Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo...

22
prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono, che quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio. L'alto valore e' chiari gesti suoi vi farò udir, se voi mi date orecchio, e vostri alti pensieri cedino Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m'ha fatto, che 'l poco ingegno ad or ad or mi Orlando Furioso, proemio

Transcript of Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo...

Page 1: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Piacciavi, generosa Erculea prole,ornamento e splendor del secol nostro,Ippolito, aggradir questo che vuolee darvi sol può l'umil servo vostro.Quel ch'io vi debbo, posso di parolepagare in parte e d'opera d'inchiostro;né che poco io vi dia da imputar sono,che quanto io posso dar, tutto vi dono.

Voi sentirete fra i più degni eroi,che nominar con laude m'apparecchio,ricordar quel Ruggier, che fu di voie de' vostri avi illustri il ceppo vecchio.L'alto valore e' chiari gesti suoivi farò udir, se voi mi date orecchio,e vostri alti pensieri cedino un poco,sì che tra lor miei versi abbiano loco.

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Morid'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,seguendo l'ire e i giovenil furorid'Agramante lor re, che si diè vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.

Dirò d'Orlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai, né in rima:che per amor venne in furore e matto,d'uom che sì saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi m'ha fatto,che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sarà però tanto concesso,che mi basti a finir quanto ho promesso

Orlando Furioso, proemio

Page 2: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati corihai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parted'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Sai che là corre il mondo ove piú versidi sue dolcezze il lusinghier Parnaso,e che 'l vero, condito in molli versi,i piú schivi allettando ha persuaso.Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersidi soavi licor gli orli del vaso:succhi amari ingannato intanto ei beve,e da l'inganno suo vita riceve.

Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritoglial furor di fortuna e guidi in portome peregrino errante, e fra gli scoglie fra l'onde agitato e quasi absorto,queste mie carte in lieta fronte accogli,che quasi in voto a te sacrate i' porto.Forse un dí fia che la presaga pennaosi scriver di te quel ch'or n'accenna.

È ben ragion, s'egli averrà ch'in paceil buon popol di Cristo unqua si veda,e con navi e cavalli al fero Tracecerchi ritòr la grande ingiusta preda,ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,l'alto imperio de' mari a te conceda.Emulo di Goffredo, i nostri carmiintanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.

Page 3: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Morid'Africa il mare, e in Francia nocquer

tanto,seguendo l'ire e i giovenil furorid'Agramante lor re, che si diè vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.

Dirò d'Orlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai, né in rima:che per amor venne in furore e matto,d'uom che sì saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi m'ha fatto,che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sarà però tanto concesso,che mi basti a finir quanto ho promesso

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la

mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;

e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.

Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati cori

hai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,

tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parte

d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Ariosto

Tasso

Proemi a confronto

Page 4: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Morid'Africa il mare, e in Francia nocquer

tanto,seguendo l'ire e i giovenil furorid'Agramante lor re, che si diè vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.

Dirò d'Orlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai, né in rima:che per amor venne in furore e matto,d'uom che sì saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi m'ha fatto,che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sarà però tanto concesso,che mi basti a finir quanto ho promesso

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la

mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;

e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.

Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati cori

hai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,

tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parte

d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Ariosto

Tasso

Proemi a confronto

Page 5: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Morid'Africa il mare, e in Francia nocquer

tanto,seguendo l'ire e i giovenil furorid'Agramante lor re, che si diè vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.

Dirò d'Orlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai, né in rima:che per amor venne in furore e matto,d'uom che sì saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi m'ha fatto,che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sarà però tanto concesso,che mi basti a finir quanto ho promesso

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la

mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;

e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.

Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati cori

hai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,

tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parte

d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Ariosto

Tasso

Proemi a confronto

Page 6: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

Page 7: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il POPOL MISTO.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

Page 8: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

Page 9: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni ridusse i suoi compagni erranti.

Page 10: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti.

Page 11: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i san/ti se/gni ridusse i suoi compagni erranti.

Enjambement: pausa irrazionale

L’unità sintattica è diversa dall’unità

metrica

Page 12: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Il valore dell’ejambement

E’ dato vedere come quella figura [l’enjambement] rallentando il ritmo costringa a

soffermarsi sulle due parole congiunte e divise, che assumono un rilievo nuovo

nel contesto mentre tra parola e parola sembra di sentire il palpito stessodell’anima. E’ come se si introducesse nel discorso una pausa irrazionale,

poichémentre il senso congiunge le due parole, inevitabilmente la voce deve, sia

pureper un istante brevissimo, posare: e l’irrazionalità della pausa, e quindi ladissonanza, riesce naturalmente maggiore, dove si tratta di un attributo e

del suosostantivo, che tendono a formare, quando l’attributo è preposto, una

strettaunità.

(M. Fubini, Il valore lirico dell’enjambement nel verso tassesco)

Page 13: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

I

Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso acquisto;e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti.Erro: camminare

senza strada

Page 14: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Reductio ad unum

1. Goffredo contro i mussulmani

2. Il Cielo contro l’Inferno

3. Goffredo contro i compagni erranti

Forza centrifuga

Forza centripeta

Misto, irrazionale, errare…

E’ l’allontanamento negativo verso il disordine

Razionalità, ordine…

E’ il positivo, ossia ciò che riconduce a Gerusalemme

Queste tre lotte sono eco di una lotta interna a Tasso stesso

Page 15: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

II

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati corihai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parted'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Page 16: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

II

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati corihai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parted'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Page 17: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

II

O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i beati corihai di stelle immortali aurea corona,tu spira al petto mio celesti ardori,tu rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso fregi al ver, s'adorno in parted'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

Page 18: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

III

Sai che là corre il mondo ove piú versidi sue dolcezze il lusinghier Parnaso,e che 'l vero, condito in molli versi,i piú schivi allettando ha persuaso.Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersidi soavi licor gli orli del vaso:succhi amari ingannato intanto ei beve,e da l'inganno suo vita riceve.

Page 19: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

III

Sai che là corre il mondo ove piú versidi sue dolcezze il lusinghier Parnaso,e che 'l vero, condito in molli versi,i piú schivi allettando ha persuaso.Cosí a l'egro fanciul porgiamo aspersidi soavi licor gli orli del vaso:succhi amari ingannato intanto ei beve,e da l'inganno suo vita riceve.

Miscere utile et dulci

Page 20: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

IV

Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritoglial furor di fortuna e guidi in portome peregrino errante, e fra gli scoglie fra l'onde agitato e quasi absorto,queste mie carte in lieta fronte accogli,che quasi in voto a te sacrate i' porto.Forse un dí fia che la presaga pennaosi scriver di te quel ch'or n'accenna.

Page 21: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

IV

Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritoglial furor di fortuna e guidi in portome peregrino errante, e fra gli scoglie fra l'onde agitato e quasi absorto,queste mie carte in lieta fronte accogli,che quasi in voto a te sacrate i' porto.Forse un dí fia che la presaga pennaosi scriver di te quel ch'or n'accenna.

Page 22: Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel.

Gerusalemme liberata, proemio

IV

È ben ragion, s'egli averrà ch'in paceil buon popol di Cristo unqua si veda,e con navi e cavalli al fero Tracecerchi ritòr la grande ingiusta preda,ch'a te lo scettro in terra o, se ti piace,l'alto imperio de' mari a te conceda.Emulo di Goffredo, i nostri carmiintanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.