LE A I R O T Le nuove prospettive dopo il Sinodo sulla ... · Il libro La devozione alla Madonna...

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ONliNe www. diOcesimazara. it Nelle P agiNe Con divi dere L’ EDITORIALE Quindicinale della Diocesi di Mazara del Vallo Distribuzione gratuita Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7-2003 Editore Associazione “Orizzonti Mediterranei” Piazza della Repubblica, 6 91026 - Mazara del Vallo Direttore editoriale mons. Domenico Mogavero Direttore responsabile Max Firreri Redazione Piazza della Repubblica, 6 91026 - Mazara del Vallo tel. 393.9276843 [email protected] Hanno collaborato Gloria Barbiera, Erina Ferlito, don Nico- las Lhernould, Dora Polizzi, Donatella Randazzo, Sebastiano Tusa. Impaginazione e stampa Grafiche Napoli via Selinunte, 206 91021 - Campobello di Mazara Questo numero è stato chiuso in reda- zione l’11 aprile 2016. è vietata la ri- produzione integrale o parziale. Quindicinale associato alla: Io penso che... Il Mediterraneo custodisce i tesori del passato Noi e la sponda sud Tangeri, una Chiesa con il grembiule L’intervista a monsignor Santiago Agrelo Martinez Il libro La devozione alla Madonna della Confusione di Domenico Mogavero L E CONCLUSIONI DEL SINODO DEI VESCOVI celebrato nel mese di ottobre erano attese con comprensibile trepidazione. C’erano aspettative fondate e speranze esagerate su quanto il Papa avrebbe deciso e comunicato. Il testo pubbli- cato nei giorni scorsi è un documento complesso che richiede un approccio serio e ponderato, non condizionato da inte- ressi strumentali, quali quelli di cercare risposte spicciole a quesiti articolati. L’interesse dei mezzi di comunicazione e di tanti ambienti è andato progressivamente crescendo, focaliz- zato prevalentemente sul tema della comunione ai divorziati risposati. Adesso che è il testo è noto in tanti lamenteranno che in fin dei conti non è cambiato nulla, o che è la fine della dottrina sul matrimonio. In effetti questioni come quella ci- tata non si risolvono con un dispositivo normativo generale. Quelli che gridano allo scandalo per quanto Papa Francesco ha deciso accogliendo la riflessione di due assemblee sino- dali, dovrebbero riflettere molto sui testi più che sulle di- chiarazioni affrettate e considerare che il metodo dell’ac- compagnamento e del discernimento nel contesto della mi- sericordia non sono indicazioni arbitrarie, ma appartengono alla tradizione ecclesiale. Uno dei punti nodali del docu- mento è, perciò, il criterio della considerazione dei singoli casi, a motivo della assoluta singolarità di ciascuno di essi. E questa è appunto la ragione che esclude a priori indicazioni generali. In ogni caso l’esortazione apostolica deve essere studiata e assimilata per comprendere correttamente le indi- cazioni pastorali contenute nel capitolo ottavo. Ci sono delle aperture prospettiche innovative che solo nel tempo po- tranno diventare patrimonio condiviso, soprattutto in merito la situazione dei divorziati risposati, dei conviventi e delle unioni omosessuali. In questa sede si può fare solo una ra- pida recensione di taluni passaggi. Riprendendo il magistero di san Giovanni Paolo II, Papa Francesco rilancia la legge della gradualità (n. 295) e afferma, tra l’altro, che «la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nes- suno» (n. 296). Nello stesso tempo enuncia i criteri per valu- tare l’ammissione dei divorziati alla comunione (n. 298). Aria nuova e fresca il Pontefice offre alle comunità e ai fedeli quando addita la via caritatis (n. 300) e della misericordia pastorale (n. 307) per superare le rigidità di chi rifiuta ogni apertura. Una critica garbato è rivolta a chi pensa alla mise- ricordia come a «una proposta romantica o a una risposta debole davanti all’amore di Dio» (n. 310). Forte il no a «una morale fredda da scrivania» (n. 312) alla quale si contrap- pone il ricorso ai pastori della Chiesa per «un discernimento pastorale carico di amore misericordioso», pronto «a com- prendere, a perdonare, ad accompagnare, a sperare, e so- prattutto a integrare» (n. 312). Al di là delle parole e del sentito dire, ciascuno deve avvertire il bisogno di un accosta- mento personale e sapienziale al documento per cogliere in esso quanto lo Spirito dice oggi alle Chiese. Le nuove prospeive dopo il Sinodo sulla famiglia L’esortazione post-sinodale Amoris laetitia Ridare freschezza alla fede Domenico Mogavero La Visita pastorale a Campobello di Mazara, a pag. 3 DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO Istantanea della Visita pastorale nella comunità di Pantelleria. Istantanea della Visita pastorale nella comunità di Pantelleria. Con il Vescovo la piccola Atena, dopo la celebrazione eucaristica Con il Vescovo la piccola Atena, dopo la celebrazione eucaristica di domenica 13 marzo. di domenica 13 marzo. (foto di Francesco Terramagra) (foto di Francesco Terramagra) Anno XIV - n. 07 del 17 aprile 2016

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Quindicinaledella Diocesidi Mazara del Vallo

Distribuzione gratuita

Registrazione Tribunaledi Marsala n. 140/7-2003

EditoreAssociazione “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editorialemons. Domenico Mogavero

Direttore responsabileMax Firreri

RedazionePiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

Hanno collaboratoGloria Barbiera, Erina Ferlito, don Nico-las Lhernould, Dora Polizzi, DonatellaRandazzo, Sebastiano Tusa.

Impaginazione e stampaGrafiche Napolivia Selinunte, 20691021 - Campobello di Mazara

Questo numero è stato chiuso in reda-zione l’11 aprile 2016. è vietata la ri-produzione integrale o parziale.

Quindicinale associato alla:

Io penso che...Il Mediterraneocustodisce i tesoridel passato

Noi e la sponda sudTangeri, unaChiesa con ilgrembiule

L’intervistaa monsignorSantiago AgreloMartinez

Il libroLa devozionealla Madonnadella Confusione

di Domenico Mogavero

LE CONCLUSIONI DEL SINODO DEI VESCOVI celebrato nel mesedi ottobre erano attese con comprensibile trepidazione.C’erano aspettative fondate e speranze esagerate su

quanto il Papa avrebbe deciso e comunicato. Il testo pubbli-cato nei giorni scorsi è un documento complesso che richiedeun approccio serio e ponderato, non condizionato da inte-ressi strumentali, quali quelli di cercare risposte spicciole aquesiti articolati. L’interesse dei mezzi di comunicazione e ditanti ambienti è andato progressivamente crescendo, focaliz-zato prevalentemente sul tema della comunione ai divorziatirisposati. Adesso che è il testo è noto in tanti lamenterannoche in fin dei conti non è cambiato nulla, o che è la fine delladottrina sul matrimonio. In effetti questioni come quella ci-tata non si risolvono con un dispositivo normativo generale.Quelli che gridano allo scandalo per quanto Papa Francescoha deciso accogliendo la riflessione di due assemblee sino-dali, dovrebbero riflettere molto sui testi più che sulle di-

chiarazioni affrettate e considerare che il metodo dell’ac-compagnamento e del discernimento nel contesto della mi-sericordia non sono indicazioni arbitrarie, ma appartengonoalla tradizione ecclesiale. Uno dei punti nodali del docu-mento è, perciò, il criterio della considerazione dei singolicasi, a motivo della assoluta singolarità di ciascuno di essi. Equesta è appunto la ragione che esclude a priori indicazionigenerali. In ogni caso l’esortazione apostolica deve esserestudiata e assimilata per comprendere correttamente le indi-cazioni pastorali contenute nel capitolo ottavo. Ci sono delleaperture prospettiche innovative che solo nel tempo po-tranno diventare patrimonio condiviso, soprattutto in meritola situazione dei divorziati risposati, dei conviventi e delleunioni omosessuali. In questa sede si può fare solo una ra-pida recensione di taluni passaggi. Riprendendo il magisterodi san Giovanni Paolo II, Papa Francesco rilancia la leggedella gradualità (n. 295) e afferma, tra l’altro, che «la strada

della Chiesa è quella di non condannare eternamente nes-suno» (n. 296). Nello stesso tempo enuncia i criteri per valu-tare l’ammissione dei divorziati alla comunione (n. 298). Arianuova e fresca il Pontefice offre alle comunità e ai fedeliquando addita la via caritatis (n. 300) e della misericordiapastorale (n. 307) per superare le rigidità di chi rifiuta ogniapertura. Una critica garbato è rivolta a chi pensa alla mise-ricordia come a «una proposta romantica o a una rispostadebole davanti all’amore di Dio» (n. 310). Forte il no a «unamorale fredda da scrivania» (n. 312) alla quale si contrap-pone il ricorso ai pastori della Chiesa per «un discernimentopastorale carico di amore misericordioso», pronto «a com-prendere, a perdonare, ad accompagnare, a sperare, e so-prattutto a integrare» (n. 312). Al di là delle parole e delsentito dire, ciascuno deve avvertire il bisogno di un accosta-mento personale e sapienziale al documento per cogliere inesso quanto lo Spirito dice oggi alle Chiese.

Le nuove prospettive dopo il Sinodo sulla famigliaL’esortazione post-sinodale Amoris laetitia

Ridare freschezza alla fede

Domenico Mogavero

La Visita pastorale a Campobello di Mazara, a pag. 3

DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO

Istantanea della Visita pastorale nella comunità di Pantelleria.Istantanea della Visita pastorale nella comunità di Pantelleria.Con il Vescovo la piccola Atena, dopo la celebrazione eucaristicaCon il Vescovo la piccola Atena, dopo la celebrazione eucaristica

di domenica 13 marzo. di domenica 13 marzo. (foto di Francesco Terramagra)(foto di Francesco Terramagra)

Anno XIV - n. 07 del 17 aprile 2016

n. 07/17aprile2016, pag. 2

L’archeologiasubacquea e ilfascino dellesue attrattive

Io penso che...

Il marecustodiscei tesoridel passato

IMARI DI SIcIlIA RAccolgono l’ereditàdelle miriadi di transazioni economi-che, migrazioni, scontri e incontri di

popoli e genti che hanno animato la storiadel Mediterraneo. Un immenso patrimo-nio di oggetti, notizie e storie si cela infondo ai mari di Sicilia ed è nostro doveretutelarlo per garantire la legittimità di vi-vere in questa terra. Conoscere tale patri-monio di storia ci serve e ci aiuta a viveredegnamente oggi nella nostra terra. Inol-tre non possiamo dimenticare che la cono-scenza di queste storie e il recupero diquesti tesori ciaiuta a costruiree rafforzare la giàcorposa e riccaofferta culturaledella nostra re-gione. Oltre al va-lore di questoelemento indi-spensabile perconoscere il no-stro passato e, diconseguenza,renderci cittadinicoscienti del pre-sente, la cono-scenzaecosostenibile diquesto patrimo-nio culturale subacqueo è un valore ag-giunto dimostrato che rende la Siciliaancora più unica e competitiva nel campodel turismo culturale internazionale. Èprovato, da analisi di economia del turi-smo e da riscontri effettivi, che aggiungereall’immersione naturalistica tradizionaleanche la storia, l’archeologia e la culturadel mare, produce un’attrattiva maggioreche vince sul mercato turistico subacqueointernazionale e nazionale. Valorizzare lebellezze del mare e non scegliere la viadell’industria è una scelta strategica checompete alla politica. Da tecnico possodire che le trivellazioni e ciò che le precede(ricerca) ancorché effettuate con la mas-sima attenzione, determinano spesso in-quinamenti di varia portata e, comunque,

un’alterazione sensibile dell’ecosistemanel quale insistono tali istallazioni. La poli-tica deve scegliere, perciò, se rischiare lacompromissione di paesaggi marini e ter-restri che hanno dato la vita a grandi co-munità rivierasche e che costituisconooggi il futuro dell’economia turistica sici-liana e nazionale con un indotto di moltemigliaia di operatori, o garantire qualchecentinaio di posti di lavoro a fronte di unvantaggio per la bilancia energetica ita-liana pressoché nullo (il greggio estratto inItalia serve a soddisfare l’1% del fabbiso-

gno nazionale). Tuttavia, ritenendo certa-mente necessaria l’estrazione del greggioe del gas - poiché ci vorrà ancora qualchedecennio affinché ci si possa affrancare deltutto da questo tipo di risorsa energetica -ritengo assolutamente un suicidio operaresui banchi dello Stretto di Sicilia. Tali ban-chi devono essere considerati intoccabiliin modo categorico poiché è lì che il Medi-terraneo intero si rifornisce delle energienecessarie e vitali per vivere. I banchi sonole nursery del Mediterraneo, sia animaliche vegetali. Piazzare su questi bassifonditrivelle o pale eoliche determinerebbe lafine della civiltà mediterranea che sullosfruttamento ecosostenibile delle loro im-mense risorse ha costruito e garantito lavita di tante città rivierasche.

PALERMOSebastiano TusaSoprintendente del mare per la Regione Sicilia

www.sebastianotusa.it

l’aNgOlO di PaPa FraNcescO

I volti dellaMisericordia

IN GESÙ NON SOLO POSSIAMO TOCCARE con mano la misericordia del Padre,ma siamo spinti a diventare noi stessi strumento della misericordia. Puòessere facile parlare di misericordia, mentre è più impegna-

tivo diventarne concretamente dei testimoni. È questo un per-corso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcunasosta. Gesù ci ha detto che dobbiamo essere «misericordiosicome il Padre» (cfr Lc 6,36). E questo prende tutta la vita! Quantivolti, dunque, ha la misericordia di Dio! Essa ci viene fatta cono-scere come vicinanza e tenerezza, ma in forza di questo anchecome compassione e condivisione, come consolazione e per-dono. Chi più ne riceve, più è chiamato a offrirla, a condividerla;non può essere tenuta nascosta né trattenuta solo per sé stessi.È qualcosa che brucia il cuore e lo provoca ad amare, riconoscendo il voltodi Gesù Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso edemarginato. La misericordia non sta ferma: va alla ricerca della pecora per-

duta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa. La misericordia saguardare negli occhi ogni persona; ognuna è preziosa per lei, perché

ognuna è unica. Quanto dolore nel cuore sentiamo quando sen-tiamo dire: «Questa gente… questa gente, questo poveracci,buttiamoli fuori, lasciamoli dormire sulle strade…». Questo èda Gesù? La misericordia non può mai lasciarci tranquilli. Èl’amore di Cristo che ci “inquieta” fino a quando non abbiamoraggiunto l’obiettivo; che ci spinge ad abbracciare e stringere anoi, a coinvolgere quanti hanno bisogno di misericordia per per-mettere che tutti siano riconciliati con il Padre (cfr 2Cor 5,14-20). Non dobbiamo avere timore, è un amore che ci raggiungee coinvolge a tal punto da andare oltre noi stessi, per permetterci

di riconoscere il suo volto in quello dei fratelli. Lasciamoci condurre docil-mente da questo amore e diventeremo misericordiosi come il Padre. (Di-scorso durante la veglia di preghiera del 2 aprile 2016).

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n. 07/17aprile2016, pag. 3

L’attesaPer le famigliela presenza delVescovo è donodello Spirito

La Visita pastorale

Ridare freschezza alla fedeCampobello attende il Pastore

non c’è coSA pIù bEllA nell’essere e nelsentirsi Unità pastorale; è questoche le comunità parrocchiali di

Campobello di Mazara attendono dal pro-prio Pastore: camminare insieme nellapreghiera con la gioia diappartenere aGesù e con la sod-disfazione di poterfare tutto insieme.La comunità cri-stiana si augura chela Visita del Vescovoporti molti frutti: rin-novamento della vitacristiana, rilanciodell’apostolato e delvolontariato, rafforza-mento della comunioneecclesiale e instaura-zione di un clima di verafamiglia. Ci auguriamoche questa Visita pasto-rale sia un incontro ami-chevole, se è necessario,personale, per ricevere dalVescovo, Padre e Pastore,quei suggerimenti neces-sari a chiarire dubbi e preoccupazioni. Perle famiglie la presenza del Vescovo Dome-nico è come un dono dello Spirito Santo

perché diventa una occasione opportunaper ridare freschezza alla fede, dare vita-lità e nuovi impulsi al cammino di fede in-

trapreso. Legiovani genera-zioni si aspet-tano che ilVescovo sappiailluminare lementi con-fuse, confor-tare i cuorisfiduciati e lisappia aiu-tare a farg e r m o -gliare e fio-rire queip i c c o l isemi rice-vuti con ilS a c r a -m e n t odel bat-tesimo.

Io dico:grazie Eccellenza per l’in-

coraggiamento che infonde a tutti gli ope-ratori pastorali, grazie per la sua Visitapastorale che ci auguriamo si ripeta piùfrequentemente, grazie perché, con la sua

presenza e la sua parola ci mostra il verocentro della vita, Gesù Cristo.

CAMPOBELLO DI MAZARADonatella Randazzo parrocchiasgiovanni.blogspot.it

l’esPerieNza

Sui social network

le foto del trekkinga Cave di Cusa

SULPROFILOPUBBLICODIFACEBOOKdella Diocesi sono pubblicate le foto

della terza tappa alle Cave di Cusa (nel territorio di Campobello di

Mazara) della rassegna “La nostra storia luogo di fede” . Domenica

10 aprile, accompagnati dall’archeologo Lugi Lentini, una cinquantina di

partecipanti ha avuto modo di visitare le Cave di Cusa e di partecipare

alla messa celebrata dal Vescovo con l’assistenza di don Pietro Pisciotta.

Da Marsala a Mazara del ValloPellegrinaggio giubilare

Vita di chiesa

Sulla facciata della Cattedrale di Mazara del Vallo, soprala porta principale, una scritta in latino recita: Per me siquis introierit, salvabitur (Se qualcuno entrerà attraverso

Donatella Randazzo

PetrosinoIndumenti per i bisognosi,dalla parrocchia al MpV

Vita di chiesa

DAPPRIMA UNA RACCOLTA, poi la donazione. La comunitàparrocchiale di Petrosino ha donato alla sezione di Mar-sala del Movimento per la Vita numerosi capi d’abbiglia-

mento nuovi che saranno distribuiti ai bambini bisognosi. Laraccolta è stata possibile grazie all’appello del parroco don Ora-zio Placenti, al quale ha ben risposto la comunità parrocchiale.«È stato un gesto di solidarietà concreta, una di quelle azioniche insegnano senza bisogno di parole e che non può e nondeve lasciarci indifferente» hanno detto dal Movimento.

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me, sarà salvo) (Gv 10,9). Sicuramente chi ha scritto questeparole non immaginava che diversi secoli dopo un gruppo dipellegrini provenienti dalla vicina città di Marsala avrebbe at-traversato quella Porta proprio con questo spirito. È, infatti,con questa certezza e questa fede che circa 120 fedeli dellaparrocchia San Tommaso di Canterbury in Marsala, il 2 aprilesi sono recati a Mazara del Vallo per celebrare il Giubileo dellaMisericordia, accompagnati dall’arciprete, don GiuseppePonte, dal vicario parrocchiale, don Antonio Segundo e dadon Giuseppe Inglese.

PalermoNuovo governo dei Cappuccini

Il 30 marzo il 217° Capitolo Provinciale ordi-nario ha eletto il nuovo Governo della Pro-vincia Cappuccina di Palermo che risulta così

composto: fra Salvatore Zagone, provinciale; fraFrancesco Mansueto, vicario; fra Carmelo Saia, fra Michele Barone e fra Marco Lentini,consiglieri (nella foto con il Consigliere generale, fra Raffaele Della Torre).

n. 07/17aprile2016, pag. 4

Il raccontoL’assembleaannuale deiVescovi delNord Africa

In dialogo con la sponda sud

Il volto di una Chiesa conil grembiule accanto agli ultimi

èoRMAIfElIcEconSuEtuDInEl’invito a prendereparte alla assemblea annuale della Confe-renza episcopale del Maghreb (CERNA), che

raccoglie i pastori di Libia, Tunisia, Algeria e Ma-rocco. I lavori di quest’anno si sono svolti a Tangeri(Marocco), dal 2 al 6 aprile, con la partecipazionedel nuovo Nunzio apostolico, l’Arcivescovo maza-rese monsignor Vito Rallo. Si tratta per me di unafelicissima opportunità per rinsaldare i vincoli dicomunione ecclesiale e per conoscere la situazionedi paesi e Chiese a noi vicini, che presentano situa-zioni assai distanti dai nostri modelli. Un primodato di forte impatto è il rapporto inverso tra quan-tità e rilevanza. Infatti, quelle Chiese dal punto di

vista numerico sono assai modeste e per di piùsono composte da cristiani di altri paesi, dimorantiin Nord Africa per motivi di studio o di lavoro. Tut-tavia, all’esiguità numerica si contrappone la con-sapevolezza che la vita dei cristiani è un Vangelovivo letto dai cittadini e che con essa il Regno di Dioopera come fermento vitale. In questo contesto, iVescovi ritengono di non essere chiamati ad affron-tare e risolvere le complesse problematiche politi-che e sociali delle rispettive nazioni, che peraltropossono creare tensioni tra di esse. Si pensi, in talsenso, al fondamentalismo islamico, al fenomenodelle migrazioni e alla difficile situazione di insta-bilità politica presente in Libia, i cui due pastori

erano assenti per l’impossibilità di lasciare quelPaese. Essi hanno ribadito di non essere chiamaticome Chiesa ad assumere posizioni di principio sutali questioni intricate; al contrario, a loro è richiestodi mettersi accanto a quelli che soffrono e che cer-cano amicizia e aiuto per vivere degnamente. Intale prospettiva, la Chiesa di Tangeri, guidata dal-l’Arcivescovo francescano Santiago Agrelo Marti-nez, ci ha svelato una esemplarità evangelica conle sue opere in favore di bambini down, di giovanidonne madri, di malati mentali, di bambini muti.L’attenzione amorevole e competente a questeforme di povertà in persone tutte rigorosamentedi fede islamica manifesta, al di là di qualsiasi con-siderazione di carattere speculativo, la forma di as-soluta gratuità dell’amore cristiano che si china sulfratello bisognoso, indipendentemente dalla suaprofessione di fede, e se prende cura. Di fronte auna Chiesa con il grembiule del servizio, come ilCristo della lavanda dei piedi, è naturale registrareatteggiamenti di accoglienza e di simpatia, di aper-tura al dialogo e alla collaborazione. Certamentenon tutto è rose e fiori, ma sicuramente non si è da-vanti a un quadro di conflittualità e ostilità tra mu-sulmani e cristiani, come tanti pensano,identificando il mondo musulmano con il fonda-mentalismo islamico e con il terrorismo jihadista.Accostarsi a queste Chiese come a modelli ancheper noi occidentali è motivo di speranza, soprat-tutto quando il quadro delle nostre realtà ci po-trebbe far guardare al futuro con pessimismo.

TANGERIDomenico Mogavero www.diocesimazara.itDiocesi Mazara

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n. 07/17aprile2016, pag. 5

Santiago Agrelo MartinezArcivescovo diTangeri, in Marocco

Il dialogodei sorrisie dei gesti

Eccellenza, come vede nella suachiesa locale il fenomeno dellemigrazioni?

«Lo vedo nei volti dei ragazzi, dei bambini che titrovi davanti e che rappresentano un dolore che tiinterpella. Qui le migrazioni non sono un tema diriflessione, ma sono una presenza che non ti lasciatranquillo nella tua vita. Io mi sono trovato i mi-granti davanti la porta di casa, non alle 10 del mat-tino, ma alle 4. Ti trovi davanti feriti, visi sconvolti,terrorizzati; è un’umanità che ti interpella. Davantia quei visi e a quelle sofferenze, non ci sono ragionieconomiche, politiche che permettano di restareindifferenti. Quanto te li trovi davanti devi agire, nonpuoi rimanere a guardare».nella sua chiesa locale, come sono i rapportitra cristiani e musulmani?Tradizionalmente e culturalmente è un rapportofacile e familiare. La società marocchina è acco-gliente. Tutti mi salutano cordialmente. Io cam-mino sempre col mio abito francescano e questo,penso, sia un motivo in più perché ci sia uno

sguardo, un sorriso. È un dialogo senza parole,anche perché io non parlo l’arabo. È un dialogo fattodi sguardi, nei sorrisi, nei gesti. Io qui mi sento moltoa mio agio».la sua chiesa come vive le indicazioni di papafrancesco di “chiesa in uscita”?«Questa Chiesa locale era una Chiesa in uscitaprima che arrivasse Papa Francesco e molto primadi me. Questa è una Chiesa che nel tempo ha guar-dato il volto dei più piccoli, dei più vulnerabili, delledonne, di certi settori della società che, cultural-mente, si tenevano in disparte. E penso alle famigliecon bambini disabili o disagiati. La Chiesa li ha tiratifuori, facendo capire ai genitori che a casa non ave-vano un peso ma un tesoro. Questa Chiesa è, dun-que, una Chiesa in uscita da molto tempo. Il fattostesso di trovarci come una Chiesa minoritaria è si-curamente una forza grande. Non siamo anonimi,siamo pochi e questo ci fa percorrere la strada giu-sta verso il dialogo».

TANGERINicolas Lhernould

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L’intervista

Arcidiocesi di Tangeri

SANTIAGO AGRELO MARTÌNEZ, OFM, è un francesco spa-gnolo ed è Arcivescovo di Tangeri dal 2007. Tra gli incari-chi ricoperti quello di docente di Liturgia presso ilPontificio Ateneo Antonianum di Roma.

Il personaggio

il VideO

Le testimonianze

dei Vescovi della Cerna

SUL SITO DIOCESANO il video con le interviste

al Vescovo di Orano, Jean-Paul Vesco (a si-

nistra nella foto), op, e all’Arcivescovo di

Tunisi, monsignor Ilario Antoniazzi, che hanno

partecipato ai lavori della Conferenza episco-

pale delle regioni del Nord Africa.

n. 07/17aprile2016, pag. 6

CastelvetranoCrolla una parte del tettodella chiesa del Purgatorio

le breVi dal territOriO

CIRCA 20 GIORNI FA, UN’IMPORTANTE VORAGINE si ècreata sul tetto della chiesa del Purgatorio in Ca-stelvetrano, nel Sistema delle piazze. In seguito al

cedimento di alcune travi della navata di destra, ora èvenuta giù una parte del tetto, aprendo una voragine dicirca 3 metri quadrati. Fortunatamente al momento delcedimento non era presente nessuno all’interno dellachiesa. L’Ufficio tecnico del Comune è già al lavoro perindividuare un’azienda che dovrà provvedere in tempibrevissimi a chiudere la voragine per evitare, in modoparticolare, che le piogge possano arrecare ulterioridanni all’edificio. Successivamente sarà necessario unimportante lavoro di manutenzione da programmare inconcerto con gli enti competenti. La chiesa è di pro-prietà della Diocesi, ma concessa in comodato d’uso alComune di Castelvetrano. La chiesa fu fondata tra il1642 e il 1644 nel sito di una più antica cappella.

PoggiorealeSi completa la piscina comunale

SULLA PISCINA COMUNALE DI POGGIOREALE (nella foto) sa-ranno effettuati interventi di recupero per comple-tarla e renderla fruibile per il comprensorio. Presso

l’Urega è stata calendarizzata la gara d’appalto per la ri-strutturazione. L’opera fu costruita coi fondi del post terre-moto ‘68 ma non venne mai completata.

Campobello di MazaraMafia, la Corte di Cassazioneassolve l’ex sindaco Ciro Caravà

LA SESTA SEZIONEdellaCorte di Cassazione haassolto l’ex sindaco di

Campobello di Mazara, CiroCaravà (nella foto)che nel2011 venne arrestato nel-l’ambito dell’operazione“Campus Belli”. In seguito alsuo arresto, il Comune vennesciolto per infiltrazioni ma-fiose. In primo grado il Tribunale di Marsala lo aveva assolto. InCorte d’appello venne condannato a nove anni. Ora la Cassazioneha annullato la condanna di secondo grado senza rinvio. «L’asso-luzione dell’ex sindaco è una buona notizia non solo per lui e perla sua famiglia, ma per tutta la città di Campobello, perché fa fi-nalmente luce su una vicenda che ha avuto forti ripercussioni sul-l’intera comunità» ha detto il sindaco Giuseppe Castiglione.

Il fatto

Mazara del Vallo, il Comune e la differenziata

Il Comune di Mazara del Vallo hadeciso di affidare la raccolta dei ri-fiuti differenziati in città per supe-

rare le inefficenze di Belice AmbienteSpa, che a sua volta lamenta crediticon il Comune. L’incarico è stato con-ferito al raggruppamento tempora-neo d’imprese Tech Servizi (societàcapogruppo di Siracusa), Icos srl edEcoin srl, che già effettuano il serviziodi raccolta e smaltimento dei rifiutisolidi urbani nel territorio mazarese.Il servizio è stato affidato dal sindacocon un’ordinanza urgente e contingi-bile, a seguito di una comparazione diofferte di manifestazione d’interesse.Il servizio prevede: la collocazione di10 postazioni per la raccolta differen-ziata, di cui 8 postazioni nel centrocittadino, 1 postazione nel quartiereTrasmazaro e una nel quartiereBocca Arena; il ritiro a domicilio deirifiuti ingombranti e di apparecchia-ture elettroniche (Raee). Intanto, con-tinua la protesta dei dipendenti dellaBelice Ambiente Spa in serviziopresso la città di Mazara del Vallo, cheoccupano l’aula consiliare in segno diprotesta perchè non vengono pagatida sei mesi. Il sindaco Cristaldi ha re-plicato: «Devono rivolgersi alla so-cietà, non certo al Comune».

l’ageNda www.diocesimazara.it

Venerdì 15 aprileIncontro sui cristiani in Medio Oriente

SI TERRÀ VENERDÌ 15 APRILE, alle ore 18, presso la chiesa di SanDomenico a Castelvetrano, una conferenza sul tema “L’impe-gno dei cristiani in Medio Oriente tra sfide e dialogo interre-

ligioso”, organizzato dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro diGerusalemme e dal Movimento dei focolari. Interverranno: SilviaPorta, Rami El Bahu e Ebi Mohebbali Pietro. Modera: Danilo DiMaria. Porteranno il loro saluto: Antonino Moceri (OESSG), Cri-stiana Formosa e Franco Monaco (Movimento Focolari).

Sabato 7 maggioA Gibellina la festa del Crocifisso

DOPO POCO PIÙ DI DIECI ANNI torna a Gibellina lafesta del Santissimo Crocifisso, organizzata dallaConfraternita e dalla parrocchia chiesa madre.

Sabato 7 maggio, alle ore 16, il Vescovo benedirà icarri trainati dagli animali che poi sfileranno per le viedella città. Domenica 8 maggio la processione del si-mulacro.

Giovedì 5 maggioSi parla della “buona scuola”

SI TERRÀ GIOVEDÌ 5 MAGGIO (si re-plica venerdì 6) alle ore 16,presso il salone delle conferenze

della Fondazione San Vito Onlus, invia Casa Santa a Mazara del Vallo, l’in-contro sul tema “Caratteristiche eprospettive della legge sulla buonascuola“. Relazionerà Sergio Cicatelli(nella foto), direttore del Centro Studi

della Cei per la scuola cattolica. L’incontro è riservato agliIdR in servizio.

n. 07/17aprile2016, pag. 7

Grani di VangeloIl mare squarciato

le rubriche

LA LUNGA E TRAVAGLIATA SCHIAVITÙ IN EGITTO giunge al ter-mine e Israele si avvia alla libertà promessa: unanuova esperienza per gli uomini dell’esodo, nati in

Egitto e sottomessi al potere egiziano, sebbene consapevolidella propria identità e delle proprie radici. Ma la terra dovescorrono latte e miele (cfr Es 3,8) non è a portata di mano,perché geograficamente lontana e teologicamente evane-scente: raggiungerla richiede un pesante cammino e unafaticosa conversione al Dio dei padri. La narrazione rievocagli ostacoli “provvidenziali”, che costituiscono i mezzi di cuiDio si serve per condurre i pellegrini fuori dall’Egitto. Da quila scelta di non percorrere la strada più breve, ma di prefe-rire la via più lunga, allo scopo di evitare, nel popolo ignaro,paure e scoraggiamenti (cfr Es 13,17). E, appena dopo,Mosè riceve un ordine da Dio: «Comanda agli Israeliti chetornino indietro e si accampino […] presso il mare » (Es14,1-2). Incunearsi tra il mare e il deserto (cfr Es 13,20b):strategia non svelata e dunque intesa come decisione illo-gica e assolutamente priva di buonsenso. Gli egiziani incal-zano e il popolo rischia di considerare chiusa la propriastoria e di sentire il futuro come minaccia. Serpeggia lo sco-raggiamento e il rimpianto di essersi fidati di un Dio “lati-

Erina Ferlito

Le parole dell’IslamGlorificazione/

Dora Polizzi

IL TERMINE GLORIFICAZIONE in tasbih, include la lode(tamhid), la magnificazione (takbir) e la proclama-zione dell’unicità divina (tahlil). Glorificazione e

lode, in particolare, sono spesso associate nel Coranonel senso di “celebrare la lode di Dio” (2,30; 25,58;40,7 ecc.). La glorificazione è attestata grazie al verbosabbaha e all’infinito subhan. La glorificazione e lalode pervengono dal cosmo intero in quanto crea-

tante”: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egittoche ci hai portati a morire nel deserto? […] Non tidicevamo in Egitto: lasciaci stare e serviremo gli egi-ziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che mo-rire nel deserto?» (Es 14,11-12). La storia però non èmai lineare e scontata: le sue curve, gravide di gioiee di dolori, possono divenire leggibili se il cuore si la-scia dominare dalla speranza. E la speranza biblicanon è un sentimento onirico, passivo o fatalista, bensìpassione che si affida e consente di camminare eretti,carichi di dignità e proiettati “oltre”. Ciò nella convin-zione che Dio irrompe nella vita del suo popolo e losostiene, a volte con mani forti, più spesso in modofragile, ma non lascia mai soli e mai il cielo si chiude.La speranza interpreta il presente, spinge al futuro erecupera il passato, come fa Mosè con le ossa di Giu-seppe (cfr Es 13,19); la speranza traccia un circolo cheraccoglie il tempo e lo conduce nell oltre nell’ altrove,dove sarà cinto dalle braccia di Dio al di là di ogni per-cezione di sventura (cfr Es 14,13-14). Tra il mare e ildeserto l’ombra della morte si addensa sul popolo. MaDio non abbandona. Paradossalmente egli chiede aMosè: «Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino.Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare edividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare al-l’asciutto […]. Gli egiziani sapranno che io sono il Si-gnore, quando dimostrerò la mia gloria contro ilfaraone, i suoi carri e i suoi cavalieri» (Es 14,15b.18).Il racconto si fa rapido e concitato: Mosè obbedisce estende la mano sul mare; le acque si aprono e diven-gono un muro a destra e a sinistra; gli egiziani inse-guono Israele; le acque si riversano su di loro e li

travolgono; Mosè stende ancora la mano e il maretorna al consueto livello. Israele è salvo (cfr Es 14,21-29). Gli studi esegetici da tempo indagano suglieventi storici e sulla localizzazione geografica del pas-saggio. Potrebbe essere il Mar dei Giunchi o la zonadei Laghi Amari, dove bassa e alta marea rapida-mente si alternano. Il racconto biblico ovviamente siserve di altri generi letterari e utilizza il linguaggiodella saga o dell’epopea; e ciò allo scopo di conse-gnare alla tradizione testuale non fatti verificabili,bensì una lettura teologica di essi, volta a proclamareche solo Dio muove gli eventi, cambia il cuore degliuomini o rinsalda la fede. Ma c’è di più. Leggiamonella pagina dell’Esodo: «Il Signore durante tutta lanotte risospinse il mare con un forte vento d’oriente,rendendolo asciutto; le acque si divisero» (Es 14,21).Cogliamo l’eco del primo racconto di creazione: «Lospirito di Dio aleggiava sulle acque» (Gen 1,1b), de-viante traduzione del testo ebraico, che correttamentedice: «Un vento tremendo scuoteva il mare »; e poi:«Sia un firmamento in mezzo alle acque per separarele acque dalle acque […]. Le acque che sono sotto ilcielo si raccolgano in un unico luogo e appaial’asciutto» (Gen 1,6a.9). Non può sfuggire il paralle-lismo tra i testi, grazie al quale nella narrazione del-l’Esodo si colgono più o meno chiari riferimenti airacconti di Genesi. La vicenda d’Israele è dunque pen-sata come creazione: in qualunque modo essa sia sto-ricamente avvenuta, la liberazione è teologicamentepercepita come nascita di un popolo, che può dirsi talesolamente se gli sono donati la terra, la legge, la li-bertà. E di questo popolo noi siamo eredi.

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zione divina. La lode inaugura cinque sure con la for-mula al-hamd li-Allah, “la lode spetta a Dio”, e altrecinque con l'affermazione che «tutto ciò che è nei cielio sulla terra, glorifica o loda Dio». «Lo glorificano isette cieli e la terra e tutti gli esseri che i cieli e la terralo racchiudono, e non c’è cosa alcuna che non canti leSue lodi». La lode rivolta a Dio deve essere perma-nente, perché si tratta di uno stato e non di un’azioneesteriore, sporadica. Deve essere resa giorno e notte,all'inizio della preghiera rituale. Glorificazione e loderientrano dunque in formule che ricorrono assai difrequente nella vita quotidiana del fedele musul-mano: alhmd li- Allah si pronuncia dopo aver com-piuto qualcosa di gradevole o di buono, la cui origineè in tal modo ricondotta a Dio, o quando si apprendeuna buona notizia o in altre occasioni; si dice subhanAllah per manifestare la propria meraviglia di frontealla creazione o il proprio stupore di fronte a un avve-nimento positivo o la propria impotenza di fronte a unavvenimento negativo. Attraverso la glorificazione ela lode, il mondo parla a Dio e Dio parla al mondo; co-loro che lodano Dio ricevono in cambio una partedella loro lode.

MarsalaPranzo solidale in parrocchiaper “Le matite colorate”

Vita di chiesa

PRANZO SOLIDALE DELLA MISERICORDIA per il gruppo missio-nario “Le matite colorate di don Bosco” a Marsala, chehanno vissuto l’esperienza del servizio presso i locali

della parrocchia. Il gruppo di bambini e ragazzi fa partedell’infanzia missionaria e quest’ultima è una realtà esi-stente da 25 anni nella comunità della parrocchia lilibetanaMaria Ss. Ausiliatrice. Conta due gruppi suddivisi per fasced’età, dai 4 ai 7 anni e dagli 8 anni in sù. Quest’anno sotto laguida di alcune catechiste e di Gloria, giovane animatrice, ipiccoli del gruppo hanno imparato cosa significa dare atten-zione all’altro, con una riflessione sul tema formativo “Po-veri come Gesù”. (gloria barbiera)

n. 07/17aprile2016, pag. 8

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