L’azienda agricola sostenibile processo produttivo può considerarsi sostenibile quando utilizza...

59
C O N F A I Matteo Bernardelli | Luigi Pisoni L’azienda agricola sostenibile C O N F A I C O N F A I

Transcript of L’azienda agricola sostenibile processo produttivo può considerarsi sostenibile quando utilizza...

CONFAI

Matteo Bernardelli | Luigi Pisoni

L’azienda agricola

sostenibile

CONFAICONFAI

Con grande piacere porto il saluto di Confai, la Confederazione degli Agromeccanici e

Agricoltori Italiani, in apertura di questa seconda pubblicazione edita da Confai Academy, la

Corporate University italiana per l’agricoltura.

Da tempo la nostra associazione pianifica articolati processi formativi per rispondere alle forti

esigenze di aggiornamento e di crescita professionale degli imprenditori e dei tecnici operanti nel

settore agromeccanico e agricolo.

In particolare, riteniamo che il tema della qualità ambientale delle attività agricole rappresenti

una sfida fondamentale per tutte le nostre imprese, oltre che un capitolo di grande interesse per

l’intera opinione pubblica italiana e internazionale.

Il saluto di CONFAI

Leonardo BolisPresidente di Confai

CONFAI

Il primo e-book della collana di pubblicazioni digitali di Confai Academy, tuttora disponibile sul

sito dell’associazione, esplorava il tema dell’agricoltura in outsourcing, ovvero di un’agricoltura

professionale sempre più incline all’utilizzo di servizi in conto terzi e di soluzioni agronomiche al

tempo stesso efficaci e rispettose dell’ambiente.

Proprio il tema della sostenibilità ambientale dell’attività agricola è al centro di questa seconda

pubblicazione della collana. Parliamo di un campo in cui peraltro le imprese agromeccaniche

hanno da tempo messo a punto servizi di coltivazione in grado di garantire alti standard di

efficienza e di produttività.

Le pagine che seguono dimostrano che farsi interpreti di un’agricoltura più verde è vantaggioso

anche dal punto di vista dei bilanci aziendali.

Introduzione

Marco SpezialiPresidente di Confai Academy

CONFAI

PartnersCONFAI

CONFAI

Indice

IndiceCONFAI

l

IndiceCONFAI

capitolo1

La sfida della sostenibilità

CONFAI

Il concetto di sostenibilità

In questo libro parleremo soprattutto

di sostenibilità ambientale in agricoltura, cioè di

come le aziende agricole possano mettere in atto

atteggiamenti virtuosi sotto il profilo ambientale,

rispettando le normative vigenti – sempre più

vincolanti – e traendo vantaggi tangibili da modelli

gestionali orientati alla tutela degli ecosistemi e

delle aree rurali in genere.

Le definizioni di sostenibilità sono assai numerose,

ma nel complesso possiamo affermare che un

processo produttivo può considerarsi sostenibile

quando utilizza le risorse naturali secondo

modalità e ritmi tali da consentirne una costante

rigenerazione nel rispetto dei cicli della natura

stessa.

Cap.1

.1

CONFAI

La sfida della sostenibilità

Non solo ambiente

Il concetto di sostenibilità ha – com’è

naturale attendersi - un’impronta principalmente

ambientalista, ma non si esaurisce semplicemente

nel concetto di rispetto degli habitat naturali.

Un indispensabile correlato della sostenibilità

ambientale è dato necessariamente dalla

sostenibilità economica, in modo particolare

quando ci si riferisce alla vita di un’impresa.

Componenti già individuate nel cosiddetto

Rapporto Brundtland, elaborato nel 1987 dalla

Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo.

Sotto questo profilo le moderne imprese agricole

sono chiamate a mettere in atto comportamenti

responsabili sotto il profilo ambientale e sociale, ma

Cap.1

.2

Un indispensabile correlato della sostenibilità ambientale è dato dalla sostenibilità economica, in particolare quando ci si riferisce alla vita di un’impresa

CONFAI

La sfida della sostenibilità

con una continua attenzione alle sfide poste dai mercati domestici

e internazionali in termini di incremento della competitività, di

miglioramento della gestione e di ricerca dell’innovazione.

Nei prossimi capitoli, pertanto, la nostra analisi delle diverse

modalità secondo cui un’azienda agricola può dimostrarsi

veramente sostenibile sarà accompagnata da una valutazione delle

forme attraverso cui tali atteggiamenti virtuosi possono tradursi in

risultati positivi sul versante dei redditi aziendali.

Cap.1

.2

CONFAI

Il vantaggio di essere eco-sostenibili

A questo proposito vale la pena anticipare fin

d’ora poche considerazioni di fondo circa il vantaggio

di essere eco-sostenibili.

Nelle pagine che seguono passeremo in rassegna per

sommi capi il percorso ambientalista della Politica

agricola comune (Pac) e vedremo come i vincoli

imposti in questo ambito alle aziende agricole siano

progressivamente cresciuti nel corso degli anni.

In ogni caso, al di là delle numerose norme

che obbligano l’imprenditore a determinati

comportamenti virtuosi, esiste anche la possibilità di

aderire a misure e programmi in cui la componente di

sostenibilità ecologica è subordinata alla libera scelta

dell’agricoltore.

Cap.1

.3

Essere imprenditori attenti all’ambiente può portare evidenti vantaggi di immagine e di mercato

Misure agroambientali facoltative,

adesione a programmi di

rimboschimento o di cura di siepi,

filari e zone umide, produzione di

energia da fonti rinnovabili, misure

di promozione dell’agricoltura

c ons ervativa:

ecco alcuni

esempi di come

gli imprenditori

possono ottenere

aiuti dall’Unione europea – benché

questi siano in fase di riduzione

– in cambio di comportamenti di

grande valore ambientale.

CONFAI

La sfida della sostenibilità

Cap.1

.3

In altre parole, per le aziende agricole l’ambiente paga ed essere

riconosciute come eco-sostenibili può portare a qualche vantaggio da

iscrivere nei bilanci aziendali.

Ma l’ambiente paga anche in altre forme. Al di là dell’ottenimento o meno

di determinati finanziamenti pubblici, essere percepiti dall’opinione

pubblica come imprenditori attenti all’ambiente può portare evidenti

vantaggi di immagine e di mercato agli agricoltori, in particolar modo

a coloro che puntano ad avere un rapporto diretto con i consumatori

finali.

La maggior parte delle imprese agricole mette già in atto, per tradizione

e per cultura, comportamenti eco-friendly: il fatto

che siano riconosciuti e apprezzati dalle istituzioni

e dall’opinione pubblica genera un vantaggio alla

portata di molte aziende, che è senz’altro opportuno

cercare di cogliere appieno.

Condizionalità, greening, misure agroambientali, programmi di rimboschimento, produzione di energia da fonti rinnovabili: alcuni dei capisaldi della parte ambientalista della Pac

CONFAI

capitolo2

Dall’Europaun’agricoltura

sostenibile

CONFAI

Dalle misure agroambientali

al greening

Da diversi anni a questa parte l’Unione europea ha improntato

la propria politica agricola ad un percorso basato su obiettivi e

principi propri di un’agricoltura di alto valore ecologico. Ovvero

un’agricoltura capace di puntare ad un uso efficiente e responsabile

delle risorse naturali mediante l’applicazione di tecniche di

coltivazione sempre più rispettose dell’ambiente e metodi di

allevamento in grado di favorire il benessere animale.

Tale prospettiva si inserisce peraltro in una visione ancora più

ampia che abbraccia l’intera filiera agroalimentare e ha come punto

di arrivo la soddisfazione e il benessere del consumatore.

Per realizzare concretamente tale visione, la Politica agricola comune

(Pac) si avvale da tempo delle cosiddette “misure agroambientali”,

Cap.2

.1

CONFAI

Dall’Europa un’agricolturasostenibile

Con il termine greening (“inverdimento”) s’intendono i nuovi criteri di rispetto ambientale adottati in sede comunitaria con riferimento al settore agricolo

Cap.2

.1

ovvero strumenti di incentivazione dell’attività

agricola strettamente subordinati al

raggiungimento di precisi obiettivi ambientali da

parte delle imprese agricole.

Proseguendo lungo il solco così tracciato, la nuova

Pac 2014-2020 ha introdotto un concetto che va

sotto il nome di “greening”. Di che cosa si tratta?

CONFAI

La nuova politica agricola europea

Il 26 giugno 2013, a due anni e mezzo

di distanza dalla prima bozza di nuova politica

agricola comune, le istituzioni europee riunite nel

cosiddetto “trilogo” – Commissione, Consiglio e

Parlamento europeo – hanno raggiunto l’accordo

politico su cui si basano le linee fondamentali

della nuova Pac, ovvero dell’insieme di nuove

misure comunitarie a sostegno del settore

primario per il periodo 2014-2020. Tale accordo è

stato sostanzialmente confermato nel successivo

confronto tra le istituzioni comunitarie avvenuto

a Bruxelles il 25 settembre 2013.

Occorre ricordare innanzitutto che la discussione

tecnica e politica sulla nuova Pac degli ultimi tre

Cap.2

.2

anni ha visto proprio nelle cosiddette politiche

di greening uno dei punti oggetto di maggiore

attenzione e, per certi aspetti, più controversi.

Che cosa si intende con questa parola? Greening,

che potremmo tradurre con “inverdimento”, è

l’espressione scelta a Bruxelles per identificare i

nuovi criteri di rispetto ambientale adottati in sede

CONFAI

Dall’Europa un’agricolturasostenibile

Cap.2

.2

comunitaria con riferimento al

settore agricolo. Questi vincoli

incideranno in particolare

sull’ottenimento degli aiuti

diretti al reddito da parte delle

imprese agricole, ovvero sul

cosiddetto “primo pilastro” della

Politica agricola comune.

Anche la nuova Pac prevede

infatti l’erogazione di un

pagamento unico per superficie,

come nella precedente

programmazione 2007-2013.

Tuttavia, nel nuovo regime, tale

aiuto al reddito sarà scomposto

Ogni imprenditore agricolo deve innanzitutto fare i propri conti e stabilire quanta parte delle operazioni colturali sia conveniente esternalizzare e quanta parte realizzare con mezzi propri dell’azienda.

in più parti: il 30% della dotazione

sarà subordinato al rispetto

degli obblighi previsti dal

greening: le aziende che non vi

si conformeranno, perderanno

il pagamento corrispondente.

I trasgressori recidivi saranno

sottoposti, dopo un periodo di

transizione, a ulteriori sanzioni

economiche.

CONFAI

APPROFONDIMENTI

Rispettare la condizionalità

Il greening - inteso come un do ut facias, una sorta di controprestazione ambientale delle imprese agricole per il sostegno che ricevono dall’Ue - non costituisce una novità in assoluto. Da diversi anni a questa parte, infatti, gli agricoltori europei si trovano a fare i conti con il concetto di condizionalità che riassume in sé una serie di vincoli ambientali minimi da rispettare per poter accedere agli aiuti diretti al reddito riservati alla categoria.Che cosa indica questo termine nel linguaggio un po’ burocratico delle autorità di Bruxelles? In poche parole, significa che l’Ue concede all’agricoltore il premio unico per ettaro solo se questi dimostra di rispettare – nell’esercizio della propria attività agricola – una serie di norme riguardanti il mantenimento di buone condizioni agronomiche dei terreni, la salubrità dei prodotti, il benessere degli animali allevati e la tutela dell’ambiente naturale nel suo complesso.Anche nella nuova Pac 2014-2020 continuerà ad essere in vigore il rispetto della condizionalità, cui si aggiungeranno le nuove prescrizioni contenute nel greening. Il nuovo “pacchetto” della condizionalità risulta alleggerito di alcune norme, che in passato non sono risultate di facile applicazione, ma dovrebbe nel prossimo futuro arricchirsi di alcune prescrizioni riguardanti la tutela delle acque.

CONFAI

Per un uso più efficiente delle risorse

naturali

Tra gli obiettivi dichiarati dell’Unione europea

vi è quello di approdare in tempi ragionevoli ad un

uso più efficiente delle risorse naturali, che nel caso

del settore agricolo significa soprattutto riuscire a

produrre materie prime d’elevata qualità con un

più contenuto dispendio di acqua ed energia e un

minore uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Oltre che

risparmi e razionalizzazione dei costi di produzione,

tutto ciò comporterebbe un importante valore

aggiunto sotto il profilo ambientale, a partire dal

miglioramento dello stato dei suoli in tutta l’Ue.

La Pac che è scaturita dall’accordo del giugno 2013

è in effetti un compromesso che ammorbidisce il

Cap.2

.3 greening nella sua versione inizialmente concepita

dalla Commissione, assai rigida, ma disegna una Pac

sempre estremamente attenta alla conservazione

del territorio e delle risorse naturali.

Il percorso di definizione della nuova politica

europea per l’agricoltura prevede, peraltro,

un’importante fase di traduzione operativa a

livello nazionale e regionale, che potrebbe portare

ad alcune novità “in corso d’opera” anche sotto il

profilo agroambientale. In ogni caso, fino al 2020,

le aziende agricole dovranno confrontarsi con

una serie di regolamenti comunitari assai esigenti

sotto il profilo della sostenibilità ambientale.

CONFAI

Dall’Europa un’agricolturasostenibile

APPROFONDIMENTI

I vincoli del greening

Quali sono, in dettaglio, i vincoli previsti dalla normativa comunitaria sul greening? Dall’accordo tra Commissione europea, Parlamento e Consiglio, siglato a Bruxelles il 26 giugno 2013, è scaturita una versione del greening basata essenzialmente su tre misure di carattere obbligatorio, che configurano prassi di elevata tutela ambientale: il mantenimento di prati permanenti, la diversificazione delle colture e l’identificazione di un’area di interesse ecologico pari ad almeno il 5% della superficie a seminativo di ogni azienda agricola con superficie superiore a 15 ettari (computo effettuato escludendo i prati permanenti).Tale superficie dovrà essere vincolata ad una serie di prassi favorevoli all’ambiente e dovrà essere occupata, tra le altre cose, da siepi, fasce tampone, zone alberate, terreni a riposo oppure oggetto di interventi di rimboschimento.Ad ogni modo, le aziende agricole che già si contraddistinguono per alcune pratiche considerate assai positive per l’ambiente naturale potranno beneficiare della cosiddetta “equivalenza d’inverdimento”, ossia saranno esentate dal rispetto dei requisiti di base previsti dal greening. È il caso, ad esempio, dei produttori biologici. Come dire: non è opportuno sovraccaricare con ulteriori fardelli quelle imprese che già contribuiscono in misura significativa alla cura dell’ambiente rurale.

CONFAI

Un piano per il futuro dell’ambiente

Tra i provvedimenti “non agricoli” destinati ad incidere sul futuro

dell’agricoltura rientra indubbiamente il nuovo Programma quadro d’azione

ambientale dell’Unione europea, recentemente approvato a Bruxelles dalle istituzioni

del cosiddetto “trilogo ambientale”.

Tale Piano contiene una chiara sottolineatura del ruolo chiave dell’agricoltura nella

tutela delle risorse ambientali. Il modo in cui le indicazioni comunitarie si tradurranno

nei singoli contesti nazionali e regionali potrebbe generare conseguenze di portata

equivalente a molte delle misure contenute nelle norme della nuova Politica agricola

comune.

Per questa ragione Confai, la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori

Italiani, ha recentemente espresso l’auspicio che le istituzioni dedichino anche a

questa materia particolare attenzione, affinché ne risultino rafforzati sia il ruolo

delle aziende agricole sia lo specifico apporto delle imprese agromeccaniche.

Cap.2

.4

CONFAI

Dall’Europa un’agricolturasostenibile

APPROFONDIMENTI

Misure agro-climatico-ambientalidella nuova PAC

Le principali misure a sostegno dell’ambiente già collaudate nelle precedenti programmazioni (con una dotazione annua europea di 550 milioni di euro) sono state confermate anche nella nuova Pac. Quest’ultima prevede peraltro che almeno il 30% delle provvidenze complessive dei programmi di sviluppo rurale dovrà essere applicato alle misure di investimento per finalità ambientali e climatiche, alle misure forestali e agro-climatiche ambientali, oltre che all’agricoltura biologica e alle politiche di sostegno per le aree Natura 2000 e per le aree svantaggiate.Da questa impostazione emerge una presa di posizione forte da parte dell’Unione europea nei confronti dell’ambiente nell’ambito del cosiddetto “secondo pilastro” (politiche per lo sviluppo rurale).Infine, la strategia della nuova Pac si caratterizza anche per una più forte sottolineatura della necessità di riduzione delle emissioni e di controllo dei fenomeni che incidono sui cambiamenti climatici.

CONFAI

Gli aiuti per la consulenza aziendale previsti dalla nuova Pac sono quasi esclusivamente rivolti alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali

Servizi di consulenza per un’agricoltura eco-sostenibile

Tra le misure previste dalla nuova

programmazione comunitaria per l’agricoltura

è stata confermata anche quella che riguarda

la consulenza aziendale in agricoltura, peraltro

già presente nella Pac 2007-2013 (vedasi il

Regolamento CE n. 1782/03), anche se assai poco

considerata da diverse amministrazioni pubbliche.

Di che cosa stiamo parlando? L’intenzione

dell’Unione europea è quella di aiutare gli

agricoltori, i silvicoltori e le piccole e medie

imprese insediate nelle zone rurali ad avvalersi di

servizi di consulenza professionale per migliorare

le prestazioni economiche e ambientali.

Cap.2

.5 Il sostegno è offerto per prestazioni di consulenza

legate a tematiche prevalentemente di carattere

ambientale, ovvero: il mantenimento di buone

condizioni agronomiche e ambientali delle

superfici aziendali; lo sviluppo di pratiche agricole

benefiche per il clima e per l’ambiente; azioni che

contribuiscano alla mitigazione dei cambiamenti

climatici, alla biodiversità, alla protezione delle

acque e del suolo.

CONFAI

Dall’Europa un’agricolturasostenibile

capitolo3

La sfidaagroenergetica

CONFAI

In Italia la superficie boschiva è aumentata del 50% negli ultimi 50 anni

Nuova PAC e produzione agroenergetica

Se per un verso l’Europa pone agli agricoltori

maggiori vincoli ambientali nell’esercizio della

normale attività produttiva, per un altro incentiva

il percorso verso un più ampio approccio al tema

delle agroenergie.

I Piani di sviluppo rurale regionali 2014-2020 è

affidato il compito di dare definitivo slancio al

comparto agroenergetico in gran parte del territorio

nazionale. Una moderna visione del settore

primario non può prescindere da un’adeguata

considerazione della questione agroenergetica e

da una sua attenta pianificazione, unitamente a

congrui adeguati stanziamenti di risorse.

Cap.3

.1 L’obiettivo generale fissato al nostro Paese dalla

direttiva UE n. 28 del 2009 sulla promozione delle

energie rinnovabili stabilisce che entro il 2020

l’Italia dovrà produrre energia rinnovabile pari al

17% dei consumi energetici nazionali.

Quella agroenergetica sarà una sfida che in ogni

caso le aziende agricole più competitive e orientate

all’innovazione dovranno valutare e, in molti

casi, affrontare. Sotto questo profilo le imprese

agromeccaniche sono in grado di mettere a

disposizione del mondo agricolo un’ampia gamma

di servizi funzionali allo sviluppo del comparto

agroenergetico e alla sostenibilità

delle produzioni aziendali.

CONFAI

La sfida agroenergetica

Nel prossimo futuro si prevede che la produzione agroenergetica dovrà concentrarsi maggiormente sull’utilizzo dei sottoprodotti

Valorizzare le biomasse

Nel quadro ora brevemente delineato

appare necessario esplorare in particolare tutte

le principali filiere da biomasse, esaminando

di ognuna le caratteristiche di sostenibilità

ambientale e convenienza economica, anche alla

luce degli impegni assunti dal nostro Paese con il

Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili:

quest’ultimo prevede infatti il raggiungimento

entro il 2020 di una produzione di energia da

biomasse pari a quasi il 7% dei consumi energetici

nazionali.

Tra gli ambiti d’azione indicati su cui occorrerà

concentrarsi rientra senza dubbio la filiera bosco-

legno-energia. Del resto, non dimentichiamo

Cap.3

.2 che in Italia le superfici boschive sono da anni

in progressivo aumento, soprattutto a causa

della ricolonizzazione boschiva di ampie aree in

precedenza occupate da pascoli.

Che cosa dicono i numeri? Secondo un rapporto

del 2012 realizzato dal ministero delle Politiche

agricole, la superficie coperta da foreste in

Italia è aumentata del 50% negli ultimi 50 anni,

CONFAI

La sfida agroenergetica

Cap.3

.2

raggiungendo la ragguardevole soglia di circa il 37% del territorio

nazionale. Ciò ha ovviamente come contraltare la contrazione

della superficie agricola utile, la cosiddetta SAU. Quest’ultima è

diminuita di quasi un terzo negli ultimi 40 anni, scendendo sotto la

soglia complessiva dei 13 milioni di ettari, per un insieme di ragioni –

urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture viarie, insediamenti

industriali e commerciali - alle quali si deve comunque aggiungere

anche l’effetto dell’avanzamento delle aree boscate. In Lombardia,

considerata la regione più agricola d’Italia in termini di produzione

lorda vendibile, la superficie agricola utile si è ormai ridotta a meno

di un milione di ettari.

CONFAI

Gestire il bosco

I dati riportati evidenziano l’importanza e

l’urgenza di gestire le aree boschive che, non essendo

caratterizzate da un utilizzo agricolo in senso stretto,

potrebbero configurare un contesto ideale per la

produzione di biomassa valorizzabile con un approccio

di filiera.

Cippato, legna da ardere, pellet, progettazione di reti di

teleriscaldamento, offerta di servizi agroenergetici a

comunità locali: varie sono le possibilità da esplorare

in questo campo.

In questo modo, le provvidenze che saranno erogate

dai nuovi Psr potrebbero rappresentare un incentivo

per mettere a frutto l’enorme patrimonio forestale

di cui gode ancora il nostro Paese, incentivando la

Cap.3

.3 realizzazione

di impianti di

sfruttamento

della filiera

bosco-legno-energia, potenzialmente applicabili ad

una superficie boschiva italiana di quasi 10 milioni di

ettari.

Secondo i calcoli dell’Osservatorio economico di Confai

Academy, se si riuscisse a far partire una volta per

tutte la filiera bosco-legno-energia nel nostro Paese, si

potrebbe espandere significativamente un comparto

produttivo di alto profilo ambientale e con un valore

economico che potrebbe crescere di almeno 1,2 miliardi

di euro: ciò genererebbe in breve tempo migliaia di

nuovi posti di lavoro ad elevata specializzazione.

In Italia quasi 10 milioni di ettari attendono di essere valorizzati

CONFAI

La sfida agroenergetica

Impiego dei sottoprodotti

Nel prossimo futuro si prevede che

la produzione agroenergetica, in particolare

mediante impianti di biogas, dovrà concentrarsi

maggiormente sull’utilizzo dei sottoprodotti.

Molte istituzioni regionali paiono orientate a

favorire il ricorso a biomasse vegetali come le

colture foraggere diverse dal mais insilato, per

evitare che la produzione di agroenergia – attività

di per sé molto positiva – possa generare distorsioni

nei mercati locali delle materie prime ad uso

zootecnico e degli altri fattori di produzione, oltre

che per evitare critiche da parte dell’opinione

pubblica sull’impiego a scopo energetico di

prodotto di comune uso alimentare.

Cap.3

.4 Si prevede quindi una politica di incentivazione

nell’impiego di sottoprodotti della produzione

dei cereali, stocchi di mais, stocchi di sorgo, primi

sfalci primaverili di coltivazioni erbacee e altri

prodotti idonei a generare un valore aggiunto

supplementare mediante l’inserimento nella

filiera energetica.

CONFAI

La sfida agroenergetica

capitolo4

Le opportunità dell’agricoltura

conservativa

CONFAI

Coltivare in modo ecologico e vantaggioso

Nel precedente libro della collana “Confai

Books”, dal titolo Agricoltura in outsourcing,

abbiamo presentato i fondamenti della cosiddetta

agricoltura conservativa o agricoltura blu: si

tratta di un insieme di tecniche agricole di alto

valore ambientale che puntano ad un’alterazione

minima della struttura superficiale del suolo.

In base alla definizione data da A.I.G.A.Co.S.,

l’Associazione Italiana per la Gestione Agronomica

e Conserviera del Suolo, “l’agricoltura blu prevede

l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili

indirizzate a preservare l’agroecosistema dalla

progressiva degradazione causata dall’evoluzione

Cap.4

.1 dei cambiamenti climatici e dalla pressione

antropica”. Questo tipo di lavorazioni punta ad

“aumentare la produzione vegetale, impiegando

più efficacemente le risorse naturali, l’energia e la

forza lavoro”. L’obiettivo è infatti quello di “alterare

il meno possibile la composizione del suolo, la

struttura e la biodiversità naturale, così da evitare

la degradazione, l’erosione ed il compattamento”.

CONFAI

Le opportunità dell’agricoltura conservativa

APPROFONDIMENTI

I vantaggi dell’agricoltura blu

I principali vantaggi di questo tipo di lavorazioni sono:

- minore consumo di carburante: fino al 70% in meno rispetto all’agricoltura convenzionale;

- minore impiego di ore lavoro;

- miglioramento della composizione del suolo;

- risparmio di acqua;

- mantenimento di alti livelli di produzione.

CONFAI

Con l’agricoltura conservativa il risparmio di carburante arriva fino al 70% rispetto all’agricoltura convenzionale

La scelta della semina diretta

Quando si parla di agricoltura

conservativa ci si riferisce in particolare alla

semina diretta, una pratica di coltivazione che fa

a meno della tradizionale aratura profonda dei

suoli, riducendo così l’impiego di prodotti chimici

e le probabilità di alterare l’assetto naturale del

suolo.

Come precisa A.I.G.A.Co.S., “l’agricoltura blu

include la semina diretta senza lavorazione, ma

anche la lavorazione ridotta o minima e l’adozione

di sistemi colturali di copertura annuale o

perenne, contrapponendosi alle tecniche in uso

nell’agricoltura convenzionale, quali le lavorazioni

del suolo (ad esempio l’inversione degli strati)

Cap.4

.2 utilizzate per controllare le specie infestanti e per

la preparazione del letto di semina, che deteriorano

le condizioni fisico-chimiche e microbiologiche del

suolo”.

Ne deriva un terreno più ricco in fosforo, calcio e

altri importanti costituenti, dal quale si ricavano

alimenti naturalmente fortificati con vitamine e

minerali.

CONFAI

Le opportunità dell’agricoltura conservativa

APPROFONDIMENTI

Tecniche di agricoltura conservativa

Tra le tecniche proposte nell’ambito dell’agricoltura blu è bene tenere in considerazione la distinzione tra non lavorazione e lavorazione minima.La non lavorazione consiste letteralmente nel seminare con una seminatrice da sodo senza attuare nessuna lavorazione preliminare del terreno. La lavorazione minima, invece, prevede una lavorazione poco profonda della superficie con contestuale effettuazione della semina. Per eseguire tale lavorazione ridotta possono essere impiegate varie attrezzature, quali erpici rotanti, erpici a denti, zappatrici o altri mezzi utili a miscelare i residui e ad affinare il terreno.Le principali aziende contoterziste sono preparate per l’applicazione di tali metodi colturali e dispongono di seminatrici con caratteristiche parzialmente diverse rispetto

a quelle convenzionali, adatte alla semina diretta.Per un’impresa agricola che si avvicini per la prima volta alle pratiche dell’agricoltura conservativa è altamente consigliabile rivolgersi al proprio contoterzista di fiducia in modo da non dover sostenere

investimenti in nuove attrezzature e da poter così cogliere immediatamente i vantaggi economici e ambientali di questo tipo di agricoltura.

Secondo Confai, convertendo all’agricoltura conservativa un milione di ettari si ridurrebbero di circa 108.000 tonnellate le emissioni annue di CO2 in Italia

CONFAI

capitolo5

Agricolturabiologica

CONFAI

Nonostante la crisi, il gradimento dei consumatori per i prodotti bio si mantiene stabile

Un comparto che sfugge alla crisi

Una delle modalità a disposizione di

un’impresa agricola per acquisire un’identità legata

ai concetti di sostenibilità e di tutela ambientale è

senz’altro quella dell’agricoltura biologica.

Indubbiamente si tratta di una strategia produttiva

per certi versi “di nicchia”, benché oggetto di un’ampia

diffusione in termini assoluti.

In ogni caso il comparto bio presenta da anni

un’identità consolidata ed è caratterizzato dalla

presenza di innumerevoli casi imprenditoriali di

successo.

Il trend dei consumi di prodotti bio in Italia e in Europa

sembra configurare per il comparto una tendenza

parzialmente anticiclica rispetto alla crisi generale

Cap.5

.1 del settore agricolo dell’ultimo quinquennio: i risultati

tutto sommato positivi che ancora si registrano

in questo ambito sono peraltro l’effetto non solo

di un persistente gradimento di un certo numero

consumatori, ma anche delle favorevoli politiche

di stimolo e di incentivo promosse in questi anni

dall’Unione europea. Tra queste sono da annoverare

principalmente le misure agroambientali ad hoc

contenute nella programmazione UE per l’agricoltura

a partire dal 2000.

Qual è l’attitudine dell’Unione europea che emerge

nella nuova programmazione comunitaria 2014-

2020 nei confronti delle imprese bio.

CONFAI

Agricoltura biologica

APPROFONDIMENTI

Agricoltura biologica: criteri di base

L’agricoltura biologica è un sistema di gestione agronomica che orienta l’intera azienda agricola alla produzione di prodotti sani e genuini mediante l’applicazione di un insieme di tecniche colturali e buone pratiche finalizzate al massimo rispetto dei cicli naturali.I principali aspetti che configurano il metodo di produzione biologico sono i seguenti: netta restrizione nell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, di additivi negli alimenti e di antibiotici negli allevamenti; rotazione delle colture; scelta di specie vegetali e animali naturalmente resistenti alle malattie; allevamento degli animali a stabulazione libera e mediante alimentazione basata su foraggi biologici.Le norme di fondo che regolano l’agricoltura biologica sono contenute nel Regolamento del Consiglio europeo n. 2092/91.Ulteriori regole sono state fissate dal Regolamento approvato dal Consiglio in data 28 giugno 2007 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2009.v

CONFAI

La nuova Pac ha esentato il comparto biologico dagli obblighi del greening

La nuova Pac conferma il sostegno

all’agricoltura biologica

La nuova programmazione comunitaria per

l’agricoltura ha confermato la particolare attenzione

che le istituzioni comunitarie dedicano al comparto da

oltre un decennio. Sono stati confermati innanzitutto i

pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica

da parte delle aziende, così come per il mantenimento

di metodi di coltivazione biologica.

Tra i “privilegi” più rilevanti che la nuova Pac riserva

ai produttori bio rientra sicuramente l’esenzione

dagli obblighi del greening per le aziende biologiche,

che potranno beneficiare quindi della percentuale di

aiuti diretti ascrivibili al greening senza essere tenuti

al rispetto di ulteriori vincoli rispetto a quelli legati

Cap.5

.2 alla connotazione biologica della produzione.

Una novità di rilievo rispetto alla precedente

programmazione comunitaria è data dal fatto che

nella Pac 2014-2020 è prevista una misura ad hoc per

il comparto biologico nell’ambito delle provvidenze

del cosiddetto “secondo pilastro” (politiche di sviluppo

rurale), mentre in precedenza il sostegno si limitava

ad una semplice azione.

In concreto ciò potrebbe significare un aumento dei

fondi a disposizione, in considerazione del fatto che

la presenza di una misura vincolata a determinati

obiettivi si accompagna all’individuazione di uno

specifico budget.

CONFAI

Agricoltura biologica

APPROFONDIMENTI

Per i bio-consumatori le priorità sono i controlli

Per coloro che prediligono prodotti biologici la priorità è rappresentata in assoluto dai controlli, che devono essere sempre più rigorosi e sono un costo indispensabile per garantire la qualità di tutta la filiera. È quanto emerge da un sondaggio ufficiale realizzato dalla Commissione Ue nel primo semestre 2013, i cui risultati sono stati resi noti recentemente.

I 45.000 intervistati, quasi tutti cittadini-consumatori, hanno sottolineato la necessità di mantenere e potenziare il sistema di controllo e certificazione. Il 58% richiede espressamente maggiori controlli, anche qualora ciò dovesse comportare un incremento dei prezzi per il consumatore europeo. Una quota ancora più alta di intervistati, il 70%, sollecita alle istituzioni di Bruxelles maggiori controlli sulle importazioni extra Ue.

Infine, per oltre l’80% degli intervistati sarebbe auspicabile un maggiore sforzo in materia di sperimentazione, ricerca e applicazione di soluzioni tecnologiche in grado di tutelare al massimo grado la qualità e la salubrità delle produzioni.

CONFAI

capitolo6

Uso sostenibile degli agrofarmaci

CONFAI

Più controlli a tutela dei

consumatori

Uno dei nuovi fronti di tutela ambientale

con cui le aziende agricole si trovano ora a

misurarsi riguarda il cosiddetto uso sostenibile

degli agrofarmaci. In base al Decreto Legislativo

n. 150 del 14 agosto 2012, infatti, è datata 1°

gennaio 2014 l’entrata in vigore della Direttiva

comunitaria n. 128 del 2009 che prevede a carico

delle aziende agricole europee due fondamentali

tipi di obblighi: l’adozione di tecniche di difesa

integrata delle colture e la registrazione di tutte

le operazioni effettuate in campo a difesa delle

stesse.

Cap.6

.1

La difesa integrata obbligatoria delle colture

prevede l’applicazione di tecniche di prevenzione

e di monitoraggio delle infestazioni e delle

infezioni, l’utilizzo di mezzi biologici di controllo

dei parassiti, il ricorso a pratiche di coltivazione

appropriate e l’uso di prodotti fitosanitari che

presentano il minor rischio per la salute umana

CONFAI

Uso sostenibile degli agrofarmaci

Cap.6

.1

e l’ambiente.Obiettivo di fondo: un ulteriore livello di tutela per la

salute del consumatore finale mediante un sistema di tracciabilità

totale – lungo tutta la filiera - dei trattamenti cui sono sottoposti

i prodotti che arrivano sulle nostre tavole, a partire da frutta e

verdura.

Particolare nel definire le misure per un uso sostenibile degli

agrofarmaci per la difesa delle colture da malattie e agenti dannosi,

il decreto n. 150/2012 fissa come finalità di base: a) la riduzione

dei rischi e degli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla

biodiversità; b) l’applicazione della difesa integrata e di approcci

alternativi o metodi non chimici.

CONFAI

Non solo qualità

Con le nuove norme ai produttori agricoli

non viene più richiesto solamente di conferire

prodotti di elevata qualità e con residui chimici

contenuti in soglie assai ridotte: si richiede altresì

l’adozione di nuovi metodi di tracciabilità di filiera

con un registro dei trattamenti assai dettagliato.

Per una maggiore tutela del consumatore sono

previsti “controlli incrociati”, in particolare sulle

persone titolari di un’impresa commerciale e sulle

società che commercializzano e vendono prodotti

fitosanitari e coadiuvanti di prodotti fitosanitari.

In base alla normativa, queste sono tenute “a

trasmettere annualmente, entro il secondo mese

successivo alla fine di ciascun anno solare, in

Cap.6

.2 via telematica al Sistema informativo agricolo

nazionale (SIAN), o su supporto magnetico

all’Autorità regionale competente, la scheda

informativa sui dati di vendita”.

CONFAI

Uso sostenibile degli agrofarmaci

APPROFONDIMENTI

Il registro dei trattamenti

Uno dei punti cardine della normativa sull’uso sostenibile degli agrofarmaci è dato dall’entrata in vigore di un dettagliato registro dei trattamenti.

Secondo l’art. 16, comma 3, del D. Lgs. n. 150 del 2012, “per registro dei trattamenti si intende un modulo aziendale che riporti cronologicamente l’elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture, oppure, in alternativa, una serie di moduli distinti, relativi ciascuno ad una singola coltura agraria. Sul registro devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari utilizzati in azienda, classificati molto tossici, tossici, nocivi, irritanti o non classificati, entro il periodo della raccolta e comunque al più tardi entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento stesso. Il registro dei trattamenti riporta: a) i dati anagrafici relativi all’azienda; b) la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari; c) la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata, espressa in chilogrammi o litri, nonché l’avversità che ha reso necessario il trattamento”.

CONFAI

Un organo di vigilanza a garanzia

dell’ambiente

Al fine di garantire al massimo grado il rispetto

delle norme sull’uso sostenibile dei fitofarmaci il 22

luglio 2013 in Italia è stato istituito il Consiglio tecnico-

scientifico sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari,

emanazione dei ministeri delle Politiche agricole,

forestali e alimentari, dell’Ambiente, della Tutela del

territorio e della salute e dello Sviluppo economico,

oltre che delle Regioni e delle Province Autonome.

Un altro strumento indirizzato alle stesse finalità

di garanzia è il Piano d’azione nazionale per l’uso

sostenibile dei prodotti fitosanitari, che definisce le

modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli

impatti dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari sulla

Cap.6

.3 salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità. “Il

Piano – come recita la norma - promuove lo sviluppo

e l’introduzione della difesa integrata e di metodi di

produzione o tecniche di difesa alternativi, al fine di

ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari, anche

in relazione alla necessità di assicurare una produzione

sostenibile, rispondente ai requisiti di qualità stabiliti

dalle norme vigenti”.

CONFAI

Uso sostenibile degli agrofarmaci

Percorsi formativi previsti

dalla legge

Il Decreto Legislativo n. 150 del 14 agosto

2012 ha infine previsto la frequenza a corsi

abilitanti per l’assolvimento di precisi obblighi

formativi con l’obiettivo di “garantire che tutti

gli utilizzatori professionali, i distributori e i

consulenti sull’impiego dei prodotti fitosanitari

siano in possesso di una adeguata conoscenza,

costantemente aggiornata” (art. 7 D. Lgs. n.

150/2012).

Confai Academy, nell’ambito dei propri

programmi, ha pianificato percorsi formativi

specificamente rivolti a tale scopo.

Cap.6

.4

CONFAI

Uso sostenibile degli agrofarmaci

capitolo7

Agricoltura di precisione

CONFAI

Tecnologia al servizio

della produzione e dell’ambiente

Impiego di navigatori satellitari con

sistemi di geoposizionamento (Gps), guida assistita

dei mezzi agricoli, telemetria, controllo remoto

delle operazioni in campo, mappatura dei terreni

per una più razionale distribuzione di agrofarmaci,

fertilizzanti e reflui di origine animale: molte

sono le soluzioni tecnologiche attualmente a

disposizione delle imprese agricole nell’ambito

della cosiddetta agricoltura di precisione.

Si tratta di un tipo di agricoltura ad alto contenuto

tecnologico che utilizza sistemi intelligenti e

soluzioni innovative per dosare l’utilizzo dei vari

fattori produttivi in relazione alle caratteristiche

Cap.7

.1 del suolo e alle condizioni dei terreni su cui si

opera.

Tra le tecniche di coltivazione che contribuiscono a

configurare un settore primario più ecosostenibile

vi sono dunque quelle riconducibili a questo tipo

di agricoltura.

CONFAI

Agricoltura di precisione

Per una sostenibilità economica

dell’azienda agricola

La fase di slancio che sta vivendo

l’agricoltura di precisione, oltre che a ragioni di

tutela ambientale, è da ascrivere all’aumento del

costo del carburante e di alcuni altri fattori di

produzione avvenuto negli ultimi anni.

Per un’azienda di 100 ettari, ad esempio, l’adozione

delle principali tecniche di precision farming può

comportare un risparmio di oltre 1,3 tonnellate di

gasolio nel corso di una sola stagione produttiva.

Cap.7

.2

CONFAI

Agricoltura di precisione

La macchina agricola del futuro sarà autoguidata dal satellite e tramite appositi sensori

La macchina agricola del futuro

Nel prossimo futuro tutte le macchine agricole

dovranno essere precise, automatizzate e intelligenti

ed essere dotati di strumenti per il trasferimento

immediato di ogni dato utile alle operazioni di semina,

controllo delle coltivazioni e raccolta.

La macchina agricola del futuro dovrà inoltre essere

più ergonomica e facile da utilizzare, autoguidata dal

satellite e tramite appositi sensori. Tra le altre funzioni

vi sarà quella di garantire una costante tracciabilità dei

prodotti.

L’insieme di queste macchine, caratterizzate da una

maggiore sostenibilità ambientale, economica e

sociale, fornirà i presupposti essenziali per favorire la

competitività del settore agroalimentare.

Cap.7

.3

CONFAI

Agricoltura di precisione

capitolo8

Sostenibilità e multifunzionalità:

un binomio vincente

CONFAI

L’azienda agricola multifunzionale

Uno dei profili di azienda agricola più

spesso riconducibili ad un’impronta di sostenibilità

ambientale è indubbiamente quello dell’azienda

multifunzionale.

L’Unione europea promuove da circa due decenni

il concetto di multifunzionalità agraria come

orizzonte di riferimento per una parte significativa

dell’agricoltura comunitaria.

Che cosa s’intende per multifunzionalità in

agricoltura? S’intende prevalentemente un modo

di fare agricoltura che non si limita alla semplice

produzione di materia prima grezza o commodity,

ma che punta all’elaborazione di una serie di prodotti

trasformati o semilavorati e servizi, così come alla

Cap.8

.1 presenza dell’imprenditore agricolo in più fasi della

catena del valore, inclusa quella del rapporto con il

consumatore finale.

Non è possibile presentare in poche righe il

senso e la varietà delle molteplici esperienze di

multifunzionalità agraria. Qui ci limiteremo ad

evidenziare il collegamento tra questo tipo di

impostazione aziendale e il concetto di sostenibilità.

CONFAI

Sostenibilità e multifunzionalità:un binomio vincente

Aziende agricole diversificate a servizio dell’ambiente

L’azienda agricola multifunzionale è, tra le

altre cose, un’azienda che fa della diversificazione la

propria filosofia e strategia generale.

L’imprenditore agricolo desideroso di consolidare e

incrementare i redditi aziendali si rende conto che

occorre innanzitutto diversificare le proprie fonti di

reddito, ovvero i prodotti, i servizi e – di conseguenza

– i comparti che formano oggetto dell’attività

dell’azienda stessa.

Oggigiorno, chi dipende da un solo comparto

produttivo, quale che sia, si espone a enormi rischi

legati alle fluttuazioni dei prezzi internazionali delle

commodity, all’andamento altalenante di mercati

Cap.8

.2 ormai assai poco prevedibili, agli improvvisi

rincari di determinati fattori di produzione e

alle conseguenze delle modifiche delle politiche

pubbliche per l’agricoltura.

Uno dei modi più sensati per mettersi al riparo da

questo insieme di fattori altamente variabili è quello

di diversificare, investendo in attività di vario tipo,

ancorché tutte più o meno legate al settore primario.

Dal rapporto tra agricoltura e ambiente derivano molte delle opportunità di diversificazione del settore primario

CONFAI

Sostenibilità e multifunzionalità:un binomio vincente

Cap.8

.2

Quando si parla di azienda agricola multifunzionale,

molti pensano quasi istintivamente all’agriturismo,

alla vendita diretta e ad alcune esperienze di filiera

corta: tutte queste sono componenti essenziali e

ormai quasi “tradizionali” della multifunzionalità

agraria. Ma la lista è molto più lunga, praticamente

infinita.

Uno dei filoni che è possibile seguire per costruire

un’azienda multifunzionale, ovvero diversificata,

è certamente dato dall’esplorazione di tutte le

opportunità legate al rapporto tra agricoltura e

ambiente. Le imprese agromeccaniche hanno da

tempo diversificato la gamma dei propri servizi

in questa direzione, spaziando – come abbiamo

visto - nei campi dell’agricoltura conservativa,

Anche l’esercizio dell’attività agrituristica presuppone una forte coscienza ambientale

dell’agricoltura di precisione e dell’agroenergia. Tali

servizi sono a disposizione delle aziende agricole

desiderose di generare nuove fonti di reddito in uno

o più ambiti relazionati con l’ambiente, ovvero di

diventare più eco-sostenibili.

CONFAI

Le moderne aziende agricole non possono prescindere dal legare l’immagine dei propri prodotti alla realtà territoriale in cui operano

Agricoltura e turismo

Si tratta di un tema al quale accenniamo

soltanto, vista l’enorme produzione di libri, articoli e

dissertazioni esistente in materia.

Quello che ora ci interessa sottolineare è che non ci si

può dedicare ad un’attività agrituristica o ad un’altra

forma di turismo rurale senza avere sviluppato una

forte coscienza ambientale dell’attività agricola.

Ad un’azienda agricola operante in questo ambito

il consumatore contemporaneo non si limita più a

chiedere un’alta qualità dei prodotti agroalimentari

o dell’accoglienza offerta: richiede infatti di poter

accedere ad un’esperienza di benessere globale,

nella quale non possono assolutamente mancare

la componente di fruizione di un ambiente rurale

Cap.8

.3 curato e l’applicazione di un rispetto totale per gli

ecosistemi circostanti.

Per questa ragione di fondo le aziende agrituristiche,

le fattorie didattiche o le fattorie sociali rientrano

generalmente tra le imprese che aderiscono alle

misure agroambientali dei Psr e optano per l’adozione

di metodi biologici di coltivazione o di altre tecniche

eco-friendly.

Nel campo del turismo rurale, ancor più che in ogni

comparto agricolo, l’ambiente ripaga gli sforzi delle

imprese che se ne prendono cura.

CONFAI

Sostenibilità e multifunzionalità:un binomio vincente

Le potenzialità del territorio rurale

In un’epoca caratterizzata da una

globalizzazione sempre più netta dell’economia e

delle modalità di consumo, il marketing territoriale

rappresenta uno strumento essenziale per

valorizzare i prodotti agricoli e agroalimentari.

Pertanto, le aziende agricole desiderose di

vendere prodotti trasformati o semilavorati non

potranno prescindere dal legare l’immagine

dei prodotti alla realtà territoriale in cui sono

collocate. Dimostrare la provenienza dei prodotti

stessi da un’azienda collegata in un contesto

territoriale eco-sostenibile costituisce un

correlato fondamentale della qualità dei prodotti

stessi.

Cap.8

.4 Oggigiorno generare la qualità non è più

sufficiente: occorre anche comunicarla e il

territorio rappresenta uno degli strumenti

promozionali più adatti a questo scopo.

CONFAI

Sostenibilità e multifunzionalità:un binomio vincente

Confai Academy è la prima Corporate University italiana per l’agricoltura: una moderna accademia d’impresa

che realizza specifici percorsi formativi richiesti dal mercato e previsti dalle normative applicate al settore

agricolo e agromeccanico. La scuola promuove inoltre attività di approfondimento e aggiornamento su temi

di carattere tecnico ed economico per il settore primario e su aspetti relativi alla gestione aziendale e alla

strategia d’impresa.

Confai Academy è un’associazione senza scopo di lucro partecipata dalle organizzazioni territoriali aderenti

a Confai, la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani. La sede nazionale è a Bergamo, in

via dell’Industria n. 8. Altre sedi operative sono localizzate ad Alessandria, Asti, Brescia, Grosseto, Livorno,

Mantova, Pavia, Rovigo, Torino.

All’interno di Confai Academy è attivo un Osservatorio Economico che promuove attività di studio, analisi e

ricerca, realizzate in proprio o in collaborazione con istituzioni e società private.

La collana “Confai Books”, basata su pubblicazioni brevi e su una grafica in grado di evidenziare i concetti

fondamentali di ogni argomento, si ispira alla filosofia del rapid learning: un tipo di apprendimento a distanza

(e-learning) rapido ed efficace, particolarmente adatto ad imprenditori e professionisti desiderosi di accedere

con immediatezza a contenuti e informazioni pratiche sulle diverse discipline legate al mondo agricolo.

Confai Academy

Enzo Cattaneo

Segretario Generale di Confai Academy

CONFAI

GRAZIE

CONFAI