Le attività formative di Cittadinanzattiva: Laboratorio Civico sulla Salute Simona Sappia

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Le attività formative di Cittadinanzattiva: Laboratorio Civico sulla Salute Simona Sappia Roma, 6 ottobre 2006. Finalità generali di Laboratorio Civico. - PowerPoint PPT Presentation

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Le attività formative di Cittadinanzattiva:

Laboratorio Civico

sulla Salute

Simona SappiaRoma, 6 ottobre 2006

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Finalità generali di Laboratorio Civico

- Potenziamento delle attività formative – informative rivolte al territorio al fine di mettere in rete le competenze e svilupparne di nuove

- Sviluppo di attività a livello nazionale e regionale nella logica del principio di sussidiarietà

- Tema di fondo: la tutela del diritto alla salute e la partecipazione civica

- Sviluppo di nuove forme di “cooperazione sociale”, valorizzazione del paradigma della rete

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I temi affrontati

I diversi temi affrontati nei seminari dal 2001:1. i comitati etici e la sperimentazione clinica dei

farmaci;2. gli elementi di management di una organizzazione

non profit;3. l’assetto del sistema sanitario nazionale e il

federalismo;4. la programmazione sanitaria nazionale e regionale;5. La tutela: il sistema PiT

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A chi è rivolto?DUE TARGET:

Cittadinanzattiva:- attivisti del Tribunale per i diritti del malato- operatori del servizio PiT Salute

Leader delle Associazioni di Malati Cronici

IL VALORE AGGIUNTO

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Ad oggi sono state formate più di 200 persone che

lavorano nel campo della salute

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Quale obiettivo quest’anno?

FORMARE ALLA TUTELA DELDIRITTO ALLA SALUTE

Sviluppo della competenza

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Livello seminariale – “Strategie di

tutela”

Attività di comunicazione, strategie, lobby, e…

Livello operativo - ”Tutela diretta”:

La formazione provvede a fornire strumenti di auto-tutela

per gli operatori e le Associazioni

Livello di Formazione Livello di Formazione 3 eventi interregionali3 eventi interregionali

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Quali tematiche?

1. Il VI Rapporto sulle politiche della cronicità

2. Il IX Rapporto PiT Salute

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VI Rapporto sulle politiche della cronicitàIndagine sui diritti maggiormente a

rischio

- diritto all’informazione (18/30)- diritto a misure preventive e ad un trattamento personalizzato (15/30)- diritto al rispetto di standard di qualità (14/30)- diritto all’accesso (12/30)- diritto al tempo (12/30)

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Diritto all’informazione

- Legge 241/90- Accesso all’informazione (centri,

esenzione, agevolazioni, liste di attesa…)- Burocratizzazione amministrativa- Valore auto-gestione

META DIRITTO 1. ACCESSO2. CONSENSO3. RECLAMO

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Diritto a misure preventive e trattamento

personalizzato- Liste di attesa (visite specialistiche e diagnostiche);- Mancato accesso a forme di screening (oncologia e malattie rare);- Fenomeno diagnosi tardive;- Mancata presa in carico globale;- Mancato accesso a farmaci salvavita/innovativi

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Diritto al rispetto di standard di qualità

• Scarso utilizzo di indicatori di qualità per garantire l’appropriatezza nella fase di accoglienza del paziente;

• Scarso utilizzo di indicatori di qualità nella fase di dimissione ospedaliera;

• Scarsa applicazione di criteri di qualità clinica e assistenziale nella fase di ricovero

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Diritto al tempo

Mancanza di informazioni sui propri diritti, su come tutelarli e su come

accedere alle prestazioni

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Le tematiche che affronteremo

Diritto al Tempo: Le liste di attesa

- Chiusura delle liste d’attesa

- Intramoenia - Costo delle prestazioni private - Continuità assistenziale

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Le tematiche che affronteremo

Accesso gratuito al Farmaco

- Le Note Aifa

- Il Pfn (cronicità e malattie rare) - Il Diritto all’Innovazione - Il Diritto all’Informazione - L’Irreperibilità dei farmaci

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Le tematiche che affronteremo

L’invalidità civile e Handicap

• Mancato riconoscimento dei benefici socio-economici;

• Mancato riconoscimento dell’indennità di accompagnamento;

• Ritardi nella convocazione a visita;• Ritardi nella ricezione del verbale;• Sospensione del pagamento in caso di

revedibilità;

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Dalla formazione della società civile alla

formazione degli operatori

Perché?1. Per un modello condiviso di gestione

della cronicità;2. Per lavorare insieme su tematiche

centrali nell’assistenza al paziente;3. Per sviluppare competenze sulla

continuità assistenziale

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Quali tematiche e quali soggetti?

Autogestione della patologia cronica• Società Italiana di Medicina Generale

Dolore cronico• Ipasvi – Federazione Nazionale Collegi

Infermieri

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Perché il Self Management?

1. LA PROBLEMATICA DEI LUNGHI TRATTAMENTI2. il paziente affetto da cronicità è spesso in grado di

sviluppare, per la natura permanente che caratterizza la sua patologia, una serie di competenze e di comportamenti che lo rendono attivo nei confronti della gestione della malattia

3. la qualità di vita del paziente e della famiglia può essere considerata un indicatore sintetico di esito e il ruolo del paziente, nella produzione di questo outcome risulta centrale

4. la comunicazione tra il medico e il malato cronico deve essere bi-direzionale e deve poter utilizzare le abilità e le competenze di entrambi i soggetti attraverso l’instaurazione di un rapporto di vera e propria partnership

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DIFFERENZE TRA LA COMPLIANCE E L'ADERENZA TERAPEUTICA

COMPLIANCE ADERENZA

Rispetto delle istruzioni - regole Condivisione delle decisioni - consenso informato

Paziente passivo Paziente attivo → Partnership

Informazione Comunicazione

Modello delle acuzie: unidirezionale Modello delle cronicità: multidimensionale

Uso di indicatorio bio-clinici Aspetti psicologici / sociali: qualità della vita

Dipendenza del paziente nella cura Sviluppo autogestione della patologia: expertise

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Perché è necessario cambiare metodo?

Perché l’utilizzo del modello delle acuzie non è risultato efficace nel trattamento delle patologie croniche: symptom focused vs person focused

Perché interventi basati su un solo fattore di rischio non hanno dato buoni risultati: necessità di un approccio globale

Perché è necessario utilizzare un modello adatto a condizioni di multicronicità

Perché il trattamento delle cronicità costituisce un processo dinamico, dove diverse dimensioni interagiscono tra loro

Perché studi empirici (DCCT e UKPDS) hanno dimostrato l’efficacia dell’utilizzo di un approccio totalmente diverso alla malattia e al paziente in favore dello sviluppo dell’aderenza terapeutica

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Perché il dolore cronico?- Terribile impatto del dolore cronico (es. herpes

zoster, dolore neoplastico, danni midollari, patologie muscolo-scheletriche, sciatiche acute, dolore neuropatico, back pain, emicranie…)

- Mancato supporto ed assistenza al paziente cronico: la personalizzazione

- Mancato accesso alle informazioni- Scarsità dei centri sul dolore- Mancata integrazione tra le cure palliative e i

terapisti del dolore- Complessità della questione (diagnosi, cura,

trattamento e gestione)- Necessità di abbassare la soglia di interferenza

con la vita quotidiana

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Perché queste due figure: MMG e Infermiere?

Centralità delle cure primarieFunzione di cerniera verso le altre strutture

sanitarieIn corrispondenza con il processo di

deospedalizzazione delle cureSono i principali conoscitori del paziente affetto da

cronicitàSono utilizzatori a volte “inconsapevoli” di modelli di

aderenza terapeutica: si tratta solo di apprenderne i meccanismi, l’efficacia e le modalità di applicazione

In Europa le categorie di medici e professionisti sanitari si sono già mosse per utilizzare questo nuovo approccio