Instrumentum Laboris 29 Sinodo Diocesano

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Instrumentum laboris Comunità in cammino 29 ° SINODO DIOCESANO SULLE UNITÀ PASTORALI DIOCESI DI BRESCIA

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  • Instrumentumlaboris

    Comunitin cammino29SINODODIOCESANOSULLE UNITPASTORALI

    DIOCESI DI BRESCIA

  • Instrumentum laboris

    Comunitin cammino29SINODODIOCESANOSULLE UNITPASTORALI

  • 5PREMESSE

    Paragrafo 1la comunione, mistero divinoe vocazione umana

    1. Il Dio della Rivelazione comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo. La comunione perci esprime il miste-ro profondo dellesistenza del mondo che viene da Dio ed chiamato a compiersi in Dio. Comunione significa lunit di soggetti diversi determinata dalla conoscenza, la colla-borazione, lamore e il dono reciproco.2. Levoluzione del cosmo e la storia delluomo rispondono alla volont di Dio che vuole esprimere nelle creature e nel loro reciproco rapporto il mistero di amore che costituisce la sua identit. Vivere gli uni con gli altri e gli uni per gli altri quindi la sfida a cui gli uomini debbono rispondere con tutte le manifestazioni della loro esistenza: il lavoro, le istituzioni, i sentimenti, il comportamento etico, le relazioni, le creazioni, insomma tutta la loro esperienza.

    Paragrafo 2Ges, forza e rivelazione della comunione

    3. La forza della comunione, che Dio, si manifestata nel mondo attraverso le parole e le opere di Ges, la sua vita e la sua morte. Questa medesima forza continua a operare nella storia dopo la glorificazione di Ges. Egli, che ha ri-cevuto dal Padre ogni potere in cielo e sulla terra, attra-verso il dono del suo Spirito, in tutte le forme sacramentali, continua ad agire nel mondo per condurlo a ununit sem-pre pi piena.

  • 64. Per questo lesistenza terrena di Ges e rimarr sempre il modello, lorigine, il criterio, il traguardo di tutta lesisten-za della Chiesa e di ciascun credente in Cristo.

    Paragrafo 3la chiesa al servizio della comunione

    5. La Chiesa al servizio della comunione di tutti gli uomini e compie questo servizio facendo della comunione la legge prima della sua esistenza. Perci allinterno della Chiesa tutte le differenze sono funzionali a una pi alta unit ge-nerata, fatta crescere e portata a compimento dallamore re-ciproco. Lamore fraterno ha la sua radice nellamore di Dio per il mondo e per luomo e si situa allinterno della risposta del mondo a Dio. La risposta del mondo a Dio ha nelluomo la sua forma specifica, fatta di libert che si declina nel ser-vizio e nel dono reciproco.6. Tutte le differenze allinterno della Chiesa: la differenza sessuale, le differenze culturali, sociali, storiche, i diversi ministeri, le istituzioni, le molteplici vocazioni sono al ser-vizio della variet, della molteplicit, della creativit della comunione. Dove ci sono forme di autorit e di presidenza, queste vanno intese al servizio della comunione e lo stesso vale per i ministeri, i carismi personali o di gruppo.7. La comunione suppone inevitabilmente un tessuto pro-fondo e articolato di conoscenza reciproca e quindi di co-municazione. Lattenzione allaltro, lempatia che fa sentire come propria lesperienza dellaltro, lamore che rende cor-responsabili del bene degli altri, il servizio che fa percepire laltro come degno del proprio sacrificio sono le motivazio-ni che debbono animare tutte le scelte della Chiesa, allin-terno, per la sua crescita, allesterno, per il servizio che la Chiesa chiamata a donare al mondo.8. Dove la comunione operante, ciascun soggetto perso-na o istituzione trova la sua piena identit solo entrando in relazione con soggetti complementari persone o istituzioni

  • 7 per creare realizzazioni sempre pi ampie di comunione e di amore. Il dilatarsi della comunione tende verso realizza-zioni sempre pi alte: dal soggetto singolo alla comunione interpersonale, ai gruppi, alle istituzioni, fino alla comunione ecclesiale cattolica (universale), allunit di tutti gli uomini nel mondo, al regno di Dio, quando Dio sar tutto in tutti.

    Paragrafo 4comunione e missione della chiesa

    9. La missione della Chiesa, pur rimanendo sempre identica nel compito di annunciare il vangelo di Ges per la comu-nione di tutti gli uomini con Dio e tra di loro, assume forme e fisionomie diverse a seconda dei tempi, delle situazioni e dei destinatari. Questa apertura al rinnovamento con-temporaneamente espressione della fedelt a Dio e della fedelt alluomo.10. Il nostro tempo, caratterizzato da grande mobilit, dal moltiplicarsi delle forme di comunicazione e di aggregazio-ne, dal confronto anche stridente fra culture e religioni, dal-la crisi dei modelli di comportamento personale, familiare, sociale e politico, dallaffievolirsi di una condivisa menta-lit di fede, dallevidente diminuzione del clero e, insieme, dallesigenza di certezze e di corresponsabilit, richiede un ripensamento e un rinnovamento nellattuazione della mis-sione ecclesiale.

    Paragrafo 5senso delle unit Pastorali(dora in Poi uuPP)

    11. Le UUPP intendono rinnovare lazione missionaria del-la Chiesa bresciana, rispondendo agli aspetti caratteristici

  • 8del nostro tempo sopra elencati, che rappresentano per noi i segni dei tempi, cio fatti significativi, da discernere ac-curatamente, attraverso i quali lo Spirito parla alla Chiesa di Cristo e la sollecita a una conversione permanente e ad un aggiornamento continuo.12. Le UUPP non aboliscono la struttura giuridica e pasto-rale della parrocchia n la figura del parroco: intendono in-vece essere, entro lazione pastorale unitaria della Chiesa bresciana, una forma di pi stretta collaborazione che favori-sca la cura pastorale dei fedeli, attraverso una maggiore co-munione tra parrocchie vicine e una migliore valorizzazione delle molteplici risorse presenti nelle comunit parrocchiali.13. La riuscita delle UUPP si misurer, quindi, dalla capa-cit di far uscire le singole comunit parrocchiali da una illusoria autosufficienza per farle vivere con e per altre comunit parrocchiali: in questo senso le UUPP sono una preziosa opportunit per la Chiesa bresciana, poich solle-citano e favoriscono lunit di discernimento, di decisione e di azione nellattivit pastorale.14. Lo scopo principale delle UUPP contribuire a dare nuo-vo impulso alla missione ecclesiale, attraverso una maggiore comunione e collaborazione nel presbiterio bresciano (com-presi i preti bresciani che operano in altre diocesi come fidei donum), fra le parrocchie, fra i presbiteri, le persone consa-crate e i laici, e fra i diversi gruppi e aggregazioni ecclesiali. In tal modo lUP rappresenta unefficace testimonianza in un mondo minacciato dalle divisioni e dallindividualismo.15. Tutte le disposizioni del Sinodo, che cercano di imma-ginare e delineare il funzionamento concreto delle UUPP, vanno collocate dentro la cornice fondamentale di queste premesse, che devono dare senso alle singole disposizioni, ne devono costituire il limite e il criterio di interpretazione.

  • 9CAPITOLO I

    Fisionomia e strutturadelle UUPP

    Paragrafo 1definizione di uP

    16. LUP una particolare unione di pi parrocchie affida-te dal Vescovo a una cura pastorale unitaria e chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di autentica co-munione, attraverso la realizzazione di un unico progetto pastorale missionario.17. Nelle UUPP i mezzi per una missione pi efficace, ol-tre a quelli dellannuncio, della preghiera e dei sacramen-ti, sono soprattutto: la corresponsabilit, la testimonianza della comunione e la progettazione comune di una pasto-rale organica.

    Paragrafo 2elementi essenziali

    18. Vista la vastit ed eterogeneit della Diocesi, non op-portuno adottare ed applicare sempre e ovunque un modello esclusivo di UP. Bisogner fare spazio ai criteri della oppor-tunit, gradualit e della flessibilit cos che nei tempi e nei modi di attuazione vengano rispettate le istanze che emer-gono dalle diverse realt pastorali della Diocesi. Tuttavia necessario fissare alcuni elementi essenziali che definisca-no lidentit stessa di una UP.19. Tra gli elementi di una UP sono da ritenersi essenziali:

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    la nomina, da parte del Vescovo, di un presbitero coordina-tore, responsabile dellUP; la costituzione di un consiglio dellUP e di un gruppo ministeriale; la progettazione pa-storale comune.20. Quando le parrocchie che costituiscono una UP sono af-fidate a pi parroci, uno di essi verr nominato coordinatore e sar il responsabile dellUP.21. Il consiglio dellUP lorganismo rappresentativo di tutte le componenti delle comunit ecclesiali che risiedono nellambito dellUP. Ad esso, sotto la presidenza del presbi-tero coordinatore, responsabile dellUP, in comunione con gli altri eventuali parroci, spetta di elaborare il progetto pasto-rale dellUP, verificarne lattuazione e affrontare i problemi pastorali che emergono nellUP. Il consiglio dellUP funzio-na in stretta analogia con quanto stabilito dalla normativa diocesana e universale in riferimento al consiglio pastorale parrocchiale (cfr can. 536)1 ed ha voto consultivo.

    Paragrafo 3asPetti o elementi Possibili

    22. Accanto agli elementi essenziali, costitutivi di ogni UP, ci sono aspetti o elementi che, a motivo della diversit delle situazioni, possono essere ritenuti utili o opportuni.23. Tra questi, a titolo puramente esemplificativo, si possono annoverare: affidare a un diacono o ad altra persona o a una comunit di persone la partecipazione della cura pastorale di una parrocchia dove non risiede stabilmente un presbi-

    1 Can. 536 1. Se risulta opportuno a giudizio del Vescovo diocesano, dopo aver sentito il consiglio presbiterale, in ogni parrocchia venga costituito il consiglio pastorale, che presieduto dal parroco e nel quale i fedeli, insieme con coloro che partecipano alla cura pastorale della parrocchia in forza del proprio ufficio, prestano il loro aiuto nel promuovere lattivit pastorale. 2. Il consiglio pastorale ha solamente voto consultivo ed retto dalle norme stabilite dal Vescovo diocesano.

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    tero, a motivo della scarsit di clero; costituire commissio-ni per i vari ambiti della pastorale, la segreteria dellUP, un centro di ascolto Caritas unificato.24. Ogni UP, identificati progressivamente gli elementi o strumenti ritenuti importanti per la propria organizzazio-ne, provveder a redigere un Regolamento, che recepir e applicher le indicazioni diocesane alla propria situazione; esso dovr essere poi approvato dal consiglio dellUP, previo il visto della Cancelleria diocesana.25. La pluralit delle forme possibili di UP suggerisce che il decreto vescovile di erezione, sia accompagnato da alcu-ne indicazioni specifiche circa la fisionomia e i compiti di ciascuna UP.

    Paragrafo 4criteri Per la costituzione di una uP

    26. I criteri fondamentali per la costituzione delle UUPP so-no: la vicinanza geografica e storico-culturale delle parroc-chie; lappartenenza allo stesso comune; un congruo numero di abitanti; lomogeneit dellambiente sociale. 27. Questi criteri non vanno intesi in forma troppo rigida e soprattutto non necessario che siano tutti presenti con-temporaneamente. A seconda delle situazioni pu prevalere un criterio o laltro. Tuttavia viene data una certa preferen-za alla vicinanza geografica e storico-culturale, cos come si chiede particolare attenzione alle dimensioni territoriali e numeriche della UP.

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    CAPITOLO II

    Compiti e funzionidelle UUPP

    Paragrafo 1comPito PrinciPale: la missione ecclesialeattraverso una ProGettazione comunedella Pastorale

    28. La Chiesa esiste per la missione. Questa comporta anche una progettazione che risponda alla situazione concreta del territorio. Si potrebbe dire che la progettazione gi atto missionario poich cerca di rispondere alle istanze espresse o anche non ancora espresse dalle persone. 29. La progettazione pastorale, che pu essere a lunga o bre-ve scadenza, comporta soprattutto tre momenti fondamenta-li: lanalisi della situazione pastorale e sociale; la definizione degli obiettivi (generali e particolari) che si intendono rag-giungere; la precisazione dellitinerario (modalit, tappe od obiettivi intermedi, tempi, persone, mezzi, ecc.) che permette di passare dalla situazione di partenza a quella desiderata. 30. NellUP la progettazione ha origine dalla convergenza di molti soggetti e quindi gi segno della comunione che nasce dalla missione.31. Proprio perch nellUP la progettazione pastorale co-mune a tutte le parrocchie che la costituiscono, il luogo in cui si attua la progettazione il consiglio dellUP, nel qua-le convergono anche le proposte formulate dai consigli pa-storali parrocchiali.32. Il consiglio dellUP non si limita ad elaborare la proget-tazione pastorale comune. Suo compito anche quello di sollecitarne e verificarne la realizzazione nelle parrocchie, fornendo gli strumenti per una partecipazione responsabi-

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    le di tutte le persone, aggregazioni e istituzioni. Alla fine di ogni anno pastorale esso verificher il lavoro svolto dallUP e preparer alcune ipotesi progettuali per il successivo an-no pastorale; le far conoscere ai consigli pastorali parroc-chiali, i quali, allinizio del nuovo anno pastorale, faranno pervenire al consiglio dellUP le proprie proposte.

    Paragrafo 2elementi fondamentali e ambiti o settoridella Pastorale delle uuPP

    33. Allinterno e al servizio della missione, le comunit cri-stiane sono chiamate a svolgere una pluralit di funzioni che, nellUP saranno oggetto della progettazione pastorale comune. Tuttavia, alcune di queste funzioni sono costitu-tive e fondamentali; altre, essendo collegate a situazioni e ad ambiti di vita particolari, sono pi mutevoli nello spazio e nel tempo.34. Alle prime appartengono: le celebrazioni sacramentali, le varie forme di annuncio della Parola; la testimonianza della carit. Queste sono dette costitutive, perch non possono mancare in nessuna comunit cristiana. Sono dette anche fondamentali, nel senso che tutte le altre funzioni dipen-dono da esse, vi si alimentano e dicono ad esse riferimento.

    Paragrafo 3le funzioni costitutive (liturGia, catechesi, carit)

    35. Attraverso il consiglio dellUP, spetta allUP il compito di una comune progettazione pastorale per la vita liturgica, la catechesi e la carit delle parrocchie che costituiscono lUP: in particolare si dovr attuare il cammino delliniziazione cristiana alla luce delle indicazioni diocesane, ripensare in

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    modo organico gli orari delle celebrazioni eucaristiche cer-cando di garantire in ogni parrocchia una celebrazione eu-caristica domenicale, curare la formazione dei catechisti.36. Quando ci risulti possibile e utile, la catechesi dei bam-bini e dei ragazzi sar svolta nelle singole parrocchie. In questo caso, ogni parrocchia pu prevedere incontri orga-nizzativi per i suoi catechisti. 37. La catechesi per i giovani e gli adulti progettata insie-me nel Consiglio dellUP e, a seconda delle diverse situa-zioni, sar svolta nelle singole parrocchie, in gruppi inter-parrocchiali o a livello di tutta lUP. 38. Al fine di unazione pi efficace, opportuno che in o-gni UP si costituisca una commissione Caritas nella quale siano rappresentate tutte le parrocchie dellUP. A seconda della situazione si potr poi pensare a un centro di ascolto Caritas in ogni parrocchia oppure ad un unico centro di a-scolto per pi parrocchie o per tutta lUP. 39. Allinterno di ogni commissione Caritas opportuno che si costituiscano sottogruppi che stimolino lattenzione alle varie necessit e fragilit (fame, malattia, assenza di lavoro, emarginazione, ecc.).

    Paragrafo 4alcuni ambiti o settori della Pastorale

    40. Intendendo per pastorale il complesso delle iniziative che la Chiesa mette in atto per realizzare la sua missione in riferimento al mondo e agli uomini doggi, i settori della pastorale non possono essere definiti una volta per sempre. Come ha richiamato il convegno ecclesiale di Verona, varr come criterio generale lattenzione alluomo concreto, ai suoi ambiti di vita, agli ambienti in cui vive, alle sempre nuove situazioni della sua esistenza. I settori e gli ambiti qui no-minati valgono solo come esemplificazioni.41. Lazione pastorale esige operatori pastorali adeguati: la loro preparazione spetta allUP in quanto tale, quando non si

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    renda necessario ricorrere a una preparazione pi specifica e qualificata che pu essere offerta dalla zona o dalla diocesi. 42. Nella pastorale il volontariato e la gratuit sono valori da salvaguardare; in casi particolari si potr ricorrere a persona-le stipendiato, che dia comunque garanzia di coerenza di vi-ta cristiana, di dedizione educativa e di buona preparazione.

    43. Pastorale oratoriana e giovanilea. bene che in ogni parrocchia, se possibile, si mantenga la presenza delloratorio, almeno con una struttura minima per il servizio del catechismo, delle attivit connesse alla i-niziazione cristiana e allanimazione dei ragazzi. Nella UP si dovranno comunque valorizzare le risorse esistenti, con un razionale utilizzo delle strutture, laccorpamento di al-cune attivit e, dove possibile, con la specializzazione di al-cuni oratori, senza ricorrere, se non in casi eccezionali, alla costruzione di nuovi oratori.b. La pastorale giovanile non pu essere considerata oggi esclusivamente legata allambiente oratoriano; esige unat-tenzione particolare agli ambienti frequentati dagli adole-scenti e dai giovani e ai loro stili di vita per poter entrare in dialogo, cercare il confronto sui valori e offrire proposte adeguate. Per questo molte iniziative dovranno essere pen-sate per tutta lUP secondo un progetto pastorale unitario.

    44. Pastorale familiarea. NellUP si porr particolare attenzione alle problematiche familiari, con lintento di elaborare proposte per iniziative comuni a tutta lUP, anche per le persone o le coppie che vivono situazioni problematiche. b. Nelle UUPP si dovranno progettare e coordinare soprat-tutto: la formazione dei fidanzati, la preparazione al matri-monio, la pastorale battesimale, la formazione dei genitori, coinvolgendo e preparando, come animatori, in primo luo-go coppie di sposi.

    45. Pastorale sociale a. LUP deve farsi attenta alla realt sociale del territorio per leggere nelle trasformazioni in atto i segni dei tempi che

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    interpellano la Chiesa e impostare una pastorale adeguata alle effettive condizioni di vita delle persone.b. I cristiani impegnati nella realt sociale e politica devono poter trovare nella UP occasioni per confrontarsi, per sentir-si parte della comunit cristiana e per sperimentare insie-me il discernimento spirituale comunitario: la dimensione dellUP consente in modo particolare una visione pi ampia dei problemi relativi al mondo del lavoro.

    46. Pastorale della salutea. Ogni parrocchia dovr continuare a provvedere alla cura pastorale delle persone fragili o malate. NellUP verr offer-ta una preparazione pi specifica agli operatori pastorali e loccasione per il confronto e il coordinamento delle espe-rienze, valorizzando anche particolari competenze presen-ti sul territorio.b. Anche i ministri straordinari della comunione sono pen-sati al servizio della pastorale della salute e non solo come aiuto per la distribuzione della Comunione durante le SS. Messe. LUP provveda perch tali ministri siano distribui-ti in modo tale da servire tutto il territorio che la riguarda.

    47. Pastorale della comunicazione e della culturaa. La diffusione e il moltiplicarsi dei mezzi di comunicazio-ne, con tutti i problemi connessi alla loro incidenza nella vita delle persone e nella cultura dominante, fanno ritene-re opportuna in ogni UP la presenza di una commissione di animatori della comunicazione e della cultura adeguata-mente preparati, con il compito di farsi promotori di inizia-tive culturali per tutta lUP.b. Spetta al consiglio dellUP elaborare insieme a questa commissione, se costituita, una programmazione comune. Le iniziative culturali delle singole parrocchie dovranno in-serirsi allinterno di tale programmazione.c. Alla commissione degli animatori della comunicazione e della cultura spetta anche la redazione del giornale della comunit. Gradualmente si dovr passare ad un unico gior-nale per tutta lUP, nel quale per ci sar uno spazio ade-guato anche per le singole parrocchie.

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    d. Sar compito di questa commissione mettere al servizio della UP e valorizzare anche gli altri strumenti attuali della comunicazione, quali il sito internet, la radio, la sala della comunit, ecc

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    CAPITOLO III

    Soggetti

    Paragrafo 1Per una ministerialit diffusa

    48. Alla base delle diverse attivit e dei molteplici servizi svolti nella comunit cristiana deve esserci la coscienza che ogni ministero rappresenta un modo di partecipare allunica missione della Chiesa, la quale attuata da soggetti diver-si, secondo le varie vocazioni e i doni ricevuti, e si realizza in modi differenti e complementari. 49. A servizio dellunica missione della Chiesa sono posti sia i ministeri conferiti attraverso il sacramento dellordine, che assicurano alla comunit il servizio essenziale della pa-rola, dei sacramenti e della guida pastorale autorevole, sia i ministeri istituiti o esercitati di fatto, che sono fondati nel battesimo e sono pure a servizio della comunit, ma presen-tano una maggiore variabilit in rapporto al mutare delle situazioni storiche e dei bisogni delle comunit.50. La coscienza della distinzione tra i ministeri e della ne-cessit di evitare sovrapposizioni e invasioni di campo e lo sforzo di esercitarli nella comunione con tutti i soggetti chia-mati al servizio nella Chiesa sono condizioni essenziali per un corretto esercizio dei ministeri ecclesiali anche nelle UUPP.51. Gi con la partecipazione alla definizione e alla realizza-zione del progetto pastorale comune si attua concretamente la dimensione ministeriale della Chiesa e cresce la comu-nione tra i diversi soggetti ai quali essa affidata.

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    Paragrafo 2il ministero dei Presbiteri

    52. Limpostazione di una pastorale comune tra pi parroc-chie, insieme alla diminuzione del numero dei presbiteri, comporta una trasformazione delle forme in cui il ministero dei presbiteri esercitato. 53. Il ministero del presbitero, avendo come scopo la guida e ledificazione della comunit cristiana, anche nelle UUPP dovr riguardare tutti gli aspetti costitutivi della pastorale, evitando il rischio che il presbitero si limiti alle funzioni li-turgiche e sacramentali o si trasformi in un funzionario nel quale prevale il tratto burocratico.54. Per evitare i rischi menzionati, i compiti affidati ai pre-sbiteri richiedono il contatto diretto e la costruzione di rela-zioni stabili con i fedeli appartenenti alla comunit cristiana e lattenzione alla testimonianza missionaria rivolta a coloro che non credono o sono in ricerca. 55. Le relazioni stabili del presbitero con i fedeli trovano nellassemblea convocata per leucaristia la loro espressio-ne pi alta e includono il cammino di evangelizzazione e di formazione cristiana che porta alleucaristia e la molte-plicit di azioni e forme di vita comunitaria che nascono dalleucaristia.56. Inserito nel presbiterio diocesano, il presbitero chia-mato a vivere nellUP la comunione con gli altri presbiteri con i quali condivide la cura pastorale. Per questo auspi-cabile che i presbiteri della medesima UP attuino qualche forma di vita comune.57. I presbiteri sono chiamati a riconoscere e promuovere le vocazioni ai diversi ministeri necessari alla comunit cri-stiana e a rendere possibile unadeguata formazione di colo-ro che sono idonei e disponibili ad assumere tali ministeri.

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    Paragrafo 3i diaconi

    58. I diaconi sono chiamati ad essere segno di Cristo servo ed esprimono in modo particolare la dimensione del servi-zio, che compito dellintera Chiesa. 59. Se il vescovo, a motivo della scarsit di sacerdoti, riterr necessario affidare una partecipazione nellesercizio della cura pastorale di una parrocchia a un diacono, tale compito verr svolto secondo le indicazioni del can. 517 22. Questo servizio dovr essere svolto con spirito di umile mediazione e in accordo con il presbitero coordinatore dellUP. 60. Una caratteristica del servizio dei diaconi anche quello di stare sul confine tra la Chiesa e il mondo: essi devono portare nellambiente periferico la carit e il conforto spiri-tuale e materiale della Chiesa e insieme riportare al cuore di essa le ansie e le attese degli uomini.

    Paragrafo 4le Persone consacrate

    61. Le persone consacrate sono, nella comunit dei creden-ti, una presenza significativa che sollecita allessenzialit dellesistenza cristiana: il primato di Dio, la sequela di Ges casto, povero e obbediente, la vita comune, lobbedienza allo Spirito nel discernimento comunitario, lattenzione ai poveri.62. Il loro stato di persone consacrate - con i voti di castit, povert, obbedienza - annuncia il cielo e la terra nuovi che

    2 Can. 517 2. Nel caso che il Vescovo diocesano, a motivo della scarsit di sacerdoti, abbia giudicato di dover affidare ad un diacono o ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunit di persone una partecipazione nellesercizio della cura pastorale di una parrocchia, costituisca un sacerdote il quale, con la potest di parroco, sia il moderatore della cura pastorale.

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    il cristiano gi abita con Cristo, in forza del Battesimo, e lo sollecita a non schematizzarsi sulla logica del mondo. Per questo si faccia di tutto perch in ogni UP ci sia un gruppo di persone consacrate. 63. I religiosi che reggono una parrocchia si preoccuperanno di armonizzare il carisma specifico della famiglia religiosa con la partecipazione alla vita dellUP.64. necessario che le UUPP accolgano con riconoscenza la ricchezza e variet della vita consacrata e la sappiano va-lorizzare secondo le specifiche competenze, accogliendone la testimonianza soprattutto come un dono al di l di una logica puramente funzionale.

    Paragrafo 5i laici e le aGGreGazioni laicali

    65. Le UUPP favoriscono il sorgere di nuove forme di servizi laicali, in particolare quelli della liturgia, della parola, della carit; ma anche quelli dei diversi settori della pastorale, sia allinterno della comunit cristiana sia, e soprattutto, allinterno della vita sociale, politica, culturale ed economica del mondo.66. La formazione permanente dei laici che si mettono al servizio ecclesiale e per gli ambiti specifici uno di primi doveri dellUP.67. NellUP va riconosciuta la complementarit tra il mini-stero sponsale e quello presbiterale attraverso esperienze di confronto e la valorizzazione delle specifiche vocazioni. 68. I laici sono chiamati a dare testimonianza nella Chiesa e nel mondo non solo personalmente ma anche in forma as-sociata. Sotto questo profilo, le aggregazioni ecclesiali dei laici costituiscono una ricchezza nella vita dellUP ed una particolare testimonianza di comunione.69. Le aggregazioni ecclesiali siano aperte e disponibili ad inserirsi con i loro carismi specifici stabilmente nelle UUPP, partecipando, con i loro rappresentanti, anche agli organi-smi di comunione.

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    70. LAC, che per sua natura si pone al servizio dellazio-ne pastorale della Chiesa locale, deve godere anche nelle UUPP di una particolare attenzione. Ci si preoccupi che in ogni UP vi sia un gruppo di AC.71. Il vescovo, a motivo della scarsit di sacerdoti, pu affi-dare una partecipazione nellesercizio della cura pastorale di una parrocchia ad una persona o ad una comunit di persone non insignite del carattere sacerdotale; in tale caso, il mini-stero verr affidato secondo le indicazioni del can. 517 2.

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    CAPITOLO IV

    Organismidi comunione

    Premessa

    In questo capitolo ci si limita ad esporre un elenco degli or-ganismi che costituiscono le UUPP o che, in qualche modo, dicono riferimento ad esse. La loro determinazione pi spe-cifica viene demandata al regolamento che ciascuna UP sar chiamata a stendere sulla base delle indicazioni diocesane.

    Paragrafo 1zona Pastorale e vicario zonale

    72. La costituzione delle UUPP non cancella le Zone Pastorali. Anche se in certi casi sar necessario ridefinire i loro confini, esse rimangono punto di riferimento e segno di comunione di pi UUPP.73. Il Vicario zonale, in quanto presbitero che presiede la Zona pastorale in rappresentanza del Vescovo, anche il coordinatore delle UUPP della Zona e, in modo particola-re, il coordinatore del clero della Zona. Restano invariate le competenze a lui affidate dalla normativa universale (cfr cann. 553-555)3.74. Il livello fondamentale della programmazione pastorale

    3 Can. 553 1. Il vicario foraneo, chiamato anche decano o arciprete o con altro nome, il sacerdote che preposto al vicariato foraneo. 2. A meno che il diritto particolare non stabilisca altro, il vicario foraneo nominato dal Vescovo

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    quello delle UUPP. Il Vicario zonale presieder e coordiner le iniziative pastorali che si intendono organizzare nella Zona.

    Paragrafo 2consiGlio delluP

    75. Il consiglio dellUP, in quanto organismo rappresentati-vo, formato dal presbitero responsabile dellUP, dagli altri eventuali parroci e presbiteri, e dai rappresentanti di tutte le parrocchie che formano lUP. Nella sua costituzione si terr conto del numero di abitanti delle parrocchie che for-mano lUP, garantendo che anche le parrocchie pi piccole abbiano almeno due rappresentanti.

    diocesano, dopo aver sentito, a suo prudente giudizio, i sacerdoti che svolgono il ministero nel vicariato in questione.Can. 554 1. Per lufficio di vicario foraneo, che non legato allufficio di parroco di una parrocchia determinata, il Vescovo scelga il sacerdote che avr giudicato idoneo, valutate le circostanze di luogo e di tempo. 2. Il vicario foraneo venga nominato a tempo determinato, definito dal diritto particolare. 3. Il Vescovo diocesano pu rimuovere liberamente, per giusta causa, secondo la sua prudente decisione, il vicario foraneo.Can. 555 1. Il vicario foraneo, oltre alle facolt che gli attribuisce legittimamente il diritto particolare, ha il dovere e il diritto: 1 di promuovere e coordinare lattivit pastorale comune nellambito del vicariato; 2 di aver cura che i chierici del proprio distretto conducano una vita consona al loro stato e adempiano diligentemente i loro doveri; 3 di provvedere che le funzioni sacre siano celebrate secondo le disposizioni della sacra liturgia, che si curi il decoro e la pulizia delle chiese e della suppellettile sacra, soprattutto nella celebrazione eucaristica e nella custodia del santissimo Sacramento, che i libri parrocchiali vengano redatti accuratamente e custoditi nel debito modo, che i beni ecclesiastici siano amministrati diligentemente; infine che la casa parrocchiale sia conservata con la debita cura. 2. Il vicario foraneo nellmbito del vicariato affidatogli: 1) si adoperi perch i chierici, secondo le disposizioni del diritto particolare, partecipino nei tempi stabiliti alle lezioni, ai convegni teologici o alle conferenze a norma del can. 279, p 2; 2) abbia cura che siano disponibili sussidi spirituali per i presbiteri del suo distretto ed abbia parimenti la massima per i sacerdoti che si trovano in situazioni difficili o sono angustiati da problemi. 3. Il vicario foraneo abbia cura che i parroci del suo distretto, che egli sappia gravemente ammalati, non manchino di aiuti spirituali e materiali e che vengano celebrate degne esequie per coloro che muoiono; faccia anche in modo che durante la loro malattia o dopo la loro morte, non vadano perduti o asportati i libri, i documenti, la suppellettile sacra e ogni altra cosa che appartiene alla chiesa. 4. Il vicario foraneo tenuto allobbligo di visitare le parrocchie del suo distretto secondo quanto avr determinato il Vescovo diocesano.

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    76. La maggioranza dei membri del consiglio dellUP e-letta dai fedeli dellUP: ogni parrocchia, mediante il proprio consiglio pastorale parrocchiale, elegge i rappresentanti da inviare al consiglio dellUP.77. Al presbitero coordinatore, responsabile della UP, data la possibilit di nominare personalmente alcuni membri del consiglio dellUP, sentito il parere degli altri eventuali parroci. 78. Se lo si ritiene opportuno, il consiglio dellUP potr av-valersi della collaborazione di commissioni corrispondenti agli elementi costitutivi della vita ecclesiale (liturgia, cate-chesi, carit) e ad alcuni settori della pastorale ritenuti par-ticolarmente importanti per quel territorio. Compito delle commissioni studiare percorsi da sottoporre al consiglio dellUP per programmare lazione pastorale dellUP.79. Coloro che, allinterno di una UP, svolgono un ministe-ro permanente (ordinato o istituito o di fatto) costituiscono il gruppo ministeriale. Essi, dintesa con gli altri eventuali parroci dellUP, sono nominati dal presbitero coordinatore. prima di tutto allinterno di questo gruppo che deve mani-festarsi una piena comunione, una collaborazione effettiva. A questo fine il gruppo ministeriale dovr incontrarsi con regolarit per coordinare e verificare il servizio pastorale. Composizione, compiti o durata saranno definiti dal Regola-mento di cui al n. 24.

    Paragrafo 3commissione economica delluP

    80. NellUP si potr costituire una commissione economica che cerchi di ottimizzare le risorse presenti; si potr anche istituire un fondo comune dellUP, affidato al presbitero re-sponsabile dellUP, in vista anche di eventuali sostegni alle parrocchie che si trovano in particolari difficolt economi-che. Tale commissione offrir un rendiconto annuale a tutte le comunit parrocchiali.81. Pu essere utile che nellUP ci sia un segretario eco-nomico, nominato dal Responsabile dellUP sentito il pa-

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    rere delleventuale commissione economica, che sollevi il Responsabile stesso da alcune incombenze burocratiche, giuridiche e amministrative. Si tenga presente che lUP non gode di personalit giuridica e il presbitero coordinatore non svolge funzioni di rappresentanza legale.

    Paragrafo 4consiGli Pastorali Parrocchiali

    82. Il consiglio dellUP non cancella gli organismi di parte-cipazione parrocchiali, anche se la loro funzione andr ar-monizzata allinterno della nuova organizzazione pastorale. 83. Nelle parrocchie che costituiscono lUP rimarranno per-tanto i consigli pastorali parrocchiali a cui spetta il compito di: programmare la vita della comunit parrocchiale per gli aspetti che le competono; tradurre le indicazioni pastorali del consiglio dellUP nella realt specifica della parrocchia; far pervenire al consiglio dellUP, tramite i suoi rappresen-tanti, suggerimenti o indicazioni di rilevanza pastorale alla luce della conoscenza pi particolare del territorio.

    Paragrafo 5consiGli Parrocchiali Per Gli affari economici

    84. Secondo la normativa canonica (can. 537)4, in ogni par-rocchia va mantenuto il consiglio parrocchiale per gli affari economici (CPAE), con i compiti specifici che ad esso com-petono. Esso dovr agire in sintonia con il consiglio pastorale parrocchiale, e tenendo presenti le scelte pastorali dellUP.

    4 Can. 537 - In ogni parrocchia vi sia il consiglio per gli affari economici che retto, oltre che dal diritto universale, dalle norme date dal Vescovo diocesano; in esso i fedeli, scelti secondo le medesime norme, aiutino il parroco nellamministrazione dei beni della parrocchia, fermo restando il disposto del can. 532.

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    CAPITOLO V

    Verso le UUPP

    Premessa

    85. Il processo di costituzione di una UP complesso e ar-ticolato; esso presuppone una mentalit di comunione e di missione, lascolto della vita, il discernimento, lindividua-zione di strategie o percorsi da attuare. Tutto questo richie-de una conversione pastorale. 86. Alla luce di queste considerazioni, la nascita di una UP prevede quattro fasi:a) Propostab) Preparazionec) Costituzioned) Accompagnamento

    Paragrafo 1ProPosta

    87. Si costituisce in primo luogo la commissione diocesana per le UUPP, composta da un Delegato vescovile competen-te e da altri membri di nomina vescovile. Essa ha il compito di valutare lesistenza delle condizioni utili per listituzione di una UP, di accompagnarne il cammino, di verificarne i processi di attuazione e il funzionamento.88. Il Delegato vescovile, insieme alla commissione dioce-sana per le UUPP, incontra i vicari zonali e, in collaborazio-ne con essi, promuove una serie di incontri - per le parroc-chie che sono coinvolte nella prospettiva della costituzione di una UP - aperti a tutti, a cui sono per invitati in modo particolare i consigli pastorali parrocchiali, i consigli parroc-

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    chiali per gli affari economici e il consiglio pastorale zonale.89. In questi incontri si condividono il significato, il valore e le prospettive delle UUPP; si delinea il valore di una Chiesa di comunione aperta alla missione; si incentivano momenti di confronto tra sacerdoti, laici, diaconi e persone consacrate.90. Tali incontri hanno lo scopo di favorire la corresponsa-bilit al servizio del discernimento spirituale comunitario e di incoraggiare unazione pastorale pi unitaria e organi-ca. Essi mirano anche a valorizzare la presenza laicale e a ribadire la preminenza del servizio alla comunit rispetto agli interessi personali.91. Al termine degli incontri si verifica e si valuta il grado di adesione alla proposta dellUP da parte delle singole co-munit parrocchiali.

    Paragrafo 2PreParazione

    92. Una volta verificata la positiva adesione alla proposta dellUP, si passa alla seconda fase, nella quale si costituisce innanzitutto un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti delle comunit interessate e coordinato dal Vicario Zonale competente.93. Il gruppo di lavoro incontra pi volte gli organismi di comunione, gli operatori pastorali, i gruppi, i movimenti, le associazioni di queste parrocchie e, aiutato dalla commissio-ne diocesana, inizia a lavorare su obiettivi a breve, medio e lungo termine, e cio, rispettivamente: quelli volti a favorire momenti di spiritualit e la conoscenza fra le persone del-le diverse parrocchie; quelli volti a stabilire criteri di valu-tazione in merito alle attivit da progettare e attuare insie-me; infine, quelli volti alla progettazione pastorale comune.94. Gli obiettivi proposti non solo possono ma devono es-sere riformulati nel breve, medio e lungo periodo, in modo consono e attento allo sviluppo della situazione.

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    Paragrafo 3costituzione

    95. Su proposta della commissione diocesana, che ha segui-to la preparazione, il Vescovo nomina liberamente il presbi-tero coordinatore, responsabile della UP.96. Ogni consiglio pastorale parrocchiale interessato elegge i rappresentanti che entrano a far parte del consiglio dellUP.97. Il Vescovo, sentito il parere della commissione diocesa-na e del consiglio dellUP interessato, erige con decreto la nuova UP, precisandone, se necessario, fisionomia, ruoli e compiti specifici. Un momento celebrativo solenne presie-duto dal Vescovo dar inizio ufficiale alla UP.98. In questa fase di costituzione sar necessario elaborare criteri guida per il discernimento; valorizzare le strutture presenti pi che crearne di nuove; procedere in modo gra-duale offrendo cammini di sensibilizzazione e di crescita delle comunit; confrontarsi con diverse tipologie operati-ve, avviando la stesura di un regolamento della stessa UP.

    Paragrafo 4accomPaGnamento e verifica

    99. Nei primi tempi, il cammino dellUP sar accompagnato dalla commissione diocesana; un membro di questa com-missione potr partecipare da uditore agli incontri di proget-tazione, di programmazione e di verifica della vita dellUP. Un lavoro di discernimento e di verifica offrir al Vescovo gli elementi necessari per valutare lutilit e lefficacia delle UUPP come strumento di azione pastorale comune.

  • INDICE

    PremesseParagrafo 1: la comunione, mistero divino e vocazione umana Paragrafo 2: Ges, forza e rivelazione della comunioneParagrafo 3: la Chiesa al servizio della comunioneParagrafo 4: comunione e missione della ChiesaParagrafo 5: senso delle Unit Pastorali

    Cap. I Fisionomia e struttura delle UUPP Paragrafo 1: definizione di UPParagrafo 2: elementi essenzialiParagrafo 3: aspetti o elementi possibiliParagrafo 4: criteri per la costituzione di una UP

    Cap. II Compiti e funzioni delle UUPPParagrafo 1: compito principale: la missione ecclesiale attraversouna progettazione comune della pastoraleParagrafo 2: elementi fondamentali e ambiti o settori della pastorale nelle UUPPParagrafo 3: le funzioni costitutive (liturgia, catechesi, carit) Paragrafo 4: alcuni ambiti o settori della pastorale

    Cap. III SoggettiParagrafo 1: per una ministerialit diffusaParagrafo 2: i presbiteriParagrafo 3: i diaconiParagrafo 4: le persone consacrateParagrafo 5: i laici e le aggregazioni ecclesiali

    Cap. IV Organismi di comunioneParagrafo 1: Zona Pastorale e Vicario ZonaleParagrafo 2: consiglio dellUPParagrafo 3: commissione economica dellUPParagrafo 4: consigli pastorali parrocchialiParagrafo 5: consigli parrocchiali per gli affari economici

    Cap. V Verso le UUPPPremessaParagrafo 1: proposta Paragrafo 2: preparazioneParagrafo 3: costituzioneParagrafo 4: accompagnamento e verifica

  • DICEMBRE 2012CEntRo PastoRalE Paolo VI

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