Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

download Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

of 15

Transcript of Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    1/15

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    2/15

    21

    DOSSIER

    ANALISI E INDAGINI

    DIAGNOSTICHETRA ARCHEOLOGIAE RESTAURO

    DOCUMENTAZIONE DI ALCUNE FASI

    DELLO STUDIO SCIENTIFICO IN ATTUAZIONE

    DEL PROGETTO DI RECUPERO E DI CONSERVAZIONE

    DELLA VILLA ROMANA DEL CASALEDI PIAZZA ARMERINA

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    3/15

    22

    I marmi della Villa del Casale diPiazza Armerina sono stati in passatooggetto di attenzione e indagine daparte di vari studiosi, a iniziare dagliscavatori (Carandini et al. 1982 ), cheredassero un primo elenco, peraltromolto incompleto e con errori, dellespecie lapidee presenti, e continuandocon lo studio di Pensabene, anchessonon esaustivo e con qualche impreci-

    sione, per finire poi con i due lavoridello scrivente (Lazzarini 2003 e2007) che riguardarono solamente imarmi e le pietre ancora in posto, e sibasarono solo su una identificazioneautoptica delle varie specie lapidee.Una recentissima indagine, sempre dichi scrive, estesa alle diverse decine dicassette di frammenti marmorei rac-colti nel corso dello scavo sia della

    Basilica che del resto della villa, eopportunamente integrata da indaginiarcheometriche di laboratorio eseguitesu campioni prelevati principalmentedalla Basilica stessa, rende ora possibi-

    le la stesura di un elenco delle qualitdi marmi presenti nelledificio, che siritiene pressoch definitivo almeno perquanto sinora messo in luce e studiato,e una prima serie di considerazioni sul-limpiego dei materiali lapidei diimportazione nella villa.Lelenco di questultimi viene sintetiz-zato in tabelle suddivise per area geo-grafica di provenienza (vedi pag. 24), efornisce una valutazione semiquantita-tiva dei materiali e unindicazionedelle tipologie duso. Per valutare laquantit, ci si basati sul numero dicasse riempite per ciascuna specie, inparticolare:

    da uno, sino a qualche decina di fram-menti, presenza in tracceda una a tre casse, presenteda tre sino a cinque casse, abbondanteoltre cinque casse, molto abbondante.Circa la tipologia duso, si sono facil-mente identificati gli elementi architet-tonici (principalmente cornici e loroframmenti, colonne e loro frammenti,capitelli e loro frammenti), nonch gli

    altri manufatti e loro frammenti (ad es.vasche), mentre si assunto lo spesso-re delle lastre per distinguere i rivesti-menti pavimentali (spessore > di 1 cm)da quelli parietali (spessore di 1 cm).Lidentificazione dei marmi colorati,come si detto sopra stata largamen-te basata su un riconoscimento autopti-co e per confronto con specifici atlantifotografici (Mielsch 1985; Borghini

    1989; Dolci, Nista 1992; Pensabene,Bruno 1998) ma anche su studi mine-ro-petrografici al microscopio polariz-zatore di sezioni sottili di campionidelle specie lapidee di incerta prove-

    nienza, e di quelle sconosciute.Lidentificazione dei marmi bianchi ebigi invece da considerarsi ampia-mente ipotetica perch basata sulleloro caratteristiche macroscopiche(dimensioni della grana, colore, bril-lanza, etc.), salvo che per un numerosignificativo di campioni, prelevati perlitotipo e in modo rappresentativo, chesono stati identificati con una buonaprobabilit di esattezza del risultatomediante dettagliato esame petrografi-co in sezione sottile combinato ad ana-lisi degli isotopi stabili del carbonio edellossigeno, e tenendo conto dellarelativa banca dati pi aggiornata tra

    quelle attualmente esistenti (Gorgoniet al. 2002).Sui dettagli di tali identificazioni dilaboratorio, si rimanda allo specifico,recente rapporto scientifico redatto perla Soprintendenza ai BB.CC.AA. diEnna (Lazzarini 2009).Per informazioni storico-archeologi-che e archeometriche sulle varie specielapidee identificate, si consiglia la con-

    sultazione delle pubblicazioni di Gnoli(1988); Borghini (1989), con relativarecensione di L.Lazzarini (1990); DeNuccio, Ungaro (2002); Lazzarini(2004 e 2007).Come si desume dalle tabelle, sono imarmi di origine ellenica che preval-gono su tutti gli altri. In particolare, sipu senzaltro affermare che siano ledue specie lapidee estratte dallisola di

    Sciro (ora, Skyros), e cio la breccia disettebasi e il marmo sciretico bianco, apredominare. Della prima sono legrandi colonne del peristilio prospi-ciente il mosaico della grande caccia, e

    molti riquadri e cornici dellopus secti-le della basilica; del secondo erano conogni probabilit molti dei rivestimentiparietali e pavimentali, sia della basili-ca che di altri spazi della villa. Vaanche notata la considerevole abbon-danza del verde antico, il cui uso e dif-fusione , come noto, da datare a dopolet adrianea, ma la cui massiccia pre-senza in contesti romani non moltocomune.Dei marmi microasiatici, lafricanoappare il pi usato, e solo per rivesti-menti, mentre i graniti sono presentispecie in colonne. Di questi, il piabbondante il misio, presente con

    DOSSIER

    SPECIE LAPIDEEI MARMI DELLA VILLA DEL CASALE

    Lorenzo Lazzarini

    Universit IUAV - Venezia

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    4/15

    23

    non si pu essere del tutto certi pertutte le lastre presenti anche negli altriambienti (Antonelli et al., 2009), chepotrebbero pure essere di provenienzamicroasiatica (proconnesia e/o efesi-na) vista lancora imperfetta conoscen-za sia archeologica, sia archeometricadelle varie facies denominate grecoscritto. Molto abbondante, per glistessi usi del litotipo precedente, il

    marmo numidico. Da notare anche lapreferenza accordata alla sienite per ledue grandi colonne dingresso allabasilica, ci che da collegare a unmaggior prestigio mantenuto anche inet tardo-antica da questo granitorispetto a quelli microasiatici.Dei marmi di origine italica, infine nonsi pu che osservarne lesigua presenza,con la parziale esclusione del marmo

    lunense, molto usato per cornici e rive-stimenti, a conferma di una persistenzadellimpiego di materiali lapidei esoticiquali indicatori dellelevato stato socia-le del proprietario della villa.Unultima considerazione va fattacirca la presenza nella basilica, perquanto in pochissimi, addirittura sin-goli, frammenti di alcune pietre moltorare, come il granito verde fiorito di

    bigio, la breccia rossa appenninica, labreccia di Aleppo, il semesanto, tuttedi grande pregio e caratterizzate da unimpiego che solitamente arriva al mas-simo sino allet flavia, ci che fareb-be supporre un reimpiego nei pavi-menti e pareti della grande sala ceri-moniale di materiali pi antichi proba-bilmente portati a Filosofiana da altricentri romani dellisola.

    DOSSIER

    numerosi fusti nel peristilio, dove sialterna al marmo lesbio e al grecoscritto, ma in origine anche in operasottoforma di lastre pavimentali nellabasilica. Meno usato invece il grani-to della Troade, ma ci in linea conun progressivo sorpasso del granitopergameno su quello troadense avve-nuto verso la fine dellimpero romano,sorpasso che sembra essersi consolida-

    to allinizio dellera bizantina.Tra le poche specie litiche di prove-nienza africana presenti nella villa, ilmarmo greco scritto che fa la parte delleone, sia per le colonne, sia in rivesti-menti pavimentali e parietali (special-mente negli zoccoli alla base dellevarie stanze della villa). Della sua ori-gine, che nel caso specifico della basi-lica sembra essere proprio africana,

    BIBLIOGRAFIAAntonelli et al. 2009 - F. Antonelli, L.Lazzarini., S. Cancelliere, D. Dessandier, Minero-petrographic and geochemical characte-rization of Greco Scritto marble from Cap de Garde near Hippo Regius (Annaba, Algeria), in Archaeometry, 51, 2009.Borghini 1989 - G. Borghini (a cura di), Marmi Antichi, Roma 1989.Pensabene, Bruno 1998 - P. Pensabene, M. Bruno, Il marmo e il colore, guida fotografica. I marmi della collezione Podesti,Roma 1998.Carandini et. al 1982 - A. Carandini , A. Ricci., M. De Vos, Filosofiana. La Villa di Piazza Armerina, Palermo 1982.Dolci, Nista 1992 - E. Dolci, L. Nista (a cura di), Marmi Antichi da Collezione, Carrara 1992.Gnoli 1988 - R. Gnoli, Marmora Romana, Roma 1988.Gorgoni et al. - C. Gorgoni., L. Lazzarini., P. Pallante, B. Turi B., 2002, An updated and detailed mineropetrographic and C-Ostable isotopic reference database for the main Mediterranean marbles used in antiquity, in ASMOSIA 5, InterdisciplinaryStudies on Ancient Stone (J.J.Herrmann, N.Herz, & R.Newton eds.), London 2002, pp. 115-131.Lazzarini 1990 - L..Lazzarini L., in Bollettino dArcheologia, 5-6, 1990, pp. 255-268Lazzarini 2003 - L. Lazzarini, I materiali lapidei e vetrosi delle tessere musive delle terme di Villa del Casale (Piazza Armerina) ,in Atti del Primo Convegno Internazionale di Studi La materia e i segni della Storia, I, Apparati musivi antichi nellarea delMediterraneo, I Quaderni di Palazzo Montalbo, Palermo 2003.Lazzarini 2004 - L. Lazzarini (a cura di), 2004, Pietre e marmi antichi: natura, caratterizzazione, origine, storia duso, diffusio-ne, collezionismo, Castenaso (Bo), 2004.Lazzarini 2007 - L. Lazzarini, Poikiloi lithoi, versiculores maculae. I marmi colorati della Grecia antica, Roma-Pisa 2007.Lazzarini 2007a - L. Lazzarini, Caratterizzazione dei materiali lapidei e vetrosi, In Progetto di recupero e conservazione dellaVilla Romana del Casale di Piazza Armerina

    I RESTAURI IN CORSO ALLA VILLA DEL CASALE SONO DIRETTI DAL CRPR

    DIR. DEI LAVORI GUIDO MELIDIR. OPERATIVO PER IL SETTORE LAPIDEIRESTAURATRICE LORELLA PELLEGRINO

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    5/15

    24

    DOSSIER

    NOME DEL MARMO E SINONIMI PROVENIENZA ABBONDANZA

    RELATIVA

    TIPOLOGIA

    DUSOMarmor lucullaeum, africano Sigacik, Izmir +++ RPAV, RPARMarmor proconnesium. M. cyzicenum, m. greco

    fetido

    Saraylar, etc. , Isola di Marmara +++ RPAV, RPAR,

    C, CAP, COMarmo misio, granito misio Kozak, Bergama +++ C, RPAVMarmor sagarium, breccia corallina, breccia

    nuvolata, brocatellone

    Vezirhan, Bilecik +++ RPAV, RPAR

    Marmor Carium, m.iassense, cipollino rosso,

    africanone

    Kiykislacik, Mylasa + RPAV

    Marmor phrygium, m.docimenum,

    m.synnadicum, pavonazzetto

    Iscehisar, Afyon + RPAV, RPAR

    Marmor troadense, granito violetto Cigri Dag, Ezine + CBianco e nero tigrato ??, prob.prov. anatolica RPAVAlabastro fiorito ??, prob.prov. anatolica RPAV

    Marmi di origine microasiatica. Legenda: +++, molto abbondante; ++, abbondante; +, presente; , tracce; RPAV, rivestimenti pavimentali; RPAR,

    rivestimenti parietali; C, Colonne; CAP, capitelli, CO, cornici; V, vasche.

    NOME ANTICO DEL MARMO, E

    SINONIMI MODERNI

    PROVENIENZA ABBONDANZA

    RELATIVA

    TIPOLOGIA DUSO

    Breccia di settebasi Isola di Skyros +++ RPAV, C, RPAR

    M. thessalicum, lapis atracius, verde antico Chasabali (Larisa) +++ RPAVMarmor lesbium, bigio antico Moria, Isola di Lesbo ++ RPAV, C

    Marmor scyreticum, marmo sciretico bianco Kolones, Isola di Skyros ++ RPAR, RPAV, CO

    Marmor chium, porta santa Latomi, Isola di Chio ++ RPAV

    Marmor charystium, marmor styrium, cipollino

    verde

    Karystos, Styra, Isola Eubea ++ RPAV, RPAR

    Rosso antico Penisola di Mani (Pelop.) ++ RPAV, RPAR, CO

    M. lacedaemonium, serpentino, porfido verde

    antico

    Stefani (Peloponneso) + RPAV

    Marmor pentelicum Monte Penteli, Atene + RPAV, RPAR, CO

    Marmor Thasium (due variet) Isola di Taso + RPAV, RPAR

    Marmor chalcidicum, fior di pesco Eretria, Isola Eubea RPAV, RPAR

    Semesanto Isola di Skyros RPAV

    Cipollino bigio Karystos, Isola Eubea RPAV

    Breccia di Aleppo Karis, Isola di Chio V

    Marmi di origine ellenica. Legenda: +++, molto abbondante; ++, abbondante; +, presente; , tracce; RPAV, rivestimenti pavimentali; RPAR,

    rivestimenti parietali; C, Colonne; CAP, capitelli, CO, cornici; V, vasche.

    NOME DEL MARMO E SINONIMI PROVENIENZA ABBONDANZA

    RELATIVA

    TIPOLOGIA

    DUSOMarmor Lunense, marmo di Carrara (tutte le

    variet)

    Alpi Apuane +++ RPAV, RPAR,

    COMarmo rosso fiorito S.Marco dAlunzio (Messina) + RPAVAlabastro (siciliano ??) + RPAVBreccia rossa appenninica Coregna, La Spezia RPAV

    Marmi di origine italica. Legenda: +++, molto abbondante; ++, abbondante; +, presente; , tracce; RPAV, rivestimenti pavimentali; RPAR,

    rivestimenti parietali; C, Colonne; CAP, capitelli, CO, cornici; V, vasche.

    NOME DEL MARMO E SINONIMI PROVENIENZA ABBONDANZA

    RELATIVA

    TIPOLOGIA DUSO

    Marmor numidicum, giallo antico Chemtou, Tunisia +++ RPAV, RPAR

    Greco Scritto, anche brecciato Cap de Garde, Algeria; altre

    provenienze ignote

    +++ RPAV, RPAR, C, CO

    Lapis porphyrites, porfido rosso antico Gebel Dokhan, Deserto Orientale

    Egiziano

    + RPAV, RPAR

    Alabastro a Pecorella Oran, Algeria + RPAV

    Granito verde fiorito di bigio Wadi Umm Balad, Deserto Orientale

    Egiz.

    RPAR

    Lapis pyrrhopoecilus, lapis thebaicus, sienite Aswan, Egitto C

    Lapis alabastrites, alabastro cotognino Hatnub, etc. Egitto RPAV, RPAR

    Marmi di origine africana. Legenda: +++, molto abbondante; ++, abbondante; +, presente; , tracce; RPAV, rivestimenti pavimentali; RPAR,

    rivestimenti parietali; C, colonne; CAP, capitelli, CO, cornici;V, vasche.

    TABELLE COI RISULTATI OTTENUTI

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    6/15

    25

    DOSSIER

    Premessa

    Negli ultimi anni si sono verificatidue grandi eventi che hanno consen-tito di riprendere le ricerche sullavilla e gli immediati dintorni: il

    primo costituito dal finanziamentoPOR ottenuto dalla Soprintendenzadi Enna per il 2004-2005, riguardan-te lo scavo della zona a sud dellavilla ritenuta sede della pars rustica;il secondo dal restauro intrapreso dalCentro Regionale per il Restauro diPalermo che riguarda sia i mosaici,sia le strutture di copertura, che hacomportato una nuova campagna disaggi di scavo durante il 2008 e 2009per tutto il perimetro della villa e inmolte zone interne. A entrambe le

    imprese ha collaborato, per lindagi-ne archeologica lUniversit di

    Roma La Sapienza. Sul campoerano presenti Enrico Gallocchio eEleonora Gasparini che hanno segui-to i saggi di scavo e stanno studiandoi materiali

    Queste nuove indagini archeologichesono state importanti perch gli scavidi Gino Vinicio Gentili negli anni50, pur nei risultati ottenuti, aveva-no lasciato alcune zone dombranella comprensione storica dellaVilla del Casale: prima di tutto sul-limpianto precedente alla Villa tar-doromana, poi circa gli interventi direstauro e ricostruzione nella Villadurante il suo uso; erano rimaste nelcomplesso ignote anche le vicendeche nel periodo altomedievale, prima

    bizantino e poi islamico, avevanoinvestito il sito della Villa; da ultimo

    era limitata ai soli reperti ceramici laconoscenza di una fase arabo-nor-manna del sito in quanto le strutturemurarie relative erano state del tuttodistrutte o messe in pianta solo in

    misura ridotta.In seguito, con gli scavi di De Miro edi Guzzardi negli anni 80 del XXsecolo, si erano aggiunti tasselli diinformazione riguardanti proprio leproblematiche suddette anche selassenza o la concisione delle noti-zie pubblicate non aveva permesso ditenere conto del loro significato e ciha costretti a riesaminare le strutturegi scavate o a rimetterle in luce siaper metterle correttamente in pianta ,sia per sottoporle a nuovi esami alla

    luce di quanto da noi scavato succes-sivamente.

    CAMPAGNE DI SCAVITRA RICERCHE, ARCHEOLOGIA E RESTAURO

    Patrizio Pensabene

    Universit La Sapienza - Roma

    Particolare del mosaico parietale rinvenuto nel settembre 2009 nelledificio termale fuori la villa difronte larco dingresso

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    7/15

    26

    DOSSIER

    Strutture tardoantiche di imma-gazzinamento e di serviziTra i dati pubblicati degli scavi DeMiro risultava la presenza di ungrande ambiente sul lato ovest delpiazzale dingresso, definito provvi-

    soriamente stalla, e che in realt sipresentava come una grande sala tri-partita da pilastri. Ma la revisionedegli scavi, questa volta inediti, diDe Miro ha poi portato allindividua-zione di un secondo grande ambientesituato subito a sud di questa sala tri-partita1. I due grandi ambienti, coin-volti nel nuovo percorso di accessoalla villa che li attraverser per poipiegare verso larco dingresso, sisono rivelati essere magazzini per iprodotti agricoli (noti nella loro tipo-

    logia dalla descrizione di Columellae da una Villa nel suburbio di Roma

    presso Tor Vergata2), e hanno porta-to allidentificazione della parterustica della Villa a sud della Villa:qui si pu ipotizzare fossero colloca-ti le cucine e gli impianti produttivi(torchi e depositi per olio e vino)

    Infine nella nostra campagna discavo di questi ultimi due anni sonoemerse, sempre a sud della villa (nelsettore ovest dellinsediamentomedievale da noi ora messo in luce:cfr. infra), strutture tardoantichecostituite da un vano absidato convasca, che conserva anche la soglia eparte dellintonaco di rivestimento, eda altri resti murari, tra cui una vascacon mosaico parietale, che sono dainterpretare come parte di un piccolostabilimento termale: esso pare

    orientato grossomodo con i magazzi-ni sopradetti e ci consente di delinea-

    re un piazzale dingresso alla villacircondato da strutture di servizio.Possiamo ormai affermare anche perla Villa del Casale che non siamo difronte ad una sorta di villa suburba-na, a molti chilometri di distanza da

    grossi centri urbani, ma di ununitresidenziale, amministrativa e pro-duttiva.

    Strutture tardo antiche di secondafase e di epoca bizantinaIn precedenti pubblicazioni abbiamorilevato come lacquedotto est, amuro pieno, i tamponamenti dellearcate dellacquedotto nord e gli spe-roni di contrafforte dellabside dellabasilica potessero essere attribuiti aduna seconda fase della villa caratte-

    rizzata da opere di rinforzo dellestrutture murarie, da recinzioni

    Trincea XIII - Pozzo ad est della sala triabsidata - resti di uno scheletro umano

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    8/15

    27

    DOSSIER

    difensive nelle quali erano inseriti gliacquedotti ( in unarcata di quellonord venne inserito un portale dac-cesso di cui restano i cardini dellevalve) e da rifacimenti di alcunemurature e di alcuni rivestimentiparietali (v. le vasche del frigidariodelle terme e di alcuni ambienti del-lappartamento del Dominus) e pavi-mentali (v. il mosaico delle palestriteche si sovrappone a quello geometri-co della fase originaria e i varirestauri dei mosaici nelle terme ealtrove): inoltre tutto il perimetroesterno della villa, compresi gli spe-roni di sostegno dellabside dellabasilica, viene intonacato e dipintocon motivi geometrici in rosso sufondo bianco, ma anche figurati.A questa fase, probabilmente ancoradel IV secolo e forse da collocare inet teodosiana, da attribuire lag-giunta dello Xystus e della sala triab-sidata al nucleo principale basilica-grande ambulacro-peristilio. Gi inpassato si era notato il collegamentopoco organico tra i due complessi,ipotizzando fasi diverse3 a cui oraaggiungiamo losservazione che irecenti scavi archeologici resisinecessari per le opere di restauro,hanno evidenziato una prima fasedirettamente sotto il pavimentodellXystus e sul retro: essa attestacome in et precedente vi fosserostrutture imperniate intorno ad unacorte rettangolare e dalle quali pro-vengono testimonianze monetariecostantiniane 4. Ad una seconda fasecostruttiva rinvia anche il mosaicogeometrico dello spazio aperto delloxystus, che per si conserva in mini-ma parte (46b1).Per ci che riguarda il primo periodobizantino rileviamo che la continuitabitativa e lesigenza di mantenerenella sua forma prestigiosa la villa sonoprovate dai continui restauri del mosai-co in particolare nellAmbulacro della

    Grande Caccia, nel braccio est del peri-stilio di fronte alle scale di accessoallambulacro (dove sinserirono duefasce mosaicate con la probabile accla-mazione di un auriga, Bonifacius) enelle terme, anche se progressivamentesi pu parlare pi di rappezzi che diintegrazioni5. Si anche proposto dimettere in relazione tale sforzo di man-tenimento con uneventuale apparte-nenza della villa, in questo periodo, adun funzionario importante, richiaman-do il passo della Vita di S.GregorioAgrigentino, redatta dal presbiterobizantino Leonzio, che menziona unesarca residente presso Filosofiana6,dalla Cracco Ruggino per interpretatocome allusione al pretore romano cheavrebbe esercitato a Filosofiana la suaattivit giudiziaria7.Certo, possiamo ora segnalare, inbase ai saggi stratigrafici da noi ese-guiti tra il 2008 e 2009 lungo il peri-metro della villa, interventi di raffor-zamento del muro perimetrale dellavilla, in quanto ora possibile inte-grare in base a nuovi scavi nel setto-re subito a sud dello Xystus (SaggioXV) la ricostruzione proposta dalGentili -che limitava solo a tre gliambienti qui esistenti8- con dueavancorpi posti ai lati di questi checi restituirebbero limmagine di unrecinto munito della villa, in quantodotato di piccole torri sporgenti infunzione difensiva. A questa fase nesegue una successiva in cui vienericavato un vano stretto e lungoattraverso la costruzione di un nuovomuro gettato tra i due avancorpi, conmuretti divisori che proseguonoquelli gi esistenti nord-sud tra i treambienti: data la strettezza del vano possibile considerarlo lalloggia-mento per un terrapieno con lo scopodi irrobustire il recinto in funzionedifensiva. Un breve tratto di un pirobusto muro di recinzione statoscoperto invece ancora pi a sud ,

    con frammenti ceramici che lo situe-rebbero nel VI secolo.9

    E probabile che, in analogia a quan-to si verifica in Italia e in Africadurante il periodo bizantino, quandole attivit produttive della campagnasi spostano per motivi difensiviallinterno fortificato delle citt ,anche nel caso della Villa del Casaleci si trovi di fronte ad un processo dispostamento di tali attivit allinter-no del suo perimetro. Infatti in unsaggio (XIII) allinterno dello spaziodi risulta tra langolo sudovest dellaVilla10 e il ninfeo dello Xystus emersa dal terreno la parte nord di unambiente rettangolare che inquadrauna struttura circolare, che era statamessa in luce dagli scavi di De Mironegli anni 8011 e di cui si conservasolo il primo filare di una muratura ablocchetti irregolari tenuti insiemeda malta terrosa e non da calce: poi-ch questa struttura riutilizza comelimite ovest il muro di recinto delpiazzale della villa, a cui si appog-gia, ne abbiamo dedotto lesistenzadi una fase di occupazione deglispazi di risulta da ricollegare allin-terno del periodo pi tardo di vitadella villa.Pi chiara la funzione della struttu-ra venuta alla luce nel saggio (IX)del settore pi a nord, denominatoda Gentili cucina, perch lo scavoha restituito un muro arcuato in cio-toloni e privo di calce che si ancoraad una piccola cisterna pi a ovest,questa volta costruita in operacementizia, foderata internamentecon malta idraulica e provvista didue fori di adduzione e di scaricocostituiti da fistole plumbee. possi-bile che tale struttura sia collegabilecon un ulteriore muro in blocchettiirregolari e senza calce da noi messoin luce sempre in questarea, conandamento est ovest, che taglia lacanaletta e che a sua volta interrot-

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    9/15

    28

    to da una fossa di scarico medievalein cui stato ritrovato il vago in orodi un orecchino. Saremmo di frontenuovamente a approntamenti produt-tivi inseriti allinterno del perimetrodella villa nel periodo bizantino,come gi abbiamo visto a propositodel saggio XIII.

    Il grande abitato medievalePer ci che riguarda lorganizzazionedellabitato medievale arabo norman-no che si sovrappose alla villa e inparte ne riutilizz gli ambienti, abbia-mo rilevato la forte possibilit che ilsuo centro, in cui dimorava la partedella popolazione pi abbiente, sia davedere nellarea corrispondente allavilla. Al momento in cui fu rioccupatadallabitato nel tardo o alla fine del Xsecolo, la villa era per una buona parte,anche se non tutta, interrata12 per cui

    molti degli ambienti medievali eranocostruiti sugli interri che ne coprivanoi resti murari: inoltre in questa parteche si addensano i circa 30 pozzimedievali da noi ritrovati nei saggi discavo che hanno accompagnato il con-trollo dellumidit dei muri di fonda-zione della villa. Il numero dei pozzista ad indicare che ogni unit delle abi-tazioni (obliterate durante gli scavidegli anni 50) ne era dotata di uno, alcontrario del settore dellinsediamentoda noi scoperto a sud della villa inoccasione dellintervento POR prece-dente agli attuali restauri-, dove inveceessi mancano.I pozzi hanno restituito un abbondan-tissimo materiale ceramico prevalente-mente di X-XI secolo, oltre a scheletridi cavallo e umani.Si deve nuovamente sottolineare lapresenza di una rocca e/o nucleopalaziale, con pavimento in mattoni,riconoscibile negli spessi muri anordest dellabside della Basilica, dicui erano riutilizzati i contrafforticome parte della muratura esterna.

    NOTE BIBLIOGRAFICHE

    1 C. Sfameni, Linsediamento medievale sulla villa del Casale: vecchi scavi,nuove considerazioni, in P.Pensabene, C.Bonanno, (a cura di),Linsediamento medievale sulla Villa del Casale di Piazza Armerina,Martina Franca 2008, pp 95-107.2 S. Musco, Intervento nellarea sud-ovest del suburbio di Roma in BCom,

    89, 1984, p.99, fig.42, dove stato riconosciuto nella pars rustica unmagazzino di ampie dimensioni con numerosi pithoi ricostruibile a perime-tro rettangolare e con due file di pilastri (restano quelli iniziali) a dividerloin tre navate; a sud di questo, separati tramite una corte basolata (con baso-li di reimpiego) da altri ambienti pi piccoli (nn.I, III, IV, V, VI, VIII, IX)destinati a magazzini per attrezzi agricoli, per derrate alimentari e forse stal-le; nellambiente V sul pavimento costituito da un battuto di terriccio eframmenti di cappellaccio vi una serie di fori per i sostegni del tetto3 G. Lugli, Contributo alla storia edilizia della villa romana di PiazzaArmerina, in R.I.A., 19634 E. De Miro, in AA.VV., La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina,Cronache dArcheologia 19845A. Ricci, in Carandini Ricci, De Vos, Filosofiana. La Villa di PiazzaArmerina, Palermo 1982, pp.376-377; Sfameni, in Pensabene Bonanno,2008, pp.96-97.6 Leonzio, Vita di San Gregorio Agrigentino, PG 98, col.649 58-59; cfr. A.Ragona Il proprietario della villa romana di Piazza Armerina , Caltagirone1962, p.23.7 L.Cracco Ruggini La Sicilia tra Roma e Bisanzio, in AA.VV., Storia dellaSicilia, 3, Napoli, 1980, pp.66,85; Sfameni, in Pensabene Bonanno 2008,p.97.8 Sembrerebbe che al momento dello scavo il muro di fondo dei tre ambien-ti suddetti si conservasse soltanto tra cm 20 e 60 e, in quanto lunico ricono-sciuto, sia stato ripreso per unaltezza di poco inferiore ai due metri: Lugli1963.9 Pensabene, in Pensabene Bonanno 2008, pp. 14, 21,22, figg.1, 10.10 Langolo sud ovest della villa costituito dallestremit sud del muro che

    limita a est il piazzale antistante larco dingresso e dal tratto di muro appar-tenente al lato sud del recinto che doveva circondare tutta la villa.11 De Miro E., 1984, p. 6112 Soprattutto la zona orientale (eccetto il settore est e labside della basili-ca), meno la zona occidentale dove le terme e alcuni ambienti tardo antichierano stati rioccupati al livello o poco sopra quello tardoantico: su un esamedegli ambienti della villa riutilizzati nellabitato medievale v. Sfameni, inPensabene, Bonanno 2008, p.99 (negli ambienti 10, 13-13-15, 17, 18, 20, 23materiali arabo- normanni sono stati rinvenuti direttamente a contatto con ipavimenti, insieme a materiali tardoantichi; nellambiente 13 il mosaico stato tagliato per inserire una fornace, nel 17 il mosaico stato sostituito daun pavimento in pietre irregolari, mentre il 18 stato diviso in due da unmuro poggiante direttamente sul mosaico; altri ambienti sono stati riulizza-ti solo creando un pavimento sopraelevato.

    DOSSIER

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    10/15

    29

    DOSSIER

    Le indagini diagnostiche, avviate sindal 2003, sono state effettuate in unaprima fase nellarea delle terme dellaVilla ed, in particolare, nelle zonedenominate:

    Preafurnia;Calidaria;Tepidarium;

    Sala delle riunioni;Frigidarium;Palestra.

    Nelle zone su indicate sono state prele-vate, carote stratigrafiche costituitedalle malte di preparazione e dallemalte di allattamento delle tesseremusive. Sono stati, inoltre, campionatile efflorescenze saline giacenti sulletessere musive e sugli intonaci dellepareti, i residui dei fanghi dei condottidi deflusso delle acque e le acque difalda, ricadenti nella zona interessata

    dalla Villa.Le indagini eseguite sui campionihanno evidenziato che il degrado chi-mico di tutti i materiali costitutivi daaddebitare alla diffusa solfatazione,come rilevata dalla diffrattometriaXRD, eseguita sui cristalli delle efflo-rescenze saline, e dalla cromatografiaionica, effettuata sugli estratti acquosidelle malte e sui campioni di acqua difalda, responsabili della solfatazione(vedi tabella).I campionamenti sono stati eseguiti nei

    seguenti ambienti: il Calidarium, ilFrigidarium, la Sala di Tito e Cassio,la Palestra, il Portico e il Triclinio. Irisultati delle indagini condotte tramitela diffrattometria XRD, le osservazionial microscopio ottico in luce riflessa,al microscopio polarizzatore in lucetrasmessa su sezioni sottili e al micro-scopio a scansione elettronica (SEM)con microsonda EDS, offrono spuntidi riflessione sulle eventuali erratemetodologie di intervento, di conser-vazione e di ordinaria manutenzioneattuate in passato e permettono, altres,

    di programmare uno studio sistematicodelle tecniche costruttive, dei materiali

    e del loro stato di conservazione.Successivamente, nel periodoluglio/novembre 2005, le indaginisono state estese a tutte le aree dellaVilla, utilizzando tecniche di spettro-scopia XRF portatile, caratterizzazionedei sali solubili con cromatografiaionica ed elettrochimica, diffrattome-tria ai raggi X (XRD), spettrofotome-

    tria FTIR e spettrofotometria UV/VIS.Inoltre sono state effettuate analisi dicaratterizzazione dei principali ele-menti chimici costitutenti i pigmentidei dipinti murali, tramite spettrome-tria XRF portatile. Per tali indagini stata scelta la sala delleros, rappre-sentativa di tutte le diverse cromie pre-senti nella villa.Dalle successive correlazioni ed inter-pretazioni spettrali risultato che i pig-menti presenti sono caratterizzatiessenzialmente da terre gialle, rosse everdi in diverse tonalit a differenza

    dellazzurro, anchesso presente indiverse gradazioni, che risultato

    LA SOLFATAZIONE DIFFUSA

    UNIFORMIT DI UN DEGRADO CHIMICOCosimo Di Stefano

    essere costituito da rame, confermandoil dato bibliografico che associa il pig-mento al blu egizio (silicato di rame).Dato lelevato contenuto dellelemen-to calcio presente negli spettri XRF,appare chiaro, inoltre, che il legantedei pigmenti murali risulta essere deri-vato dal latte di calce.Dalle indagini chimiche effettuate suc-

    cessivamente in quasi tutte le areedella villa emerso che esse presenta-no tutte la stessa tipologia di degradochimico sulle malte, sugli intonaci esulle tessere musive.E emerso, altres, che nelle malte ori-ginarie e nelle malte cementizie suc-cessive sono presenti notevoli quantitdi sali solubili con prevalenza di solfa-to sodico Na2SO4 anidro (Thenardite)e quantit minime di solfato di calcioCaSO4 (Gesso) evidenziati in tabella.Analisi sulle malte cementizie, prove-nienti dai precedenti restauri, hannoevidenziato la presenza di prodotti didegrado da attacco solfatico (Ettringite

    Alterazioni cromatiche ed efflorescenze salineDegrado delle tessere da solfatazione

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    11/15

    30

    DOSSIER

    ANIONI E CATIONI CAROTATURA

    (gr/Kg)

    EFFLORESCENZE

    SALINE (gr/Kg)

    FANGHI

    (gr/Kg)

    ACQUA DI FALDA

    (gr/Kg)

    FLUORURI

    CLORURI

    NITRITI

    NITRATI

    SOLFATI

    SODIO

    AMMONIO

    POTASSIO

    MAGNESIO

    CALCIO

    0,08

    1,27

    0,13

    0,032

    1,1

    1

    0,47

    1,66

    0,35

    9,06

    0,04

    3,33

    ===

    0,52

    163,79

    67,28

    0,51

    1,2

    0,325

    10,34

    0,05

    1,96

    ===

    0,33

    9,46

    1,26

    0,95

    0,68

    0,48

    12,1

    ===

    66,97

    ===

    2,47

    176,49

    49,26

    ===

    10,07

    24,92

    110,14

    Tabella: Caratterizzazione chimica dei sali solubili tramite cromatografia ionica

    Perdite di cromie causata dalla solfatazione.

    e/o Taumasite).Dai ripetuti esami di campioni diacque di falda, insistenti nel sottosuolodellarea del sito, stata confermatalabbondante presenza di ione solfato.I dissesti idrogeologici, con la conse-guente inefficienza dei condotti deideflussi delle acquee, hanno originatouna consistente risalita capillare, favo-

    rendo il contatto chimico tra le acqueedi falda solfatate e le strutture architet-toniche, gli apparati musivi e decorati-vi della Villa. Quanto rilevato statoulteriormente aggravato dalla inidoneacopertura capace di generare stressanticondizioni microclimatiche, trasfor-mando il degrado chimico in fisico.Le indagini del Laboratorio di chimi-ca, inoltre, hanno riguardato i materia-li costitutivi della pavimentazionemusiva, consentendo la lettura strati-grafica necessaria alla individuazionedelle tecniche costruttive. Ci ha per-

    messo di inquadrare i meccanismi didegrado solfatico che hanno causato ifenomeni pi volte riscontrati, ovvero irigonfiamenti localizzati del rivesti-mento pavimentale con distacco di tes-sere (vulcanelli) ed esfoliazioni dellestesse come effetto dellazione delleefflorescenze saline, nonch della dif-fusa formazione di patine bianchesuperficiali

    Misura XRF portatile sul pigmento azzurro. Alterazione chimico fisica dei dipinti murali da umi-dit di risalita capillare

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    12/15

    31

    DOSSIER

    ALGHE E CIANOBATTERI

    PREVENZIONE E CONTROLLO DEI MICRORGANISMI FOTOSINTETICIGiovanna Miceli

    Patina sotto la tessera. Prima del trattamento.Dopo il trattamento con Biotin T.

    Nel quadro degli interventi effettuati nelcantiere di restauro dei mosaici dellaVilla del Casale si inserisce la ricercacondotta dal Laboratorio di IndaginiMicrobiologiche del CRPR finalizzataalla definizione delle metodologie piidonee per la prevenzione ed il controllodei microrganismi fotosintetici (ciano-batteri ed alghe).

    I fenomeni di degrado che questimicrorganismi hanno determinato sulpavimento musivo sono stati innescatidalle condizioni ambientali esistentiallinterno della Villa, in particolare dal-lelevata umidit che rappresenta laprincipale causa di sviluppo microbico.Cianobatteri ed alghe sono i primi colo-nizzatori della pietra poich necessitanosolo di luce, acqua e pochi compostiinorganici. Sono in grado di colonizzarei materiali lapidei esposti in ambientiesterni ed interni e la maggior parte diessi incapace di crescere in assenza di

    luce. Alcune specie di cianobatteri tutta-via sono in grado di svilupparsi convalori di illuminamento molto bassi oaddirittura in assenza di luce. A tal pro-posito va riferito che sotto il pavimentomusivo sono state evidenziate patine dicianobatteri con una colorazione verdemolto intensa. Questa fenomenologia didegrado si riscontrata anche dopo iltrattamento di disinfezione, e le analisihanno evidenziato una particolare resi-stenza dei cianobatteri al disinfettanteutilizzato anche dopo pi applicazioni di

    impacchi.La ricerca si basata su una sperimenta-zione in situ e in laboratorio in cui sonostati analizzati campioni trattati con iprodotti biocidi utilizzati nellinterventodi restauro (Preventol R80 e Biotin Tsoltanto in alcune zone).In fase preliminare stata eseguita los-servazione diretta, sulle aree trattate,delle modificazioni macroscopiche dellepatine, quindi sono state effettuate altreanalisi quali losservazione dei campio-ni al microscopio a fluorescenza e ladeterminazione della quantit di adeno-

    sintrifosfato (ATP) cellulare residuo.I risultati hanno dimostrato che, dopo

    lapplicazione del biocida, la patina pre-sente sotto le tessere musive non era statadanneggiata, infatti appariva di coloreverde intenso. Questi risultati sono con-gruenti con quanto osservato in fluore-scenza, in quanto il prodotto sembra nonagire con grande efficacia sulle celluledei cianobatteri, che non perdono la fluo-rescenza rossa tipica delle cellule ancora

    vive e attive. Inoltre anche i valori diATP hanno evidenziato presenza di atti-vit microbica nei campioni esaminati.Nel corso del cantiere di restauro sonostati eseguiti diversi sopralluoghi e ulte-riori controlli. In laboratorio sono statiinoltre operati altri test applicando adimpacco, sotto una tessera, il Biotin T inalcool etilico al 2%. Dopo lapplicazio-ne del prodotto, trascorso il tempo diazione, si osservato che la patina sub-iva una variazione drastica del colore,infatti da verde intenso assumeva unacolorazione bruna e la fluorescenza

    appariva di un rosso attenuato.Le indagini svolte hanno consentito distabilire che i test operati in laboratoriosono pi efficaci, questo molto probabil-mente perch in situ il trattamento sottole tessere musive risulta difficile. Inoltrebisogna sottolineare che le condizioniambientali durante lintervento di disin-fezione continuavano ad essere favore-voli allo sviluppo microbico.Alla luce di quanto emerso durantelintervento conservativo e sulla basedei risultati delle indagini possibile

    affermare che la colonizzazione di cia-nobatteri presente sotto le tessere potressere controllata allorquando sar limi-tata la presenza dellacqua allinternodella Villa. Questo si attuer con la rea-lizzazione della copertura e degliimpianti per la canalizzazione e lo smal-timento delle acque meteoriche.E necessario comunque sottolineareche, se le condizioni ambientali doves-sero continuare ad essere favorevoli allacolonizzazione biologica, potr essereeffettuato un trattamento di disinfezionenella fase finale dellintervento di

    restauro ed eventualmente si potrannoprevedere applicazioni periodiche di

    biocidi ripetute a intervalli opportuna-mente stabiliti.Infine fondamentale condurre il moni-toraggio dello stato di conservazionedelle superfici musive che consentir disegnalare leventuale necessit di unamanutenzione e permetter di valutarela durabilit del trattamento.

    BibliografiaM. Bartolini, S. Ricci, Rilascio dipigmenti fotosintetici da bioce-nosi epilitiche trattate con bioci-di, in Kermes, a. XVII,56

    Ottobre/Dicembre 2004.G. Caneva, M.P. Nugari, D. Pinna,O. Salvadori, Il controllo deldegrado biologico, Firenze 1996.G. Caneva, M.P. Nugari, O.Salvadori, La Biologia Vegetaleper i Beni Culturali, I,Biodeterioramento e Conser-vazione, Firenze 2005.M. Tretriach et al., Efficacy ofbiocide tested on selected lichensand its effects on their substrata,in International Biodeterio-ration & Biodegradation, 59,2007, pp. 44-54.

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    13/15

    32

    DOSSIER

    TESSERE, MUSCHI E LICHENICOLONIZZAZIONE LICHENICA E MUSCINALE DEI MOSAICIPAVIMENTALI E VALUTAZIONE EFFICACIA DEI BIOCIDIRosa Not, Eloisa Guarneri, Enza Anna Passerini

    PREMESSALe indagini biologiche condotte negliultimi anni dal Laboratorio del CRPRsui mosaici della Villa avevano riguar-dato principalmente larea delleTerme, individuata come area campio-ne e comprendente ambienti sia interniche esterni. Tali indagini si riferivanoessenzialmente alla caratterizzazione

    della florula lichenica, dominante suipavimenti musivi allaperto, ed inminor misura delle fanerogame e brio-fite. Dai risultati era emerso che le spe-cie dirette colonizzatrici dei pavimentimusivi studiati erano: Aspicilia calca-rea (L.) Mudd, Caloplaca aurantia(Pers.) Hellbome e Verrucaria nigre-scens Pers. Le stesse, tuttavia, eranostate ritrovate anche sui substrati artifi-ciali (Not 2004). I muschi, invece,afferivano principalmente al genereTortula.Nell ambito dei lavori di restauroavviati nel 2007 ed attualmente incorso, il personale del laboratorio hacondotto unaltra campagna d indagini,questa volta estesa a tutti gli ambientidella Villa, al fine di fornire ulterioriconoscenze sul degrado biologico deimosaici e, contestualmente, di verifica-re lefficacia del trattamento biocidaattraverso osservazioni in campo, pre-lievi e test della fluorescenza. Inoltre,sono state date anche indicazioni per ildiserbo delle piante superiori.Nel presente contributo si riferiscono

    pertanto i risultati relativi alle indagi-ni effettuate.

    MATERIALI E METODILosservazione macroscopica in situ ele analisi di laboratorio, corredate daunampia documentazione fotografica,hanno consentito la determinazione deitaxa pi rappresentativi; le colonizza-zioni licheniche sono state osservatepreliminarmente in situ con lente dacampo e, successivamente, campiona-te con bisturi e conservate in appositeprovette codificate. I muschi sono statiprelevati e conservati in bustine di

    carta. In laboratorio, talli lichenici ecuscinetti muscinali sono stati osserva-ti e studiati al microscopio ottico e ste-reoscopico, pervenendo con lausiliodi specifiche chiavi analitiche alladeterminazione delle specie; in parti-colare per i licheni ci si avvalsi del-lopera di Ozend e Clauzade (1970),per i muschi di Cortini Pedrotti (2006).

    Infine, attraverso il test della fluore-scenza stata verificata lefficacia delbiocida applicato sui licheni.

    RISULTATI E CONSIDERAZIONIDalle analisi condotte risultato diparticolare interesse osservare la cre-scita di alcune specie licheniche sulletessere e di altre, invece, fra le tesseresulla malta. In totale sono stati deter-minati 23 taxa di cui 18 licheni e 5muschi (v. elenco); in particolare,Caloplaca teicholyta (Ach.) Steiner cresciuta esclusivamente fra le tesseredel pavimento musivo del portico poli-gonale. Si tratta di un lichene nitrofilo,molto comune, cresce sui calcari e sututti i substrati artificiali ed partico-larmente frequente in ambiente urba-nizzato. Sempre negli interstizi fra letessere sono stati ritrovati Toninia aro-matica (Sm.) Massal. e Candelariellaaurella (Hoffm.) Zahlbr che cresconocomunemente sulle rocce calcareearricchite di nutrienti, sulla malta e suimattoni, in generale in zone urbane,

    piuttosto raramente in quelle rurali,(Dobson 1992).Per quanto riguarda, invece, le speciedirette colonizzatrici delle tessere, alletre precedentemente ritrovate e citatein premessa, va aggiunta Caloplacaerythrocarpa (Pers.) Zw. anchessacomunemente presente su diversi tipidi roccia calcarea, su superfici pocoeutrofizzate e spesso associata adAspicilia calcarea (L.) Mudd dellaquale parassita, (Nimis, Pinna,Salvadori 1992). Tranne Xanthoriaparietina, Physcia sp. (Schreber)Michx. e Protoparmelia (cfr. badia,Hoffm.), licheni fogliosi ritrovati sulle

    colonne del giardino del Peristilio qua-drangolare, per il resto le forme rinve-nute sono di tipo crostoso - epilitiche.I muschi, invece, sono cresciuti esclu-sivamente fra le tessere, in terra, inzone molto umide in corrispondenza di

    percolazioni di acqua piovana.

    MONITORAGGIO DELL INTER-VENTO DI DISINFESTAZIONEI trattamenti di disinfestazione suilicheni, presenti quasi esclusivamentesui mosaici pavimentali esterni, inminor misura negli ambienti semi con-finati, sono stati eseguiti con PreventolR80, la cui percentuale si resa a volteanche necessaria al 4%, applicato apennello, con nebulizzatore a bassapressione e, in alcuni casi, ad impacco,secondo un calendario di interventicompreso tra marzo e maggio.

    ELENCO SPECIE CENSITE

    LicheniAspicilia calcarea (L.) MuddCaloplaca aurantia (Pers.) HellbomC. erythrocarpa (Pers.) Zw.C. flavovirescens (Wulfen) DT. &SarnthC. teicholyta (Ach.) Steiner

    Candelariella aurella (Hoffm.) Zahlbr.C. medians (Nyl.) A.L.Sm.Diploschistes interpedians (Norm.)Lecania turicensis (Hepp) Mull. Arg.Lecanora muralis (Schreb.) Rabenh.Physcia sp. (Schreber) Michx.Protoparmelia cfr. badia (Hoffm.)Rinodina subglaucescens ( Ach.)Rinodina tunicata (Ach.)Rinodina sp. ( Ach.) S.F.GrayToninia aromatica (Sm.) Massal.Verrucaria nigrescens Pers.Xanthoria parietina ( L.) Th. Fr.

    MuschiBryum capillare HedwGymnostomum calcareum NeesTortula muralis Hedw.T. marginata Hedw.T. subulata Hedw

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    14/15

    33

    DOSSIER

    Il trattamento di disinfestazione stato monitorato attraverso osserva-zioni in campo e prelievi di campionidi licheni, trattati e non trattati, al finedi valutare lefficacia del biocida che,

    agendo a livello cellulare sul processodella fotosintesi clorofilliana, bloccatale attivit e, conseguentemente,determina la devitalizzazione degliorganismi.Preparati di sezioni sottili di talli diCaloplaca aurantia, Aspicilia calca-rea e C. erytrocarpa, sui quali eranostati eseguiti n. 4 trattamenti conPreventol, sono stati osservati almicroscopio a fluorescenza. Il testdella fluorescenza, che si basa sullacapacit della clorofilla contenutanelle cellule algali del lichene di fluo-

    rescere ad una determinata lunghezzadonda (450 490 nm), ha rivelato

    che le alghe dei licheni trattati mostra-vano una fluorescenza rossa, cio unaforte vitalit e, dunque, una resistenzaal biocida (Caneva, 2005). Pertanto si ritenuto opportuno procedere con

    altre applicazioni fino alla perditatotale della fluorescenza algale. Aquel punto sono state effettuate le ope-razioni di spazzolatura, rimozione elavaggi con acqua deionizzata; inoltre,a scopo preventivo, stato proposto diinoculare il biocida anche nelle risigil-lature del mosaico aggiungendolo allacqua di scioglimento del legante.Infine, per le piante superiori, presentinelle lacune, in terra e fra le sconnes-sione delle mura perimetrali, statoutilizzato un erbicida di traslocazionea base di glyphosate, al 2-3 %, appli-

    cato a spruzzo sulla biomassa foglia-re (Caneva 2005).

    SPERIMENTAZIONE CON BIOCIDIIl monitoraggio prosegue ancora,infatti, a pi di un anno dagli interven-ti di disinfestazione sui mosaici pavi-mentali della Villa, stata avviata una

    sperimentazione in campo (con la col-laborazione del CTS che ha fornito iprodotti testati) finalizzata al monito-raggio post - emergenza del controllodella microflora lichenica. Si tratta diuno studio comparativo fra cinque bio-cidi al fine di individuare quale deiprodotti testati rallenti maggiormente,nel tempo, la ricrescita di questi orga-nismi. Larea scelta stata quella deimosaici pavimentali del Portico poli-gonale, allaperto, precedentementericoperta da una ricca colonizzazionelichenica. Su questi mosaici sono stati

    eseguiti 5 tasselli 20 x 20 riquadraticon scotch, contrassegnati dalle lettere

  • 8/7/2019 Lazzarini L. Et Al. Indagini Diagnostic He e Restauro Villa Casale. 2009

    15/15

    34

    DOSSIER

    GLI AUTORI di questo numero

    Maria Elena Alfano,Adalgisa Aloisi,Giuseppe Barbera,Maurizio Bombace,Ermanno Cacciatore,Chiara Caldarella,Lucia Carruba,Antonio CasanoGiacomo Cin,Roberta Civiletto,Stefano Colazza,Caterina Dessy,Cosimo Di Stefano,Maria Luisa FamTeresa Ferlisi,Eloisa Guarneri,Donatella Gueli,Osama Hamdan,Daniela La MattinaLorenzo Lazzarini,Alessandra LongoProvvidenza Lupo,Rosaria MerlinoGiovanna Miceli,Rosa Not,Franco Palla,Enza Anna Passerini,Carlo PastenaLorella Pellegrino,Patrizio PensabeneFernanda Prestileo,Francesca Pulizzi

    Alessandro Rizzi,Antonino Vitelli

    dellalfabeto A-E, ciascuna corrispon-dente ad un biocida. Modalit di appli-cazione stata a pennello. Fra i bioci-di saggiati, quali Biotin T, Biotin R,New Des 50, Bioestel e TrigeneAdvance, questultimo un nanobioci-da, gi testato, che ha dato buoni risul-tati per leliminazione di microorgani-smi; non ad oggi, invece, disponibile

    letteratura circa la sua attivit nei con-fronti dei licheni. Le nanoparticelle, inquanto vettori di principi attivi, rila-sciano il prodotto nelle microcavit,fessure o fenditure delle superfici dure,e migliorano lefficacia dellazionebiocida. Pertanto, i nanobiocidi, e piin generale le nanotecnologie, rappre-sentano il futuro nel settore del restau-ro. Il monitoraggio, che avr la duratadi un anno, potr offrire utili indicazio-ni nella scelta del prodotto che, even-tualmente, andr applicato, a scopopreventivo e nellambito di una manu-tenzione programmata, a tutti i mosai-ci pavimentali esterni.

    BIBLIOGRAFIA

    Dobson 1992F. S. Dobson, An illustrated guide to the British and Irish species.

    Richmond 1992.Caneva et al. 2005G. Caneva, M. P. Nugari, O. Salvadori, La Biologia vegetale per i BeniCulturali, I Biodeterioramento e conservazione, Firenze 2005.Cortini Pedrotti 2006C. Cortini Pedrotti, Flora dei Muschi dItalia, Roma 2006.Nimis et al. 1992P.L. Nimis, D. Pinna, O. Salvadori, Licheni e Conservazione dei Monumenti,Bologna 1992.Not 2004R. Not, Le indagini scientifiche su alcuni mosaici pavimentali siciliani.Proposta di una metodologia di studio propedeutico all intervento di restau-ro, in Atti del I Convegno Internazionale di studi, La Materia e i Segni dellastoria. Apparati musivi antichi nellarea del mediterraneo (Piazza Armerina,9-13 aprile 2003), I Quaderni di Palazzo Montalbo 4, Palermo 2004.