Le difficoltà di Apprendimento nel Calcolo · 1. L’APPRENDIMENTO DELLE NOTAZIONI ORALI DEI...
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LA MATEMATICA
Le difficoltà di Apprendimento nel Calcolo
Discalculia evolutiva, difficoltà
generali e possibilità di facilitazione.
Adria, 20-02-2014
IL NUMERO È LA SOSTANZA DELLE COSE Pitagora …L’UNIVERSO… È SCRITTO IN LINGUA MATEMATICA Galilei
• L’APPRENDIMENTO DEL CALCOLO
• LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI MATEMATICI
• STRATEGIE DIDATTICHE
• RICADUTE SULL’ALUNNO
DI COSA PARLEREMO
DE
(OMS)
disturbo a patogenesi organica,
geneticamente determinato, espressione
di disfunzione cerebrale
Difficoltà di calcolo o Disturbo del calcolo?
Comorbilità con altri disturbi: 2.5% degli alunni (IARLD – International Academy for Research in Leraning Disabilities)
Bambini discalculici: 0.5% della popolazione scolastica
Il 90% delle segnalazioni scolastiche è costituito da “FALSI POSITIVI” = casi di generale difficoltà di
apprendimento non di disturbo specifico del calcolo
(Iannitti, Lucangeli; 2005)
In Italia segnalati con difficoltà di calcolo 5 bambini per classe (~ 25 alunni)
20% della popolazione scolastica
basi neurologiche
comorbilità specificità
- dislessia
- difficoltà nella soluzione di problemi
l’intervento riabilitativo normalizza (?)
appare in condizioni di
adeguate abilità generali e
di adeguato apprendimento
in altri ambiti
il profilo appare simile al disturbo
L’ intervento riabilitativo ottiene buoni risultati
in breve tempo
DISCALCULIA
PROFONDA
debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di
cognizione numerica
”Cecità al numero”
(Deficit di elaborazione delle
quantità)
PROCEDURALE
compromissioni a livello procedurale e di calcolo
Difficoltà negli algoritmi
• Per l ’ analisi dei disturbi della cognizione numerica si
raccomanda l’individuazione precoce di soggetti a rischio tramite
l’analisi di eventuali ritardi nella acquisizione di abilità inerenti alle
componenti di intelligenza numerica (possibile già in età prescolare).
• Per l ’analisi dei disturbi delle procedure esecutive e di
calcolo si concorda con la prassi comune di definire letà minima
per porre la diagnosi non prima della fine del 3° anno della scuola
primaria, soprattutto per evitare l’ individuazione di molti falsi
positivi.
Consensus Conference (2007)
La Discalculia Evolutiva
E’ il disturbo delle abilità numeriche ed
aritmetiche che si manifesta in bambini di
intelligenza normale che non hanno subito
danni neurologici.
Ma come funziona lo sviluppo normale di tali abilità?
NEONATI E BAMBINI DI POCHI MESI DI VITA SONO IN
GRADO DI PERCEPIRE LA NUMEROSITÀ DI UN INSIEME
VISIVO DI OGGETTI IN MODO IMMEDIATO,
SENZA CONTARE.
DISCRIMINAZIONE DI QUANTITA’
Antell e Keating (1983) Starkey, Spelke e Gelman (1990) Van Loosbroek e Smitsman (1990)
Butterworth parla di cervello matematico i neonati sono capaci di riconoscere le quantità numeriche e sono in grado di distinguere gruppi di oggetti in base alla numerosità.
Gallister e Gelman (1992) hanno ipotizzato che la conoscenza numerica abbia delle basi diverse ed indipendenti da quelle che coinvolgono le competenze linguistiche.
• Riconoscere la numerosità
• Distinguere i mutamenti di numerosità
Modulo numerico innato
• Cecità nel riconoscere le numerosità
Modulo numerico innato
subitizing stima conteggio
cogliere senza contare e in modo esatto
piccole numerosità
(3-4 elementi)
cogliere senza contare e in
modo approssimativo
grandi numerosità (più di 4 elementi)
cogliere in modo esatto
piccole e grandi numerosità
numerosità spazialmente ordinate
cogliere senza contare e in modo
esatto piccole e grandi numerosità
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una quindicina 15
strategia
Antell e Keating (1983) Starkey, Spelke e Gelman (1990) Van Loosbroek e Smitsman (1990)
Un piccolo scarto di simmetria.
In questo piccolo scarto di regolarità tra il cinque e il
sei sta tutta la differenza tra una didattica capace di
sviluppare il calcolo mentale e una didattica sempre
condannata alla fase della conta.
O O O O O O O O O O
(C. Bortolato, 2005)
Si può parlare di Intelligenza Numerica,
cioè...
Riassumendo…
Questi dati ci dimostrano che
L’intelligenza di quantità è innata
L’intelligenza numerica è..
La capacità di manipolazione di “intelligere” le quantità
ovvero manipolare, capire, ragionare, attraverso il
complesso sistema cognitivo dei numeri e delle
quantità.
LO SVILUPPO DELLE ABILITÀ DI CONTEGGIO
Gelman e Gallistel (1978), hanno elaborato la “teoria dei
principi di conteggio” secondo la quale l'acquisizione
dell'abilità di conteggio verbale è guidata dalla conoscenza
innata di alcuni principi basati sulla competenza numerica
non verbale.
Abilità di conteggio verbale
Competenza numerica pre verbale
Il conteggio (2-6 anni) • Il concetto di numero si evolve nell’acquisizione di alcuni principi:
“TEORIA DEI PRINCIPI DI CONTEGGIO”
• ad ogni elemento dell’insieme deve corrispondere una sola parola-numero e viceversa
• Ripartizione: oggetti contati e da contare
Corrispondenza biunivoca
• le parole-numero devono essere ordinate in una sequenza fissa e inalterabile
Il principio dell’ordine stabile
• l’ultima parola-numero usata nel conteggio rappresenta la numerosità dell’insieme
Il principio della cardinalità
ANALISI DEGLI ERRORI
Sovra-conteggio
Sotto-conteggio
Conta e ne esclude qualcuno
Conta più volte lo stesso elemento
omissioni
Omette qualche elemento specialmente
se disposti in modo irregolare
Doppio conteggio
Conta due volte lo stesso elemento
Sequenza parole – numero errata
Sequenza numero errata: uno, due, quattro, sette
ERRORI PIU’ COMUNI COMMESSI DAI BAMBINI NEL CONTEGGIO
La padronanza di questi principi comincia verso i 2-3 anni e, per la maggior parte dei bambini, si completa attorno ai 5- 6 anni. Già a 2 anni appare il concetto di corrispondenza biunivoca: il bambino distribuisce un giocattolo a ogni persona, mette ogni tazza sul suo piattino, ecc. Viene acquisito per ultimo il principio della cardianalità.
IDIOSINCRATICA
priva di notazioni
comprensibili
PITTORICA
che riproduce gli
oggetti
ICONICA
formata da aste e
simboli
SIMBOLICA
costituita dai
numeri arabici veri
e propri
LA SCRITTURA DEI NUMERI
Natura vs Cultura
«la natura fornisce un nucleo di capacità per classificare
piccoli insiemi di oggetti nei termini delle loro numerosità
[...]
per capacità più avanzate abbiamo bisogno dell'istruzione,
ossia di acquisire gli strumenti concettuali forniti dalla
cultura in cui viviamo» Butterworth (1999)
IL CONTEGGIO: IN CHE MODO I BAMBINI IMPARANO A CONTARE?
COME IMPARANO A LEGGERE E SCRIVERE I NUMERI?
Lo sviluppo della comprensione simbolica (Bialystock) secondo tre stadi:
1. L’APPRENDIMENTO DELLE NOTAZIONI ORALI DEI NUMERI
I bambini recitano la sequenza appresa, ma non sanno distinguere gli elementi sia
nella scrittura sia nel semante corrispondente
2. LA RAPPRESENTAZIONE FORMALE
La capacità di riconoscere il nome verbale e la scrittura corrispondete al numero
risultano integrate
3. LA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA
La rappresentazione formale (nome e scrittura del numero) è integrata al
riconoscimento della quantità corrispondente
Sistema orale
Numero che si dice tre
Sistema scritto
Numero che si scrive 3
Semante corrispondente
Tre mele
Dall’integrazione dei meccanismi pre-verbali di riconoscimento quantitativo con i relativi sistemi di conteggio, lettura e scrittura dei numeri
Sviluppo dei meccanismi di calcolo e di manipolazione numerica
MC CLOSKEY
La neuropsicologia cognitiva studiando le multiformi prestazioni di adulti cerebrolesi ha proposto un modello di sviluppo (McCloskey, Caramazza e Basili)
caratterizzato
Sistema del
calcolo
Sistema dei
numeri
INTERDIPENDENZA
MODELLO DI MC CLOSKEY
sistema di comprensione
dei numeri
sistema di produzione dei numeri
input output
magazzino dei fatti aritmetici
procedure di calcolo
SISTEMA DEL CALCOLO
elaborazione dei segni
delle operazioni
SISTEMA DEL NUMERO
Rappresentazione semantica (simbolica)
I tre sistemi adoperano: -codice uditivo (fonologico) -codice visivo (arabico e grafemico)
Unico accesso
Il sistema di comprensione trasforma la
struttura superficiale dei numeri in una rappresentazione astratta della quantità.
Il sistema di calcolo assume questa rappresentazione come imput per poi manipolarla attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni, i fatti aritmetici e le procedure di calcolo.
Il sistema di produzione è l’output del sistema e fornisce le risposte numeriche.
MODELLO DI MC CLOSKEY
Meccanismi dominio-specifici
Meccanismi Semantici (regolano la comprensione della quantità)
(3 = ) Meccanismi Lessicali
(regolano il nome del numero)
(1 – 11)
il bambino sbaglia a pronunciare il nome del numero (es: scrive o legge 6 al posto di 8)
Meccanismi Sintattici
(Grammatica Interna = Valore Posizionale delle Cifre)
Esempio da U
1 3
3 1
la posizione
cambia nome
e semante
I TRE SISTEMI FUNZIONANO IN BASE A:
ANALISI DEGLI
ERRORI
DISCALCULIA PROFONDA
errori semantici
DISCALCULIA
PROCEDURALE
Errori nel
sistema dei
numeri
errori lessicali
errori sintattici
Errori nel
sistema
del calcolo
nel recupero di fatti aritmetici
nel mantenimento e nel recupero di
procedure e strategie
nell’applicazione delle procedure
difficoltá visuospaziali
ERRORI LESSICALI
Errori che riguardano la produzione o la comprensione di
singole cifre, senza che il loro posto all’interno del numero
venga coinvolto.
Si tratta quindi di un errore all’interno della stessa classe:
7 al posto di 4 errore all’interno della classe unità
35 al posto di 45 errore all’interno della classe delle decine
INCAPACITÁ DI STABILIRE I RAPPORTI TRA LE CIFRE
ERRORI DI TRANSCODIFICA dal codice arabico a quello verbale e viceversa 1. Dato un numero composto da più cifre, il soggetto produce una
risposta contenente tutte le cifre, ma di ordini di grandezza diversi:
13 invece di 31; 154 invece di 145
2. Mancato riconoscimento del valore dello 0 nella transcodifica da codice verbale ad arabico:
DETTATO “duemilacentotre” SCRIVE 213 DETTATO “ventiseimilanove” SCRIVE 2609 3) Errori in cui il valore posizionale dello 0 è appreso ma usato
eccessivamente DETTATO “duecentocinquantasette” SCRIVE 210057 DETTATO “ottocentosessantuno” SCRIVE 800061
ERRORI SINTATTICI
INCAPACITÁ DI COMPRENDERE IL VALORE QUANTITATIVO DI UN NUMERO
Individua il numero più grande: 83 – 88 250 – 520 346 – 349
Metti in ordine i numeri dal più grande al più piccolo: 2 – 15 – 19 – 6 4 – 21 – 1 – 10 89 – 93 – 86 – 98
ERRORI SEMANTICI
4=
I PROCESSI DI CALCOLO IN CHE MODO I BAMBINI IMPARANO A FARE I CALCOLI?
I meccanismi di calcolo e manipolazione del sistema
numerico possono avere origine solo nel momento in cui i
meccanismi di riconoscimento pre-verbale della quantità si
sono integrati con gli apprendimenti relativi ai sistemi di
conteggio, lettura e scrittura di numeri arabici. CALCOLI
riconoscimento
pre-verbale della quantità
sistemi di conteggio
scrittura di numeri arabici
lettura
di numeri arabici
Il conteggio è la prima strategia che il bambino utilizza per svolgere semplici addizioni.
Automatizzazione
Capacita di conta e solo dopo…….
Insegnamento procedure di
calcolo
Che consentono di operare sui numeri tramite operazioni aritmetiche
Automatizzazione
Capacita di conta e solo dopo…….
Insegnamento procedure di
calcolo
Nell’esecuzione di compiti aritmetici possono agire due
tipi di strategie
Strategie basate sul
recupero mnemonico (CONOSCENZE
DICHIARATIVE)
Strategie basate sui processi procedurali
(CONOSCENZE PROCEDURALI)
sono
diverse nel caso del
calcolo a mente e
del calcolo scritto STRATEGIE DI SCOMPOSIZIONE:
Consentono di operare scomposizioni sui
numeri per ottenere operazioni
intermedie più semplici
Es. 17+5= 10+5+5+2=22
5+8
Riconoscimento del segno
RECUPERO DELLA MEMORIA?
si
13
no
recupero delle regole procedurali
dell’addizione
Riconoscimento dei dati
calcolo scritto conoscenze procedurali.
calcolo a mente
aspetti strategici automatizzazione di fatti numerici
(tabelline e semplici combinazioni di numeri)
conteggio sulle dita
Calcolo scritto VS Calcolo a mente
Implicate
le conoscenze innate
DISTINZIONE TRA ACCURATEZZA E VELOCITÀ
CALCOLO
ACCURATEZZA grado di conoscenza del dominio
RAPIDITA’ quanto tale conoscenza è stata
automatizzata
Non riuscire a terminare il compito Impiega più risorse cognitive (individuare la giusta operazione per la soluzione di un problema, ricordare l’esatta procedura)
Esempi di calcoli veloci
• 29x11= (9+2) 9 =
•
• (11) 9
(2+1) 1 9
riporto
367x11= ?? 4037
Le procedure ordinano la forma grafica della specifica operazione: l’incolonnamento dei numeri e la direzione spazio/temporale delle Azioni
Si procede da destra verso sinistra, prima si effettua il calcolo delle unità, poi delle decine
Le decine si devono scrivere sotto le decine
Le unità si devono scrivere sotto le unità
!!!!La regole del riporto!!!!
15+
12 =
27
ERRORI NEL RECUPERO DI FATTI ARITMETICI
ERRORI NEL SISTEMA DI CALCOLO
Effetto CONFUSIONE tra il recupero di fatti aritmetici di addizione e moltiplicazione: 5 + 5 = 25; 3 x 3 = 6 (Ashcraft e Battaglia, 1978) Effetto INFERENZA: la semplice presentazione di 2 cifre produce un’attivazione automatica della somma: 2 e 4 6 (Le Fevre, Bisanz, McKonjic, 1988)
Effetto INTERFERENZA, dovuto alla parallela attivazione di altri multipli del numero (5 x 3 = 20), oppure alla presentazione di più operazioni in breve tempo (ad esempio 5 x 3 dopo 5 x 4). (Campbell, 1987)
FAR RIPETERE ESERCIZI IN CUI SI SONO VERIFICATI ERRORI automatizzo l’esercizio ma anche l’errore
!
Nelle TABELLINE…
ERRORI DI CONFINE, inappropriata attivazione di tabelline confinanti: 6 x 3 = 21 ERRORI DI SLITTAMENTO, in cui una cifra è corretta e l’altra sbagliata: 4 x 3 = 11
ERRORI NELL’APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE (Badian,1983; De Corte e Verschaffel, 1981; Brown e Burton, 1978)
ERRORI NEL SISTEMA DI CALCOLO
Difficoltà nella scelta delle prime cose da fare per affrontare una delle quattro operazioni: incolonnamento o meno, posizione dei numeri…
Difficoltà nella condotta da seguire per la specifica operazione e nel suo mantenimento fino alla risoluzione 75 – 6 = 71 dimenticata regola direzione (calcola 6-5)
Difficoltà nell’applicazione delle regole di prestito e riporto: unità: 5 – 8 = 0 decine: 7 – 5 = 2
75 -
58 =
20
Difficoltà nel passaggio ad una nuova operazione: perseverazione nel ragionamento precedente
Difficoltà nella progettazione e verifica: immediato svolgimento dell’operazione senza soffermarsi ad individuare difficoltà e strategie da utilizzare
ERRORI NEL MANTENIMENTO E NEL RECUPERO DI PROCEDURE E STRATEGIE
ERRORI NEL SISTEMA DI CALCOLO
1. Non utilizzo delle procedure di conteggio facilitanti: 3 + 5 partire a contare da 5 per aggiungere 3
2. Confusione tra semplici regole di accesso rapido n x 0 = 0 e n + 0 = n
3. Incapacità di tenere a mente i risultati parziali
REGOLE DI ACCESSO RAPIDO AL RISULTATO
SOVRACCARICO DEL SISTEMA DI MEMORIA: dispendio di energia e accumulo di informazioni in memoria decadimento mnestico
DETERMINANO
ERRORI VISUOSPAZIALI (Rourke e Strang, 1978)
ERRORI NEL SISTEMA DI CALCOLO
Difficoltà nel riconoscimento dei segni di operazione Difficoltà nell’incolonnamento dei numeri
Difficoltà nel seguire la direzione procedurale
34 x 27 x 27 x 322 -
2 = 15 = 3 = 36 =
36 55 621 314
46 + 327 +
7 = 43 =
116 757
Esempi di calcoli veloci
1
4
2
5
6
(6x4) 24 nodi
4
(5x4 + 6x2) 32 nodi
2+2
4 (2x5 + 1x6) 16 nodi
6+3
9
1x5 5 nodi
5+1
6
124x56=6944
Moltiplicazion
e c
inese
E’ importante fare in modo che l’errore non si stabilizzi
MAI sottolineare l’errore perché lo rende più visibile
Ciò che è visualizzato rimane forte in memoria, quindi il
bambino memorizza l’errore
Se si memorizzano, ad esempio, le tabelline con gli errori,
restano quei neuroni attivi, indipendentemente dalla volontà
del bambino
Bisogna modificare l’errore, lo si deve far dimenticare per
qualche giorno e poi si ripropone l’attività avendo fatto
l’analisi dell’errore
TRATTAMENTO Se la difficoltà è a carico della MEMORIA A LUNGO TERMINE: può essere di aiuto il conteggio in avanti e indietro che può sostituire i processi di accesso diretto imparare le tabelline di 1, 2, 10 Se la difficoltà è a carico della MEMORIA di LAVORO: l’obiettivo è di non sovraccaricarla scrivere a parte i risultati intermedi usare supporti concreti per aiutare la scomposizione
Se la difficoltà è dovuta a scorretta
APPLICAZIONI DELLE PROCEDURE:
dare uno schema per le sequenze con gli esempi delle
procedure nelle principali operazioni o attenzione
particolare alle regole di prestito e riporto o attenzione
agli errori di perseverazione (continuo a fare addizione
anche se dovrei cambiare operazione)
E’ opinione diffusa che strumenti didattici come i regoli
e l’abaco facilitino l’apprendimento dei calcoli.
Per i bambini in difficoltà comportano, invece un carico
cognitivo ulteriore: nel caso dei regoli è necessario
ricordare l’associazione colore-numero; nell’abaco che il
valore della pallina – decina o unità – dipende dall’asticella
che occupa. Quando l’abaco deve essere disegnato, diventa
un distrattore che distoglie l’attenzione dal compito di
calcolo. Nessun adulto penserebbe di diventare abile nei
giochi di carte disegnandole ripetutamente: allora perché
disegnare abaco e regoli dovrebbe aiutare la cognizione
numerica?
L’ABILITÀ DI SOLUZIONE DI PROBLEMI
Marco 9 anni:
“…Sapete cosa vi dico, voi che fate tutte queste ricerche
su di noi che risolviamo i problemi a scuola….Vi dico che un
problema di matematica è difficile proprio perché è un
problema. Se non lo fosse sarebbe un esercizio e dunque
molto più facile. E’ difficile cioè perché c’è appunto un
problema da risolvere, altrimenti che problema è?”
L’ABILITÀ DI SOLUZIONE DI PROBLEMI
1. NON E’ INNATA
2. NON SI AUTOMATIZZA
3. NON ESISTE IL DISTURBO SPECIFICO DI
PROBLEM SOLVING
L’abilità di soluzione di problemi costituisce una delle
principali competenze del nostro sistema cognitivo, si
tratta cioè di un’abilità generale che permea le
strutture stesse dell’”intelligere” e che procede in modo
strategico nella ricerca di soluzioni.
La soluzione di problemi è, perciò, altamente correlata
con l’intelligenza generale: se c’è un handicap cognitivo
non si è capaci di risolvere problemi, Tuttavia, anche
soggetti con un alto livello cognitivo possono fare fatica
nei compiti di soluzione
(Q.I. < 90?)
usare il sistema verbale per accedere al sistema matematico
la processazione
(processing) flusso cognitivo,
dinamico e sinergico
che porta alla struttura
profonda, che è logica. l’altra indiretta, il jumping, in base alla quale si “salta” da un processo all’altro per arrivare alla soluzione (solutori esperti)
una diretta, in base alla quale i processi vengono cognizionati uno ad uno
NON E’ UNA ACQUISIZIONE INNATA DOVREBBE ESSERE INSEGNATO ALL’INIZIO IN MODO PEDISSEQUO E FORZATO (1°- 3° ELEMNTARE).
“VERBALI” si può partire dalla storia
VISIVI” si può partire dalla rappresentazione
LA RICERCA Glaser (1985) ha individuato le “caratteristiche” degli individui che sono solutori esperti:
Solutore esperto
usano strategie differenti
hanno maggiore flessibilità ed
accesso più rapido agli schemi di conoscenza
effettuano fin dall’inizio una analisi
qualitativa del problema hanno
meccanismi metacognitivi.
sviluppano processi di autoregolazione
e di controllo
dell’attenzione, della comprensione, dei
propri piani di azione e
dell’esecuzione stessa
sono più rapidi
LA RICERCA
La ricerca Negli ultimi venti anni si è orientata
soprattutto sull’analisi delle abilità strategiche e
metacognitive di soluzione e sulle caratteristiche
specifiche del problem solving matematico.
SOLUZIONE
COMPRESIONE DEL TESTO
ABILITA’ DI CALCOLO
PIANIFICAZIONE CATEGORIZZAZIONE RAPPRESENTAZIONE AUTOVALUTAZIONE
(Lucangeli, Tressoldi, Cendron, 1998)
Modello delle componenti dell’abilità di soluzione dei problemi matematici
SOLUZIONE DI PROBLEMI MATEMATICI
VARIABILI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI
ESECUTIVO CENTRALE (Passolunghi, Cornoldi e Di Liberto, 1999; Passolunghi e Siegel, 2001; Passolunghi e Pazzaglia, 2005).
MEMORIA A LUNGO TERMINE
1. l’inibire le informazioni irrilevanti
2. la scelta tra diverse strategie
recuperare tutte le conoscenze relative al significato e ai procedimenti delle principali operazioni aritmetiche
ABILITÀ VISUO-SPAZIALI SENSO DI AUTOEFFICACIA Bandura, 1991
1.Tenterà il compito 2. Si sforzerà per risolverlo 3. Persevererà nonostante
le difficoltà
schematica o pittorica influisca sul successo nello svolgimento
a) LE ABILITA’ DI COMPRENSIONE
LE ABILITA’ DI COMPRENSIONE
comprensione di termini
matematici
comprensione di testi verbali
necessaria ma non sufficiente.
Influenzata dal modo in cui è presentato il testo
«invenzione» di problemi;
riconoscimento dei dati importanti /ininfluenti
non cadere in ingenui equivoci (più grandi sono i numeri e più lungo è il testo, più difficile sarà il problema);
modificare l'impostazione sintattica del testo del problema, utilizzando forme espressive usate comunemente dai bambini
= CAPIRE UN PROBLEMA
RISOLVERE UN PROBLEMA
b) LE ABILITA’ DI RAPPRESENTAZIONE
rappresentazione cognitiva della
situazione-problema.
rappresentazione figurale
rappresentazione schematica
Può essere educata
Ogni informazione contenuta nel testo deve essere messa in relazione con tutte le altre
favorire l'abitudine a una rappresentazione (mentale e grafica)
insegnare precocemente forme di rappresentazione schematica.
Come la sviluppo
c) LE ABILITA’ DI CATEGORIZZAZIONE
Capacità che consente di
individuare come simili i
problemi che si risolvono
nello stesso modo e
dunque di riconoscerli
come appartenenti alla
stessa “categoria
Gli abili solutori
I meno esperti
individuano con più facilità i problemi che si risolvono allo stesso modo
considerano simili i problemi che “parlano della stessa situazione” (spesa, ricavo...) anche se rimandano a strategie di soluzione diverse
favorire il confronto fra problemi diversi, soprattutto mediante il ragionamento ad alta voce
l'invenzione di testi e problemi simili/dissimili
invitare alla memorizzazione schematica di procedure risolutive solitamente utilizzate.
Come la sviluppo
d) LE ABILITA’ DI PIANIFICAZIONE
E’ la capacità necessaria per
elaborare il “piano di azione”, che si traduce poi
nell’esecuzione delle operazioni
e dei calcoli nella
corretta sequenza.
Gli abili solutori
I meno esperti
E’ la capacità necessaria per elaborare il “piano di azione”, che si traduce poi nell’esecuzione delle operazioni e dei calcoli nella corretta sequenza.
tendono ad usare sempre le stesse tappe, proseguono nell’ordine con cui hanno individuato i dati, sbagliando l’ordine delle operazioni da compiere. invitare i bambini a esprimere
verbalmente il piano di azione che intendono seguire;
• potenziare l'abitudine a interrogarsi sui risultati attesi.
Come la sviluppo
e) LE ABILITA’ DI MONITORAGGIO E AUTOVALUTAZIONE
Tale meccanismo consente di
attivare processi di
aggiustamento,
correzione degli errori e di
verifica della propria
competenza.
Il MONITORAGGIO è un controllo che avviene
progressivamente
durante lo svolgersi del compito
in tutte le sue fasi.
L’AUTOVALUTAZIONE riguarda, invece, il controllo che si realizza alla fine
del compito: “Ci sono riuscito?”, “Ho fatto bene?”
utilizzare rinforzi esterni che favoriscano la riflessione e il rallentamento dell'azione;
favorire la riflessione ad alta voce
valutare positivamente l'autocorrezione,
Come la sviluppo
PIANIFICAZIONE
IL POTENZIAMENTO DELLE FUNZIONI COGNITIVE
Appare quindi cruciale il modo in cui si interviene con i bambini con difficoltà e disturbo specifico del calcolo. Nella letteratura psicologica si è soliti parlare di
potenziamento
POTENZIAMENTO
(INTERVENTI)
ACQUISIZIONE
funzione non ancora comparsa al meglio
FAVORISCE PROMUOVE
ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE
Vygotskij (1974)
LA DIFFERENZA TRA CIÒ CHE L’ALUNNO SA FARE
DA SOLO E CIÒ CHE È IN GRADO DI FARE CON
L’AIUTO ED IL SUPPORTO DI UNA PERSONA PIÙ
COMPETENTE
COMPITI
al di sotto della zona di sviluppo prossimale
è già
capace di eseguire questi compiti
al di sopra della zona di sviluppo prossimale
non determinano alcun apprendimento
non possono essere risolti
neanche con l’aiuto di un adulto
Frustrazione
fallimento
INSEGNANTE
“COACH”
Partire da ciò che l’alunno già
possiede
Conduce il ragazzo verso
sistemi di logica più complessa
automatizzare processi e contenuti
dell’apprendimento
Rendere consapevoli
della modificabilità delle proprie potenzialità
Rendere più sicuri delle proprie capacità e artefici dei
propri successi
Promuovere un senso di
padronanza e controllo degli
eventi e dei processi di
apprendimento
ALUNNO
Attenzione sui
processi che compie la propria mente
comprendere il significato e gli
scopi delle attività proposte
comprendere le proprie difficoltà al fine di porsi nella
prospettiva di ritenerle superabili
e di volerle superare
potenziamento
stima di numerosità
sviluppa le componenti semantiche del numero
Offrire occasioni per distinguere tra
grandezze e numerosità
nome dei numeri conteggio
ordine stabile corrispondenza
biunivoca
Screening (identificare i bambini a rischio DSA)
cardinalità
processi cognitivi specifici alla base della costruzione della cognizione numerica
SCUOLA DELL’INFANZIA
potenziamento
PROCESSI Lessicali Sintattici Semantici
calcolo scritto apprendimento delle diverse procedure
conteggio
calcolo a mente
SCUOLA PRIMARIA
Riflessione metacognitiva
dove ce ne sono di più? Che fare per
averne di più o di meno?
Quanti ne mancano
per arrivare
a..?
Quanti ne mancano per arrivare a..?
quanti sono?
Che numero è?
dove ce ne sono di meno?
Non ci sono procedure di
potenziamento potenziamento
consolidate
Gestire gli
interventi in modo
personalizzato
Analizzare gli errori
uso di strumenti compensativi o misure
dispensative
(calcolatrice, tavola pitagorica,
formulario) sono di supporto
ma non di potenziamento
superare l’impotenza
appresa guidandolo
verso l’esperienza
della propria
competenza
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
CHE COSA RENDE DIFFICILE
L’APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA?
Complessità dei compiti, diversità
delle richieste
Abilità cognitive di
base
Le convinzioni dell’alunno
sulla Matematica
Atteggiamento sociale degli insegnanti, genitori e coetanei.
FALSE CREDENZE relative a compiti matematicià
1. le prove di matematica possono avere una e una sola risposta corretta;
2. c’è un unico modo esatto di risoluzione di qualsiasi problema
matematico (l’applicazione della regola);
3. gli studenti normali non si possono aspettare di capire la matematica,
ma di memorizzarla e applicare ciò che hanno imparato
meccanicamente;
4. la matematica è un’attività solitaria, da svolgere individualmente;
5. chi capisce la matematica in classe è capace di risolvere tutti i
problemi e le operazioni assegnate in pochi minuti;
6. la matematica imparata a scuola ha poco o niente a che fare con il
mondo reale
Schoenfeld, 1994
1. l’operazione che porta alla soluzione di un problema è indicata da una
parola chiave che di solito si trova nell’ultima domanda, per cui non è
necessario tenere presente tutto il problema;
2. in matematica influisce maggiormente l’abilità innata e la
conoscenza di regole
3. in matematica è più frequente aspettarsi di memorizzare e
applicare ciò che si è imparato meccanicamente piuttosto che ciò
che si è capito
Lester e Garofalo, 1979
DEFINIZIONE DI MOTIVAZIONE (Stipek, 1996)
ATTIVA
DIRIGE
SOSTIENE
CONOSCENZE
ABILITA
ATTEGGIAMENTI
è un processo che dall’interno:
MOTIVAZIONE
INTRINSECA
Compito affrontato per sè stessi non per finalità esterne (es.
interesse, curiosità)
ESTRINSECA
Compito affrontato per ottenere
riconoscimenti esterni (es. lodi o
rimproveri
ESTRINSECA
• generata da stimoli esterni
• desiderio di esibirsi
• evitare rimproveri e punizioni
• compiacere agli altri
• bisogno di ricevere lode e
approvazione sociale
• smania di competere con gli
altri
INTRINSECA
• valori e interessi personali
• desiderio di migliorarsi
• piacere di apprendere
• curiosità di scoprire nuove soluzioni
• entrare in sfida con se stessi
al fine di autorealizzarsi
MEZZO PER UNO SCOPO,
OTTENERE UN PREMIO O
EVITARE UN CASTIGO
RISPOSTA AL DESIDERIO DI
CONOSCENZA
LE ATTRIBUZIONI
•Gli individui interpretano le cause degli eventi
• Permettono di predire il comportamento al successo
• Possono essere modificate grazie all’esperienza ed
all’insegnamento
QUANTI TIPI DI ATTRIBUZIONI ESISTONO? (Weiner)
LOCUS OF CONTROL
Interno
impegno, abilità, esperienza
Esterno aiuto, fortuna, situazioni
STABILITA’
Cause stabili abilità, caratt. compito
Cause instabili impegno, fortuna, aiuto
CONTROLLABILITA’’
Cause controllabili
impegno
Cause incontrollabili fortuna
I bambini con difficoltà di
apprendimento
SUCCESSI CAUSE ESTERNE
fortuna, il caso
INSUCCESSI CAUSE INTERNE
mancanza di abilità
INUTILE IMPEGNARSI IN UN COMPITO
IMPOTENZA APPRESA
INSUCCESSI mancanza di abilità
qualunque cosa
faccia sia inutile.
MANCANZA DI CONTROLLO «io non posso fare niente per sottrarmi al fallimento o per migliorare». Sbaglierò sempre, quindi è meglio non applicarsi e rinunciare
COGNITIVO IO NON POSSO Scarsa percezione di
controllo, obiettivi di
prestazione
EMOTIVO IO MI VERGOGNO
Ansia, paura,
depressione, apatia e
rassegnazione
L’IMPOTENZA APPRESA CAUSA DEFICIT A LIVELLO
IMPEGNO
Consente
l’assunzione di
responsabilità
delle proprie
azioni
Conduce a migliori risultati
in seguito all’insegnamento
di strategie
Consente l’assunzione di responsabilità delle proprie
azioni
Permettere di intraprendere
strade alternative in
caso di fallimento
Porta ad un maggior senso
di autoefficacia
In sintesi….
L’incontrare ripetuti fallimenti, interpretandoli come dovuti
ad una propria mancanza stabile di abilità e l’idea di non
poter fare niente perché le proprie capacità non si
cambiano, portano ad avere una propria immagine di
studente negativa con conseguenti stati d’animo di ansia,
rabbia o depressione.
COSA SI PUO’ FARE PER STIMOLARE E MANTENERE LA MOTIVAZIONE? MODIFICARE LO STILE ATTIBUTIVO
Compiti di apprendimento che siano sfide
cognitive ottimali
Feed-back sulla
qualità e quantità
la riuscita va attribuita all’impegno
Far sperimentare
successo Lasciare talvolta che il
bambino completi il
lavoro senza intervenire
appena si vede un
errore. OBIETTIVO: insegnare
prestazione efficace
IMPEGNO
Comportamento
strategico
COME?
“NON TI PREOCCUPARE DELLE TUE DIFFICOLTÀ
IN MATEMATICA………
TI POSSO ASSICURARE CHE LE MIE …
SONO DAVVERO MAGGIORI”
(Albert Einstein)