Le basi militari e le bombe atomiche USA e NATO in Italia

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SHARE ON: LE BASI MILITARI USA E NATO IN ITALIA 30 MAGGIO 2013 Mauro Bulgarelli, ex deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per mantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa sul nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi a Camp Derby. Non solo: esistono in Italia, oltre alle oltre 120 basi dichiarate, più di 20 basi militari Usa totalmente segrete: non si sa dove sono, né che armi e che mezzi vi siano. Bulgarelli, promosse di un referendum per smantellare qualsiasi armamento nucleare sul territorio italiano, ha anche redatto una proposta di legge per la desecretazione dei documenti di Stato, per fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dalle basi militari alle stragi. VIDEO

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LE BASI MILITARI USA ENATO IN ITALIA

30 MAGGIO 2013

Mauro Bulgarelli, ex deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro permantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa sul nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi a CampDerby. Non solo: esistono in Italia, oltre alle oltre 120 basi dichiarate, più di 20 basi militari Usa totalmente segrete:non si sa dove sono, né che armi e che mezzi vi siano. Bulgarelli, promosse di un referendum per smantellarequalsiasi armamento nucleare sul territorio italiano, ha anche redatto una proposta di legge per la desecretazionedei documenti di Stato, per fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dallebasi militari alle stragi.

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GENERALITÀ

Una base è essenzialmente una località circondata da segreto che, per definizione, può nascondere segreti. Ciòche esiste al suo interno, uomini e materiali, è difficile, quando non impossibile, da conoscere nel dettaglio. Unabase si configura come un’isola incastonata all’interno del nostro territorio nazionale, una porzione di superficie alla

quale non si può avere libero accesso (cosa che sarebbe, invece, legittimo concedere, se non altro, alle Autoritàpreposte) e che, nel contempo, alla pari delle sedi diplomatiche (ma queste ultime avendone pieno diritto) gode diprerogative di extraterritorialità. Non solo. Gli USA hanno basi sparse in tutto il Mondo. Quelle ospitate in alcuneporzioni di superficie del nostro territorio da una parte non sono accessibili ai diretti controlli istituzionali (e quandolo sono, lo sono segretamente, cioè con formule truccate), dall’altra fanno parte di una ragnatela che le connettead altre basi. La loro stessa esistenza, in tal modo, viola i confini statali senza alcun riguardo per gli accordiinternazionali. Viene quasi da ridere al pensiero che i nostri confini siano violati dagli immigrati clandestini. Mi pareche nel caso delle basi si sia in presenza di ben altri immigrati e di ben altri clandestini. Anche qui, come in altrefaccende, ciò che manca, innanzitutto, è la decenza!

FUNZIONI

Da un punto di vista specificamente militare, una base è un luogo dove possono essere custodite delle forze maanche un luogo di ridistribuzione e proiezione delle stesse. All’interno essa permette l’addestramento d’uomini emezzi e lo svolgimento di “operazioni di spionaggio e sabotaggio”. Il riserbo mantenuto su tali luoghi consenteanche la sperimentazione d’apparecchiature segrete e può essere un punto di riferimento per la condotta dellanavigazione elettronica.

A quanto risulta da una serie di inchieste giudiziarie, in Italia le basi NATO sono state utilizzate come nascondiglioclandestino per operazioni speciali che facevano capo a “Gladio” (esercito anticomunista organizzato da NATO­CIA) e anche da deposito di armi per la medesima organizzazione. Si è ipotizzato inoltre che le “operazioni”consistessero in organizzazioni di “colpi di stato” e in “attentati” (1960­1985).

In particolare, attraverso accordi “sotterranei” tra i servizi Usa (la Cia) e quelli italiani (Sifar) fu a suo tempopossibile la costituzione di “Basi Nazionali Clandestine” (BNC, come quelle operanti con la Gladio) e di depositi diarmi nascosti (i cosiddetti Nasco), oltre alla costruzione di gruppi di operatori speciali dei servizi chiamati “Ossi”, lacui identità rimaneva celata tramite l’uso di documenti segreti. In seguito, la seconda Corte di Assise di Roma consentenza del 21 dicembre 1996, dichiarò tali gruppi “eversivi dell’ordine costituzionale”. Ma ciò non è tutto. Sin dal1952, con uno dei primissimi accordi segreti, i servizi americani ed italiani si accordarono per la costruzione dellabase di Capo Marargiu di Gladio in Sardegna. Si trattava “ufficialmente” di una base italiana, tuttavia progettata epagata dagli Usa, che avrebbe ospitato, in caso di colpo di Stato (auspicato per evitare l’ingresso del PCI nell’areadi governo) i personaggi considerati politicamente pericolosi (i cosiddetti enucleandi). La lista di questi “deportabili”,circa seicento fra uomini di cultura, politici e professionisti di varia estrazione politica e sociale, esiste tuttora, manessuno si è mai fatto carico di renderla pubblica.

In maniera più che esplicita. nell’accordo italo­statuniitense del cosiddetto piano Demagnetize (smagnetizzare icomunisti), un’altra diavoleria uscita fuori dalle menti malate degli ultra­atlantici, si legge: “I governi italiano efrancese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che l’accordo può interferire con la loro rispettivasovranità nazionale”. Com’è evidente, nel caso specifico, erano addirittura esclusi dalla conoscenza i governiitaliano e francese, mentre tutto si svolgeva a livello dei Servizi Segreti dei rispettivi Paesi, in combutta con la CIA.

DEPOSITO DI ARMI

Può capitare – e capita – che armi bandite nell’ambito dello Stato ospite (ad esempio le mine antiuomo), sianoinvece tranquillamente conservate nei depositi di armi delle basi NATO, in attesa di essere utilizzate. Nel nostropaese, infatti, è stato stabilito che tali armi venissero distrutte, ma nelle basi USA ne continuano a rimanereconservati grandissimi quantitativi: da lì possono essere spedite in tutto il mondo, in tal mondo violando anche lalegge italiana che limita e condiziona la vendita delle armi, ma che non vale per le basi straniere. Per quanto se nesappia, allo stato attuale, Milano, dopo New York, è la seconda piazza del Mondo, per la vendita di armi.

Solo per fare qualche esempio, nelle basi NATO di Aviano nel Friuli e Ghedi in Lombardia, sono presenti novantatestate atomiche e noi sappiamo che un referendum ha stabilito – nel nostro paese – la messa al bando

dell’energia atomica per usi civili, figuriamoci per usi militari. Va precisato che le armi nucleari e i vettori custoditi inalcune basi sono nelle condizioni di portare distruzione anche oltre i confini italiani, in altre parole ben al di là diquei limiti che la Costituzione considera come “riferimento” per il concetto di difesa. Sono così violati gli articoli 11(primo e secondo comma), l’articolo 78 e l’articolo 87 (nono comma), e ci troviamo di fronte ad una deroga alprincipio del ripudio della guerra ed alle prerogative del Parlamento ed alle procedure costituzionali previste per lostato di guerra. Va detto in ogni caso, per onestà, che dopo la partecipazione diretta dell’Italia, intesa quest’ultimanon come somma indistinta d’individui, bensì come espressione delle congreghe governative rappresentative deipoteri forti (talmente forti da essere totalmente “asserviti agli interessi” dei Padroni d’Oltre Oceano!), alla cosiddetta“Guerra del Kosovo”, essa, da un punto di vista istituzionale è già completamente compromessa, sporcata,infangata dal lordume guerrafondaio tipico d’ogni capitalismo che si rispetti.

PERSONALE

Riguardo al numero dei soggetti utilizzati all’interno delle basi Usa e Nato in Italia, non è del tutto noto, circostanzache configura in ogni caso un altro segreto idiota. Ad ogni modo, secondo le solite fonti ufficiose, dovrebbe trattarsidi circa 13.000 militari e 15.000 civili, dipendenti da 18 comandi di vario rango. La maggiore concentrazione diuomini si ha nelle basi di Camp Ederle (Vicenza), Aviano (Friuli), Camp Darby (Toscana), Napoli (Campania),Sigonella (Sicilia) e S. Vito dei Normanni (Puglia, parzialmente smobilitata e riusata temporaneamente in occasionedella guerra del Kosovo e recentemente dismessa).

RUOLO STRATEGICO

L’Italia rappresenta una delle più importanti basi di stazionamento e logistiche per le operazioni dentro e oltre laregione immediata. A proposito della regione centrale europea, l’Italia presenta il vantaggio militare di profonditàstrategica garantendo, allo stesso tempo, una presenza­chiave sulla linea del fronte nel Mediterraneo.

Il ruolo strategico delle basi USA in Italia è fuori discussione: l’Italia contribuisce attivamente alle cosiddette“operazioni di sicurezza”. In realtà si tratta solo d'”azioni di disturbo nei confronti di Paesi sovrani”. Da ultimo, nellemissioni contro la Jugoslavia, le basi Nato in Italia ebbero un ruolo essenziale nel sostegno alle operazioni inBosnia, in Serbia e nel Kosovo. Inoltre lungo lo spartiacque Veneto­Friuli è presente una linea di postazionimissilistiche, servite da una vera e propria catena di radar e in Puglia, nel 1957, furono installati 30 missili a medioraggio (2500 Km) con testata atomica.

Com’è noto le basi Usa e Nato in Italia sono state nel tempo costituite sulla premessa di un presunto “stato dinecessità” per fronteggiare la minaccia sovietica, all’insegna della segretezza e in rapporto ad una esigenza diprotezione rispetto al blocco di Varsavia.

La minaccia sovietica (che del resto fu una minaccia presente solo nelle menti malate dei generali yankee e diqualche collega “pari” italiano) è ora visivamente scomparsa. Non sono però scomparse le basi, anzi, a talproposito, si nota addirittura un deciso incremento nella loro consistenza in uomini e mezzi. Un esempio è la basedi Aviano, che, in tempi recenti, ha visto quasi raddoppiare il personale operativo interno.

Se la guerra fredda è finita, c’è da chiedersi perché tali esigenze di sicurezza e segretezza siano ancora esistenti.E c’è da chiedersi, ancora, se si possa continuare a tenere il Parlamento all’oscuro di tutto ciò che succedeall’interno di queste sedi extraterritoriali, considerabili a tutti gli effetti “covi di sovversione contro la sovranità delnostro Paese”. A proposito di tale pasticcio non sarà inutile ricordare che esistono dei “protocolli segreti aggiuntividella Nato” che, ancora a distanza di oltre mezzo secolo, non conosciamo né sommariamente né tanto meno neidettagli. Si tratta ovviamente di una materia che ci fa capire chiaramente la condizione di “sovranità limitata” in cuici troviamo, tacitamente accettata da tutti i governi della Repubblica.

POSIZIONE GIURIDICA

Se andiamo ad esaminare il retroterra giuridico che ha permesso il sorgere di queste basi in Italia, troviamol’articolo 80 della Costituzione in base al quale è stabilito che la stipula dei trattati internazionali, essendo di naturapolitica, prevede arbitrati o regolamenti giudiziari, e qualora comportasse (com’è prevedibile) anche variazioni delterritorio od oneri alle finanze o modificazioni di legge, è stabilito che siano le Camere ad autorizzarne la ratificatramite specifiche norme di legge. E tuttavia sappiamo che molti accordi internazionali rientranti nelle categoriedell’articolo 80 non sono mai stati sottoposti alla ratifica delle Camere ed alla ratifica, cosa ancora più grave, delPresidente della Repubblica, come previsto dall’articolo 87. In pratica, come più volte ripetuto, “molte basi sonosorte al di fuori della conoscenza e dell’autorizzazione del Parlamento”.

È osservabile che operazioni più o meno segrete abbiano comportato in Italia la creazione di un numero enorme dibasi ed insediamenti con la presenza di militari USA, ma fra questi solo alcuni sono stati sottoposti a verifica, inparticolare solo quelli per i quali si prevedeva dovesse esservi uno scambio con un altro paese contraente e,conseguente ratifica. La verità è che alcuni trattati sono noti solo a livello governativo o, addirittura, dei servizisegreti. A parere dello scrivente è del tutto inconcepibile che né il Parlamento, né il capo dello Stato siano statimessi a conoscenza di taluni accordi.

Il deputato Mauro Bulgarelli, promotore di un referendum per smantellare qualsiasi armamento nucleare sulterritorio italiano, redasse a suo tempo una proposta di legge per la desecretazione dei documenti di Stato, nonchéper fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dalle basi militari alle stragi.

È chiaro che, pur di evitare che le Autorità venissero a conoscenza, in qualche modo, di questi accordi segreti, gliaddetti ai lavori non sono stati con le mani in mano, ingegnandosi nel creare qualche inghippo. Uno fra i tanti, peresempio, ha ideato il farraginoso concetto di “accordi in forma semplificata”, il che vuol dire, in pratica, che laconclusione dovrebbe spettare al governo per effetto di delega. In maniera più specifica si dice poi che nellaquestione interviene il problema del segreto: si afferma in ultima istanza che tutto ciò che riguarda le basi ècoperto dal segreto e da una non altrimenti precisata “riservatezza”. Conclusione: di fronte a tutto questo, anche leespressioni della sovranità nazionale, Camere in testa, devono inginocchiarsi.

Del resto l’articolo 64 della Costituzione recita: “Ciascuna delle due Camere e il Parlamento a Camere riunitepossono deliberare di adunarsi in seduta segreta”. Sta a vedere se sia il caso di fidarsi del Parlamento. Forse nonpiù di quanto ci si possa fidare dei servizi segreti!

Tutto ciò premesso, a tutt’oggi in Italia non esiste una distinzione chiara tra basi USA e basi NATO con presenzastatunitense. È, infatti, difficile determinare se e a quale titolo le basi, le installazioni e le infrastrutture presenti nelterritorio italiano siano riconducibili alla NATO oppure siano legate ad accordi bilaterali Italia – Stati Uniti.

Da ciò deriva che tutte le installazioni gestite dagli statunitensi sono al tempo stesso comandi o infrastrutture dellaNATO e delle forze armate nordamericane. Tale ambiguità ha come conseguenza che non si sa mai con certezzachi dovrebbe esercitare la sovranità su queste installazioni, se gli statunitensi o gli italiani.

Complessivamente abbiamo quattro tipi di basi militari:

1. Basi e infrastrutture concesse in uso agli USA, in base agli accordi segreti del 29 giugno 1951 e del 20ottobre 1954. In base a tali accordi, e solo in teoria, le installazioni sono poste sotto comando italiano e icomandi USA detengono il controllo militare su equipaggiamento e operazioni.

2. Basi NATO, in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica.3. Basi italiane “precettate” per l’assegnazione alla NATO, cioè messe a disposizione del blocco militare d’Oltre

Oceano, in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica.4. Basi promiscue (USA, NATO e Italia), in base agli accordi segreti di cui sopra e in base agli accordi

dell’Alleanza Atlantica.

COSTO DI MANTENIMENTO

Mauro Bulgarelli, deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro permantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa di stanza nel nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi aCamp Derby.

Tale dato è compreso nell’importante documento denominato “Report on Allied Contributions to the CommonDefense” (rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune), dove possiamo estrapolare notizie riguardantil’impegno complessivo del nostro fisco verso gli USA.

Questo documento, consegnato nel marzo 2001 dal Segretario alla Difesa al Congresso degli Stati Uniti, contienea pag. 6 della sezione I, questa strabiliante notizia: “Italia e Germania pagano, rispettivamente, il 37 (l’Italia) e il27% dei costi di stazionamento di queste forze (le forze armate USA, ndr)”. Nel 1999, il tributo versato da Roma aWashington è stato pari a 530 milioni di dollari (circa 480 milioni di euro), mentre nel 2002 i contribuenti italianiparteciparono alle spese militari statunitensi per un ammontare di 326 milioni di dollari. 3 milioni furono dati indenaro liquido, il resto sotto forma di sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite riguardanti trasporti, tariffe e servizi aisoldati e alle famiglie. La maggior parte dei pagamenti, si legge nelle carte ufficiali del Governo di Washington,nascono da “accordi bilaterali” (“bilateral agreements” nei testi originali) tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dallasuddivisione delle spese in ambito Nato.

Dal documento “Nato Burdensharing After Enlargment”, pubblicato nell’agosto 2001 dal Congressional BudgetOffice (Ufficio per il Bilancio) del Congresso USA, apprendiamo che il metodo di prelievo (alias di furto) adottatodagli USA, con la complicità dei governi italiani e a danno dei cittadini di questo paese coloniale, si chiama“burden­sharing” (“condivisione del peso”).

In particolare (capitolo III, pagina 27), si legge, i comandi militari USA stimano che grazie a questi accordi, soltantoper le opere e i servizi nella base di Aviano, “i contribuenti – (taxpayers) – americani hanno risparmiato circa 190milioni di dollari”. E non è finita qui. Ancora nel rapporto “Defense Infrastructure”, consegnato nel luglio 2004 alCongresso da parte dell'”Ufficio governativo per la trasparenza”, (pag. 18) si legge che “nel bilancio 2001,Germania e Italia hanno dato i maggiori contributi, valutati rispettivamente in 862 e in 324 milioni di dollari”. Sitratta, spiega il rapporto, di contributi diretti e indiretti “aggiuntivi rispetto a quelli della Nato”.

C’è da chiedersi, a questo punto, cosa succederebbe nel caso in cui (eventualità “molto remota”) un qualchegoverno italiano, decidesse, in ordine alla difesa degli interessi nazionali, di disporre, come del resto sarebbe neldiritto di ogni Stato Sovrano (ma l’Italia, non lo è) di disporre la chiusura di una base militare. Da documenti piùvolte apparsi su Internet si evince che “i pagamenti di denaro italiano agli Stati Uniti non finiranno nemmeno nelcaso ipotetico di chiusura di basi e installazioni nel nostro Paese”. Tale situazione è da imputare a specifici pattisiglati dai governi di Roma e Washington e denominati “Returned Property – Residual Value”, peraltro reperibilinegli atti ufficiali del Congresso americano. Si tratta di un meccanismo, tuttora in vigore, confermato di recente. Inun’interessante testimonianza rilasciata dal colonnello Dean Fox (capo del Genio dell’Aviazione Usa in Europa) aiparlamentari degli Stati Uniti l’8 aprile del 1997, si legge che “Il ritiro (delle truppe, ndr) e la conseguenterestituzione di alcune ex basi degli Stati Uniti alle nazioni ospitanti ha creato l’opportunità per gli Stati Uniti direclamare il valore residuale come risarcimento degli investimenti statunitensi”.

In pratica, siamo alla presenza di un diritto al pagamento delle “migliorie” apportate dalle forze armate Usa aterritori che avrebbero avuto prima un valore inferiore. È un po’ il discorso dei colonialisti che dicono: è vero viabbiamo occupato, però vi abbiamo fatto strade, infrastrutture e quant’altro. Ora pagateci! Gli accordi riferitiall’Italia sono descritti (pag. 17) nelle “osservazioni preliminari” del rapporto che l’Ufficio della Casa Bianca per latrasparenza (il Goa) ha consegnato al Congresso nel luglio del 2004. In tale documento si legge che “Italia: gliaccordi bilaterali stabiliscono che se il Governo italiano riutilizza le proprietà restituite entro tre anni (dallarestituzione, ndr), gli Stati Uniti possono riaprire le trattative per il valore residuale”.

In parole povere la conseguenza di tale clausola è che, oltre al pagamento dell’indennizzo, l’accordo prevede ilriuso delle terre, in seguito all’aumento del rimborso. Appare a questo punto, grottesca la norma che prevede che

gli Usa paghino alla nazione ospitante i danni ambientali, se non altro perché in un rapporto della Commissionegovernativa per le basi militari all’estero (9 maggio 2005) si legge che finora questi costi sono risultati “limitati”. Delresto danni ben più che ambientali, come la “strage del Cermis”, sono rimasti impuniti ed hanno ridicolizzato ilnostro Paese, sbeffeggiato dalla giustizia USA. In conclusione: esiste un’intesa bilaterale USA­Italia, ma in caso didismissioni di basi, il nostro Paese deve risarcire gli USA per “l’investimento” e se il sito militare chiude c’è anchel’indennizzo! Tutto giusto, come sempre.

QUANTE SONO LE BASI USA IN ITALIA?

FONTE

In Italia esistono ufficialmente 120 basi dichiarate, oltre a 20 basi militari Usa totalmente segrete ed ad un numerovariabile (al momento sono una sessantina) d’insediamenti militari o semplicemente residenziali con la presenza dimilitari USA. Per quanto riguarda le basi segrete, non si sa ovviamente dove siano, né che armi e che mezzi vi sitrovino. (1)

10.02.2005 ­ Il missile in giardino: in italia 90 atomiche usa di Bruno Marolo

In Italia ci sono 90 bombe nucleari americane. La loro presenza ha un'importanza militare limitata per gli StatiUniti, ma risponde anche ad esigenze politiche del governo italiano, che vuole avere voce in capitolo nella Nato. Loha rivelato all'Unità Hans Kristensen, uno specialista del Natural Resources Defense Council (NRDC), autore di unrapporto sulle armi atomiche in Europa che sarà pubblicato tra qualche giorno.

Secondo il rapporto nelle basi americane in Europa ci sono ben 481 bombe nucleari, dislocate in Germania, GranBretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. In Italia ve ne sono 50 nella base di Aviano e altre 40 in quella diGhedi Torre, in provincia di Brescia. Sono tutte del tipo indicato dal Pentagono come B 61, che non si presta adessere montato su missili ma può essere sganciato da cacciabombardieri.

?Le ragioni di un arsenale nucleare così grande in Italia ­ ha spiegato Kristensen all'Unità ­ sononebulose e la stessa Nato non ha una strategia chiara. Le atomiche continuano a svolgere iltradizionale ruolo dissuasivo nei confronti della Russia, e in parte servono per eventuali obiettivi inMedio Oriente, come l'Iran. Un'altra ragione è di tipo politico istituzionale. Per l'Italia è importantecontinuare a fare parte degli organi di pianificazione nucleare della Nato, per non essere isolata inEuropa. Altri paesi come la Germania hanno lo stesso atteggiamento?.

Le anticipazioni sul rapporto di 102 pagine del NRDC coincidono con la riunione della Nato a Nizza, dove il ministrodella Difesa americano Donald Rumsfeld sta cercando di ottenere dai colleghi europei maggiori aiuti in Iraq. Peralcuni paesi la pubblicazione delle cifre è imbarazzante.

Secondo il New York Times il comandante della Nato, generale James Jones, ha confidato ai collaboratori di esserefavorevole all'eliminazione completa delle bombe nucleari in Europa, ma di aver trovato resistenza da parte dialcuni governi europei. Gli Stati Uniti sono in grado di colpire con missili lanciati dal loro territorio tutti gli obiettivinel raggio di azione dei bombardieri in Europa. I paesi europei, e in particolare l'Italia, tuttavia insistono per avereun ombrello nucleare.

Il regolamento del Pentagono vieta espressamente di divulgare notizie sugli arsenali nucleari all'estero. Tuttaviaun alto ufficiale ha ufficiosamente sostenuto che alla fine della guerra fredda molte bombe sono state ritiratedall'Europa e oggi ne rimangono circa 200. Krinsensten ha ribadito le indicazioni del rapporto.

?Al Pentagono ­ ha dichiarato ­ non tutti conoscono il quadro completo della situazione. Il numerosarebbe inferiore alle nostre indicazioni soltanto se il presidente Bush avesse ordinato il ritiro di granparte delle armi nucleari dopo l'attacco dell'11 settembre , ma non ci risulta che questo siaavvenuto?.

Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, unesperto dell'associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: Stone Ax (Asciadi Pietra). Nel settembre 1991, dopo il crollo del muro di Berlino, il presidente George Bush padre avevaannunciato il ritiro di tutte le testate nucleari montate su missili o su mezzi navali. In Europa erano rimaste 1400bombe atomiche in dotazione all'aviazione. In dieci anni il numero si è ridotto di circa due terzi.

Le bombe nucleari in Italia sono di tre modelli: B 61 ­3, B 61 ­ 4 e B61 ­ 10. Il primo ha una potenza massima di107 kiloton, dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima, è può essere regolato fino a un minimo di 0,3 kiloton. Ilsecondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton. Il governo di George Bush haribadito molte volte di non escludere l'opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche.È stata abbandonata la strategia della distruzione reciproca assicurata, che prevedeva armi nucleari sempre piùpotenti con uno scopo esclusivamente dissuasivo. Ora gli Stati Uniti vogliono produrre bombe atomiche tattiche dipotenza limitata, e non escludono di servirsene contro i paesi che consideranoterroristi.

Almeno due di questi paesi, Siria e Iran, si trovano nel raggio dei bombardieri in Italia.

Elenco per Regioni

Trentino Alto Adige

1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.

2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.

Friuli Venezia Giulia

3. Aviano [Pn]. La pi? grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf inItalia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte alcombattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti inBosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa,nonch? uno squadrone di F­18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cuicostruzione ? stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone)sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F­16[nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: unvero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima ? dotata di caccia F­16 e F­15, e ha il compito,sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solonell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca diIncirlik. Sara' appunto quest'ultima la principale base per l'offensiva aerea contro l'Iraq del nord, mal'impiego degli aerei della 16th Air Force sara' pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.

4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.

5. Rivolto [Ud]. Base USAF.

6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.

7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.

8. Trieste. Base navale Usa.

Veneto

9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla leforze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestrinormalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacit? nucleare,tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani cheoperano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila.

10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.

11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.

13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni

14. Codogn? [Tv]. Deposito di armi e munizioni

15. Istrana [Tv]. Base Usaf.

16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.

17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro ditelecomunicazioni [Usaf].

18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.

19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.

20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.

21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.

22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.

23. Venezia. Base navale Usa.

24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.

25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.

26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.

27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.

Lombardia

28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].

30. Remond? [Pv]. Base Us Army.

108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.

Piemonte

31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.

32. Candelo­Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.

Liguria

33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].

34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture.Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non ? indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica.Il Saclant svolgerebbe non meglio precisate ricerche marine: in un dossier preparato dalla federazionediRifondazione Comunista si parla di "occupazione di aree dello specchio d'acqua per esigenze militaridello stato italiano e non [ricovero della VI flotta Usa]". Poi c'? Maricocesco, un ente che fornisce pezzidi ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materialida guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, allearmi subacquee].

Emilia Romagna

36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.

37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.

39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.

40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.

41. Rimini­Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.

Marche

42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.

Toscana

43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il pi? grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno],con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e'stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione emezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno,attraverso il Canale dei Navicelli, ? base di rifornimento delle unit? navali di stanza nel Mediterraneo.Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po,nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

44. Coltano [Pi]. Importante base Usa­Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte leinformazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army;Base Nsa.

45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.

46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.

47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con coperturaNato.

48. Livorno. Base navale Usa.

49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

Sardegna

50. La Maddalena ­ Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale disupporto alla portaerei americana "Simon Lake".

51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.

52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].

53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.

54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.

55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.

57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.

58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.

59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200ettari di terreno e pi? di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree edaeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.

60. Cagliari. Base navale Usa.

61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.

62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.

63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.

64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.

65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.

Lazio

66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa.Stazione Nato

67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.

68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamentocon le installazioni sotterranee di Monte Cavo

69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.

70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "LaSalle".

71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.

Campania

72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle ForzeAeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unit? civili e militari Usa. Si calcolache da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.

73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.

74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

76. Nisida [Na]. Base Us Army.

77. Bagnoli [Na]. Sede del pi? grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attivit? ditelecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.

78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.

80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.

81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.

82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.

83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.

84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati icomandi Usa e Nato in caso di guerra

85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.

Basilicata

79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.

86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.

Puglia

87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.

88. Brindisi. Base navale Usa.

89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.

90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499?Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].

91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.

92. Otranto. Stazione radar Usa.

93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.

94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.

Calabria

95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

Sicilia

98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logisticodella Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unit? della Us Navy, ospita diversisquadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC­4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F­16 e F­111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B­43, da pi? di 100 kilotoni l'una.

99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa. Nota: un sottufficiale dell'aereonautica militare ci ha scritto,precisando che non vi sono installazioni USA in questa base militare italiana.

102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.

103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.

104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.

105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.