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260 km : lunghezza 60 km. larghezza
8300 km2
La favorevole posizione di Creta nel Mediterraneo
«Bella, e feconda sovra il negro mare Giace una terra, che s’appella Creta, Dalle salse onde d’ogni parte attinta. Gli abitanti v’abbondano, e novanta Contien cittadi, e la favella è mista: Poiché vi son gli Achei, sonvi i natíi Magnanimi Cretesi, ed i Cidoni, E i Dori in tre divisi, e i buon Pelasgi. Gnosso vi sorge, città vasta, in cui Quel Minosse regnò,che del Tonante Ogni nono anno era agli arcani ammesso.» Libro XIX, versi 212-219.
Di che stirpe erano questi popoli? I Greci dell’epoca successiva avevano la nozione che i primitivi abitanti delle loro isole appartenessero a una razza diversa dalla propria e li definivano Pelasgi oppure Cari. Dalle raffigurazioni pittoriche è possibile anche avere un ‘ idea del loro aspetto fisico: uomini piccoli, con la pelle scura una popolazione dai tratti mediterranei
" pascoli per gli animali,per quelli che vivono nelle paludi,nei laghi e nei fiumi e così per quelli che pascolano sui monti e nelle pianure,erano per tutti abbondanti [...] A ciò si aggiunga che le essenze profumate che la terra produce ai nostri giorni,di radici,di germoglio,di legni,di succhi trasudanti da fiori o da frutti,le produceva tutte e le faceva crescere bene;e ancora,forniva il frutto coltivato e quello secco che ci dà nutrimento e quei frutti dei quali ci serviamo per fare il pane che chiamiamo cereali - e il frutto legnoso che offre bevande,alimenti e oli, tali prodotti l'isola sacra che esisteva allora sotto il sole,offriva,belli e meravigliosi,in una abbondanza senza fine. Prendendo dunque dalla terra tutte queste ricchezze,costruivano i templi,le dimore regali,i porti,i cantieri navali . . . .
PLATONE
Capra ferita da una lama (o da una spina) intenta a cibarsi di una pianta di Dittamo.
Il Dittamo è soprannominato "l'Erba miracolosa di Creta"
Minos Kalokairinos
I magazzini di Cnosso Nel palazzo di Cnosso furono ritrovati ben ventidue magazzini che contenevano otri e orci giganteschi. Gli archeologi stimarono che venissero conservati 75 000 litri di olio.
Il primo a intraprendere gli scavi fu Minos Kalokairinos, un antiquario, commerciante di Iraklion, che nel1878 scoprì due dei magazzini del palazzo. I turchi, padroni del terreno, lo costrinsero a fermare le ricerche. Fallirono pure i tentativi di Heinrich Schliemann nel comprare la collina di "Kefala" a causa delle eccessive pretese dei turchi. Infatti volevano vendere al ricercatore molti più ulivi di quanti non ce ne fossero sulla collina costringendolo a pagare un'ingente somma che il tedesco rifiutò indignato.
La fortuna aiutò invece Sir Arthur Evans, archeologo e in quel periodo direttore dell'Ashmolean Museumdi Oxford, che incominciò scavi sistematici nel 1900, seguito dal suo assistente, l'archeologo ingleseDuncan Mackenzie, che teneva anche il diario di scavo, dopo la proclamazione dell'autonomia dell'isola. Verso la fine del 1903 quasi tutto il palazzo era scoperto e la ricerca procedette nei dintorni. In alcuni anni di lavoro Evans portò alla luce non solo ciò che rimaneva di un antico palazzo, ma i resti di una civiltà completamente nuova, per la quale coniò il termine “minoica”, dal nome del re leggendario
. L'archeologia italiana nel Mediterraneo
Paolo Orsi Federico Halbherr Giuseppe Gerola
1978 Creta:trovato edificio minoico di 3500 anni fa Coevo al Palazzo di Cnossos si estende su un'area di 1.300 mq
ZOMINTHOS ( 1197 m. s.l.m.)
"In mezzo al mare esiste un regno in rovina" disse lui (Virgilio), "che si chiama Creta sotto il cui primo mitico re (Saturno ) ci fu l’età dell’oro Lì c'è una montagna che fu ricca d'acqua e di vegetazione che si chiama Ida . Creta era il luogo della mitica nascita di Zeus, Rhea la scelse come culla affidabile per il figlio e per nasconderlo meglio da Crono, il padre che per via di una profezia su un figlio che l'avrebbe spodestato mangiava tutta la prole, ella chiese ai Coribanti suoi devoti, di coprire i vagiti del bambino con le loro grida e ora è deserta come una cosa vecchia."
Dante : inferno – canto XIV
A quello [Krónos] poi, avvolta di fasce, una grande pietra [Rhéa] dette, egli la prese con le sue mani e giù la inghiottì nel suo ventre sciagurato, e non pensava che, al posto del sasso, suo figlio invitto e indenne gli era rimasto, e che quello presto lo avrebbe vinto per forza di braccia, cacciato dal trono e fra gli immortali avrebbe regnato. Hēsíodos: Theogonía [485-491]
I Cureti suonano a protezione di Zeus allattato dalla capra Amaltea, sotto gli occhi di una figura femminile, forse personificazione di Creta (Roma, Musei Capitolini)
Giove bambino e un fauno nutriti dalla capra Amaltea scultura in marmo alta 45 cm conservata presso la Galleria Borghese attribuita a Gianlorenzo Bernini,
Giove bambino nutrito dalla capra – ca. 1638 Nicolas Poussin, 1594 - 1665) Londra - Dulwich Picture Gallery
Rubens (ca. 1630)
Diventato il re degli dei, Zeus, per ringraziare Amaltea, diede un potere alle sue corna: il possessore poteva ottenere tutto ciò che desiderava. Da qui la leggenda del corno dell'abbondanza, o cornu copiae.
La stella in questione è α Aurigae, una delle più luminose del cielo. I greci la chiamavano Aíx «capra -Tuttora essa è conosciuta con il nome latino di Capella, la «capretta».
Ovidius, che colloca al l° maggio la levata mattutina di Capella, aggiunge:
..Nella prima notte io devo vedere la costellazione che fu utile a Zeús nella culla: sorge infatti la olenia Capra [Capella], segno di pioggia; essa ha il cielo in premio del latte che gli ha dato . Publius Ovidius Naso: Fasti
Risale al 1700 a. il famoso Pendaglio di Mallia
Bellissima la descrizione del legame fra Zeus e le api "Il Dio, dicono, desiderando preservare un ricordo immortale della Sua stretta associazione con le api, cambiò il loro colore, rendendolo simile al rame con la lucentezza dell'oro, e poichè la regione (di Creta) si trova ad una grande altitudine, dove soffiano forti venti e cade molta neve, le rese insensibili a tali cose e non toccate da esse." (Diod. 5.70)
Questa palla è una vera e propria immagine dell'universo. Così come il globo tripartito, che l'arte antica e medievale metteva spesso in mano a Cristo o agli imperatori, rappresenta la sovranità universale
(dal greco θαλασσα, mare, e κρατος, potere), letteralmente dominio marittimo, è una forma di governo che si basa sul controllo commerciale del mare
«Minosse infatti fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e colonizzarne le terre dopo aver scacciato da esse i Cari ed avervi stabilito i suoi figli come signori. Eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi.» (Tucidide, Guerra del Peloponneso I, 4)
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. Le navi che solcavano i mari erano di legno di cipresso, lunghe e sottili, e utilizzavano remi e vele.
Cosa commerciavano i cretesi
Vendevano vino, olio, vasi di ceramica gioielli , armi tessuti in lana per via marittima. In cambio importavano materie prime come oro, argento, piombo, stagno
IL MITO DELL’OLIVO DI CRETA
L’olio d’oliva è stato usato anche come premio. La città di Atene aveva bisogno di circa 70.000 chili di olio di oliva per premiare i vincitori dei giochi Panatenaici, tenuti ogni quattro anni.
The Metropolitan Museum . Amfora Panathenaica, Età Arcaica. Attribuito al pittore Euphiletos
Olivo di Pano Vouves
il millenario ulivo di Pano Vouves, (villaggio di montagna) si stima che abbia la bellezza di 3000 anni e che sia uno tra i 7 ulivi più antichi del mondo, se non il più antico addirittura! Il suo tronco cavo ha un diametro di 3,70 m, un perimetro di 8 m e una peculiare e bizzarra forma che sembra una vera e propria scultura
la spezia più cara del mondo? Proviene dai pistilli di un fiore che si chiama Crocus Sativus conosciuto fin dalla più remota antichità
L’ORO ROSSO
gli affreschi rappresenterebbero una festività primaverile nella quale si ringrazia la dea per il dono della pianta con tutte le sue molteplici proprietà, anche farmaceutiche
RACCOGLITORE DI ZAFFERANO
Lo zafferano è nato da un duplice ferita. Si racconta che il dio Hermes, un giorno che si esercitava nel lancio del disco, ferì per sbaglio il suo amico Croco. Questi morì sul colpo, ma il suo sangue, sparso sul terreno, si tramutò per volere di Hermes in strani fiorellini, ciascuno dotato di tre stimmi. L’intenso profumo e il colore luminoso ne avrebbero fatto la spezia più preziosa
IL MITO
Vasi del XVIII secolo a.C. dipinti in stile di Kamares
pendente a forma di stambecco del XVI secolo a. C
Ornamento per capelli. 2500-1900 ca. a.C.. Oro. Ogni foglia cm. 5. Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Gioiello regale indossato dal sovrano
In epoca greca e romana l'Europa era un termine geografico indefinito, indicante una terra a nord del Mediterraneo della quale non si conoscevano con esattezza i confini settentrionali. Nella ricostruzione del geografo greco Ecateo di Mileto (m. 480 a.C.) la Terra comprendeva due continenti divisi dal Mediterraneo, centro del mondo: da una parte l'Europa confinata a nord dalle sconosciute regioni iperboree; dall'altra l'Asia, nella quale erano compresi anche l'Egitto e la Libia
Creta tra miti e leggende: il Mito di Europa
Bernardo Strozzi (1581/82-) Riguardo all’Europa, nessuno al mondo sa né se sia circondata dal mare, né da dove abbia tratto il suo nome, né è noto chi glielo impose, a meno che non vogliamo affermare che lo abbia ricevuto da Europa da Tiro. Ma è certo che Europa era originaria dell’Asia e non giunse mai nella terra che attualmente è chiamata Europa dai Greci, ma si limitò ad andare dalla Fenicia a Creta Erodoto : Storie
Ovidio nelle “Metamorfosi” :
«Il padre e signore degli dei, quello che ha la destra armata di fulmini a tre punte, lui che con un cenno fa tremare il mondo, assume l'aspetto di un toro e mescolato alle giovenche muggisce, aggirandosi aitante sull'erba tenera. La figlia di Agenore lo guarda meravigliata, bello com'è e senza intenti bellicosi. Prima però, malgrado le appaia così mite, esita a toccarlo; ma poi gli si accosta e a quel candido muso porge dei fiori. la figlia del re s'adagia persino sul suo dorso, senza sapere su chi si siede. Allora il dio dalla terra asciutta della riva, senza parere, comincia a imprimere le sue mentite orme nelle prime onde, poi procede oltre e in mezzo alle acque del mare si porta via la sua preda. Arrivati alla riva, Giove si alza in piedi privo di corna: da bove che era è tornato ad essere un dio. Il Toro sale nel cielo mentre tu, fanciulla Simonia, sei ingravidata da Giove, e ad un terzo delle terre emerse è conferito il tuo nome»
A Cortina, nell’isola di Creta c’è presso una fonte un platano famoso, celebrato da scrittori greci e latini: poiché non lascia mai cadere le foglie, subito ne venne fuori una di quelle storie leggendarie tipiche della Grecia: dicono che lì sotto Giove giacque con Europa
PLINIO IL VECCHIO, Naturalis Historia, XII,
Il toro personificato da Zeus diventò una costellazione e fu posto tra i segni dello zodiaco.
Il volto di Europa è ritratto sulle banconote della moneta unica europea, l'Euro.
Dal nome di lei fu per sempre detta Europa la terza parte del mondo. Io ritengo, in ogni modo, che questa donna fu certamente insigne per le sue virtù, non solo per il fatto che una parte del mondo da lei prese il nome
GIOVANNI BOCCACCIO, De mulieribus claris, IX Europa regina dei Cretesi
Le immagini di Europa e il Toro hanno viaggiato attraverso i secoli , aperte ad assumere nuovi significati ogni volta che i tempi hanno voluto riappropriarsene
In un vaso del IV secolo aC del pittore Asteas la giovane Europa in groppa a Zeus trasformatosi in toro bianco
Il ratto di Europa : Mosaico III sec. d.C Beirut
ANGELO POLIZIANO, Stanze per la giostra Libro I
Tiziano “il Ratto di Europa” “
Potrebbe
Tiziano «il Ratto di Europa»(1559)
Zeus si innamorò di lei, si trasformò in toro, fece montare la fanciulla sulla sua groppa e la portò sul mare fino a Creta, dove si unirono in amore. APOLLODORO Biblioteca, III, 1
L'Europa è il continente “civile”, circondata dalle arti e dalla religione
Nel periodo tra le due guerre il mito venne ad assumere il significato di denuncia dei fascismi e del loro tentativo di compiere un ratto d’Europa, inteso come conquista sanguinosa del continente ed espropriazione dei suoi simboli all’interno di un’interpretazione del mito di carattere ‘ariano’, esaltazione di un’Europa bianca di razza pura. A questo si contrapposero le rappresentazioni di artisti come
un’Europa riversa su un toro, questa volta bruno come le camicie dei nazisti: lei è una giovane donna con i capelli corti propri dell’epoca e l’urlo della violenza sul volto, mentre l’animale è rappresentato in tutta l’arroganza e la potenza del nazismo.
Max Beckmann, 1933
1992-93 murale in ceramica mq150 sede del Parlamento Europeo a Bruxelles
La scena, dominata dal carro del sole di Apollo, è una complessa rivisitazione dei numerosi temi del mito, legati al mondo classico mediterraneo, trattati dall’artista nell’arco della sua lunga carriera. Al centro del dipinto murale è rappresentata Europa rapita da Giove.
