

impianti.

Inoltre, il contributo della domanda estera risulterebbe ancora

positivo nel 2007. La riorganizzazione dei processi produttivi e

lo spostamento delle imprese verso gamme qualitative di

prodotto meno aggredibili dai paesi emergenti consentirebbero il

ritorno delle vendite italiane all’estero su più consoni ritmi di

crescita.

In tale contesto, il mercato del lavoro degli ultimi anni ha

visto un aumento del fabbisogno di occupazione nei processi

produttivi; dal 2000 al 2006, infatti, si è passati da 23,6 milioni

di occupati a 24,6. A seguito delle riforme sulla flessibilità, il

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sistema produttivo ha intrapreso un processo di revisione del

proprio assetto strategico, puntando anche sul fattore lavoro. La

dinamica dell’occupazione, tuttavia, si è fermata a partire dalla

metà dell’anno, mentre gli indicatori strutturali (quali i tassi di

occupazione e di attività) hanno cessato di migliorare, a dispetto

delle più brillanti condizioni congiunturali. Occorre sottolineare

come l’esaurimento degli effetti delle regolarizzazioni di

immigrati potrebbe avere avuto un’influenza sui principali

indicatori del mercato del lavoro (tasso di disoccupazione 2004

8%, 2006 6,8%).

L’approssimarsi del tasso di disoccupazione a livelli storicamente

molto bassi, soprattutto nelle regioni del Paese, potrebbe indicare

che si sia prossimi a due conseguenze. La prima riguarda la

possibile inversione di tendenza della dinamica sulla

produttività, la seconda riguarda il mercato del lavoro che,

nonostante la performance di questi anni, si trova ancora distante

dagli obiettivi di Lisbona (70% il tasso di occupazione).

Tab. 2 – Alcuni dati di consuntivo 2006 dell’economia Italiana e previsioni di andamento per il 2007 e 2008 (in %) 2006 2007* 2008* Prodotto interno lordo 1,9 2,0 1,8 Spesa per consumi delle famiglie residenti 1,5 1,8 1,7 Spesa per consumi della AA.PP. e delle ISP -0,3 0,4 0,7 Investimenti fissi lordi 2,4 3,2 2,8 Occupazione 1,6 0,4 0,8 Tasso di disoccupazione 6,8 6,4 6,2 Fonte: ISTAT, * Previsioni ISAE

L’economia laziale a

“due velocità”

Per quanto concerne l’andamento regionale è doveroso

affermare che il Lazio, negli ultimi anni ha sperimentato tassi

di espansione del Pil piuttosto marcati, in virtù della forza

trainante e centripeta del “polo romano”, quasi a determinare

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una crescita “a due velocità”; Roma da un lato e le altre

province dall’altro. Nel 2006 l’economia regionale ha

continuato ad espandere la propria attività (+1,9%), trainata dai

settori della meccanica, dei mezzi di trasporto, dall’elettronica,

dall’agroalimentare, dalla produzione di legno – mobilio, dalle

costruzioni (sia nella componente di opere pubbliche che edilizia

residenziale) e dal turismo. E’ proseguita, inoltre, la crescita pur

moderata dei consumi interni e le esportazioni, talchè è

migliorato il clima di fiducia delle famiglie consumatrici e

l’occupazione. Le attese per il 2007 sono condizionate da una

flessione della produzione relativa al primo trimestre che non

giova sul clima di fiducia generale, quest’ultimo in attesa di

conferme positive che dovrebbero emergere dal periodo estivo e

dal terzo trimestre in generale.

Tab. 3 – Alcuni dati di consuntivo 2006 e previsioni di andamento per il 2007 e 2008 (in %) dell’economia laziale 2006 2007 2008 Prodotto interno lordo 1,9 1,7 1,8 Spesa per consumi delle famiglie residenti 1,5 1,5 1,6 Spesa per consumi della AA.PP. e delle ISP -0,4 0,6 0,9 Investimenti fissi lordi 0,9 2,9 2,8 Tasso di occupazione 40,3 40,4 41,1 Tasso di disoccupazione 7,5 7,3 6,9 Fonte: Unioncamere - Prometeia

II. - Le tendenze di fondo dell’economia reatina

II.1 - Un modello di sviluppo condiviso ed integrato

In un contesto macroeconomico nazionale in evoluzione e

miglioramento, caratterizzato da processi di selezione e

riposizionamento delle imprese in diversi settori produttivi,

anche la struttura economica della provincia di Rieti ha

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Il cambiamento di

pelle dell’economia

reatina

Un ruolo cerniera tra

province tirreniche ed

adriatiche

conosciuto, dopo una fase di importante trasformazione nel

triennio 2003-2005, un percorso all’insegna della selezione

imprenditoriale ma con alcuni risultati positivi nel 2006 (si

veda, ad esempio, il tasso di crescita imprenditoriale +0,8% e

l’export +10,4%).

Si tratta di un modello di sviluppo che, coerentemente con il

quadro nazionale, continua il processo di terziarizzazione

dell’economia, ma con una base manifatturiera che sperimenta

un importante “cambiamento di pelle”, attraverso una selezione

di imprese meno competitive (quelle di minori dimensioni,

impegnate in segmenti economici meno dinamici e ad elevato

costo dei fattori produttivi) ed un riposizionamento in settori a

maggiore valore aggiunto ancora in atto.

Occorre specificare che tale processo di trasformazione del

territorio reatino si inserisce in una visione territoriale dello

sviluppo più ampia di quella provinciale ed interessa i sistemi

economici interni del Centro Italia; in particolare si tratterebbe

della “dorsale appenninica” con ruolo di “cerniera” tra regioni

tirreniche e quelle adriatiche. Queste province, infatti, secondo

una ipotetica classificazione tesa ad individuare le differenze

esistenti tra le varie province italiane, a delineare aggregazioni

omogenee e, conseguentemente, a realizzare una mappatura

nazionale, rientrano in un gruppo definito dell’Italia “di

mezzo”; ciò in virtù delle caratteristiche legate alle tendenze

evolutive della struttura produttiva e del mercato del lavoro, alla

ricchezza prodotta ed alla dotazione di servizi1. Unitamente a 29

altre province (prevalentemente del Centro, del Piemonte e del

1 Per un approfondimento sul tema: UPI, L’economia della provincia. La Nuova Carta Socio Economica dei Territori Italiani, Roma, Giugno 2007; Unioncamere – Tagliacarne, Atlante della competitività delle province, 2006.

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Friuli Venezia Giulia2), Rieti rientra in tale clusterizzazione; la

caratteristica principale è la vitalità socio economica e la

contenuta autonomia finanziaria. Entrando nello specifico,

Rieti, oltre ad un fattore geografico, risulta caratterizzata da

performance economiche e soglie dimensionali di sviluppo,

mercato del lavoro, tenore di vita e caratteristiche del patrimonio

delle famiglie, simili ad altre province di tipo “intermedio” tra

quelle più sviluppate, in prevalenza del nord, e le realtà in ritardo

del Mezzogiorno. Si tratta di un gruppo di province ove risiede il

15,5% della popolazione italiana (9 milioni di persone), con un

livello di densità demografica contenuto ed un livello di

vecchiaia piuttosto pronunciato, spesso controbilanciato da

fluissi di lavoratori extracomunitari.

Le province appartenenti a questo gruppo si contraddistinguono,

inoltre, per tassi di attività ed occupazione superiori al dato

medio nazionale, anche se negli ultimi anni si registra un

rallentamento del tasso di sviluppo imprenditoriale e del ritmo di

espansione della ricchezza prodotta; oltre a ciò, spicca l’elevato

tasso di dipendenza della finanza locale da contributi e

trasferimenti esterni.

Da ulteriori studi realizzati dall’Istituto G. Tagliacarne

riguardanti i percorsi di trasformazione imprenditoriale in alcune

province e concentrando l’analisi su un’”area vasta” di quattro

province, è possibile sottolineare come Rieti, con Terni, Viterbo

e Siena, stanno sperimentando processi di trasformazione e

riposizionamento imprenditoriale piuttosto marcati. Tale area si

riferisce ad un perimetro di analisi rappresentato da province del

Centro Italia di media grandezza, con storie economiche di

2 Le altre province sono: Vercelli, Biella, Verbania, Novara, Cuneo, Asti, Alessandria, Sondrio, Belluno, Rovigo, Pordenone, Udine, Gorizia, Piacenza, Ferrara, Massa Carrara, Lucca, Pistoia, Arezzo, Siena, Grosseto, Perugia, Terni, Pesaro Urbino, Macerata, Ascoli Piceno, Viterbo, L’Aquila, Chieti.

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partenza molto differenti tra loro, ma con percorsi recenti di

sviluppo simili, che è possibile definire “un modello di crescita

condiviso e integrato”. In particolare: Siena, un “territorio dallo

sviluppo integrato”, con caratteristiche dell’impresa distrettuale e

diffusa; Terni, una “area in cerca di vocazione”, con la presenza

storica della grande impresa in trasformazione ed un terziario in

espansione; Rieti, alla ricerca di una propria identità ben definita,

sempre al “bivio” tra la tradizione industriale ed agricola e con la

presenza di un importante settore manifatturiero di tipo

innovativo, una interessante filiera agroalimentare ed una

vocazione turistica (in particolare religiosa e invernale) da

valorizzare; infine, Viterbo, con un modello di sviluppo che

presenta “accenni di qualità”, caratterizzato dalla presenza di un

distretto della ceramica ampiamente ridimensionato ed una

importante tradizione agricola e dell’artigianato.

Una trasformazione del modello di sviluppo che, nel medio-

lungo periodo, ha avuto indubbi effetti sulla formazione e

l’incremento della ricchezza degli abitanti della provincia di

Rieti, contribuendo alla crescita del Pil pro capite (+5,9 punti

percentuali in numero indice rispetto al 2003; 86,4, Italia =

100 e quattro posizioni guadagnate nella relativa graduatoria

delle province).

Tale crescita, tuttavia, ancora non ha avuto un sostanziale

impatto sulla composizione del patrimonio delle famiglie

reatine che, al 2005, risulta caratterizzato per il 69,6% da

attività reali (60,8% media Italia), con particolare riferimento

alle abitazioni (64,4%; Italia 58%), evidenziando una

“atteggiamento cauto” nella propensione ad investire delle

famiglie, ancora legate ad investimenti poco rischiosi, come

quelli finanziari. E’ doveroso specificare che, nell’esame della

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composizione del patrimonio, si debba considerare la diversità

tra una variabile di flusso, come il Pil pro capite, ed una di stock,

come il patrimonio delle famiglie; quest’ultima, infatti, risente in

maniera indiretta e con uno scarto temporale a volte anche

consistente della crescita della ricchezza per abitante.

Tab. 4 – Il patrimonio delle famiglie nel 2005 (valore assoluto e composizione percentuale) Attività reali Attività finanziarie

Abitazioni Terreni Totale Depositi Valori mobiliari Riserve Totale

Totale generale

Valori assoluti Rieti 11.484 930 12.414 1.858 2.683 870 5.411 17.825 Lazio 454.089 10.120 464.209 90.091 150.888 61.102 302.081 766.290 ITALIA 4.673.679 222.259 4.895.938 763.466 1.801.478 593.490 3.158.434 8.054.372 Valori percentuali Rieti 64,4 5,2 69,6 10,4 15,1 4,9 30,4 100,0 Lazio 59,3 1,3 60,6 11,8 19,7 8,0 39,4 100,0 ITALIA 58,0 2,8 60,8 9,5 22,4 7,4 39,2 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Le previsioni di

crescita

In ogni caso, per il periodo 2007 – 2010, l’economia reatina,

probabilmente, continuerà ad evidenziare una crescita (valore

aggiunto +1,3% medio annuo), anche se di minore vigore

rispetto al periodo a quanto precedentmente osservato.

Tab. 5 – Le previsioni per il periodo 2007 - 2010 Tassi di crescita medi annui del periodo 2007-2010

Valore aggiunto 1,3 Occupazione 0,0

Valori % a fine periodo Tasso di occupazione 37,2 Tasso di disoccupazione 6,8

Valori pro capite a fine periodo Valore aggiunto per abitante (in migliaia di euro) 18,1 Fonte: Unioncamere - Prometeia

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Fig. 1 - Mappatura delle province italiane clusterizzate secondo la similitudine di indicatori socio economici e di finanza locale

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Fonte: UPI – Istituto G. Tagliacarne

“Area vasta” della trasformazione

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II.2 - Un sistema imprenditoriale in trasformazione

La nascita di un

nuovo nucleo di

imprese denominato

“Middle class”

Cresce la filiera

“manifatturiero –

servizi”

Come in altri contesti provinciali del Paese, poi, un importante

fattore di sviluppo dell’economia locale, che si inserisce nel

percorso di evoluzione e trasformazione dell’economia reatina

condizionandone le performance, è costituito dalla “Middle

Class”3, ovvero quel gruppo di imprese manifatturiere con un

numero di addetti compreso tra le 10 e le 249 unità, attive nel

commercio internazionale, giuridicamente strutturate (le società

di capitali sono 1.041 nel secondo semestre 2007) che affrontano

i mercati anche attraverso forme relazionali interorganizzative

dedicate all’intensificazione delle cosiddette economie di scopo,

le quali presentano le performance più dinamiche del tessuto

imprenditoriale locale. Tali imprese, pur non risultando essere

molte in numero assoluto e realizzando una quota contenuta di

valore aggiunto provinciale (2,5% circa), sviluppano accordi e

relazioni produttive, spesso con imprese di piccole dimensioni e

contribuiscono a generare economie di filiera molto più ampie di

quelle che possono essere contabilizzate ufficialmente, ad

esempio, attraverso l’analisi dei bilanci delle società di capitale.

L’evoluzione dell’economia reatina, poi, risulta caratterizzata da:

La terziarizzazione dell’economia, determinata da un

modello di sviluppo del terziario incentrato sulle attività

innovative (in particolare informatica e ricerca: 240 unità locali

nel I semestre 2007, in crescita di 10 unità rispetto al consuntivo

2006 che segnava già una crescita importante: variazione +4,5%).

3 Per la prima volta si è introdotto il concetto di “Middle Class” di impresa in: G. Capuano (2004), Le trasformazioni del sistema produttivo manifatturiero dopo il tunnel della crisi, Dall’ispessimento alla costituzione di un ceto medio, in Rapporto PMI 2004, Unioncamere-Istituto G. Tagliacarne, Franco Angeli, Milano. Per un approfondimento metodologico: G. Capuano (2006), Verso la definizione e l’individuazione di un nuovo nucleo di impresa. Aspetti teorici ed evidenze empiriche della “Middle Class” di impresa (MCI), Rivista di Economia e Statistica del Territorio, Franco Angeli, Milano, n. 1.

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Un processo di

“selezione” del tessuto

di imprese

Il peso del settore all’interno dell’economia locale passa, dal 2003

al 2005, dal 72,3% al 73,4% (Italia da 70,4% a 70,9%). Un aspetto

rilevante di tale tematica è relativo all’affermazione della

macrofiliera manifatturiero-servizi. L’effetto macro del fenomeno

è una riduzione “contabile” del peso del manifatturiero ed una

crescita dei servizi nella formazione del PIL provinciale, anche se

da un punto di vista meramente economico rappresenta una

risposta di strategia industriale ad un ciclico periodo di

crisi/difficoltà, con processi di riorganizzazione produttiva, di

esternalizzazione di attività extra-produttive e la valorizzazione di

asset intangibili come progettazione, design, creazione di marchi,

etc. aspetti “terziari” della filiera produttiva. L’effetto

macroeconomico si manifesta in un aumento del peso dei servizi

ed una riduzione del peso del manifatturiero nella formazione del

PIL; l’effetto microeconomico in un aumento della componente

terziaria all’interno delle imprese manifatturiere (attualmente

stimabile nel 40%, nel 1985 al 30% circa).

Il riposizionamento del manifatturiero e la presenza di

filiere produttive proto-distrettuali (agroalimentare, lavorazione

del legno, macchine ed apparecchi meccanici, apparecchi elettrici

ed elettronici e per comunicare). Dal 2003 al 2006, infatti, si

assiste ad una espulsione dal mercato delle imprese meno

competitive e ad una trasformazione del manifatturiero che si sta

riposizionando presso segmenti di mercato a maggiore dinamicità

(nel I semestre 2007 continua la selezione di imprese sopratutto in

agricoltura e nei segmenti dell’industria del legno e del metallo).

Ciò è testimoniato dall’acquisizione di nuove quote di mercato

internazionale nel 2006 (+10,4% dell’export), dal peso della

grande industria (anche se in decrescente negli anni: 32,8% Rieti

nel 2004, in flessione di circa 7 punti percentuali dal 1995; e dalla

nascente “piccola impresa di qualità”). Dall’indagine realizzata

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Il 38,1% delle

imprese è impegnato

in un processo di

trasformazione

Una strategia di

delocalizzazione

alle imprese sul “processo di trasformazione” in provincia emerge

come una quota rilevante di imprese del panel (il 38,1% del

totale), afferma di essere impegnata in un processo di

trasformazione che, si configura prevalentemente organizzativa e

gestionale (19,1%, la metà delle imprese in trasformazione), ma

anche tecnologica/produttiva (9,5%) e settoriale (4,8%; ovvero si

è in presenza di un cambiamento che porterà ad operare in un

altro settore come, nella metà dei casi, il commercio). Nonostante

le imprese che risultano impegnate nel percorso di trasformazione

conseguiranno un maggiore livello di competitività, occorre

sottolineare come il processo di trasformazione si associa ad una

diversa strategia imprenditoriale, per lo più attraverso un

percorso di delocalizzazione esterna alla provincia.

Graf. 3 - Presenza o meno di processi di trasformazione settoriale/organizzativa, e in caso affermativo, di che natura (in %)

Giuridico/societaria; 0,0

Finanziaria; 2,4

Tecnologico/produttiva; 9,5

Settoriale; 4,8

Mercato; 2,4Organizzativo/gestionale;

19,1

SI: 38,1NO: 61,9

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

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Graf. 4 – Tipologia di strategia aziendale associata al processo di trasformazione imprenditoriale (in %)

20,0

0,0

60,020,0

0,0

0,0

0,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Internazionalizzazione

Delocalizzazione internaalla provincia

Delocalizzazione esternaalla provincia

Marketing

Aggregazione/fusioneimprenditoriale

Relazione/subfornitura

Finanziaria

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Mappa 2 – La polarizzazione dei comparti ad elevata innovazione in provincia di Rieti

BORGOROSE

CITTADUCALERIETI

FARA SABINA (Passo Corese)

Fonte: elaborazioni Istituto Tagliacarne su dati CCIA Rieti

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II.3 – L’evoluzione del mercato del lavoro

L’incremento

dell’occupazione

“ufficiale”

Parallelamente, effetti benefici sembrano essersi avuti nel

mercato del lavoro provinciale, dove ad un aumento del numero

degli occupati pari al +1,9% rispetto al 2005, ha fatto riscontro

un pari decremento del numero di disoccupati, calati di oltre

mille unità nel corso dell’ultimo anno. Stando ai dati ufficiali

dell’Istat4, così, il mercato del lavoro reatino, contrariamente a

numerose realtà locali anche limitrofe, non presenta

particolari criticità (tasso di disoccupazione 2006: Rieti 5,9%,

Italia 6,8%; nel 2004 erano rispettivamente 7,8% e 8%), anche se

va sottolineato che la riduzione del numero di disoccupati (e del

relativo tasso) nella provincia, potrebbe essere anche frutto del

cosiddetto “effetto scoraggiamento”; una parte della forza

lavoro disoccupata da più di 12 mesi (disoccupazione di lunga

durata) non è più alla ricerca concreta di un’occupazione e

risulta, di fatto, uscita dal mercato del lavoro locale (le non forze

di lavoro sono aumentate di circa 1.900 unità dal 2004 al 20065).

In particolare, dal 2004 al 2006 gli occupati in provincia di Rieti

aumentano di 2.184 unità (di cui 2.158 donne sempre secondo i

dati ufficiali) e ciò in considerazione del fatto che gli occupati

agricoli diminuiscono di 1.045 unità, mentre nell’industria e nei

servizi sono in aumento, rispettivamente di 1.398 e 1.832 unità.

E’ possibile che i dati ufficiali non colgano alcune difficoltà di

4In merito, occorre far presente che nella rilevazione sulle forze di lavoro Istat, si fa riferimento ad un campione (pari, nel caso di Rieti, a 512 famiglie residenti in 17 comuni della provincia). Pertanto le valutazioni sulle forze di lavoro occupate e/o disoccupate sono soggette ad errori di stima. Per un’approfondita disamina della metodologia d’analisi, si faccia riferimento al volume sulle Forze di Lavoro pubblicato il 17 gennaio 2007 e scaricabile sul sito dell’Istat all’indirizzo http://www.istat.it/dati/catalogo/20070117_00/ann0611forze_di%20lavoro_media_2005.pdf . 5 Prendendo in considerazione tali affermazioni è utile realizzare una stima del tasso di disoccupazione della popolazione in età 15 – 64 anni (non oltre 15 come nel tasso ufficiale) con la somma delle persone in cerca di occupazione e le non forze di lavoro. Tale stima si attesterebbe tra il 7,5 e l’8%.

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inserimento nel mondo del lavoro, soprattutto da parte delle

donne il cui tasso di disoccupazione ufficiale risulta pari al 7,5%

(Italia 8,8%), difficoltà testimoniate, tra l’altro, da un incremento

nel 2006 del numero di ore di cassa integrazione nel settore

industriale pari al +63,2% rispetto al monte ore del 2004 di

operai e impiegati. Notizie differenti, invece, derivano

dall’indagine che è stata realizzata presso un panel non

rappresentativo di imprese manifatturiere. Posta un’ampia quota

di imprese che dichiarano stabile il proprio livello di

occupazione, del 2006 (78,6%6), ma anche nel primo semestre

2007 (71,4%), coloro che affermano un aumento di occupati

sono, rispettivamente il 16,7% ed il 19%, con conseguenti saldi

molto favorevoli.

Tab. 6 – Andamento dell’occupazione nel manifatturiero nel 2006 e nel I semestre 2007; previsioni II semestre 2007 (in %) 2006 I semestre 2007 Previsioni II semestre 2007 In aumento 16,7 19,0 9,5 In diminuzione 4,8 9,5 4,8 Stabile 78,6 71,4 83,3 Ns/Nr 0,0 0,0 2,4 Saldo 11,9 9,5 4,7 Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Le previsioni di

assunzione

Di fatto, secondo le previsioni fornite dall’indagine Excelsior7, in

provincia di Rieti sono attese per il 2007 oltre 1.300

assunzioni, di cui 130 nella meccanica ed elettronica, 380 nelle

costruzioni, 310 nel commercio e 460 in altri settori dei servizi;

90 figure professionali sono attese con titolo universitario.

6 E’ doveroso affermare che, in generale, la quota di affermazioni di stabilità dell’occupazione varia tra l’85% ed il 95%. 7 L’indagine Excelsior viene curata ogni anno dal Ministero del Lavoro e Unioncamere ed è finalizzata a quantificare le previsioni di assunzione per tipologia nelle imprese italiane.

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Tab. 7 – Previsioni di assunzione nel 2007 per titolo di studio e settore in provincia di Rieti (valori assoluti)

Elettronica, meccanica,

metalli, altre industrie

Industrie alimentari,

tessili, legno, carta

Costruzioni Commercio

Scuola dell'obbligo 30 30 280 80 Qualifica professionale regionale 0 0 0 40 Istruzione professionale (3-4 anni) 20 0 10 10 Diploma superiore (5 anni) 60 0 0 140 Titolo universitario 10 0 0 40 Totale 130 30 380 310

Alberghi, ristoranti,

servizi turistici

Trasporti, credito,

assicurazioni, servizi a imprese

Sanità, istruzione,

servizi a persone Totale

Scuola dell'obbligo 60 140 30 650 Qualifica professionale regionale 0 10 0 60 Istruzione professionale (3-4 anni) 10 10 20 70 Diploma superiore (5 anni) 80 60 10 430 Titolo universitario 0 20 20 90 Totale 160 220 80 1.310 Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro

II.4 - Le dinamiche congiunturali

Una provincia a

economia “a-ciclica”

La ripresa dell’economia nazionale dell’ultimo anno, trainata

dalle buone performance registrate dal Made in Italy di qualità

ed, in particolare, dall’automotive e dalla meccanica a

progettazione avanzata, può avere indubbi effetti sul sistema

produttivo di Rieti, dove è presente un tessuto imprenditoriale

già attivo nei comparti in questione. In realtà, la provincia di

Rieti può essere definita “economia a-ciclica”8, nel senso che

l’andamento del ciclo congiunturale nazionale è “neutrale” nella

determinazione delle performance dell’economia locale (Fig. 3),

8 A questo proposito si veda: G. Capuano, Mesoeconomia. Teorie ed evidenze empiriche di economia regionale (2007), Franco Angeli, Milano.

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ma spesso le dinamiche nazionali in tali province vengono

recepite con ritardo. E’ doveroso affermare che le risultanze

dell’analisi dell’Osservatorio vanno lette alla luce di questa

importante risultanza e che lo sforzo dei prossimi anni sarà

quello di meglio integrare l’economia reatina con i cicli

congiunturali di aree più avanzate.

Da tali considerazioni deriva la previsione che a partire della

seconda metà dell’anno in corso si potranno constatare gli effetti

positivi dell’inversione del ciclo economico; a tal proposito, si

sottolinea l’importante incremento delle esportazioni (+10,4%;

Italia +9%) che sicuramente ha avuto sul Pil provinciale nel

biennio 2006 - 2007, di cui ancora non si hanno le stime relative.

A fronte, dunque, delle considerazioni legate all’a-ciclicità delle

dinamiche economiche della provincia, all’evoluzione del

quadro congiunturale nazionale e regionale, al forte impulso che

stanno registrando alcuni settori sui mercati esteri (con gruppi

imprenditoriali presenti anche in provincia), alla presenza di

segmenti imprenditoriali di rilievo per capacità innovativa

(meccanica ed elettronica in primis) ed al processo di evoluzione

del modello di sviluppo locale, il 2007, probabilmente

manifesterà importanti segnali di crescita del sistema economico

di Rieti.

Gli effetti congiunti del modello di sviluppo, della ciclicità e

degli squilibri si manifestano nel differenziale di reazione alla

pressione concorrenziale internazionale ed alle dinamiche

nazionali ed internazionali.

Fig 3 – Mappatura delle province italiane in base alle caratteristiche del ciclo economico

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Fonte: Istituto G. Tagliacarne

I “numeri” della

crescita

Esaminando le dinamiche congiunturali, appare evidente,

quindi, una costante crescita “selettiva” dell’economia di Rieti

già da alcuni anni, testimoniata da un incremento della ricchezza

locale e da un processo di convergenza dei principali indicatori

macroeconomici con i valori nazionali. Rieti, infatti, è prima fra

le province italiane per incremento del Pil nel periodo 2003 –

2005 (+4,7% medio annuo); risulta seconda, invece, per

crescita del Pil pro capite nel medesimo periodo (+3,9% medio

annuo). Tali variazioni risultano più che doppi rispetto alle

rispettive medie nazionali (Pil +2% medio annuo; Pil pro capite

+1,4%).

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Graf. 5 - Variazione media annua (in %) del Prodotto interno lordo dell'intera economia nelle province laziali, al Centro ed in Italia, a prezzi correnti (2003-2005)

2,0

2,3

3,2

3,3

2,9

4,7

4,6

4,0

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0

Fr os inone

Latina

Rieti

Roma

Viter bo

LAZIO

CENTRO

ITALIA

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Le buone performance sono state sostenute anche dalle

esportazioni. L’elevato grado di apertura internazionale è

testimoniato dall’alta propensione all’export (pur se in evidente

calo nell’ultimo biennio; export/PIL da 29,5% del 2003 a 17,3%

nel 2005; Italia da 19,8% a 21,2%) e da una ripresa delle

esportazioni nel 2006 (+10,4%) dopo un deciso calo fatto

registrare nel 2005 (-26,9%). E’, inoltre, da sottolineare la

crescente importanza del mercato asiatico che rappresenta il

maggior partner commerciale di Rieti in merito alle esportazioni;

difatti, il 43,9% delle merci esportate dalla provincia è destinato

in tali piazze. E’ doveroso osservare come l’apertura

internazionale della provincia, trainata dal settore manifatturiero

(99,9% del totale esportato nel 2006), sia ampiamente polarizzata

dal segmento delle macchine ed apparecchiature elettriche (circa

85% del totale esportato). Il grado di internazionalizzazione della

provincia risulta così caratterizzato quasi esclusivamente da un

settore economico e di piazze commerciali di sbocco concentrati

in un numero contenuto di paesi, tra l’altro molto distanti; tali

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Una crescita selettiva

squilibri (settoriale, di mercato e chilometrico) sottolineano la

fragilità di della propensione internazionale della provincia di

Rieti.

Queste considerazioni sono supportate anche dalla rilevazione

presso un panel di imprese reatine9. Infatti, le informazioni

riguardanti gli andamenti congiunturali del 2006, del primo

semestre 2007 e le previsioni per il semestre in corso, forniscono

informazioni molto positive: il fatturato del 2006 e del primo

semestre 2007 viene dichiarato in aumento dal 45,2% degli

intervistati, con saldi (differenza tra dichiarazioni di aumento e

diminuzione di fatturato) ampiamente favorevoli. Anche le stime

per il secondo semestre 2007 sono positive; logicamente,

trattandosi di previsioni, aumenta la quota di imprese che

dichiara stabilità o incertezza. Questi dati mostrano come,

probabilmente, nel 2006 e nel 2007, il ciclo economico sarà

nuovamente favorevole, soprattutto per quelle imprese più

innovative e proiettate sui mercati internazionali, anche in virtù

del fatto che il 26% delle imprese facenti parte del panel della

nostra indagine effettua esportazioni e, come noto, la ripresa

italiana del 2006 è ampiamente basata sull’export.

Tab. 8 – Andamento del fatturato nelle aziende manifatturiere nel 2006 e nel I semestre 2007; previsioni II semestre 2007 (in %) 2006 I semestre 2007 Previsioni II semestre 2007 In aumento 45,2 45,2 28,6 In diminuzione 11,9 16,7 4,8 Stabile 42,9 38,1 59,5 Ns/Nr 0,0 0,0 7,1 Totale 100,0 100,0 100,0 Saldo 33,3 28,5 23,8 Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

9 La rilevazione telefonica ha riguardato un panel di 100 imprese, per lo più del settore della meccanica e dell’elettronica, localizzate nel sistema produttivo di Cittaducale e con forma giuridica di Srl. Per tali motivazioni, occorre sottolineare come i dati presentati non possono essere considerati rappresentativi dell’intera economia reatina in quanto l’indagine, non campionaria, era finalizzata al monitoraggio delle trasformazioni imprenditoriali nel manifatturiero.

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La crescita dell’economia locale, dunque, non appare legata solo

alle ciclicità congiunturali, seppur di medio periodo, ma anche e,

soprattutto, ad un processo di selezione e di trasformazione

settoriale delle imprese, entrambi, comunque, ancora in fieri. Un

percorso che, oltre a determinare, negli ultimi tre anni, una

crescita della ricchezza pro capite sensibilmente più consistente

rispetto alla media nazionale, sta modificando lo stesso tessuto

produttivo provinciale.

Inoltre, la crescita del tessuto imprenditoriale, sia in termini

quantitativi (tasso di crescita medio annuo 2003/2006 +0,8%;

nel I semestre si contano circa 80 imprese in più rispetto al

consuntivo 2006) che qualitativi, con un relativo ispessimento

strutturale delle imprese (le società di capitale crescono ad un

tasso di variazione medio annuo 2003-2006 pari a +7,7%; Italia

+5,8%: nel I semestre 2007 si contano 70 nuove società di

capitali per una variazione del +7,3%), non risulta, infatti,

uniforme per tutti i settori produttivi dell’economia locale.

Tab. 9 - Prodotto interno lordo (Pil) per abitante (N.I., Italia = 100) in provincia di Rieti, al Centro e in Italia (2003-2005)

Pil per abitante in numero indice 2003 2004 2005 Rieti 80,5 83,9 86,4 LAZIO 114,7 117,5 118,4 CENTRO 109,6 110,7 110,5 ITALIA 100,0 100,0 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

III. – I fattori di contesto e le policy

Verso il superamento

Le dinamiche di crescita dell’economia reatina, quindi anche la

loro coerenza ciclica con la congiuntura nazionale, sono

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35

dei “quattro

squilibri”

dell’economia reatina

influenzate anche dagli squilibri che il sistema provinciale

presenta. Oltre agli squilibri di natura dimensionale e settoriale,

come:

- la soglia di ricchezza prodotta in provincia (0,2% l’incidenza

del Pil reatino su quello nazionale nel 2005),

- la dimensione media delle imprese (Rieti 2,8 addetti per unità

locale; Italia 3,8 - 2004),

- le specializzazioni produttive (che, ad esclusione di importanti

casi, come la meccanica e l’elettronica, si concentrano in

segmenti caratterizzati da modesti tassi di espansione, come

l’agroalimentare),

- e gli scarsi investimenti in innovazione e ricerca (i brevetti

registrati all’EPO nel 2005 dalle imprese reatine per abitante

sono i più bassi d’Italia, ovvero meno di 3,5 ogni milione di

abitante, anche se la spesa regionale in ricerca è molto elevata

e trainata dal bacino universitario ed amministrativo romano),

in provincia di Rieti si sottolinea la presenza di squilibri

fattoriali come:

- il capitale finanziario (variabile per cui Rieti non si presenta

autonoma in quanto dipende da erogazioni e contributi

esterne alla provincia; a tal proposito si pensi che gli impieghi

per sportello in provincia sono circa un quarto di quanto si

osserva a livello regionale nel 2006),

- il capitale tecnologico (presente quasi esclusivamente nelle

grandi imprese tale per cui Rieti si posiziona al 61-esimo posto

tra le province anche se risulta all’11-esimo per produzioni

high tech e hardware),

- ed il capitale umano (Rieti è 62-esima tra le province per

indice di creatività, anche se molti laureati e cervelli in

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generale vengono attratti dal polo universitario, produttivo ed

economico romano),

e gli squilibri territoriali che si manifestano in:

- una polarizzazione esterna che si manifesta nel legame che

numerose imprese e famiglie reatine hanno con l’economia

romana (si pensi allo sviluppo edilizio metropolitano o al

fenomeno del pendolarismo di breve raggio) al punto tale da

giovare della crescita posta in essere dalla capitale,

- una polarizzazione interna che, in virtù della polarizzazione

esterna e dei collegamenti infrastrutturali, ha visto sviluppare

maggiormente le aree più prossime al bacino economico

romano.

La necessaria

valorizzazione dei

“turismi”

Esaminate le principali risultanze economiche, dunque, si

sottolineano una serie di fattori di competitività territoriale che,

nel caso di Rieti, influenzano lo sviluppo dell’economia

provinciale. Tra questi occorre citare in primo luogo:

→ L’importanza relativa dei “turismi” che, nonostante le

risorse attrattive, deve ancora sfruttare tutte le potenzialità del

territorio (circa 3,3% del Pil provinciale; Italia 3,6%). In

particolare, si sottolinea una modesta internazionalizzazione

turistica (12,6% l’incidenza degli arrivi esteri sul totale arrivi

negli esercizi turistici provinciali; Italia 43,1%) che potrebbe

essere corroborata dall’attrazione di flussi di turisti esteri dal

bacino romano e la diversificazione/integrazione del modello di

attrazione. La scarsa capacità di integrazione tra i “turismi”

nonostante le importanti attrattività del territorio (ambiente,

storico, culturale, agrituristico, eno-gastronomico) e la modesta

fruibilità dello stesso non consentono ad un settore strategico,

quale quello turistico, di sfruttare al meglio le proprie

potenzialità, in un contesto di crescente competitività, sia verso i

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37

Il ruolo del credito nel

processo di

trasformazione

Competitività e

connettività logistica

mercati interni si verso quelli esteri. A tal proposito, occorrerà

realizzare una strategia coordinata tra diversi elementi come la

valorizzazione del patrimonio turistico locale, la realizzazione di

percorsi integrati (i turismi religioso, enogastronomico e

naturalistico in primis), il potenziamento delle strutture ricettive

(sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo) e

l’inserimento, attraverso i tour operatos, nei flussi turistici

(nazionali ed internazionali) diretti nella Capitale;

→ L’infrastrutturazione creditizia della provincia ha

determinato un percorso di convergenza del livello del costo del

denaro (il tasso di interesse a breve termine 2006 è diminuito di

2,1 punti percentuali dal 1998; Rieti 6,57%, Italia 6,43%); si

tratta di un fattore che alimenta la propensione ad investire in

provincia, soprattutto in considerazione del processo di

trasformazione imprenditoriale in atto. E’ un sistema bancario,

quello reatino, che strutturalmente risulta caratterizzato da una

ridotta operatività (sia per la dimensione degli istituti creditizi

che per quella delle imprese che, per effetto combinato, non

attivano importanti flussi di finanziamento), anche se proprio

tale assetto consente una buona relazionalità tra banche e

imprese;

→ Il sistema dei trasporti da migliorare, soprattutto in

relazione all’aumento della “pressione infrastrutturale” ed al

conseguente congestionamento delle principali arterie di

comunicazione viaria (fattore determinante in un percorso di

integrazione con gli altri sistemi economici provinciali e

internazionali). Il sistema infrastrutturale della provincia risulta

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caratterizzato da una dotazione viaria che quantitativamente

sembra supportare gli spostamenti della popolazione e la

logistica delle imprese (numero indice 2004 rete viaria 133; Italia

100) ma in realtà l’elevato livello di veicoli spesso paralizza le

arterie più importanti, anche a causa di una evidente difficoltà di

accesso degli assi principali ed una scarsa presenza di reti nodali

e piattaforme logistiche. Tale articolazione risulta aggravata da

una presenza di reti ferroviarie limitata (numero indice 39,5) che

spesso impone l’utilizzo di veicoli su gomma (occorre

sottolineare però che la fascia di territorio più densamente

popolato, quella più vicino a Roma, risulta sufficientemente

servita da linee inteprovinciali con vettori frequenti ed un elevato

numero di stazioni). Ovviamente il contesto infrastrutturale

appare condizionato dalla situazione orografica della provincia

(concentrazione degli assi di trasporto nell’area pedemontana,

assenza di aeroporto anche se l’Amministrazione regionale ha

conferito parere favorevole all’apertura dello scalo viterbese e,

logicamente, assenza di porti); a fronte di ciò sembra opportuno

operare nell’ambito della fluidificazione dei traffici attraverso il

miglioramento dei punti di connessione ed accesso delle reti.

Inoltre, come sottolineato già nel precedente Osservatorio,

appare opportuno puntare a migliori collegamenti con le reti

regionali ed interregionali, integrando il miglioramento dei nodi

di connessione con quello delle reti lunghe. In particolare, risulta

opportuno velocizzare i tempi di percorrenza da Rieti al

Raccordo Anulare di Roma, snodo per raggiungere l’aeroporto

di Fiumicino ed il Porto di Civitavecchia; ciò per ridurre le

esternalità negative dei processi di internazionalizzazione del

manifatturiero ed incrementare i flussi (anche esteri) di turisti;

→ Il sistema delle “infrastrutture di comunicazione” da

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Il potenziamento delle

ionfrastrutture leggere

e di “nuova

generazione”

potenziare. In relazione alla specializzazione produttiva legata

alle macchine ed apparecchi elettrici, risulta opportuno

potenziare le reti per la telefonia e la telematica (numero indice

2004 32,4; Italia 100); a tal proposito, posto che ancora non

risultano disponibili i dati del Ministero delle Comunicazioni

sulla dotazione di reti di telecomunicazione fissa e mobile a

livello provinciale, in provincia non esiste una base

imprenditoriale che gestisce tali reti e la trasmissione dei dati e

dei programmi.

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SEZIONE 1: IL QUADRO ECONOMICO

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Capitolo 1 – Le dinamiche economiche provinciali

1.1 La ricchezza prodotta in provincia di Rieti

1.1.1 Il Prodotto Interno Lordo provinciale

L’analisi della ricchezza prodotta dalla provincia di Rieti inizia dalla disamina del

PIL relativo al triennio 2003 – 2005; tale aggregato rappresenta, come noto, il

valore complessivo dei beni e dei servizi finali prodotti all’interno di un territorio in

un determinato intervallo di tempo, ovvero la sua ricchezza. Esso è dato dalla

somma del valore aggiunto (= produzione – consumi intermedi) e di Iva, imposte

indirette nette sui prodotti ed imposte sulle importazioni.

A partire da quest’anno, l’Istituto Tagliacarne ha iniziato ad effettuare le stime del

PIL, calcolato, come poc’anzi specificato, per il triennio 2003-2005, in coerenza

con le rilevazioni del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale)10, integrando le

elaborazioni riguardanti il valore aggiunto11.

Nel 2005, il PIL reatino ha rappresentato il 2,1% di quello laziale, rivestendo un

peso pressochè costante nel triennio considerato e rimanendo, tra le province

laziali, quella che meno contribuisce alla formazione della ricchezza regionale;

tuttavia, va messo bene in evidenza il fatto che il tasso di variazione medio annuo

ad essa relativo si rivela il più dinamico in regione (+4,7%) e più che doppio

rispetto alla media italiana (+2%), risultando, in tale ambito, la prima tra le 103

province italiane, seguita da un’altra provincia laziale, Latina.

Tab. 1 - Prodotto interno lordo dell'intera economia a prezzi correnti (in milioni di euro) nelle province laziali, al Centro e in Italia (2003-2005) 10 Il presente paragrafo si riferisce alle stime annuali del Pil provinciale che l’Istituto Tagliacarne elabora tenendo in considerazione le variazioni dei principali aggregati economici forniti dall’Istat. Tali aggregati sono soggetti a continue revisioni e, per questo, anche le stime dell’Osservatorio Economico 2007 possono differire da quelle elaborate nello scorso rapporto. 11 La differenza tra PIL e valore aggiunto sta nella presenza, all’interno del primo aggregato, di Iva ed imposte.

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42

2003 2004 2005 Frosinone 9.874 10.583 11.114 Latina 11.468 12.269 13.141 Rieti 2.802 3.056 3.215 Roma 108.127 115.231 117.838 Viterbo 5.392 5.780 5.949 LAZIO 137.663 146.920 151.258 CENTRO 280.862 295.520 301.124 ITALIA 1.335.352 1.388.872 1.417.240 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Graf. 3 - Variazione media annua (in %) del Prodotto interno lordo dell'intera economia nelle province laziali, al Centro ed in Italia, a prezzi correnti (2003-2005)

2,0

2,3

3,2

3,3

2,9

4,7

4,6

4,0

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0

Fr os inone

Latina

Rieti

Roma

Viter bo

LAZIO

CENTRO

ITALIA

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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1.1.2 Il Valore Aggiunto settoriale

Per quanto concerne il valore aggiunto provinciale, esso si è attestato a 2.911,4

milioni di euro nel 2005, di cui il 73,4% derivante dai servizi, che fanno si che Rieti

risulti, dopo Roma, la provincia più a vocazione terziaria tra le province laziali.

La percentuale di ricchezza ascrivibile ai servizi risulta, inoltre, superiore alla media

nazionale di ben 2,5 punti percentuali, posizionando Rieti in 36-esima posizione

all’interno della graduatoria nazionale secondo il peso detenuto dai servizi sulla

ricchezza totale delle province.

Segue il contributo del settore industriale, con il 22,1% della ricchezza prodotta, in

particolare dal comparto edile, che pesa, in provincia, più del doppio che a livello

nazionale (12,2% a fronte del 6% italiano); tale risultato fa si che Rieti sia seconda

all’interno della graduatoria nazionale dell’incidenza del valore aggiunto edile sul

totale, a circa 3,7 punti percentuali da Bolzano, che guida la classifica.

Per quanto concerne, invece, l’incidenza manifatturiera, la provincia risulta ultima

all’interno della regione e solamente 89-esima a livello nazionale, con una

percentuale pari al 9,9% a fronte di una media regionale del 12,5% e nazionale del

20,8%. Chiude il settore primario con il 4,4%, valore quasi doppio della media

italiana (2,3%) e quasi quadruplo di quella laziale (1,2%), pari alla percentuale

registrata da Frosinone ed inferiore, in regione, solamente a quella di Viterbo (6,4%).

All’interno della graduatoria nazionale stilata sulla base dell’incidenza del valore

aggiunto agricolo, Rieti si posiziona al 26-esimo posto, avendo perso, rispetto al

2004, quasi un punto percentuale (da 5,3% del 2004 a 4,4% del 2005). Osservando,

poi, la variazione media del valore aggiunto agricolo si ha conferma della

progressiva diminuzione dell’aggregato, che registra un -0,7% tra 2003 e 2005 a

fronte del +1,9% del Lazio.

Tab. 2 - Valore aggiunto a prezzi correnti (in milioni di euro e in %) per settore di attività economica

nelle province laziali, al Centro e in Italia (2005)

Industria

Agricoltura In senso stretto Costruzioni Totale

Servizi Totale economia

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44

Frosinone 174,9 1.872,1 702,7 2.574,8 7.367,0 10.116,7 Latina 510,5 2.636,6 846,3 3.482,9 7.594,0 11.587,4 Rieti 129,5 288,9 355,5 644,4 2.137,5 2.911,4 Roma 527,0 11.652,8 3.096,0 14.748,8 91.084,3 106.360,1 Viterbo 352,1 662,6 531,5 1.194,1 3.932,2 5.478,4 LAZIO 1.694 17.113 5.532 22.645 112.115 136.454 CENTRO 4.514 46.704 13.209 59.913 206.227 270.654 ITALIA 28.760 265.069 76.736 341.805 902.196 1.272.761 %

Industria Agricoltura

In senso stretto Costruzioni Totale Servizi Totale economia

Frosinone 1,7 18,5 6,9 25,5 72,8 100,0 Latina 4,4 22,8 7,3 30,1 65,5 100,0 Rieti 4,4 9,9 12,2 22,1 73,4 100,0 Roma 0,5 11,0 2,9 13,9 85,6 100,0 Viterbo 6,4 12,1 9,7 21,8 71,8 100,0 LAZIO 1,2 12,5 4,1 16,6 82,2 100,0 CENTRO 1,7 17,3 4,9 22,1 76,2 100,0 ITALIA 2,3 20,8 6,0 26,9 70,9 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Effettuando, dunque, una comparazione territoriale tra le variazioni del valore

aggiunto nei diversi settori economici tra il 2003 ed il 2005 (graf. 2) emerge che gli

aumenti registrati in tutti gli aggregati reatini sono stati più consistenti che nel Lazio

ed in Italia, servizi in testa (+5,2% Rieti, +3,3% Lazio, +2,1% Italia). Come già

ricordato, fa eccezione l’agricoltura, che registra un valore negativo per Rieti (-0,7%)

e per l’Italia (-1,9%), mentre il Lazio esibisce una performance positiva (+1,9%).

Graf. 2 –Variazione media annua del valore aggiunto a prezzi correnti di Rieti, del Lazio ed Italia per settori (2005/2003)

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45

- 0 , 7

1 , 9

- 1 , 9

3 ,6

1 , 8

0 ,9

4 ,43 ,9

4 ,2

5 , 2

3 ,3

2 ,1

4 ,7

3 ,1

1 , 9

- 2 ,0

- 1 ,0

0 ,0

1 ,0

2 ,0

3 ,0

4 ,0

5 ,0

6 ,0

A g ric o lt u ra I n d u s t ria C o s t ru z io n i S erv iz i T o t a le e c o n o m ia

R i e t i L A Z IO ITA L IA

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Graf. 3 –Variazione media annua del valore aggiunto a prezzi correnti di Rieti, Lazio, Centro ed Italia (2005/2003)

4,7

3,1

2,3

1,9

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

Rieti LAZIO CENTRO ITALIA

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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1.1.3 Il PIL pro capite

Soffermandoci, ora, sul PIL pro capite reatino, è possibile osservare che esso si

attesta, nel 2005, a 20.901 euro, in crescita costante dal 2003, periodo in cui era di

18.658 euro. Tuttavia, esso risulta ancora inferiore alle medie nazionale (24.152

euro) e regionale (28.607 euro), sebbene quest’ultima sia ampiamente influenzata,

come in tutte le performance, dal dato di Roma.

Ragionando in termini di numero indice, posta l’Italia pari a 100, emerge che il

valore registrato dalla provincia è di 86,5, in crescita rispetto al 2003 (80,5), ma che

colloca ancora Rieti al quarto posto in regione, davanti solamente a Viterbo. In

graduatoria nazionale la provincia si colloca nella seconda metà, posizionandosi

67-esima. Nonostante ciò, l’esame delle variazioni medio annue del PIL pro capite

(graf. 4) mette in evidenza la primazia di Rieti su tutti gli aggregati territoriali presi a

riferimento. Tale progressione deve, però, ancora riflettersi sulla struttura dei

consumi delle famiglie; a tal proposito, infatti, i consumi alimentari provinciali

continuano ad essere superiori alla media nazionale, rappresentando il 18,7% a

fronte del 16,9% italiano.

Tab. 3 - Prodotto interno lordo (Pil) per abitante (N.I., con Italia = 100) nelle province laziali, al Centro e in Italia, a prezzi correnti (2003-2005) 2003 2005 Frosinone 87,6 93,9 Latina 98,0 104,2 Rieti 80,5 86,4 Roma 124,7 127,7 Viterbo 79,3 81,8 LAZIO 114,7 118,4 CENTRO 109,6 110,5 ITALIA 100,0 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Graf. 4 - Variazione media annua (in %) del PIL pro capite dell'intera economia nelle province laziali, al Centro e in Italia, a prezzi correnti (2003-2005)

1,4

1,6

2,5

2,4

2,2

3,9

3,5

3,7

0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0

Fr osinone

Latina

Rieti

Roma

Viter bo

LAZIO

CENTRO

ITALIA

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 4 - Consumi finali interni delle famiglie (in %) - Anni 2000-2004 2000 2004

Alimentari Non Alimentare Totale Alimentari Non Alimentare Totale

Frosinone 20,8 79,2 100,0 20,9 79,1 100,0 Latina 19,4 80,6 100,0 19,8 80,2 100,0 Rieti 18,3 81,7 100,0 18,7 81,3 100,0 Roma 15,3 84,7 100,0 15,4 84,6 100,0 Viterbo 18,1 81,9 100,0 18,3 81,7 100,0 LAZIO 16,1 83,9 100,0 16,3 83,7 100,0 CENTRO 16,2 83,8 100,0 16,2 83,8 100,0 ITALIA 16,9 83,1 100,0 16,9 83,1 100,0 Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Grad. 1 – Graduatoria nazionale in numero indice (Italia=100) del Pil pro capite delle province italiane (2005) Posto in graduatoria

Province PIL pro capite (N.I.,

Italia =100) Posto in graduatoria

Province PIL pro capite (N.I,

Italia=100) 1 Bolzano 152,5 53 Pavia 98,3 2 Milano 147,9 54 Como 98,2 3 Bologna 135,0 55 Rovigo 97,8 4 Modena 132,0 56 Macerata 95,8 5 Parma 130,5 57 Pistoia 95,7 6 Firenze 128,7 58 Perugia 95,2 7 Aosta 127,8 59 Terni 94,3 8 Roma 127,6 60 Verbania 94,0 9 Mantova 124,2 61 Frosinone 93,8 10 Brescia 120,9 62 Ascoli Piceno 93,6 11 Cuneo 119,9 63 Pesaro e Urbino 92,8 12 Ravenna 118,6 64 Grosseto 87,8 13 Verona 118,6 65 Chieti 87,0 14 Trieste 117,7 66 Massa-Carrara 86,4 15 Trento 116,6 67 Rieti 86,4 16 Udine 116,6 68 Isernia 83,9 17 Bergamo 116,2 69 Pescara 83,5 18 Reggio Emilia 116,2 70 Viterbo 81,7 19 Novara 116,1 71 Siracusa 81,4 20 Savona 116,1 72 Teramo 81,3 21 Vicenza 114,1 73 Sassari 81,0 22 Rimini 113,7 74 Cagliari 78,6 23 Vercelli 113,6 75 Oristano 78,5 24 Torino 113,3 76 L'Aquila 77,3 25 Forlì 113,2 77 Trapani 76,4 26 Alessandria 112,9 78 Campobasso 75,9 27 Cremona 112,6 79 Avellino 75,1 28 Gorizia 112,3 80 Taranto 74,3 29 Belluno 110,9 81 Catanzaro 73,9 30 Venezia 110,9 82 Rieti 73,6 31 Imperia 110,6 83 Potenza 71,7 32 Biella 110,2 84 Salerno 71,6 33 Pordenone 110,2 85 Ragusa 71,2 34 Padova 110,1 86 Nuoro 70,6 35 Piacenza 108,5 87 Bari 69,0 36 Livorno 108,5 88 Catania 67,1 37 Genova 108,5 89 Brindisi 66,1 38 Asti 108,2 90 Matera 65,5 39 Ancona 108,1 91 Benevento 65,4 40 Treviso 107,2 92 Napoli 64,9 41 Prato 106,1 93 Palermo 64,6 42 La Spezia 105,8 94 Caserta 64,5 43 Lecco 105,5 95 Caltanissetta 64,5 44 Pisa 105,0 96 Reggio Calabria 64,0 45 Latina 104,1 97 Vibo Valentia 63,8 46 Varese 104,0 98 Cosenza 62,4 47 Sondrio 102,9 99 Lecce 60,4 48 Siena 102,4 100 Enna 60,3 49 Ferrara 100,6 101 Agrigento 59,7 50 Lodi 100,4 102 Foggia 59,3 51 Lucca 98,7 103 Crotone 58,5 52 Arezzo 98,7 ITALIA 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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1.2 Il tessuto imprenditoriale reatino Il processo di trasformazione imprenditoriale che avevamo già rilevato nel corso del

precedente Osservatorio sembra aver continuato il proprio percorso anche nel 2006

in provincia di Rieti; è, infatti, evidente che qualcosa si sta muovendo tra le imprese

reatine, sebbene ancora tale processo sia in via di definizione e resti ancora

parzialmente in ombra.

Difatti, ad un primo sguardo, la situazione potrebbe sembrare immutata rispetto al

2005, in quanto i settori maggiormente presenti sul territorio sembrano mantenere

inalterato il proprio contributo, mentre in realtà qualcosa sta cambiando: ciò che si

può osservare è, innanzitutto, l’importante incidenza detenuta a livello provinciale

ed anche nazionale dalle imprese non classificate (rispettivamente 19,1% e 24%),

indice del fatto che parecchie aziende si stanno riposizionando, probabilmente nella

filiera manifatturiero-servizi12. A questo proposito, è d’obbligo una seconda

osservazione, scaturita dal fatto che il manifatturiero provinciale sembra

caratterizzato da una sorta di “immobilità” rilevata non solamente nel confronto

con il 2005 ma anche con il 2003, ma al suo interno è possibile notare dei

cambiamenti, dovuti a processi di “selezione imprenditoriale” che comportano la

selezione o la trasformazione di alcune categorie d’impresa a favore di altre,

discorso che si lega anche all’evoluzione delle forme societarie13. In questo contesto,

in particolare, si nota una evoluzione “dal basso” che porta alcune imprese a mutare

forma e spostarsi verso l’alto.

Tale meccanismo rispecchia alcuni andamenti rilevati anche in ambito nazionale, in

particolare per tre settori, che si rivelano poi i tre settori portanti della provincia

reatina: agricoltura, piccolo commercio e manifatturiero, in particolare nella

componente delle ditte individuali. Entrando nel dettaglio, per quanto concerne il

settore agricolo, i problemi ad esso connessi sono dati principalmente dalla

successione imprenditoriale e dal cambiamento generazionale, nonché dalla nascita 12 E’ doveroso sottolineare che tali dati sono influenzati da un effetto legato a “vischiosità amministrative”, tali per cui, probabilmente, nel corso dell’anno si assisterà ad una attribuzione più puntuale delle imprese non classificate nei settori economici. 13 Per informazioni più dettagliate si vedano i capitoli dedicati al manifatturiero nella seconda sezione dell’elaborato e la sezione tre riguardante l’indagine alle imprese.

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di nuove forme di competitività basate sull’aggregazione produttiva, quali la

diffusione di consorzi e cooperative (in un’ottica di ricomposizione fondiaria), che

porta all’indebolirsi ed allo scomparire, poi, delle ditte individuali più deboli e

polverizzate sul territorio.

Relativamente al piccolo commercio, la trasformazione è dettata soprattutto da una

ridefinizione dei bacini commerciali e della crescente importanza della grande

distribuzione, mentre per il manifatturiero si tratta principalmente di una sorta di

riposizionamento delle imprese al suo interno, dovuto ad una selezione di alcune e

ad una trasformazione di altre. Difatti, uno sguardo alla composizione interna del

manifatturiero e, soprattutto, alle variazioni ed ai tassi di crescita nel 2005 e nel 2006

delle imprese che lo compongono, mette in luce il fatto che, dei comparti portanti,

solamente quello delle industrie alimentari tiene il passo, sebbene il tasso di crescita

ad esso relativo sia molto inferiore a quelli regionale e nazionale14. Gli altri, in

particolare l’industria della fabbricazione e produzione di metalli nonché quella del

legno, sebbene detengano sempre il maggior peso sul totale manifatturiero,

mostrano un’erosione delle proprie quote e tassi di crescita negativi. Probabilmente

tali fenomeni sono strettamente connessi ad un percorso di internazionalizzazione

ed integrazione funzionale delle attività produttive del tessuto manifatturiero

reatino; come sarà possibile osservare nella sezione del commercio estero del

manifatturiero sono molto consistenti gli scambi (import ed export) con l’Europa e

l’Asia di subfornitura e prodotti finiti relativi alla chimica, alla gomma/plastica e,

soprattutto, ai prodotti tecnologici ed informatici. Tale articolazione del commercio

internazionale della provincia di Rieti suggerisce come, all’erosione del sistema

imprenditoriale manifatturiero, si contrapponga una maggiore intensità di relazioni

internazionali, probabilmente legate al trasferimento all’estero (anche senza processi

evidenti di delocalizzazione) di fasi produttive.

Alle trasformazioni di questi settori si accompagnano, poi, altri fenomeni già

riscontrati in provincia, ovvero il peso sempre maggiore detenuto dal settore edile (in

cui è ampia la dimensione artigiana), che tiene il passo nazionale (+4,1% tra 2003 e

2006), e da alcuni comparti terziari, soprattutto, nel caso specifico,

14 Per il dettaglio si veda il capitolo 4, dedicato al manifatturiero.

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dall’intermediazione monetaria e finanziaria e dal terziario avanzato, in crescita, tra

2003 e 2006, rispettivamente di ben 5,3 e 5,2 punti percentuali a fronte di 1,1 e 4,7

punti dell’Italia.

Un terzo fenomeno degno di nota è, poi, la crescita del peso detenuto dalle società

di capitali e delle altre forme sul totale imprenditoriale a scapito delle altre forme

giuridiche, in particolare delle ditte individuali, che perdono quasi un punto

percentuale di incidenza rispetto al 2005.

Tab. 5 – Imprese reatine registrate, attive, iscritte e cessate nel 2006 (valori assoluti) Registrate Attive Iscritte Cessate Agricoltura, caccia e silvicoltura 3.982 3.940 119 173 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 6 4 0 0 Estrazione di minerali 14 11 0 0 Attivita' manifatturiere 1.272 1.159 46 88 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 3 3 0 0 Costruzioni 2.447 2.255 199 172 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 3.261 2.980 188 248 Alberghi e ristoranti 827 722 42 64 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 387 356 11 26 Intermediaz.monetaria e finanziaria 241 230 26 17 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 688 592 37 39 Istruzione 25 24 2 0 Sanita' e altri servizi sociali 63 57 0 2 Altri servizi pubblici,sociali e personali 534 506 33 27 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 Imprese non classificate 1.280 63 315 74 TOTALE 15.030 12.902 1.018 930 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 6 – Tasso di iscrizione, cessazione e crescita delle imprese reatine nel 2006 (in %) Iscrizione Cessazione Crescita Agricoltura, caccia e silvicoltura 3,0 4,3 -1,3 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali 0,0 0,0 0,0 Attivita' manifatturiere 3,6 6,8 -3,2 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 8,4 7,2 1,1 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 5,8 7,6 -1,8 Alberghi e ristoranti 5,1 7,7 -2,7 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,8 6,6 -3,8 Intermediaz.monetaria e finanziaria 11,3 7,4 3,9 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 5,7 6,0 -0,3 Istruzione 8,3 0,0 8,3 Sanita' e altri servizi sociali 0,0 3,3 -3,3 Altri servizi pubblici,sociali e personali 6,4 5,2 1,2 Serv.domestici presso famiglie e conv. - - - Imprese non classificate 25,0 5,9 19,1

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TOTALE 6,8 6,2 0,6 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Graf. 5 – Tasso di crescita delle imprese italiane nel 2006 (in %)

0,8

24,4

1,8

0,5

0,0

-0,3

-0,6

-0,8

-0,8

-0,9

-1,3

-1,4

-1,5

-1,9-2,1

-3,0

-3,0

-5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Totale Italia

Imprese non classificate

Costruzioni

Intermediaz.monetaria e finanziaria

Serv.domestici presso famiglie e conv.

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Pesca,piscicoltura e servizi connessi

Istruzione

Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua

Altri servizi pubblici,sociali e personali

Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas

Sanita' e altri servizi sociali

Alberghi e ristoranti

Attivita' manifatturiere

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Trasporti,magazzinaggio e comunicaz.

Estrazione di minerali

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 7 – Imprese reatine nel 2003 e nel 2006, laziali ed italiane nel 2006 – composizione % Rieti 2003 Rieti 2006 Lazio 2006 Italia 2006 Agricoltura, caccia e silvicoltura 32,7 30,5 14,1 18,1 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,1 0,2 Estrazione di minerali 0,1 0,1 0,1 0,1 Attivita' manifatturiere 9,2 9,0 9,6 12,3 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,1 Costruzioni 15,9 17,5 14,3 14,5 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 23,3 23,1 33,4 27,6 Alberghi e ristoranti 5,5 5,6 5,6 5,0 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,8 2,8 5,1 3,8 Intermediaz.monetaria e finanziaria 1,6 1,8 2,7 2,0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 4,0 4,6 8,8 10,6 Istruzione 0,2 0,2 0,4 0,4 Sanita' e altri servizi sociali 0,4 0,4 0,5 0,5 Altri servizi pubblici,sociali e personali 3,7 3,9 5,1 4,4 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0,0 0,0 0,0 0,0 Imprese non classificate 0,6 0,5 0,3 0,5 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 8 – Imprese reatine, laziali ed italiane nel 2006 – tasso di variazione medio annuo 2006/2003 Rieti Lazio Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura -1,5 -1,7 -1,4 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 3,7 0,6 Estrazione di minerali 0,0 0,1 -1,4 Attivita' manifatturiere -0,1 -0,2 -0,6 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua -15,7 4,3 4,4 Costruzioni 4,1 4,9 4,1 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 0,6 2,1 0,6 Alberghi e ristoranti 1,2 2,9 2,4 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 0,0 2,7 0,8 Intermediaz.monetaria e finanziaria 5,3 3,4 1,1 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 5,2 6,3 4,7 Istruzione 8,1 7,8 3,9 Sanita' e altri servizi sociali 3,1 7,0 5,7 Altri servizi pubblici,sociali e personali 3,2 2,3 1,9 Serv.domestici presso famiglie e conv. - -100,0 -100,0 Imprese non classificate -6,9 -40,3 -9,0 TOTALE 0,8 1,8 1,1 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 9 – Imprese reatine, laziali ed italiane per forma giuridica (2006, composizione percentuale 2006 e tasso di variazione medio annuo 2006/2003) Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme Totale

2006 Rieti 970 1.405 10.112 415 12.902 Lazio 60.029 42.562 260.164 7.668 370.423 Italia 710.445 905.044 3.436.245 106.544 5.158.278

Composizione % 2006 Rieti 7,5 10,9 78,4 3,2 100,0 Lazio 16,2 11,5 70,2 2,1 100,0 Italia 13,8 17,5 66,6 2,1 100,0

Tasso di variazione medio annuo 06/03 Rieti 7,7 1,1 0,1 3,6 0,8 Lazio 7,3 1,6 0,7 4,0 1,8 Italia 5,8 0,6 0,3 1,6 1,1 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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1.2.1 Le dinamiche imprenditoriali del II trimestre 2007

Al di là dell’analisi strutturale sul tessuto produttivo della provincia, è opportuno

volgere un breve sguardo anche alle dinamiche più recenti che hanno coinvolto

l’imprenditoria locale, concentrando l’attenzione in particolare sul primo semestre

del 2007, ultimo periodo di cui sono disponibili i dati. Questo al fine di verificare

eventuali riflessi della congiuntura internazionale sulle imprese reatine, e se

quest’ultime stiano o meno seguendo quei processi di riposizionamento sui settori

più competitivi, già evidenti a livello nazionale.

L’analisi di breve periodo (II trimestre 2007), così, rivela innanzitutto un’ulteriore

crescita quantitativa delle imprese attive nel territorio reatino, in virtù di un numero

di iscritte (275) sensibilmente superiore a quelle cessate (180). Saldi positivi, con le

nuove imprese registrate che superano quelle dismesse, si registrano in quasi tutti i

comparti, ad eccezione del manifatturiero e dell’industria alberghiera (tab. 10).

Tab. 10 – Imprese reatine registrate, attive, iscritte e cessate nel II trimestre 2007 (valori assoluti) Registrate Attive Iscritte Cessate Agricoltura, caccia e silvicoltura 3.964 3.923 31 19 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 6 4 0 0 Estrazione di minerali 13 11 0 0 Attivita' manifatturiere 1.261 1.154 14 20 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 3 3 0 0 Costruzioni 2.468 2.291 62 40 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 3.246 2.969 56 39 Alberghi e ristoranti 829 730 13 16 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 383 354 3 4 Intermediaz.monetaria e finanziaria 242 230 9 8 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 724 631 12 11 Istruzione 25 24 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 66 61 1 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 535 510 5 6 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 Imprese non classificate 1.302 86 69 17 TOTALE 15.067 12.981 275 180 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Se si opera, però, un mero confronto numerico sul totale di imprese registrate tra il I

semestre 2007 e il consuntivo 2006 (tab. 11), si nota come siano, seppur

minimamente, diminuite le imprese agricole così come quelle manifatturiere, mentre

incrementi numerici si sono avuti sia per il settore edile che, soprattutto, per il

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terziario avanzato (+39 imprese attive), con quest’ultimo che si dimostra come il

comparto più dinamico dell’intero tessuto produttivo provinciale.

Tab. 11 – Saldo tra imprese reatine registrate e attive nel II trimestre 2007 e a fine 2006 (valori assoluti)

Registrate Attive Agricoltura, caccia e silvicoltura -18 -17 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 0 Estrazione di minerali -1 0 Attivita' manifatturiere -11 -5 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 Costruzioni 21 36 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas -15 -11 Alberghi e ristoranti 2 8 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. -4 -2 Intermediaz.monetaria e finanziaria 1 0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 36 39 Istruzione 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 3 4 Altri servizi pubblici,sociali e personali 1 4 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 Imprese non classificate 22 23 TOTALE 37 79 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

La maggior parte delle iscrizioni di nuove imprese, in ogni caso, si è avuta in due dei

comparti chiave dell’economia reatina, ossia il commercio ma soprattutto l’edilizia,

settori che, però, presentano al tempo stesso anche le percentuali più elevate di

cessazioni (tab. 12), a testimonianza del fatto che, in segmenti dominati dalla

piccola imprenditoria, si apre e si chiude un’attività con maggior facilità e frequenza.

Nonostante il lieve decremento numerico sopra evidenziato, le imprese agricole

rimangono nettamente maggioritarie all’interno del panorama produttivo reatino

anche nel I semestre 2007, assorbendo da sole circa il 26% di quelle registrate (tab.

12) e oltre il 30% di quelle attive (graf. 6), a fronte di percentuali ben più basse

registrate in Italia (17,8%) e nel Lazio, il cui dato, (pur se influenzato dalla

peculiarità di una provincia come Roma, evidentemente a scarsa vocazione

agricola), è pari a meno della metà del valore reatino (tab. 13).

Peso maggiore rispetto agli altri contesti territoriali presi finora a riferimento è

assunto anche dalle imprese edili (Rieti 17,6%; Lazio 14,6%, Italia 14,8%), a

conferma della centralità delle costruzioni nell’economia locale già emersa

nell’analisi relativa alla formazione della ricchezza.

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Viceversa, sensibilmente inferiore è la quota rivestita dagli esercizi commerciali,

almeno in termini di numerosità imprenditoriale: se nel Lazio, infatti, al 30-06-2007

essi rappresentavano quasi un terzo del totale delle imprese regionali (e in Italia il

27,4%), nella provincia sabina la quota in questione scendeva al 22,9% nel caso delle

imprese attive e al 21,5% relativamente a quelle registrate, con uno scarto sensibile

anche rispetto a tutte le altre province limitrofe.

Più in generale, è il terziario a risultare sottodimensionato, almeno rispetto alle

macroaree prese fin qui a confronto, sia nella componente dei servizi tradizionali

che in quella del terziario avanzato: quest’ultimo, in particolare, presenta

un’incidenza sul totale (4,9%) pari a meno della metà del dato del Lazio e di quello

italiano, così come inferiori risultano le percentuali registrate dalle imprese reatine

attive nei trasporti e nei servizi pubblici, sociali e personali, tutti dati a conferma di

un processo di terziarizzazione ancora in ritardo rispetto al trend nazionale. Da

sottolineare, in ogni caso, l’eccezione rappresentata dall’industria ricettizia (e in

particolare dal comparto alberghiero-ristorativo), il cui numero di imprese sul totale

risulta in linea con i pari dati regionale e nazionale (tab. 13).

Tab. 12 – Composizione percentuale delle imprese reatine per settori produttivi nel II trimestre 2007

Registrate Iscritte Cessate Agricoltura, caccia e silvicoltura 26,3 11,3 10,6 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali 0,1 0,0 0,0 Attivita' manifatturiere 8,4 5,1 11,1 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 16,4 22,5 22,2 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 21,5 20,4 21,7 Alberghi e ristoranti 5,5 4,7 8,9 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,5 1,1 2,2 Intermediaz.monetaria e finanziaria 1,6 3,3 4,4 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 4,8 4,4 6,1 Istruzione 0,2 0,0 0,0 Sanita' e altri servizi sociali 0,4 0,4 0,0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 3,6 1,8 3,3 Imprese non classificate 8,6 25,1 9,4 TOTALE 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Graf. 6 – Composizione delle imprese attive in provincia di Rieti per settori produttivi nel II trimestre 2007 (in %)

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58

30,2

0,00,1

8,9

0,017,6

22,9

5,6

2,7

4,9 0,2 3,9 0,00,71,8

0,5

Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali

Attivita' manifatturiere Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni

Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio e comunicaz.

Intermediaz.monetaria e finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Serv.domestici presso famiglie e conv.

Imprese non classificate

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 13 - Composizione del tessuto imprenditoriale reatino nel 2003 e nel II trimestre 2007, e confronto con i dati regionali e nazionali (in %)

Rieti

giugno 2007 Lazio

giugno 2007 Italia

giugno 2007 Agricoltura, caccia e silvicoltura 30,2 13,6 17,8 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,1 0,2 Estrazione di minerali 0,1 0,1 0,1 Attivita' manifatturiere 8,9 9,5 12,2 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,1 Costruzioni 17,6 14,6 14,8 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 22,9 33,2 27,4 Alberghi e ristoranti 5,6 5,6 5,1 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,7 5,0 3,7 Intermediaz.monetaria e finanziaria 1,8 2,7 2,0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 4,9 9,2 10,8 Istruzione 0,2 0,4 0,4 Sanita' e altri servizi sociali 0,5 0,5 0,5 Altri servizi pubblici,sociali e personali 3,9 5,1 4,4 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0,0 0,0 0,6 Imprese non classificate 0,7 0,3 0,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Un discorso a parte va riservato al manifatturiero, settore di rilievo per lo sviluppo

dell’economia reatina e in particolare per il capoluogo ed il comprensorio di

Cittaducale: la quota di imprese attive nell’industria in senso stretto, infatti, non si

discosta significativamente dal dato regionale (Rieti 8,9%, Lazio 9,5%), mentre più

marcato è lo scarto rispetto al valore nazionale (12,2%). All’interno del settore

manifatturiero, spiccano i comparti della metalmeccanica e dell’elettrotecnica, ossia

quei segmenti produttivi su cui si è tradizionalmente sviluppata negli scorsi decenni

l’industria locale.

Una certa importanza la rivestono anche l’industria del legno ma soprattutto

l’agroalimentare, il quale racchiude da solo oltre 1/5 delle imprese manifatturiere

provinciali, anche in virtù di uno stretto legame con le imprese agricole impegnate

nelle produzioni di qualità (e in particolare nella lavorazione e produzione dell’olio,

punta di diamante dell’agroalimentare reatino). Viceversa, un peso secondario è

assunto dalla filiera del tessile-abbigliamento, soprattutto rispetto al trend nazionale,

dove il Sistema Moda ha un’importanza ben maggiore che a Rieti, e fa da traino

all’export del Made in Italy di qualità. Sottodimensionati risultano altresì i settori a

maggior valore aggiunto (automotive, biotecnologie) che, per capacità di

innovazione tecnologica, si stanno posizionando su nuovi segmenti di mercato

strategici a livello internazionale.

L’analisi temporale conferma parzialmente questi trend, anche in un breve periodo

come può essere un solo semestre: oltre la metà delle nuove imprese manifatturiere

iscritte nei primi sei mesi del 2007 presso il registro della Camera di Commercio di

Rieti, infatti, appartiene all’agroalimentare, mentre in tutti gli altri settori si assiste

ad una sostanziale stazionarietà (tab. 14). Nel dettaglio, a fronte di ben 8 nuove

imprese attive nell’industria alimentare, solo una ha cessato la sua attività, a

conferma della vitalità del comparto, comune in parte anche alla metalmeccanica.

Nel complesso, però, nonostante il dato positivo dell’agroalimentare, si registra una

contrazione, seppur minima, delle imprese manifatturiere rispetto alla fine del 2006,

pari a - 5 unità produttive (tab. 15).

Tab. 14 - Composizione del tessuto imprenditoriale manifatturiero reatino per comparti produttivi nel II trimestre 2007 (in %) Registrate Attive Iscritte Cessate

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Industrie alimentari e delle bevande 21,9 21,5 57,1 5,0 Industria del tabacco 0,0 0,0 0,0 0,0 Industrie tessili 2,8 2,7 0,0 10,0 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 4,3 4,1 7,1 0,0 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 0,4 0,3 0,0 0,0 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 14,4 15,0 7,1 5,0 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 1,0 0,9 0,0 0,0 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 4,1 4,1 0,0 5,0 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,0 0,0 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,9 0,7 0,0 0,0 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 0,9 1,0 0,0 5,0 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 5,7 5,5 7,1 15,0 Produzione di metalli e loro leghe 0,7 0,7 0,0 5,0 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 17,1 17,9 21,4 15,0 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,5 5,2 0,0 10,0 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,6 0,6 0,0 0,0 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 3,9 3,7 0,0 0,0 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 1,7 1,7 0,0 5,0 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 5,7 6,0 0,0 10,0 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,3 0,3 0,0 0,0 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,1 0,1 0,0 0,0 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 7,3 7,5 0,0 10,0 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,6 0,7 0,0 0,0 Totale manifatturiero 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 15 – Saldo tra imprese reatine manifatturiere registrate e attive nel II trimestre 2007 e a fine 2006 (valori assoluti) Registrate Attive Industrie alimentari e delle bevande 4 3 Industria del tabacco 0 0 Industrie tessili -1 -1 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 0 1 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 1 1 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia -5 -4 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0 0 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati -1 0 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0 0 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0 0 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche -1 0 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. -3 -3 Produzione di metalli e loro leghe -1 0 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 1 0 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. -2 -1 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0 0 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 0 0 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0 0 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici -4 -2 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0 0 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0 0 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 1 1 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0 0 Totale manifatturiero -11 -5 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 16 - Composizione delle imprese manifatturiere reatine nel II trimestre 2007, e confronto con i dati regionali e nazionali (in %)

Rieti

giugno 2007 Lazio

giugno 2007 Italia

giugno 2007 Industrie alimentari e delle bevande 21,5 19,4 16,3 Industrie tessili 2,7 1,5 4,6 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 4,1 6,6 7,0

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Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 0,3 1,1 3,6 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 15,0 9,2 7,5 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,9 0,7 0,8 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 4,1 8,6 5,0 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,1 0,1 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,7 1,0 1,1 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 1,0 1,2 2,0 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 5,5 4,7 4,7 Produzione di metalli e loro leghe 0,7 0,7 0,7 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 17,9 14,6 17,7 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,2 5,0 7,6 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,6 0,8 0,6 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 3,7 2,2 2,9 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 1,7 1,1 0,9 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 6,0 7,3 4,6 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,3 0,5 0,5 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,1 1,2 1,2 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 7,5 11,9 10,2 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,7 0,5 0,5 Totale manifatturiero 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Operando infine una scomposizione per forma giuridica (tab. 16), anche solo nel

breve periodo si ha la conferma del crescente e sostanzioso irrobustimento del

tessuto imprenditoriale reatino: raffrontando, infatti, gli ultimi dati disponibili,

relativi al primo semestre 2007, con quelli di fine 2006, si osserva come in soli sei

mesi le società di capitale siano cresciute a Rieti di oltre il +7%, con un ritmo cioè

quasi doppio rispetto a quello registrato nel Paese preso nel suo complesso (+3,8%).

La pressoché totalità della crescita delle imprese reatine nella prima parte dell’anno,

quindi, è ascrivibile unicamente a tale tipologia di società, dal momento che il

numero di ditte individuali e società di persone è rimasto praticamente invariato

rispetto al consuntivo 2006. Nonostante ciò, le società di capitale rimangono

ancora nettamente minoritarie nel panorama produttivo reatino, con un’incidenza

appena dell’8% sul totale delle imprese provinciali, percentuale quasi dimezzata

rispetto al pari dato regionale (17%) e lontana anche dal valore nazionale (14,8%).

Un tessuto imprenditoriale quello reatino, quindi, ancora dominato dalle PMI e in

particolare dalle ditte individuali, forma giuridica scelta da oltre i 3/4 delle aziende

locali.

In particolare, quest’ultime rappresentano la quasi totalità delle imprese agricole

della provincia, a conferma di un’agricoltura ancora legata ad una dimensione, per

cosi dire, “privatistica”, così come risultano dominati dalla imprese a conduzione

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familiare il settore edile e quello del commercio, quest’ultimo incentrato soprattutto

sulla vendita al dettaglio e al minuto. Viceversa, una maggiore solidità non solo

giuridica, ma anche economico e finanziaria, si registra tra le imprese attive nei

servizi alle imprese e nel terziario avanzato, dove oltre un quarto delle aziende è

operante sotto forma di società di capitale, mentre percentuali particolarmente

elevate di società di persone si riscontrano nell’industria ricettizia e nel variegato

campo dei servizi alle persone (tab. 17).

Tab. 16 - Composizione delle imprese manifatturiere reatine nel II trimestre 2007, e confronto con i dati regionali e nazionali (in %) Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme Totale

2006 Rieti 970 1.405 10.112 415 12.902 Lazio 60.029 42.562 260.164 7.668 370.423 Italia 710.445 905.044 3.436.245 106.544 5.158.278

II trimestre 2007 Rieti 1.041 1.402 10.110 428 12.981 Lazio 64.048 42.903 260.725 8.072 375.748 Italia 737.386 904.083 3.418.850 108.767 5.169.086

Variazione % Rieti 7,3 -0,2 0,0 3,1 0,6 Lazio 6,7 0,8 0,2 5,3 1,4 Italia 3,8 -0,1 -0,5 2,1 0,2

Composizione % II trimestre 2007

Rieti 8,0 10,8 77,9 3,3 100,0 Lazio 17,0 11,4 69,4 2,1 100,0 Italia 14,3 17,5 66,1 2,1 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 17 - Composizione delle imprese reatine per tipologia giuridica e settore produttivo nel II trimestre 2007 (in %)

Società

di capitale Società

di persone Ditte

Individuali Altre

Forme Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,7 2,9 94,8 1,6 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 25,0 0,0 25,0 50,0 Estrazione di minerali 54,5 18,2 27,3 0,0 Attivita' manifatturiere 13,2 17,1 63,4 6,3 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 33,3 0,0 0,0 66,7 Costruzioni 9,5 9,8 77,3 3,4 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 8,6 14,5 75,9 1,0 Alberghi e ristoranti 11,0 24,2 61,8 3,0 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 8,5 9,9 73,4 8,2 Intermediaz.monetaria e finanziaria 3,9 10,0 83,9 2,2 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 28,1 15,7 44,5 11,7 Istruzione 20,8 25,0 41,7 12,5 Sanita' e altri servizi sociali 23,0 23,0 24,6 29,5 Altri servizi pubblici,sociali e personali 6,1 12,4 78,6 2,9 Serv.domestici presso famiglie e conv. - - - - Imprese non classificate 38,4 20,9 23,3 17,4 TOTALE 8,0 10,8 77,9 3,3 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Superiore alla media generale delle imprese reatine è anche l’incidenza delle società

di capitale nel manifatturiero, rappresentando, esse, oltre il 13% delle industrie

provinciali, a fronte di un dato complessivo pari appena all’8% (tab. 18). In

particolare, aziende maggiormente strutturate si trovano nella chimica-

farmaceutica, nella gomma-plastica, nella meccanica e nell’elettrotecnica, mentre

nei settori chiave dell’industria reatina (agroalimentare, metallurgia e filiera del

legno-mobilio) ancora prevalgono le forme più semplici di società giuridiche e in

primis le ditte individuali, rappresentanti quasi i 2/3 del totale delle imprese

manifatturiere della provincia.

Anche nell’industria in senso stretto, però, chiara è la tendenza ad un

irrobustimento del tessuto imprenditoriale, con una sensibile e costante crescita

delle società di capitale nell’ultimo semestre di rilevazione, a conferma del fatto che

sono le aziende con forme giuridiche più complesse quelle a risultare realmente

competitive sul mercato, sia nei settori industriali tradizionali che in quelli a

maggior valore aggiunto e ad alto contenuto di nuove tecnologie.

Tab. 18 - Composizione delle imprese manifatturiere reatine per tipologia giuridica e settore produttivo nel II trimestre 2007 (in %)

Società

di capitale Società

di persone Ditte

Individuali Altre

Forme Industrie alimentari e delle bevande 9,3 24,6 55,6 10,5 Industria del tabacco - - - - Industrie tessili 9,7 12,9 67,7 9,7 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 4,3 10,6 76,6 8,5 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 0,0 25,0 75,0 0,0 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 5,2 12,1 81,5 1,2 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 20,0 20,0 40,0 20,0 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 12,8 17,0 46,8 23,4 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari - - - - Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 50,0 12,5 37,5 0,0 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 36,4 36,4 18,2 9,1 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 20,6 23,8 52,4 3,2 Produzione di metalli e loro leghe 0,0 12,5 87,5 0,0 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 13,6 16,0 68,4 1,9 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 30,0 18,3 48,3 3,3 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 28,6 0,0 71,4 0,0 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 25,6 14,0 48,8 11,6 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 55,0 10,0 20,0 15,0 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 14,5 10,1 72,5 2,9 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 33,3 33,3 0,0 33,3 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 100,0 0,0 0,0 0,0 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 2,3 11,5 80,5 5,7

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Recupero e preparaz. per il riciclaggio 25,0 50,0 25,0 0,0 Totale manifatturiero 13,2 17,1 63,4 6,3 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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1.3 I flussi commerciali con l’estero 1.3.1 Dinamiche congiunturali e di medio-lungo periodo

Nel corso del 2006 la provincia di Rieti ha esportato prodotti per un totale di circa

615 milioni di euro, solamente penultima in regione davanti a Viterbo, ricoprendo

un peso sulle esportazioni del Lazio pari al 5,1%. Tale percentuale risulta inferiore

a quella del 2003, anno in cui si attestava al 7,8%, rappresentando una riduzione di

incidenza sul totale regionale seconda solamente a quella di Frosinone, passata dal

19,6% al 15,8%, a favore dell’aumento della dinamicità di Latina (dal 21,8% del

2003 al 27,5% del 2006). Quest’ultima è l’unica provincia del Lazio ad aver assistito

ad un aumento della propria incisività sul totale esportato, difatti, le restanti

province di Roma e Viterbo hanno visto rimanere sostanzialmente costanti nel

triennio le incidenze sull’export regionale.

La diminuzione del peso di Rieti sulle esportazioni laziali non è l’unico aspetto da

evidenziare; difatti, anche la consistenza di tali merci è notevolmente diminuita

rispetto al 2003 (tasso di variazione medio annuo -9,4%), ancora una volta insieme

a Frosinone (-2,6%), mentre Latina ha visto aumentare le proprie esportazioni ad

un ritmo medio annuo del +13% ed anche Roma e Viterbo, nonostante, come

detto, abbiano mantenute invariate le proprie incidenze, hanno visto aumentare la

propria dinamicità (rispettivamente +5,1% e +6,8%).

Tab. 1 – Andamento delle esportazioni nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia. Valori in euro (2003 - 2006) 2003 2006 Frosinone 2.074.013.977 1.919.353.515 Latina 2.309.277.098 3.332.199.646 Rieti 825.972.389 615.130.825 Roma 5.095.771.024 5.920.783.757 Viterbo 278.615.785 339.259.493 Lazio 10.583.650.273 12.126.727.236 Italia 264.615.606.357 326.992.357.791 Rieti/Lazio 7,8 5,1 Lazio/ITALIA 4,0 3,7 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

L’analisi dettagliata delle variazioni annuali delle esportazioni provinciali (graf. 6)

evidenzia il fatto che il tasso di variazione medio annuo del triennio 2003 – 2006 è

da imputare alle cattive annate del 2004 e, soprattutto, del 2005, periodi in cui Rieti

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ha visto scendere le variazioni delle merci esportate sotto la linea di pareggio (-7,7%

e -26,9%), per poi tornare a crescere nell’ultimo anno di rilevazione (+10,4%).

Prendendo in considerazione tutta la serie storica a partire dal 1995, si nota come

l’andamento delle variazioni provinciali sia piuttosto altalenante, con il 1999 che ha

rappresentato l’anno di picco, con l’export che si è più che raddoppiato rispetto al

1998; nei due anni successivi è continuato l’incremento delle esportazioni

provinciali, sebbene a ritmi meno sostenuti, ma comunque di tutto riguardo e

sempre superiori a quelli laziale ed italiano. Il 2002 ha rappresentato il primo anno

di flessione (-12,1%) a cui ha fatto seguito il recupero del 2003 (+20,8%), le flessioni

del 2004 e del 2005 e la ripresa finale del 2006.

Come è evidente, dunque, l’andamento delle esportazioni reatine è abbastanza

scollegato dai trend regionale e nazionale, specialmente nell’ultimo triennio,

mentre Lazio ed Italia mostrano flussi più omogenei tra loro.

Graf. 6 – Andamento delle variazioni (%) delle esportazioni in provincia di Rieti, nel Lazio ed in Italia (1995-2006)

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11,6

59,3

125,3

20,8

11,86,4 5,4

-0,75,2

0,44,9

-1,4 -1,6

-7,7

33,4

1,2

10,2

-12,1

-26,9

10,411,5 9,5 8,8

22,8

-6,8 -10,5

9,5

2,0

17,84,1

7,5 5,59,0

-40,0

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

1996/1995 1997/1996 1998/1997 1999/1998 2000/1999 2001/2000 2002/2001 2003/2002 2004/2003 2005/2004 2006/2005

Rieti Lazio Italia

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Sul versante delle importazioni, mentre il Lazio vede aumentare notevolmente la

propria incidenza sull’Italia rispetto a quella dell’export, fattore dovuto alla

provincia di Roma, Rieti registra, di converso, una quota di incidenza delle proprie

importazioni sul Lazio decisamente più contenuta rispetto a quella registrata dalle

esportazioni. Tra l’altro, tale quota diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto al

2003, nonostante le importazioni siano in aumento ad un tasso medio annuo del

+5,4%, comunque il meno elevato in regione.

Tab. 2 – Andamento delle importazioni nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia. Valori in euro (2003 - 2006) 2003 2006 Frosinone 1.213.383.604 1.463.539.241 Latina 2.709.648.818 3.261.242.871 Rieti 397.918.836 469.225.325 Roma 17.517.274.667 22.176.057.297 Viterbo 192.126.535 274.853.139 Lazio 22.030.352.460 27.644.917.873 Italia 262.997.973.848 348.348.484.019 Rieti/Lazio 1,8 1,7 Lazio/ITALIA 8,4 7,9 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Osservando l’andamento delle variazioni annue dell’aggregato (graf. 7) emerge,

come visto per l’export, un trend piuttosto altalenante, con molti picchi elevati e

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variazioni negative negli anni 1998, 2000, 2001 e 2003 a cui hanno fatto seguito

periodi positivi, culminati con un +4,4% nel 2006.

Lazio ed Italia seguono, anche questa volta, un andamento più omogeneo e quasi

sempre positivo.

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Graf. 7 – Andamento delle variazioni (%) delle importazioni nella provincia di Rieti, nel Lazio ed in Italia (1995-2006)

132,2

-14,3

91,3

44,1

-18,1

2,1 4,4

24,3

-2,3

11,65,8

24,9

8,3

10,6

-10,3-16,7

17,1 13,2

-0,71,83,1

-6,8

16,9 12,1 13,5 12,68,6

0,72,0

-1,0

-4,311,3 5,9

-40,0

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

1996/1995 1997/1996 1998/1997 1999/1998 2000/1999 2001/2000 2002/2001 2003/2002 2004/2003 2005/2004 2006/2005

Rieti Lazio Italia

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Le osservazioni sin qui effettuate sono riassumibili dal saldo della bilancia

commerciale, che rappresenta la differenza tra le esportazioni e le importazioni;

come è possibile notare dalla tabella sottostante, solamente il dato riguardante

Roma è in rosso, trascinando al ribasso la bilancia commerciale dell’intero Lazio,

mentre solamente il saldo di Latina è migliorato, segno che questa provincia

esporta più di quanto non importi. Di converso, tutte le altre lo hanno visto

diminuire, il che indica, in proporzione, un aumento maggiore delle importazioni

che delle esportazioni, visto che i saldi sono comunque positivi.

Tab. 3 – Andamento del saldo della bilancia commerciale nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia. Valori in euro (2003-2006) 2003 2006 Frosinone 860.630.373 455.814.274 Latina -400.371.720 70.956.775 Rieti 428.053.553 145.905.500 Roma -12.421.503.643 -16.255.273.540 Viterbo 86.489.250 64.406.354 LAZIO -11.446.702.187 -15.518.190.637 ITALIA 1.617.632.509 -21.356.126.228 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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1.3.2 Posizionamento geografico del commercio estero

Volgendoci, ora, alle direttrici geografiche del commercio estero di Rieti emerge

che il primo partner commerciale della provincia è l’Asia, con il 43,9% delle merci

ad essa destinato, in aumento, rispetto al 2005, di 11,3 punti percentuali. A tal

proposito si rimanda al dettaglio effettuato a proposito del settore manifatturiero

nella seconda sezione dell’Osservatorio, tuttavia, va sottolineato subito il fatto che

la provincia esporta merci soprattutto nell’Asia Orientale, in particolare Singapore,

Cina e Malaysia, che rappresentano paesi in forte sviluppo e quindi mercati molto

appetibili. I settori reatini da cui questi paesi acquistano merci sono soprattutto

chimica, gomma/plastica e tutto l’indotto della meccanica, ovvero, i più innovativi.

Per quanto concerne gli altri continenti, fanno seguito l’Europa (37,2%), con, in

testa, Germania e Francia, l’America con gli Stati Uniti (16,7%), anche se in calo

rispetto al 2005 (-12%), l’Africa ed, infine, l’Oceania.

Tab. 4 – Esportazioni della provincia di Rieti per area geografica (in euro). Anno 2005-2006 2005 2006 composizione % 2006 Var % (2006/2005) EUROPA 186.863.715 228.562.096 37,2 22,3 Francia 55.615.168 68.812.029 11,2 23,7 Germania 89.208.883 102.408.192 16,7 14,8 Spagna 12.631.459 10.307.210 1,7 -18,4 Belgio 385.227 6.718.961 1,1 1644,2 Austria 1.649.480 13.506.166 2,2 718,8 AFRICA 7.237.786 10.433.661 1,7 44,2 Africa settentrionale 5.151.422 8.431.876 1,4 63,7 Algeria 4.073.098 7.099.083 1,2 74,3 AMERICA 118.870.375 104.176.479 16,9 -12,4 America settentrionale 116.515.801 102.521.225 16,7 -12,0 Stati Uniti 116.363.910 102.430.553 16,7 -12,0 ASIA 242.769.973 270.097.950 43,9 11,3 Asia orientale 239.225.391 263.463.058 42,8 10,1 Malaysia 9.012.005 40.701.660 6,6 351,6 Singapore 170.839.330 99.566.166 16,2 -41,7 Cina 24.724.695 72.594.411 11,8 193,6 Taiwan 25.119.869 28.516.876 4,6 13,5 Hong Kong 7.142.410 16.991.396 2,8 137,9 OCEANIA E ALTRI TERRITORI 1.548.837 1.860.639 0,3 20,1 Totale 557.290.686 615.130.825 100,0 10,4 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Sul versante delle importazioni (tab. 5) il quadro cambia, dal momento che

l’Europa, in questo caso, è il primo partner, da cui Rieti importa il 74,5% delle

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merci, quasi del tutto componentistica elettronica proveniente dalla Germania, in

aumento, rispetto al 2005, di ben 33,2 punti percentuali.

Tab. 5 – Importazioni della provincia di Rieti per area geografica (in euro). Anno 2005-2006 2005 2006 composizione % 2006 Var % (2006/2005) EUROPA 249.459.056 349.366.636 74,5 40,1 Francia 6.664.540 7.663.193 1,6 15,0 Germania 220.224.749 293.334.740 62,5 33,2 Austria 2.294.326 22.194.027 4,7 867,3 AFRICA 2.173.009 807.227 0,2 -62,9 AMERICA 8.287.526 6.610.535 1,4 -20,2 Stati Uniti 5.668.668 2.836.544 0,6 -50,0 ASIA 174.650.712 101.192.994 21,6 -42,1 Asia orientale 173.163.559 101.022.544 21,5 -41,7 Singapore 9.926.107 5.746.347 1,2 -42,1 Cina 5.444.906 5.113.615 1,1 -6,1 Giappone 25.646.086 16.053.811 3,4 -37,4 Taiwan 123.726.243 69.535.544 14,8 -43,8 OCEANIA E ALTRI TERRITORI 14.701.345 11.247.933 2,4 -23,5 Australia 13.731.186 10.353.519 2,2 -24,6 Totale 449.271.648 469.225.325 100,0 4,4 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

1.3.3 Il grado di internazionalizzazione

L’analisi del commercio estero si chiude con le considerazioni riguardanti il grado

di internazionalizzazione della provincia, misurata attraverso appositi indicatori

quali il tasso di copertura ed apertura, la propensione all’export ed all’import che

misurano il grado di apertura verso i mercati esteri.

Per quanto concerne il tasso di copertura, ovvero il rapporto percentuale tra

esportazioni ed importazioni (tab. 6), si evince come il dato della provincia di Rieti

sia il più elevato, in tutti gli anni considerati, insieme a quello di Frosinone, di cui

risulta inferiore solamente nel 2005. I valori registrati dalla provincia risultano

sempre consistentemente superiori sia al dato nazionale che a quello regionale,

influenzato, come sempre, dalla performance di Roma, ulteriore riprova della

predominanza dei flussi in uscita, come già messo in luce dalla bilancia

commerciale. Inoltre, stilando la graduatoria nazionale del tasso di copertura al

2006, Rieti risulta 46-esima sulle 107 province italiane.

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Tab. 6 –Andamento del tasso di copertura* nelle province laziali, nel Lazio e in Italia (2003-2006) 2003 2004 2005 2006 Frosinone 170,9 152,8 140,2 131,1 Latina 85,2 87,0 80,6 102,2 Rieti 207,6 173,3 124,0 131,1 Roma 29,1 32,7 28,5 26,7 Viterbo 145,0 156,6 105,3 123,4 LAZIO 48,0 51,0 44,7 43,9 ITALIA 100,6 99,6 97,0 93,9 * è dato dal rapporto tra le esportazioni e le importazioni (espresso in termini percentuali) Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

L’analisi del tasso di apertura (tab. 7) evidenzia come Rieti sia una realtà

caratterizzata da una buona “apertura” verso l’estero (57-esima in Italia), sebbene

in calo nel triennio considerato, con un valore dell’indice (31,1% nel 2005)

decisamente superiore al dato regionale (23,7%) ma ancora inferiore a quello

nazionale (43%), che, invece, superava abbondantemente nel 2003. Va comunque

sottolineato che, in regione, una performance migliore è registrata solamente da

Latina.

Tab. 7 – Andamento del tasso di apertura* nelle province laziali, nel Lazio e in Italia (2003-2005) 2003 2004 2005 Frosinone 33,3 31,0 27,5 Latina 43,8 44,3 50,6 Rieti 43,7 39,4 31,3 Roma 20,9 19,6 20,8 Viterbo 8,7 9,0 10,8 LAZIO 23,7 22,5 23,7 ITALIA 39,5 41,0 43,0 * è dato dal rapporto tra la somma delle esportazioni e delle importazioni e PIL (espresso in termini percentuali) Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Gli scambi con l’estero possono ulteriormente essere analizzati osservando

l’andamento delle propensioni all’export ed all’import, vale a dire dei due indicatori

ottenuti rapportando singolarmente i volumi di merci scambiate al valore aggiunto.

Per quanto riguarda i flussi in uscita, si delinea, per la provincia di Rieti, un

rallentamento dell’indicatore, dal 29,5% del 2003 al 17,3% del 2005, dato,

comunque, più che doppio di quello regionale (7,3%) ma ancora inferiore a quello

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nazionale (21,2%); nei confronti delle altre province italiane, Rieti si colloca circa a

metà della graduatoria di propensione all’export, al 57° posto.

Tab. 8 - Andamento della propensione all'esportazione* nelle province laziali, nel Lazio, in Italia (2003-2005) 2003 2004 2005 Frosinone 21,0 18,7 16,1 Latina 20,1 20,6 22,6 Rieti 29,5 25,0 17,3 Roma 4,7 4,8 4,6 Viterbo 5,2 5,5 5,6 LAZIO 7,7 7,6 7,3 ITALIA 19,8 20,5 21,2 * la propensione all’esportazione è data dal rapporto tra le esportazioni e PIL Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Infine, spostando l’attenzione sul rapporto tra importazioni e valore aggiunto (tab.

9), vale a dire la propensione all’import della provincia, si nota come il corrispettivo

valore provinciale, pari al 14%, sia inferiore sia al dato regionale (16,4%) che a

quello nazionale (21,8%). L’analisi della serie storica 2003-2005 permette di notare

che il valore dell’indicatore è rimasto pressochè invariato nel triennio, collocando la

provincia sempre terza all’interno della regione. Ciò indica, tendenzialmente, che

Rieti non dipende dai mercati esteri per soddisfare la propria domanda interna.

Tab. 9 – Andamento della propensione all'import* nelle province laziali, nel Lazio e in Italia (2003-2005) 2003 2004 2005 Frosinone 12,3 12,2 11,5 Latina 23,6 23,7 28,0 Rieti 14,2 14,4 14,0 Roma 16,2 14,8 16,2 Viterbo 3,6 3,5 5,3 LAZIO 16,0 14,9 16,4 ITALIA 19,7 20,6 21,8 * la propensione all’import è data dal rapporto tra importazioni e PIL Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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1.4 Il mercato del lavoro in provincia di Rieti

Anche dall’analisi del mercato del lavoro provinciale emerge la conferma di quanto

rilevato nei paragrafi precedenti: Rieti appare caratterizzata, infatti, da un

importante processo di cambiamento riguardante i propri settori produttivi che

coinvolge il tessuto provinciale a tutti i livelli, quello occupazionale compreso.

Scendendo nel dettaglio, tra il 2005 ed il 2006, a fronte di una sostanziale stabilità

delle forze di lavoro (-0,1%), si è assistito ad un aumento del numero di occupati e

ad una parallela ed equivalente diminuzione dei disoccupati (+1.099 occupati a

fronte di -1.160 disoccupati). Coerentemente a ciò, il tasso di attività è diminuito,

passando da 62,9% a 62,2%, quello di occupazione è aumentato (da 58% a 58,5%) e

quello di disoccupazione ha registrato una contrazione significativa, pari a quasi

due punti percentuali (dal 7,8% del 2005 al 5,9% del 2006)15, il più basso in

regione ed inferiore a quello italiano di quasi un punto percentuale.

Occorre sottolineare come, tuttavia, emergano alcuni segnali indicanti una sorta di

scollamento tra i dati ufficiali e le reali articolazioni del mercato del lavoro che

sembra riservare difficoltà di inserimento particolari alle donne il cui tasso di

disoccupazione si attesta al 7,5% nel 2006 (Italia 8,8%). Occorre sottolineare come

la difficoltà per le donne di entrare nel mondo del lavoro possa, a causa dello

scoraggiamento che può subentrare dopo mesi e mesi di vane ricerche, riflettersi sui

dati ufficiali. Le statistiche sulle forze di lavoro disponibili, infatti, a livello

regionale e provinciale non consentono di valutare questo fenomeno, anche se

potrebbe tradursi in un incremento delle non forze di lavoro. Coloro che non

cercano lavoro, infatti, sono cresciuti in misura consistente (+2.200 unità dal 2004

al 2004) sottintendendo un ampliamento dell’area della “pigrizia”, che se da un lato

può essere emblematico di un bisogno di lavoro non impellente, dall’altro può

nascondere forme di scoraggiamento.

15 Nel dettaglio, il numero di disoccupati reatini è calato del -23,8%, passando dai 4.875 del 2005 ai 3.715 a fonte invece di una sostanziale stabilità del totale della forza lavoro provinciale, calate solo del -0,1%.

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Tali cambiamenti hanno riguardato, in particolare, il settore agricolo e quello

manifatturiero, con il primo che ha registrato una variazione percentuale degli

occupati del -25% rispetto al 2005, mentre il secondo ha assistito ad un loro

consistente aumento (+6,5%) a fronte di un’immobilità di macro-settore rilevata in

ambito nazionale. Prende sempre più forma, dunque, la tesi già espressa in merito

ad un percorso di trasformazione e riposizionamento dei settori portanti della

provincia: a fronte di un’apparente staticità del comparto industriale a livello

imprenditoriale, si assiste invece ad un sostanziale incremento del numero di

occupati nel settore, testimonianza evidente di un processo di riallocazione delle

risorse umane e di ingrandimento delle dimensioni delle imprese manifatturiere.

L’assorbimento di nuove forze di lavoro necessarie all’ampliamento dell’organico

di alcuni settori industriali si spiegherebbe, inoltre, con l’aumento di forme

giuridiche maggiormente strutturate (in primis, le società di capitale) nel tessuto

industriale reatino. Di contro, il settore agricolo, come noto in evidente difficoltà

negli ultimi tempi, perde sia aziende che occupati, probabilmente in virtù del fatto

che molti agricoltori, giunti all’età pensionabile, abbandonano il mercato del lavoro

e le loro aziende, non avendo successione, si trovano a chiudere o ad essere

trasformate. Del resto, anche l’analisi delle esportazioni ha messo in evidenza che

tale settore non è internazionalizzato, segno che il consumo dei prodotti avviene

tutto nel mercato interno, mentre il manifatturiero reatino sta consolidando la sua

presenza all’estero, in particolare all’interno dei mercati emergenti, tramite i settori

più innovativi che, evidentemente, richiamano più personale. E’ plausibile anche

una sorta di sinergia con il terziario avanzato, dal momento che i servizi vedono

aumentare i propri occupati del +1,1%.

Che qualcosa si stia muovendo in provincia di Rieti lo fa pensare anche il confronto

con il mercato del lavoro nazionale: anche a livello italiano gli occupati aumentano

ed i disoccupati diminuiscono ma i due aggregati non si compensano, variando

indipendentemente l’uno dall’altro. In secondo luogo, va sottolineato che la

variazione degli occupati manifatturieri italiani è pari a zero, a fronte del +6,5% di

Rieti. Di contro l’agricoltura segna, a livello nazionale, un +3,5% nonostante il

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tasso di crescita imprenditoriale risulti negativo, mentre in provincia di Rieti la

diminuzione degli occupati nel confronto con il 2005 raggiunge il -25%.

Tali dati mettono in evidenza, quindi, come in provincia di Rieti sia in atto un

processo di ridefinizione dei settori economici e, di conseguenza, delle forze di

lavoro impiegate al loro interno, specialmente all’interno del manifatturiero,

mentre, a livello nazionale, sembra consolidarsi maggiormente il processo iniziato

da qualche anno che vede il manifatturiero in forte difficoltà ed i servizi a

confermarsi come centrali nella nostra economia, caratterizzata da una

terziarizzazione sempre più evidente e da una sorta di sinergia tra servizi e

manifatturiero che sta cambiando il ruolo di quest’ultimo. Sempre in

controtendenza con il caso reatino, poi, nuova vitalità sembra aver trovato nel

Paese il settore agricolo, specialmente nella forma di filiera di qualità, con il Made

in Italy della produzione alimentare, la progressiva scomparsa delle aziende

agricole più “deboli” ed il parallelo consolidarsi delle imprese più strutturate e

qualitativamente più performanti.

Tab. 1 - Andamento dei principali aggregati del mercato del lavoro in Italia (1995 -2006)*

Valori assoluti in migliaia Variazione %

ANNI Occupati Disoccupati Forze

Lavoro ANNI Occupati Disoccupati Forze

Lavoro 1995 20.240 2.544 22.784 96/95 0,4 0,4 0,4 1996 20.328 2.555 22.883 97/96 0,3 1,2 0,4 1997 20.384 2.584 22.968 98/97 1,0 1,9 1,1 1998 20.591 2.634 23.225 99/98 1,2 -2,8 0,8 1999 20.847 2.559 23.406 00/99 1,7 -6,7 0,8 2000 21.210 2.388 23.598 01/00 1,9 -9,4 0,7 2001 21.604 2.164 23.769 02/01 1,4 -4,7 0,9 2002 21.913 2.062 23.975 03/02 1,5 -0,7 1,3 2003 22.241 2.048 24.289 04/03 0,7 -4,3 0,3 2004 22.404 1.960 24.365 05/04 0,7 -3,7 0,4 2005 22.563 1.889 24.451 06/05 1,9 -11,4 0,9 2006 22.988 1.673 24.662 06/95 (media) 1,2 -3,7 0,7

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Tab. 2 – Forze di lavoro, occupati e disoccupati nel Lazio ed in Italia, anni 2005-2006

Forze di lavoro Occupati Disoccupati

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2005 2006 var. % 2005 2006

var. % 2005 2006 var.%

Viterbo 115.515 113.046 -2,1 105.171 105.348 0,2 10.344 7.698 -25,6 Rieti 62.587 62.526 -0,1 57.712 58.811 1,9 4.875 3.715 -23,8 Roma 1.687.399 1.711.642 1,4 1.564.447 1.587.739 1,5 122.952 123.903 0,8 Latina 213.777 224.365 5,0 193.552 203.381 5,1 20.225 20.984 3,8 Frosinone 180.316 183.711 1,9 164.255 166.797 1,5 16.061 16.914 5,3 Lazio 2.259.594 2.295.290 1,6 2.085.137 2.122.076 1,8 174.457 173.214 -0,7 ITALIA 24.451.394 24.661.628 0,9 22.562.829 22.988.216 1,9 1.888.565 1.673.412 -11,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Tab. 3 – Tasso di attività e tasso di occupazione nel Lazio ed in Italia, anni 2005-2006 (valori %)

Tasso di attività Tasso di occupazione 15-64 anni* 15-64 anni**

2005 2006 differenza 2005 2006 differenza Viterbo 57,7 56,2 -1,5 52,5 52,4 -0,1 Rieti 62,9 62,2 -0,7 58,0 58,5 0,5 Roma 65,4 66,3 0,9 60,5 61,4 0,9 Latina 59,5 62,3 2,8 53,8 56,4 2,6 Frosinone 55,2 55,9 0,7 50,2 50,7 0,5 Lazio 63,3 64,2 0,9 58,4 59,3 0,9 ITALIA 62,4 62,7 0,3 57,5 58,4 0,9 * Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione attiva, ossia compresa fra i 15 e i 64 anni **Rapporto tra il numero di occupati e la popolazione attiva, ossia compresa fra i 15 e i 64 anni Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Graf. 8 – Confronto territoriale del tasso di disoccupazione* nelle province laziali ed in Italia, anni 2005-2006 (valori %)

9,06,8

7,85,9

7,37,2

9,59,4

8,99,2

7,7

7,5

7,7

6,8

0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0

Viterbo

Rieti

Roma

Latina

Frosinone

Lazio

ITALIA

2005 2006 * Rapporto tra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro (somma di disoccupati ed occupati). Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Cartina 1 - Mappatura provinciale del tasso di disoccupazione (anno 2006)

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Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Tab. 4 – Principali indicatori del mercato del lavoro suddivisi per genere nelle province laziali ed in Italia, anno 2006 (valori %)

tasso di occupazione tasso di attività tasso di 15-64 anni 15-64 anni disoccupazione

maschi femmine maschi femmine maschi femmine Viterbo 65,8 38,9 70,1 42,3 6,2 7,8 Rieti 69,0 47,9 72,4 51,8 4,9 7,5 Roma 72,5 51,0 77,1 56,1 5,9 9,1 Latina 70,4 42,6 76,1 48,6 7,5 12,3 Frosinone 66,7 34,7 71,2 40,6 6,2 14,4 Lazio 71,2 47,9 75,9 53,1 6,1 9,6 ITALIA 70,5 46,3 74,6 50,8 5,4 8,8 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Graf. 9 – Distribuzione % degli occupati per settore di attività economica in provincia di Rieti, nel Lazio ed in Italia ( 2006)

3,1

36,2

70,3

2,5

19,3

78,2

4,3

30,1

65,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Rieti Lazio Italia

Agricoltura Industria  Servizi

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

Tab. 7 – Occupati suddivisi per settore di attività economica, nelle province laziali e in Italia – anno 2006 (valori assoluti e variazioni % rispetto 2005) Agricoltura Industria di cui: Manifatturiero Servizi Totale Viterbo 3.510 18.669 12.177 83.168 105.348 Rieti 1.829 15.655 9.226 41.327 58.811 Roma 30.511 255.475 151.826 1.301.753 1.587.739 Latina 13.586 59.011 40.028 130.784 203.381 Frosinone 3.040 60.415 42.113 103.342 166.797 Lazio 52.476 409.225 255.370 1.660.374 2.122.076 ITALIA 981.606 6.926.594 5.026.323 15.080.017 22.988.916 Variazione % 2006-2005 Viterbo 3,5 -6,4 21,8 1,5 0,2 Rieti -25,0 7,0 6,5 1,1 1,9 Roma 52,5 4,3 3,5 -0,3 1,5 Latina 34,9 14,9 14,1 -2,8 4,8 Frosinone 7,3 -1,2 -3,8 3,0 1,5 Lazio 39,4 4,6 5,0 -0,2 1,7 ITALIA 3,5 -0,2 0,0 2,7 1,9 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Capitolo 2 – I fattori di contesto

2.1 Le infrastrutture

La dotazione infrastrutturale di base di un territorio si configura come uno fra i

principali fattori che contribuiscono a definirne lo sviluppo economico e sociale,

assunto confermato sia dalla letteratura economica che dall’evidenza empirica. Il

livello di infrastrutturazione favorisce, infatti, l’insediamento delle attività

imprenditoriali e l’aumento della produttività di un’area creando, quindi, le

condizioni per un elevato tasso di crescita. Un sistema infrastrutturale efficiente ed

adeguato alle esigenze della struttura sociale e produttiva locale, poi, costituisce non

solo un fattore essenziale per l’aumento della produttività delle realtà economiche

presenti in loco, ma anche una spinta decisa alla localizzazione di nuove iniziative

imprenditoriali.

In tale ottica, la competitività tra territori è diventata, soprattutto negli ultimi anni,

una sfida per i sistemi locali che, per attrarre e favorire la presenza durevole di

imprese, devono impegnarsi ad offrire condizioni che facilitino lo sviluppo e la

produttività del tessuto industriale. I tempi ed i costi della distribuzione incidono

sempre di più nell’ambito dei processi produttivi e le aziende sono sempre più

sensibili ad un processo di gestione della logistica che consenta di ottimizzare le fasi

dell’approvvigionamento e della distribuzione. Un’efficiente rete di trasporti che

colleghi l’area ai principali mercati di sbocco, una logistica funzionale alle esigenze

aziendali e la presenza di reti per la comunicazione costituiscono, così, fattori

fondamentali per facilitare l’attività d’impresa, tanto che il sistema di infrastrutture,

integrato e combinato, diventa il primo fattore di preferenza nella scelta di

localizzazione.

In sintesi, quindi, una migliore dotazione infrastrutturale favorisce l’aumento del

livello di produttività dell’area di influenza e, quindi, un elevato tasso di crescita; al

contrario una bassa dotazione infrastrutturale contribuisce alla formazione di una

bassa produttività del lavoro (attraverso le esternalità negative) e ad un basso tasso

di crescita in termini di ricchezza prodotta.

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Nel caso specifico di Rieti, poi, va ricordato come la provincia sia posta in una

posizione geografica e logistica strategica, dal momento che il suo territorio

rappresenta una cerniera tra ben quattro regioni (Lazio, Umbria, Marche e

Abruzzo). Unitamente a questi fattori si aggiungono una vocazione turistica da

alimentare e una fitta rete di relazioni con le province limitrofe che, inevitabilmente,

aumentano la domanda di un sistema infrastrutturale esteso ed efficiente.

L’insufficienza, o anche solo la congestione, delle reti di trasporto costituisce così un

costo per l’intero territorio non solo in termini economici ma anche sociali.

Partendo da queste considerazioni, ed effettuando una disamina sui principali

indicatori infrastrutturali provinciali, emerge una situazione poco rosea per Rieti, già

rilevata nel corso del precedente Osservatorio; in particolare, per quanto concerne le

infrastrutture di trasporto, la lontananza dal mare e dai relativi traffici marittimi,

parallelamente alla conformazione orografica del territorio provinciale, in larga

parte montuoso, determinano difficoltà nello spostamento di merci e persone da e

verso la provincia. In virtù di ciò, particolarmente negativa appare per Rieti la

situazione dei porti e relativi bacini di utenza e della rete ferroviaria, che registrano

indici pari, rispettivamente, a 28,4 e 39,5 (Italia=100).

Tale situazione non riesce ad essere controbilanciata dai buoni risultati ottenuti dalla

rete stradale e dagli aeroporti e relativi bacini d’utenza, per cui l’indice di dotazione

infrastrutturale generale risulta quasi dimezzato rispetto alla media nazionale

(numero indice 55,1; Italia = 100), situazione che migliora di poco se si considera

l’indice al netto dei porti (n.i. 58,0).

Tab. 1 - Indici di dotazione delle infrastrutture di trasporto delle province laziali, del Centro e dell’Italia (2004)

Rete Rete Porti Aeroporti TOTALE stradale ferroviaria (e bacini d’utenza) (e bacini d’utenza)

TOTALE SENZA PORTI

Frosinone 196,9 60,6 28,1 126,6 81,3 87,2 Latina 37,9 93,9 127,7 160,4 85,0 80,3 Rieti 133,0 39,5 28,4 151,8 55,1 58,0 Roma 80,3 132,5 42,4 339,8 196,6 213,7 Viterbo 75,0 205,4 88,5 132,7 89,0 89,1 LAZIO 94,1 120,2 54,2 254,4 146,2 156,5 CENTRO 97,3 133,4 79,6 148,9 118,4 122,7 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne

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Tuttavia, va messo in luce un miglioramento riguardante la rete ferroviaria nel

periodo intercorrente tra 1994 e 2004: effettuando un paragone a livello regionale dei

chilometri di rete ferroviaria per 1.000 km di superficie territoriale emerge che Rieti,

insieme a Roma, è la provincia che ha visto aumentare di più tale chilometraggio nei

10 anni considerati, sebbene sia da rilevare che la provincia registra il chilometraggio

minore in regione (36,9). Di contro, sono diminuiti i chilometri di rete ferroviaria a

doppio binario per 100 km di rete ferroviaria, scesi da 33,4 del 1994 a 32,2 del 2004.

Particolarmente collegata risulta essere l’area tiberina a ridosso della provincia di

Roma, dove vanno sempre più espandendosi fenomeni di pendolarismo

metropolitano, i quali evidentemente necessitano di reti di trasporto (specie

ferroviario) frequenti, efficienti e colleganti quanti più comuni possibili.

Tab. 3 - Chilometri di rete ferroviaria per 1.000 kmq di superficie territoriale e chilometri di rete ferroviaria a binario doppio per 100 km di rete ferroviaria nelle province laziali, nel Centro e in Italia (1996-2004)

Chilometri di rete ferroviaria F.S. per

1.000 kmq di superficieterritoriale

Chilometri di rete ferroviaria F.S. per

1.000 kmq di superficieterritoriale

Chilometri di rete ferroviaria F.S. a

binario doppio per 100 km di rete ferroviaria

Chilometri di rete ferroviaria F.S. a

binario doppio per 100 km di rete ferroviaria

1994 2004 1994 2004 Frosinone 38,8 39,3 71,1 66,7 Latina 58,9 52,0 77,7 75,8 Rieti 33,5 36,9 33,4 32,2 Roma 99,7 103,1 65,5 69,6 Viterbo 59,9 62,8 50,1 53,9 LAZIO 64,0 65,4 61,9 63,4 CENTRO 56,2 57,3 54,4 54,7 ITALIA 53,0 53,3 37,9 39,7 Fonte: ISTAT

La dotazione infrastrutturale, però, deve tener conto non soltanto delle esigenze del

tessuto imprenditoriale e produttivo locale, ma anche dei bisogni della stessa

popolazione presente sul territorio. In tal senso, la dotazione qualitativa e

quantitativa deve adeguarsi anche alle esigenze sociali e demografiche, in modo da

garantire uno sviluppo integrato del territorio, improntato sulla sostenibilità.

A questo punto, va ricordato come, parlando di sistema infrastrutturale, non ci si

riferisce soltanto alle infrastrutture cosiddette “pesanti” (strade, ferrovie, aeroporti,

sistemi idrici ed elettrici,etc.), ma anche ad un complesso di reti e servizi immateriali

che va sotto il nome si “infrastrutturazione leggera”.

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Oltre all’analisi delle infrastrutture nella accezione classica del termine (ossia quelle

di trasporto), quindi, occorre prendere in esame anche un’altra tipologia di

infrastrutture che concorrono a influenzare il calcolo dell’indice generale, ossia le

infrastrutture di servizio alle imprese ed alla popolazione, denominate utilities.

Quest’ultime comprendono tutti quegli impianti, reti e sistemi logistici indispensabili

per fornire servizi nel campo energetico-ambientale, in quello del terziario avanzato

e nel settore bancario.

Così come per le infrastrutture di trasporto, che vedono Rieti posizionarsi all’ultimo

posto nel contesto regionale (ad esclusione della componente portuale), anche in

merito agli altri indicatori economici la provincia presenta ancora notevoli ritardi

rispetto al dato Italia, ponendosi in linea più con le realtà del Mezzogiorno che non

con la media regionale e delle altre province del Centro (tab. 4).

Particolarmente accentuato risulta il deficit di dotazione relativo agli impianti

energetici (n.i. 34,6, a fronte di una media del 94,9 nel contesto regionale), a

testimonianza della necessità di uno sviluppo delle relative reti, non solo però a

livello provinciale, ma in un’ottica di complementarietà anche con tutte le altre

realtà limitrofe, anche appartenenti alle altre regioni. In tal senso, ad esempio,

occorrerebbe una politica di maggiore integrazione con le infrastrutture energetiche

della confinante provincia di Terni, sfruttando la comune dotazione di notevoli

bacini idrici.

Leggermente più positiva è la situazione relativa alle reti bancarie ed ai servizi

tradizionali: il dato di Rieti (n.i. 48,0), infatti, pur ponendosi ancora nettamente al di

sotto della media nazionale, permette alla provincia sabina di non posizionarsi in

ultima posizione nel contesto laziale.

Il vero dato negativo per Rieti, però, viene dalle strutture del terziario avanzato,

permanendo ancora evidenti ritardi da scontare riguardo le nuove tecnologie

informatiche: a Rieti, infatti, si è in presenza di una scarsa diffusione delle

tecnologie dell’informazione e della comunicazione che, inevitabilmente, frena

l’offerta di servizi ai cittadini ed alle imprese, non sfruttando tutte le potenzialità

offerte all’economia locale dalle nuove tecnologie. In tal senso, va sottolineato come

il dato provinciale relativo alle reti telematiche e telefoniche (n.i. 32,4), presenti

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ancora un gap non indifferente con il dato Italia, ma anche con quello delle altre

realtà laziali. Si avverte, quindi, la necessità di una politica di sviluppo di questa

forma di infrastrutture economiche, soprattutto in una realtà, come quella reatina,

caratterizzata da una serie di elementi penalizzanti legati alla difficoltà di trasporto

(soprattutto in termini qualitativi) ed alla presenza ancora scarsa di un tessuto

manifatturiero innovativo e ben integrato con i servizi alle imprese.

Tab. 4 - Indici di dotazione delle infrastrutture economiche delle province laziali, del Centro e dell’Italia (2004) Impianti e reti Strutture e reti Reti bancarie Infrastrutture TOTALE energetico- ambientali per telefonia e telematica e di servizi vari economiche TOTALE SENZA PORTIFrosinone 63,0 51,8 62,0 84,1 81,3 87,2 Latina 72,2 87,0 64,6 92,0 85,0 80,3 Rieti 34,6 32,4 48,0 66,8 55,1 58,0 Roma 115,7 235,8 194,1 163,0 196,6 213,7 Viterbo 84,1 41,2 46,1 96,1 89,0 89,1 CENTRO 94,9 115,8 111,6 111,7 118,4 122,7 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne

Passando all’analisi delle infrastrutture sociali, esse risultano particolarmente

importanti nella determinazione della qualità della vita in un determinato territorio,

dal momento che raggruppano tutta una serie di strutture (da quelle culturali e

ricreative, a quelle sanitarie e per l’istruzione) funzionali alle esigenze della

popolazione ed, in parte, anche del tessuto imprenditoriale locale.

Anche in questo caso, Rieti presenta una situazione deficitaria rispetto non solo al

resto del Paese ma anche con il dato regionale, dove tutte le altre province

presentano indici ben più elevati: il dato complessivo relativo alle infrastrutture

sociali, infatti, presenta nella provincia reatina un valore (27,3%) nettamente

inferiore ai valori di tutte le altre province laziali (tab. 9).

Tab. 9 - Indici di dotazione delle infrastrutture sociali delle province laziali, del Centro e dell’Italia (2004) Strutture Strutture per Strutture Infrastrutture TOTALE culturali e ricreative l'istruzione Sanitarie sociali TOTALE SENZA PORTI Frosinone 68,4 81,1 71,1 73,5 81,3 87,2 Latina 54,4 79,1 74,4 69,3 85,0 80,3 Rieti 31,7 32,7 17,4 27,3 55,1 58,0 Roma 415,0 195,1 234,7 281,6 196,6 213,7 Viterbo 62,3 89,8 62,3 71,5 89,0 89,1 CENTRO 183,0 112,3 113,1 136,1 118,4 122,7 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne

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Tale divario risulta comune a tutte le tipologie di strutture prese in esame, con

lacune che indubbiamente penalizzano la qualità della vita della popolazione locale

ma anche l’attrattività di flussi turistici nazionali e dall’estero.

Bassa, ad esempio, è la dotazione di strutture culturali e ricreative, e anche se si

passa all’analisi dell’offerta scolastica (ed in particolare di quella universitaria), si ha

la conferma dell’inadeguatezza delle strutture provinciali alle esigenze non solo della

popolazione ma anche del tessuto produttivo e imprenditoriale sabino (che emerge

anche da altre indagini sul modesto collegamento tra imprese meccaniche ed

elettroniche con l’Università): si avverte in particolare l’assenza di un polo

universitario di livello nella provincia che fornisca un contributo, in termini di

innovazioni tecnologiche e formazione professionale, per lo sviluppo e la

competitività dell’economia locale.

Le infrastrutture sociali a Rieti, però, evidenziano la carenza più evidente in merito

alle strutture sanitarie, che registrano un indice pari ad appena 17,4, il più basso su

tutto il territorio nazionale. La conferma di quanto evidenziato arriva anche dalla

lettura dei principali indicatori medico-sanitari, tutti al di sotto della media regionale

e nazionale (tab. 10); solamente per quanto concerne il numero medio di posti letto

negli istituti di cura pubblici la provincia precede sia Frosinone che Viterbo,

registrando un indice pari a 131,3. Da sottolineare che a Rieti si registra, inoltre,

l’indice di emigrazione dei ricoveri più elevato (40,2) insieme a Viterbo (40,4),

ulteriore conferma di come le strutture sanitarie provinciali siano solo parzialmente

in grado di rispondere alle esigenze mediche della popolazione reatina.

Tab. 10 – Principali indicatori medico-sanitari nelle province laziali, nel Centro e in Italia (2003)

Numero medio di posti letto negli istituti di

cura pubblici

Medici negli istituti di cura per 10.000

abitanti

Indice provinciale di emigrazione dei

ricoveri Indice provinciale di

immigrazione dei ricoveriFrosinone 90,8 14,4 29,8 9,9 Latina 294,7 17,3 34,1 19,4 Rieti 131,3 16,0 40,2 14,8 Roma 275,3 33,1 7,0 17,3 Viterbo 104,9 18,1 40,4 14,1 LAZIO 226,2 28,5 14,7 16,7 CENTRO 214,2 24,4 17,3 20,0 ITALIA 247,7 21,0 17,4 18,0 Fonte: ISTAT

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2.2 Il credito

Il ruolo del credito è tra i principali fattori che influenzano il percorso di crescita dei

sistemi economici locali. Un’analisi della distribuzione della rete bancaria,

accompagnata ad un confronto temporale effettuato nel medio periodo con le realtà

territoriali circostanti, rappresenta, infatti, uno degli elementi centrali per cogliere

appieno le caratteristiche strutturali dell’economia reatina, essendo il credito

bancario il canale principale attraverso il quale si sviluppano le imprese. Nella

realtà imprenditoriale italiana, improntata sulla presenza di PMI, così, diventa

fondamentale l’accesso al capitale di debito che finisce per finanziare il fabbisogno

di cassa e gli investimenti a medio-lungo termine delle aziende.

L’analisi del sistema creditizio di Rieti parte, così, dall’esame dalla dotazione

strutturale per poi passare all’osservazione delle dinamiche del circuito finanziario

sia dal lato della raccolta che dal lato dell’impiego delle risorse, focalizzando

l’attenzione su eventuali “strozzature” tra la fase di erogazione e di rientro delle

risorse finanziarie. Infine, per meglio comprendere eventuali criticità del sistema

bancario locale, verranno analizzati il grado di “rischiosità” dei finanziamenti

concessi, nonché il costo del denaro a livello provinciale.

Partendo dall’analisi sulla distribuzione della rete bancaria sul territorio della

provincia, occorre innanzitutto inquadrare i processi in atto negli ultimi anni nel

contesto nazionale: in tal senso, l’attuale struttura del sistema creditizio italiano è il

risultato di un processo decennale che ha portato, da un lato, ad un aumento del

grado di concentrazione degli istituti bancari, cui ha corrisposto, dall’altro lato, un

aumento del numero medio di sportelli operativi per ciascuna provincia. Tale

processo di concentrazione/ristrutturazione ha coinvolto l’intero sistema bancario

italiano in particolare nell’ultimo quinquennio, con una riduzione complessiva

degli Istituti di credito, passati tra il 2000 e il 2006 da 841 a 783.

Accanto alla riduzione del numero di banche, si assiste ad una crescita in termini

dimensionali delle stesse, con un incremento del numero di sportelli bancari, passati

in Italia da poco più di 28 mila a quasi 32 mila. Questa tendenza è confermata dai

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dati rilevati in provincia di Rieti dove si registra un incremento della dotazione di

sportelli sul territorio (83 nel 2006; 77 nel 2000).

Nel contesto generale delineato una nota interessante è rappresentata dalla presenza

delle Banche Piccole e Minori, ossia di quei soggetti che, operando solitamente in

limitati contesti territoriali, riescono meglio ad interpretare le esigenze del sistema

socio-imprenditoriale locale. In particolare, l’affermazione delle Banche Piccole e

Minori costituisce un fattore molto importante in un territorio come quello di Rieti,

dominato da un fitto tessuto di piccole e medie imprese, dove il rapporto diretto

con il personale bancario ha spesso un’importanza centrale nella fase di erogazione

del credito. In generale, forte è il peso che queste banche hanno sul panorama

bancario italiano, dal momento che il 36% degli sportelli appartiene a questa

tipologia d’istituto creditizio, in particolar modo in provincia di Rieti ove la quota

tocca il 65%.

Oltre all’analisi dei valori assoluti relativi al numero di banche e sportelli, è

opportuno anche rapportare quest’ultimi alla popolazione ed al tessuto

imprenditoriale locale, al fine di verificare la corrispondenza fra l’offerta e la

domanda di servizi finanziari e creditizi nel territorio. In tal senso, sono stati

rapportati gli sportelli bancari sia agli abitanti della provincia che al numero di

imprese attive a Rieti. Così facendo, si evince come Rieti presenti un rapporto in

linea, se non superiore, con il dato Italia: Rieti, infatti, registra un valore di sportelli

ogni 10.000 abitanti pari a 5,4 (lo stesso che in Italia) e ogni 1.000 imprese pari a

6,4 (Italia 6,2).

Tab. 1 – Sportelli ogni 10.000 abitanti e ogni 1.000 imprese nelle province laziali e in Italia (2000/2006) Sportelli per 10.000 abitanti Sportelli per 1.000 imprese 2000 2006 Differenza 2000 2006 Differenza Frosinone 3,3 3,8 0,4 4,6 4,8 0,2 Latina 2,9 3,3 0,4 3,4 3,7 0,3 Rieti 5,1 5,4 0,3 6,4 7,0 0,6 Roma 4,3 5,1 0,8 7,9 6,4 -1,5 Viterbo 6,0 6,5 0,5 5,1 8,2 3,1 LAZIO 4,2 4,9 0,7 6,6 5,5 -1,1 CENTRO 5,0 5,9 0,9 6,2 6,9 0,7 ITALIA 4,9 5,4 0,5 5,8 6,2 0,4

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

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Parallelamente all’analisi della distribuzione delle banche sul territorio, per

comprendere se realmente esse rispondano alle esigenze del tessuto socio-

imprenditoriale locale, occorre verificare anche l’operatività degli istituti creditizi,

esaminando, cioè, le quote di denaro raccolte e messe in circolazione dal sistema

bancario provinciale e, quindi, i valori dei depositi e degli impieghi e la loro

evoluzione temporale.

Dall’analisi dei dati si evince, innanzitutto, la presenza a Rieti di un ammontare

medio di depositi pari a circa 13,2 milioni euro per sportello, ancora distante

rispetto al pari valore nazionale, ma in crescita rispetto al 2000 del 24,1%

(medesima variazione in Italia).

A questo punto appare utile concentrare l’attenzione sugli impieghi bancari, ossia

sui crediti concessi dagli istituti creditizi a imprese e famiglie: il livello di

finanziamenti erogati, infatti, misura da un lato la propensione dei soggetti non

bancari a ricorrere al capitale di debito per le proprie necessità finanziarie, e

dall’altro misura quanto le banche siano disposte ad “investire” in un determinato

contesto territoriale.

Esaminando in dettaglio la struttura e le caratteristiche degli impieghi concessi a

sostegno del circuito produttivo e imprenditoriale a Rieti, si nota una buona

dinamicità del sistema creditizio che opera nella provincia: gli impieghi da esso

erogati, infatti, sono cresciuti fra il 2000 e il 2006 del 58,6% a fronte di una media

nazionale del 50,3%. Gli impieghi delle imprese in provincia si attestano a 556 mila

euro, ovvero il 42,4% del totale degli impieghi, a fronte del 58,9% nazionale (tab. 3)

Tab. 2 – Depositi e impieghi medi per sportello nelle province laziali e in Italia (2000/2006 – Valori in migliaia di euro) Depositi per sportello Impieghi per sportello 2000 2006 Var. % 2000 2006 Var. % Frosinone 13.743 16.789 22,2% 20.719 26.617,995 28,5% Latina 17.764 24.279 36,7% 28.761 34.253,580 19,1% Rieti 10.629 13.194 24,1% 10.739 15.804,928 47,2% Roma 37.383 46.186 23,5% 73.375 78.123,836 6,5% Viterbo 9.489 12.342 30,1% 13.906 17.930,372 28,9% LAZIO 31.087 38.979 25,4% 59.398 64.914,704 9,3% CENTRO 21.553 25.725 19,4% 38.878 46.889,085 20,6% ITALIA 18.445 22.898 24,1% 32.303 43.089,799 33,4%

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

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Tab. 3 – Impieghi bancari nelle province laziali ed in Italia (Valori assoluti in migliaia di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006) Impieghi bancari 2000 2006 Var.% Frosinone 3.356.502 4.924.329 46,7% Latina 4.227.841 5.960.123 41,0% Rieti 826.912 1.311.809 58,6% Roma 118.720.325 152.028.984 28,1% Viterbo 2.475.297 3.514.353 42,0% LAZIO 129.606.877 167.739.596 29,4% CENTRO 217.835.600 313.078.423 43,7% ITALIA 910.747.025 1.369.307.646 50,3% Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

Al tempo stesso, appare evidente un come il rapporto banca- impresa in provincia,

grazie all’analisi dell’indicatore relativo al valore degli impieghi medi per azienda,

sia caratterizzato da una dimensione media del credito erogato alle imprese

sensibilmente inferiore alla media nazionale (43 mila euro; Italia 156 mila), ma

anche a province economicamente simili.

Tab. 4 – Impieghi imprese nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti in milioni di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

Impieghi imprese Incidenza impieghi imprese sul totale

impieghi % 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.% Frosinone 2.255 3.193 41,6% 67,2 64,8 -2,4 Latina 2.679 3.450 28,8% 63,4 57,9 -5,5 Rieti 373 556 49,2% 45,1 42,4 -2,7 Roma 52.640 74.179 40,9% 44,3 48,8 4,5 Viterbo 1.538 1.894 23,2% 62,1 53,9 -8,2 LAZIO 59.485 83.274 40,0% 45,9 49,6 3,7 CENTRO 116.085 172.217 48,4% 53,3 55,0 1,7 ITALIA 539.881 806.145 49,3% 59,3 58,9 -0,4

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

Dai dati fin qui raccolti, si evidenziano una serie di elementi che testimoniano

un’indubbia evoluzione della dotazione bancaria in provincia di Rieti che appare

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dimensionata secondo le esigenze e le dimensioni del tessuto produttivo locale,

anche se la circostanza appena descritta può essere il sintomo della presenza di un

rischio latente di razionamento del credito per le imprese che offrono minori

garanzie (si tratta di un fenomeno analizzabile solo in maniera indiretta, in quanto

sono noti i volumi di credito erogato ma non le quantità di credito richiesto).

Un elemento quantificabile in valori precisi, e altrettanto importante per il processo

di finanziamento all’imprenditoria locale, deriva dalla percezione di rischiosità del

credito, dal momento che le situazioni di insolvenza non temporanea da parte dei

clienti costituiscono uno dei maggiori problemi del sistema creditizio locale.

A questo proposito, la riorganizzazione del sistema creditizio sembra avere avuto

una prima diretta ricaduta su livello di rischiosità del credito, testimoniato da due

indici estremamente significativi quali l’andamento delle sofferenze bancarie e

l’incidenza dei finanziamenti per cassa sul totale degli affidamenti concessi ai

maggiori clienti da parte delle banche. Nel primo caso, va sottolineato come,

rispetto ai dati del 2000, si è in presenza di una rilevante diminuzione delle

sofferenze bancarie del -8,7% (Italia -15,1%). Si tratta di una tendenza

incoraggiante che, se correlata con il contenuto livello dell’incidenza delle

sofferenze sul totale degli impieghi (6,4%; Italia 3,4% ma nelle province limitrofe è

più ampio) testimonia un clima favorevole per la ripresa della concessione di

finanziamenti, dal momento che la diminuzione delle sofferenze (11,1% sul totale

degli impieghi nel 2000) pemette alle banche di assumere un minore rischio di

credito nei confrondi degli affidati.

Tab. 5 – Sofferenze bancarie nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti in milioni di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

Incidenza sofferenze Sofferenze bancarie sul totale impieghi bancari (%) 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.% Frosinone 752 905 20,3% 22,4% 18,4% -4,0% Latina 882 744 -15,6% 20,9% 12,5% -8,4% Rieti 92 84 -8,7% 11,1% 6,4% -4,7% Roma 8.145 6.976 -14,4% 6,9% 4,6% -2,3% Viterbo 422 274 -35,1% 17,0% 7,8% -9,3% LAZIO 10.293 8.983 -12,7% 7,9% 5,4% -2,6% CENTRO 14.664 13.867 -5,4% 6,7% 4,4% -2,3% ITALIA 53.983 45.847 -15,1% 5,9% 3,3% -2,6%

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

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In ogni caso non è solo il grado di rischio degli impieghi a fornire un’immagine

esaustiva della disponibilità delle banche a concedere prestiti e, quindi, a favorire lo

sviluppo locale: necessario è anche analizzare il grado di concentrazione dei crediti

bancari non riscossi, esaminando, cioè, come le situazioni di sofferenza si

distribuiscano più o meno eterogeneamente tra i soggetti affidatari. E’ chiaro infatti

come, tanto più cresca la concentrazione degli impieghi su pochi clienti, tanto più

aumenti la rischiosità complessiva del portafoglio-crediti delle banche. In tal senso,

Rieti vede incrementare ampiamente il numero dei propri affidati che da oltre 1.400

del 2000, passano ad oltre 3.800 nel 2006.

L’ultimo fattore determinante per comprendere la maturità e dinamicità di un

sistema creditizio provinciale viene dall’analisi del livello del costo del denaro,

determinante per gli imprenditori nel richiedere liquidità per le esigenze della

propria attività: in tal senso, ancora oggi va evidenziato come la provincia di Rieti

(tasso di interesse a breve termine 2006 6,57%) si ponga appena al di sopra della

media nazionale (6,43%) registrando una progressiva convergenza verso la media

nazionale (dal 1998 al 2006 il tasso di interesse reatino si abbassa di 2,1 punti

percentuali; la media nazionale è di un miglioramento di 0,5 punti).

Fig. 1 – Distribuzione provinciale del tasso di interesse a breve termine (Anno 2006)

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Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Tab. 6 - Graduatoria provinciale crescente dei tassi di interesse a breve termine (Anno 2006)

Posizione Province Tasso di interesse a breve termine

Posizione Province Tasso di interesse a breve termine

1 TRENTO 5,46 53 ASTI 6,82 2 FIRENZE 5,53 54 VITERBO 6,82 3 BOLZANO 5,59 55 ROVIGO 6,83 4 BOLOGNA 5,61 56 LIVORNO 6,86 5 MILANO 5,85 57 SASSARI 6,89 6 MODENA 6,13 58 PISTOIA 6,92 7 BRESCIA 6,14 59 AREZZO 6,97 8 REGGIO EMILIA 6,15 60 GORIZIA 6,98 9 ANCONA 6,16 61 PESCARA 7,01

10 RIMINI 6,20 62 PALERMO 7,04 11 TRIESTE 6,21 63 MASSA CARRARA 7,07 12 BERGAMO 6,22 64 POTENZA 7,09 13 COMO 6,25 65 GROSSETO 7,11

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14 VARESE 6,25 66 PERUGIA 7,13 15 PAVIA 6,26 67 L'AQUILA 7,18 16 FORLì 6,27 68 BARI 7,19 17 TREVISO 6,28 69 GENOVA 7,19 18 LODI 6,30 70 CATANIA 7,20 19 RAVENNA 6,31 71 TERAMO 7,22 20 LECCO 6,32 72 LA SPEZIA 7,23 21 MANTOVA 6,32 73 CHIETI 7,27 22 PARMA 6,32 74 NAPOLI 7,33 23 PESARO E URBINO 6,34 75 NUORO 7,38 24 VERONA 6,35 76 TERNI 7,45 25 VENEZIA 6,35 77 SAVONA 7,47 26 SONDRIO 6,36 78 IMPERIA 7,50 27 TORINO 6,36 79 ORISTANO 7,63 28 PADOVA 6,36 80 MATERA 7,67 29 UDINE 6,37 81 AOSTA 7,68 30 LUCCA 6,37 82 CASERTA 7,70 31 FERRARA 6,37 83 MESSINA 7,72 32 ASCOLI PICENO 6,37 84 AVELLINO 7,79 33 VICENZA 6,38 85 SIRACUSA 7,86 34 MACERATA 6,38 86 SALERNO 7,90 35 CREMONA 6,39 87 ISERNIA 7,95 36 ROMA 6,39 88 TRAPANI 7,98 37 BIELLA 6,41 89 BENEVENTO 7,99 38 SIENA 6,41 90 CAMPOBASSO 8,02 39 RIETI 6,57 91 RAGUSA 8,10 40 PIACENZA 6,59 92 FOGGIA 8,13 41 LATINA 6,63 93 AGRIGENTO 8,15 42 CAGLIARI 6,65 94 CALTANISSETTA 8,16 43 VERBANO CUSIO OSSOLA 6,67 95 LECCE 8,17 44 PRATO 6,68 96 TARANTO 8,28 45 CUNEO 6,69 97 BRINDISI 8,36 46 BELLUNO 6,71 98 ENNA 8,46 47 NOVARA 6,73 99 REGGIO CALABRIA 8,97 48 ALESSANDRIA 6,77 100 CROTONE 9,00 49 PISA 6,78 101 CATANZARO 9,10 50 VERCELLI 6,78 102 VIBO VALENTIA 9,12 51 PORDENONE 6,80 103 COSENZA 9,32 52 FROSINONE 6,81

Italia 6.43

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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Appendice statistica alla prima sezione

La ricchezza in provincia di Rieti Tab. A1 - Valore aggiunto a prezzi correnti (in milioni di euro e in %) per settore di attività economica nelle province laziali, al Centro e in Italia (2005)

Industria Agricoltura In senso stretto Costruzioni Totale Servizi Totale economia

Frosinone 174,9 1.872,1 702,7 2.574,8 7.367,0 10.116,7 Latina 510,5 2.636,6 846,3 3.482,9 7.594,0 11.587,4 Rieti 129,5 288,9 355,5 644,4 2.137,5 2.911,4 Roma 527,0 11.652,8 3.096,0 14.748,8 91.084,3 106.360,1 Viterbo 352,1 662,6 531,5 1.194,1 3.932,2 5.478,4 LAZIO 1.694 17.113 5.532 22.645 112.115 136.454 CENTRO 4.514 46.704 13.209 59.913 206.227 270.654 ITALIA 28.760 265.069 76.736 341.805 902.196 1.272.761

% Industria

Agricoltura In senso stretto Costruzioni Totale Servizi Totale economia Frosinone 1,7 18,5 6,9 25,5 72,8 100,0 Latina 4,4 22,8 7,3 30,1 65,5 100,0 Rieti 4,4 9,9 12,2 22,1 73,4 100,0 Roma 0,5 11,0 2,9 13,9 85,6 100,0 Viterbo 6,4 12,1 9,7 21,8 71,8 100,0 LAZIO 1,2 12,5 4,1 16,6 82,2 100,0 CENTRO 1,7 17,3 4,9 22,1 76,2 100,0 ITALIA 2,3 20,8 6,0 26,9 70,9 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. A2 - Incidenza del valore aggiunto a prezzi correnti (in %) per settore di attività economica a Rieti, nel Lazio, al Centro e in Italia (2003-2005)

2003 2004 2005 RIETI

Agricoltura 5,2 5,3 4,4 Manifatturiero 10,2 10,1 9,9 Costruzioni 12,3 12,6 12,2 Totale Industria 22,5 22,8 22,1 Servizi 72,3 71,9 73,4 Totale economia 100,0 100,0 100,0

LAZIO Agricoltura 1,3 1,4 1,2 Manifatturiero 13,0 12,9 12,5 Costruzioni 4,0 4,0 4,1 Totale Industria 17,0 16,9 16,6 Servizi 81,7 81,8 82,2 Totale economia 100,0 100,0 100,0

ITALIA Agricoltura 2,5 2,5 2,3 Manifatturiero 21,4 21,4 20,8 Costruzioni 5,6 5,9 6,0 Totale Industria 27,1 27,3 26,9 Servizi 70,4 70,2 70,9 Totale economia 100,0 100,0 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. A3 - Prodotto interno lordo (Pil) per abitante (valori assoluti e N.I., con Italia = 100) nelle province laziali, al Centro e in Italia, a prezzi correnti (2003-2005)

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Pil per abitante (euro) Pil per abitante (N.I.) 2003 2004 2005 2003 2004 2005 Frosinone 20.306 21.675 22.674 87,6 90,8 93,9 Latina 22.719 23.778 25.166 98,0 99,6 104,2 Rieti 18.658 20.039 20.901 80,5 83,9 86,5 Roma 28.905 30.460 30.848 124,7 127,6 127,7 Viterbo 18.378 19.411 19.752 79,3 81,3 81,8 LAZIO 26.599 28.051 28.607 114,7 117,5 118,4 CENTRO 25.412 26.421 26.687 109,6 110,7 110,5 ITALIA 23.181 23.874 24.152 100,0 100,0 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. A4 - Consumi finali interni delle famiglie (importi in migliaia di euro e in %) - Anni 2000-2004

2000 2004 Province e Regioni

Alimentari Non Alimentare Totale Alimentari Non Alimentare Totale Frosinone 935,1 3.557,5 4.492,6 1.085,4 4.114,3 5.199,7 Latina 1.000,0 4.146,1 5.146,1 1.193,7 4.841,9 6.035,6 Rieti 298,5 1.328,3 1.626,8 356,9 1.552,3 1.909,2 Roma 8.543,6 47.353,4 55.897,0 9.936,6 54.654,7 64.591,3 Viterbo 579 2.626 3.205 688,0 3061,9 3749,9 LAZIO 11.356,5 59.011,0 70.367,5 13.260,6 68.225,1 81.485,7 CENTRO 23.852,2 123.678,1 147.530,3 27.621,3 142.545,2 170.166,5 ITALIA 118.030,9 581.369,6 699.400,5 135.166,1 666.671,1 801.837,2

% 2000 2004

Province e Regioni Alimentari Non Alimentare Totale Alimentari Non Alimentare Totale

Frosinone 20,8 79,2 100,0 20,9 79,1 100,0 Latina 19,4 80,6 100,0 19,8 80,2 100,0 Rieti 18,3 81,7 100,0 18,7 81,3 100,0 Roma 15,3 84,7 100,0 15,4 84,6 100,0 Viterbo 18,1 81,9 100,0 18,3 81,7 100,0 LAZIO 16,1 83,9 100,0 16,3 83,7 100,0 CENTRO 16,2 83,8 100,0 16,2 83,8 100,0 ITALIA 16,9 83,1 100,0 16,9 83,1 100,0 Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT Tab. A5 - Valore del patrimonio delle famiglie per provincia (importi in milioni di euro e in %; 2005=

Attività reali Attività finanziarie Province e regioni

Abitazioni Terreni Totale Depositi Valori mobiliari Riserve Totale Totale generale

Frosinone 30.895 1.312 32.207 6.439 5.573 3.344 15.356 47.563 Latina 36.278 1.653 37.931 6.105 7.861 3.575 17.541 55.472

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Rieti 11.484 930 12.414 1.858 2.683 870 5.411 17.825 Roma 352.240 2.862 355.102 72.346 128.614 51.440 252.400 607.502 Viterbo 23.192 3.363 26.555 3.343 6.157 1.873 11.373 37.928 LAZIO 454.089 10.120 464.209 90.091 150.888 61.102 302.081 766.290 CENTRO 958.080 31.997 990.077 170.377 329.687 123.105 623.169 1.613.246 ITALIA 4.673.679 222.259 4.895.938 763.466 1.801.478 593.490 3.158.434 8.054.372

% Frosinone 65,0 2,8 67,7 13,5 11,7 7,0 32,3 100,0 Latina 65,4 3,0 68,4 11,0 14,2 6,4 31,6 100,0 Rieti 64,4 5,2 69,6 10,4 15,1 4,9 30,4 100,0 Roma 58,0 0,5 58,5 11,9 21,2 8,5 41,5 100,0 Viterbo 61,1 8,9 70,0 8,8 16,2 4,9 30,0 100,0 LAZIO 59,3 1,3 60,6 11,8 19,7 8,0 39,4 100,0 CENTRO 59,4 2,0 61,4 10,6 20,4 7,6 38,6 100,0 ITALIA 58,0 2,8 60,8 9,5 22,4 7,4 39,2 100,0 Fonte: elaborazioni Unioncamere-Tagliacarne Tab. A6 - Valore medio in euro del patrimonio per famiglia nel 2005 e variazioni rispetto al 2004

Anno 2005

Pos. in grad. Per famiglia (euro) Differenza posizione con il 2004 Var. % per famiglia 2005/2004

Frosinone 74 253.745 1 5,2 Latina 66 274.789 1 5,9 Rieti 65 274.967 - 3,3 Roma 31 388.171 -2 5,0 Viterbo 63 301.778 - 6,8 LAZIO 10 357.268 - 5,2 CENTRO 3 350.348 - 4,8 ITALIA 0 341.282 0 5,4 Fonte: elaborazioni Unioncamere-Tagliacarne Tab. A7 - Graduatoria delle province laziali secondo il valore medio in euro del patrimonio per famiglia nel 2005 e differenza con il 2004 Province Per famiglia (euro) Numeri indici (ITA=100) Differenza di posto rispetto al 2004 Frosinone 253.745 74,4 1 Latina 274.789 80,5 1 Rieti 274.967 80,6 - Roma 388.171 113,7 -2 Viterbo 301.778 88,4 - ITALIA 341.282 100,0 Fonte: elaborazioni Unioncamere-Tagliacarne

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Tab. A8 - Graduatoria nazionale della variazione medio-annua del Prodotto interno lordo (2005/2003)

Posto in graduatoria

Province Tasso di variazione

media annua 2005/2003

Posto in graduatoria

Province Tasso di variazione

media annua 2005/2003

1 Rieti 4,7 53 Chieti 1,9 2 Latina 4,6 54 Mantova 1,8 3 Brescia 4,5 55 La Spezia 1,8 4 Taranto 4,1 56 Salerno 1,8 5 Frosinone 4,0 57 Belluno 1,8 6 Trapani 3,9 58 Treviso 1,8 7 Cremona 3,7 59 Bologna 1,8 8 Asti 3,6 60 Palermo 1,7 9 Bergamo 3,4 61 Padova 1,7 10 Verona 3,3 62 Forlì 1,6 11 Viterbo 3,3 63 Pordenone 1,6 12 Vercelli 3,3 64 Vicenza 1,6 13 Cuneo 3,1 65 Pisa 1,6 14 Oristano 3,0 66 L'Aquila 1,5 15 Catanzaro 3,0 67 Venezia 1,5 16 Imperia 2,9 68 Trieste 1,5 17 Roma 2,9 69 Napoli 1,5 18 Bolzano 2,9 70 Lecco 1,4 19 Alessandria 2,8 71 Caltanissetta 1,4 20 Avellino 2,8 72 Modena 1,4 21 Massa-Carrara 2,8 73 Livorno 1,4 22 Sassari 2,6 74 Pistoia 1,4 23 Parma 2,6 75 Grosseto 1,4 24 Rovigo 2,6 76 Ragusa 1,4 25 Sondrio 2,5 77 Potenza 1,3 26 Novara 2,5 78 Arezzo 1,3 27 Pavia 2,5 79 Genova 1,3 28 Reggio Calabria 2,4 80 Macerata 1,3 29 Messina 2,3 81 Firenze 1,3 30 Pesaro e Urbino 2,3 82 Enna 1,2 31 Udine 2,2 83 Benevento 1,2 32 Lecce 2,2 84 Matera 1,2 33 Ancona 2,2 85 Como 1,2 34 Savona 2,2 86 Torino 1,2 35 Perugia 2,2 87 Ferrara 1,2 36 Caserta 2,2 88 Lucca 1,2 37 Trento 2,1 89 Milano 1,1 38 Reggio Emilia 2,1 90 Ascoli Piceno 1,1 39 Ravenna 2,1 91 Varese 1,1 40 Piacenza 2,1 92 Isernia 1,1 41 Catania 2,1 93 Pescara 1,1 42 Campobasso 2,1 94 Siracusa 1,0 43 Aosta 2,1 95 Brindisi 0,9 44 Terni 2,1 96 Verbania-Cusio-Ossola 0,9 45 Lodi 2,1 97 Teramo 0,9 46 Cagliari 2,0 98 Siena 0,8 47 Rimini 2,0 99 Bari 0,7 48 Gorizia 1,9 100 Nuoro 0,6 49 Crotone 1,9 101 Foggia 0,6 50 Cosenza 1,9 102 Biella 0,6 51 Vibo Valentia 1,9 103 Prato 0,6 52 Agrigento 1,9 ITALIA 2,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. A9 - Graduatoria nazionale della variazione medio-annua del PIL pro capite (2005/2003) Posto in Province Tasso di variazione Posto in Province Tasso di variazione

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99

graduatoria media annua 2005/2003

graduatoria media annua 2005/2003

1 Taranto 4,0 53 Caserta 1,3 2 Rieti 3,9 54 Caltanissetta 1,3 3 Frosinone 3,7 55 Trento 1,3 4 Latina 3,5 56 Parma 1,2 5 Trapani 3,4 57 Matera 1,2 6 Brescia 3,4 58 Bologna 1,2 7 Vercelli 3,2 59 Chieti 1,2 8 Asti 3,1 60 Perugia 1,2 9 Catanzaro 3,1 61 Isernia 1,1 10 Cremona 3,1 62 Mantova 1,1 11 Oristano 2,9 63 L'Aquila 1,0 12 Cuneo 2,7 64 Pisa 1,0 13 Avellino 2,6 65 Benevento 1,0 14 Verona 2,5 66 Venezia 0,9 15 Messina 2,5 67 Genova 0,9 16 Viterbo 2,4 68 Lodi 0,9 17 Rovigo 2,3 69 Pordenone 0,9 18 Reggio Calabria 2,3 70 Siracusa 0,9 19 Massa-Carrara 2,3 71 Forlì 0,9 20 Bergamo 2,3 72 Livorno 0,8 21 Sondrio 2,2 73 Rimini 0,8 22 Roma 2,2 74 Padova 0,8 23 Vibo Valentia 2,1 75 Ravenna 0,8 24 Bolzano 2,1 76 Lucca 0,8 25 Alessandria 2,1 77 Nuoro 0,8 26 Campobasso 2,1 78 Brindisi 0,8 27 Sassari 2,0 79 Foggia 0,7 28 Cosenza 2,0 80 Pistoia 0,7 29 Crotone 1,9 81 Lecco 0,7 30 Novara 1,9 82 Ferrara 0,7 31 Udine 1,9 83 Vicenza 0,7 32 Cagliari 1,9 84 Arezzo 0,7 33 Trieste 1,8 85 Treviso 0,7 34 Lecce 1,8 86 Ascoli Piceno 0,7 35 Catania 1,8 87 Biella 0,6 36 Savona 1,7 88 Modena 0,6 37 Pavia 1,7 89 Verbania-Cusio-Ossola 0,6 38 Palermo 1,7 90 Grosseto 0,6 39 Agrigento 1,6 91 Ragusa 0,6 40 Belluno 1,6 92 Firenze 0,6 41 Ancona 1,6 93 Pescara 0,6 42 Enna 1,6 94 Macerata 0,6 43 Aosta 1,6 95 Reggio Emilia 0,5 44 Terni 1,5 96 Torino 0,3 45 Salerno 1,5 97 Varese 0,3 46 Potenza 1,5 98 Como 0,2 47 Gorizia 1,5 99 Milano 0,2 48 Pesaro e Urbino 1,4 100 Siena 0,2 49 Imperia 1,4 101 Teramo 0,2 50 La Spezia 1,4 102 Bari 0,2 51 Piacenza 1,4 103 Prato -0,6 52 Napoli 1,4 ITALIA 1,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. A10 - Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto dell’agricoltura sul totale (del valore aggiunto provinciale 2005)

Posto di graduatoria Provincia Peso %

Agricoltura Posto di graduatoria Provincia

Peso % Agricoltura

1 Ragusa 12,0 53 Verona 2,8 2 Matera 8,6 54 Cagliari 2,7

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100

3 Pistoia 8,1 55 Ascoli Piceno 2,7 4 Oristano 8,1 56 Reggio Emilia 2,6 5 Vibo Valentia 7,9 57 Savona 2,6 6 Enna 7,7 58 Lecce 2,5 7 Foggia 7,7 59 Parma 2,4 8 Siracusa 7,5 60 Perugia 2,4 9 Reggio Calabria 7,2 61 Sondrio 2,3 10 Catanzaro 6,6 62 Macerata 2,3 11 Grosseto 6,6 63 Brescia 2,2 12 Viterbo 6,4 64 Pordenone 2,1 13 Crotone 6,0 65 Pisa 2,1 14 Agrigento 6,0 66 Arezzo 2,1 15 Benevento 5,8 67 Palermo 2,1 16 Imperia 5,5 68 Modena 2,1 17 Taranto 5,3 69 Alessandria 2,1 18 Ferrara 5,3 70 Pescara 2,1 19 Cremona 5,2 71 La Spezia 2,0 20 Cosenza 5,2 72 Udine 1,9 21 Mantova 5,1 73 Rimini 1,9 22 Caltanissetta 4,8 74 Treviso 1,7 23 Caserta 4,7 75 Frosinone 1,7 24 Rovigo 4,6 76 Padova 1,7 25 Nuoro 4,5 77 Ancona 1,7 26 Rieti 4,4 78 Terni 1,7 27 Latina 4,4 79 Venezia 1,7 28 Cuneo 4,4 80 Pesaro e Urbino 1,7 29 Salerno 4,4 81 Gorizia 1,6 30 Potenza 4,2 82 Vicenza 1,5 31 Piacenza 4,1 83 Bologna 1,5 32 Brindisi 4,1 84 Novara 1,5 33 Siena 3,9 85 Aosta 1,3 34 Lodi 3,9 86 Livorno 1,3 35 Campobasso 3,8 87 Napoli 1,2 36 Vercelli 3,7 88 Lucca 1,2 37 Chieti 3,7 89 Bergamo 1,0 38 Ravenna 3,7 90 Belluno 1,0 39 Bolzano 3,6 91 Massa-Carrara 1,0 40 Forlì 3,6 92 Biella 0,8 41 Avellino 3,6 93 Firenze 0,7 42 Trapani 3,5 94 Como 0,7 43 Sassari 3,5 95 Trieste 0,6 44 Bari 3,5 96 Torino 0,6 45 Asti 3,3 97 Roma 0,5 46 Catania 3,2 98 Lecco 0,5 47 Isernia 3,1 99 Verbania-Cusio-Ossola 0,4 48 Teramo 3,1 100 Genova 0,4 49 Trento 3,1 101 Prato 0,3 50 L'Aquila 3,0 102 Varese 0,3 51 Pavia 2,8 103 Milano 0,2 52 Messina 2,8 ITALIA 2,3

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. A11- Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto del manifatturiero sul totale del valore aggiunto provinciale (2005)

Posto di graduatoria Provincia Peso %

ManifatturieroPosto di graduatoria Provincia

Peso % Manifatturiero

1 Lecco 37,2 53 Siena 18,7 2 Bergamo 35,2 54 Ravenna 18,6 3 Vicenza 35,0 55 Frosinone 18,5 4 Modena 34,4 56 Trento 18,1 5 Treviso 33,2 57 Sondrio 17,7

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6 Reggio Emilia 33,2 58 Pescara 17,3 7 Varese 32,7 59 L'Aquila 17,3 8 Como 32,6 60 Livorno 17,1 9 Mantova 31,6 61 Massa-Carrara 17,1 10 Novara 30,2 62 Siracusa 17,0 11 Prato 29,5 63 Gorizia 16,6 12 Lodi 29,4 64 Caserta 16,3 13 Biella 29,4 65 La Spezia 16,2 14 Parma 28,9 66 Venezia 15,8 15 Cuneo 28,6 67 Caltanissetta 15,7 16 Pordenone 28,4 68 Rimini 15,3 17 Teramo 28,1 69 Cagliari 15,0 18 Arezzo 28,0 70 Salerno 14,9 19 Milano 27,4 71 Genova 14,9 20 Alessandria 27,1 72 Bari 14,8 21 Brescia 26,9 73 Campobasso 14,7 22 Cremona 26,7 74 Crotone 14,7 23 Belluno 25,9 75 Matera 14,2 24 Ancona 25,6 76 Brindisi 14,2 25 Padova 25,5 77 Aosta 13,2 26 Chieti 25,2 78 Trieste 12,5 27 Pesaro e Urbino 24,9 79 Nuoro 12,4 28 Verona 24,7 80 Napoli 12,3 29 Bologna 24,3 81 Viterbo 12,1 30 Macerata 24,3 82 Benevento 12,1 31 Pavia 23,9 83 Savona 11,7 32 Torino 23,6 84 Lecce 11,6 33 Verbania-Cusio-Ossola 23,4 85 Bolzano 11,4 34 Pisa 23,3 86 Roma 11,0 35 Lucca 23,1 87 Sassari 10,7 36 Piacenza 23,0 88 Catania 10,1 37 Ascoli Piceno 22,8 89 Rieti 9,9 38 Latina 22,8 90 Vibo Valentia 9,2 39 Terni 22,3 91 Foggia 9,2 40 Vercelli 22,0 92 Cosenza 9,1 41 Firenze 21,9 93 Catanzaro 8,9 42 Rovigo 21,9 94 Ragusa 8,7 43 Avellino 21,4 95 Palermo 8,6 44 Potenza 21,4 96 Oristano 8,6 45 Ferrara 21,3 97 Trapani 8,1 46 Isernia 20,9 98 Messina 8,0 47 Taranto 20,6 99 Enna 7,2 48 Forlì 20,6 100 Imperia 7,2 49 Udine 20,3 101 Grosseto 7,1 50 Asti 20,0 102 Reggio Calabria 7,1 51 Perugia 20,0 103 Agrigento 6,1 52 Pistoia 19,7 ITALIA 20,8

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. A12- Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto delle costruzioni sul totale del valore aggiunto provinciale (2005)

Posto di graduatoria Provincia Peso %

CostruzioniPosto di graduatoria Provincia

Peso % Costruzioni

1 Bolzano 15,9 53 Potenza 6,7 2 Rieti 12,2 54 Campobasso 6,6 3 Oristano 11,7 55 Arezzo 6,6 4 Caserta 11,1 56 Ferrara 6,6 5 Ragusa 11,1 57 Rovigo 6,6 6 Trapani 10,8 58 Teramo 6,6 7 Crotone 10,4 59 Perugia 6,5 8 Agrigento 10,4 60 Terni 6,5

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102

9 Belluno 9,8 61 Mantova 6,5 10 Piacenza 9,7 62 Catania 6,4 11 Viterbo 9,7 63 Venezia 6,3 12 Savona 9,4 64 Foggia 6,2 13 Enna 9,3 65 Ancona 6,2 14 Trento 9,2 66 Brindisi 6,2 15 Avellino 9,1 67 Ravenna 6,2 16 Novara 9,0 68 Pistoia 6,1 17 Pordenone 8,9 69 Macerata 6,1 18 Matera 8,9 70 Chieti 5,9 19 Reggio Emilia 8,8 71 Parma 5,9 20 Benevento 8,7 72 Catanzaro 5,9 21 Nuoro 8,7 73 Bologna 5,9 22 Sassari 8,6 74 Messina 5,8 23 Sondrio 8,3 75 Livorno 5,8 24 Imperia 8,2 76 Reggio Calabria 5,8 25 Cuneo 8,2 77 Cagliari 5,8 26 La Spezia 8,1 78 Taranto 5,8 27 Caltanissetta 7,9 79 Verona 5,7 28 Siracusa 7,9 80 Aosta 5,6 29 Pesaro e Urbino 7,8 81 Verbania-Cusio-Ossola 5,6 30 Cremona 7,8 82 Alessandria 5,5 31 Cosenza 7,7 83 Como 5,4 32 Salerno 7,6 84 Lucca 5,3 33 Padova 7,6 85 Ascoli Piceno 5,2 34 Lodi 7,5 86 Vibo Valentia 5,2 35 Asti 7,5 87 Torino 5,2 36 Latina 7,3 88 Pavia 5,1 37 Isernia 7,3 89 Biella 5,0 38 Modena 7,3 90 Gorizia 5,0 39 Bergamo 7,3 91 Siena 4,8 40 Grosseto 7,2 92 Varese 4,8 41 Brescia 7,2 93 Vercelli 4,6 42 Vicenza 7,2 94 Lecco 4,4 43 Udine 7,2 95 L'Aquila 4,4 44 Treviso 7,1 96 Massa-Carrara 3,9 45 Prato 7,0 97 Palermo 3,9 46 Lecce 7,0 98 Firenze 3,9 47 Frosinone 6,9 99 Napoli 3,5 48 Bari 6,9 100 Milano 3,4 49 Forlì 6,9 101 Genova 3,2 50 Rimini 6,8 102 Roma 2,9 51 Pescara 6,8 103 Trieste 2,8 52 Pisa 6,7 ITALIA 6,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 13 - Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto dell’industria totale sul totale del valore aggiunto provinciale (2005)

Posto di graduatoria

Provincia Peso %

Industria Totale

Posto di graduatoria

Provincia Peso %

Industria Totale

1 Bergamo 42,5 53 Taranto 26,4 2 Vicenza 42,2 54 Sondrio 25,9 3 Reggio Emilia 42,0 55 Pistoia 25,8 4 Modena 41,7 56 Firenze 25,8 5 Lecco 41,6 57 Frosinone 25,5 6 Treviso 40,2 58 Crotone 25,1 7 Novara 39,3 59 Siracusa 24,9 8 Mantova 38,0 60 Ravenna 24,7 9 Como 38,0 61 La Spezia 24,2 10 Varese 37,5 62 Pescara 24,1

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103

11 Pordenone 37,3 63 Caltanissetta 23,6 12 Lodi 36,9 64 Siena 23,5 13 Cuneo 36,7 65 Matera 23,1 14 Prato 36,5 66 Livorno 23,0 15 Belluno 35,8 67 Salerno 22,5 16 Parma 34,8 68 Rieti 22,1 17 Teramo 34,6 69 Rimini 22,1 18 Arezzo 34,6 70 Venezia 22,1 19 Cremona 34,4 71 Viterbo 21,8 20 Biella 34,4 72 L'Aquila 21,7 21 Brescia 34,1 73 Bari 21,6 22 Padova 33,1 74 Gorizia 21,6 23 Pesaro e Urbino 32,7 75 Campobasso 21,4 24 Alessandria 32,7 76 Savona 21,1 25 Piacenza 32,7 77 Nuoro 21,1 26 Ancona 31,7 78 Massa-Carrara 21,0 27 Chieti 31,1 79 Benevento 20,8 28 Milano 30,8 80 Cagliari 20,8 29 Avellino 30,5 81 Brindisi 20,4 30 Verona 30,4 82 Oristano 20,2 31 Macerata 30,4 83 Ragusa 19,9 32 Bologna 30,2 84 Sassari 19,4 33 Latina 30,1 85 Trapani 18,9 34 Pisa 30,1 86 Aosta 18,8 35 Pavia 29,0 87 Lecce 18,6 36 Verbania-Cusio-Ossola 28,9 88 Genova 18,2 37 Terni 28,8 89 Cosenza 16,8 38 Torino 28,8 90 Catania 16,6 39 Rovigo 28,5 91 Enna 16,5 40 Lucca 28,4 92 Agrigento 16,5 41 Isernia 28,2 93 Napoli 15,8 42 Potenza 28,1 94 Foggia 15,4 43 Ascoli Piceno 28,0 95 Imperia 15,4 44 Ferrara 27,9 96 Trieste 15,3 45 Asti 27,5 97 Catanzaro 14,8 46 Udine 27,4 98 Vibo Valentia 14,4 47 Forlì 27,4 99 Grosseto 14,3 48 Caserta 27,4 100 Roma 13,9 49 Bolzano 27,3 101 Messina 13,8 50 Trento 27,3 102 Reggio Calabria 12,9 51 Vercelli 26,6 103 Palermo 12,5 52 Perugia 26,6 ITALIA 26,9

Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. A14- Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto dei servizi sul totale del valore aggiunto provinciale (2005)

Posto di graduatoria Provincia Peso % Servizi

Posto di graduatoria Provincia Peso % Servizi

1 Roma 85,6 53 Terni 69,5 2 Palermo 85,4 54 Ascoli Piceno 69,3 3 Trieste 84,1 55 Asti 69,2 4 Messina 83,4 56 Bolzano 69,1 5 Napoli 83,0 57 Milano 69,0 6 Genova 81,5 58 Forlì 68,9 7 Catania 80,2 59 Crotone 68,9 8 Aosta 79,9 60 Isernia 68,7 9 Reggio Calabria 79,9 61 Taranto 68,4 10 Imperia 79,1 62 Matera 68,3 11 Grosseto 79,1 63 Bologna 68,3 12 Lecce 78,9 64 Pavia 68,2 13 Catanzaro 78,6 65 Ragusa 68,1 14 Massa-Carrara 78,0 66 Pisa 67,9 15 Cosenza 78,0 67 Caserta 67,8

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16 Vibo Valentia 77,7 68 Potenza 67,7 17 Trapani 77,6 69 Siracusa 67,6 18 Agrigento 77,5 70 Macerata 67,3 19 Sassari 77,1 71 Rovigo 66,9 20 Foggia 76,9 72 Verona 66,8 21 Gorizia 76,8 73 Ferrara 66,8 22 Cagliari 76,5 74 Ancona 66,5 23 Savona 76,3 75 Pistoia 66,1 24 Venezia 76,2 76 Avellino 65,8 25 Rimini 76,0 77 Pesaro e Urbino 65,6 26 Livorno 75,7 78 Latina 65,5 27 Enna 75,7 79 Alessandria 65,3 28 Brindisi 75,5 80 Chieti 65,2 29 L'Aquila 75,4 81 Padova 65,2 30 Bari 74,9 82 Biella 64,8 31 Campobasso 74,9 83 Brescia 63,8 32 Nuoro 74,5 84 Arezzo 63,3 33 Pescara 73,9 85 Belluno 63,2 34 La Spezia 73,7 86 Piacenza 63,2 35 Firenze 73,5 87 Prato 63,1 36 Rieti 73,4 88 Parma 62,7 37 Benevento 73,4 89 Teramo 62,3 38 Salerno 73,1 90 Varese 62,2 39 Frosinone 72,8 91 Como 61,4 40 Siena 72,7 92 Pordenone 60,6 41 Viterbo 71,8 93 Cremona 60,3 42 Sondrio 71,7 94 Lodi 59,3 43 Oristano 71,6 95 Novara 59,3 44 Ravenna 71,6 96 Cuneo 58,9 45 Caltanissetta 71,6 97 Treviso 58,0 46 Perugia 71,1 98 Lecco 57,9 47 Verbania-Cusio-Ossola 70,6 99 Mantova 56,8 48 Torino 70,6 100 Bergamo 56,5 49 Udine 70,6 101 Vicenza 56,3 50 Lucca 70,4 102 Modena 56,2 51 Vercelli 69,7 103 Reggio Emilia 55,4 52 Trento 69,7 ITALIA 70,9

Fonte: Istituto G. Tagliacarne Il sistema produttivo Tab. B1 – Tasso di iscrizione, cessazione e crescita delle imprese reatine nel 2006 Iscrizione Cessazione Crescita Agricoltura, caccia e silvicoltura 3,0 4,3 -1,3 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali 0,0 0,0 0,0 Attivita' manifatturiere 3,6 6,8 -3,2 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 8,4 7,2 1,1 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 5,8 7,6 -1,8 Alberghi e ristoranti 5,1 7,7 -2,7 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,8 6,6 -3,8 Intermediaz.monetaria e finanziaria 11,3 7,4 3,9 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 5,7 6,0 -0,3 Istruzione 8,3 0,0 8,3 Sanita' e altri servizi sociali 0,0 3,3 -3,3 Altri servizi pubblici,sociali e personali 6,4 5,2 1,2 Imprese non classificate 25,0 5,9 19,1 TOTALE 6,8 6,2 0,6 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. B2 – Imprese reatine ed italiane per settore e forma giuridica (2006, composizione %)

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Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme Rieti Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,7 2,8 95,0 1,5 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 25,0 0,0 25,0 50,0 Estrazione di minerali 54,5 18,2 27,3 0,0 Attivita' manifatturiere 12,4 17,5 63,6 6,5 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 100,0 Costruzioni 9,3 9,5 78,0 3,2 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 8,4 14,7 75,9 0,9 Alberghi e ristoranti 10,5 24,2 62,3 2,9 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 7,9 10,4 73,6 8,1 Intermediaz.monetaria e finanziaria 3,9 10,9 83,0 2,2 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 26,2 16,2 45,4 12,2 Istruzione 20,8 25,0 41,7 12,5 Sanita' e altri servizi sociali 21,1 22,8 24,6 31,6 Altri servizi pubblici,sociali e personali 5,9 12,8 78,3 3,0 Imprese non classificate 27,0 27,0 27,0 19,0 TOTALE Provincia 7,5 10,9 78,4 3,2 Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,8 5,6 92,4 1,2 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 2,7 19,3 69,3 8,7 Estrazione di minerali 47,4 24,0 26,3 2,3 Attivita' manifatturiere 21,7 24,8 52,4 1,1 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 61,9 9,6 8,7 19,8 Costruzioni 13,2 13,3 71,3 2,1 Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la cas 10,8 16,9 71,9 0,5 Alberghi e ristoranti 10,9 38,3 49,7 1,1 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 12,6 13,4 69,7 4,3 Intermediaz.monetaria e finanziaria 10,8 13,6 74,1 1,4 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 37,6 28,7 29,3 4,3 Istruzione 19,7 21,8 31,5 27,1 Sanita' e altri servizi sociali 29,0 25,5 12,7 32,9 Altri servizi pubblici,sociali e personali 8,4 16,6 70,6 4,3 Imprese non classificate 37,6 28,7 15,7 18,1 TOTALE Italia 13,8 17,5 66,6 2,1

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Il mercato del lavoro Grad. 1 – Graduatoria nazionale decrescente per tasso di attività (2006)

Posizione PROVINCE Tasso di attività Posizione PROVINCE Tasso di attività

1 Bologna 74,6 53 Gorizia 66,3 2 Ravenna 72,7 54 Pisa 66,3 3 Reggio Emilia 72,5 55 Sondrio 66,3 4 Parma 72,2 56 Roma 66,3 5 Bolzano-Bozen 71,5 57 Venezia 66,2 6 Modena 71,3 58 Massa 65,2 7 Forlì 70,9 59 Imperia 65,1 8 Firenze 70,9 60 Ascoli Piceno 65,0 9 Milano 70,8 61 Genova 64,6 10 Cuneo 70,5 62 Livorno 63,7 11 Varese 70,3 63 Teramo 63,4 12 Pistoia 70,3 64 Chieti 62,7 13 Lodi 70,0 65 Latina 62,3 14 Treviso 69,9 66 Rieti 62,2 15 Ferrara 69,9 67 Terni 61,8 16 Verona 69,7 68 L'Aquila 61,0 17 Biella 69,6 69 Sassari 59,5 18 Novara 69,5 70 Ragusa 59,5 19 Mantova 69,2 71 Pescara 59,3 20 Ancona 69,2 72 Campobasso 59,0 21 Pordenone 69,2 73 Oristano 58,6 22 Aosta 69,1 74 Cagliari 58,4

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23 Arezzo 68,9 75 Nuoro 58,1 24 Rimini 68,9 76 Potenza 57,6 25 Lecco 68,8 77 Viterbo 56,2 26 Belluno 68,7 78 Isernia 56,1 27 Rovigo 68,4 79 Frosinone 55,9 28 La Spezia 68,3 80 Salerno 55,7 29 Piacenza 68,2 81 Benevento 55,5 30 Grosseto 68,2 82 Lecce 55,3 31 Siena 68,2 83 Messina 54,7 32 Vicenza 68,1 84 Avellino 54,6 33 Perugia 67,9 85 Bari 54,6 34 Prato 67,8 86 Catanzaro 54,3 35 Pesaro-Urbino 67,8 87 Matera 53,7 36 Macerata 67,7 88 Palermo 52,9 37 Bergamo 67,7 89 Reggio Calabria 52,9 38 Trento 67,5 90 Trapani 52,8 39 Verbania 67,2 91 Cosenza 52,7 40 Padova 67,2 92 Enna 52,3 41 Brescia 67,1 93 Brindisi 51,9 42 Cremona 67,1 94 Vibo Valentia 51,1 43 Pavia 67,0 95 Siracusa 50,3 44 Vercelli 67,0 96 Catania 49,9 45 Asti 66,9 97 Caltanissetta 49,3 46 Savona 66,8 98 Agrigento 48,9 47 Trieste 66,7 99 Taranto 48,9 48 Como 66,6 100 Napoli 48,8 49 Alessandria 66,6 101 Caserta 48,0 50 Torino 66,6 102 Foggia 47,5 51 Lucca 66,5 103 Crotone 46,5 52 Udine 66,4 ITALIA 62,7 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Grad. 2 – Graduatoria nazionale decrescente per tasso di occupazione (2006)

Posizione PROVINCE Tasso di occupazione Posizione PROVINCE Tasso di

occupazione 1 Bologna 72,4 53 Prato 63,8 2 Reggio Emilia 70,6 54 Savona 63,8 3 Parma 70,2 55 Alessandria 63,5 4 Ravenna 70,1 56 Venezia 62,8 5 Bolzano-Bozen 69,6 57 Imperia 62,5 6 Modena 69,3 58 Roma 61,4 7 Cuneo 68,5 59 Genova 61,2 8 Milano 68,1 60 Ascoli Piceno 60,7 9 Firenze 67,7 61 Massa 60,2 10 Lodi 67,7 62 Livorno 59,9 11 Varese 67,6 63 Teramo 59,3 12 Treviso 67,5 64 Chieti 58,9 13 Belluno 67,1 65 Terni 58,7 14 Mantova 67,1 66 Rieti 58,5 15 Aosta 67,0 67 L'Aquila 57,4 16 Forlì 67,0 68 Latina 56,4 17 Verona 66,8 69 Ragusa 55,5 18 Lecco 66,6 70 Pescara 54,4 19 Pordenone 66,4 71 Sassari 53,3 20 Piacenza 66,4 72 Campobasso 52,8 21 Ancona 66,3 73 Nuoro 52,5 22 Biella 66,2 74 Viterbo 52,4 23 Novara 66,2 75 Cagliari 51,8 24 Ferrara 66,1 76 Potenza 51,3 25 Rimini 65,9 77 Isernia 51,0 26 Bergamo 65,7 78 Oristano 50,8 27 Vicenza 65,6 79 Frosinone 50,7 28 Siena 65,5 80 Benevento 49,4 29 Arezzo 65,5 81 Salerno 49,2 30 Trento 65,4 82 Messina 48,8 31 Pistoia 65,4 83 Avellino 48,7 32 Rovigo 65,3 84 Matera 48,3 33 Pesaro-Urbino 65,3 85 Bari 47,3 34 La Spezia 65,0 86 Trapani 47,3 35 Macerata 64,9 87 Lecce 47,0 36 Grosseto 64,7 88 Catanzaro 46,6 37 Brescia 64,6 89 Cosenza 46,2 38 Vercelli 64,5 90 Reggio Calabria 46,1 39 Trieste 64,4 91 Brindisi 45,1 40 Verbania 64,4 92 Siracusa 44,6 41 Lucca 64,4 93 Taranto 44,3 42 Perugia 64,3 94 Vibo Valentia 44,2 43 Padova 64,2 95 Catania 43,7 44 Udine 64,1 96 Enna 43,4 45 Como 64,1 97 Caserta 43,2 46 Pavia 64,1 98 Palermo 43,0 47 Cremona 64,1 99 Agrigento 42,4 48 Asti 64,0 100 Foggia 42,0 49 Sondrio 63,9 101 Napoli 41,5 50 Gorizia 63,9 102 Caltanissetta 41,0 51 Pisa 63,9 103 Crotone 40,1 52 Torino 63,8 ITALIA 58,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Grad. 3 – Graduatoria nazionale crescente per tasso di disoccupazione (2006)

Posizione PROVINCE Tasso di

disoccupazione Posizione PROVINCE

Tasso di disoccupazione

1 Belluno 2,3 53 Genova 5,1 2 Reggio Emilia 2,6 54 Venezia 5,1 3 Bolzano-Bozen 2,6 55 Perugia 5,2 4 Piacenza 2,6 56 Forlì 5,4 5 Cuneo 2,7 57 Ferrara 5,5 6 Parma 2,7 58 L'Aquila 5,8 7 Modena 2,8 59 Prato 5,9 8 Bologna 2,9 60 Livorno 5,9 9 Bergamo 3,0 61 Chieti 5,9 10 Aosta 3,0 62 Rieti 5,9 11 Mantova 3,0 63 Teramo 6,5 12 Trento 3,1 64 Ascoli Piceno 6,5 13 Lucca 3,2 65 Ragusa 6,7 14 Lecco 3,2 66 Pistoia 6,8 15 Lodi 3,2 67 Viterbo 6,8 16 Trieste 3,3 68 Roma 7,2 17 Ravenna 3,4 69 Massa 7,6 18 Udine 3,4 70 Pescara 8,1 19 Treviso 3,5 71 Isernia 8,9 20 Sondrio 3,5 72 Frosinone 9,2 21 Pisa 3,6 73 Taranto 9,3 22 Gorizia 3,6 74 Latina 9,4 23 Pesaro-Urbino 3,7 75 Nuoro 9,5 24 Vicenza 3,7 76 Caserta 9,9 25 Vercelli 3,7 77 Matera 9,9 26 Brescia 3,7 78 Sassari 10,3 27 Varese 3,8 79 Campobasso 10,4 28 Como 3,8 80 Trapani 10,4 29 Siena 3,9 81 Avellino 10,6 30 Milano 3,9 82 Messina 10,7 31 Pordenone 3,9 83 Benevento 10,8 32 Imperia 4,0 84 Potenza 10,8 33 Verona 4,0 85 Cagliari 11,1 34 Ancona 4,0 86 Foggia 11,3 35 Macerata 4,0 87 Siracusa 11,5 36 Torino 4,1 88 Salerno 11,6 37 Asti 4,2 89 Cosenza 12,2 38 Verbania 4,2 90 Catania 12,3 39 Rimini 4,2 91 Reggio Calabria 12,7 40 Pavia 4,3 92 Brindisi 12,9 41 Padova 4,3 93 Oristano 13,2 42 Firenze 4,4 94 Bari 13,3 43 Rovigo 4,4 95 Agrigento 13,3 44 Cremona 4,5 96 Vibo Valentia 13,4 45 Savona 4,5 97 Crotone 13,5 46 Alessandria 4,6 98 Catanzaro 13,9 47 Novara 4,7 99 Napoli 14,8 48 La Spezia 4,8 100 Lecce 15,0 49 Biella 4,8 101 Caltanissetta 16,6 50 Terni 4,8 102 Enna 16,7 51 Arezzo 4,9 103 Palermo 18,6 52 Grosseto 5,0 ITALIA 6,8 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT

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Le dinamiche creditizie Tab. C1 – Aziende bancarie e sportelli nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti e percentuali – Anni 2000 e 2006)

Banche Sportelli 2000 2006 Var.% 2000 2006 Var.%

Frosinone 6 6 0,0% 162 185 14,2% Latina 6 6 0,0% 147 174 18,4% Rieti 2 2 0,0% 77 83 7,8% Roma 48 46 -4,2% 1618 1946 20,3% Viterbo 7 7 0,0% 178 196 10,1% LAZIO 69 67 -2,9% 2.182 2584 18,4% CENTRO 168 168 0,0% 6.341 6.677 5,3% ITALIA 841 792 -5,8% 28.194 32.333 14,7%

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P. Tab. C2 – Sportelli delle Banche Piccole e Minori nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti e percentuali – 2000/ 2006)

Sportelli Banche Piccole e Minori Incidenza % sul totale sportelli 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.%

Frosinone 54 76 40,7% 33,3 41,1 7,8 Latina 45 64 42,2% 30,6 36,8 6,2 Rieti 49 54 10,2% 63,6 65,1 1,5 Roma 339 512 51,0% 21 26,3 5,3 Viterbo 91 104 14,3% 51,1 53,1 2,0 LAZIO 578 810 40,1% 26,5 31,3 4,8 CENTRO 2.181 2.897 32,8% 38,9 43,4 4,5 ITALIA 9.559 11.957 25,1% 33,9 37,0 3,1

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P. Tab. C3 – Impieghi bancari delle Banche Piccole e Minori nelle province laziali ed in Italia (Valori assoluti in migliaia di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

Impieghi Banche Piccole e Minori

Peso % sul totale

impieghi 2000 2006

Var.%

Peso % sul totale

impieghi 2000 2006

Differenza 2006-2000

Frosinone 765.269 1.612.406 110,7% 22,8 32,7 9,9 Latina 902.941 2.173.232 140,7% 21,4 36,5 15,1 Rieti 453.640 745.451 64,3% 54,9 56,8 1,9 Roma 18.554.366 38.671.813 108,4% 15,6 25,4 9,8 Viterbo 1.211.997 1.929.609 59,2% 49 54,9 5,9 LAZIO 21.888.214 45.132.508 106,2% 16,9 26,9 10,0 CENTRO 57.911.165 105.306.591 81,8% 26,6 33,6 7,0 ITALIA 233.251.959 418.501.429 79,4% 25,6 30,6 5,0

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P. Tab. C4 – Impieghi medi per azienda nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti in euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

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Var.% 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2006-2000

Frosinone 63.412 57.120 66.318 69.494 71.557 72.841 82662 30,4% Latina 62.455 58.136 59.187 60.972 61.422 70.389 73731 18,1% Rieti 31.126 32.389 34.461 35.025 37.553 40.254 43127 38,6% Roma 257.189 275.938 294.985 313.856 295.259 284.554 313314 21,8% Viterbo 44.004 43.094 44.845 47.393 50.161 48.440 53610 21,8% LAZIO 180.222 191.798 205.542 218.883 208.569 203.497 224807 24,7% CENTRO 129.383 137.580 147.736 159.175 159.551 161.426 177623 37,3% ITALIA 111.537 117.603 122.401 130.828 135.322 140.674 156801 40,6%

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

Tab. C5 – Finanziamenti per cassa a breve termine nelle province laziali e in Italia (Valori assoluti in milioni di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006) Finanziamenti per cassa a b/ termine Incidenza % totale dei finanziamenti 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.% Frosinone 1.296 1.305 0,7% 63,4 42,1 21,3 Latina 1.145 1.173 2,4% 53,8 31,7 22,1 Rieti 127 169 33,1% 42,9 23,6 19,3 Roma 36.538 36.211 -0,9% 38,7 28,3 10,4 Viterbo 632 730 15,5% 52,2 34,2 18,0 LAZIO 39.737 39.589 -0,4% 39,7 28,8 10,9 CENTRO 75.214 88.743 18,0% 45,6 34,6 11,0 ITALIA 399.129 444.055 11,3% 56,4 41,4 15,0

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

Tab. C6 – Finanziamenti per cassa ai principali 20 affidati nelle province laziali ed in Italia (Valori assoluti in milioni di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

Finanziamenti ai principali 20 affidati Incidenza % sul totale dei finanziamenti

bancari 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.% Frosinone 701 638 -9,0% 34,3 20,6 -13,7 Latina 346 510 47,4% 16,2 13,8 -2,4 Rieti 95 151 58,9% 32,1 21,1 -11,0 Roma 47.332 38.927 -17,8% 50,2 30,5 -19,7 Viterbo 207 206 -0,5% 16,9 9,7 -7,2 LAZIO 47.332 38.927 -17,8% 47,3 28,3 -19,0 ITALIA 91.763 84.173 -8,3% 13 7,5 -5,5

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P.

Tab. C7 – Finanziamenti per cassa ai principali 50 affidati nelle province laziali ed in Italia (Valori assoluti in milioni di euro e percentuali - Anni 2000 e 2006)

Finanziamenti ai principali 50 affidati Incidenza % sul totale dei finanziamenti

bancari 2000 2006 Var.% 2000 2006 Diff.% Frosinone 913 907 -0,7% 44,7 29,3 -15,4 Latina 563 758 34,6% 26,4 20,5 -5,9 Rieti 122 207 69,7% 41,2 28,9 -12,3 Roma 56.547 51.416 -9,1% 59,9 40,2 -19,7 Viterbo 327 343 4,9% 26,7 16,1 -10,6 LAZIO 56.368 51.416 -8,8% 56,3 37,4 -18,9 ITALIA 128.233 135.006 5,3% 18,1 12 -6,1

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia, B.I.P. Tab. C8 - Graduatoria provinciale decrescente della dotazione di sportelli in rapporto alla popolazione residente (2006)

Posizione Province Sportelli/ Ab. * 10.000 Posizione Province Sportelli/ Ab. * 10.000

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111

1 TRENTO 10,55 53 TERAMO 5,99 2 RIMINI 9,73 54 LIVORNO 5,89 3 BELLUNO 9,28 55 TRIESTE 5,86 4 FORLI' 8,97 56 GENOVA 5,86 5 CUNEO 8,80 57 NOVARA 5,68 6 RAVENNA 8,74 58 PRATO 5,61 7 UDINE 8,70 59 IMPERIA 5,53 8 BOLOGNA 8,53 60 TERNI 5,49 9 BOLZANO 8,49 61 VARESE 5,42

10 PESARO E URBINO 8,44 62 MASSA CARRARA 5,38 11 PARMA 8,42 63 RIETI 5,38 12 MANTOVA 8,15 64 ORISTANO 5,26 13 VERONA 7,92 65 VERBANO CUSIO OSS. 5,26 14 AOSTA 7,90 66 PESCARA 5,26 15 SIENA 7,90 67 ROMA 5,08 16 CREMONA 7,89 68 L'AQUILA 5,05 17 REGGIO EMILIA 7,81 69 TORINO 4,96 18 ANCONA 7,79 70 CAMPOBASSO 4,63 19 PIACENZA 7,72 71 CHIETI 4,50 20 VERCELLI 7,63 72 SASSARI 4,45 21 VICENZA 7,62 73 NUORO 4,41 22 GORIZIA 7,58 74 MOLISE 4,39 23 BRESCIA 7,40 75 MATERA 4,22 24 TREVISO 7,38 76 POTENZA 4,20 25 MODENA 7,38 77 TRAPANI 4,03 26 MACERATA 7,36 78 ENNA 3,85 27 PORDENONE 7,29 79 RAGUSA 3,83 28 ROVIGO 7,27 80 ISERNIA 3,80 29 ASTI 7,19 81 BARI 3,78 30 SONDRIO 7,06 82 FROSINONE 3,77 31 PADOVA 6,92 83 AGRIGENTO 3,70 32 ALESSANDRIA 6,89 84 CAGLIARI 3,61 33 BIELLA 6,88 85 FOGGIA 3,57 34 ASCOLI PICENO 6,83 86 CALTANISSETTA 3,54 35 FIRENZE 6,82 87 MESSINA 3,52 36 BERGAMO 6,76 88 CATANIA 3,36 37 LECCO 6,71 89 SALERNO 3,32 38 PISA 6,70 90 LATINA 3,32 39 LODI 6,70 91 PALERMO 3,29 40 LUCCA 6,68 92 LECCE 3,22 41 PERUGIA 6,67 93 SIRACUSA 3,09 42 PISTOIA 6,59 94 BRINDISI 3,00 43 AREZZO 6,59 95 AVELLINO 2,99 44 SAVONA 6,51 96 BENEVENTO 2,97 45 VITERBO 6,48 97 CATANZARO 2,91 46 GROSSETO 6,47 98 TARANTO 2,89 47 MILANO 6,35 99 COSENZA 2,77 48 PAVIA 6,24 100 NAPOLI 2,63 49 FERRARA 6,17 101 VIBO VALENTIA 2,49 50 COMO 6,14 102 CASERTA 2,29 51 LA SPEZIA 6,05 103 CROTONE 2,20 52 VENEZIA 6,01

Italia 5,41

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia e Istat Tab. C9 - Graduatoria provinciale decrescente della dotazione di sportelli in rapporto alle imprese (2006)

Posizione Province Sportelli/ Imprese * 1.000 Posizione Province Sportelli/

Imprese* 1.000

1 BELLUNO 12,52 53 AREZZO 6,45 2 TRENTO 10,85 54 RIETI 6,43 3 GORIZIA 10,28 55 MACERATA 6,29

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112

4 CREMONA 9,76 56 ASCOLI PICENO 6,25 5 UDINE 9,31 57 PISTOIA 6,21 6 BOLOGNA 9,18 58 ASTI 6,18 7 LECCO 9,13 59 FERRARA 6,18 8 LODI 9,07 60 MASSA CARRARA 5,97 9 TRIESTE 8,96 61 L'AQUILA 5,88

10 ANCONA 8,64 62 TERAMO 5,70 11 RIMINI 8,49 63 TORINO 5,63 12 RAVENNA 8,46 64 VITERBO 5,55 13 VERCELLI 8,41 65 ORISTANO 5,54 14 BERGAMO 8,34 66 PESCARA 5,41 15 VICENZA 8,30 67 PALERMO 5,27 16 PARMA 8,26 68 GROSSETO 5,14 17 ROMA 8,22 69 IMPERIA 4,94 18 FORLI' 8,20 70 PRATO 4,89 19 BRESCIA 8,13 71 MESSINA 4,85 20 PORDENONE 8,12 72 FROSINONE 4,79 21 MANTOVA 8,07 73 ENNA 4,73 22 SONDRIO 8,00 74 SASSARI 4,68 23 PESARO E URBINO 7,97 75 POTENZA 4,56 24 COMO 7,91 76 BARI 4,42 25 SIENA 7,83 77 CAGLIARI 4,39 26 BOLZANO 7,71 78 MATERA 4,35 27 AOSTA 7,70 79 NUORO 4,33 28 VERONA 7,68 80 ISERNIA 4,33 29 LA SPEZIA 7,61 81 CAMPOBASSO 4,23 30 PIACENZA 7,52 82 CALTANISSETTA 4,21 31 GENOVA 7,51 83 SIRACUSA 4,17 32 TREVISO 7,40 84 AGRIGENTO 4,13 33 PISA 7,34 85 CATANIA 4,11 34 PAVIA 7,34 86 LECCE 4,03 35 VARESE 7,29 87 CHIETI 4,01 36 FIRENZE 7,26 88 TARANTO 3,98 37 BIELLA 7,25 89 RAGUSA 3,95 38 REGGIO EMILIA 7,23 90 TRAPANI 3,91 39 MODENA 7,22 91 FOGGIA 3,75 40 MILANO 7,17 92 CATANZARO 3,73 41 NOVARA 7,03 93 COSENZA 3,72 42 LIVORNO 7,01 94 LATINA 3,72 43 CUNEO 7,00 95 SALERNO 3,71 44 VENEZIA 6,99 96 NAPOLI 3,69 45 VERBANO CUSIO OSS. 6,80 97 BRINDISI 3,60 46 ALESSANDRIA 6,75 98 AVELLINO 3,37 47 PERUGIA 6,74 99 VIBO VALENTIA 3,15 48 ROVIGO 6,72 100 REGGIO CALABRIA 3,15 49 LUCCA 6,64 101 CASERTA 2,85 50 TERNI 6,58 102 BENEVENTO 2,69 51 PADOVA 6,54 103 CROTONE 2,49 52 SAVONA 6,48

Italia 6,18

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia e Infocamere Tab. C10 - Graduatoria provinciale decrescente degli impieghi bancari medi delle imprese ( 2006) Posizione Province

Impieghi imprese / Aziende (Migli. euro)

Posizione Province Impieghi imprese /

Aziende (Migli. euro) 1 MILANO 394,21 53 BIELLA 115,14 2 ROMA 313,31 54 PAVIA 114,33 3 BRESCIA 271,51 55 ASCOLI PICENO 113,43 4 BOLZANO 250,63 56 PESCARA 113,16 5 BERGAMO 240,92 57 MACERATA 113,14 6 PARMA 240,85 58 MASSA CARRARA 112,63 7 MANTOVA 239,09 59 ROVIGO 109,41 8 BOLOGNA 236,04 60 FERRARA 107,42 9 VICENZA 234,44 61 VERCELLI 105,23

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10 TREVISO 229,10 62 L'AQUILA 98,19 11 MODENA 225,24 63 SAVONA 95,97 12 RIMINI 214,87 64 CHIETI 95,53 13 LECCO 210,37 65 GROSSETO 93,64 14 TRENTO 208,85 66 ASTI 92,78 15 FORLI' 205,86 67 NAPOLI 86,36 16 LODI 195,06 68 PALERMO 85,39 17 CREMONA 195,00 69 SASSARI 84,75 18 PRATO 193,43 70 CAGLIARI 84,70 19 RAVENNA 193,20 71 SIRACUSA 83,64 20 REGGIO EMILIA 191,47 72 FROSINONE 82,66 21 ANCONA 185,94 73 BARI 81,84 22 SIENA 184,74 74 ISERNIA 81,05 23 VERONA 182,99 75 LATINA 73,73 24 COMO 177,44 76 RAGUSA 73,40 25 TRIESTE 177,42 77 AVELLINO 69,70 26 FIRENZE 172,77 78 MATERA 68,57 27 PADOVA 169,92 79 MESSINA 63,82 28 PORDENONE 169,00 80 SALERNO 61,80 29 VENEZIA 165,64 81 CAMPOBASSO 61,68 30 LUCCA 159,96 82 IMPERIA 61,36 31 VARESE 158,12 83 POTENZA 60,22 32 PESARO E URBINO 157,92 84 CATANIA 59,78 33 NOVARA 157,25 85 CATANZARO 55,46 34 BELLUNO 152,40 86 VITERBO 53,61 35 PIACENZA 151,75 87 FOGGIA 52,98 36 PISA 148,51 88 CROTONE 52,12 37 ALESSANDRIA 148,09 89 TRAPANI 50,60 38 SONDRIO 146,56 90 COSENZA 50,19 39 AREZZO 146,32 91 CASERTA 50,17 40 PISTOIA 145,68 92 LECCE 49,67 41 UDINE 145,41 93 TARANTO 49,53 42 GORIZIA 140,91 94 NUORO 45,24 43 PERUGIA 137,86 95 ORISTANO 43,84 44 TORINO 135,78 96 RIETI 43,13 45 LIVORNO 132,75 97 CALTANISSETTA 41,11 46 AOSTA 130,01 98 REGGIO CALABRIA 40,71 47 GENOVA 123,56 99 BRINDISI 37,74 48 VERBANO CUSIO OSS. 122,42 100 VIBO VALENTIA 37,67 49 LA SPEZIA 122,26 101 AGRIGENTO 36,27 50 CUNEO 121,03 102 ENNA 35,71 51 TERNI 116,20 103 BENEVENTO 33,34 52 TERAMO 115,77

Italia 156,80

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia e Infocamere Tab. C11 - Graduatoria provinciale decrescente dei depositi per sportello (2006)

Posizione Province Depositi /

Sportelli (Migli. euro) Posizione Province

Depositi / Sportelli (Migliaia euro)

1 ROMA 46.186 53 MASSA CARRARA 17.566 2 TRIESTE 43.967 54 LECCE 17.233 3 MILANO 43.738 55 TREVISO 17.111 4 NAPOLI 30.731 56 REGGIO EMILIA 17.088 5 TORINO 30.535 57 L'AQUILA 16.853 6 PALERMO 25.425 58 AREZZO 16.815 7 LATINA 24.279 59 FROSINONE 16.789 8 PRATO 24.158 60 MATERA 16.764 9 LODI 24.133 61 TERAMO 16.719

10 CAGLIARI 23.575 62 PISA 16.670 11 VARESE 22.862 63 VERBANO CUSIO OSS. 16.609 12 GENOVA 22.735 64 VERONA 16.384 13 CASERTA 22.273 65 CAMPOBASSO 16.353

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14 CROTONE 22.237 66 MESSINA 16.311 15 FIRENZE 22.098 67 PISTOIA 16.278 16 NOVARA 21.997 68 BIELLA 16.143 17 BERGAMO 21.784 69 ALESSANDRIA 16.122 18 BOLOGNA 21.764 70 TERNI 16.080 19 BARI 21.693 71 ANCONA 15.923 20 AVELLINO 21.411 72 MACERATA 15.793 21 TARANTO 20.829 73 LIVORNO 15.706 22 CATANZARO 20.770 74 VICENZA 15.668 23 SALERNO 20.442 75 IMPERIA 15.618 24 SIRACUSA 20.095 76 LA SPEZIA 15.556 25 CATANIA 20.030 77 PERUGIA 15.469 26 LECCO 20.018 78 NUORO 15.218 27 PARMA 19.426 79 SAVONA 15.199 28 PADOVA 19.397 80 AGRIGENTO 14.990 29 COMO 19.394 81 ASCOLI PICENO 14.890 30 CHIETI 19.151 82 GROSSETO 14.716 31 PESCARA 19.143 83 PORDENONE 14.492 32 BRESCIA 19.110 84 CREMONA 14.449 33 BOLZANO 19.051 85 RAVENNA 14.344 34 BRINDISI 19.024 86 TRENTO 14.211 35 PAVIA 18.984 87 PESARO E URBINO 14.158 36 FORLI' 18.915 88 TRAPANI 14.066 37 REGGIO CALABRIA 18.898 89 ASTI 13.940 38 VENEZIA 18.875 90 UDINE 13.901 39 LUCCA 18.833 91 CUNEO 13.791 40 SONDRIO 18.567 92 RIMINI 13.691 41 MODENA 18.517 93 ISERNIA 13.576 42 SIENA 18.491 94 MANTOVA 13.565 43 CALTANISSETTA 18.479 95 POTENZA 13.418 44 COSENZA 18.286 96 ROVIGO 13.317 45 AOSTA 18.236 97 GORIZIA 13.302 46 FERRARA 18.086 98 VERCELLI 13.267 47 RAGUSA 18.027 99 RIETI 13.194 48 SASSARI 18.018 100 VITERBO 12.342 49 PIACENZA 18.014 101 ORISTANO 12.191 50 BENEVENTO 17.797 102 ENNA 11.899 51 FOGGIA 17.730 103 BELLUNO 10.010 52 VIBO VALENTIA 17.635

Italia 22.898

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia Tab. C12 - Graduatoria provinciale decrescente degli impieghi per sportello (2006)

Posizione Province Impieghi /

Sportelli (Migliaia euro) Posizione Province

Impieghi / Sportelli (Migliaia di euro)

1 MILANO 105.838 53 AVELLINO 29.288 2 ROMA 78.124 54 VERBANO CUSIO OSS. 29.059 3 TRIESTE 63.739 55 PIACENZA 29.002 4 PRATO 53.029 56 CREMONA 28.563 5 SIENA 52.639 57 TERAMO 28.543 6 BRESCIA 50.636 58 CATANZARO 28.406 7 LUCCA 45.862 59 GENOVA 28.372 8 TORINO 45.675 60 FERRARA 28.351 9 BERGAMO 45.586 61 PESARO E URBINO 28.210 10 TREVISO 45.497 62 TRENTO 27.919 11 BOLOGNA 44.474 63 GROSSETO 27.778 12 FIRENZE 44.066 64 SALERNO 27.712 13 BOLZANO 43.974 65 CUNEO 27.420 14 MODENA 42.882 66 TERNI 27.352 15 NAPOLI 42.725 67 SONDRIO 27.211 16 REGGIO EMILIA 41.858 68 PAVIA 27.019

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17 VICENZA 39.503 69 TARANTO 26.999 18 PARMA 39.038 70 FROSINONE 26.618 19 MANTOVA 38.156 71 COSENZA 26.602 20 ANCONA 38.071 72 ISERNIA 26.522 21 PADOVA 37.678 73 L'AQUILA 26.316 22 LODI 37.034 74 ASCOLI PICENO 26.275 23 VENEZIA 37.015 75 LA SPEZIA 26.175 24 FORLI' 36.873 76 MACERATA 25.347 25 SIRACUSA 36.324 77 FOGGIA 25.029 26 VARESE 35.811 78 MESSINA 25.012 27 COMO 35.667 79 AOSTA 24.509 28 NOVARA 35.404 80 SAVONA 24.151 29 CROTONE 35.015 81 REGGIO CALABRIA 24.013 30 PISTOIA 34.513 82 GORIZIA 23.867 31 LATINA 34.254 83 UDINE 23.691 32 RIMINI 34.180 84 ROVIGO 23.616 33 CAGLIARI 33.895 85 TRAPANI 23.255 34 RAVENNA 33.828 86 ASTI 23.182 35 VERONA 33.787 87 CAMPOBASSO 23.003 36 LECCO 33.220 88 MATERA 22.875 37 SASSARI 33.057 89 IMPERIA 22.840 38 CHIETI 32.922 90 VIBO VALENTIA 21.733 39 PESCARA 32.186 91 BRINDISI 21.476 40 BARI 31.967 92 LECCE 21.346 41 AREZZO 31.632 93 POTENZA 21.284 42 BIELLA 31.496 94 BENEVENTO 21.262 43 CASERTA 31.049 95 VERCELLI 20.167 44 PALERMO 30.991 96 CALTANISSETTA 19.927 45 LIVORNO 30.932 97 BELLUNO 17.956 46 PISA 30.893 98 VITERBO 17.930 47 ALESSANDRIA 30.845 99 NUORO 17.579 48 PERUGIA 30.461 100 AGRIGENTO 16.590 49 RAGUSA 30.129 101 RIETI 15.805 50 PORDENONE 29.915 102 ENNA 15.340 51 CATANIA 29.735 103 ORISTANO 14.621 52 MASSA CARRARA 29.424

ITALIA 43.090 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia Tab. C13 - Graduatoria provinciale decrescente delle sofferenze bancarie in rapporto agli impieghi (2006) Posizione Province

Sofferenze (in % degli Impieghi)

Posizione Province Sofferenze

(in % degli Impieghi) 1 FROSINONE 18,38 53 NAPOLI 4,40 2 POTENZA 14,38 54 GENOVA 4,39 3 MATERA 14,18 55 IMPERIA 4,20 4 ISERNIA 12,86 56 CHIETI 3,88 5 LATINA 12,48 57 PRATO 3,84 6 BENEVENTO 10,55 58 VERCELLI 3,71 7 MESSINA 9,85 59 ASTI 3,64 8 CAMPOBASSO 9,43 60 PISA 3,60 9 ENNA 9,05 61 AREZZO 3,50

10 REGGIO CALABRIA 8,62 62 PESARO E URBINO 3,48 11 TARANTO 8,51 63 LA SPEZIA 3,48 12 CALTANISSETTA 8,33 64 PAVIA 3,30 13 RAGUSA 8,24 65 VARESE 3,24 14 AGRIGENTO 8,20 66 NOVARA 3,17 15 TRAPANI 8,08 67 GORIZIA 3,02 16 PALERMO 8,03 68 PIACENZA 2,96 17 VITERBO 7,80 69 AOSTA 2,91 18 ORISTANO 7,52 70 LECCO 2,86 19 FOGGIA 7,43 71 ANCONA 2,85 20 NUORO 7,31 72 RIMINI 2,83 21 CROTONE 7,29 73 BELLUNO 2,83

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22 CATANIA 7,21 74 PADOVA 2,79 23 VIBO VALENTIA 7,12 75 MODENA 2,75 24 LECCE 7,04 76 VICENZA 2,67 25 SASSARI 6,93 77 PORDENONE 2,67 26 SIRACUSA 6,92 78 FORLI' 2,66 27 AVELLINO 6,91 79 VERONA 2,66 28 BRINDISI 6,85 80 LIVORNO 2,60 29 BARI 6,79 81 COMO 2,55 30 SALERNO 6,75 82 FIRENZE 2,52 31 COSENZA 6,66 83 UDINE 2,46 32 FERRARA 6,58 84 SONDRIO 2,43 33 CATANZARO 6,51 85 TORINO 2,38 34 L'AQUILA 6,51 86 GROSSETO 2,38 35 RIETI 6,40 87 LUCCA 2,22 36 CAGLIARI 6,23 88 CUNEO 2,14 37 CASERTA 6,16 89 CREMONA 2,13 38 ASCOLI PICENO 6,12 90 BRESCIA 2,08 39 TERAMO 6,07 91 LODI 2,05 40 TERNI 6,00 92 BERGAMO 2,03 41 VERBANO CUSIO OSS. 5,22 93 BOLZANO 2,03 42 PARMA 5,12 94 BOLOGNA 2,00 43 PESCARA 5,09 95 VENEZIA 1,90 44 MACERATA 5,00 96 TREVISO 1,84 45 ALESSANDRIA 4,98 97 SIENA 1,77 46 ROVIGO 4,88 98 MANTOVA 1,73 47 SAVONA 4,59 99 REGGIO EMILIA 1,63 48 ROMA 4,59 100 RAVENNA 1,61 49 MASSA CARRARA 4,56 101 MILANO 1,39 50 BIELLA 4,53 102 TRENTO 1,39 51 PISTOIA 4,52 103 TRIESTE 1,12 52 PERUGIA 4,46

Italia 3,35

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia

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SEZIONE II: LE SCHEDE SETTORIALI

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Capitolo 3 - Il settore agricolo

La provincia di Rieti si estende per circa 2.750 chilometri quadrati; di tale superficie

quasi l’80% è montagnosa ed il restante collinare. Se si effettua un confronto con le

principali macro aree di riferimento si osserva che il territorio provinciale può

essere considerato del tutto peculiare, in virtù dell’assenza di estese pianure e

dell’assoluta prevalenza dei rilievi montuosi. Tuttavia, si sottolinea una consistente

presenza di superficie agricola utilizzata, pari ad oltre il 38% del totale della

superficie provinciale (2000 – ultimo dato a livello provinciale, Italia 43,8%).

Tab. 1 – L’orografia della provincia di Rieti (incidenza percentuale e Kmq, 2004) Rieti Lazio Centro Italia Montagna 79,3 26,1 27,0 35,2 Collina 20,7 54,0 63,8 42,5 Pianura 0,0 19,9 9,2 22,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Superficie in Kmq 2.749 17.236 58.380 301.336 Fonte: Istat

In agricoltura sono operanti, a fine 2006, 3.940 imprese, ovvero il 30,5% del totale

imprenditoriale reatino. Sebbene si tratti di un peso sensibilmente più consistente

rispetto alla media nazionale (18,1%), è doveroso sottolineare come esso sia in

flessione (coerentemente con il sistema Italia) rispetto a tre anni prima, di circa due

punti percentuali. Tali imprese vedono impiegati oltre 2.000 addetti fissi, circa il 4%

del totale della forza lavoro provinciale.

La ricchezza che deriva da imprese ed addetti è stata pari a quasi 130 milioni di

euro nel 2005, ovvero il 4,4% del valore aggiunto prodotto in provincia; anche tale

incidenza risulta in flessione rispetto al 2003, sottolineando un processo di

convergenza verso lo standard nazionale.

Confrontando le informazioni riguardanti il valore aggiunto derivante

dall’agricoltura e gli addetti del settore a livello provinciale e nazionale otteniamo

una misura sulla produttività del settore. Anche se tale dato è in qualche modo

inficiato dalla stagionalità del lavoro nel settore primario ed, in particolare, dalla

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riduzione del numero degli addetti in provincia (-600 addetti dal 2004 al 2005), è

doveroso osservare come la produttività dell’agricoltura nell’area reatina è

consistentemente più elevata.

Tab. 2 – Quadro dei principali indicatori economici dell’agricoltura in provincia di Rieti 2003 2004 2005 2006 RIETI

Valori assoluti Valore aggiunto (milioni di euro) 132,3 146,6 129,5 - Imprese 4.118 4.032 3.981 3.940 Occupati (Forze di Lavoro) - 2.874 2.286 -

Incidenza sul totale Valore aggiunto 5,2 5,3 4,4 - Imprese 32,7 31,8 31,1 30,5 Occupati (FdL) - 5,1 4,0 - ITALIA

Incidenza sul totale Valore aggiunto 2,5 2,5 2,3 - Imprese 19,5 19,0 18,6 18,1 Occupati (FdL) - 4,4 4,2 -

Fonte: Istituto Tagliacarne, Infocamere, Istat

L’elevata produttività del settore a livello provinciale deriva, sostanzialmente, da

due ordini di considerazioni: i fattori produttivi (capitale terra, lavoro e mezzi) e la

capacità di generare valore aggiunto dalle produzioni.

In merito a quest’ultimo argomento si sottolineano, dal punto di vista zootecnico,

importanti contributi dagli allevamenti di suini, di bovini, di ovini, di equini ed in

termini di capi avicoli. Ad evidenziare l’importanza di tali attività si sottolineano

importanti flussi dall’estero di animali vivi; al contrario, le esportazioni agricole

sono assolutamente trascurabili anche in considerazione di un probabile “effetto

filiera”, tale per cui le merci in questione vengono contabilizzate all’interno

dell’industria alimentare (e quindi nel manifatturiero).

Spostando l’attenzione sulle colture, dalla tabella successiva si evince che le

coltivazioni prevalenti, in termini quantitativi, derivano dai cereali (mais e

frumento), tuberi, seminativi industriali, vite, olivo e silvicoltura.

Risulta, inoltre, importante affermare che tali produzioni concorrono a definire

l’identità produttiva della provincia, anche attraverso l’integrazione verticale di

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filiera con l’industria alimentare, le certificazioni di qualità dei prodotti locali

(soprattutto DOC, DOP e IGP) ed i prodotti agroalimentari tradizionali.

Tab. 3 – Quadro delle produzioni agricole in provincia di Rieti nel 2006 (quintali) COLTIVAZIONI ERBACEE COLTIVAZIONI LEGNOSE

Cereali 440.759 Frutta fresca 15.351 -Frumento in complesso 152.750 -Melo 2.771 --Frumento tenero 127.450 -Pero 1.004 --Frumento duro 25.300 -A nocciuolo 10.902 -Segale 920 --Ciliegio 5.400 -Orzo 20.350 --Pesco 5.002 -Avena 7.050 --Susino 500 -Mais 256.669 -In guscio 674 -Sorgo 2.520 --Nocciole 674 -Altri cereali 500 VITE 129.000 Legumi secchi 280 -Uva da vino 129.000 -Fagiolo 195 VINO/MOSTO(stato liquido)hl 97.100 -Lenticchia 85 OLIVO 181.013 Piante da tubero 86.250 -Patata in complesso 86.250 ORTAGGI IN COMPLESSO --Patata comune 86.250 Fagiuolo e fagiolino 460 Ortaggi in piena aria 13.258 Lattuga 1.599 -Legumi freschi 460 Pomodoro 3.500 --Fagiuolo e fagiolino 460 Indivia 864 -Fusti foglie e infiorescenze 9.298 Radicchio 1.215 --Broccoletto di rapa 1.465 --Cavoli 2.575 ---Cavolo cappuccio 1.486 ---Cavolo verza 1.089 --Cavolfiore e cavolo broccolo 1.580 --Insalata 3.678 ---Indivia (riccia e scarola) 864 ---Lattuga 1.599 ---Radicchio o cicoria 1.215 -Frutti 3.500 --Pomodoro 3.500 Coltivazioni industriali 16.500 -Semi oleosi 16.500 --Girasole 16.500 Fonte: Istat

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Capitolo 4 - L’industria manifatturiera

Come già anticipato nella prima sezione dell’Osservatorio, il settore manifatturiero

reatino è protagonista di alcuni importanti cambiamenti; in particolare, si osserva

una sorta di riposizionamento strutturale e competitivo di alcune imprese e di

consolidamento di altre.

Innanzitutto, va rilevato come il contributo del settore alla formazione del valore

aggiunto provinciale resti sostanzialmente invariato tra 2003 e 2005, perdendo 0,3

punti percentuali in tutto e, quindi, mostrandosi stabile nonostante il tasso di

variazione medio annuo ad esso relativo sia il più elevato in regione (+3,6%).

Nonostante ciò, come è possibile osservare dai dati, il contributo delle PMI,

nell’ultimo anno di rilevazione, si attesti al 67,2% in provincia a fronte di una

media nazionale del 72,1%, mentre il contributo della grande impresa al valore

aggiunto del manifatturiero si attesta al 32,8% (Italia 27,9%); il settore sembra,

dunque, fermo ma al suo interno si registrano rilevanti cambiamenti.

Tale apparente paradosso riguarda anche il tessuto imprenditoriale, che registra un

tasso di variazione medio annuo prossimo allo zero. Si parla di apparente

paradosso, in quanto, se il settore nel complesso mostra di avere un’incidenza

invariata sul totale imprenditoriale, in realtà le cose stanno cambiando attraverso

spinte alla diversificazione produttiva, prova ne è il fatto che i tassi di crescita

riguardanti i settori di specializzazione sono quasi tutti negativi, fatta eccezione per

il comparto alimentare. Inoltre, come detto nel paragrafo riguardante il tessuto

imprenditoriale reatino (sezione 1), riveste notevole importanza il comparto delle

imprese non classificate, in attesa di un riposizionamento, presumibilmente

all’interno dei settori manifatturiero e dei servizi, che risultano strategici per

l’economia locale, specialmente se si fa riferimento alla realtà di Cittaducale.

In questo ambito, infatti, opera il Consorzio per lo sviluppo industriale della

provincia di Rieti, che ha il compito di “favorire l'insediamento e la crescita di attività

economiche nel territorio della provincia di Rieti, in un'ottica di concertazione con gli enti

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pubblici e con gli organismi privati interessati”16. In seno all’agglomerato sono presenti

numerose piccole e medie imprese (ed alcune realtà produttive di maggiori

dimensioni), afferenti soprattutto all’industria alimentare, meccanica, ai trasporti,

all’editoria, al trattamento delle acque, all’elettronica ed ai servizi innovativi, perciò

si può presumere che parte delle imprese, ad oggi non classificate, probabilmente si

riposizioneranno in segmenti a maggiore dinamicità di mercato.

L’evidente paradosso che risulta dalle informazioni statistiche, con particolare

riferimento alla demografia imprenditoriale ed al commercio estero, trova nella

realtà operativa un importante riscontro. Infatti, cambiando l’orizzonte temporale

d’analisi possono emergere risultati differenti, tutti, comunque, all’insegna della

trasformazione. Infatti, alcuni comparti di specializzazione precedentemente

individuati, si stanno rivelando, in un’ottica di medio periodo (2003-2006), i più

attivi in provincia. In particolare, si segnala che il comparto delle macchine ed

apparecchi meccanici, avente indice di specializzazione pari a 104,2, presenta un

tasso di variazione medio annuo 2006/2003 delle imprese pari a +10,7%, il più

elevato, ed un aumento delle esportazioni pari a +9,9%, sempre nel triennio

indicato. Il comparto delle industrie alimentari, che presenta un indice di

specializzazione pari a 110,7, ha visto crescere le proprie imprese di 2,1 punti

percentuali, ma ha visto anche decrescere il proprio export di circa 20 punti rispetto

al 2003; di contro, il comparto del legno, afferente alla filiera del mobilio, (indice di

specializzazione 164,4) testimonia un aumento dell’export (+1,1% rispetto al 2003)

a fronte di una diminuzione delle imprese (tasso medio annuo 2006/2003 pari a

-3%). Ugualmente, il comparto delle macchine e degli apparecchi elettronici (indice

di specializzazione 168,4) presenta un tasso di variazione medio annuo delle

imprese, tra 2006 e 2003, negativo (-5,5%) a fronte di un ritmo di esportazioni pari

a +5,9%. I minerali non metalliferi sono gli unici a mostrarsi immobili dal punto di

vista imprenditoriale (tasso medio pari a zero) a fronte di un aumento molto

consistente delle esportazioni (+43,5%), mentre gli apparecchi per comunicare, pur

continuando a mantenere un indice di specializzazione molto elevato (158,5)

16 La Mission del Consorzio e le informazioni ad esso relative sono state desunte dal sito www.consorzioindustriale.com.

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esibiscono tassi negativi sia in merito alla dinamica imprenditoriale che a quella

dell’export.

Se ci si concentra esclusivamente sull’ultimo anno di rilevazione, si assiste, invece,

ad un percorso di selezione dei comparti di specializzazione manifatturiera, con

l’esclusione dell’industria alimentare, evidenziata dall’andamento dei tassi di

crescita settoriale. Essi appaiono, difatti, tutti negativi o pari a zero, tranne,

appunto, il dato riguardante il comparto alimentare, cosicché il tasso di crescita

dell’intero comparto, per il 2006, è pari a -3,2%. Ciò accade poiché i tassi di

cessazione sono in genere più elevati di quelli di iscrizione, ed è il caso dei comparti

del legno, delle macchine ed apparecchiature meccaniche ed elettriche; per quanto

concerne, invece, gli apparecchi per la comunicazione e gli strumenti ottici, il tasso

di iscrizione e quello di cessazione si equivalgono, cosicché il tasso di crescita è

nullo. Osservando le esportazioni del periodo 2005 – 2006 e la relativa variazione

percentuale emerge che gli unici comparti portanti che registrano decrementi sono

l’alimentare ed i minerali non metalliferi, mentre gli altri comparti, in special

maniera quelli a più elevata innovazione come le macchine e gli apparecchi

elettrici, gli apparecchi per la comunicazione e la componentistica elettronica

esibiscono notevoli aumenti. Ciò evidentemente è legato ai partner commerciali,

asiatici per la maggioranza; difatti, in Asia sono dirette il 43,9% delle merci

esportate dalla provincia di Rieti, pressochè tutte manifatturiere, in particolare

chimica, gomma/plastica e componentistica elettronica, che approdano

principalmente a Singapore, in Cina, in Malaysia, a Taiwan, Hong Kong ed in

Giappone. Tali componenti derivano dagli scambi commerciali messi in atto con

l’Europa, in particolare con la Germania, da cui proviene praticamente tutta la

componentistica elettronica, in aumento, rispetto al 2005, del +33,2%.

Il manifatturiero locale sta, dunque, “cambiando pelle” nel senso che si sta

modernizzando ed alcuni comparti si stanno fortificando, come emerge dalla

lettura incrociata di questi dati; difatti, è evidente una sinergia tra Europa, provincia

ed Asia in merito alle componenti più innovative dei prodotti commerciati, che si

risolve in un rapporto di subfornitura tra Germania, in particolare, e Rieti, che poi a

sua volta sfrutta le piazze fertili delle potenze asiatiche emergenti.

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Tab. 4 – Incidenza del valore aggiunto manifatturiero sul totale nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia (2003 – 2005)

2003 2004 2005 Viterbo 12,9 12,4 12,1 Rieti 10,2 10,1 9,9 Roma 11,2 11,2 11,0 Latina 24,0 23,6 22,8 Frosinone 21,4 20,2 18,5 Lazio 13,0 12,9 12,5 Italia 21,4 21,4 20,8 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 5 – Tasso di variazione medio annuo del valore aggiunto manifatturiero nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia (2005/2003)

2005/2003 Viterbo 0,9 Rieti 3,6 Roma 2,1 Latina 2,5 Frosinone -0,9 Lazio 1,8 Italia 0,9 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 6 – Valore aggiunto per dimensione d’impresa nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia (2003 – 2004)

Piccole e Medie Imprese Fino a 49 addetti Da 50 a 249 addetti Totale

250 addetti e oltre Totale % PMI

2.003 Frosinone 616,8 324,9 941,7 893,1 1.834,7 51,3 Latina 826,1 329,4 1.155,6 858,0 2.013,6 57,4 Rieti 111,8 58,2 170,0 101,3 271,3 62,7 Roma 4.375,2 966,8 5.342,1 2.701,2 8.043,2 66,4 Viterbo 320,4 136,5 457,0 37,1 494,1 92,5 Lazio 6.250,4 1.815,9 8.066,3 4.590,6 12.656,9 63,7 Italia 119.781,0 48.210,3 167.991,2 61.842,3 229.833,5 73,1

2.004 Frosinone 680,5 304,0 984,5 772,7 1.757,2 56,0 Latina 787,4 406,2 1.193,7 1.080,5 2.274,2 52,5 Rieti 121,7 33,6 155,3 75,8 231,1 67,2 Roma 3.845,6 1.118,0 4.963,6 3.185,8 8.149,4 60,9 Viterbo 375,9 119,9 495,9 31,5 527,3 94,0 Lazio 5.811,2 1.981,8 7.793,0 5.146,3 12.939,2 60,2 Italia 119.487,3 51.074,4 170.561,7 66.144,8 236.706,5 72,1

Variazione % 2004/2003 Frosinone 10,3 -6,4 4,6 -13,5 -4,2 - Latina -4,7 23,3 3,3 25,9 12,9 -

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Rieti 8,8 -42,2 -8,7 -25,1 -14,8 - Roma -12,1 15,6 -7,1 17,9 1,3 - Viterbo 17,3 -12,2 8,5 -15,3 6,7 - Lazio -7,0 9,1 -3,4 12,1 2,2 - Italia -0,2 5,9 1,5 7,0 3,0 - Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. 7 – Imprese manifatturiere reatine nel 2006 Registrate Attive Iscritte Cessate Industrie alimentari e delle bevande 272 245 13 12 Industrie tessili 36 32 2 4 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 54 46 2 2 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 4 3 0 0 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 187 177 7 16 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 13 10 0 0 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 53 47 0 3 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0 0 0 0 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 11 8 0 1 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 12 11 0 2 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 75 66 1 3 Produzione di metalli e loro leghe 10 8 0 1 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 215 206 10 16 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 71 61 4 6 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 8 7 0 4 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 49 43 0 6 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 22 20 1 1 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 76 71 1 1 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 4 3 0 0 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 1 1 0 0 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 91 86 5 10 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 8 8 0 0 Totale manifatturiero 1.272 1.159 46 88 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 8 – Imprese manifatturiere in provincia di Rieti ed indici di specializzazione settoriale (2006; Italia = 100) Valori assoluti Indice di specializzazione Industrie alimentari e delle bevande 245 110,7 Industrie tessili 32 178,4 Abbigliamento 46 58,9 Concia, cuoio 3 23,8 Industria del legno 177 164,4 Carta 10 123,2 Stampa 47 47,7 Combustibili 0 0,0 Chimica 8 69,1 Gomma/plastica 11 84,1 Minerali non metalliferi 66 119,6 Metalli e leghe 8 98,1 Prodotti in metallo 206 121,1 Macchine ed apparecchi meccanici 61 104,2 Macchine per ufficio, elaboratori 7 76,4 Macchine ed apparecchi elettrici 43 168,4 Apparecchi per comunicare 20 158,5 Apparecchi medicali e di precisione 71 82,8 Autoveicoli 3 57,5 Altri mezzi di trasporto 1 7,5 Mobili e altre manifatturieriere 86 61,6 Riciclaggio 8 141,0

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Totale manifatturiero 1.159 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 9 – Imprese manifatturiere reatine nel 2006 – composizione % Rieti 2003 Rieti 2006 Lazio 2006 Italia 2006 Industrie alimentari e delle bevande 19,8 21,1 19,1 16,1 Industria del tabacco 0,0 0,0 0,0 0,0 Industrie tessili 2,8 2,8 1,5 4,6 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 4,1 4,0 6,7 7,0 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 0,4 0,3 1,1 3,6 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 16,7 15,3 9,3 7,6 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,8 0,9 0,7 0,8 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 3,5 4,1 8,5 5,0 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,1 0,1 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 1,1 0,7 1,0 1,1 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 0,7 0,9 1,1 2,0 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 5,7 5,7 4,8 4,7 Produzione di metalli e loro leghe 0,9 0,7 0,7 0,7 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 18,4 17,8 14,7 17,6 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 3,9 5,3 5,0 7,6 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,9 0,6 0,8 0,6 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 4,4 3,7 2,2 2,9 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 2,5 1,7 1,1 0,9 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 5,5 6,1 7,4 4,6 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,3 0,3 0,5 0,5 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,1 0,1 1,1 1,2 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 6,9 7,4 12,0 10,3 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,7 0,7 0,5 0,5 Totale manifatturiero 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 10 – Imprese manifatturiere reatine, laziali ed italiane nel 2006 – tasso di variazione medio annuo 2006/2003 Rieti Lazio Italia Industrie alimentari e delle bevande 2,1 4,5 2,7 Industria del tabacco - -11,2 -12,8 Industrie tessili 0,0 -2,4 -2,5 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce -1,4 -4,3 -3,7 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio -15,7 -4,5 -3,0 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia -3,0 -4,4 -3,4 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 3,6 -1,4 -1,6 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 4,7 0,3 0,2 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari - -13,2 -13,1 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche -14,9 -1,4 -2,4 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 11,2 -3,8 -1,1 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 0,0 -0,5 -0,1 Produzione di metalli e loro leghe -7,2 -7,3 -4,8 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine -1,3 1,4 0,0 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 10,7 -0,4 0,7 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori -11,2 3,4 2,7 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. -5,5 -5,4 -3,3 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. -11,6 -14,8 -10,9 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 3,5 1,5 0,6 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. -9,1 4,8 2,0 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,0 6,8 5,4 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 2,4 -0,5 -0,6 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,0 10,5 6,2 Totale manifatturiero -0,1 -0,2 -0,6 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 11 – Tassi di iscrizione, cessazione e crescita delle imprese del settore manifatturiero in provincia di Rieti nel 2006 rispetto al 2005

Tasso di

iscrizione* Tasso di

cessazione** Tasso di

crescita*** Industrie alimentari e delle bevande 4,9 4,5 0,4 Industria del tabacco - - - Industrie tessili 5,4 10,8 -5,4 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 3,8 3,8 0,0 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 0,0 0,0 0,0 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 3,6 8,3 -4,7 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,0 0,0 0,0 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 0,0 5,5 -5,5 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari - - - Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,0 9,1 -9,1 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 0,0 14,3 -14,3 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 1,3 3,9 -2,6 Produzione di metalli e loro leghe 0,0 9,1 -9,1 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 4,5 7,2 -2,7 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,9 8,8 -2,9 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,0 36,4 -36,4 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 0,0 11,1 -11,1 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 4,3 4,3 0,0 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 1,3 1,3 0,0 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,0 0,0 0,0 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,0 0,0 0,0 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturier 5,3 10,6 -5,3 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,0 0,0 0,0 Totale attivita' manifatturiere 3,6 6,8 -3,2 *Il tasso di iscrizione esprime il rapporto tra imprese iscritte nel periodo di riferimento (2006) e il numero di imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento (fine 2005). **Il tasso di cessazione esprime il rapporto tra imprese cessate nel periodo di riferimento (2006) e il numero di imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento (fine 2005). ***Il tasso di crescita esprime il rapporto tra il saldo delle imprese iscritte e cessate nel periodo di riferimento (2006) e il numero di imprese registrate all’inizio del periodo di riferimento (fine 2005). Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

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Tab. 12 – Esportazioni della provincia di Rieti per settore di attività economica (Anno 2005-2006 - valori in euro) 2005 2006

composizione % 2006

Var % (2006/2005)

PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA, DELLA CACCIA E DELLA SILVICOLTURA 328.566 161.090 0,0 -51,0 MINERALI ENERGETICI E NON ENERGETICI 0 2.345 0,0 PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO 1.604.943 1.554.650 0,3 -3,1 PRODOTTI DELLE INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 2.706.881 5.503.393 0,9 103,3 CUOIO E PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI 133.147 164.186 0,0 23,3 LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO 31.936 90.167 0,0 182,3 PASTA DA CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; PRODOTTI DELL'EDITORIA 125.846 279.598 0,0 122,2 PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 3.602.662 22.878.317 3,7 535,0 ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 4.708.896 4.841.178 0,8 2,8 PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI 1.514.600 1.295.442 0,2 -14,5 METALLI E PRODOTTI IN METALLO 3.666.411 6.982.610 1,1 90,4 MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI 35.629.522 43.504.420 7,1 22,1 Macchine e apparecchi per la produzione e l'impiego di energia meccanica, esclusi i motori per aeromobili, veicoli e motocicli 29.971.751 31.225.893 5,1 4,2 MACCHINE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE 496.552.021 521.958.738 84,9 5,1 Macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici 73.477.653 53.032.406 8,6 -27,8 Macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 36.540.174 44.846.393 7,3 22,7 Apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni 370.235.387 402.634.114 65,5 8,8 Valvole e tubi elettronici ed altri componenti elettronici 357.938.930 401.525.287 65,3 12,2 Apparecchi medicali, apparecchi di precisione, strumenti ottici e orologi 16.298.807 21.445.825 3,5 31,6 MEZZI DI TRASPORTO 4.736.840 3.647.773 0,6 -23,0 ALTRI PRODOTTI DELLE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 1.946.115 2.081.150 0,3 6,9 PRODOTTI TRASFORMATI E MANUFATTI 556.959.820 614.781.622 99,9 10,4 TERZIARIO AVANZATO 0 185.768 0,0 PRODOTTI DI ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI 2.300 0 0,0 -100,0 Totale 557.290.686 615.130.825 100,0 10,4 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Tab. 13 – Importazioni della provincia di Rieti per settore di attività economica (Anno 2005-2006 - valori in euro) 2005 2006

composizione % 2006

Var % (2006/2005)

PRODOTTI DELL'AGRICOLTURA, DELLA CACCIA E DELLA SILVICOLTURA 16.987.486 14.953.101 3,2 -12,0 PRODOTTI DELLA PESCA E DELLA PISCICOLTURA 53.616 53.900 0,0 0,5 MINERALI ENERGETICI E NON ENERGETICI 32.922 48.573 0,0 47,5 PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO 4.136.676 3.071.403 0,7 -25,8 PRODOTTI DELLE INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 4.873.940 1.306.598 0,3 -73,2 CUOIO E PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI 822.655 798.686 0,2 -2,9 LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO 566.050 456.581 0,1 -19,3 PASTA DA CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; PRODOTTI DELL'EDITORIA 998.675 1.883.924 0,4 88,6 COKE, PRODOTTI PETROLIFERI RAFFINATI E COMBUSTIBILI NUCLEARI 10.295 99 0,0 -99,0 PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 11.160.002 36.740.399 7,8 229,2 Prodotti chimici di base 9.668.956 14.774.084 3,1 52,8 Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per usi medicinali 155.269 20.578.889 4,4 13.153,7 ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 6.428.932 4.512.402 1,0 -29,8 METALLI E PRODOTTI IN METALLO 7.292.724 8.088.705 1,7 10,9 MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI 7.846.869 9.558.882 2,0 21,8 MACCHINE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE 382.637.962 382.965.585 81,6 0,1 Macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 13.737.870 13.234.012 2,8 -3,7 Apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni 341.169.099 360.153.647 76,8 5,6 Valvole e tubi elettronici ed altri componenti elettronici 338.099.312 357.313.327 76,1 5,7 Apparecchi medicali, apparecchi di precisione, strumenti ottici e orologi 20.969.897 9.137.679 1,9 -56,4 MEZZI DI TRASPORTO 4.064.033 3.323.233 0,7 -18,2 ALTRI PRODOTTI DELLE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 702.662 857.022 0,2 22,0 PRODOTTI TRASFORMATI E MANUFATTI 432.153.343 454.080.911 96,8 5,1 TERZIARIO AVANZATO 42.697 86.542 0,0 102,7 PRODOTTI DI ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI 1.584 2.298 0,0 45,1 Totale 449.271.648 469.225.325 100,0 4,4 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Tab. 14 - Importazioni ed esportazioni della provincia di Rieti in Asia Orientale nel 2006 Asia orientale

import export

Da-Prodotti Alimentari, Bevande E Tabacco 612.129 121.951 Db-Prodotti Delle Industrie Tessili E Dell'abbigliamento 263.960 225.754 Dc-Cuoio E Prodotti In Cuoio, Pelle E Similari 28.056 18.982 Dd-Legno E Prodotti In Legno 7.111 84.259 De- Carta, Prodotti Dell'editoria E Della Stampa 24.100 58.548 Dg-Prodotti Chimici E Fibre Sintetiche E Artificiali 1.460.506 210.740 Dh-Articoli In Gomma E Materie Plastiche 3.716.183 155.129 Di-Prodotti Della Lavorazione Di Minerali Non Metalliferi 77.137 11.318 Dj-Metalli E Prodotti In Metallo 1.858.238 169.790 Dk-Macchine Ed Apparecchi Meccanici 4.572.524 4.348.612 Dl-Macchine Elettriche Ed Apparecchiature Elettriche, Elettroniche Ed Ottiche 87.449.735 257.481.082 Dm-Mezzi Di Trasporto 716.445 149.432 Dn-Altri Prodotti Delle Industrie Manifatturiere 217.594 252.821 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

Tab. 15 - Principali importazioni ed esportazioni della provincia di Rieti nei principali paesi dell’Asia Orientale nel 2006

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Malaysia Singapore Cina Corea del Sud

import export import export import export import export

DG-PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 33.572 0 2.912 2.470 104.535 168.734 4.174 6.116 DG241-Prodotti chimici di base 33.572 0 2.912 0 717 28.266 0 0 DG246-Altri prodotti chimici 0 0 0 0 103.818 140.468 0 0 DH-ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 0 0 127.733 20.074 595.508 49.816 9.843 29.516 DH252-Articoli in materie plastiche 0 0 127.733 17.399 592.128 49.816 0 0 DJ-METALLI E PRODOTTI IN METALLO 784 0 1.551.392 144.362 57.590 4.300 40.960 15.870 DJ27-Prodotti della metallurgia 0 0 1.551.392 140.823 0 0 0 0 DK-MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI 2.024 145.299 1.168.291 1.829.603 927.299 1.317.810 738 2.085 DK294-Macchine utensili 2.024 0 1.020.552 493.247 62.389 530.334 0 0 DL-MACCHINE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE, ELETTRONICHE ED OTTICHE 194.698 40.396.101 2.896.019 97.475.680 1.896.137 70.959.386 3.367.557 407.642 DL30-Macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici 2.831 198.673 61.852 671.188 10.577 3.321.608 0 658.969 DL31-Macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 8.021 460.960 343.031 290.294 228.413 23.232 0 0 DL32-Apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni 182.172 37.932.794 1.564.648 95.534.438 1.615.953 58.407.087 0 0 DL33-Apparecchi medicali, apparecchi di precisione, strumenti ottici e orologi 1.674 1.803.674 926.488 979.760 41.194 9.207.459 0 0

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Tab. 16 - Principali importazioni ed esportazioni della provincia di Rieti nei principali paesi dell’Asia Orientale nel 2006

Giappone Taiwan Hong Kong

import export import export import export DG-PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 1.287.243 0 28.070 9.198 0 24.222 DG241-Prodotti chimici di base 1.263.231 0 5.856 0 0 0

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DG246-Altri prodotti chimici 24.012 0 0 0 0 0 DH-ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 2.792.597 50.917 150.124 4.806 40.378 0 DH252-Articoli in materie plastiche 2.792.597 50.917 150.124 4.806 40.378 0 DJ-METALLI E PRODOTTI IN METALLO 52.189 0 155.323 0 0 3.103 DJ27-Prodotti della metallurgia 50.228 0 0 0 0 0 DK-MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI 2.433.443 15.532 38.650 969.621 2.079 41.527 DK294-Macchine utensili 2.422.581 0 0 0 776 0 DL-MACCHINE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE, ELETTRONICHE ED OTTICHE 9.486.582 3.260.789 68.804.979 27.446.016 164.764 16.625.539 DL30-Macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici 124.111 665.365 8.205 1.733.090 0 4.413.527 DL31-Macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 1.655.689 0 155.019 26.965 15.843 891.988 DL32-Apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni 2.258.307 2.448.254 68.372.235 25.292.668 148.921 11.264.601 DL33-Apparecchi medicali, apparecchi di precisione, strumenti ottici e orologi 5.448.475 147.170 269.520 393.293 0 55.423

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Tab. 17 - Principali importazioni ed esportazioni della provincia di Rieti nei principali paesi dell’Asia Orientale nel 2006

DL321-Valvole e tubi elettronici ed altri

componenti elettronici

DG241-Prodotti

chimici di base

DG244-Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per

usi medicinali

DJ274-Metalli di base non ferrosi

DL312-Apparecchiature per la distribuzione e il

controllo dell'elettricità

export export Export export export Malaysia 37.913.354 0 0 0 460.960 Singapore 95.529.980 0 0 140.823 276.277 Cina 58.264.173 28.266 0 0 17.487 Giappone 2.448.254 Taiwan 25.292.668 0 7.980 0 26.965 Hong Kong 11.264.601 0 0 0 822.480

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Tab. 18 - Principali importazioni della provincia di Rieti dall’Europa nel 2006

Europa

import DL-MACCHINE ELETTRICHE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE, ELETTRONICHE ED OTTICHE 292.933.180 DL30-Macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici 185.178 DL31-Macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 9.895.134 DL312-Apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 6.898.706 DL316-Apparecchi elettrici n.c.a. 2.296.682 DL32-Apparecchi radiotelevisivi e apparecchiature per le comunicazioni 280.882.231 DL321-Valvole e tubi elettronici ed altri componenti elettronici 280.556.104 DL33-Apparecchi medicali, apparecchi di precisione, strumenti ottici e orologi 1.970.637 DG-PRODOTTI CHIMICI E FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI 35.154.575

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DG241-Prodotti chimici di base 13.448.843 DG242-Fitofarmaci ed altri prodotti chimici per l'agricoltura 7.716 DG243-Pitture, vernici e smalti, inchiostri da stampa e mastici 5.171 DG244-Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per usi medicinali 20.578.889 DG245-Saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la lucidatura; profumi e prodotti per toletta 77.692 DG246-Altri prodotti chimici 1.036.264 DJ-METALLI E PRODOTTI IN METALLO 6.140.444 DJ27-Prodotti della metallurgia 5.133.659 DJ271-Prodotti della siderurgia 1.784.637 DJ273-Altri prodotti della trasformazione del ferro e dell'acciaio 519.955 DJ274-Metalli di base non ferrosi 2.829.067 DJ28-Prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 1.006.785 DK-MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI 4.841.020 DM-MEZZI DI TRASPORTO 2.511.180 DE-PASTA DA CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; PRODOTTI DELL'EDITORIA E DELLA STAMPA 1.856.509 DA-PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO 1.625.577 DB-PRODOTTI DELLE INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO 1.001.760 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Tab. 19 - Principali importazioni della provincia di Rieti dai principali paesi europei nel 2006

Francia Germania Austria

Import Import Import DG241-Prodotti chimici di base 265.749 4.724.137 8.214 DG244-Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per usi medicinali 903 6.559 20.337.894 DJ271-Prodotti della siderurgia 786.422 167.028 0 DJ274-Metalli di base non ferrosi 2.469.427 11.618 313.484 DL312-Apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità 2.182.045 606.356 0 DL321-Valvole e tubi elettronici ed altri componenti elettronici 6.351 280.098.650 6.110

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Capitolo 5 - Le costruzioni

Il settore edile reatino consta di 2.447 imprese registrate nel 2006, di cui il 92,2%

attive, in crescita, rispetto al 2003, ad un ritmo del +3,1% (media Italia +3%) e con

un valore aggiunto che incide per il 12,2% sul totale provinciale. Tale dato appare,

tuttavia, in diminuzione rispetto al 2003 ed, ancor di più, rispetto al 2004, anno in

cui l’incidenza del valore aggiunto edile era del 12,6%. Va rilevato che questa

percentuale risulta la più elevata in Regione e più che doppia rispetto alla quota

nazionale, cosicché Rieti si posiziona al secondo posto della graduatoria nazionale

stilata secondo il peso del valore aggiunto delle costruzioni sul totale. Anche il tasso

di variazione medio annuo del valore aggiunto edile dà una misura della dinamicità

del settore in provincia: +4,4% rispetto al 2003, valore più elevato sia del Lazio che

dell’Italia.

Anche per quanto concerne le imprese il tasso di variazione medio annuo risulta

superiore rispetto agli altri aggregati, tuttavia va rilevato che anche il dato

riguardante le imprese cessate lo è, risultando il più elevato in regione (+15,4%). Il

tasso d’iscrizione, invece, piuttosto nutrito anch’esso (+9,8%), risulta secondo in

regione alle spalle di Latina. Osservando la struttura imprenditoriale per forma

giuridica, come è normale che sia la maggioranza delle aziende edili è costituita in

forma di ditta individuale (78%) mentre molto poche risultano ancora le forme più

strutturate (9,3%) a proposito di cui Rieti è ultima in regione, con un dato inferiore

sia alla media regionale che nazionale. Probabilmente in virtù di questo, il tasso di

variazione medio annuo di queste forme societarie è tra i più elevati (+9,9%),

risultando secondo solamente a quello di Viterbo.

Tab. 20 – Peso percentuale del valore aggiunto edile sul totale nel Lazio ed in Italia (2003 – 2006)

2003 2004 2005 Viterbo 9,2 9,4 9,7

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Rieti 12,3 12,6 12,2 Roma 2,8 2,8 2,9 Latina 7,7 7,9 7,3 Frosinone 6,6 6,7 6,9 Lazio 4,0 4,0 4,1 Italia 5,6 5,9 6,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 21 – Tasso di variazione medio annuo del valore aggiunto edile nel Lazio ed in Italia (2005/2003)

2005/2003 Viterbo 4,9 Rieti 4,4 Roma 3,7 Latina 2,5 Frosinone 5,7 Lazio 3,9 Italia 4,2 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 22 – Imprese edili nel 2006 nel Lazio ed in Italia Registrate Attive Iscritte Cessate Viterbo 4.875 4.585 399 286 Rieti 2.447 2.255 199 172 Roma 46.307 34.809 3.129 2.691 Latina 7.034 5.559 682 403 Frosinone 6.310 5.616 440 360 Lazio 66.973 52.824 4.849 3.912 Italia 828.468 750.324 68.171 54.126 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 23 – Tasso di variazione medio annuo 2003/2006 delle imprese edili nel Lazio ed in Italia Registrate Attive Iscritte Cessate Viterbo 3,1 3,3 3,3 5,7 Rieti 2,9 3,1 9,8 15,4 Roma 1,9 3,8 9,4 12,2 Latina 3,1 3,3 10,3 5,5 Frosinone 3,4 3,3 5,1 5,7 Lazio 2,3 3,6 8,5 10,4 Italia 2,8 3,0 4,8 8,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. 24 – Peso percentuale delle imprese per forma giuridica sul totale imprese nel Lazio ed in Italia

Società di Capitale Società di Persone Ditte Individuali Altre Forme Viterbo 10,1 13,6 74,1 2,1 Rieti 9,3 9,5 78,0 3,2 Roma 24,5 9,9 64,3 1,3 Latina 25,6 12,3 59,2 3,0 Frosinone 20,7 14,3 61,8 3,2 Lazio 22,3 10,9 64,9 1,8 Italia 13,2 13,3 71,3 2,1 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Tab. 25 – Tasso di variazione medio annuo delle imprese per forma giuridica nel Lazio ed in Italia (2006/2003)

Società di Capitale Società di Persone Ditte Individuali Altre Forme Viterbo 10,1 0,7 3,2 -2,6 Rieti 9,9 0,5 2,8 2,6 Roma 6,4 0,9 3,4 4,2 Latina 7,2 0,5 2,9 -4,4 Frosinone 7,8 0,5 2,8 1,6 Lazio 6,8 0,8 3,2 1,1 Italia 6,3 0,5 3,1 -1,5 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Capitolo 6 - I settori terziari innovativi

Con la denominazione “settori terziari innovativi” si intende accorpare i due

comparti terziari dell’informatica e della ricerca, strettamente connessi ai comparti

elettronici manifatturieri che, come si è avuto modo di vedere, sono risultati i più

dinamici nel corso dell’ultimo anno di rilevazione ed in grado di conferire

competitività all’intero sistema economico.

Innanzitutto, va sottolineato che, nel 2006, le imprese iscritte all’interno dei due

comparti summenzionati sono doppie rispetto alle cessate, difatti, il tasso di

variazione medio annuo tra 2003 e 2006 risulta, per le prime, pari a +7,5% a fronte

di una media nazionale pari a +0,6%, e per le seconde pari a -12%, a fronte di un

aumento a livello italiano del +4,6%.

La forma giuridica preferita da queste aziende è, ovviamente, quella di ditta

individuale (45,5%), cui fa seguito la forma di Società di Capitale (24,1%), con un

gap decisamente più accentuato che a livello nazionale. Tale dato è desumibile

anche dall’analisi del tasso di variazione medio annuo delle forme giuridiche dei

settori innovativi: le più dinamiche risultano, difatti, le ditte individuali, in crescita

rispetto al 2003, di 7,7 punti percentuali, a fronte di un decremento delle società di

persone e di una sostanziale stazionarietà delle società di capitale e delle altre forme

giuridiche.

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Tab. 26 – Imprese dei settori terziari innovativi nel 2006 nel Lazio ed in Italia Registrate Attive Iscritte Cessate Viterbo 369 337 33 25 Rieti 172 145 12 6 Roma 6.839 5.012 391 453 Latina 904 690 104 78 Frosinone 490 447 35 27 Lazio 8.774 6.631 575 589 Italia 92.393 81.139 5.761 6.106 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. 27 – Tasso di variazione medio annuo 2003/2006 delle imprese dei settori terziari innovativi nel Lazio ed in Italia Registrate Attive Iscritte Cessate Viterbo 2,6 2,2 6,1 0,0 Rieti 2,6 3,2 7,5 -12,0 Roma 1,2 2,6 3,4 5,8 Latina 2,2 2,0 4,0 11,2 Frosinone 4,2 4,1 3,1 0,9 Lazio 1,5 2,6 3,7 5,6 Italia 1,8 1,8 0,6 4,6 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. 28 – Peso percentuale delle imprese dei settori terziari innovativi per forma giuridica sul totale imprese nel Lazio ed in Italia

Società di Capitale Società di Persone Ditte Individuali Altre Forme Viterbo 26,1 35,6 35,3 3,0 Rieti 24,1 22,1 45,5 8,3 Roma 43,3 10,8 41,9 4,0 Latina 31,4 18,0 43,5 7,1 Frosinone 27,3 25,3 38,0 9,4 Lazio 39,7 14,1 41,5 4,7 Italia 34,2 26,2 36,2 3,4 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 29 – Tasso di variazione medio annuo delle imprese dei settori terziari innovativi per forma giuridica nel Lazio ed in Italia (2006/2003)

Società di Capitale Società di Persone Ditte Individuali Altre Forme Viterbo 3,1 -0,6 4,4 5,7 Rieti 0,7 -0,8 7,7 0,0 Roma 2,9 -1,2 3,2 3,5 Latina 3,9 -2,1 2,9 0,0 Frosinone 5,9 0,9 4,1 9,7 Lazio 3,1 -1,0 3,4 3,6 Italia 2,4 -0,6 3,1 1,2 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Capitolo 7 - Il Commercio

La consistente spinta alla terziarizzazione del sistema economico reatino ha avuto,

tra i suoi protagonisti, anche il comparto del commercio; difatti, partendo

dall’analisi della ricchezza prodotta, dalla tabella 30 emerge come l’apporto fornito

dal commercio al dettaglio e dalla vendita di mezzi di trasporto e carburanti sul

totale della ricchezza prodotta nel commercio provinciale, sia superiore ai

corrispettivi valori registrati nella media regionale, con Rieti che, in entrambi i casi,

presenta il dato più elevato fra tutte le province del Lazio. Viceversa, il commercio

all’ingrosso rappresenta appena il 23,5% del valore aggiunto commerciale

provinciale, con uno scarto di nove punti percentuali rispetto al dato laziale

(34,5%), a testimonianza della relativa importanza dei canali di Grande

Distribuzione sul tessuto economico locale. Se si passa, però, all’esame del valore

aggiunto per addetto (tab. 31), si nota una chiara inversione di tendenza, dal

momento che è proprio il commercio all’ingrosso a presentare il valore più elevato

(61.800 � pro capite), che risulta, altresì, il più elevato fra tutte le province laziali.

Tab. 30 - Valore aggiunto del commercio a prezzi base 2004 a Rieti e nelle province laziali (in milioni di euro), incidenza su totale commercio e su totale Italia (in %) % sul totale commercio (sez. G) % sul totale Italia

Mezzi di trasporto

carburante Ingrosso Dettaglio

Mezzi di trasporto carburante

Ingrosso Dettaglio TOTALE

Frosinone 25,3 31,1 43,6 1,0 0,5 0,6 0,6 Latina 17,4 34,7 47,9 0,8 0,7 0,8 0,8 Rieti 24,3 23,5 52,2 0,2 0,1 0,2 0,2 Roma 13,9 34,9 51,2 6,5 6,7 8,9 7,6 Viterbo 17,9 36,4 45,7 0,5 0,4 0,4 0,4 Lazio 15,2 34,5 50,3 9,0 8,3 11,0 9,6 Fonte: Istituto G. Tagliacarne Tab. 31 - Valore aggiunto per addetto del commercio in migliaia di euro a Rieti e nelle province laziali (2004) Mezzi di trasporto e carburante Ingrosso Dettaglio TOTALE Frosinone 40,6 44,7 21,3 29,7 Latina 43,4 49,9 26,7 34,6 Rieti 40,8 61,8 23,9 31,6 Roma 50,8 61,5 37,9 45,6 Viterbo 48,7 52,3 26,4 35,8 Lazio 48,4 58,7 34,4 42,3 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Utile, quindi, una breve analisi degli occupati nel commercio, sempre in un’ottica

di confronto territoriale con le altre province del Lazio: dalla tabella 31 emerge che,

nel 2004, erano oltre 7.000 gli addetti del comparto, il 69,1% dei quali attivi nel

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commercio al dettaglio, con una percentuale di gran lunga superiore a quella

regionale (61,8%), a testimonianza del fatto che il commercio reatino, anche in

termini occupazionali, è prevalentemente incentrato sulla piccola distribuzione e

sulla vendita di prodotti al minuto. La conferma di questa tendenza deriva dai dati

riguardanti il commercio all’ingrosso, all’interno di cui, nel 2004, era assunto

appena il 12% del totale delle forze lavoro attive nel commercio, percentuale pari a

meno della metà del corrispettivo regionale (24,9%). Tale quota, oltre ad essere

distante dal dato di Roma, dove la Grande Distribuzione, come si vedrà più avanti,

ha avuto uno sviluppo rilevante, risulta inferiore anche alle altre province. Nel

comparto comprendete tutti gli addetti attivi nella manutenzione e riparazione dei

mezzi di trasporto e nella vendita di carburante, viceversa, si registra il valore più

alto tra tutte le realtà laziali, con un’incidenza pari, nel caso di Rieti, al 18,8% (tab.

32). Si tratta, dunque, di un tessuto imprenditoriale ancora imperniato sulle attività

di piccola dimensione, fondato principalmente sulla vendita al minuto ed al

dettaglio, in cui la grande distribuzione trova ancora scarso spazio.

Tab. 32 - Occupati del commercio a Rieti e nelle province laziali (2004) valori assoluti % sul totale commercio % sul totale Lazio

Mezzi di trasporto

carb. Ingrosso Dettaglio TOT.

Mezzi di trasporto

carb. Ingrosso Dettaglio

Mezzi di trasporto

carb. Ingr. Dett. TOT.

Frosinone 5.965 6.671 19.593 32.229 18,5 20,7 60,8 1,1 0,6 1,8 0,9 Latina 4.748 8.245 21.276 34.268 13,9 24,1 62,1 0,8 0,8 2,0 0,9 Rieti 1.391 889 5.106 7.386 18,8 12,0 69,1 0,2 0,1 0,5 0,2 Roma 32.279 67.112 159.970 259.360 12,4 25,9 61,7 5,7 6,3 14,9 6,9 Viterbo 2.432 4.619 11.486 18.537 13,1 24,9 62,0 0,4 0,4 1,1 0,5 Lazio 46.815 87.535 217.431 351.780 13,3 24,9 61,8 8,3 8,2 20,3 9,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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L’importanza del commercio all’interno dell’economia locale, oltre che dall’analisi

della ricchezza prodotta e dal numero di occupati nel settore, si evince anche dalla

consistenza del tessuto imprenditoriale commerciale della provincia, sia in un’ottica

di comparazione con il dato regionale che in termini dinamici.

Nel dettaglio, al 31-12-2006 erano registrate, in provincia di Rieti, 3.261 imprese

operanti nel commercio, oltre il 91% delle quali in attività, dato superiore al totale

del tessuto produttivo locale (tab. 33). Nonostante ciò, le attività commerciali

presenti in provincia rappresentano poco meno di un quarto del totale delle imprese

reatine (23,1%), quota inferiore rispetto a molte altre realtà territoriali italiane, dove

il commercio ha un’incidenza ben più elevata sul tessuto imprenditoriale. Nel

Lazio, ad esempio, le aziende attive nel commercio rappresentano un terzo del

totale, nonostante nella regione siano più numerosi gli esercizi commerciali che

hanno cessato la propria attività rispetto a quelli che hanno visto la luce nel 2006.

Tendenze simili si registrano anche a Rieti, dove sono state maggiori le imprese

commerciali cessate rispetto a quelle nuove iscritte, con un relativo saldo pari a -60

unità (tab. 33).

Il relativo tasso di crescita (tab. 35), quindi, si è attestato in area negativa (-1,8%),

con un’intensità ben maggiore rispetto alla contrazione registrata comunque nel

Lazio (-0,4%): in particolare, è il comparto del commercio al dettaglio ad aver

registrato il maggior divario fra numero di imprese iscritte e cessate, a vantaggio di

quest’ultime, mentre si osserva una sostanziale parità fra nuove aziende e attività

commerciali dismesse nel caso del commercio all’ingrosso. In realtà, quest’ultimo

comparto ha ancora un peso minore nel panorama imprenditoriale del commercio

reatino, dal momento che in esso sono attive poco meno del 20% delle attività

commerciali provinciali (graf. 1), mentre nel Lazio, ad esempio, esse rappresentano

oltre il 27% del totale. A ciò, fa fronte un maggior peso percentuale, rispetto al dato

regionale, assunto dal comparto del commercio al dettaglio, che da solo raggruppa

quasi i 2/3 degli esercizi commerciali reatini (tab. 34).

Tab. 33 - La numerosità imprenditoriale nel commercio in provincia di Rieti (2006)

Registrate Attive Iscritte Cessate

Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 478 438 19 27 Commercio all’ingrosso 675 591 47 49 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 2.108 1.951 122 172

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Totale Commercio 3.261 2.980 188 248 Totale imprese 15.030 12.902 1.018 930 % Commercio/Imprese totali Rieti 21,7 23,1 18,5 26,7 % Commercio/Imprese totali Lazio 26,5 33,4 20,9 31,7 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 34 - Distribuzione (%) settoriale delle aziende attive nel commercio in provincia di Rieti e nel Lazio, e peso dei comparti commerciali della provincia sulla regione (2006)

Rieti Lazio Rieti/Lazio

Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 14,7 12,3 2,9 Commercio all’ingrosso 19,8 27,7 1,7 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 65,5 60,0 2,6 Totale Commercio 100,0 100,0 2,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Graf. 1- Distribuzione delle aziende attive nel commercio in provincia di Rieti (2006)

14,7

19,8

65,5

Manutenzione e riparazione.autoveicoli e motocicli Commercio all'ingrosso Commercio al dettaglio e riparazione beni personali

Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 35 – Tassi di crescita dei comparti commerciali in provincia di Rieti e nel Lazio (2006) Rieti Lazio Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli -1,7 -1,3 Commercio all’ingrosso -0,3 0,0 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali -2,4 -0,4 Totale Commercio -1,8 -0,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere

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Per meglio comprendere se siano intercorsi o meno cambiamenti sostanziali nel

tessuto imprenditoriale del commercio reatino, però, occorre allargare l’analisi in

termini temporali, osservando le dinamiche di crescita delle varie tipologie di

esercizi commerciali non solo relative al 2006, ma anche quelle del triennio

precedente, a partire dal 2003, sempre in un’ottica di confronto con le dinamiche

regionali.

Nella quasi totalità dei casi, si è in presenza di scostamenti percentuali minimi,

confermati dalla lettura della tabella 36, dalla quale si osserva come il peso

percentuale rivestito da ogni comparto del commercio sul totale sia rimasto

sostanzialmente invariato nel periodo in questione: a Rieti il commercio al

dettaglio, ad esempio, ha mantenuto la sua quota intorno al 65,5%, con un calo di

soli 0,3 punti percentuali rispetto al 2003, pari esattamente all’incremento fatto

registrare dal comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli,

il cui peso si attesta oramai da anni intorno al 14,5%. Del tutto stabile, poi, è

rimasto il peso percentuale delle aziende attive nel commercio all’ingrosso (19,8%),

con un divario con il dato regionale che rimane invariato fra 2003 e 2006 e pari ad

oltre 7 punti percentuali.

La conferma della stabilità del settore viene anche dall’analisi del tasso di

variazione medio annuo, che nel caso di Rieti è pari, per il commercio nel suo

complesso, al +0,4% annuo, circa un terzo rispetto al ritmo di crescita fatto

registrare, invece, dagli esercizi commerciali del Lazio (+1,5%). Nella regione, così,

cresce molto più rapidamente il numero di negozi al dettaglio, così come il numero

di imprese attive nel commercio all’ingrosso, rimaste, invece, praticamente

invariate nel caso di Rieti che presenta, comunque, un ritmo di crescita superiore

relativamente alla manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli (tab. 35).

Tab. 36 – Composizione percentuale delle imprese attive nel commercio a Rieti e nel Lazio nel 2003 e nel 2006; tasso di variazione medio annuo 2006/2003 Rieti Lazio

Comp %

2003

Comp %

2006

Tasso variazione

medio annuo

2006/2003

Comp %

2003

Comp %

2006

Tasso variazione

medio annuo

2006/2003

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Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 14,4 14,7 1,0 12,9 12,3 0,4 Commercio all’ingrosso 19,8 19,8 0,5 27,6 27,7 1,6 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 65,8 65,5 0,3 59,5 60,0 1,8 Totale commercio 100,0 100,0 0,4 100,0 100,0 1,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere

L’evoluzione del tessuto commerciale presente nella provincia, però, non si misura

solo dalla crescita nel numero di imprese, ma anche e soprattutto dal loro

irrobustimento in termini giuridici e finanziari: esercizi commerciali più grandi, sia

nel numero di addetti che con una forma giuridica diversa dalla semplice ditta

individuale, infatti, rappresentano un fattore di indubbio sviluppo per l’economia

locale, anche in un contesto come quello di Rieti dove il commercio assume

un’importanza minore rispetto alle altre province laziali. Per questo motivo, dopo

aver messo in luce la struttura del commercio reatino dal punto di vista della

numerosità delle aziende, è opportuno ora concentrare l’attenzione sulla natura

giuridica delle attività commerciali nella provincia, sempre operando un confronto

territoriale con il resto del Lazio.

Come nel resto del tessuto imprenditoriale provinciale, anche nel commercio

dominanti sono le ditte individuali, che rappresentano oltre i 3/4 degli esercizi

commerciali reatini (graf. 2). Rispetto al totale delle imprese locali, però, nel

commercio appare più elevata la percentuale di imprenditori che hanno scelto le

forme giuridiche di società di persone (14,7%) e di capitale (8,4%), a conferma di un

maggiore irrobustimento, almeno in termini giuridici, del settore rispetto al resto

del sistema produttivo provinciale.

Opportuno a questo punto è un incrocio fra i dati relativi alle forme giuridiche e la

distribuzione settoriale delle imprese: in particolare, a Rieti le società di capitali

sono presenti prevalentemente nel commercio all’ingrosso, mentre oltre i 2/3 degli

esercizi commerciali reatini assume ancora la forma di semplici ditte individuali,

sulla scia di una tendenza comune, in ogni caso, a tutto il Lazio (tab. 37).

Scegliendo come livello di analisi, poi, l’incidenza delle forme giuridiche nei singoli

comparti produttivi, dalla lettura della tabella 37 si osserva come il 78,4% dei

commercianti al dettaglio opera con quest’ultima forma di società, mentre appena il

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6,5% ha costituito una società di capitale, valore ancora distante dal resto del Lazio

(10,1%) dove, soprattutto grazie al dato di Roma, il commercio al minuto appare

maggiormente strutturato in termini giuridici. Anche nel commercio all’ingrosso il

peso delle società di capitali è inferiore a Rieti che nel resto della regione, anche se

va rilevato come questo rimanga il comparto con la maggior presenza di società

giuridicamente ben strutturate. Elevata, infine, è la percentuale di società di persone

operanti nel comparto della manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli

(23,7%), percentuale superiore a quella registrata nel Lazio preso nel suo complesso

(tab. 38).

Graf. 2 - Distribuzione delle aziende attive nel commercio in provincia di Rieti per natura giuridica (valori %; 2006)

8,4

14,7

75,9

0,9

Società di capitale Società di persone Ditte individuali Altre forme Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 37 - Distribuzione settoriale delle aziende attive nel commercio a Rieti e nel Lazio per natura giuridica (valori %; 2006)

Società

di capitale Società

di persone Ditte individuali Altre forme

Rieti Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 17,9 23,7 12,5 21,4

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Commercio all’ingrosso 31,5 13,2 19,9 14,3 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 50,6 63,1 67,6 64,3 Totale commercio 100,0 100,0 100,0 100,0

Lazio Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 15,5 21,0 10,4 11,0 Commercio all’ingrosso 38,8 21,3 26,7 37,5 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 45,7 57,7 63,0 51,5 Totale commercio 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 38 – Composizione percentuale delle imprese attive nel commercio a Rieti e nel Lazio per settore e forma giuridica (2006)

Società

di capitale Società

di persone Ditte individuali Altre forme

Rieti Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 10,3 23,7 64,6 1,4 Commercio all’ingrosso 13,4 9,8 76,1 0,7 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 6,5 14,2 78,4 0,9 Totale commercio 8,4 14,7 75,9 0,9

Lazio Manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli 16,8 19,7 63,1 0,3 Commercio all’ingrosso 18,7 8,9 72,0 0,5 Commercio al dettaglio e riparazione beni personali 10,1 11,1 78,5 0,3 Totale commercio 13,3 11,5 74,8 0,4 Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere

Il processo di ristrutturazione qualitativa del tessuto imprenditoriale attivo nel

commercio in provincia di Rieti, sulla scia di una tendenza emersa con chiarezza

anche nel resto del territorio nazionale, risulta maggiormente evidente se si opera

un’analisi di tipo dinamico. In particolare, esso trova conferma dall’analisi

temporale delle imprese attive fra il 2003 e il 2006 e, soprattutto, dall’esame del

relativo tasso di variazione medio annuo, che presenta il valore più elevato proprio

per le società di capitale: quest’ultime, infatti, nel periodo temporale preso a

riferimento, sono aumentate del +3,6% l’anno fra i commercianti di Rieti, a fronte

di una crescita molto più contenuta nel caso delle società di persone (+0,5%). Del

tutto stabili, poi, gli esercizi commerciali operanti sotto forma di ditte individuali,

cresciuti di sole 6 unità rispetto al 2003, con un tasso di variazione medio annuo

appena del +0,1% annuo. Ciò ha portato ad un lento ma costante incremento

dell’incidenza delle società di capitale sul totale del tessuto commerciale

provinciale, passate dal 7,4% del 2003 al 8,4% del 2006, chiaramente a scapito delle

ditte individuali che hanno perso oltre un punto percentuale nel peso complessivo,

in virtù di un tasso di crescita inferiore a quello delle imprese prese nel loro

complesso (tab. 39).

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Allargando l’analisi al Lazio (tab. 40), va rilevato come, almeno rispetto a Rieti, sia

più evidente il processo di trasformazione del tessuto commerciale fin qui

evidenziato, caratterizzato dalla diminuzione del peso percentuale delle ditte

individuali e dal parallelo incremento della quota società di capitale: il tasso di

variazione medio annuo delle società di capitale, infatti, presenta un valore quasi

doppio (+6,1%) rispetto a quello registrato nella provincia reatina (+3,6%).

Prossimo allo zero, invece, il tasso relativo alle ditte individuali laziali, cresciute

con una media annua dello 0,9%, così come relativamente contenuta è stata la

crescita temporale di negozi sotto forma di società di persone (+1,2%).

Tab. 39 – Numerosità delle imprese attive nel commercio a Rieti e tasso di variazione medio annuo per natura giuridica (2003-2006)

Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre forme Totale Valori assoluti

2003 218 431 2.256 23 2.928 2006 251 439 2.262 28 2.980

Valori percentuali 2003 7,4 14,7 77,0 0,8 100,0 2006 8,4 14,7 75,9 0,9 100,0

Tasso di variazione medio annuo 2006/2003 3,6 0,5 0,1 5,0 0,4

Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 40 – Numerosità delle imprese attive nel commercio nel Lazio e tasso di variazione medio annuo per natura giuridica (2003-2006)

Società di capitale

Società di persone

Ditte Individuali Altre forme Totale

Valori assoluti 2003 12.993 13.644 89.516 346 116.499 2006 16.485 14.285 92.621 435 123.826

Valori percentuali 2003 11,2 11,7 76,8 0,3 100,0 2006 13,3 11,5 74,8 0,4 100,0

Tasso di variazione medio annuo 2006/2003 6,1 1,2 0,9 5,9 1,5

Fonte: Elaborazioni Istituto G.Tagliacarne su dati Infocamere

L’esame sul tessuto commerciale della provincia di Rieti si conclude con l’analisi

relativa alla Grande Distribuzione Organizzata, comparto sempre più centrale nel

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complesso degli esercizi commerciali e dei consumi privati17, almeno a livello

regionale.

Come già osservato, la Grande Distribuzione non ha avuto, infatti, almeno fino ad

oggi, un peso rilevante sul tessuto commerciale reatino, sia in termini d’esercizi

commerciali che di forza lavoro in essa impiegata. Determinante, per il mancato

sviluppo di tale tipologia di tale forma di vendita, è la vicinanza di Rieti con un

polo di attrazione commerciale come Roma, che naturalmente assorbe gran parte

della Grande Distribuzione regionale, e nella cui provincia sono presenti la larga

maggioranza dei grandi magazzini, supermercati alimentari e negozi specializzati

nella vendita di singole categorie merceologiche del Lazio.

In termini quantitativi, la grande distribuzione in provincia di Rieti contava, al

31.12.2005, quattro grandi magazzini (dove erano impiegati 211 addetti), 19

supermercati alimentari (nei quali lavoravano poco più di 400 addetti) e un solo

esercizio commerciale specializzato (tab. 41).

Tab. 41 - La Grande Distribuzione in provincia di Rieti (2005)

Grandi Magazzini GD specializzate Supermercati alimentari Numero Mq vendita Addetti Numero Mq vendita Addetti Numero Mq vendita Addetti

4 13.300 211 1 2.507 4 19 19.437 432 Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

Partendo da questa ripartizione per tipologia d’esercizio commerciale, sono stati

quindi presi in esame una serie di comparti del commercio (tessile-abbigliamento,

elettronica-informatica, articoli sportivi, mobilio-arredamento, articoli per

l’infanzia) e di tipologie di esercizi commerciali (minimarket, supermercati

alimentari e grandi magazzini).

Nel dettaglio, dalla lettura della tabella 41 si osserva la presenza, nella provincia di

Rieti, di un solo esercizio commerciale specializzato (in questo caso, nella vendita

di capi d’abbigliamento e pellicceria), mentre si segnala la totale assenza nel

17 Nell’anno 2005 ipermercati e supermercati hanno generato un giro d’affari complessivo stimato in 77 miliardi di euro (dai 72 miliardi di euro del 2003), pari circa al 24% (dal 23% del 2003) dei consumi commercializzati sul territorio italiano.

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territorio reatino di negozi attivi negli altri settori merceologici sopra citati, sempre

legati, comunque, alla grande distribuzione specializzata.

A ciò, fa da contraltare la presenza di 39 esercizi commerciali specializzati

distribuiti nel resto della regione, in cui sono impiegati, in totale, 1600 addetti,

occupati prevalentemente nei negozi rivolti alla vendita di abbigliamento-tessile,

elettrodomestici, informatica e beni per la casa. In particolare, è il comparto del

mobilio-arredamento ad assorbire la maggior quota di forze-lavoro, con oltre 650

addetti nei relativi esercizi commerciali, seguito dal settore dell’elettronica-

informatica-elettrodomestici.

Viceversa, maggiormente diffusa nella provincia (ed in particolare a Rieti e

Cittaducale, veri e propri poli di attrazione commerciale per tutti i comuni

dell’area), è l’esistenza di minimercati, grandi magazzini e supermercati alimentari,

necessari per le spese di consumo più immediato per la popolazione locale. In

particolare, sono presenti 4 minimercati e 4 grandi magazzini, in questo caso

distribuiti uniformemente nel territorio provinciale, e non solo nel capoluogo di

provincia. Viceversa, 12 dei 19 supermercati alimentari della provincia si trovano

nella sola Rieti, che assorbe oltre la metà degli addetti occupati in questa tipologia

di esercizi commerciali. Da segnalare, infine, la totale assenza di ipermercati nel

territorio provinciale (tab. 42).

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Tab. 42 – Articolazione della Grande Distribuzione a Rieti, nella provincia reatina e nel Lazio 2005 Rieti Provincia Lazio TESSILE/ABBIGLIAMENTO/PELLICCERIA Numero di esercizi 1 1 15 MQ vendita 2.507 2.507 36.761 MQ totale 2.507 2.507 58.690 Occupati totali 4 4 315 ELETTRODOMESTICI/ELETTRONICA/INFORMATICA Numero di esercizi - - 6 MQ vendita - - 15.264 MQ totale - - 19.808 Occupati totali - - 396 MOBILI/ARREDAMENTO/CASA Numero di esercizi - - 7 MQ vendita - - 31.832 MQ totale - - 46.751 Occupati totali - - 659 FERRAMENTA/BRICOLAGE/GIARDINAGGIO Numero di esercizi - - 3 MQ vendita - - 4.050 MQ totale - - 14.005 Occupati totali - - 44 ARTICOLI SPORTIVI/ CAMPEGGI Numero di esercizi - - 2 MQ vendita - - 6.020 MQ totale - - 13.320 Occupati totali - - 32 CALZATURE/ARTICOLI CUOIO Numero di esercizi - - 1 MQ vendita - - 2.143 MQ totale - - 2.700 Occupati totali - - 42 GIOCATTOLI/ATTREZZATURE PER L'INFANZIA Numero di esercizi - - 3 MQ vendita - - 5.640 MQ totale - - 9.219 Occupati totali - - 55 ALTRI PRODOTTI Numero di esercizi - - 3 MQ vendita - - 8.344 MQ totale - - 13.070 Occupati totali - - 57 MINIMERCATI Numero di esercizi 1 4 188 Superficie vendita 300 1.280 60.915 Superficie totale 400 1.630 52.135 Addetti totali 7 27 1.064 IPERMERCATI Numero di esercizi - - 21 Superficie vendita - - 118.456 Superficie totale - - 145.873 Addetti totali - - 3.911 GRANDI MAGAZZINI Numero di esercizi 1 4 168 Superficie vendita 1.000 13.300 251.279 Superficie totale 1.312 17.812 352.667 Addetti totali 11 211 3.596 SUPERMERCATI ALIMENTARI Numero di esercizi 12 19 607 Superficie vendita 11.591 19.437 532.735 Superficie totale 17.300 27.812 740.526 Addetti totali 277 432 12.848 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Per meglio comprendere la propensione al consumo della popolazione reatina, e

capire verso quali prodotti siano concentrati gli acquisti, occorre però, innanzitutto,

scomporre la spesa pro capite nelle sue due componenti classiche (prodotti

commercializzati e servizi): tale tipologie di consumi, infatti, sono spesso indicative

del benessere di un’economia locale ed importante appare capire come essi si siano

distribuiti fra le varie componenti di spesa.

Se si analizza nello specifico la destinazione dei consumi delle famiglie reatine ed in

particolare i settori che tradizionalmente compongono la spesa privata, si osserva

che, nel 2003, a Rieti in media è stato destinato il 18,7% dei consumi all’acquisto di

prodotti alimentari, percentuale in calo rispetto al dato 1995 (21,6%) ma ancora

superiore rispetto alle medie registrate negli altri contesti territoriali presi a

riferimento (Lazio, Centro, Italia), dove la spesa alimentare è più contenuta. Di

conseguenza, minore è stata la quota dei consumi delle famiglie reatine destinati

alle spese non alimentari rispetto, ad esempio, al dato del Lazio, anche se, in

termini temporali, si evidenzia un sostanziale allineamento di Rieti ai trend

regionale e nazionale, che vedono diminuire la spesa alimentare a vantaggio,

soprattutto, di quella per i servizi (tab. 43).

Tab. 43 - Spesa delle famiglie per prodotti commercializzati a Rieti e nelle province laziali nel 2004 (%;) Alimentari Vestiario Mobili Altri prodotti Totale Spese per servizi Totale Frosinone 20,9 8,8 8,2 14,4 52,2 47,8 100,0 Viterbo 19,8 8,4 8,3 14,7 51,2 48,8 100,0 Rieti 18,7 8,0 8,2 15,4 50,3 49,7 100,0 Roma 15,4 7,8 8,8 15,8 47,8 52,2 100,0 Latina 18,3 8,3 8,5 14,1 49,2 50,8 100,0 Lazio 16,3 7,9 8,7 15,6 48,5 51,5 100,0 Centro 16,4 8,2 9,4 16,4 49,6 83,6 100,0 ITALIA 17,1 8,9 9,0 16,8 48,2 82,9 100,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Da segnalare, infine, come la quota di consumi pro-capite registrata dai cittadini

della provincia di Rieti sia in linea con quella delle altre province laziali (con la

solita esclusione di Roma, che evidentemente presenta un valore nettamente

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superiore): nel 2004, infatti, Rieti registra un valore di consumi compreso fra 12.374

e 15.339 euro pro capite, ponendosi nella classe intermedia fra le tre in cui è diviso

tale indicatore e avvicinandosi alla maggior parte delle realtà economiche e

produttive del Centro Italia (fig. 1)

Fig. 1 – Distribuzione per provincia dei consumi pro-capite (euro; 2004)

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Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Capitolo 8 - Il Turismo

8.1 Il quadro turistico regionale e provinciale

Il settore turistico italiano sta vivendo, da qualche anno a questa parte, un periodo di

forte variabilità, in virtù di una serie di cause sia strutturali che congiunturali, tra le

quali è possibile citare l’instabilità internazionale, il rapporto qualità/prezzo spesso

inadeguato delle strutture ricettizie nazionali rispetto all’offerta internazionale ed

una modesta aggressività nelle politiche di promozione del prodotto Italia all’estero.

Tutti fattori, questi, che hanno contribuito a far perdere parzialmente competitività

al nostro Paese a favore di altre destinazioni del Mediterraneo.

Da sottolineare, tuttavia, almeno secondo gli ultimi dati disponibili, come dopo un

biennio di particolare difficoltà (il 2003 ed il 2004), il 2005 ed il 2006 abbiano

evidenziato un cenno di ripresa del comparto, almeno nella componente del turismo

internazionale. Ciò ha avuto evidenti riflessi anche sull’economia laziale, dal

momento che il turismo gioca un ruolo fondamentale nel Lazio, ricco di attrattività

storiche, culturali, enogastronomiche, territoriali, paesaggistiche, balneari e

montane, al punto tale che la capacità attrattiva di Roma ha trainato le buone

performance del settore a livello nazionale.

Tali segnali positivi sembrano essere stati solo parzialmente recepiti dall’industria

turistica operante nella provincia di Rieti, in virtù di una struttura ricettizia ancora

non del tutto adeguata alle potenzialità del territorio. Unitamente a ciò, va segnalata

una dotazione infrastrutturale ancora non in linea con il potenziale sviluppo dei

futuri volumi di flussi turistici, soprattutto nelle aree interne e montane della

provincia.

Numerosi, quindi, sono i dati che testimoniano come il turismo sia un settore tuttora

poco valorizzato all’interno del tessuto produttivo locale, nonostante le importanti

risorse attrattive presenti nel territorio reatino. La conferma viene, innanzitutto,

dall’indice di concentrazione turistica, dato dal rapporto fra arrivi turistici (italiani e

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stranieri) e popolazione provinciale: relativamente a quest’indicatore, infatti, Rieti

presenta un risultato nettamente inferiore rispetto alla media delle altre province

italiane, con un valore (49,0) pari un terzo del dato nazionale (150,2), superata solo

da Viterbo nel contesto laziale (tab. 44).

Tab. 44 – Prime ed ultime dieci province per indice di pressione turistica (Valori percentuali; 2005) Pos. Province Arrivi/popolazione Pos. Province Arrivi /popolazione 1 Bolzano 1015,2 94 Cremona 38,5 2 Rimini 941,4 95 Vercelli 37,5 3 Venezia 796,1 96 Bari 37,0 4 Aosta 690,2 97 Viterbo 37,0 5 Trento 573,0 98 Taranto 35,4 6 Siena 506,9 99 Enna 34,0 7 Grosseto 465,9 100 Avellino 26,9 8 Firenze 380,7 101 Caserta 21,0 9 Belluno 377,7 102 Benevento 20,6 10 Verbanio Cusio Ossola 369,5 103 Caltanissetta 18,1 86 Rieti 49,0 ITALIA 150,2 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

La graduatoria stilata in base all’indice di qualità alberghiera vede, inoltre, la

provincia collocarsi in 36-esima postazione, con gli alberghi a 4 e 5 stelle che pesano

per il 13,6% sul totale alberghi, a fronte di una media del Paese pari al 10,2%.

In ogni caso, per meglio comprendere il quadro del turismo in provincia di Rieti,

occorre concentrare l’attenzione sui flussi turistici in termini quantitativi,

scompenendoli nelle due componenti classiche, ossia italiani e stranieri: se si

considerano le dinamiche complessive dei flussi turistici nella provincia, si nota

come, nel 200518, si sia registrato un valore pari a poco più di 75.000 arrivi e 290

mila presenze nel territorio provinciale, dove per arrivi si intende il numero di

clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (albeghieri o

complementari), mentre per presenze il numero delle notti trascorse dai clienti negli

stessi esercizi ricettivi. In virtù di tali dati, Rieti si colloca all’ultimo posto tra tutte le

province laziali, distanziata non solo da una realtà del tutto a sé stante come Roma,

ma anche dalle province limitrofe. Nell’ambito laziale (tab. 45), infatti, la provincia 18 Per i dati relativi ai flussi turistici italiani e stranieri negli esercizi alberghieri ed extralberghieri, si è fatto riferimento ai dati Istat del 2005 (ultimo anno di cui sono disponili i dati), che a sua volta si rifanno a un insieme di fonti tra cui, in particolare, le Aziende di Promozione Turistica Provinciale.

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di Roma svolge un ruolo “centripeto” a scapito di tutte altre province e di Rieti in

particolare, con quest’ultima che presenta una quota di arrivi sul totale regionale

pari appena allo 0,8%, mentre quella riguardante le presenze risulta solo di poco

superiore (0,9%).

Tab. 45 - Arrivi e presenze italiane e straniere negli esercizi ricettivi a Rieti, nel Lazio e in Italia (valori quantitativi e %), percentuale su totale regionale (2005)

ITALIANI STRANIERI TOTALE Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Frosinone 258.697 863.001 142.000 358.382 400.697 1.221.383 Latina 458.708 2.437.554 78.506 443.965 537.214 2.881.519 Rieti 66.155 245.305 9.514 44.507 75.669 289.812 Roma 3.060.592 8.546.627 5.630.785 18.212.397 8.691.377 26.759.024 Viterbo 86.924 389.606 25.084 168.321 112.008 557.927 LAZIO 3.931.076 12.482.093 5.885.889 19.227.572 9.816.965 31.709.665 ITALIA 50.213.324 206.726.524 38.055.139 148.290.126 88.268.463 355.016.650

% % su totale Regione Frosinone 64,6 70,7 35,4 29,3 4,1 3,9 Latina 85,4 84,6 14,6 15,4 5,5 9,1 Rieti 87,4 84,6 12,6 15,4 0,8 0,9 Roma 35,2 31,9 64,8 68,1 88,5 84,4 Viterbo 77,6 69,8 22,4 30,2 1,1 1,8 LAZIO 40,0 39,4 60,0 60,6 100,0 100,0 ITALIA 56,9 58,2 43,1 41,8 - -

Fonte: Istat

Oltre ai dati complessivi sui flussi turistici, è interessante osservare come essi siano

ripartiti fra la componente italiana ed estera, anche per capire il grado di

“internazionalizzazione” del turismo locale. In tal senso, osservando sempre i dati

della tabella 45, si evince in provincia di Rieti si registrano, in oltre l’80% dei casi,

arrivi e presenze di italiani, maggioritari anche in tutte le altre realtà limitrofe tranne

che per Roma. L’elevata componente italiana del turismo, però, risulta più marcata

nella provincia sabina che nelle altre province laziali, con uno scarto ancor più

evidente rispetto alla media italiana, dove i visitatori stranieri oltrepassano il 40%

delle presenze e degli arrivi totali.

A conferma di ciò, l’indice d’internazionalizzazione turistica di Rieti risulta pari al

12,6%, dato che la colloca al 90-esimo posto della graduatoria nazionale tra tutte le

province italiane (grad. 2), anche se va rilevato come la permanenza media e la

spesa pro capite dei turisti stranieri la riportino tra le prime 40 province italiane,

segno che gli stranieri che arrivano in provincia comunque permangono ed

influiscono sui consumi provinciali.

La scarsa internazionalizzazione del turismo, come visto, è ascrivibile a molteplici

fattori, primo fra tutti il fatto che a Rieti le enormi potenzialità del territorio in

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termini paesaggistici non sono accompagnate da una pari capacità ricettizia, specie

per le esigenze di un turismo stanziale come quello estero. Utile, perciò, è

un’ulteriore scomposizione dei flussi turistici, in questo caso distinguendo fra

esercizi alberghieri e tutte le altre strutture ricettizie (come campeggi, villaggi

turistici, alloggi in affitto, agriturismi, bed&breakfast e ostelli per la gioventù) che

rientrano nella categoria “esercizi complementari”. Questo, per comprendere come

e dove si indirizzino le diverse tipologie di turisti, e il peso che rivestono le nuove

forme di strutture ricettizie sull’intera industria del turismo nella provincia reatina.

Operando tale scomposizione, dalla lettura delle tabelle 46 e 47 emerge che,

praticamente in tutte le province laziali, le preferenze dei turisti vanno agli alberghi,

ovvero alle forme ricettive tradizionali. Ciò è vero in particolare per Rieti, dove gli

arrivi e le presenze si concentrano in 8 casi su 10 nelle classiche strutture alberghiere,

nonostante la discreta dotazione di servizi di ospitalità complementari localizzati un

po’ su tutto il territorio provinciale.

A questo punto, appare interessante anche osservare una scomposizione geografica

dei flussi turistici esteri per singolo paese di provenienza, anche se in questo caso i

dati disponibili più recenti forniti dall’Istat sono relativi solo al 2004 (tab. 48). In tal

senso, l’area che incide maggiormente sul comparto della provincia è l’Europa a 15

paesi (con, ovviamente, l’Italia in testa), assicurando a Rieti una percentuale di

afflusso che oscilla tra il 94,6% degli arrivi ed il 94,5% delle presenze; in particolare,

Francia Gran Bretagna e soprattutto Germania continuano a rappresentare i

tradizionali bacini da cui provengono i turisti esteri diretti nella provincia, seguiti da

Paesi Bassi, e Belgio. Da sottolineare il caso della Germania, i cui turisti si fermano

più a lungo nelle strutture alberghiere e complementari di Rieti di quanto, ad

esempio, non facciano i turisti francesi, spagnoli o americani. Proprio quest’ultimi

rappresentano il grosso degli arrivi e delle presenze extracomunitarie, anche se con

percentuali (appena intorno all’1%) nettamente inferiori rispetto a quelle di

numerose altre province italiane.

Ancor meno rilevante è la componente giapponese (0,1%), soprattutto se si pensa ai

notevoli flussi di turisti provenienti dal Sol Levante che stazionano e transitano per

la confinante provincia di Roma, così come ancora marginali risultano le altre aree

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mondiali, anche relativamente a quei paesi come la Russia o i paesi del Medio

Oriente che, in altre realtà, hanno registrato notevoli incrementi nell’afflusso di

turisti nell’ultimo biennio

Incrociando i dati tra provenienza geografica e tipologia di struttura ricettizia scelta,

dalla tabella 48 si evince come in quasi tutti i casi le strutture complementari siano

state scelte da percentuali basse di visitatori, nonostante trattasi di strutture spesso a

minor costo rispetto agli alberghi. Con ogni probabilità, questo è ascrivibile ad una

bassa qualità delle strutture alternative alla tradizionale industria alberghiera,

almeno secondo gli standard internazionali, e proprio su questo fattore occorrerà

puntare per un rapido sviluppo dell’industria ricettizia e quindi dell’economia

reatina.

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Tab. 46 - Arrivi e presenze italiane e straniere negli alberghi a Rieti, nel Lazio e in Italia (valori quantitativi e %), percentuale su totale regionale (2005)

ITALIANI STRANIERI TOTALE Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Frosinone 247.471 802.771 140.322 353.523 387.793 1.156.294 Latina 283.744 1.019.801 60.947 320.110 344.691 1.339.911 Rieti 54.587 205.460 7.026 31.707 61.613 237.167 Roma 2.775.312 7.262.602 5.091.179 16.174.216 7.866.491 23.436.818 Viterbo 72.998 213.145 17.261 61.173 90.259 274.318 LAZIO 3.434.112 9.503.779 5.316.735 16.940.729 8.750.847 26.444.508 ITALIA 41.295.496 138.222.074 30.870.027 102.097.538 72.165.523 240.319.612

% su totale esercizi ricettivi Frosinone 95,7 93,0 98,8 98,6 96,8 94,7 Latina 61,9 41,8 77,6 72,1 64,2 46,5 Rieti 82,5 83,8 73,8 71,2 81,4 81,8 Roma 90,7 85,0 90,4 88,8 90,5 87,6 Viterbo 84,0 54,7 68,8 36,3 80,6 49,2 LAZIO 87,4 76,1 90,3 88,1 89,1 83,4 ITALIA 82,2 66,9 81,1 68,8 81,8 67,7 Fonte: Istat

Tab. 47 - Arrivi e presenze italiane e straniere negli esercizi complementari a Rieti, nel Lazio e in Italia, valori quantitativi e percentuali (2005)

ITALIANI STRANIERI TOTALE Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Frosinone 11.226 60.230 1.678 4.859 12.904 65.089 Latina 174.964 1.417.753 17.559 123.855 192.523 1.541.608 Rieti 11.568 39.845 2.488 12.800 14.056 52.645 Roma 285.280 1.284.025 539.606 2.038.181 824.886 3.322.206 Viterbo 13.926 176.461 7.823 107.148 21.749 283.609 LAZIO 496.964 2.978.314 569.154 2.286.843 1.066.118 5.265.157 ITALIA 8.917.828 68.504.450 7.185.112 46.192.588 16.102.940 114.697.038

% su totale esercizi ricettivi Frosinone 4,3 7,0 1,2 1,4 3,2 5,3 Latina 38,1 58,2 22,4 27,9 35,8 53,5 Rieti 17,5 16,2 26,2 28,8 18,6 18,2 Roma 9,3 15,0 9,6 11,2 9,5 12,4 Viterbo 16,0 45,3 31,2 63,7 19,4 50,8 LAZIO 12,6 23,9 9,7 11,9 10,9 16,6 ITALIA 17,8 33,1 18,9 31,2 18,2 32,3

Fonte: Istat

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Tab. 48 - Arrivi e presenze negli esercizi ricettivi della provincia di Rieti per paese di provenienza (valori quantitativi), e % di arrivi e presenze negli esercizi complementari (2004) ESERCIZI ESERCIZI TOTALE % ALBERGHIERI COMPLEMENTARI ESERCIZI RICETTIVI Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze UNIONE EUROPEA ITALIA 59.971 228.409 7.804 31.615 67.775 260.024 88,3 87,1 Finlandia 19 30 3 9 22 39 0,0 0,0 Svezia 283 1.403 24 336 307 1.739 0,4 0,6 Danimarca 42 135 10 55 52 190 0,1 0,1 Irlanda 48 74 11 38 59 112 0,1 0,0 Regno Unito 564 2.282 234 1.506 798 3.788 1,0 1,3 Paesi Bassi 316 791 237 967 553 1.758 0,7 0,6 Belgio 272 1.262 87 496 359 1.758 0,5 0,6 Lussemburgo 128 339 0 0 128 339 0,2 0,1 Germania 916 5.978 275 1.158 1.191 7.136 1,6 2,4 Francia 524 2.355 281 818 805 3.173 1,0 1,1 Austria 167 449 15 31 182 480 0,2 0,2 Spagna 214 537 88 343 302 880 0,4 0,3 Portogallo 82 386 2 14 84 400 0,1 0,1 Grecia 38 115 2 14 40 129 0,1 0,0 Totale 63.584 244.545 9.073 37.400 72.657 281.945 94,6 94,5 ALTRI PAESI EUROPEI Norvegia 15 38 57 124 72 162 0,1 0,1 Islanda 0 0 3 6 3 6 0,0 0,0 Svizzera 320 923 39 115 359 1.038 0,5 0,3 Polonia 114 543 48 349 162 892 0,2 0,3 Rep.Ceca 432 1.653 120 494 552 2.147 0,7 0,7 Slovacchia 51 247 6 32 57 279 0,1 0,1 Ungheria 59 238 37 159 96 397 0,1 0,1 Croazia 158 534 44 230 202 764 0,3 0,3 Slovenia 24 60 2 35 26 95 0,0 0,0 Turchia 13 23 2 14 15 37 0,0 0,0 Russia 95 351 2 12 97 363 0,1 0,1 Altri Paesi Europei 90 201 0 0 90 201 0,1 0,1 Totale 1.371 4.811 360 1.570 1.731 6.381 2,3 2,1 PAESI EXTRAEUROPEI Egitto 11 32 7 181 18 213 0,0 0,1 Paesi dell'Africa Mediterranea 69 473 6 24 75 497 0,1 0,2 Sud Africa 30 76 13 237 43 313 0,1 0,1 Altri Paesi dell'Africa 62 412 11 91 73 503 0,1 0,2 Stati Uniti d'America 689 2.233 218 1.005 907 3.238 1,2 1,1 Canada 60 157 61 237 121 394 0,2 0,1 Messico 18 93 20 124 38 217 0,0 0,1 Venezuela 12 44 0 0 12 44 0,0 0,0 Brasile 105 306 4 8 109 314 0,1 0,1 Argentina 82 124 9 44 91 168 0,1 0,1 Altri Paesi dell'America Latina 29 36 3 13 32 49 0,0 0,0 Israele 78 142 7 61 85 203 0,1 0,1 Altri Paesi del M.Oriente 276 1263 64 798 340 2.061 0,4 0,7 Cina 53 173 2 2 55 175 0,1 0,1 Corea del Sud 35 136 27 28 62 164 0,1 0,1 Giappone 154 484 24 632 178 1.116 0,2 0,4 Altri Paesi dell'Asia 6 31 0 0 6 31 0,0 0,0 Australia 71 165 21 42 92 207 0,1 0,1 Nuova Zelanda 19 24 5 30 24 54 0,0 0,0 Altri Paesi 28 96 0 0 28 96 0,0 0,0 Totale 1.887 6.500 502 3.557 2.389 10.057 3,1 3,4 TOTALE PAESI ESTERI 6.871 27.447 2.131 10.912 9.002 38.359 11,7 12,9 TOTALE GENERALE 66.842 255.856 9.935 42.527 76.777 298.383 100,0 100,0

Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Grad. 1 - Graduatoria nazionale secondo il peso percentuale del valore aggiunto del turismo sul totale del valore aggiunto provinciale (2005)

Posizione Province Peso % Turismo Posizione Province Peso % Turismo 1 Bolzano 13,4 54 Napoli 3,3 2 Rimini 11,0 55 Catanzaro 3,3 3 Savona 8,9 56 Rieti 3,3 4 Aosta 8,6 57 Brindisi 3,3 5 Imperia 8,5 58 Oristano 3,2 6 Venezia 7,9 59 Benevento 3,2 7 Grosseto 7,6 60 Pavia 3,2 8 Trento 7,0 61 Trapani 3,2 9 Belluno 7,0 62 Palermo 3,1

10 Sondrio 7,0 63 Treviso 3,1 11 La Spezia 6,5 64 Roma 3,1 12 Siena 6,3 65 Arezzo 3,1 13 Nuoro 5,7 66 Pordenone 3,1 14 Vibo Valentia 5,3 67 Agrigento 2,9 15 Pesaro E Urbino 5,3 68 Vicenza 2,9 16 Livorno 5,3 69 Crotone 2,9 17 Lucca 5,2 70 Avellino 2,9 18 Verbania 5,2 71 Latina 2,9 19 Ravenna 5,1 72 Pisa 2,8 20 Sassari 5,1 73 Frosinone 2,8 21 Genova 5,0 74 Campobasso 2,7 22 Ascoli Piceno 4,7 75 Cremona 2,7 23 Trieste 4,5 76 Ragusa 2,7 24 Massa Carrara 4,5 77 Lecce 2,7 25 Macerata 4,5 78 Reggio Emilia 2,7 26 Udine 4,5 79 Varese 2,7 27 Forli' 4,4 80 Bergamo 2,7 28 Ferrara 4,4 81 Enna 2,7 29 Verona 4,4 82 Lecco 2,6 30 Gorizia 4,3 83 Milano 2,5 31 Padova 4,3 84 Lodi 2,5 32 Firenze 4,2 85 Siracusa 2,5 33 Perugia 4,1 86 Isernia 2,5 34 Messina 4,1 87 Asti 2,5 35 Piacenza 3,9 88 Reggio Calabria 2,5 36 Parma 3,9 89 Catania 2,4 37 Pistoia 3,8 90 Matera 2,4 38 L'Aquila 3,8 91 Mantova 2,3 39 Teramo 3,7 92 Potenza 2,3 40 Bologna 3,6 93 Bari 2,3 41 Rovigo 3,6 94 Vercelli 2,3 42 Viterbo 3,6 95 Torino 2,0 43 Salerno 3,6 96 Biella 2,0 44 Pescara 3,6 97 Novara 2,0 45 Modena 3,5 98 Cuneo 2,0 46 Brescia 3,5 99 Alessandria 1,9 47 Como 3,5 100 Taranto 1,9 48 Cosenza 3,5 101 Caserta 1,9 49 Ancona 3,5 102 Prato 1,9 50 Terni 3,4 103 Caltanissetta 1,8 51 Foggia 3,4 52 Cagliari 3,4 53 Chieti 3,4 ITALIA 3,6

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Grad. 2 – Graduatoria provinciale decrescente per indice di internazionalizzazione turistica (Valori percentuali; Anno 2005)

Arrivi stranieri/ Arrivi stranieri/ Posizione Province

Totale arrivi (%) Posizione Province

Totale arrivi (%) 1 Venezia 72,3 54 Vibo Valentia 28,1 2 Verbano-Cusio-Ossola 70,2 55 Massa-Carrara 28,0 3 Firenze 68,6 56 Perugia 27,9 4 Roma 64,8 57 Caserta 27,7 5 Como 62,8 58 Salerno 27,1 6 Bolzano-Bozen 61,7 59 Catania 26,7 7 Prato 61,1 60 Alessandria 26,2 8 Verona 60,3 61 Belluno 25,9 9 Pistoia 55,0 62 Mantova 25,6 10 Pisa 52,2 63 Vercelli 25,1 11 Siena 49,7 64 Parma 24,1 12 Milano 49,1 65 Biella 23,7 13 Gorizia 48,7 66 Ragusa 23,4 14 Brescia 48,6 67 Trapani 22,8 15 Napoli 46,9 68 Cremona 22,6 16 Treviso 46,2 69 Reggio nell'Emilia 22,5 17 Varese 44,9 70 Viterbo 22,4 18 Agrigento 44,6 71 Savona 22,2 19 Messina 43,9 72 Cagliari 22,1 20 Asti 43,2 73 Grosseto 21,2 21 Padova 42,0 74 Forlì-Cesena 19,7 22 La Spezia 41,8 75 Bari 19,6 23 Lecco 41,5 76 Rimini 19,1 24 Novara 41,3 77 Pavia 18,7 25 Udine 40,5 78 Pesaro e Urbino 18,4 26 Lucca 39,9 79 Brindisi 17,9 27 Palermo 39,6 80 Ravenna 16,7 28 Rovigo 39,6 81 Ancona 16,7 29 Bergamo 38,3 82 Teramo 16,0 30 Trento 36,7 83 Matera 15,2 31 Piacenza 36,5 84 Catanzaro 14,8 32 Enna 36,4 85 Macerata 14,6 33 Genova 36,4 86 Latina 14,6 34 Sassari 35,8 87 Taranto 13,1 35 Frosinone 35,4 88 Lecce 12,9 36 Torino 35,3 89 Pescara 12,8 37 Cuneo 34,9 90 Rieti 12,6 38 Vicenza 34,5 91 Foggia 12,3 39 Trieste 34,4 92 Ascoli Piceno 12,2 40 Ferrara 33,6 93 Reggio di Calabria 11,9 41 Siracusa 33,0 94 Chieti 11,3 42 Arezzo 32,9 95 Benevento 11,1 43 Imperia 32,5 96 Avellino 11,1 44 Aosta 32,3 97 Caltanissetta 9,8 45 Bologna 31,7 98 Potenza 9,7 46 Nuoro 30,7 99 Isernia 9,0 47 Pordenone 30,6 100 Cosenza 8,0 48 Sondrio 29,7 101 L'Aquila 7,5 49 Oristano 28,6 102 Campobasso 7,0 50 Modena 28,5 103 Crotone 6,1 51 Lodi 28,4 52 Livorno 28,4 53 Terni 28,1 ITALIA 43,1

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Grad. 3 – Graduatoria provinciale decrescente per spesa turistica pro capite dei viaggiatori stranieri a destinazione (Valori in euro; Anno 2005)

Spesa turistica straniera Spesa turistica straniera pro capite pro capite

Posizione (euro) Posizione (euro) 1 Oristano 1.266,7 53 Firenze 518,3 2 Prato 1.193,5 54 Teramo 490,9 3 Crotone 1.142,9 55 Massa Carrara 488,9 4 Viterbo 1.081,4 56 Brindisi 484,6 5 Potenza 1.000,0 57 Milano 482,7 6 Ascoli Piceno 937,5 58 Agrigento 481 7 Macerata 907,4 59 Campobasso 479,2 8 Vibo Valentia 891,9 60 Brescia 477,9 9 Reggio Calabria 859,4 61 Frosinone 476,6 10 Cosenza 821,9 62 Bergamo 472,7 11 Cagliari 801,8 63 Bologna 472,2 12 Avellino 780,5 64 Livorno 462,4 13 Lecce 773,8 65 Parma 455,3 14 Catanzaro 773,6 66 Treviso 454,8 15 Chieti 716,7 67 Rovigo 454,5 16 L'Aquila 714,3 68 Ferrara 454,5 17 Enna 708,3 69 Torino 452,1 18 Rimini 673 70 Vercelli 435,5 19 Terni 669,8 71 Modena 433,5 20 Perugia 668,5 72 Verona 432 21 Caltanissetta 666,7 73 Alessandria 430,5 22 Messina 661,5 74 Asti 423,1 23 Ravenna 659,3 75 Trento 421,1 24 Palermo 659,1 76 Novara 417,6 25 Salerno 654,3 77 Isernia 416,7 26 Forli' 652,8 78 Genova 415,3 27 Catania 638,1 79 Venezia 410,8 28 Matera 634,6 80 Bari 409 29 Arezzo 629,9 81 Cuneo 407,4 30 Sassari 614,1 82 Savona 404,3 31 Taranto 614 83 Siracusa 398,7 32 Latina 611,1 84 Reggio Emilia 397,3 33 Foggia 592,9 85 Piacenza 392,5 34 Pesaro E Urbino 587,8 86 Bolzano 390,3 35 Pistoia 587 87 Belluno 389,4 36 Grosseto 583,3 88 Pavia 379,5 37 Nuoro 583,3 89 Mantova 378,6 38 Padova 578,1 90 Sondrio 376,1 39 Benevento 571,4 91 La Spezia 369,6 40 Rieti 562,5 92 Lecco 366,7 41 Siena 560,5 93 Verbano Cusio Ossola 329 42 Pordenone 558,7 94 Pisa 309,8 43 Lodi 555,6 95 Aosta 289,4 44 Trapani 550 96 Cremona 258,6 45 Biella 546,7 97 Ancona 225,9 46 Pescara 543,8 98 Udine 187 47 Roma 541,2 99 Como 185,2 48 Vicenza 528,1 100 Imperia 115,9 49 Ragusa 524,6 101 Trieste 111 50 Napoli 522,8 102 Varese 91,3 51 Caserta 522,7 103 Gorizia 69,8 52 Lucca 520 Italia 380,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati U.I.C.

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Grad. 4 – Graduatoria provinciale decrescente per permanenza media dei clienti stranieri negli esercizi ricettivi (Valori assoluti; Anno 2004)

Numero notti trascorse

Numero notti trascorse Posizione Province

/ Numero clienti Posizione Province

/ Numero clienti 1 Ascoli Piceno 9,2 53 Taranto 3,5 2 Vibo Valentia 8,5 54 Perugia 3,5 3 Teramo 7,6 55 Potenza 3,5 4 Rovigo 7,2 56 Oristano 3,5 5 Livorno 7,2 57 Pescara 3,5 6 Catanzaro 7,0 58 Siena 3,4 7 Ferrara 7,0 59 Trieste 3,3 8 Salerno 6,8 60 Reggio di Calabria 3,3 9 Viterbo 6,7 61 Palermo 3,2 10 Grosseto 6,5 62 Roma 3,2 11 Crotone 6,2 63 L'Aquila 3,2 12 Caserta 6,2 64 Vercelli 3,1 13 Forlì-Cesena 6,2 65 Torino 3,1 14 Nuoro 6,1 66 Biella 3,1 15 Rimini 6,1 67 La Spezia 3,0 16 Macerata 6,0 68 Reggio nell'Emilia 3,0 17 Foggia 5,8 69 Como 3,0 18 Pesaro e Urbino 5,8 70 Catania 2,9 19 Latina 5,7 71 Firenze 2,9 20 Ravenna 5,6 72 Pisa 2,9 21 Brescia 5,5 73 Pistoia 2,9 22 Bolzano-Bozen 5,5 74 Siracusa 2,8 23 Ragusa 5,4 75 Trapani 2,8 24 Gorizia 5,3 76 Modena 2,7 25 Sassari 5,2 77 Avellino 2,7 26 Udine 5,1 78 Cuneo 2,7 27 Sondrio 5,1 79 Vicenza 2,6 28 Verona 4,9 80 Piacenza 2,6 29 Savona 4,9 81 Lecco 2,6 30 Cagliari 4,8 82 Asti 2,6 31 Cosenza 4,7 83 Isernia 2,5 32 Trento 4,7 84 Novara 2,5 33 Rieti 4,7 85 Frosinone 2,5 34 Campobasso 4,6 86 Terni 2,5 35 Padova 4,4 87 Caltanissetta 2,5 36 Lecce 4,4 88 Bari 2,4 37 Messina 4,2 89 Genova 2,4 38 Verbano-Cusio-Ossola 4,2 90 Treviso 2,4 39 Venezia 4,1 91 Bologna 2,3 40 Arezzo 4,1 92 Mantova 2,3 41 Matera 4,1 93 Pavia 2,2 42 Belluno 4,0 94 Milano 2,1 43 Massa-Carrara 4,0 95 Prato 2,1 44 Napoli 4,0 96 Parma 2,1 45 Chieti 4,0 97 Varese 2,1 46 Imperia 3,9 98 Alessandria 2,1 47 Ancona 3,7 99 Bergamo 1,9 48 Aosta 3,7 100 Cremona 1,9 49 Pordenone 3,7 101 Agrigento 1,9 50 Lucca 3,7 102 Lodi 1,5 51 Benevento 3,6 103 Enna 1,5 52 Brindisi 3,6 ITALIA 3,9 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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Grad. 5 – Graduatoria provinciale decrescente per indice di qualità alberghiera (Valori percentuali; Anno 2004)

Posizione Province Numero alberghi a 4 e 5

stelle /Totale alberghi (%)Posizione Province

Numero alberghi a 4 e 5 stelle /Totale alberghi (%)

1 Brindisi 31,3 53 L'Aquila 11,1 2 Bari 29,9 54 Pavia 10,6 3 Cremona 27,5 55 Siracusa 10,1 4 Prato 26,3 56 Lucca 10,0 5 Padova 26,3 57 Parma 9,9 6 Taranto 25,4 58 Chieti 9,9 7 Sassari 24,7 59 Alessandria 9,9 8 Matera 24,1 60 Latina 9,6 9 Milano 23,9 61 Trieste 9,6

10 Benevento 22,0 62 Perugia 9,5 11 Napoli 21,9 63 Piacenza 9,2 12 Cagliari 21,7 64 Novara 8,9 13 Crotone 21,0 65 Pistoia 8,7 14 Salerno 20,9 66 Lodi 8,7 15 Catania 20,7 67 Verona 8,7 16 Treviso 19,6 68 Ravenna 8,5 17 Lecce 18,3 69 Vicenza 8,5 18 Vibo Valentia 18,1 70 Torino 8,5 19 Arezzo 18,1 71 Modena 8,4 20 Roma 18,0 72 Ancona 8,1 21 Varese 17,5 73 Livorno 8,1 22 Avellino 17,3 74 Grosseto 8,1 23 Reggio Calabria 17,1 75 Ascoli Piceno 8,0 24 Biella 16,7 76 Verbano Cusio Ossola 8,0 25 Firenze 16,6 77 Rovigo 7,8 26 Caserta 15,8 78 Macerata 7,7 27 Campobasso 15,1 79 Bergamo 7,6 28 Cosenza 14,9 80 Reggio nell'Emilia 7,6 29 Pescara 14,9 81 Asti 7,4 30 Isernia 14,3 82 Lecco 7,2 31 Pisa 14,3 83 Aosta 7,1 32 Catanzaro 14,0 84 Udine 7,1 33 Ferrara 13,9 85 Trapani 7,0 34 Messina 13,7 86 Frosinone 6,9 35 Siena 13,6 87 Teramo 6,4 36 Rieti 13,6 88 Belluno 6,3 37 Brescia 13,2 89 Mantova 5,9 38 Genova 13,2 90 Pesaro e Urbino 5,7 39 Palermo 13,0 91 Bolzano 5,4 40 Pordenone 13,0 92 Trento 5,2 41 Viterbo 12,7 93 La Spezia 5,1 42 Como 12,6 94 Imperia 5,0 43 Agrigento 12,4 95 Forlì-Cesena 5,0 44 Venezia 12,2 96 Enna 5,0 45 Bologna 12,0 97 Ragusa 5,0 46 Potenza 11,9 98 Sondrio 5,0 47 Foggia 11,6 99 Cuneo 4,7 48 Oristano 11,4 100 Rimini 4,4 49 Nuoro 11,2 101 Savona 3,4 50 Terni 11,2 102 Massa Carrara 2,4 51 Gorizia 11,2 103 Vercelli 1,5 52 Caltanissetta 11,1 ITALIA 10,2

Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

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8.2 La necessità della valorizzazione dei “turismi”

I dati fin qui raccolti mostrano chiaramente come, al fine di catalizzare

maggiormente i flussi di visitatori, sia opportuno puntare su un maggior sviluppo

dell’industria turistica nella provincia di Rieti, sfruttando la molteplicità di ambienti

turistici diversi19 e la discreta dotazione infrastrutturale (almeno a livello viario) 20

del territorio sabino. In altre parole, occorre stimolare sia la domanda che l’offerta

turistica, quest’ultima non ancora adeguata alle potenzialità del territorio.

Nonostante la provincia di Rieti si trovi, infatti, in una posizione strategica e di vera

e propria cerniera del Centro Italia21, a cavallo tra quattro regioni, a metà strada tra

la costa tirrenica (a ovest) e quella adriatica (a est), e vicina a numerosi centri di forte

richiamo turistico (Roma, borghi medioevali, cascate delle Marmore), essa risulta

ancora una meta poco ambita dai flussi di visitatori provenienti dall’estero, per lo

più orientati sulle città d’arte o su località balneari.

Notevoli sono ancora i passi da fare, quindi, sia da parte dell’imprenditoria

provinciale che delle istituzioni locali, in un’ottica di internazionalizzazione degli

arrivi e di differenziazione del prodotto al punto tale da parlare di “turismi” (turismo

enogastronomico, storico, naturalistico, religioso, invernale).

19. Il 70% di tutto il territorio della Provincia di Rieti è montano e fa parte dell'Appennino Centrale. Ai confini con le Marche e l'Abruzzo sono situati i Monti della Laga, all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso. Verso Nord è situato il gruppo del Monte Nuria, da dove ha origine l'acquedotto del Peschiera. Nella zona del Cicolano, il Monte Navegna e il Monte Cervia si trovano all'interno di una riserva naturale ricchissima di flora e fauna e dai paesaggi suggestivi. Più a Sud si trovano le Montagne della Duchessa, di struttura morfologica calcarea. Poi i Monti Sabini, punto di divisione fra la Valle Reatina e la Sabina. Il gruppo montuoso più conosciuto è quello del Monte Terminillo, considerato uno dei punti più importanti del Centro Italia per gli appassionati di sport invernali. Notevole è anche la presenza idrica in tutta la provincia: oltre alle sorgenti del Peschiera, serbatoio di acqua per la città di Roma, si registra anche la presenza di undici laghi in tutto il territorio. Rieti infine, situata proprio al centro della Valle Reatina, presenta una ricca vita culturale ed un consistente numero di tesori artistici. 20 La provincia è raggiungibile in treno (attraverso la tratta ferroviaria Roma-Fara Sabina-Orte), e tramite la Salaria, grande arteria di collegamento tra Roma e la costa mesoadriatica, mentre le autostrade A1 e A24 lambiscono in parte il territorio reatino, garantendo comunque un minimo collegamento con reti a veloce scorrimento. 21 All’interno del Lazio, la provincia di Rieti confina con Roma e Viterbo, mentre al di là dei confini regionali essa lambisce i territori delle province di Terni, Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo

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In particolare, appare sempre più auspicabile lo sviluppo di un’industria ricettizia

legata alla vocazione agroalimentare del territorio, valorizzando ulteriormente il

patrimonio storico e ambientale di cui dispone l’intera provincia di Rieti, che

coinvolga in particolare quelle aree ancora emarginate dai flussi turistici, specie

esteri.

Parallelamente occorrerebbe sviluppare il turismo “religioso” radicato in molte

province confinanti ma ancora relativamente poco presente nella provincia sabina,

nonostante le potenzialità rappresentate dall’abbazia di Farfa e dal cammino di S.

Francesco.

Tutto questo, in ogni caso, richiama una forma di turismo per così dire “transitorio”

e non stanziale, confermato dal fatto che l’industria dell’accoglienza nella provincia

reatina si fonda ancora in maniera rilevante su di un turismo di seconde case (spesso

possedute da cittadini della vicina Roma), per cui si può parlare di un turismo

“pendolare” (che, tra l’altro, non rientra nelle statistiche ufficiali).

Come detto, infatti, Roma ha ovviamente una forza “centripeta” nel panorama del

turismo laziale, nel senso che tende a monopolizzare nell’intera regione l’attrazione

dei flussi di visitatori e in particolare di quelli stranieri. Questa però può rivelarsi

anche un’opportunità per tutte le altre province laziali, le quali possono sfruttare la

capacità d’attrazione della metropoli, cercando di veicolare i pernottamenti di turisti

diretti alla Capitale verso le strutture delle altre province, indubbiamente più

economiche. Al tempo stesso, la vera sfida che devono affrontare le strutture

ricettizie reatine è quella di convincere e invogliare almeno una parte di questi flussi

a visitare anche la provincia sabina, passaggio viario obbligato per numerosi turisti

diretti nelle varie aree del Centro Italia.

Occorre, quindi, puntare alla valorizzazione ed integrazione dei bacini di utenza,

primo tra tutti quello romano data la vicinanza geografica e la facilità di spostamenti

viari, ma al tempo stesso anche su quello nazionale nonché sui flussi di visitatori

provenienti dall’estero.

Tutte queste considerazioni fanno sì che numerosi siano i vantaggi che si potrebbero

trarre a Rieti da uno sviluppo del turismo, settore non solo idoneo a creare un buon

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numero di posti di lavoro, ma anche capace di veicolare la crescita dell’economia

locale per via dell’effetto positivo esercitato su tutti gli altri settori, a partire dai

servizi. L’incremento della domanda e dell’offerta turistica, infatti, va oltre il

semplice comparto degli alberghi/ristoranti, cui di norma si pensa quando si fa

riferimento all’industria ricettizia. Essa penetra direttamente e indirettamente in una

miriade di attività che spaziano dall’agricoltura all’artigianato, dalla distribuzione

commerciale fino agli spettacoli e alla cultura, oltre che, naturalmente, a tutti quei

comparti che afferiscono direttamente all’indotto del turismo come, ad esempio, i

trasporti, le agenzie di viaggio ed i tour operator.

Figura 1 – Articolazione del territorio provinciale reatino e collegamenti con i principali assi viari del Centro Italia

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Fonte: Azienda Promozione Turistica di Rieti

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Capitolo 9 - L’Artigianato

Il settore artigiano della provincia di Rieti è caratterizzato da un apporto alla

ricchezza provinciale pari al 13,5%, la quota più rilevante in ambito regionale e,

soprattutto, più che doppia in relazione alla media nazionale. Nonostante ciò, Rieti

si posiziona nella seconda metà della graduatoria delle 103 province italiane,

occupando la 56-esima posizione.

Come ci si poteva attendere, è il settore edile quello che fa maggiormente sentire il

proprio peso in merito alla formazione del valore aggiunto artigiano, con oltre 184

milioni di euro prodotti nel 2004, che rappresentano quasi il 50% del valore aggiunto

artigiano della provincia ed il 56,8% del valore aggiunto edile reatino. Tale

aggregato è cresciuto del +6,1%, due punti in più rispetto alla media nazionale

(+4,1%) e 0,4 in più rispetto a quella regionale (+5,7%) tra il 2003 ed il 2004, a

fronte di una crescita del valore aggiunto artigiano totale del +4,2%, il dato meno

elevato in regione ma comunque doppio della media italiana (+2,1%).

L’industria in senso stretto, ovvero il manifatturiero, evidenzia valori in linea con la

media italiana per quanto concerne la sua incidenza sul totale manifatturiero ma di

parecchio inferiori se ci si riferisce al suo peso sul totale artigiano. Di contro, la

variazione annuale mostra un buon +2,3% a fronte della stazionarietà nazionale

(+0,3%).

Per quanto concerne i comparti terziari innovativi, ovvero l’informatica ed i servizi

alle imprese, il peso del proprio valore aggiunto sul totale del valore aggiunto

artigiano risulta in linea con quello regionale (rispettivamente 8,1% ed 8,2%) e

decisamente superiore al livello italiano (7,2%). Il tasso di variazione medio annuo è

nullo, ma si tratta comunque di un risultato positivo poiché in linea con il dato

medio regionale e decisamente opposto al dato medio nazionale (-3%).

Tab. 48 – Valore aggiunto artigiano nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia per settore nel 2004; composizione e variazione percentuale

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Industria in senso stretto

Costruzioni Commercio

e riparazioni

Trasporti e comunicaz.

Informatica e serv. alle

imprese

Serv. alle famiglie e altre attiv.

Totale

Frosinone 241,15 246,56 168,20 218,01 91,92 77,45 1.043,29 Latina 284,19 283,97 174,06 171,68 56,59 64,54 1.035,02 Rieti 59,57 184,12 45,03 31,51 29,95 20,64 370,83 Roma 1.468,90 789,15 916,36 702,64 431,35 523,45 4.831,86 Viterbo 191,42 233,80 101,25 92,10 48,07 43,04 709,69 Lazio 2.245,23 1.737,60 1.404,91 1.215,93 657,89 729,13 7.990,69 Italia 58.779,62 36.894,02 17.060,32 16.859,08 10.570,55 10.935,74 151.099,33

Composizione % Frosinone 23,1 23,6 16,1 20,9 8,8 7,4 100,0 Latina 27,5 27,4 16,8 16,6 5,5 6,2 100,0 Rieti 16,1 49,7 12,1 8,5 8,1 5,6 100,0 Roma 30,4 16,3 19,0 14,5 8,9 10,8 100,0 Viterbo 27,0 32,9 14,3 13,0 6,8 6,1 100,0 Lazio 28,1 21,7 17,6 15,2 8,2 9,1 100,0 Italia 38,9 24,4 11,3 11,2 7,0 7,2 100,0

Variazione % 2004/2003 Frosinone 3,6 3,9 4,8 19,7 12,0 1,6 7,5 Latina 2,9 5,5 6,4 22,1 -5,0 1,2 6,4 Rieti 2,3 6,1 10,9 -5,1 0,0 2,1 4,2 Roma 2,6 6,3 6,3 13,4 -0,6 1,1 4,9 Viterbo 2,2 5,3 5,5 16,7 -4,9 1,5 4,8 Lazio 2,7 5,7 6,2 15,3 0,3 1,2 5,4 Italia 0,3 4,1 1,0 10,5 -3,0 0,7 2,1 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tab. 49 – Valore aggiunto artigiano nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia per settore nel 2004; composizione e variazione percentuale

Ind. In SS

artigiana/ tot. Ind. In SS

Costruzioni artigiane/Tot. Costr

Servizi artigiani/Tot.

SERVIZI

Totale artigiano/Totale

Frosinone 11,8 41,0 8,3 11,0 Latina 10,7 35,6 6,7 9,4 Rieti 21,2 56,8 6,3 13,5 Roma 12,3 29,0 2,9 4,6 Viterbo 28,1 50,2 7,5 13,2 Lazio 12,7 35,4 3,7 6,0 Italia 21,7 56,5 6,2 12,0 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Spostando, ora, l’analisi alle sedi d’impresa artigiana, emerge che in provincia sono

presenti, nel 2006, 3.980 imprese artigiane attive, di cui il 46% afferisce al comparto

edile, percentuale decisamente più corposa di quelle registrate dalle altre province

laziali e dalla stessa Italia. Fanno seguito le attività manifatturiere (21,5%) e gli altri

servizi pubblici, sociali e personali (10,3%), tuttavia con medie inferiori rispetto alle

altre ripartizioni considerate. Solamente l’agricoltura, insieme alle già citate

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costruzioni, supera il valore registrato dalle altre province, registrando una

percentuale pari a 3,1% a fronte di una media regionale di 1,3% (Italia 1,2%).

La variazione percentuale 2006/2005 mette in evidenza quanto sino ad ora

affermato: costruzioni, agricoltura e comparti terziari innovativi rappresentano i

settori maggiormente attivi, sebbene sia da sottolineare il dato riguardante le sedi

artigiane non classificate, che confermerebbe anche in questo senso la teoria del

riposizionamento imprenditoriale in atto in provincia. Lo spaccato manifatturiero

mette in luce il fatto che le imprese di tutti i comparti evidenziano un dato negativo,

fatta eccezione per la confezione di articoli di vestiario e pellicce (+6,9%), la

fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo (+3,1%), la fabbricazione di

macchine ed apparecchi meccanici (+2,6%) e la fabbricazione di apparecchi

medicali e strumenti ottici (+1,7%).

Tali risultati fanno differenziare Rieti rispetto alla media italiana che, invece,

esibisce variazioni positive in merito ai combustibili, all’industria alimentare, alle

macchine per uffici, all’indotto mezzi di trasporto ed al recupero e preparazione per

il riciclaggio.

Tab. 50 – Sedi d’impresa artigiana per provincia e settore nel 2006 nel Lazio ed in Italia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura 154 164 124 648 210 1.300 17.801 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 0 0 0 0 0 252 Estrazione di minerali 10 1 2 11 20 44 1.056 Attivita' manifatturiere 2.774 2.832 854 16.136 1.983 24.579 432.291 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 1 2 0 1 2 6 125 Costruzioni 3.541 3.300 1.832 22.329 3.725 34.727 557.794 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 1.027 1.108 325 6.554 672 9.686 119.816 Alberghi e ristoranti 38 44 9 480 30 601 3.118 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 780 763 254 7.169 488 9.454 116.208 Intermediaz.monetaria e finanziaria 0 3 1 10 0 14 175 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 274 330 147 2.997 260 4.008 62.745 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0 0 0 0 0 0 1 Istruzione 14 7 8 2 11 42 2.035 Sanita' e altri servizi sociali 6 2 0 13 1 22 725

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Altri servizi pubblici,sociali e personali 1.322 1.287 410 9.092 823 12.934 155.335 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 1 Imprese non classificate 10 3 14 30 9 66 1.967 TOTALE 9.951 9.846 3.980 65.472 8.234 97.483 1.471.445 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 51 – Composizione percentuale delle sedi d’impresa artigiana per provincia e settore nel 2006 nel Lazio ed in Italia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura 1,5 1,7 3,1 1,0 2,6 1,3 1,2 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Estrazione di minerali 0,1 0,0 0,1 0,0 0,2 0,0 0,1 Attivita' manifatturiere 27,9 28,8 21,5 24,6 24,1 25,2 29,4 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 35,6 33,5 46,0 34,1 45,2 35,6 37,9 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 10,3 11,3 8,2 10,0 8,2 9,9 8,1 Alberghi e ristoranti 0,4 0,4 0,2 0,7 0,4 0,6 0,2 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 7,8 7,7 6,4 10,9 5,9 9,7 7,9 Intermediaz.monetaria e finanziaria 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 2,8 3,4 3,7 4,6 3,2 4,1 4,3 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Istruzione 0,1 0,1 0,2 0,0 0,1 0,0 0,1 Sanita' e altri servizi sociali 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 13,3 13,1 10,3 13,9 10,0 13,3 10,6 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Imprese non classificate 0,1 0,0 0,4 0,0 0,1 0,1 0,1 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 52 – Variazione percentuale delle sedi d’impresa artigiana per provincia e settore nel 2006/2005 nel Lazio ed in Italia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Agricoltura, caccia e silvicoltura 1,3 1,2 9,7 11,0 4,0 7,2 4,1 Pesca,piscicoltura e servizi connessi - - - - - - -3,4 Estrazione di minerali 0,0 0,0 -33,3 -8,3 -4,8 -6,4 -4,4 Attivita' manifatturiere -0,9 0,8 -1,8 0,7 -0,5 0,4 -0,9 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 - -50,0 0,0 -14,3 -7,4 Costruzioni 3,3 4,3 2,5 5,7 3,9 5,0 3,6 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa -1,0 -4,5 -3,3 -2,2 -2,3 -2,4 -2,9 Alberghi e ristoranti -13,6 -17,0 -10,0 -10,8 -9,1 -11,4 -13,0 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. -5,2 -3,9 -3,8 1,0 -3,2 -0,3 -3,2 Intermediaz.monetaria e finanziaria - 0,0 0,0 11,1 - 7,7 -14,2 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 0,0 -0,3 3,5 -1,8 3,2 -1,0 0,0 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria - - - - - - -50,0 Istruzione 7,7 40,0 0,0 100,0 0,0 10,5 0,4 Sanita' e altri servizi sociali 0,0 0,0 - -81,9 0,0 -72,8 -13,5 Altri servizi pubblici,sociali e personali 3,0 0,1 3,5 1,5 1,2 1,5 0,3 Serv.domestici presso famiglie e conv. - - - - - - -50,0 Imprese non classificate 11,1 0,0 55,6 -87,2 -18,2 -75,2 -17,6

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173

TOTALE 0,7 0,7 1,0 1,7 1,5 1,4 0,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 53 – Sedi d’impresa artigiane manifatturiere per provincia nel 2006 nel Lazio ed in Italia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia DA15 Industrie alimentari e delle bevande 693 673 171 3.282 508 5.327 78.490 DB17 Industrie tessili 40 35 23 254 39 391 19.381 DB18 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 196 142 31 1.361 78 1.808 29.057 DC19 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 16 19 2 230 31 298 14.714 DD20 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 344 336 160 1.755 258 2.853 41.222 DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 10 7 4 72 3 96 2.069 DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 89 94 16 747 77 1.023 14.284 DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0 1 0 0 0 1 29 DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 11 6 3 37 8 65 1.858 DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 48 28 5 67 12 160 5.905 DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 136 126 45 594 174 1.075 19.720 DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 16 9 7 121 3 156 1.635 DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 527 596 167 2.060 324 3.674 80.932 DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 111 151 39 703 105 1.109 27.543 DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 22 6 4 20 9 61 1.548 DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 51 46 24 256 32 409 11.135 DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 12 25 9 109 9 164 3.071 DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 195 190 61 1.682 91 2.219 23.206 DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 6 9 1 16 8 40 1.262 DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 1 79 1 98 9 188 3.998 DN36 Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 241 246 76 2.664 200 3.427 50.023 DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 9 8 5 8 5 35 1.209 TOTALE 2.774 2.832 854 16.136 1.983 24.579 432.291 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere Tab. 54 – Composizione percentuale delle sedi d’impresa artigiane manifatturiere per provincia nel 2006 nel Lazio ed in Italia Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia DA15 Industrie alimentari e delle bevande 25,0 23,8 20,0 20,3 25,6 21,7 18,2 DB17 Industrie tessili 1,4 1,2 2,7 1,6 2,0 1,6 4,5 DB18 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 7,1 5,0 3,6 8,4 3,9 7,4 6,7 DC19 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 0,6 0,7 0,2 1,4 1,6 1,2 3,4 DD20 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 12,4 11,9 18,7 10,9 13,0 11,6 9,5 DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,4 0,2 0,5 0,4 0,2 0,4 0,5 DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 3,2 3,3 1,9 4,6 3,9 4,2 3,3 DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,4 0,2 0,4 0,2 0,4 0,3 0,4 DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 1,7 1,0 0,6 0,4 0,6 0,7 1,4 DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 4,9 4,4 5,3 3,7 8,8 4,4 4,6 DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 0,6 0,3 0,8 0,7 0,2 0,6 0,4 DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 19,0 21,0 19,6 12,8 16,3 14,9 18,7 DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 4,0 5,3 4,6 4,4 5,3 4,5 6,4 DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,8 0,2 0,5 0,1 0,5 0,2 0,4 DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 1,8 1,6 2,8 1,6 1,6 1,7 2,6 DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0,4 0,9 1,1 0,7 0,5 0,7 0,7 DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 7,0 6,7 7,1 10,4 4,6 9,0 5,4 DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,2 0,3 0,1 0,1 0,4 0,2 0,3 DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,0 2,8 0,1 0,6 0,5 0,8 0,9

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DN36 Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 8,7 8,7 8,9 16,5 10,1 13,9 11,6 DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,3 0,3 0,6 0,0 0,3 0,1 0,3 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 55 – Variazione percentuale delle sedi d’impresa artigiane manifatturiere per provincia nel

2006/2005 nel Lazio ed in Italia

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia DA15 Industrie alimentari e delle bevande 2,1 4,8 0,0 6,6 4,5 5,3 2,9 DB17 Industrie tessili -2,4 0,0 -4,2 -3,8 -15,2 -4,6 -4,8 DB18 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce -1,0 -2,7 6,9 -0,6 -3,7 -0,8 -2,5 DC19 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 6,7 -9,5 0,0 -6,9 -6,1 -6,3 -2,3 DD20 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia -5,5 -5,1 -4,8 -3,4 -6,9 -4,3 -3,5 DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,0 -22,2 0,0 -2,7 -25,0 -5,0 -2,4 DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati -4,3 -1,1 -11,1 -2,0 -1,3 -2,2 -1,5 DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari - 0,0 - - - 0,0 7,4 DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche -8,3 -14,3 -25,0 5,7 -20,0 -4,4 -2,3 DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 6,7 -3,4 -16,7 -8,2 0,0 -3,0 -0,8 DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. -1,4 0,0 -4,3 -0,2 0,0 -0,5 -1,5 DJ27 Produzione di metalli e loro leghe -5,9 0,0 -12,5 -8,3 0,0 -7,7 -8,4 DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine -0,2 3,7 3,1 2,1 2,5 2,1 -0,5 DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. -1,8 -2,6 2,6 -7,1 1,0 -5,0 -0,6 DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori -8,3 0,0 -33,3 5,3 -10,0 -6,2 1,8 DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. -5,6 -8,0 -11,1 8,9 0,0 2,8 -1,0 DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0,0 4,2 -10,0 -4,4 -18,2 -4,1 -4,2 DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici -1,0 3,3 1,7 4,3 -1,1 3,4 0,0 DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. -14,3 -10,0 0,0 14,3 14,3 2,6 1,9 DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 0,0 -2,5 0,0 -2,0 -10,0 -2,6 4,0 DN36 Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 0,4 2,1 -3,8 -1,3 -1,0 -1,0 -2,3 DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio -10,0 -20,0 0,0 14,3 0,0 -5,4 1,7 TOTALE -0,9 0,8 -1,8 0,7 -0,5 0,4 -0,9 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Capitolo 10 - Il settore delle acque

Il settore delle acque si rivela strategico per lo sviluppo della provincia al punto tale

che, in più contesti, si è parlato anche di distretto delle acque. Come è possibile

notare dai dati riportati nella tabella sottostante, la maggioranza della superficie

territoriale della provincia di Rieti è ricoperta da foreste ed aree semi-naturali

(64,5%), in percentuale quasi doppia rispetto alla media laziale (35%) e superiore a

quella nazionale di quasi 25 punti percentuali (40,9%). Di contro, terreni agricoli,

superfici artificiali e d’acqua evidenziano percentuali inferiori alle medie esaminate.

Il dettaglio delle imprese per la raccolta, depurazione e distribuzione d’acqua mette

in evidenza che la provincia, insieme a Frosinone, detiene 5 aziende attive in tal

senso.

Tab. 56 – Utilizzo del suolo nelle province laziali, nel Lazio ed in Italia (in %)

Sup. artificiali

(mq) Terreni agricoli

(mq) Foreste ed aree

semi-naturali (mq) Terreni

paludosi (mq) Superfici

d'acqua (mq) Totale

superficie Frosinone 2,7 51,6 45,6 0,0 0,1 100,0 Latina 4,4 64,6 30,1 0,2 0,7 100,0

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Rieti 1,3 33,6 64,5 0,1 0,5 100,0 Roma 11,5 60,7 26,4 0,0 1,4 100,0 Viterbo 1,8 75,9 18,7 0,1 3,5 100,0 Lazio 5,2 58,4 35,0 0,1 1,4 100,0 Italia 4,3 53,6 40,9 0,2 1,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

Tab. 57 – Imprese della raccolta, depurazione e distribuzione d’acqua nel Lazio ed in Italia nel 2006; valore assoluto e percentuale

Raccolta, depurazione e

distribuzione di acqua potabile Raccolta, depurazione e

distribuzione di acqua non potabile N.c. Totale

Frosinone 5 0 2 7 Latina 6 0 0 6 Rieti 5 0 0 5 Roma 89 5 12 106 Viterbo 13 4 0 17 Lazio 118 9 14 141 Italia 1.432 226 303 1.961

Composizione % Frosinone 71,4 0,0 28,6 100,0 Latina 100,0 0,0 0,0 100,0 Rieti 100,0 0,0 0,0 100,0 Roma 84,0 4,7 11,3 100,0 Viterbo 76,5 23,5 0,0 100,0 Lazio 83,7 6,4 9,9 100,0 Italia 73,0 11,5 15,5 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere

SEZIONE III: L’INDAGINE ALLE IMPRESE SUI PROCESSI DI

TRASFORMAZIONE SETTORIALE

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Capitolo 11 – Il riposizionamento del manifatturiero

11.1 Il processo di trasformazione del sistema economico nazionale

I primi anni del decennio sono stati difficili per il nostro sistema imprenditoriale al

punto tale che il processo di globalizzazione ed integrazione produttiva

internazionale ha dato luogo a percorsi di crisi imprenditoriale; tuttavia, il sistema

economico italiano ha reagito, attraverso la selezione delle imprese meno

produttive, l’adeguamento alla nuova geografia produttiva mondiale ed il

riposizionamento in settori a maggiore capacità di crescita, respingendo l’ipotesi di

declino industriale così come da alcuni paventato22.

Il biennio 2006-2007 è contrassegnato da evidenti segnali di ripresa; crescono

esportazioni e dagli investimenti e, probabilmente, ne conseguirà una ripresa dei

consumi. La ripresa, tuttavia, è condizionata dai diversi modelli di sviluppo del

nostro Paese e dallo stato di avanzamento del percorso di riposizionamento delle

economie locali.

In via generale, aumenta il numero di imprese collocate in segmenti alti e medio-alti

del mercato ed in grado di puntare su una immagine ben riconoscibile presso i clienti

finali, perché fortemente ancorata alla tradizione del Made in Italy. Terminata l’era

delle strategie concentrate sul prezzo, le aziende hanno rivalutato gli effetti

economico-finanziari dovuti alla forza commerciale del marchio aziendale che

consente alle imprese di conseguire posizioni di leadership.

Da un punto di vista settoriale sembrerebbe che i settori “tradizionali” come il

Sistema Moda, grazie ai processi di trasformazione messi in atto abbiano superato il

momento di crisi ed i risultati positivi si registrano sia in termini di aumento della

produzione che del fatturato e delle esportazioni. Inoltre, la nostra offerta all’estero

sta gradualmente cambiando nel mix di prodotti offerti, a vantaggio di quelli a più

elevato contenuto di valore aggiunto) come nelle nuove forme del Made in Italy

22 Per un approfondimento: Luciano Gallino, La scomparsa dell’Italia industriale, 2003, Einaudi, Torino.

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(meccanica strumentale), nelle piazze extra-europee più ricche (Stati Uniti in testa)

come nel mercato “domestico” europeo.

Grazie a tali strategie imprenditoriali, il saldo commerciale del settore della

trasformazione industriale in senso stretto si mantiene positivo e, anzi, cresce

ulteriormente nel 2006. Proprio dalle performance dell’Italia all’estero - trainate dai

Paesi a maggiore assorbimento di prodotti italiani ed in fase di ripresa della

domanda, come gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania – provengono, quindi, i

più evidenti segnali di una volontà di ripresa che sembra stia abbracciando fasce

gradualmente più consistenti del nostro apparato produttivo, anche nei distretti

industriali.

Ovviamente, la realtà economica italiana è formata da numerosi percorsi di sviluppo

locale e le dinamiche di crescita locale rispondono con diversa intensità secondo

cadenze irregolari e discontinue, legate a “ciclo di vita” dei sistemi economici locali.

Le cause di questo fenomeno possono essere molteplici, ma in questa sede ci preme

sottolinearne due:

- la specializzazione produttiva in settori più o meno maturi comporta una

elevata esposizione alla concorrenza dei Paesi emergenti a basso costo della

manodopera, in quanto esprime prodotti ad “elevata elasticità della domanda nei

confronti del prezzo”;

- la capacità imprenditoriale locale di interpretare e sviluppare percorsi di

innovazione e posizionamento che rispondano alle esigenze determinate dalla

nuova geografia produttiva mondiale.

E’ doveroso, inoltre, osservare come le dinamiche di trasformazione dei sistemi

economici locali, in quasi tutti i casi, si riflettono nelle dinamiche del Pil, dapprima

in flessione (o in ritardo) e successivamente in crescita; in provincia di Rieti tale

dinamica è stata sicuramente celata dalla vicinanza del bacino romano.

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11.2 La risposta delle imprese reatine alla crescente domanda di competitività

Al fine di esaminare il percorso di riposizionamento dell’economia reatina,

nell’ambito delle attività dell’Osservatorio economico è stata realizzata un’indagine

telefonica presso un panel di imprese manifatturiere operanti nell’ambito del

sistema protodistrettuale di Cittaducale, per lo più dei comparti della meccanica

(23,8%) e dell’elettronica (11,9%). Il panel di imprese non ha la pretesa di essere

rappresentativo dell’intera economia della provincia ma, sicuramente, indicativo

dei processi di trasformazione imprenditoriale e settoriale in corso. Le imprese

intervistate hanno, prevalentemente una forma giuridica strutturata (srl 54,8%, spa

11,9%), una dimensione aziendale flessibile (il 78,5% delle imprese intervistate ha

meno di 20 addetti) e risultano costituite per lo più tra il 1980 ed il 2000 (64,3%).

Entrando nello specifico dei dati dell’indagine, delle imprese intervistate, la metà ha

origine da diversificazione di azienda già esistente dello stesso (45,2%) e di altro

settore (4,8%).

Graf. 1 – Modalità di nascita dell’impresa (in %)

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50,045,2

4,8

Nuova iniziativa imprenditoriale Diversificazione di impresa esistente dello stesso settoreDiversificazione di impresa esistente di altro settore

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

In ogni caso, le imprese interviste vedono, nel 45,2% dei casi aumentare il fatturato

nel 2006 e nel primo semestre 2007, con conseguenti saldi (differenza tra aumento e

diminuzione della variabile considerata) sensibilmente positivi (rispettivamente

+33,3% e +28,5%). Per quanto concerne l’occupazione le imprese dichiarano, nel

78,6% dei casi che il 2006 è stato un anno di stabilità, mentre nel primo semestre

2007 tale quota scende al 71,4% si tratta di percentuali contenute in quanto nella

maggior parte delle indagini che l’Istituto realizza tale quota si attesta tra l’85% ed il

95%. Ciò, a favore delle dichiarazioni di aumento del numero di occupati che, per il

2006 si attestano al 16,7% dei casi, mentre per il primo semestre 2007 tale quota

arriva al 19% con saldi favorevoli, pari rispettivamente a 11.9% e 9,5%.

Per quanto concerne le previsioni sull’andamento del secondo semestre 2007, le

imprese interviste sono nuovamente ottimiste al punto tale che le dichiarazioni di

aumento di fatturato e occupazione e, conseguentemente, i saldi, mostrano

percentuali positive anche se di minore intensità rispetto alle precedenti

distribuzioni statistiche. Ovviamente le previsioni sono sempre condizionate da un

margine di incertezza che si riflette sul monte delle dichiarazioni; nel complesso,

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tuttavia, occorre sottolineare come le imprese interviste presentino una situazione

economica piuttosto favorevole.

Tab. 1 – Andamento del fatturato nell’azienda nel 2006 e nel I semestre 2007; previsioni II semestre 2007 (in %) 2006 I semestre 2007 Previsioni II semestre 2007 In aumento 45,2 45,2 28,6 In diminuzione 11,9 16,7 4,8 Stabile 42,9 38,1 59,5 Ns/Nr 0,0 0,0 7,1 Totale 100,0 100,0 100,0 Saldo 33,3 28,5 23,8 Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Tab. 2 – Andamento dell’occupazione nell’azienda nel 2006 e nel I semestre 2007; previsioni II semestre 2007 (in %) 2006 I semestre 2007 Previsioni II semestre 2007 In aumento 16,7 19,0 9,5 In diminuzione 4,8 9,5 4,8 Stabile 78,6 71,4 83,3 Ns/Nr 0,0 0,0 2,4 Totale 100,0 100,0 100,0 Saldo 11,9 9,5 4,7 Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Tale affermazione risulta testimoniata dal fatto che nel 2006 il 52,4% delle imprese

intervistate dichiara una fase strutturale statica ed il 42,9% in espansione;

quest’ultima percentuale in aumento di circa 10 punti percentuali rispetto alle quote

relative al 2005. Attualmente la situazione si manifesta analoga a quella registrata

per l’anno 2005, solo con un incremento della quota di imprese che dichiara

criticità (9,5%).

Graf. 2 - Definizione della fase strutturale dell’azienda al 2005, al 2006 ed oggi (in %)

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2,4

64,3

33,3

4,8

52,4

42,9

9,5

54,8

35,7

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

2005 2006 Oggi

Crisi Staticità Espansione Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

L’attuale fase che sta attraversando le aziende intervistate (espansione,

stazionarietà, crisi; quest’ultima legata per lo più all’economia locale ritenuta

asfittica ed al consistente peso fiscale) si riflettono, secondo le dichiarazioni degli

imprenditori), nel 40,5% dei casi esclusivamente nell’azienda stessa (con intensità

media nel 73,8% dei casi e elevata nel 16,7%), nel 16,7% in un’area specifica della

provincia (con tutta probabilità Cittaducale), nel 19% nel settore di appartenenza

(per lo più meccanica ed elettronica) e nel 28,6% nell’intera economia locale. Si

tratta di risultati di rilievo in quanto, necessariamente le percezioni degli

imprenditori intravedono nella propria organizzazione le conseguenze della fase

attraversata, tuttavia, si prospettano importanti effetti (probabilmente in termini di

mutamento strutturale) anche sull’intero contesto economico provinciale. Ciò per

sottolineare come i processi in atto non devono essere intesi esclusivamente come

dinamiche microeconomiche, ma anche come processi che nel breve-medio periodo

avranno effetti sulla costruzione della ricchezza e sulla sua distribuzione.

Graf. 3 – Aree e settori su cui si stanno riflettendo e si rifletteranno le conseguenze dell’attuale fase strutturale dell’azienda (in %)

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182

40,5

19,0

28,6

16,7

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

Esclusivamente in azienda

Il settore economico diappartenenza dell'azienda

L'intera economia locale

Un'area specifica dellaprovincia

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 4 – Intensità dell’impatto di tali conseguenze sull’azienda (in %)

16,7

73,8

7,1 2,4

Alto Medio Basso Ns/Nr Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Entrando maggiormente nel processo di trasformazione, alle imprese del panel23 è

stato chiesto se, al loro interno, siano in atto percorsi di mutamento settoriale e/o

23 Il panel è costituito da 100 imprese, di cui il 23,8% del settore della meccanica, l’11,9% dell’elettronica. Per quanto concerne la forma giuridica il 54,8% delle imprese è iscritta alla CCIAA di Rieti sotto forma di srl, l’11,9% spa; in prevalenza hanno meno di 20 addetti (78,5%) ed oltre i due terzi sono state costituite tra il 1980 ed il 2000. Il 26,2% effettua esportazioni.

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organizzativo. In tale ambito, una quota rilevante di imprese intervistate, il

38,1%, dichiara che in azienda è in corso un processo di trasformazione che,

nella metà dei casi (19,1% del totale) si configura come organizzativa e

gestionale, nel 9,5% tecnologica e produttiva e nel 12,5% di tipo settoriale

(ovvero si è in presenza di un cambiamento che porterà ad operare in un altro

settore come, nella metà dei casi, il commercio). Le imprese che risultano

impegnate nel percorso di trasformazione, nella quasi totalità (93,7%),

conseguiranno un maggiore livello di competitività, a cui nel 62,5% delle

imprese, si associa una diversa strategia imprenditoriale, per lo più attraverso un

percorso di delocalizzazione esterna alla provincia (60%).

Tale processo si rifletterà anche sulla base occupazionale nel 37,5% delle imprese,

con un aumento nel 31,2% ed una riduzione nel 6,3%; non si registrano percorsi di

ridefinizione delle competenze e mobilità.

I fattori di competitività nei comparti della meccanica e dell’elettronica

L’indagine realizzata dalla Camera di Commercio di Rieti in collaborazione con

Dintec sull’innovazione ed il trasferimento tecnologico nel settore della

meccatronica, i cui dati ancora non sono stati pubblicati, pone in luce come

innovazione ed internazionalizzazione sono fenomeni imprenditoriali strettamente

collegati. A questo proposito, da tale indagine emerge come le imprese della

meccanica e dell’elettronica in provincia di Rieti realizzano oltre il 40% del loro

fatturato sui mercati esteri ed, in alcuni casi, la quota di fatturato estero sul totale

volume di affari supera il 75% configurando la presenza di imprese, anche di

piccola dimensione, che risultano ben posizionate sui mercati esteri (come visto

nella sezione del commercio estero anche in Asia).

I fattori di successo dei prodotti offerti possono essere ricondotti a:

- affidabilità del prodotto (94,7% molto rilevante);

- soddisfazione degli standard quantitativi del cliente (88,9%);

- rapporto qualità/prezzo (78,9%);

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- flessibilità di risposta ai bisogni del mercato (77,8%);

- contenuto tecnologico (66,7%);

- ampiezza della gamma offerta (53,3%).

Tra i fattori di successo dell’impresa, invece, si sottolinea:

- la rapidità dei tempi di consegna (75% molto rilevante);

- i servizi post vendita (70%);

- la velocità di passaggio dalla progettazione al mercato (57,9%).

Di fatto, gli imprenditori intervistati ritengono strategico investire su nuove

tecnologie, su nuovi processi di produzione in grado di anticipare i bisogni di

mercato, sull’erogazione di servizi al cliente e sul capitale umano.

Graf. 5 - Presenza o meno di processi di trasformazione settoriale/organizzativa, e in caso affermativo, di che natura (in %)

Giuridico/societaria; 0,0

Finanziaria; 2,4

Tecnologico/produttiva; 9,5

Settoriale; 4,8

Mercato; 2,4Organizzativo/gestionale;

19,1

SI: 38,1NO: 61,9

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

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Graf. 6 - Conferimento o meno di maggiore competitività all’azienda a seguito del processo di trasformazione (in %)

93,7

6,3

Si No

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 7 - Associazione o meno di una diversa strategia aziendale al processo di trasformazione imprenditoriale (in %)

62,5

37,5

Si No

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Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 8 – Tipologia di strategia aziendale associata al processo di trasformazione imprenditoriale (in %)

20,0

0,0

60,020,0

0,0

0,0

0,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Internazionalizzazione

Delocalizzazione internaalla provincia

Delocalizzazione esternaalla provincia

Marketing

Aggregazione/fusioneimprenditoriale

Relazione/subfornitura

Finanziaria

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 9 - Presenza o meno di conseguenze sulla base occupazionale dei processi di trasformazione imprenditoriale, e in caso affermativo, di che natura (in %)

Ridefinizione competenze; 0,0

Riallocazione e mobilità; 0,0

Riduzione; 6,3

Aumento; 31,2

NO; 62,5 SI; 37,5

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

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Il percorso di trasformazione è accompagnato, nel 56,3% delle imprese intervistate,

da un mutamento nelle strategie di posizionamento sul mercato che, nel 37,6%

interessa il prodotto e nel 12,5% il prezzo. A tal proposito, le strategie

imprenditoriali delle imprese più performanti sono sempre più legate

all’innovazione, al marchio, all’efficienza produttiva, al segmento elevato di

mercato, alla proiezione internazionale; ne consegue che strategie di imprenditoriali

basate sul contenimento dei prezzi non si rivelino eccessivamente perfomanti e

capaci di alimentare la competitività generale dell’impresa24.

Per tali motivi, il 31,3% delle imprese necessita di servizi mirati che, nel 18,8% è

di natura creditizia finanziaria, posto che la medesima percentuale ritiene

elevato il ruolo del credito nel percorso di trasformazione, mentre nel 12,5%

interessa la sfera gestionale. A tal proposito, un terzo delle imprese del panel è a

conoscenza delle politiche pubbliche di ordine nazionale riguardanti i processi di

trasformazione imprenditoriale che vengono giudicate adeguate nel 19% degli

intervistati.

Infine, interrogate in merito alle azioni di supporto che le Pubbliche

Amministrazioni possono porre in essere per alimentare tale percorso, un terzo

del panel afferma di aver bisogno di uno snellimento burocratico (probabilmente

si tratta di una necessità di maggiore velocità nell’approvazione dei progetti),

mentre il 26,2% richiede una maggiore cooperazione interistituzionale;

percentuali minori sottolineano la definizione di accordi di programma e maggiore

rappresentanza politica.

Graf. 10 – Associazione o meno di una diversa strategia di posizionamento sui mercati ai processi di trasformazione imprenditoriale, e in caso affermativo, di che natura (in %)

24 Istituto G. Tagliacarne, Unioncamere, Le Piccole e Medie Imprese nell’Economia Italia, Rapporto 2004, Franco Angeli, Milano.

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Prezzo; 12,5

Comunicazione; 0,0

Altro; 6,2

Prodotto; 37,6

SI; 56,3No; 43,8

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 11 - Necessità o meno di servizi mirati all’impresa, e in caso affermativo, di che natura (in %)

Consulenze organizzative; 0,0

Consulenze gestionali; 12,5

Creditizi/Finanziari; 18,8

NO; 68,8SI; 31,3

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 12 - Conoscenza o meno di politiche pubbliche nazionali a supporto dei processi di trasformazione imprenditoriale, e in caso affermativo, loro valutazione (in %)

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SI; 33,3NO; 66,7

Non determinanti; 7,2

Inadeguate; 7,1

Adeguate; 19,0

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti

Graf. 13 – Possibili modalità di supporto al processo di trasformazione imprenditoriali da mettere in atto da parte delle Amministrazioni locali (in %)

9,5

14,3

11,9

33,3

26,2

4,8

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0

Maggiore rappresentanza politica

Definizione di accordi programmatici

Snellimento degli adempimenti operativi

Maggiore flessibilità operativa

Maggiore cooperazioneinteristituzionale

Altro

Fonte: Istituto Tagliacarne – CCIA Rieti