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LAVORO CRESPI D’ADDA TECNOLOGIA Lavoro di : Carlenzoli Camilla, Paderni Mattia Platto Simone

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LAVORO CRESPI D’ADDA

TECNOLOGIA

Lavoro di : Carlenzoli Camilla, Paderni Mattia Platto Simone

L’URBANISTICA

Crespi è distribuito seguendo linee e in forme geometriche. A guardarlo dall’alto appare ordinato e diviso in due parti distinte. La strada principale, che conduce al cimitero, separa la zona residenziale da quella lavorativa. Lo stabilimento offre un fronte lunghissimo, che costeggia tutta la via principale. Le case operaie sono poste su una ‘’scacchiera’’ , separate da terreno delimitato da recinzioni. Le strade sono distribuite ortogonalmente. Le abitazioni a villetta unifamiliari sono riservate ai dirigenti, disposte in maniera più libera all’interno di un’ area verde. In mezzo al paese sorge la chiesa e l’asilo con le scuole. Il paese è munito di un albergo, di magazzini di consumo, la casa del dottore e del medico e dei vari servizi.

LE CASE

Fino a pochi anni fa venivano costruite, per errore, case grandi e a più piani che erano capaci di contenere fino a 20 famiglie. La casa operaia moderna deve contenere una sola famiglia ed essere circondata da un piccolo orto, separata dalle altre. Crespi costruì un paesello costituito in frazione, annettendolo al comune di Capriate. In quel paesello si trovano parecchie case operaie, costruite col vecchio sistema, fornite di locali ampi e numerose palazzine circondate da ortaglie e giardini, divise da cancelletti in ferro.

I PALAZZOTTI I palazzotti (palasòcc) sono stati costruiti tra il 1877 e il 1878. Sono edifici rettangolari a 3 piani. Possono essere ad una sola entrata o a due. Quest’ultimo servono per due famiglie che possono usufruire di quattro camere alle quali si accede mediante un corridoio. Al piano terra si trova una camera di 18 mq per i lavori domestici e una cucina di 20 mq. Al primo piano troviamo due camere da letto e nel solaio un ripostiglio. Dietro la casa abbiamo un piccolo porticato con un lavatoio e la latrina. Le palazzine ad una sola entrata hanno una sola scala e danno accesso ad 8 locali. L’entrata è ampia, il portico è doppio (spesso diviso in due), le latrine e i lavatoi sono due. Al piano superiore troviamo cinque locali. Qui possono abitare una o più famiglie. L’albergo conserva la medesima tipologia di queste abitazioni.

LE CASE OPERAIE (unifamiliari e bifamiliari)

Dal 1886 si inizia a costruire case uni e bifamiliari. Sono una cinquantina di villette a due piani a pianta quadrata, ordinata geometricamente. Le case unifamiliari hanno un ingresso unico e una sola scala che porta al piano superiore. Qui troviamo la cucina, uno spazio di lavoro e le stanze da letto. Dietro i lavatoi e le latrine. Le case bifamiliari hanno due ingressi indipendenti e due scale. Sono separate da recinzioni fatte con ‘’regge’’ (nastri metallici recuperati dagli imballaggi del cotone).

LA SCUOLA

La scuola si trova in mezzo al paese e consta di due aule, di due aule minori al piano terra rialzato, dell’alloggio per gli insegnanti al piano superiore. Annesso alle aule si trova un salone di ricreazione dove ai lati del corridoio si trovano le latrine. Nei sotterranei c’è la sala da studio per il coro di musica e c’è la sede della cucina economica.

IL LAVATOIO

Il lavatoio sorge in un altro punto del villaggio. È diviso in due parti, una per lavare e una per risciacquare. In quest’ultima l’acqua si scarica in un tombino.

VILLETTE PER IMPIEGATI E CAPIREPARTO

Nel 1878 nella parte sud del villaggio vengono costruite 5 nuove abitazioni. Questi tipi di ville hanno pianta rettangolare, terrazzi in ceppo dell’Adda, decorazioni preziose e variegate, finestre regolari e tetti con linee articolate. Esternamente son delimitate da bassi cancelli e hanno un giardino.

I VILLINI DEI DIRIGENTI

Negli anni venti vennero costruite otto ville per i dirigenti. Esse sono disposte in modo irregolare e asimmetrico, i balconi si aprono su grandi giardini e comignoli si alzano sui tetti spioventi. Sono sontuose e ricercate. Il legno viene accostato alla pietra viva locale e al ceppo dell’Adda. L’uso di materiali differenti crea contrasti e la vegetazione diventa parte dell’abitazione.

LE ABITAZIONI DEL MEDICO E DEL PARROCO

Questi due edifici sorgono sulla collina che si affaccia sul villaggio. Sono realizzate con le tecniche delle basi operaie ma sono molto più grandi e con maggiori decorazioni. Hanno conservato i marcapiani. Entrambe hanno un giardino.

LA CHIESA

Nel 1893 venne aperta la chiesa, realizzata fra il 1891 e il 1893 sotto comando dell’ingegner Brunati. È una copia della chiesa di Santa Maria di piazza di Busto Arsizio. Le decorazioni sono semplici e rinascimentali. La cupola è di base rettangolare. La parte decorativa è opera di Cavenaghi. Ci sono affreschi a grottesche, putti e medaglioni con personaggi tratti dalla Bibbia.

LA FABBRICA

Lo stabilimento si trova nella zona meridionale del villaggio. È una struttura a un unico piano, presenta una linea architettonica di natura seriale, ai cui tetti a sched corrispondono ampi saloni. La forma allungata si adegua all’esigenza di avere un motore e di distribuire la forza in modo ininterrotto. La presenza della fabbrica è segnalato dalla torre (stampo medievale) disegnata da Colla.

GLI STILI ARCHITETTONICI

Cristoforo e Silvio Crespi inseguono un progetto con principi estetici forti. Si circondano di architetti e ingegneri di valore, tra cui Angelo Colla, Ernesto Pirovano, Gaetano Moretti, Pietro Brunati. All’interno del villaggio abbiamo diversi stili: neogotico-lombardo, rinascimentale, medievale e eclettico.

I MATERIALI DI BASE

Le case operaie son caratterizzate da decorazioni in cotto intorno alle finestre e tra il piano terra e il primo lungo il perimetro correva un ornamento dello stesso materiale. Il cotto si trova anche nei fregi della fabbrica. Il mattone pieno si rileva nella struttura longilinea e potente delle due ciminiere. Anche il lavatoio è una costruzione in laterizio. A crespi è presente anche il ceppo dell’Adda e si trova in tutti gli edifici del villaggio (basamenti della chiesa, grandi lastre, sulle pareti del castello o nel mausoleo di famiglia).

LAVORO CRESPI D’ADDA SCIENZE Lavoro di: Lauri Gabriele, Nicholas Verzeletti, Bonardii Alice e Gervasoni Edoardo

IL COTONE Indice:

●  CHECOS’ÈILCOTONE,LESUECARATTERISTICHE,LACOLTIVAZIONE,LASUALAVORAZIONEESCHIAVITÚ

●  EDISONETESLA,GUERRADELLECORRENTI

●  CRESPID’ADDA

IL COTONE: DESCRIZIONE Cos’è il cotone?

Il Cotone è una pianta arbustiva originaria del continente indiano e delle regioni tropicali dell'Africa e delle Americhe. La pianta del Cotone è stata importata in Europa dagli Arabi, nei paesi d'origine è utilizzata in particolare per la produzione della fibra, utilizzata per i tessuti. La sua coltivazione risale alla preistoria, oggi questo tipo di coltura è praticamente scomparso. In Italia la sola varietà nota si chiama Gela.

Descrizione

Sono erbe annuali o arbusti, raramente alberi, con foglie grandi, fiori bianchi, gialli e rosei ed un frutto che si apre a maturità in 2-5 segmenti, mostrando i semi che sono avvolti da fittissimi peli lunghi da 15 a 55 mm sericei, bianchi, ma anche di altri colori e costituiscono la materia tessile. Fra la decima e la dodicesima settimana dalla semina sbocciano i primi fiori: sono delicati, di colore bianco o giallo crema per poi divenire dopo la fecondazione, rosa e violacei. Poco dopo cadono e lasciano intravedere le capsule che lentamente crescono gonfiandosi fino a raggiungere la dimensione di un uovo di gallina.

Coltivazione

La pianta può raggiungere un'altezza superiore a 1,50 m, si tratta di una pianta "annuale" con un ciclo vegetativo di circa sei mesi e la raccolta del Cotone avviene tra Settembre e Ottobre. Il Cotone è in assoluto la prima pianta tessile del mondo, cresce nei paesi con una stagione caldo-secca e una stagione umida.

Lavorazione

La raccolta, che si compie entro 7-10 giorni dall’apertura delle capsule, può essere fatta a mano o con macchine. Il raccolto viene depositato in appositi magazzini di conservazione e sottoposto ad un essiccamento naturale o artificiale. Si evita in tal modo la formazione di muffe provocate dall’eccesso di umidità. Le successive fasi di lavorazione sono: sgranatura, imballaggio e spedizione. Nel cotonificio i bioccoli vengono battuti, cardati e pettinati. Il risultato è un prodotto finito leggero, morbido e assorbente perché assolutamente naturale.

LA SCHIAVITÚ La coltivazione si è diffusa solo in questo secolo (1861-1865), questi lavori venivano svolti completamente a mano dagli schiavi neri. Per i proprietari delle piantagioni gli schiavi costituivano la risorsa più preziosa. L’importazione dall’Africa di schiavi alla coltivazione del cotone ( tratta degli schiavi) fu intensa nella prima metà del secolo XIX: il numero di schiavi neri negli Stati Uniti, aumentò infatti da circa 700.000 unità a 4.000.000. A iniziare la tratta furono i portoghesi dopo che le tre caravelle di Cristoforo Colombo furono sbarcate in America e Lisbona divenne un mercato di schiavi.

Nel golfo di Guinea gli schiavi venivano rimpinzati di cibo, curati, lasciati riposare, ripuliti, e addirittura unti con olio di palma per ben figurare agli occhi dei mercanti. Con l’ imbarco verso il Brasile, venivano incatenati con lunghi catenacci nelle stive delle navi negriere. Con questo sistema vennero venduti e deportati 21 milioni di neri e, di questi,10 milioni morirono durante la traversata, a causa delle terribili condizioni in cui venivano trasportati. La rivoluzione americana abolì la schiavitù in America.

THOMAS EDISON Thomas Edison è ricordato spesso come inventore, ma anche come imprenditore che acquistava i prototipi di altri inventori e li migliorava. Fu il primo imprenditore che seppe applicare i principi della produzione di massa al processo dell'invenzione. Era considerato uno dei più prolifici progettisti del suo tempo, avendo ottenuto il record di 1.093 brevetti registrati a suo nome, in tutto il mondo.

NIKOLA TESLA Nato da famiglia serba in Croazia durante il periodo dell'Impero Austro-Ungarico, è conosciuto per il suo lavoro in campo tecnico-scientifico e in particolare per i contributi nel campo dell'elettromagnetismo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. L’ingegnere Tesla si dedicò allo studio dell’elettricità e anche alle sue geniali invenzioni. Approfondì lo studio delle correnti alternate e costruì il primo motore a induzione di corrente alternata.

L’ INIZIO DI UNA GUERRA

  Tesla lavorò duramente per Edison ma i due giunsero poi ad un’insanabile frattura. Tesla perse il lavoro e lavorò per circa un anno come manovale, fino a quando il magnate George Westinghouse acquistò i suoi brevetti sui motori a corrente alternata

  Edison brevettò un sistema di distribuzione della corrente continua.

  Nacque tra le due grosse compagnie elettriche una sfida commerciale che i giornalisti dell’epoca chiamarono guerra delle correnti che fu vinta da Westinghouse.

LA GUERRA DELLE CORRENTI Il sistema di distribuzione della corrente continua di Edison consisteva nel generare grandi impianti elettrici e l'utilizzo di grandi conduttori metallici. Il sistema operava con lo stesso livello di tensione attraverso tutto il circuito. Il sistema di Edison, che utilizzava la corrente continua, era poco adeguato a soddisfare il desiderio di costruire centrali elettriche più grandi.

George Westinghouse, che acquistò i brevetti sui motori a corrente alternata, fondò la Westinghouse Electric. Tesla credeva nell'indiscussa superiorità della corrente alternata che consentiva di realizzare facilmente trasformatori in grado di aumentare o abbassare la tensione di rete.

CRESPI D’ADDA: COTONIFICIO

  Nel 1889 i lavoratori del cotonificio sono così composti: 210 uomini, 250 donne, 140 ragazzi con meno di 15 anni.

  Nel 1909 avviene il grande salto tecnologico con l’ammodernamento di tutti i macchinari che ora funzionano a corrente elettrica. E’ l’anno in cui si inaugura la centrale idroelettrica che fornirà corrente alle macchine. I macchinari elettrici, però producevano molto rumore provocando alle persone problemi uditivi come la sordità.

INQUINAMENTO ACUSTICO

Indice: •  IL RUMORE •  INDICATORE DI INQUINAMENTO ACUSTICO •  IMPATTO DELL’ INQUINAMENTO ACUSTICO SULL’ UOMO E GLI

EFFETTI

IL RUMORE

Per rumore si intende un suono non desiderato, privo di informazioni utili per l’uomo, che induce sensazioni fastidiose e sgradevoli fino a provocare effetti sanitari gravi ed irreversibili sia sull’apparato uditivo che sull’intero organismo. Le infrastrutture di trasporto ed il traffico ad esse connesso costituiscono importanti fattori di pressione ambientale per ciò che concerne l’inquinamento acustico. Essi si suddividono in:

•  Traffico aeroportuale

•  Traffico ferroviario

•  Traffico autostradale

TRAFFICO AEREOPORTUALE

  Il sistema aeroportuale lombardo è costituito dai tre nodi comunitari internazionali di Malpensa, Linate e Orio al Serio, e dall’aeroporto di Montichiari. L’attività maggiore si registra a Malpensa, unico aeroporto intercontinentale del Nord Italia.

  Gli effetti dell’inquinamento acustico sulla salute umana sono a tutt’oggi in fase di studio.

TRAFFICO FERROVIARIO

  Il traffico ferroviario si esprime in treni/km, cioè in termini di chilometri complessivamente percorsi dai treni circolanti sul territorio.

  Il rumore generato dal traffico ferroviario è determinato principalmente dai sistemi di trazione, dalla frenatura e dall’attrito.

  Particolare attenzione va rivolta al traffico ferroviario in ambito metropolitano poiché, si presenta sempre più impattante sulla popolazione circostante

TRAFFICO FERROVIARIO NEL TEMPO

  PASSATO: Nel 1999 il traffico ferroviario in Lombardia è stato di 36.695.000 treni/km, pari all’ 11,1% del traffico nazionale

  PRESENTE: La rete ferroviaria lombarda presenta, ad oggi, diverse inefficienze e non corrisponde alle esigenze socio-economiche del territorio.

  FUTURO: Negli anni a venire ci sarà un aumento del traffico ferroviario (merci e passeggeri) su tutta la rete lombarda, con evidenti vantaggi ambientali e sociali. In futuro riduzione delle emissioni sonore

TRAFFICO AUTOSTRADALE

  La pressione ambientale generata dal traffico su gomma in Lombardia grava sulle strade regionali di ogni ordine e grado poiché riguardano solo le autostrade.

  La rete stradale interseca numerose aree densamente abitate e questo rende il problema dell’inquinamento acustico. Se il disagio causato dal rumore stradale può essere ridotto con l’installazione di barriere insonorizzanti, il disagio da rumore nei paesi attraversati da strade statali può essere ridotto solo attraverso interventi costosi e non sempre di possibile realizzazione.

INDICATORE DI INQUINAMENTO ACUSTICO

Attivita' di servizio Attività produttive Cantieri Infrastrutture Totale

0

1

2

3

4

5

6

2015

2016

Moltiplicare i dati x 100 (numero di controlli annui)

IMPATTI DELL’ INQUINAMNETO ACUSTICO SULL’ UOMO

  Il rumore può provocare vari effetti dipendenti dal tipo dalla durata e dal periodo di esposizione.

  In particolare i bambini appaiono una categoria a maggior rischio, insieme ai ciechi, agli affetti da patologie acustiche e ai pazienti ricoverati negli ospedali.

  Le reazioni al rumore non dipendono però solo dalla tipologia ma anche dalle condizioni nelle quali il rumore si produce

  La risposta di ciascun individuo è poi, specie ai livelli di inquinamento urbano, grandemente influenzata da fattori legati sia a determinate caratteristiche del soggetto che sente il rumore e sia a fattori circostanziali, cioè dipendenti dalle occasioni di esposizione.

GLI EFFETTI

  Gli effetti uditivi vanno ad incidere negativamente a carico dell'organo dell'udito provocando all'inizio fischi e ronzii alle orecchie con una iniziale transitoria riduzione della capacità uditiva e successiva sordità.

  Il rumore agisce sull’orecchio umano causando secondo la natura, la durata e l’intensità della stimolazione sonora gradi diversi di danno.

  Non esiste una cura per l'ipoacusia da rumore e, considerata la non facile applicazione delle protesi, l'unico rimedio è rappresentato dalla prevenzione.

  Sono comunque state riportate alcune soglie per un numero limitato di impatti per i quali esiste evidenza sufficiente che la causa sia il rumore.

LAVORO CRESPI D’ADDA INGLESE Lavoro di :Orizio Alice, Algisi Leonardo, Byaoui Zineb e Paderno Anna

INDUSTRIAL ENGLISH AND AMERICAN VILLAGES

New Lanark (Scotland) New Harmony (Indiana)

New Lanark

General information about New Lanark

New Lanark is a work village on the River Clyde near Lanark (in Lanarkshire) and 40 kilometres from Glasgow (in Scotland).

The New Lanark mills operated until 1968.

By 2006 a lot of buildings have been restored and the village became a major tourist attraction.

It’s a one of six UNESCO World Heritage Sites in Scotland.

LANARKSHIRE

NEW LANARK

History New Lanark cotton mills were founded in 1786 by David Dale with Richard Arkwright’ s help.

The mills used the recently developed water-powered cotton spinning machinery.

Dale sold the mills, the lands and the village in the 19th century , for £60.000, to a partnership that included his son-in-law Robert Owen. New Lanark, with its social and welfare programmes, represented his Utopian socialism (Owenism).

The town and the mills are important historically through their connection with Owen’s ideas, but also because of their role in the developing Industrial Revolution in the UK and their place in the history of urban planning.

In 1929 the last waterwheel was replaced by a water turbine.

In Owen’ s time approximately 2.500 people live in New Lanark .

He paid particular attention to the needs of the 500 or so children living in the village and working at the nells and opened the first infants’ school in Britain in 1817.

In 1825 the control of New Lanark passed to the Walker family. The Walkers managed the village until 1881, when it was sold to other families and companies, who remained in control until the mills closed in 1968. After the mills closed, migration away from the village accelerated, and the buildings began to deteriorate.

Living conditions

In the 19th century an entire family would have been housed in a single room. By the early 20th century families would have had the use of several rooms.

It was not until 1933 that the houses had interior cold water taps.

From 1938 the village proprietors provided free electricity to all the houses in New Lanark.

New Lanark today

About 200 people live in New Lanark today.

Of the residential buildings, only Mantilla Row and Double Row have not been restored.

That over 400.000 people visit this village each year.

IERI ( 1860-1880) OGGI

New Harmony

General information of New Harmony

New Harmony is an historic town on the Wabash River in Harmony Township, Posey County, Indiana.

It is quite near Mount Vernon and is part of the Evensville metropolitan area.

NEW HARMONY

USA INDIANA

CONTEA DI POSEY

NEW HARMONY

History

New Harmony was founded by the Harmony Society in 1814 under the leadership of George Rapp. New Harmony was a settlement of Lutherans who had separated from the official church in the Duchyof Württemberg and immigrated to the United States.

They built a new town (New Harmony) but they decided to sell their propriety and return to Pennsylvania. Robert Owen, a Welsh industrialist and social reformer, bought the town in 1825, to create a new utopian community.

Even if the Owenite social experiment failed, the New Harmony community gave important contributions to American society.

New Harmony became an important scientific and education centre. Town resident estabilished a free library, a theatre and a public school system for men and women.

Some important people in New Harmony were: Robert Dale Owen, an important congressman and social reformer; David Dale Owen, a noted state and a federal geologist ; William Owen, a businessman; Richard Owen, an other state geologist, professor and president of Purdue University.

New Harmony was also the second headquarters of the U.S. Geological Survey and numerous scientists and educators contributed to its intellectual community. The town became a scientific centre of national significance, especially in the natural sciences, most notably geology.

Robert Owen and his public and social reform

Robert Dale Owen was a social reformer and intellectual of national importance. At New Harmony he taught school and coedited and published the New Harmony Gazette.

Owen was an advocate for women’ s rights, free public education, and opposed slavery.

ROBERT OWEN

Education

The history of education at New Harmony involves several teachers who were already well-established in their fields before they moved to New Harmony, largely through the efforts of William Maclure.

New Harmony today New Harmony has become known for its many gardens, sculptures, restored

historic buildings and public spaces designed for quiet contemplation and spiritual renewal.

Visitors from all over the world come to experience the town's legacy of creative endeavor which has spanned nearly 200 years. They discover a distinctive rural village, where the simple wooden structures of the Harmonists, blend with modern architectural masterpieces on quiet tree-lined streets.

New Harmony is a vacationer's dream and a researcher's paradise and also a center for culture and learning.

Guided tours to historic sites in New Harmony begin at the Atheneum Visitors Center at the west end of North Street.

New Harmony is governed by a Town Council of five elected members.

LAVORO CRESPI D’ADDA STORIA Lavoro di :Facchi Alessia, Bonanomi Marco, Bettenzana Maddalena e Di Summa Dalila

ANALISI DOCUMENTO STORICO

A cura di:

  Bettenzana Maddalena

  Bonanomi Marco

  Di Summa Dalila

  Facchi Alessia

Morti e infortuni sul lavoro in un cotonificio: fine Ottocento

ANNO MORTI PERCENTUALE MORTI

INFORTUNI PERCENTUALE INFORTUNI

TOTALE RISARCIMENTI

1886-87 0 0% 37 su 303 12,21% 1041,63

1887-88 0 0% 32 su 327 9,78% 932,55

1888-89 0 0% 36 su 490 7,35% 1674,74

1889-90 0 0% 36 su 518 6,95% 1917,89

1890-91 0 0% 30 su 504 5,95% 650,55

1891-92 0 0% 35 su 495 7,07% 940,73

1892-93 0 0% 36 su 539 6,68% 422,23

1893-94 1 0,02% 47 su 537 8,75% 5539,68

TOTALI… 1 su 3713 0,003% 289 su 3713 7,78% 13120,00

Fonte: ‘’ La vita e la salute degli operai’’ di Silvio Benigno Crespi

Infortuni: cause principali

  ignoranza dei lavoratori

  forza e velocità delle macchine

  disattenzione

Per evitare incidenti occorre:

  istruire gli operai e dividersi il lavoro

  obbligo di rimanere nel proprio

reparto

  stabilire regole e compilare delle

norme

Regole sul lavoro La legge Lacava, presentata il 1^ dicembre 1892, stabiliva che le regole dovevano

essere approvate dalle autorità Governative.

Queste norme si dividevano in:

NORME GENERALI: affisse ovunque

NORME SPECIALI: affisse solo nei singoli reparti

Le norme generali

  pulire correttamente le macchine

  lubrificare e manovrare delle cinte

  vietare di togliere i coperchi delle macchine in uso

  controllo delle macchine prima di farle azionare dagli operai

  vietare agli operai l’utilizzo di oggetti o utensili non consentiti

  vietare ai lavoratori di lasciare il proprio posto di lavoro

  assegnare agli operai il compito di pulire il proprio reparto e le macchine

  far indossare abiti adeguati i lavoratori (no abiti lunghi)

Le norme speciali Le norme speciali si occupavano di:

  dividere il lavoro

  stabilire delle ore in cui si revisionano le macchine

  numerare le parti della macchina e le operazioni più pericolose

Suggerimenti utili

  L’operaio deve sempre seguire le leggi in modo da lavorare al meglio

  Le macchine più sicure sono quelle della Svizzera e dell’Alsazia

In caso di infortunio Era utile, per curare gli operai, avere una persona responsabile delle cure mediche in fabbrica, ovvero un chirurgo.

Questo chirurgo curava le ferite: bastava solo una legatura o qualche goccia di percloruro di ferro per stagnare perdite di sangue.

In caso di ferite gravi ci si poteva rivolgere alla Croce Rossa Italiana.

La sicurezza nell’industria tessile oggi

Tre ambiti di intervento per la valutazione del rischio:

1.  Conformità progettistica del luogo: separare fisicamente reparti produttivi che possono danneggiare gli operai

2.  Eventuale esposizione delle sostanze tossiche: considerare il rischio di esposizione a sostanze pericolose come coloranti o prodotti usati nella pulizia

3.  I requisiti di sicurezza delle macchine

N.B. Dati tratti dall’ANFOS (Associazione nazionale formatori della sicurezza sul lavoro.)

Materiali per le cure In ogni stabilimento era indispensabile avere una cassetta di latta e una farmacia ambulante.

Contenevano:

CASSETTA LATTA FARMACIA AMBULANTE

Cotone Disinfettanti

Garze 1 o 2 bacinelle

Bende gessate 2 o 3 schizzetti di gomma

Cerotti Cognac

Forbici, aghi e filo Fernet

Decreto Ministeriale 15 luglio 2003 n.388

Oggi è obbligatorio avere: guanti, visiera paraschizzi, flaconi di disinfettanti, compresse di garza sterile, teli sterili, pinzette, rete elastica, cotone idrofilo, cerotti di varie misure, forbici, lacci emostatici, ghiaccio pronto uso, termometro, apparecchio per la misurazione della pressione.

N.B. anche a scuola è obbligatorio tenere una farmacia portatile completa di quanto detto sopra.

Assicurazione nei cotonifici Quasi tutte le ditte del tempo erano assicurate; le poche che non lo erano hanno costruito un fondo speciale per gli infortuni.

L’assicurazione doveva essere fatta a spese dell’impresa o industria anche in caso di morti o lesioni.

Le indennità venivano attribuite in base alla gravità dell’infortunio. Un esempio: in caso di morte l’indennità sarebbe stata uguale a 4 salari annui e sarebbe stata devoluta ai parenti più prossimi.

I doveri degli imprenditori Spesso gli operai si ammalano di: Rachitide anemia

disamore alla famiglia

che possono condurre al vizio.

È indiscutibile che nel 1800 l’industrializzazione fa guadagnare produttività ma fa perdere l’indipendenza all’operaio.

Quindi è dovere degli imprenditori far sì che lo sviluppo dell’industrializzazione e quello delle persone non si inceppino l’uno con l’altro.

L’intervento dei Crespi a favore dei lavoratori

I Crespi nel loro villaggio hanno costruito anche luoghi per lo svago (la

palestra, la piscina), hanno garantito l’istruzione senza abbassare il salario.

Hanno attuato le riforme suggerite dal Congresso degli industriali in modo da

avvantaggiare i propri operai.

.

L’igiene nelle carderie L’igiene era ritenuta indispensabile. Nel testo si legge:

‘’Nelle carde la polvere è trattenuta fra i denti delle guarnizioni, ma le guarnizioni hanno bisogno di essere pulite. Questo mestiere viene svolto dagli spazzatamburi e dal muratore. Questi devono passare una spazzola di dure setole sul cilindro in movimento, prima di applicarvi la molla, per levare il terriccio e le impurità del cotone. Ma essi vanno addosso alla faccia dell’operatore, che quindi deve indossare una mascherina.’’

Pavimentazione ‘’ Per una buona lavorazione del cotone e per far sì che l’operaia si stanchi di

meno, è ottimale adottare pavimenti in legno specialmente nei reparti dei

laminatoi e dei banchi a fusi; le donne stanno cosi molto meglio e a un’altezza

più proporzionale a quella della macchina …

Gli stessi pavimenti in legno si usano nelle tessiture fra telaio e telaio dove

siede l’operaia.’’

L’umidificazione ‘’Nell’industria l’umidificazione è indispensabile ma è nociva alle gambe degli operai, quindi essa si deve ottenere con umidificatori speciali.

Essi consistono in un vaso di latta che può aspirare l’aria ed è munito di un ugello.

La velocità con cui l’acqua esce dall’ugello produce un’aspirazione d’aria e lo spruzzo è assorbito dall’aria che così esce satura di umidità.’’

Umidificazione estate e inverno   ‘’In estate si aspira l’aria dall’esterno e si ha quindi il cambiamento

continuo dell’atmosfera dell’ambiente

  D’inverno si aspira l’aria dall’interno quindi si ha un giro continuo dell’atmosfera.

  Quando poi non si può fare a meno di bagnare il suolo, l’acqua viene gettata solo al di sotto delle macchine.’’

Il lavoro notturno Il lavoro notturno causa danno agli operai, soprattutto

rammollisce la loro fibra fisica.

In quasi tutti gli stati era stato abolito, anche da molti cotonieri.

Questo lavoro notturno però era necessario per resistere alle concorrenze.

Si pensava che l’adozione del lavoro notturno fosse un male per l’ Italia, ma lo si riteneva inevitabile perché altrimenti la produzione sarebbe diminuita di quasi il doppio.

Gli imprenditori hanno comunque l’abitudine di alternare ai lavoratori il lavoro notturno con quello diurno facendo una pausa a mezzanotte per consumare un pasto.

L’orario per i fanciulli (12-15 anni)

I fanciulli erano costretti a lavorare più di 10 ore come gli adulti . I Crespi però introdussero due eccezioni:

Quando il lavoro era faticoso ( si dovevano cioè fare sforzi e portare pesi) le ore dovevano essere 8.

Nelle fabbriche in cui le mansioni non erano faticose ( cambiare le spole, mettere in ordine i tubetti di carta) i ragazzi lavoravano l’intera giornata.

Nel caso in cui fossero necessari orari diversi si assumevano solo i ragazzi che avevano compiuto i 15 anni di età.

Interruzione del lavoro Il progetto Lacava ha imposto l’interruzione del lavoro di

almeno due ore per le donne e i fanciulli ma non ha

considerato la distanza tra gli opifici e le abitazioni.

Durante le due ore di riposo non potrebbero fare altro che girovagare intorno alla fabbrica, per i Crespi quindi era meglio mandarli alle loro case un’ora prima a giornata finita.

Inoltre secondo i Crespi era giusto concedere agli operai minorenni un giorno di riposo durante la settimana.

Il lavoro delle donne L’Associazione approvò l’abolizione del lavoro notturno per

le minorenni e desiderava che il divieto fosse assoluto

perché le eccezioni sarebbero state pericolose.

Fu approvata anche la limitazione del lavoro diurno fino al

massimo di 12 ore.

Puerpere

L’Associazione dissente che le donne incinte possano essere impegnate negli

opifici nelle 4 settimane dopo il parto, infatti secondo loro devono essere i

famigliari, i medici, le levatrici, e le stesse puerpere a decidere quando tornare

a lavorare.

Interruzione del lavoro Il progetto Lacava ha imposto l’interruzione del lavoro di almeno due ore per le donne e i fanciulli ma non ha considerato la distanza tra gli opifici e le abitazioni.

Durante le due ore di riposo non potrebbero fare altro che girovagare intorno alla fabbrica, per i Crespi quindi era meglio mandarli alle loro case un’ora prima a giornata finita.

Inoltre secondo i Crespi era giusto concedere agli operai minorenni un giorno di riposo durante la settimana.

Il lavoro delle donne

L’Associazione approvò l’abolizione del lavoro notturno per le minorenni e desiderava che il divieto fosse assoluto perché le eccezioni sarebbero state pericolose.

Fu approvata anche la limitazione del lavoro diurno fino al massimo di 12 ore.

Puerpere

L’Associazione dissente che le donne incinte possano essere impegnate

negli opifici nelle 4 settimane dopo il parto, infatti secondo loro devono

essere i famigliari, i medici, le levatrici, e le stesse puerpere a decidere

quando tornare a lavorare.

Ispezioni nelle fabbriche Le ispezioni nelle fabbriche dovevano essere rigorose e fatti da uomini d’arte.

Le visite dovrebbero essere fatte frequentemente e senza preavviso.

Le Associazioni potrebbero facilmente investire una sola persona per questi controlli.