Lavori bloccati, rischia di restare in contrada Spalla ... · “Negli USA pensano più in...

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Venerdì 3 Dicembre 2010 Anno 2, n. 34 • Quindicinale gratuito di fatti e di opinioni • Reg. Trib. di Siracusa n°1509 del 25/08/2009 • E-mail: [email protected] • Direttore: Franco Oddo • Vicedirettore: Marina De Michele edizione online: www.lacivettapress.it Regione e AP governino il sistema scuola PAG.7 (Totis) RIORDINO “Negli USA pensano più in grande” PAG.14 (Di Mauro) PITARI (AUGUSTA) La Scuola Edile ricomincia a 50 anni PAG. 16 (Ricciardini) CELEBRAZIONI Strategia del rinvio sulla modifica del PRG. La mag- gioranza prende tempo. A PAG. 9 (De Michele) Il 10 gennaio Slitta il Consiglio Le autostrade siciliane tor- nano allo Stato, che incas- sa i pedaggi (85 milioni). A PAG. 3 La SR-Gela Torna allo Stato Gli studenti siracusani di- sertano le aule chiedendo il ritiro della riforma. PAG. 8 Riforma Gelmini Protesta studenti Sull’Outlet istanza di fallimento Ipoteca in tribunale per 4 milioni Lavori bloccati, rischia di restare in contrada Spalla come lo scheletro di un ecomostro “Troppi colpi bassi allo sviluppo della provincia. La telenovela delle bonifiche e dei 770 mil. di euro tra investimenti pubblici e privati, ormai non si sa più che fine abbiano fatto. Queste avreb- bero dovuto risanare l’ambiente coniugando le ragioni e le aspet- tative del territorio”. PAG. 8 (La Leggia) Cgil: “Non si contano le ferite alla provincia” Park Hotel, asta deserta Preoccupati i 26 dipendenti in CIG RISTRUTTURATO E CHIUSO PAGINA 4 (De Michele) Cenaco: “Il progetto via Tisia ancora fermo alla Regione” Veneziano: “Il Cenaco Tisia è all’interno di un progetto di 20milioni di euro che parte dalla Borgata fino alla bassa Akradina, sale verso la pi- scina per entrare nel cenaco Tisia. Di questi 20milioni, 6 sono destinati al nostro centro commerciale naturale, via Pi- tia, via Senatore Di Giovanni e una parte di via Filisto, che diventerà teatro di una riqua- lificazione totale: praticamen- te si cambierà il volto di que- sto territorio, con marciapiedi di cinque metri, aiuole, illu- minazione particolare, ripavi- mentazione del manto strada- le, piazzetta con anfiteatro per le manifestazioni culturali e di intrattenimento e aree relax non solo per i bambini”. PAG. 5 (Festa) PRIMO PIANO FRANCESE I ragazzi della P. Orsi premia- ti a Catania ACCOLLA I rifiuti di Augu- sta conferiti a costi minori FERRANTE Siracusa vive i problemi del lavoro ed etici VL. CADORNA Senza strisce pedonali un’ar- teria importan- te con pedoni e pellegrini. 15 6 6 7 Sembrava che non ci sarebbero stati più ostacoli alla prosecu- zione dei lavori e invece ecco i decreti ingiuntivi promossi contro la Tecnall - secondo alcune voci sarebbero una decina le società che vantano crediti - quella di una causa possessoria sul cantiere e anche di un’istanza di fallimento. Richiesta al giudice del tribunale di Bari una iscrizione di ipoteca sul complesso. PAGG. 2-3 (De Michele - Privitera) Fenicotteri fuggono pag.13 Fenicotteri fuggono pag.13 Diffida a SAI 8. Amenta “Non vorrei pensar male” pagina 10 (Rossitto) Diffida a SAI 8. Amenta “Non vorrei pensar male” pagina 10 (Rossitto) Lo screening della LILT Replica e controreplica pagina 11 Lo screening della LILT Replica e controreplica pagina 11

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Venerdì 3 Dicembre 2010Anno 2, n. 34• Quindicinale gratuito di fatti e di opinioni • Reg. Trib. di Siracusa n°1509 del 25/08/2009

• E-mail: [email protected] • Direttore: Franco Oddo • Vicedirettore: Marina De Michele

edizione online: www.lacivettapress.it

Regione e APgovernino il

sistema scuolaPAG.7 (Totis)

RIORDINO“Negli USA

pensano più in grande”PAG.14 (Di Mauro)

PITARI (AUGUSTA)La Scuola Edile

ricominciaa 50 anni

PAG. 16 (Ricciardini)

CELEBRAZIONI

Strategia del rinvio sulla modifica del PRG. La mag-gioranza prende tempo.

A PAG. 9 (De Michele)

Il 10 gennaioSlitta il Consiglio

Le autostrade siciliane tor-nano allo Stato, che incas-sa i pedaggi (85 milioni).

A PAG. 3

La SR-GelaTorna allo Stato

Gli studenti siracusani di-sertano le aule chiedendo il ritiro della riforma.

PAG. 8

Riforma GelminiProtesta studenti

Sull’Outlet istanza di fallimentoIpoteca in tribunale per 4 milioni

Lavori bloccati, rischia di restare in contrada Spalla come lo scheletro di un ecomostro

“Troppi colpi bassi allo sviluppo della provincia. La telenovela delle bonifiche e dei 770 mil. di euro tra investimenti pubblici e privati, ormai non si sa più che fine abbiano fatto. Queste avreb-bero dovuto risanare l’ambiente coniugando le ragioni e le aspet-tative del territorio”.

PAG. 8 (La Leggia)

Cgil: “Non si contanole ferite alla provincia”

Park Hotel, asta desertaPreoccupati i 26 dipendenti in CIG

RISTRUTTURATO E CHIUSO

PAGINA 4 (De Michele)

Cenaco: “Il progetto via Tisiaancora fermo alla Regione”

Veneziano: “Il Cenaco Tisia è all’interno di un progetto di 20milioni di euro che parte dalla Borgata fino alla bassa Akradina, sale verso la pi-scina per entrare nel cenaco Tisia. Di questi 20milioni, 6 sono destinati al nostro centro commerciale naturale, via Pi-tia, via Senatore Di Giovanni e una parte di via Filisto, che diventerà teatro di una riqua-lificazione totale: praticamen-te si cambierà il volto di que-sto territorio, con marciapiedi di cinque metri, aiuole, illu-minazione particolare, ripavi-mentazione del manto strada-le, piazzetta con anfiteatro per le manifestazioni culturali e di intrattenimento e aree relax non solo per i bambini”.

PAG. 5 (Festa)

PRIMO PIANO

FRANCESEI ragazzi dellaP. Orsi premia-ti a Catania

ACCOLLAI rifiuti di Augu-sta conferitia costi minori

FERRANTESiracusa vive i problemi del lavoro ed etici

VL. CADORNASenza strisce pedonali un’ar-teria importan-te con pedonie pellegrini.

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Sembrava che non ci sarebbero stati più ostacoli alla prosecu-zione dei lavori e invece ecco i decreti ingiuntivi promossi contro la Tecnall - secondo alcune voci sarebbero una decina le società che vantano crediti - quella di una causa

possessoria sul cantiere e anche di un’istanza di fallimento. Richiesta al giudice del tribunale di Bari una iscrizione di ipoteca sul complesso.

PAGG. 2-3 (De Michele - Privitera)

Fenicotterifuggono

pag.13

Fenicotterifuggono

pag.13

Diffida a SAI 8. Amenta“Non vorrei pensar male”

pagina 10 (Rossitto)

Diffida a SAI 8. Amenta“Non vorrei pensar male”

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Lo screening della LILTReplica e controreplica

pagina 11

Lo screening della LILTReplica e controreplica

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2 3 Dicembre 2010

LETTERE AL DIRETTORE

Outlet, alcuni imprenditori abbindolatida chi deve vendere gli spazi nella struttura

Buongiorno,ho letto proprio adesso il vostro articolo inerente all’outlet di contrada spalla ed ho accolto la notizia di un possibile ab-bandono delle griffes con immenso piacere.Prima di esultare però, mi chiedevo se le vostre note si basa-no su mere indiscrezioni o se invece ci sono già prove certe di quanto da voi rappresentato.Io sono dell’opinione che in buona percentuale siamo pro-prio noi la causa del nostro male: sono gli stessi imprenditori che poi sono in difficoltà nei punti vendita del centro città a credere alle fantasticherie loro riportate da chi deve solo

vendere gli spazi all’interno dei nuovi centri commerciali e, lasciandosi abbindolare da numeri riferiti a bacini d’utenza quanto meno improbabili, firmano contratti non solo onero-sissimi ma anche molto vincolanti e aprono negozi i cui costi diventano insostenibili e gioco forza portano alla chiusura, in alcuni casi anche in tempi brevi.Speriamo bene! Magari la fuga delle griffes induce qualche nostro grande imprenditore a fare le sue valutazioni in dire-zione di una nuova primavera dei nostri centri urbani.Grazie, buon lavoro.

Massimo Boscarino

Caro Boscarino, legga bene l’articolo in pagina, ricco di ulteriori informazioni sulla sospensione dei lavori. Non abbia molta fiducia nelle griffes, se l’outlet fosse stato costruito avrebbero certamente fir-

mato i contratti. Per molte imprese “pecunia non olet”. Il direttore.

Al Tribunale di Bari chiesta l’iscrizione di ipoteca per 4 milioni di euro a favore della Murgia Color

Lavori bloccati all’Outlet di contrada Spalla per guai giudiziariDecreti ingiuntivi, causa possessoria e un’istanza di fallimento

di MARINA DE MICHELE e ALESSANDRA PRIVITERA

Il gruppo immobiliare di Antonio Percassi, ex calciatore dell’Atalan-ta, con il suo Outlet Village di Agira, comune ennese, batte al tra-guardo il Fashion District di Melilli, sponsor del Siracusa Calcio, e ne sancisce il fallimento prima ancora che nasca.Percassi, gestore in Italia di 420 negozi di vari marchi, ha investito nell’operazione 120 milioni di euro supportato da quattro banche - tra cui il Credito Siciliano (ex banca Santa Venera) e Banca Nuova: il primo, istituto già da tempo radicato nel territorio, l’altro solo da poco ma già molto attivo -, e dal prezioso appoggio di alcuni im-prenditori siciliani guidati dal palermitano Vincenzo Viola, già eu-roparlamentare per il Patto Segni, e dall’editore del maggiore quoti-diano della regione, Mario Ciancio, sempre più presente nel settore: si dice possieda, con la moglie, anche il 33% della Icom srl, società di Milano, capofila nella realizzazione del nuovo centro logistico di Belpasso Catania (due volte l’estensione di Etnapolis). In realtà pare siano stati proprio Ciancio e Viola i promotori del progetto di Agira consegnato chiavi in mano a Percassi, non senza naturalmente tratte-nere per sé il 10% delle quote. Un’operazione di routine, si direbbe, che vede imprenditori locali aprire la strada a investitori spesso del nord. Non a torto Antonio Percassi ha potuto affermare che è facile investire in Sicilia dal momento che “non si incontrano problemi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni e ci sono banche disposte a offrire il proprio sostegno”.Mutatis mutandis quanto in linea di massima verificatosi per il Fashion District di Contrada Spalla, un progetto, in vero, solo evoca-to, e abortito lungo il percorso.“Il primo outlet di queste dimensioni in Sicilia” avevano dichiarato ancora fino a pochi giorni fa, senza pudore, tutti coloro che ne hanno voluto e perseguito con ostinata costanza la realizzazione, delibera-tamente ignorando che a poca distanza, sull’asse Catania Palermo, si apriva il ben altrimenti dimensionato Sicilia Fashion Village di Per-cassi: 25 mila metri quadrati con 160 negozi di grandi marche, 700 addetti, un bacino d’utenza da tre milioni e mezzo di clienti. Tempi di realizzazione sbalorditivi: autorizzazione regionale nel febbraio 2008, posa della prima pietra nell’ottobre 2009 e apertura in questi giorni.Del progetto di Melilli si è parlato invece per anni: un’area commer-ciale integrata sviluppata su 32.000 mq per un totale di 100 punti vendita (ma attenzione all’estensione perché a volte si riporta l’area complessiva su cui si estende l’intera costruzione, altre quella di tipo commerciale e bisogna comunque sempre differenziare tra village e centre); soluzioni architettoniche all’avanguardia: un’originale forma ellittica, dotata di ogni comfort, in grado, grazie all’imponente coper-tura in legno, di assicurare al suo interno “condizioni microclimati-che ottimali in ogni stagione”; previsti 3 milioni di visitatori l’anno (ma favoleggiando un bacino d’utenza, compreso quello turistico-ri-cettivo, da 6 milioni di persone); una ricaduta occupazionale di 1.000 addetti compreso però l’indotto. Il tutto per un investimento comples-sivo di 75 milioni di euro che ormai appare sfumato. La Fashion Di-strict Group ne ha addirittura cancellato dal suo sito la previsione. La società per azioni, partecipata da Draco (holding bresciana di parte-cipazione attiva nell’immobiliare avanzato presieduta da Mario Dora e guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Taini), Earchime-

de (società finanziaria attiva nel private equity) e Mixinvest S.p.A. (holding finanziaria), è considerata il primo network italiano. Fino ad oggi ha investito un totale di 250 milioni di euro nei tre outlet Fashion District di Mantova, Valmontone (Roma) e Molfetta (Bari), tre mega strutture che hanno totalizzato nell’ultimo anno ben 11 milioni di vi-sitatori. Il centro di Melilli rappresentava un ampliamento del gruppo al Sud, mentre a Nord si aggiungeva l’outlet di Venezia Mestre e la Slovenia diventava l’obiettivo all’estero, ma qualcosa non deve esse-re andato per il verso giusto, e d’altra parte l’iter del progetto è partito sotto auspici poco favorevoli.Nel luglio del 2000 il comune di Melilli rilascia la prima concessio-ne edilizia alla società Mondo Service, di Siracusa, attualmente in liquidazione, a cui solo l’anno successivo subentra la Tecnall srl di Genova. La società, costituita nel 1996, con capitale pari a 7milioni 200mila euro, ha quale oggetto sociale, espressamente, “l’attività di costruzione del centro commerciale denominato Central Park in Me-lilli e la locazione delle unità che compongono il centro”: un’azione che parte da lontano quindi, da molto lontano.Ma già nel 2004 accertamenti sulla prima concessione coinvolgono in una vicenda giudiziaria il capo ufficio tecnico del comune e altri. Pare che a presentare una denuncia per lavori non remunerati sia stata la cooperativa La Sorgente di Manfredonia che insieme alla Murgia Color di Altamura (Bari) e alla Tecnimpianti di Altamura ha avuto in subappalto i lavori.In effetti, in quel periodo, il cantiere sospende l’attività: sono almeno un centinaio i lavoratori mandati a casa e le ditte impegnate nell’ope-ra affrontano momenti di grande difficoltà non riuscendo ovviamente a far fronte agli impegni assunti con i propri fornitori. Imprese solide, dall’esperienza pluriennale, gettate sul lastrico. Ci risulta che in par-ticolare la Murgia Color, attiva da un trentennio su tutto il territorio nazionale anche in lavori importanti quali la metropolitana di Milano, il carcere di Pianosa, la Fiat a Melfi Potenza, dal fatturato annuo di 15 miliardi del vecchio conio, presenti uno scoperto di ben 5 milioni di

euro, una situazione da bancarotta.Eppure vengono richieste nuove concessioni edilizie, prorogate ogni tre anni, nel 2005, nel 2008 e ancora nel 2009, quando ne sono con-cesse addirittura 4 “per modifiche progettuali” considerate indispen-sabili. Per ripartire la Tecnall accende un mutuo da 16 milioni di euro con il Banco di Sicilia che probabilmente consente alla società anche la sponsorizzazione del Siracusa Calcio con cui si prevede una colla-borazione anche futura, così il recente comunicato, e d’altra parte la ditta Salvoldi esegue alcune opere nell’area.In ambienti vicini alla ditta si ipotizza che a favorire l’appoggio dell’istituto di credito sia intervenuta la società Gamma 71 con sede in Brescia, in via Aldo Moro 5 (stesso indirizzo di una delle sedi della banca a Brescia), società a responsabilità limitata con unico socio, capitale sociale 10mila euro (vale a dire il minimo consentito dalla legge per costituire una srl) che ha operato un progetto di fusione mediante incorporazione nel gruppo Fashion District, componente di quella Draco S.p.A., di cui si è detto, il cui amministratore delegato, Giuseppe Taini, è presente anche in Gamma 71. È sempre Gamma 71 a sottoscrivere con Tecnall, nel luglio scorso, un compromesso di vendita dell’area, del costruendo immobile e della viabilità, “una volta terminati, pronti all’uso e collaudati”, versando una caparra di 500mila euro.Dunque sembrava che non ci sarebbero stati più ostacoli alla prose-cuzione dei lavori e invece ecco la notizia dei decreti ingiuntivi pro-mossi contro la Tecnall - secondo alcune voci sarebbero una decina le società che vantano crediti -, quella di una causa possessoria sul cantiere e anche di un’istanza di fallimento.Di certo, da noi documentabile, è la richiesta al giudice del tribunale di Bari da parte della Murgia Color di iscrizione di ipoteca sul com-plesso edificatorio “per restituzione del capitale finanziario nonché dell’obbligazione di partecipazione detenuta dalla Nylon srl nella Tecnall sino a concorrenza per 4milioni di euro”.

33 Dicembre 2010

Sordi tutti alle proteste di Confesercenti. E ora imprese non pagate e dipendenti senza soldi da maggio

Autorizzazioni, serie incredibile di proroghe dal 2004 a oggiLa struttura rischia di restare come lo scheletro di un ecomostro

Eppure, per favorire l’apertura del primo “outlet” di Melilli si sono giocate tutte le carte possibili e, ancora una volta, secondo una prassi ormai con-solidata quando si tratta delle grandi strutture di vendita da insediare nel nostro territorio, dando una “libera” interpretazione, questo soprattutto il parere della Confesercenti, delle norme che re-golano il sistema delle autorizzazioni commer-ciali. Difficile farne un conto esatto dalla prima, del febbraio 2002, fino all’ultima, con scadenza al 31 dicembre. Proroghe su cui sembra abbia presentato un atto di diffida anche la società im-mobiliare San Sebastiano, proponente il proget-to dell’outlet “turistico” in contrada Pietre Nere, mentre un’altra diffida, proprio della Sicily Outlet Village di Percassi, sembra attenga alla legittimità della definizione di outlet. In questi 8 anni inutilmente la Confesercenti ha richiamato al rispetto delle regole: sordi tutti, tanto a livello locale quanto regionale. Infatti, nonostante nel 2005 il presidente Arturo Linguanti avesse chie-sto espressamente di conoscere i motivi ostativi all’avvio dell’attività entro i termini – motivi che secondo l’articolo 22 della legge regionale 28/99 non devono essere imputabili all’impresa – da una parte l’ufficio commercio del comune di Melilli si era limitato a comunicare la conces-sione di una prima proroga di due anni senza entrare nel merito, dall’altra l’assessore regiona-le al ramo Lo Monte non aveva, come da istan-za, verificato la liceità delle proroghe tanto nel caso della Tecnall quanto in quello similare della RGD Papiri, ora Carrefour. Paradossalmente, a distanza di due mesi, Lo Monte sembrava aver completamente dimenti-cato la sua stessa circolare che precisava proprio quale dovesse essere il corretto comportamento che enti locali e camere di commercio territoriali dovevano assumere nei confronti di autorizza-zioni rilasciate al di fuori di qualsiasi prescrizio-ne. Obblighi e tempi contingentati con assoluto rigore: 90 giorni perché la conferenza dei servizi stabilisca l’approvazione o il rigetto della richie-sta di autorizzazione commerciale, 120 giorni in tutto per il completamento dell’istruttoria, per comunicare l’eventuale provvedimento di dinie-go (ipotesi eccezionale nella nostra provincia) e anche per comunicare a tutti i partecipanti alla conferenza copia del processo verbale della se-duta, una tempestiva informazione all’assessora-to delle eventuali proroghe affinché possa espri-mere il proprio parere: proroghe che, ben inteso,

“possono essere concesse solo in caso di com-provata necessità dipendente da fatti non im-putabili all’impresa”. Solo parole dal momento che, quasi celiando, lo stesso vicepresidente del-la Regione Sicilia e assessore all’Economia Mi-chele Cimino, intervenendo in occasione della presentazione del progetto qualche tempo fa, ha detto: “L’autorizzazione è stata firmata nel 2002. Sebbene sia passato qualche anno di troppo per la realizzazione del progetto, il Fashion District Outlet Melilli è la testimonianza di come si pos-sa fare impresa in Sicilia senza il bisogno di con-tributi della Regione. Siamo contenti di essere ospiti e non padroni di casa”. Inutile qualsiasi commento!Ma entriamo nel merito. La prima proroga con-cessa dal Comune di Melilli è del 16 febbraio 2004, a cui segue quella del 15 aprile 2005 in base alle quali la società sarebbe obbligata a rea-lizzare ed avviare l’attività commerciale entro il 25 febbraio 2007 e ultimare i lavori entro il 25 aprile 2008.In verità non sappiamo da cosa siano state mo-tivate tali proroghe ma di certo è il Comune ad averne competenza perché la norma cambia solo a partire da una circolare assessoriale del 25 maggio 2006: si stabilisce in essa che, per le grandi strutture di vendita, titolare a concedere proroghe sia solo la conferenza dei servizi. In questa sede infatti la Tecnall nel 2006 giustifica il ritardo nella prosecuzione delle opere. Intanto la calamità naturale del dicembre 2005, quando la provincia di Siracusa fu interessata da inten-si eventi metereologici. In realtà, a nostra me-moria, gli allagamenti furono solo nell’area dei Pantanelli e non in Contrada Targia e nemmeno in zona Epipoli (anche la società Open Land giu-stificò i suoi ritardi con la stessa motivazione) ma a verificare, secondo quanto normato, avrebbe dovuto essere il Comune competente, distratto. Comunque, afferma la Tecnall, il ripristino delle opere comportò tre mesi di lavoro. Ma la vera causa del ritardo viene indicata nella sospensio-ne dei lavori fatta da La Sorgente, società appal-tatrice, per crediti non pagati dalla Tecnall. Una sospensione ingiustificata, chiarisce la Tecnall, dal momento che nel contratto sottoscritto tra le parti espressamente si precludeva la facoltà di opporre eccezioni di sorta, ivi compresi i diritti o ragioni di credito od eccezioni di inadempimen-to, al fine di ritardare la prestazione dovuta. Nes-suna colpa alla Tecnall, quindi, come evidente-

di MARINA DE MICHELE e ALESSANDRA PRIVITERA

mente condivide la Conferenza dei servizi che il 23 maggio 2006 concede una nuova proroga fino al 25 febbraio 2008, ultima data utile per l’atti-vazione, nonostante la ferma opposizione anco-ra una volta della Confesercenti che ritiene non opponibile, a termini di legge, tale motivazione proprio perché riconducibile alla categoria delle problematiche relative all’impresa richiedente.Ma anche questa data passa inutilmente e con una non meglio precisata nota del 14 maggio 2009, “sulla scorta di pareri resi da esperti le-gali”, si chiarisce, secondo il Comune di Melil-li, che l’ultima data utile debba intendersi il 23 maggio 2010. Purtroppo non si sono fatti i conti con il terre-moto dell’Abruzzo: il 6 aprile 2009. Il governo emana disposizioni che anticipano di un anno, cioè al 30 giugno 2009, l’entrata in vigore del-le nuove norme tecniche sulle costruzioni pre-scritte dal decreto ministeriale del gennaio 2008. Occorre presentare varianti tecniche al proget-

to dell’Outlet ed è quindi necessaria una nuova proroga. Nel corso della Conferenza dei servizi del 16 settembre 2010 si fissa l’ultimissima data: il 31 dicembre 2010. Ma a questo punto il colpo di scena: la vendita al gruppo Fashion District svanisce per la bufera giudiziaria che travolge la Tecnall.E con gli accordi svaniscono anche i sogni dei tantissimi giovani in cerca di una prima occu-pazione. Assunzioni sulla carta già fatte, in vero non si sa sulla base di quali procedure e sulla scorta di quali criteri, ma pur tuttavia una spe-ranza che oggi naufraga dopo le roboanti dichia-razioni di crescita occupazionale e di sviluppo del territorio. Se dunque le pesanti rivendicazio-ni delle ditte coinvolte nei lavori rispondono al vero, l’outlet di Contrada Spalla non solo rischia di restare incompiuto, scheletro di un ecomo-stro, ma passerà alla storia non come un centro di impiego ma come un Attila che ha fatto il deserto intorno a sé.

In bici l’umanità dentro

Il Consorzio annuncia ricorso. Incertezza per il futuro dei 450 dipendenti

Lo Stato si riprende le tre autostrade sicilianema la manutenzione della SR-Gela è del CAS

La Siracusa-Gela sarà ancora manutenzionata dal consorzio autostrade siciliane, ma la proprietà passa allo Stato, il quale si riprende tutt’e e tre le autostrade siciliane. Con una disposizione comunicata martedì, l’Anas lascia al consorzio regionale solo l’ordinaria amministrazione e la manutenzione delle tre arterie gestite dal 1970 (Messina-Palermo, Catania-Messina e Siracusa-Gela). Bloccati i lavori di ammodernamento. Gli introiti dei pedaggi - 85 milioni l’anno - trasferiti allo Stato. Il consorzio annuncia ricorso. IC’è ncer-tezza per il futuro dei 450 dipendenti.

4 3 Dicembre 2010

Messo all’asta senza incanto, non si è presentato nessuno perchè si teme di perdere il deposito

Park Hotel, è vera crisi? Dopo la recente ristrutturazione cassa integrazione per 26 dei 30 dipendenti e albergo chiuso

di MARINA DE MICHELE

L’albergo, il Quality Hotel Park di via Filisto, è stato messo all’asta. Un’asta “senza incanto”, mo-dalità che il giudice dell’esecuzione deve adottare in via preliminare, se non vi sono opposizioni o se su di esse si raggiunge l’accordo. Tra l’asta senza incanto e quella con incanto la differenza è che nel primo caso l’offerta è vincolante, non può essere revocata, quindi, se si è l’unico offerente, si è ob-bligati all’acquisto o, in caso di rifiuto, si perde l’in-tera cauzione versata, il 10% del valore dell’immo-bile. Una bella cifra nel nostro caso dal momento che il prezzo base fissato per l’hotel è di 5.568.750 euro, e forse per questo all’asta del 26 scorso non si è presentato nessuno. C’è chi dice però che sono anni che va avanti così (la prima consulenza tecni-ca disposta dal tribunale per azione promossa dal Banco di Sicilia è del 2004): si fissa il giorno per la vendita ma nulla accade e il creditore, il Banco di Sicilia attraverso la sua società-veicolo Island Finance 2 (quella a cui l’istituto ha ceduto crediti ipotecari in sofferenza), resta a guardare, ad aspet-tare; cosa non si sa. Ma intanto in determinati periodi dell’anno, quan-do l’attività turistica riprende e arrivano i clienti, l’albergo riapre perché custode ne è lo stesso pro-prietario, avendo evidentemente il giudice ritenuto che la sua sostituzione non avesse nessuna utilità, come prescrive la norma, e forse che una scelta di-versa sarebbe stato un danno per i dipendenti. Certo stupisce che la struttura, oggi in crisi, sia sta-ta da poco ristrutturata, o almeno così sembra, e che a questo scopo si dice abbia ricevuto anche un non infimo contributo regionale, diciamo un terzo di quello che è stato, avrebbe dovuto essere, l’inve-stimento complessivo: quasi tremilioni e mezzo su circa 9milioni e 250mila. In questo periodo comunque è inutile provare a prenotare una stanza: le agenzie ti rispondono che l’albergo ha chiuso e qualcuno, che conosce bene le segrete cose, sostiene che sia stata la stessa di-

rezione a passare questa informazione pur in pre-senza di prenotazioni. Ma che per il proprietario Alfredo Lanza sia tempo di crisi lo testimoniereb-be il fatto che, unico albergo cittadino, ha messo i propri dipendenti in cassa integrazione. Non tutti però: dei 30 che fanno parte della società Siciltur quattro sono stati graziati, i dirigenti. “Strano - si commenta con non poca amarezza dall’interno - di solito si cerca piuttosto di salvaguardare le mae-stranze: con le retribuzioni di un solo dirigente si mantengono almeno 4 dipendenti”. Dunque se ai 26 della Siciltur, si aggiungono anche i 13 dell’Ital-turismo siamo a 39 persone che quest’anno, a no-vembre, con l’attivazione della cassa integrazione in deroga, hanno visto il proprio mensile scendere all’80%. Con una precisazione però: che solo chi percepiva oltre 1.975 euro scende a poco più di mille euro al mese, 1095 per la precisione, mentre per chi aveva uno stipendio inferiore, la retribu-zione arriva a 863 euro cui aggiungere gli assegni familiari, e per i dipendenti Lanza il solo caso che ricorra è proprio il secondo. Una situazione diffici-le che si stenta ad accettare soprattutto per la paura del futuro, di quello che accadrà il prossimo anno, perché sarebbe il terzo, l’ultimo possibile per il personale del Park Hotel. Sì perché già nel 2009 si è vissuta la “crisi”, anche l’altr’anno i dipendenti della Siciltur erano stati messi in cassa integrazione dal 7 novembre al 31 marzo. Poi avevano ripreso a lavorare ma non più tutti con la Siciltur perché nel frattempo Lanza creava l’Italyturismo, società alla quale “in esternalizzazione” venivano affidati tutti i servizi di ristorazione, e insieme 13 dipendenti del gruppo. È pensando all’esperienza già fatta che nasce la preoccupazione: è possibile che dopo aver condiviso con la direzione il momento di difficoltà accettando anche un demansionamento del proprio livello occupazionale, quella che con un eufemi-smo potrebbe dirsi “flessibilità”, semmai anche ri-nunciando ai giorni di ferie e facendo straordinari

senza alcuna gratificazione, forse anche, in nome della “mobilità” (altra parola d’ordine), andando a prestare aiuto nell’altro albergo di Lanza, l’Helios di Noto, dal fatturato sicuramente in attivo, oggi si debba sottostare a un nuovo diktat? Quanto è rea-le questa crisi? Non è forse vero che la proprietà aveva pensato di trasformare l’Helios in un albergo stagionale e il Park Hotel in un annuale, data la sua posizione centrale in città? E se a Noto è intervenu-to addirittura il primo cittadino che ha minacciato di revocare la licenza se l’albergo non avesse ri-spettato l’apertura per l’intero anno, perché il sin-daco di Siracusa si disinteressa totalmente dei suoi concittadini che rischiano di restare a casa?Certamente non è il caso di cui discutiamo, sarà vera crisi quella di Lanza, ma non si può negare che è quasi diventata prassi comune quella di evo-care uno stato di crisi per - come si dice - socializ-zare le perdite e privatizzare i profitti. Sempre più spesso accade, può accadere, che gli imprenditori

nostrani scarichino sulla comunità il loro rischio di impresa e nel settore alberghiero potrebbe funzio-nare così. Dichiaro la crisi e chiedo la mobilità e la cassa integrazione in deroga per alcuni mesi, sem-mai quelli in cui l’attività turistica ristagna. A man-tenere i lavoratori rimane l’Inps e io imprenditore risparmio, aspetto, aspetto che la stagione riparta. Semmai cambio anche l’assetto societario del mio gruppo e vedo se con altre forme contrattuali rie-sco ad ottenere ulteriori sgravi fiscali. Lavoro, ma lavoro solo quando i profitti sono assicurati perché in fondo i lavoratori sono, su per giù, garantiti e anche il sindacato può cantare vittoria perché con me imprenditore ha sottoscritto gli accordi e può affermare di aver preservato l’occupazione. Se così non fosse l’alternativa sarebbe il licenziamento e di fronte a questa ipotesi anche i dipendenti preferi-ranno star zitti, non affidare neanche alla stampa le proprie preoccupazioni, la propria ribellione per la dignità mortificata.

53 Dicembre 2010

“Solo creando servizi nelle aree urbane diventeremo competitivi con la grande distribuzione”

Veneziano (Cenaco Tisia): “Da tre anni alla Regione è fermoil progetto di riqualificazione e la politica non ci aiuta”

di STEFANIA FESTA

“Per rilanciare il commercio, quindi il terziario, la piccola impresa e l’artigianato, è necessario rilanciare gli altri comparti produttivi. Ci si sta nascondendo dietro l’alibi della crisi, che c’è ed è innegabile, però non si sta facendo nulla per trovare soluzioni. È necessario che chi ha gli strumenti, ed è la politica ad avere questi strumenti, cominci a pensare seriamente a rilanciare l’economia.” Così Francesco Ve-neziano, presidente del Cenaco Tisia, lancia l’ennesimo appello agli amministratori, locali e regionali, per intervenire e salvaguardare un comparto che sta mietendo più vittime di un’epidemia, con un deva-stante effetto domino. In una nota diffusa dalla Federconsumatori si legge che anche quest’anno i consumi natalizi registreranno una forte contrazione, circa meno 11%, dal momento che il potere d’acquisto, dal 2007 ad oggi, ha subito un calo del 9,6%. I consumatori sono di-ventati più attenti nell’acquisto dei generi di prima necessità, e quindi alimentari, che hanno subito un calo del 2%, ma sono ancora più parsimoniosi per quanto riguarda gli altri capitoli di spesa: a subire il calo maggiore, infatti, sono i settori di abbigliamento e calzature, mobili, arredamento per la casa ed elettrodomestici. “Ormai le persone – ci conferma Veneziano – comprano solo gene-ri di primissima necessità. Tutti gli altri settori sono entrati in crisi: meno soldi, meno consumi, negozi che chiudono e quindi crisi del meccanismo occupazionale, perché sono soprattutto le piccole im-prese, quelle con due, tre dipendenti, che chiudono. E purtroppo non ci sono segnali forti da parte delle istituzioni, né a livello regionale né nazionale”. Come ci spiega il presidente del Cenaco Tisia, è di-ventato sempre più difficile anche l’accesso al credito, nonostante la presenza di Confeserfidi ed altri istituti analoghi, perché le banche tolgono la fiducia alle piccole imprese non appena notano qualche minima difficoltà. “Bisogna aprire i cantieri – continua Veneziano – avviare progetti, rilanciare le infrastrutture, i parcheggi, la riqualifica-zione urbana, tutto quello che può rimettere in moto l’economia.” Le risorse ci sono: la comunità europea, per il quinquennio 2007-2013, ha stanziato per la Sicilia diversi milioni di euro, ma la nostra regio-ne è riuscita a spendere solo l’8% dei fondi disponibili. Secondo il presidente del Cenaco Tisia, dovrebbero essere gli stessi comuni, che in questi ultimi anni hanno subito pesanti decurtazioni delle risorse, a presentare ed incentivare progetti, seguirli e spingere per ottenere i finanziamenti. La costituzione dei Cenaco non ha apportato alcun miglioramen-to alla situazione dei negozi di vicinato, al di là di una crisi globa-le e trasversale? “Il Cenaco Tisia è stato pionieristico. Adesso in Sicilia ne esistono più di trecento, siamo stati accreditati dalla Regione e siamo riusciti a fare inserire un capitolo che ora è diventato legge, quella del ri-conoscimento dei centri naturali commerciali, che è una conquista importantissima perché in questo modo possiamo attingere a risor-se economiche di grande entità, soprattutto da parte della comunità europea. Come commercianti dobbiamo essere uniti, perché in un momento di crisi fare squadra è fondamentale: se ognuno pensa al proprio orticello non ha voce”.Questo però sembra essere un problema atavico del commercio

a Siracusa. I commercianti aretusei, infatti, non sono noti per il loro spirito corporativo.“No, infatti, è una categoria molto individualista. Ognuno pensa per sé. Lo sforzo che sta facendo il Cenaco, e io in prima persona in qua-lità di coordinatore di tutti i centri naturali della provincia, è quello di sensibilizzare i commercianti alla partecipazione, alla solidarietà, alle richieste. I Cenaco danno voce a una categoria che non ne ha mai avuta una”. Attualmente di cosa vi state occupando?“Stiamo sollecitando la Regione affinché esiti i bandi per attingere ai fondi della comunità europea. Ci sono quasi 30milioni di euro stan-ziati dalla comunità europea per la Sicilia, soldi che già ci sono, ma che non riescono ad essere spesi. Queste risorse sono destinate a due filoni di attività: uno per le infrastrutture, e quindi il territorio, e le al-tre sono dedicate alle attività esterne come organizzazione di eventi, iniziative culturali, marketing”. Quindi si comincerà a vedere già qualcosa per Natale?“No, i bandi non sono ancora usciti, se ne parlerà forse il prossimo anno, perché l’accreditamento di tutti e trecento i Cenaco siciliani sta richiedendo più tempo di quanto previsto a livello regionale. C’è una lentezza burocratica ma anche politica fra Lombardo1, Lombar-do2, Lombardo 3 e via dicendo. Pure la politica siracusana è molto rallentata fra crisi, crisette, assessori che vanno e vengono, anche se devo dire che il sindaco Visentin, così come il suo predecessore, sono molto vicini. Ma ci vogliono progetti, iniziative. Ora ci stiamo orga-nizzando per il Natale, per far vivere bene questo periodo e la città alla cittadinanza”. Le persone vanno nei grandi centri commerciali non tanto per il risparmio, quanto per la qualità e la gamma dei servizi offerti, dai parcheggi ai bagni alle aree relax. Perché, come Cenaco, non cominciate ad attrezzare i centri commerciali naturali con strut-ture ricettive più adeguate?“Io mi metto nei panni del cittadino. In questo momento la città non offre un ambiente naturale dove poter passeggiare e rilassarsi in tran-quillità. Manca la dignità della città stessa, a partire dai marciapiedi, i posteggi, le illuminazioni, il verde. Solo creando dei servizi diven-tiamo competitivi con la grande distribuzione. Noi in più offriamo la cortesia, la professionalità, la gentilezza perché la bottega di vicinato ha queste caratteristiche, quelle che non ha la grande distribuzione dove c’è un ambiente più ‘globalizzato’”. Da diversi anni si evidenziano sempre gli stessi problemi. Cos’è stato fatto finora?“Abbiamo un progetto fermo da tre anni. L’amministrazione ha fatto la sua parte, il progetto è finito, i bandi regionali sono usciti, la Re-gione l’ha inserito nei progetti finanziabili, però ancora deve uscire la graduatoria. È qui che bisogna spingere. Io sono stato già cinque volte a Palermo per parlare con i tecnici e per sollecitare l’uscita della graduatoria, ma solo il Cenaco non è sufficiente, ci vuole anche la politica”. Di che progetto si tratta?“Il Cenaco Tisia è all’interno di un progetto di 20milioni di euro che

parte dalla Borgata fino alla bassa Akradina, sale verso la piscina per entrare nel cenaco Tisia. Di questi 20milioni, 6 sono destinati al nostro centro commerciale naturale, via Pitia, via Senatore Di Gio-vanni e una parte di via Filisto, che diventerà teatro di una riqualifi-cazione totale: praticamente si cambierà il volto di questo territorio, con marciapiedi di cinque metri, aiuole, illuminazione particolare, ripavimentazione del manto stradale, piazzetta con anfiteatro per le manifestazioni culturali e di intrattenimento e aree relax non solo per i bambini. Nel progetto si parla anche di pensiline di tre metri sui marciapiedi per riparare i clienti dalla pioggia d’inverno e dal sole d’estate. L’appello che noi lanciamo è che questo progetto deve esse-re portato avanti e sostenuto politicamente”. Venti milioni di euro comunque sarebbero un buon inizio, si aprirebbero nuovi cantieri e si darebbe una scossa all’economia locale.“Sì, ma questo deve essere il primo segnale, bisogna fare nuovi bandi, Siracusa deve essere tutto un cantiere. Siamo patrimonio dell’Unesco ma al contempo siamo una città fortemente in crisi, non abbiamo un piano urbanistico commerciale, non c’è la raccolta differenziata, la viabilità è caotica. Bisogna fare parcheggi sotterranei, dare un’imma-gine diversa e non degradante come quella che ora offriamo ai turisti. I centri commerciali naturali sono il futuro del commercio, perché c’è più formazione: noi facciamo corsi di marketing, di lingue straniere, di accoglienza e non solo ai dipendenti ma anche ai titolari. Dobbia-mo prepararci ad accogliere i turisti nella zona alta della città, perché è su questo che dobbiamo puntare”.

Si sollecita, tra l’altro, la moratoria su ulteriori affidamenti e la restituzione delle reti date

Il Coordinamento del Forum provinciale per l’Acqua pubblica chiede di essere ricevuto dal Prefetto sui rapporti ATO-SAI8

Il Forum Provinciale per l’acqua pubblica annuncia l’imminente richiesta di un incontro con il Prefetto sulla gestione del SII nella nostra Provincia e sui rap-porti conflittuali tra l’ATO e la società di gestione. Il coordina-mento del Forum chiederà in-nanzitutto al Prefetto di pronun-ciarsi a favore della moratoria in relazione alla pretesa, da parte di SAI8, dell’affidamento di altri servizi idrici comunali; risulta infatti inopportuno ed illogico, a parere del coordinamento, af-fidare ulteriori impianti ad una società di gestione già diffidata dal Presidente Bono (in conse-guenza del mancato adempi-mento agli obblighi contrattuali rilevato nell’atto di diffida) e, pertanto, in procinto di dover re-stituire, per risoluzione del con-tratto, gli impianti già ricevuti in gestione. Ricorda che il TAR di Catania

ha approvato il rifiuto oppo-sto dal Comune di Calatabiano alla cessione delle reti idriche in virtù del fatto che “sussiste il pregiudizio grave e irreparabile, derivante dalla consegna degli impianti di depurazione ad un soggetto che allo stato attuale non potrebbe svolgere il relativo servizio”. Aggiunge che anche i Comuni di Licodia Eubea e di Mazzarone hanno rifiutato la privatizzazione e la cessione de-gli impianti. Il Forum farà pre-sente al Prefetto che anche Sai8 non potrebbe svolgere il relativo servizio per le motivazioni luci-damente espresse nella diffida firmata dal Presidente Bono. Esprimerà inoltre al Prefetto la convinzione che il Presidente Bono non possa esimersi dal dare seguito all’azione di riso-luzione annunciata dalla diffida, trascorso inutilmente il termine in essa indicato.

Farà presente che la IV Comm. Ambiente e Territorio dell’Ars ha già ascoltato i sindaci promo-tori del disegno di legge di ini-ziativa consiliare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposi-zioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia”. Si associa sin da ora alle inizia-tive che saranno intraprese dai sindaci dei Comuni della nostra Provincia che non hanno ancora affidato gli impianti ad un ge-store che, ai sensi della diffida, dovrebbe essere già considerato in fase di smobilitazione. Chiederà che siano preservate le prerogative degli EE. LL. e salvaguardate le responsabilità dei Sindaci in relazione alla di-fesa del Bene Comune Acqua, ai sensi della valutazione del TAR Sicilia, Catania, sez I del 24 no-vembre 2008 n. 2241; che siano rispettate l’autonomia degli Enti

Locali e la volontà delle comuni-tà di cittadini che si sono espres-si sia attraverso la modifica degli Statuti Comunali, sia attraverso la deliberazione di dichiarare l’Acqua Bene Comune e, con-seguentemente, il servizio idrico non di rilevanza economica.Il coordinamento del Forum farà ancora presente che il Comitato promotore dei tre referendum sull’acqua ha inviato una lettera al Governo, ai Presidenti ed ai Capigruppo di Camera e Senato con la richiesta dell’immediata approvazione di un provvedi-mento normativo che disponga la moratoria - fino all’avvenu-to voto referendario - su tutti i procedimenti attuativi previsti dalle norme vigenti in materia di affidamento della gestione dei servizi idrici ed, in particolare, dall’art. 23 bis della Legge n. 133/2008.Intende rammentare che i con-

sorzi ATO sono già in via di estinzione e che la nostra Re-gione è tenuta, entro un anno, ad approvare una nuova normativa che regolamenti la gestione del-le acque. Alla luce della situazione sopra richiamata e del quadro norma-tivo in evoluzione, il coordina-mento del Forum ribadirà la ne-cessità di una moratoria rispetto ad ulteriori affidamenti, in attesa che, sulla base della nuova leg-ge, si possa procedere al riordi-no del settore.

Il coordinamento confida altresì che, nell’interesse dei cittadini, sia al più presto restituita agli Enti Locali la gestione di quei servizi idrici il cui affidamento a società private sia risolvibile, sin da ora, per responsabilità del concessionario, al fine di tron-care situazioni di rendita e di impedire la levitazione di even-tuali pretese dei gestori in ordi-ne a presunti danni emergenti.

Il Coordinamento del Forum Provinciale

per l’acqua pubblica

6 3 Dicembre 2010

“Conferire a Costa Gigia anzichè a Motta non costa di più ma 30 euro in meno a tonnellata”LETTERE AL DIRETTORE

L’assessore Accolla (Augusta): “Le difficoltà nella gestionedei rifiuti sono legate solo ai problemi finanziari del Comune”Gentile Direttore, sul numero del 19 novembre del vostro giornale viene dato ampio risalto a un articolo dal titolo “I rifiuti dati a Costa Gigia costano più che fuori SR” dedicato alla lettera aperta che il vicepresidente di AugustAmbiente, Giacinto Franco, e il presidente di Decontaminazione Sicilia, Luigi Solarino, hanno inviato al sindaco di Augusta Massimo Carrubba riguardo la gestione del sistema integrato dei rifiuti. Poiché l’articolo contiene alcune osservazioni non vere e fuorvianti, già smentite una settimana prima sui quotidiani, per la corretta informazione, Le chiedo, in virtù del diritto di replica, di pubblicare, con lo stesso risalto, quanto segue.Comprendiamo il disagio per la situazione igienico sanitaria vissuta dalla città a causa dei ripetuti scioperi dei dipendenti della società di raccolta dei rifiuti. È un disagio che viviamo noi per primi con profonda amarezza e di questo ci facciamo carico e responsabilità, ma va ribadito che le difficoltà nella gestione dei rifiuti ad Augusta sono legate esclusivamente ai problemi di ordine finanziario dell’ente. Il fatto è noto ed è stato più volte ribadito. Non comprendere il significato della reale situazione attuale, sedimentata in alcuni decenni, può essere funzionale alla polemica politica e alla ricerca di una costante ribalta mediatica, ma non aggiunge nulla alla possibilità di risoluzione di nessuno dei problemi reali della città.Ricordiamo che le difficoltà finanziarie della Regione Siciliana hanno portato al blocco della spesa, compreso il congelamento dei dodici milioni di euro destinati all’emergenza rifiuti, all’interno dei quali è previsto un importante intervento a favore del Comune di Augusta. La ventilata bocciatura del piano regionale dei rifiuti da parte del governo nazionale, di cui si discute in questi giorni, avreb-be tra l’altro l’effetto di bloccare l’assegnazione alla Sicilia di 200 milioni di fondi Fas destinati proprio ad affrontare l’emergenza.Riguardo la raccolta differenziata, è noto come il nuovo piano di raccolta redatto dal Comune di Augusta sia ancora in attesa di approvazione da parte della Regione che, secondo il protocollo d’in-tesa firmato nel dicembre 2008, dovrà finanziarne la realizzazione. Fermo alla Regione per l’appro-vazione e il finanziamento è anche il progetto del Centro Comunale di Raccolta previsto nell’area adiacente all’ex Plastjonica.La raccolta differenziata spinta con il sistema porta a porta ha, come è noto, almeno nella fase di

avvio, un costo sensibilmente più elevato rispetto a quella attuale a cassonetto stradale. Aumentare i costi della gestione del sistema integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, in un mo-mento come questo di grave difficoltà economica e finanziaria, senza avere la copertura economica garantita dal finanziamento della Regione, non è detto sia la soluzione più razionale. È appena il caso di sottolineare come la separazione della frazione umida, obiettivo comunque da realizzare nel più breve tempo possibile, non avrebbe in alcun modo modificato gli effetti della mancata raccolta a causa dello sciopero. Va poi ricordato che nello scorso anno il Comune ha affidato in comodato d’uso gratuito oltre quattrocento kit per il compostaggio domestico ai cittadini residenti in abitazioni monofamiliare che dispongono di spazi adeguati e che ne hanno fatto richiesta. Un altro centinaio sarà distribuito nelle prossime settimane.È assolutamente falso che il conferimento presso la discarica di Costa Gigia costerebbe 12euro/tonn. in più rispetto al trasferimento presso Motta Sant’Anastasia. Il conferimento presso la discarica di Costa Gigia, ha infatti un costo inferiore di circa 10 euro per ogni tonnellata di rifiuti rispetto a quello della discarica di Motta Sant’Anastasia, e va ricordato che in questo secondo caso andrebbero poi sommati i costi di maggiore percorrenza dei mezzi che andrebbero a scaricare al di fuori del territo-rio provinciale, costo che può assumersi prossimo ai venti euro per ogni tonnellata.E’ comunque in corso di elaborazione la gara di evidenza pubblica che dovrà affidare il servizio di raccolta dei rifiuti entro il prossimo aprile, data di scadenza della proroga imposta dalla Regione per effetto della nuova legge approvata lo scorso 8 aprile, il cui capitolato prevederà la raccolta separata di carta e cartone, umido, vetro e multi materiale leggero.

Michele Accolla Assessore alle Politiche Ambientali

Chiedo scusa all’amministrazione. Il fatto è che la quindicinalità del giornale rischia – se non stiamo attenti, e stavolta non lo siamo stati – di sbalestrarci. Faremo meglio in futuro. Ma più che noi, col-pevoli di non avere letto su altro giornale la smentita, dovrebbero scusarsi gli autori del comunicato che conteneva inquietanti sospetti.

Franco Oddo

“Siracusa è lacerata dalla questione occupazionale e da quelle ambientale e morale”

Danilo Ferrante (Rifondazione Comunista): “Questa provinciavive sulla propria pelle il clientelismo della destra più forte in Sicilia”

di MARINA DE MICHELE

Probabilmente il governo Berlusconi non cadrà neanche questa volta: troppo cara è quella pol-trona tanto facilmente regalata dai vertici dei partiti e nessuno può sperare di tornare a sedere sugli scranni del parlamento se ci saranno nuove elezioni. Meglio tenersi stretto quello che si ha finché si può perché ormai, perso l’afflato ide-ale della politica, ciò che conta è il tornaconto personale e le posizioni di potere che ciascuno riesce a ritagliare per sé. Eppure c’è ancora chi parla di ideali, chi cerca di proporre alternative completamente diverse giocate soprattutto su un radicale rinnovamento della classe politica oggi al comando: a destra come a sinistra. E tra questi c’è lo schieramento di chi è rimasto ta-gliato fuori dalle ultime elezioni proprio a causa di una legge elettorale pessima, “fioco per lungo silenzio”, che oggi vuole ricomporre le file per tornare a far sentire la propria presenza. Danilo Ferrante è il neoeletto segretario provinciale di Rifondazione Comunista, esponente di spicco di quella Federazione della sinistra che ricompone lo strappo tra rifondazione e comunisti italiani, un obiettivo di unità che ha quale collante una sfida “culturale”: costituire un argine al neolibe-rismo e al berlusconismo. “Non si tratta solo di una sfida elettorale bensì di contrastare e proporre un’alternativa al muta-mento genetico della società di questi ultimi 10 anni e per ripartire bisogna iniziare proprio dal settore oggi al centro di una radicale conflittuali-tà: dalla scuola. Uno studio del 2008 del profes-sore Tullio De Mauro afferma che solo il 20% della popolazione adulta italiana dispone degli strumenti minimi indispensabili per le abilità di base: lettura scrittura e calcolo. Addirittura il 38% sa a malapena leggere e scrivere e, dato ancora più allarmante, il 50% degli adolescenti tra i 15 e i 18 anni è al di fuori del cosiddetto “letteratismo”, cioè la capacità di utilizzare con disinvoltura le funzioni dello scrivere e del par-lare. Percentuali raddoppiate rispetto a un pre-cedente studio pubblicato nel 1991 e rapportato agli anni ’80 che indicano la disattenzione di questo governo nei confronti di efficaci politiche scolastiche e più in generale culturali.

“Ma il berlusconismo è solo un lato della me-daglia, è la proiezione ideologica di un determi-nato modello di sviluppo, di quel neoliberismo che in tutto il mondo occidentale ha dettato il programma della concertazione sindacale, della moderazione salariale, della precarietà e delle privatizzazioni, della riduzione del welfare e dell’intervento pubblico in economia. E il risul-tato è stata la crisi economico-finanziaria più grave dal 1929 ad oggi. Dal 2008, solo in Italia, si sono persi 500mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è alle stelle: in pratica un giova-ne su 4 è disoccupato.“Sorvolo sulle possibili critiche a cosa è signi-ficato il berlusconismo. Mi interessano di più i dati Istat sulla Sicilia: gli occupati sono circa un milione e mezzo, quindi un tasso di occupazio-ne intorno al 44,3%, circa 15 punti di differenza rispetto ai livelli occupazionali dell’Italia setten-trionale. È stato calcolato che alla Sicilia occor-rerebbero 50 anni per colmare il divario con il resto del Paese, che ovviamente dovrebbe far re-gistrare crescita zero, e nonostante ciò il Gover-no Berlusconi ha sottratto al Fondo Fas risorse per 14,5 miliardi di euro, provocando il blocco di una serie di opere pubbliche e infrastrutturali per un ammontare complessivo di circa 5 milio-ni di euro.“La provincia di Siracusa poi si colloca al 96esi-mo posto su 107 nella classifica della qualità della vita delle provincie italiane e le ammini-strazioni Bono e Visentin per mesi sono rimaste paralizzate per le stucchevoli scorribande inter-ne alla maggioranza, prima per la spartizione dei posti di sottogoverno e oggi nell’epurazione delle giunte”.Secondo Ferrante la risposta a livello nazio-nale è nella tassazione delle grandi rendite e nell’estensione degli ammortizzatori sociali in attesa di una strategia che faccia superare la precarietà del lavoro, nella nazionalizzazione degli istituti bancari di rilevanza nazionale e nella rottura dei rapporti con i paradisi fiscali, in un vero piano di grandi opere pubbliche e nella “green economy”. A livello locale invece occorre ripercorrere la strada del radicamento

nei movimenti, nelle lotte e nel territorio, così come si sta cercando di fare anche analizzando criticamente le trasformazioni in atto. “La nostra provincia si presenta come un territorio lacerato dalla questione occupazionale, dalla questione ambientale e dalla questione morale. Un terri-torio che vive sulla propria pelle il clientelismo delle destre: la destra siracusana è forse tra le più forti in Sicilia, annovera tra le sue fila personag-gi come il Ministro Prestigiacomo e Fabio Gra-nata, la sua capacità di penetrare nel territorio è elevatissima. Una provincia ormai caratterizzata dalle banche e dai mega centri commerciali, da un profondo cambiamento del tessuto produtti-vo che avrà conseguenza dannose e non positive per le nostra economia. Noi vogliamo però col-legarci alle grandi esperienze di lotta che pure ci sono: penso al Comitato Xirumi Libera, al Co-mitato ControG8, al Comitato No Rigassificato-re, al Comitato AcquaPubblica solo per citarne alcuni, per immaginare insieme un nuovo pro-getto di crescita e di sviluppo”. Tra gli obiettivi più pressanti indicati dal segretario Ferrante la bonifica dell’intera area del polo petrolchimico, una politica di governo delle risorse ambientali, un piano di manutenzione e riassetto dei centri abitati (messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e di tutte le strutture pubbliche), la cen-tralità e la qualità del sistema industriale puntan-do su lavoro e innovazione e sui settori strategici dell’agrumicoltura, del turismo e dell’Agroali-mentare. Ma quali i compagni di percorso per Ferrante? “La politica delle alleanze perseguita dal partito democratico qui in Sicilia non ci piace, e non ci piacciono nemmeno gli accordi al ribasso sui contenuti che consentono queste alleanze, né un’antimafia proclamata solo in campagna elet-torale e non praticata ogni giorno dentro e fuori le istituzioni. Noi proponiamo a tutto il centro-sinistra la costituzione di un fronte democratico che sia in grado di cacciare le destre e di vince-re le elezioni ma che lasci la Federazione della Sinistra libera di dare solo un sostegno esterno senza responsabilità di governo. Questo non per-ché siamo degli irresponsabili ma perché ricono-

sciamo a noi stessi una visione più rigorosa, più a sinistra delle strategie economiche e sociali. Per ora quindi è a un’alleanza democratica ri-spettosa delle diversità che miriamo”.

73 Dicembre 2010

Interrogazione al sindaco: “Una via centralissima con molti pedoni e pellegrini”

Passanisi (CdQ): “In altre vie con siepe spartitraffico le strisce di attraversamento ci sono, a viale Cadorna no”

“In viale Cadorna mancano (ma non sono state mai tracciate) le strisce per l’attraversamento pedonale in quanto, al centro del-la carreggiata, vi e’ la siepe spartitraffico”. Lo afferma Paolo Passanisi, consigliere della circoscrizione di Santa Lucia per i Popolari Udeur, in una interrogazione rivolta al sindaco, agli as-sessori competenti, all’ufficio tecnico e al comando dei vigili urbani. “Il sottoscritto, di concerto con i cittadini residenti e i commercianti, ritiene che si potrebbe ovviare a tale mancanza, restringendo in prossimità degli incroci di Viale Luigi Cadorna con le altre vie, oppure al centro, parte della siepe spartitraffico, spostando anche dove sia opportuno i pali dell’illuminazione pubblica.“Consapevole che tale intervento sia forse un po’ troppo one-roso da eseguire per l’Amministrazione Comunale – continua Passanisi - si fa tuttavia presente che giornalmente in questo tratto di strada si verificano troppi incidenti causati dalla siepe soprattutto quando raggiunge notevoli dimensioni e occulta la visibilita’ alle autovetture in transito, e dai numerosi pedoni, so-prattutto anziani che, nell’attraversare la siepe spartitraffico per raggiungere il marciapiede difronte, spesso sono inciampati ca-dendo rovinosamente a terra e riportando ferite ed escoriazioni per le quali sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Umberto I°.“Non riesco a capire, e mi sembra alquanto strano, come mai molte altre vie della nostra città, aventi come spartitraffico la siepe, ad esempio Corso Gelone, Viale Scala Greca e Viale Tera-cati, siano corredate dalle strisce per l’attraversamento pedona-le, mentre Viale Luigi Cadorna, importante arteria della Borgata, sia rimasta da sempre sprovvista di uno strumento civile, utile e necessario qual è la segnaletica orizzontale stradale. Peraltro non bisogna dimenticare che, nella suddetta via, sono presen-ti gran parte degli ingressi che portano alla Basilica Santuario Madonna delle Lacrime, e molto spesso i numerosi fedeli o i turisti che pervengono quotidianamente nella nostra bellissima ed affascinante città per visitare il Santuario e i monumenti non

hanno modo di raggiungerli se non mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica. “Pertanto - conclude Passanisi - si richiede di voler effettuare

tempestivamente un adeguato e scrupoloso intervento tecnico di competenza, al fine di evitare che si verifichino ancora altri incresciosi incidenti.

Ci sono istituti che scoppiano di alunni in aule inadeguate e altri con larghi volumi di fatto vuoti

Nella nostra provincia si notano schizofrenie organizzativeche vedono duplicati inutilmente alcuni indirizzi scolastici

di GIOVANNI TOTIS

Il riordino e la razionalizzazione del sistema scolastico produce solo tagli o è l’occasione di ripensare organicamente all’offerta formativa del territorio? Esaminata così la questione sembra una provoca-zione, purnondimeno la domanda contiene delle verità: è evidente che il motivo principale che ha determinato le scelte politiche che hanno prodotto i due provvedimenti nulla hanno a che fare con la scuola, con il suo benessere e con il suo rilancio in un’ottica di modernità, ma sono essenzialmente di natura economica. Come spesso accade, la ne-cessità di dover affrontare il problema per altre fi-nalità ha riportato all’attenzione e suscitato molte reazioni rispetto a un problema che si trascinava stancamente in un dibattito sonnecchiante poiché tutti gli attori (governo, forze politiche, sindacati etc) hanno preferito concentrarsi sulla gestione dell’esistente e, al di là di generiche e generali insoddisfazioni, nessuno ha affrontato il proble-ma nella sua interezza e complessità. La necessità di recuperare risorse ha costretto ad operare per tentare una ristrutturazione dei punti di erogazio-ne del servizio scolastico (scuole) e oggi, con il riordino, si è pervenuti a scelte che hanno presup-posti teorico-organizzativi anche pregevoli, ma realizzati con notevoli contraddizioni rispetto agli obiettivi dichiarati. Talune indicazioni possono essere considerate utili: riduzione del tempo scuola (cosa su cui si può discutere), eliminando alcune assurdità (ore di 50 minuti a fronte dei 60 contrattualmente defi-niti), riduzione delle infinite sperimentazioni, al-cune delle quali veramente inutili, limitazione del ruolo statale nel campo dell’istruzione riducendo i segmenti di micro professionalità surrettizia; altre assolutamente distruttive: riduzione drasti-ca delle risorse umane e finanziarie, riduzione di ore strategiche (matematica, lingue straniere etc)

nella formazione dell’alunno e così via. Trasferi-mento forte e ormai ineludibile alle regioni delle competenze sui segmenti professionali indipen-dentemente dalla valutazione sulla sua capacità di assumere questo impegno. Ciò premesso, non approfondirò questi aspetti poiché ciascuno meriterebbe molte attenzioni, bensì ,”sic stantibus rebus”, vorrei sottoporre all’attenzione di chi ha il potere ed il compito di governare le scelte della politica, in modo parti-colare Provincia e Regione, la situazione che si è venuta a determinare nel nostro territorio che richiede scelte ed opzioni non più rinviabili.Con il riordino si è pervenuti a una più netta fi-sionomia delle opportunità formative nel cam-po dell’istruzione. Nella nostra provincia, a un attento esame, si notano schizofrenie organiz-zative che vedono duplicati inutilmente alcuni indirizzi, scuole in edifici che, nel tempo, sono state occupati da altre scuole con evidenti pro-blemi di gestione e di socializzazione, diffe-renziazione di percorsi scolastici inconsistenti dal punto di vista della formazione generale e che possono benissimo essere realizzati, qualo-ra ritenuti necessari, come articolazioni di uno stesso indirizzo utilizzando le opzioni consentite dal riordino; spreco di spazi e di mezzi, per cui alcune scuole scoppiano di alunni in aule inade-guate, con sofferenza della didattica, in contesti fatiscenti: causa prima della disorganizzazione; altre scuole largheggiano inutilmente in volumi sostanzialmente vuoti che potrebbero meglio es-sere organizzati; tutto ciò produce costi elevati nel bilancio della Provincia per gli affitti e perio-diche contestazioni degli studenti che segnalano, più o meno organicamente, questo malessere. A ciò va aggiunto, fatto che si aggraverà nei pros-simi anni, che molte scuole saranno gestite da dirigenti costretti a gestire più scuole contempo-

raneamente; molti dirigenti, infatti, sono andati in pensione, altri lo faranno il prossimo anno e altri ancora in quelli successivi. I concorsi nuovi non saranno in grado di assicura-re un dirigente a ogni scuola attualmente esisten-te: passeranno almeno altri quattro anni prima di avere un nuovo concorso completato che, è già noto, sarà indetto per un numero di posti insuffi-ciente a coprire il fabbisogno poiché il Ministero del tesoro non autorizzerà più posti di quelli pro-grammati. Questi posti sono quelli previsti dalla legge sulla razionalizzazione, legge che ha pre-visto il taglio di un gran numero di presidenze nei vari anni. Infine, la suddetta legge sulle raziona-lizzazioni, finora gestita con lentezza dalla regio-ne, costringerà ad effettuare le razionalizzazioni in maniera selvaggia in tempi brevi. Domanda: perché fare scelte spinti dall’emergenza e non operare oggi alla luce del nuovo ordinamento de-cidendo il più possibile in modo razionale?

Alle forze politiche provinciali un’altra doman-da: perché non governare l’offerta formativa orientandola verso i bisogni del territorio evi-tando di assecondare scelte superficiali e non suifficientemente meditate da parte dei genitori verso quei settori formativi che non assicurano sbocchi occupazionali adeguati? Ciò non vuol dire costringere la gente a scegliere scuole che non si gradiscono, però chi governa deve “diri-gere il traffico”, altrimenti delega al caso e alla insipienza le scelte più importanti per la vita di ciascuno di noi e di gran parte di giovani che si trovano sempre più spesso smarriti di fronte ad un mercato del lavoro che li usa e li sfrutta senza creare prospettive né speranza di vita.Stendendo un velo pietoso sulle cause che hanno determinato la schizofrenia in cui siamo costretti ad operare, è giunto il momento di guardare al futuro con la visione di chi governa e non di chi amministra il quotidiano per tirare a campare.

8 3 Dicembre 2010

“Col senno di poi, facemmo un errore nel 2005 a svincolare l’ENI dal progetto di etilene a Priolo”

Rizzuti (Cgil): “I colpi inferti a questa provincia non si contano piùE le prospettive per il nuovo anno sono davvero preoccupanti”

di CONCETTA LA LEGGIA

Questa settimana abbiamo incontrato Mario Riz-zuti, segretario FILCTEM CGIL (Federazione italiana lavoratori Chimica Tessili Energia Mani-fatture) per rivisitare quanto accade nella nostra provincia dal tanto discusso e discutibile rigassifi-catore sino all’accordo di programma che avreb-be dovuto subire una nuova scossa ed un rilancio ministeriale proprio il mese appena trascorso, sebbene la realtà dimostri il contrario: tutto ciò mentre l’Italia affonda e la nostra realtà locale è sempre più in crisi. Segretario Rizzuti, siamo in piena recessione economica e sociale. Alcuni stati dell’Europa rischiano di cedere, altri, più accorti, sono intervenuti prima per evitare catastrofi dan-nose per i cittadini dei propri territori. Che giudizio ritiene di dare sulla situazione del nostro Paese?“Continua ad aggravarsi la situazione in Italia ed aumenta il debito pubblico il che significa che bisogna diminuire la spesa pubblica, ma ridurre quest’ultima equivale a un aumento delle tasse per il cittadino: infatti i tagli nella sanità, nella scuola, nei servizi, fanno diminuire l’intervento dello Stato ma incidono in modo esponenziale sulla spesa della famiglia che, al contemporaneo aumento delle tasse comunali, paga due volte per lo stesso motivo. Se a questo aggiungiamo che il nostro Paese cresce appena dell’1%, il quadro dell’Italia è chiaro. Si tratta di un Paese in piena regressione economica e sociale, un Paese che sta pagando con prezzi altissimi la sua già pre-caria condizione economica e sociale, aggravata negli ultimi due anni da questa crisi internaziona-le. Purtroppo paghiamo l’immobilità del Governo nazionale, che in un primo momento si è convinto che si trattasse della solita crisi (d’altronde perché avrebbe dovuto prenderla in considerazione, visto che il nostro Paese è in crisi perenne da decenni) per cui ha lanciato messaggi di superficialità, so-stenendo che questo momento l’Italia l’avrebbe superato senza grossi problemi. “Tutto ciò mentre altri Paesi mettevano in cam-po interventi finanziari importanti per sostenere il proprio sistema economico-sociale nazionale. Si pensi agli interventi attuati dalla Germania, dal-la Francia e dall’Inghilterra, che hanno preferito immettere nel loro sistema massicce dosi di dena-ro, sapendo di provocare un aumento del debito pubblico. E’ pur vero però che tali manovre sono servite a preservare dai morsi della crisi non solo la produttività dei Paesi, ma anche lo stato socia-le, contenendone gli effetti negativi. Purtroppo questo non è accaduto in Italia e oggi scontiamo i risvolti drammatici di una realtà quasi alla deriva economica e sociale. Come l’economia e l’occu-pazione del nostro territorio che ormai sono arri-vate ai minimi termini”.

Amministratori, politici, imprenditori, forze sociali: chi è l’artefice del dramma siracusa-no? Quanto hanno inciso in termini concreti la politica e le istituzioni? E la Cgil, come il più grande e forte sindacato italiano e provinciale? “Volendo analizzare perché si è arrivati a questa condizione, non è difficile spiegarlo. Infatti quello che ci penalizza più di ogni altra cosa è la cul-tura, basata sulla inefficienza e sul clientelismo, che spesso si traduce in immobilismo, che pun-tualmente si ripropone ad ogni idea o intervento, nella amministrazione della cosa pubblica come in quella privata. Un immobilismo che in un mo-mento come quello che stiamo attraversando di-venta fortemente penalizzante per tutti. Di fronte a questo immobilismo della classe politica e delle istituzioni, la Cgil ha mobilitato i cittadini e i la-voratori, con manifestazioni provinciali e setto-riali, tentando di scuotere la coscienze della classe dirigente e politica del territorio, mettendo in ri-salto la drammaticità occupazionale ed economi-ca che attanaglia questa provincia. Drammaticità che diventerà sempre più evidente con il continuo assottigliamento dell’attività lavorativa, e con la cessazione degli ammortizzatori sociali che fino ad oggi hanno contenuto l’esplosione della rabbia di chi è rimasto senza posto di lavoro”. Lo abbiamo più volte sottolineato ma torniamo sul tema. Che fine hanno fatto gli investimen-ti previsti per il nostro territorio? Dato che la Cgil ha sostenuto l’idea del rigassificatore nella nostra provincia non le pare che questa teleno-vela stia comunque mostrando che l’obiettivo si sia pesantemente allontanato?“La cosa più grave è che non si intravedono svi-

luppi positivi anzi il quadro, con l’avvento del nuovo anno, si presenta veramente preoccupante. Ormai i colpi bassi inferti allo sviluppo di questo territorio non si contano più. La telenovela del-le bonifiche e dei 770 mil. di € tra investimen-ti pubblici e privati, ormai non si sa più che fine abbiano fatto. Queste avrebbero dovuto risanare l’ambiente coniugando le ragioni e le aspettative del territorio e dei suoi cittadini con l’industria. Inoltre la stessa area industriale ne trarrebbe gio-vamento perché avrebbe la possibilità di avere aree pronte per nuovi insediamenti industriali. Per non parlare, appunto, della ragnatela nella quale si è invischiato il rigassificatore, un investimento di 800 milioni di € tutto di fonte privata, che si sta perdendo tra le maglie della burocrazia ammi-nistrativa regionale. E’ indubbio che di fronte ai tempi, e alle difficoltà nelle autorizzazioni, ci sta che le aziende riflettano e valutino la possibilità se questo progetto, a distanza di cinque anni, abbia ancora la validità e le convenienze per portarlo a compimento. “Le ultime diatribe amministrative continuano ad alimentare dubbi e perplessità che allontanano sempre di più la fattibilità del progetto. La storia di questo rigassificatore ormai ha fatto il giro del mondo, per cui il danno maggiore lo provoca il messaggio che sta passando, cioè se aziende che hanno cultura e presenza storica nell’area indu-striale incontrano difficoltà per le autorizzazioni di un progetto con investimento tutto privato, come si può pensare che nuova imprenditoria privata possa essere attratta da questo territorio? Inoltre lo scenario della raffinazione, dove è impegnato il gruppo Erg con le raffinerie Isab (partner della

Shell per la costruzione del rigassificatore), con-tinua ad avere difficoltà di mercato a causa della crisi, che si traduce in difficoltà finanziarie. In questo contesto quindi, in futuro, potrebbero re-alizzarsi anche nuovi scenari sugli attuali assetti societari dell’area industriale”. Segretario, ci eravamo lasciati con un incontro che doveva realizzarsi a novembre sull’altro grande tema provinciale: l’accordo di pro-gramma. Come si è concluso l’appuntamento al ministero della attività produttive e con qua-li esiti?“Accade che vi sia la messa in discussione dell’accordo di programma. Infatti, nell’ultima riunione al Ministero delle Attività Produttive, il Governo ha sostenuto che, non avendo trova-to interlocutori imprenditoriali per un eventuale progetto che bilanciasse la produzione di etilene, bisogna rivedere l’accordo di programma. Nello stesso tempo ha messo a disposizione 20 milioni di € per finanziare i sei progetti dei quali si con-tinua a parlare, ma si conosce l’esistenza del solo progetto che riguarda la costruzione dell’impian-to biodiesel. Il 2 dicembre c’è una convocazione al Ministero, ma è un incontro tutto istituziona-le con il Presidente della Provincia, il che fa in-tendere chiaramente le recondite intenzioni del Governo e delle istituzioni locali sull’accordo di Programma. “Io penso che nel 2005, logicamente col senno del poi, probabilmente abbiamo commesso una leggerezza nello svincolare l’ENI dalla fattibili-tà di un progetto che chiudesse a Priolo, con la costruzione di un impianto a valle, la produzione di etilene. Infatti mentre noi aspettiamo una solu-zione per l’accordo di programma, la stessa ENI investe 200 mil. di € a Duncherque per la chiu-sura della produzione di etilene di quel craking. Se a queste considerazioni aggiungiamo la crisi politica che si sta delineando a livello nazionale, ma che non mancherà di tirarsi dietro crisi poli-tiche nella Regione, nella Provincia e in qualche amministrazione comunale, con la prospettiva ormai quasi certa di elezioni nei primi mesi del 2011, il quadro diventa ancora più drammatico. Alla luce di queste considerazioni, il futuro di questo territorio si presenta sempre più oscuro. Ecco perché penso che di fronte a questa prospet-tiva, partendo da subito, tutte le forze attive della società, e quando dico tutti intendo, forze socia-li unitarie, associazioni datoriali e imprenditori, istituzioni, classe politica, associazioni volontarie insieme naturalmente ai lavoratori, ai disoccupa-ti, ai cittadini, ai pensionati, agli studenti, ai mass media, debbano fare fronte comune per sostenere una mobilitazione che pretenda e debba ricevere risposte immediate sulle questioni poste per in-vertire questo deleterio senso di marcia”.

Continua la protesta contro la Riforma GelminiPochi studenti siracusani entrano in classe

Si sono susseguite anche ieri e mercoledì le manifestazioni degli studenti siracusani per protestare contro la riforma universitaria del ministro Gelmini che, com’è noto, è già stata approvata alla Camera. Tra proteste vere e semplici occasioni per un giorno di vacanza, molti istituti della provincia hanno visto nelle aule pochi studenti. Continua anche a Catania la protesta contro la riforma Gelmini approvata ieri alla Camera. La notte scorsa studenti di Scienze e tecnologie chimiche del capoluogo etneo hanno occupato l’aula magna del dipartimento universitario, dov’era prevista un’assemblea di studenti, docenti e ricercatori. Assemblee permanenti sono in corso anche nella facoltà di Scienze politiche per contestare “un governo insensibile al futuro dei propri giovani”.

93 Dicembre 2010

Il Parlamento per anni è stato mortificato al ruolo di notaio dei decreti legge del Governo

Che si approvi o meno la sfiducia, l’implosione nel centrodestra segna la fine del sistema oligarchico in democrazia parlamentare

di SANTI NICITA

Il 14 dicembre la Camera dei Deputati esaminerà la mozione di sfiducia presentata dal PD contro il governo Berlusconi, alla quale quasi sicura-mente si accompagnerà la già annunciata mozio-ne di sfiducia dell’UDC, del FLI e dell’API.Non si ancora se il governo Berlusconi avrà la fiducia per pochi voti o se per pochi voti sarà sfi-duciato. Qualunque sarà il risultato del dibattito parlamentare, una cosa è certa: il Popolo della Libertà, come uscito dalle elezioni del 2008, non esiste più: è imploso, con gravissime conseguen-ze sulla governabilità del Paese. E’ stata messa in discussione la leadership di Berlusconi e il suo indistruttibile (?) carisma. Bisogna tuttavia dare atto che la strategia eletto-rale di Berlusconi si è sempre rivelata vincente: egli non ha governato ma si è sempre impegnato ad ottenere il consenso dividendo il Paese in una permanente campagna elettorale. I veri uomini di Stato sono sì espressione di una maggioran-za politica ed elettorale ma sono sempre impe-gnati a rappresentare l’unità della nazione e a trovare punti di convergenza e di condivisione, specie nei momenti difficili quando gli interessi di parte richiedono di lasciare il passo al senso di responsabilità. Il sistema realizzato da Ber-lusconi e Tremonti ha invece finito per produr-re uno svuotamento del ruolo del Parlamento e ridimensionato la funzione dei vari Ministeri, imponendo dei tagli lineari senza la necessaria selettività, che è alla base di ogni scelta politica generale o di settore.Per questo i documenti di Berlusconi vengono approvati in pochi minuti e con decreti legge predisposti dal vero “regolatore” della politica nazionale, e cioè dal Ministro dell’Economia.Le riunioni del Consiglio dei Ministri non entra-no nel merito dei problemi posti, si riducono a pura formalità e il dibattito parlamentare diventa sempre più costretto a svolgersi entro ferree li-mitazioni sia per la maggioranza che per le op-posizioni, evidenziando sempre più lo svilimen-

to dei parlamentari che possono mugugnare ma non possono più esercitare liberamente il loro ruolo essendo loro stessi dei nominati. In questi anni il Parlamento ha solo approvato i 38 decreti legge proposti dal Governo, poichè i deputati di maggioranza e di minoranza sono stati costret-ti a muoversi entro i binari delle scelte opera-te dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia, rendendo così solo formale il di-battito politico sui vari gravi problemi del Paese.Questo modo di governare il Paese ha di fatto trasformato il nostro sistema democratico in una vera oligarchia annullando l’opposizione, che può solo protestare, ma mortificando anche la maggioranza, aprendo continui scontri di natura costituzionale con tutti gli altri poteri dello Sta-to. La legge elettorale esistente ha di fatto ag-gravato la legge elettorale Acerbo che aprì la via alla dittatura fascista. Oggi le condizioni politi-che complessive e il nostro consolidato sistema costituzionale rende impossibile la dittatura ma aumenta ogni giorno di più il pericolo di un si-stema abbastanza autoritario.Per questo l’implosione del centrodestra e la frattura tra Fini e Berlusconi apre nuove vie, difficili da percorrere ma sicuramente funziona-li a ripristinare gli spazi di vera democrazia nel nostro Paese. A prescindere dalle vere motiva-zioni che stanno alla base della rottura fra i due leaders, se di ordine personale o di alta strategia politica, economica e sociale, l’attuale situazio-ne, anche se si svolge in un momento di crisi na-zionale e internazionale, va vissuta col massimo di attenzione e di mobilitazione.I termini di centro, sinistra, destra hanno perduto una parte della loro legittimazione politica dal momento che è diventata imprescindibile l’esi-genza di ripristinare i valori veri del fare politica e di rilanciare i principi che servono a realizzare il bene comune. La contrapposizione continua o l’incomunicabi-lità tra le classi dirigenti ha lasciato un ampio

spazio ai profittatori, ai mestatori e a quanti ope-rano col solo metro della convenienza. L’attuale crisi che sta coinvolgendo il livello politico na-zionale, a prescindere dal risultato parlamentare del 14 dicembre, e l’esplosione degli equilibri del centrodestra regionale che ha portato alla formazione del governo Lombardo quater, o l’indecifrabile lotta di solo potere che in questi giorni si sta consumando nella nostra provincia evidenziano l’insopportabilità degli attuali equi-libri politici, ridotti ormai a pura formalità e alla squalifica, di fronte all’opinione pubblica, di tut-ta la politica.

La natura, nella sua permanente validità, ci insegna che un seme può dar vita a una nuo-va pianta e moltiplicare il prodotto solo se il seme stesso, messo sotto terra, si demolisce per poter germogliare. Questa fase politica ha tutte le caratteristiche di una sicura fine, che può condurre a nuovi equlibri e a nuove speranze per il sistema democratico. Ma è ne-cessario che tutti gli uomini di buona volontà sappiano superare i propri egoismi di parte per rilanciare i valori della convivenza e del bene comune con una vera partecipazione alla vita politica.

Riunione del consiglio comunale il 17 dicembre o il 10 gennaio, è in atto una strategia dilatoria

Se proprio si vuol dare un merito al tavolo tecnico sul PRGè di avere legittimato ciò che dicevano i critici del Piano

di MARINA DE MICHELE

E così la conferenza dei capi gruppo ha fissato la data, anzi le date, in cui il consiglio comunale dovrà ridiscutere delle propo-ste di modifica del PRG partendo dalla relazione prodotta dal tavolo tecnico: il prossimo17 dicembre o il 10 gennaio, trascor-so ormai anche il termine del 15 ottobre, fissato dall’onorevole Fabio Granata come la linea Maginot della fiducia dei finiani alla giunta (un paradosso oggi che il FLI è stato messo alla por-ta dagli alleati di un tempo). La proposta di un tavolo tecnico, ormai tre mesi fa, era stata la “sofferta” conclusione di mesi e mesi di polemiche, almeno un anno, tra l’amministrazione e le associazioni ambientaliste unite sotto la sigla SOS Siracusa, una decisione letta da molti semplicemente come l’ultimo atto di una strategia dilatoria finalizzata a non modificare per nulla lo status quo e lasciare che il sacco del territorio continui indi-sturbato. Agli occhi dei più smaliziati il lavoro del tavolo tecnico veniva a configurarsi come un clone dell’attività svolta in un anno dal-la commissione urbanistica. D’altra parte la stessa precisazione che dal tavolo non sarebbero uscite proposte tali da poter essere immediatamente portate in consiglio per una deliberazione, non essendo previste votazioni bensì solo una relazione su quanto già discusso in Commissione urbanistica (sebbene questa volta alla luce delle valutazioni dei funzionari dell’ufficio legale e dell’ufficio urbanistico del Comune), la diceva lunga sul per-corso a passo di gambero che veniva avviato. Certo, per giusti-ficare discussioni e tempo buttato, si è cercato in ogni modo di individuare fattori qualificanti e tra questi il lavoro dell’ufficio legale che finalmente, ad ottobre, si è espresso riconoscendo che il consiglio ha facoltà di adottare eventuali varianti al piano adottato, sebbene solo se adeguatamente motivate “per legit-timare la validità dell’atto ed evitare impugnative”. Come già

ampiamente chiarito da La Civetta in molti interventi, il pare-re legale ha esplicitato che “nessuna norma vieta, in qualsiasi momento, la possibilità di modificare i piani regolatori e che allo stato attuale, qualora sussistano sopravvenute esigenze o la opportunità di migliorare il piano regolatore per la soprav-venienza di fatti o situazioni emerse successivamente alla sua redazione, ovvero già presenti alla sua origine ma non suffi-cientemente ponderati, è possibile procedere ad una revisione dello strumento urbanistico della variante al piano regolatore”. La conferma quindi, né più né meno, di quanto già era stato da tempo autorevolmente chiarito dai legali che hanno appoggiato le rivendicazioni di SOS Siracusa, una condivisione che siamo certi avrebbe potuto avere tempi ben più brevi se solo ci fosse stata la volontà politica e non ci si fosse attardati con opinioni e pareri estemporanei e soprattutto non sostenuti da competenza tecnica, o forse fuorviati da interessi particolari. Un esempio per tutti: gli imprenditori di Assoimprese convin-ti assertori che una revisione del prg sarebbe stata illegittima “in quanto non ancora scaduti i termini della sua validità”. Ma nei giorni roventi non erano i soli, e questo va ricordato. Ovviamente si ribadisce che la motivazione alle varianti deve rispondere al criterio dell’interesse pubblico e della tutela e salvaguardia del territorio o giustificarsi alla luce di errori di valutazione inoppugnabili. Tra quest’ultimi, per esempio, il macroscopico bluff dello studio Cresme, studio in cui, secondo una consulenza tecnica del tribunale di Siracusa nel 2006, nel 2006 (nostro articolo di settembre), sono riferite stime “pale-semente accresciute, alcune delle quali abilmente mascherate”. Uno studio dunque del tutto inattendibile, anche nelle previ-sioni di crescita demografica, come attestano gli attuali dati che vedono la popolazione di Siracusa diminuire sensibilmente

nell’arco di un decennio: dai 124.500 del 2000 ai poco più di 123mila di oggi, quindi su per giù 1460 persone in meno. Se quindi si deve proprio riconoscere un merito al tavolo tecnico, dimenticando i ritardi, le dilazioni, le distrazioni, le mistifi-cazioni, ci sembra di poter individuare solo l’aver elencato, l’aver legittimato – una conquista! – quanto indicato dai più attenti osservatori delle distonie del piano regolatore. Ecco quindi le, tante, motivazioni che giustificano interven-ti “immediati” sul piano regolatore: la dichiarazione Unesco che individua tre diversi ambiti territoriali (due dei quali “zona cuscinetto” ed uno “zona rossa” che si estende da Belvede-re ad Ortigia comprendendo l’area delle Mura Dionigiane, il Porto Grande e la riserva del fiume Ciane), il parere del CRU del febbraio 2007 che prescrive al comune una valutazione di incidenza ambientale proprio nella zona in prossimità del SIC della Maddalena facendo esplicito riferimento al fatto che non sia stata menzionata la presenza di siti di interesse comuni-tario ed aree protette nel territorio urbano, la stessa presenza dell’area marina protetta che va tutelata da una cementificazio-ne della costa limitrofa, il piano paesaggistico in discussione che attribuisce grande importanza proprio alle aree oggi attac-cate dalla speculazione, i dati su una ricettività turistico alber-ghiera cresciuta a dismisura e in maniera poco equilibrata a vantaggio dei villaggi vacanze. Detto questo? Nulla. La nostra previsione è che ancora per mesi, probabilmente per anni, non cambierà nulla e non è assolutamente vero che, come ha scritto Giancarlo Patti presidente del WWF, indignato nei confronti di una classe dirigente “inadeguata ad amministrare”, il tavolo tecnico è stato inutile “ma non ha determinato alcun danno per l’inettitudine degli speculatori”. Noi pensiamo che le cose stiano molto diversamente. Esattamente l’opposto.

10 3 Dicembre 2010

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L’approvazione della Carta dei Servizi stupisce: sembra legittimare nella gestione del servizio

Nessun seguito alla diffida. Amenta: “Non vorrei pensar male...”Carlo Scibetta: “Bono convochi l’ATO o lo facciamo noi sindaci”

di CONCETTO ROSSITTO

L’evento. Il CdA dell’ATO idrico ha approvato la Carta dei Servizi di SAI8, che dovrebbe recepire i suggerimenti formulati da cittadini ed associazioni varie. Il Forum Provinciale per l’Acqua pubblica non si è sottratto al compito di formulare propo-ste e suggerimenti per il perfezionamento di tale documento, tuttavia aveva anche segnalato l’op-portunità che l’ATO invitasse SAI8 a pubblicare unilateralmente tale Carta, senza richiederne l’ap-provazione, stante la situazione di conflittualità de-terminata dal mancato rispetto degli obblighi con-trattuali (garanzia del finanziamento privato per 14 milioni di €) da parte del gestore, che, per tale inadempienza rilevata dal Presidente Bono, ha ri-cevuto notifica di una dettagliata e motivata diffida. L’approvazione del documento da parte dell’ATO potrebbe rischiare, infatti, di configurarsi come im-plicita ammissione del diritto di SAI8 a continuare a gestire il servizio, cosa che invece è stata con-testata dalla diffida. Per la medesima ragione si spera che l’Assemblea dell’ATO, che dovrà essere convocata per l’esame e l’approvazione della Car-ta dei Servizi, risponda negativamente, invitando tuttavia la società di gestione ad attenersi unilate-ralmente al documento, in attesa che si definisca la situazione pendente e sino alla risoluzione del contratto e alla restituzione degli impianti. Il significato dell’evento. E’ lecito chiedersi se l’approvazione della Carta da parte del CdA, an-ziché rischiare di costituire una involontaria legit-timazione di fatto del gestore, rappresenti invece qualcosa di più: il segno, cioè, di un patto di ricon-ciliazione tra il firmatario della diffida e la società diffidata. Se così fosse, la comunità dei cittadini potrebbe ritenersi beffata. Ci auguriamo che que-sta ipotesi interpretativa venga smentita da un in-tervento chiarificatore del presidente Nicola Bono. Altrimenti si potrebbe anche avere il sospetto che la presa di posizione concretizzatasi con l’atto di diffida sia stato solo uno stratagemma architettato in vista di obiettivi diversi da quelli apertamente dichiarati. E i cittadini potremmo anche essere in-dotti a sospettare di essere considerati gli utili idioti che con la loro avversione alla privatizzazione of-frono a qualcuno un punto d’appoggio su cui far leva per qualche momento, solo per qualche mo-mento. Perché oggi diffido SAI8 e dopo un mese, a tempo scaduto, soprassiedo rispetto alla minacciata risoluzione del contratto ed approvo la Carta che regolamenta proprio quel servizio idrico che SAI8 non dovrebbe più poter gestire? Intendo segnalare implicitamente al gestore che la minaccia si è dis-sipata e che può continuare a gestire il servizio? Dalla diffida, trascorso inutilmente il tempo con-cesso alla controparte, dovrebbe discendere auto-maticamente la risoluzione del contratto. Un passo indietro immotivato risulta illogico come preten-dere che l’acqua risalga indietro da valle a monte.Non vogliamo fare alcuna dietrologia. Vogliamo solo chiarezza per consentire ai nostri lettori di capire esattamente come stiano le cose. Nello stile della Civetta, nittalopa. Per questo ci auguriamo che il presidente voglia dissipare ogni dubbio e ri-spondere almeno ad alcune delle domande che gli abbiamo fatto pervenire. Per esempio, a queste: Ritiene valido l’annuncio del finanziamento stra-tosferico (che la Banca Biis garantirà dopo il ven-tilato ingresso in SACCECAV di un nuovo socio innominato) o preferisce dubitarne, considerati i precedenti documenti di garanzia prodotti da SAI8, nei quali i Suoi legali hanno letto anticipi di finanziamenti pubblici, non concreti finanziamenti privati che SAI8 avrebbe dovuto rendere “imme-diatamente disponibili ed incondizionati” sin dal giugno 2008? Non è ormai troppo tardi? I limiti di tempo indicati nel contratto (quattro mesi dalla stipula avvenuta l’otto febbraio 2008) e nella dif-fida (un mese dal ricevimento dell’atto, notificato il 6 ottobre 2010) non valgono a nulla? Non crede che la risoluzione sia ormai un atto dovuto? Aggiungiamo quest’ultimo quesito: un incontro informale è la sede più opportuna per l’assunzione di una decisione di abbandono del percorso intra-preso con la diffida? Saremo ben felici di poter rassicurare i cittadini circa il mantenimento della rotta intrapresa verso la rescissione del contratto con SAI8 da parte del presidente Bono.

Il sindaco di Canicattini B. Paolo Amenta Il sindaco di Palazzolo A. Carlo Scibetta Il presidente della Provincia di Siracusa Bono

Le prospettive. Quali saranno, presumibilmente, gli sviluppi della situazione? Alcuni sindaci da noi interpellati hanno lasciato trasparire una situazione di fermento all’interno dell’Assemblea dell’ATO, che si riserva di esaminare e valutare la situazione in atto, per assumere collegialmente le decisioni più opportune. Il sindaco di Canicattini, Paolo Amenta, ha espresso perplessità in merito all’approvazione della Carta dei Servizi da parte del CdA, scelta che non gli sembra in linea con la situazione determi-nata dalla diffida. «Pur non entrando nel merito della Carta dei Servizi, chiaramente necessaria per un servizio pubblico – ha dichiarato Amenta -, mi lascia perplesso il suo invio, oggi, alla SAI8, la società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Siracusa. Nel chiedermi, infatti, come mai detta Carta dei Servizi non sia stata redatta e consegnata prima al gestore, ho l’impressione che con ciò si tenda, volontariamente, a porre in secon-do piano le questioni primarie che, al contrario, ri-guardano le inadempienze contrattuali del gestore e la diffida nei suoi confronti fatta dal presidente dell’ATO, on. Nicola Bono, affinchè fossero pre-sentate, nei termini di tempo abbondantemente scaduti, le fideiussioni per la quota parte degli in-vestimenti, per svariati milioni di euro, necessarie per la realizzazione di importanti opere infrastrut-turali nei Comuni della provincia. Investimenti che

da due anni avrebbero dovuto produrre cantieri nel territorio e di cui a tuttoggi non solo non si hanno notizie ma per i quali SAI8 incassa già dai cittadi-ni le quote di ammortamento spalmate nelle tariffe del servizio idrico. “E allora, oggi, dal presidente dell’ATO idrico i sindaci ci saremmo aspettati, scaduti come sono i termini della diffida ed essendo più che evidenti le inadempienze contrattuali di SAI8, che anziché la Carta dei Servizi l’on. Bono avesse notificato al gestore la rescissione del contratto, proprio per violazione delle norme contrattuali. Quantomeno – continua il sindaco di Canicattini - nel caso non avesse voluto prendere da solo questa decisione, la convocazione dell’Assemblea dell’ATO idri-co, lasciando a quest’organismo l’assunzione del provvedimento. Invece, niente di tutto questo e, come se nulla fosse accaduto, si continua ad avere rapporti “sereni” con SAI8, dopo che la si è addi-rittura accusata, come ha fatto Bono, e aggiungo a buon ragione, di aver disatteso anche gli accordi sul pagamento delle imprese locali che aspettano da tempo di essere saldate.“Quindi, non vorrei pensar male – conclude Paolo Amenta - ma mi piacerebbe anche smentire coloro che affermano che dietro la vicenda SAI8 si pos-sano celare “strategie” politiche e di “tenuta” delle maggioranze nei due enti maggiori, il Comune e

la Provincia Regionale di Siracusa, oggi in piena crisi dopo l’espulsione di Mpa e Fli dagli esecutivi. Sarebbe veramente un ulteriore colpo ai danni dei cittadini, sinora gli unici rispettosi del contratto».Sostanzialmente analoga la posizione del sindaco di Palazzolo, Carlo Scibetta: “Condividiamo la linea presa dal presidente dell’Ato idrico Nicola Bono con l’atto di diffida per le garanzie del ge-store, ma aspettiamo la convocazione dell’assem-blea dei sindaci del consorzio per essere informati sull’evoluzione della vicenda, in particolare sulle decisioni del consiglio di amministrazione relati-vamente alla risoluzione del contratto con il gesto-re Sai 8. Se il presidente ancora temporeggia nella convocazione dell’assemblea, i sindaci della zona montana, contattando altri sindaci della provincia, ne richiederanno la convocazione urgente”. Dichiarazioni caute, misurate, equilibrate, ma di orientamento ben preciso. Ci fanno sperare che la posizione di questi sindaci sia largamente condi-visa all’interno dell’Assemblea e che finalmente possa prevalere il buon senso, che per noi non è quello dei signori che si affannano a suggerire un rattoppo qualsiasi pur di lasciare le cose immutate. Il dado è tratto. La Civetta seguirà con attenzione gli sviluppi, informando correttamente i lettori e continuando a rimanere schierata dalla parte dei cittadini.

Nel cartello si dice “manutenzione ordinaria”...

Nei pressi del Circolo Unionecome si deturpa la bella costa

All’Isola, a un passo dalla sede estiva del Circolo Unione, è scritto, sul cartello di cantiere, che si tratta di una manutenzione ordinaria ma quel muretto che si innalza sul mare, noi non l’abbiamo mai visto. Il proprietario è Saleri Fran-cesco, l’impresa di De Simone Maurizio, l’architetto Lucia Dell’Aquia. Forse a qualcuno spettano compiti, anzi doveri, di controllo.

113 Dicembre 2010

“Rametta sconosce i reali vantaggi di una vera prevenzione secondaria”LETTERE AL DIRETTORE

Castobello: “Nei centri della LILT e non certo nei pullmini i nostri medici usano ecografi di ultima generazione”

Stimatissimo Direttore Oddoleggo con serenità professionale quanto di errato scritto dal mio collega dottor Salvatore Rametta (La Civetta, 19 novembre u.s.), non condividendo in esordio il titolo di testa legato a un enunciato (senza fondamento) dello stesso che asserisce “Non si può fare screening sul tumore alla mammella con ultrasuoni, strumenti obsoleti montati su pulmini vaganti…”. Come titolo di impatto sul lettore non c’è da dire, ma riguardo alla verità dei fatti il dot-tor Rametta parla con enfasi di fantascienza, sconoscendo i reali vantaggi di una vera prevenzione secondaria. Se gli ecografi di ultima generazione usati dal nostro personale medico speciali-stico nei nostri centri di prevenzione sono considerati obsoleti, mi piacerebbe conoscere quale strumento innovativo è consono per le diagnosi precoci del tumore alla mammella. Desidererei sapere, oltremodo, chi mette in giro, oltre al dottor Rametta, la voce che questi presunti strumenti obsoleti sono montati su pulmini vagan-ti. Gli unici pulmini che la LILT utilizza sono quelli per le attività di trasporto per pazienti bisognosi di cure radioterapiche. Non ca-pisco di cosa si stia parlando. Ma la mia non vuole essere una replica al mio collega, bensì una nota di smentita per quanto asserito dallo stesso, al fine di rassicurare i pazienti che mi leggono, perché da oltre 40 anni la LILT di Siracusa si è spesa solo ed esclusivamente per di-vulgare la cultura alla prevenzione e sostenere i bisogni della gente, quando questi non trovano spazio temporale di visite se-nologiche negli ambulatori privati ad 80 euro a botta. E fino ad ora, l’ha fatto benissimo, i numeri parlano chiaro e le istituzioni hanno sempre garantito e ammirato il nostro operato, profes-sionale e trasparente! Ci sarebbe tanto da ribadire sulla pagina intera dedicata a tante infondatezze e calcoli matematici che non raccolgono nessun consenso pubblico, ma che possono solo al-larmare immotivatamente le persone che ancora non conoscono

la nostra struttura che, a garanzia della qualità e trasparenza dei nostri servizi, opera in accordo protocollare con la già ASL e attuale ASP SR. Caro collega, faccia come la LILT, dedichi più del suo tempo a diffondere la cultura alla prevenzione anziché disperdersi in una pagina senza frutto ma mirata solo ad allarmare la povera gente. Mi chiedo il perché di questo sterile accanimento al sodalizio, che mi onoro di presiedere, più premiato della Sicilia nel campo della prevenzione primaria, secondaria e terziaria? Per evitare mera pubblicità, non elenco i nominativi dei medi-ci specializzati che gratuitamente mi affiancano nella mission istituzionale. La LILT, purtroppo per lei, caro collega Rametta, non è uno studio medico a pagamento, è una associazione onlus iscritta all’albo regionale del volontariato e lavora (su scala na-zionale) sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e monitorata dal Ministero della Salute. Aggiungo, per onor di cronaca, che il 10 agosto 2010 la LILT è stata promossa dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio “Ente di alto rilievo Na-zionale “. Questo deve bastare a colmare qualsiasi dubbio sulla qualità dei servizi offerti dalla LILT ma che imprudentemente il dottor Rametta ha voluto sollevare tra la popolazione aretusea. Pertanto, invito il collega Rametta a non limitarsi a distribuire consigli di come, quando e perché eseguire una visita e correlata ecografia mammaria, in quanto sicuramente tanto il sottoscritto che i colleghi che collaborano all’interno della LILT non hanno bisogno di corsi di aggiornamento distribuiti su una pagina di giornale, ma si proponga invece, come fa la LILT da 40 anni, 365 giorni l’anno, a diffondere ottimismo tra la gente e non ste-rile allarmismo. Già ce n’é di troppo in ogni settore.

Claudio CastobelloPresidente della LILT onlus

Sezione Provinciale di Siracusa

“Lo screening delle microcalcificazioni mammarie è competenza del radiologo e non dell’ecografo”

Il dr. Rametta controreplica: “Gli specialisti LILT lavorano gratisma il paziente paga oltre al ticket prestazioni a tariffario”

Ho letto su un giornale on line di Pachino la re-plica del dottor Claudio Castobello, Presidente della locale sezione LILT, a quanto da me so-stenuto sulle pagine di questo giornale in data 20-11-2010, e poiché deduco che ne chiederà soprattutto alla “Civetta” la pubblicazione è ne-cessario che faccia alcune precisazioni.E’ vero che la LILT non dispone di “…pulmini vaganti” su cui effettua prevenzione strumentale dei tumori della mammella, ma l’imprecisione è stata dovuta a un più generale discorso nell’in-tervista sulle attività svolte nel territorio provin-ciale anche da altre Associazioni di Volontariato, e il refuso si deve a una sintesi più generalizzata del contesto discorsivo. Non mi sembra che alla LILT le prestazioni siano gratuite ma è vero che gli Specialisti della LILT sono tutti volontari e lavorano senza retribuzione. Mi risulta infatti che le prestazioni eseguite hanno tutte un preci-so tariffario e quindi un costo che ogni paziente deve sostenere e che è sovrapponibile, nel com-puto totale delle varie voci, a un normale ticket sanitario. La LILT riceve, per la sua attività, fi-nanziamenti e attua convenzioni che un privato non avrà mai e dispone di locali e attrezzature in uso gratuito che sono provenienti dal pubblico e dal privato. Il dottor Claudio Castobello, poiché effettua anch’egli attività privata specialistica a pagamento, sa bene quali e quante siano le spe-se che deve sostenere un Medico Specialista per far andare avanti uno studio professionale e non credo sia immorale farsi pagare la parcella dai pazienti, senza per questo essere considerati de-gli sfruttatori delle disgrazie delle persone. Il dottor Claudio Castobello non ha risposto invece all’osservazione sul criterio seguito nel predetto screening con ultrasuoni che, lo ripe-to, è stato scorretto nel metodo. Vorrei davve-ro conoscere quali sono “..i criteri di screening concordati con la ASP”, chi li ha redatti e in qua-li termini, perché se così davvero fosse, allora esiste un serio problema di competenze. Vorrei anche sapere se la LILT Nazionale è al corrente del metodo seguito e se lo approva. I cosiddet-

ti “..atteggiamenti di ignoranza” credo pertanto siano da una parte sola, che non è la mia, e non si tratta di “..fantascienza “, ma di scienza con-solidata in Epidemiologia. Non è infatti preven-zione questa. Il dottor Claudio Castobello non ha ancora capito, e qualcuno dovrebbe spiegar-glielo, che lo screening delle microcalcificazioni mammarie è esclusiva competenza del radiolo-go e non dell’ecografista. Non si tratta quindi di scegliere lo strumento ecografico innovativo per la prevenzione dei tumori della mammella (che ancora non esiste), ma di ricorrere a quello che c’è già ed è il radiologo superspecialista con un mammografo digitale di ultima generazione. Le istituzioni di cui il dottor Castobello ha van-tato l’appoggio morale ed economico forse non conoscono al meglio i dettagli di come opera la LILT di Siracusa . Non mi pare poi, se risponde al vero quanto sostenuto dal dottor Castobello, che la LILT locale venga così bene monitora-ta dal Ministero della Salute, anche se la LILT (quella nazionale, che, ripeto, ritengo debba essere informata delle metodologie seguite a Siracusa) è stata promossa Ente di Alto Rilie-vo Nazionale. Il mio intervento del 20-11-2010 non è stato “...un corso di aggiornamento su una pagina di giornale”, ci mancherebbe altro, ma la necessità di chiarire, e non si è trattato di “...sterile allarmismo” ma di un invito a riflettere sull’importanza reale degli obbiettivi e a fare le cose bene e con serietà. In merito alla presun-ta “...funzione di supporto agli ambulatori della ASP Provinciale”, che non sarebbero in grado di soddisfare in tempi brevi le richieste di ecografie mammarie, desidero tranquillizzare l’iperattivi-smo del dr. Claudio Castobello, perchè non mi risulta che tali attese superino mai i 15-30 giorni, viste le numerose strutture radiologiche conven-zionate sparse nell’intera provincia e alle quali egli desidera così tanto affiancarsi.Per tutto il resto, confermo pienamente quanto da me sostenuto nell’intervista del 20-11-2010. Comunque tutte le mie osservazioni, le dedu-zioni, i riferimenti scientifici, le note relative si

trovano in un articolo ben più esaustivo che è stato già consegnato all’Ordine dei Medici di Siracusa e che verrà pubblicato, ad esclusiva co-noscenza degli addetti ai lavori, e cioè i Medici

della Provincia, nel prossimo numero di Aretu-sa Medica, Rivista Ufficiale del nostro Ordine e che il dottor Claudio Castobello potrà, bontà sua, consultare.

I costi che ci risultano: 20 euro tessera, 25 pap test, 10 visita senologica, 45 mammografia...

Alla LILT dalla Provincia 100mila euroSi garantisca la qualità del servizio

Risulta alla redazione che in effetti oltre al co-sto della tessera, 20 euro, per il pap test sia-no richiesti 25 euro, per la visita senologica 10 euro cui aggiungere altri 10 euro nel caso si debba ricorrere a certe strumentazioni, 45 euro per una mammografia. Inoltre, certamen-te la Lilt, di cui riteniamo comunque preziosa l’azione sul territorio - ma nulla è non perfet-tibile – fruisce di locali apparecchiature mezzi di trasporto collaborazioni mediche gratuite e spesso è impegnata in progetti finanziati dagli enti locali che supportano molto la sua azione.

Per fare un esempio, la Provincia di Siracusa, secondo le informazioni in nostro possesso, in un decennio ha garantito un sostegno superio-re ai 100mila euro. Ma ciò che soprattutto ci preoccupa, a prescindere da eventuali illeciti profitti e da una saggia utilizzazione delle ri-sorse pubbliche, è la qualità delle prestazioni, l’ipotesi che a leggere i referti medici non sia personale altamente specializzato. I danni per chi si affida all’associazione sarebbero vera-mente incalcolabili.

La direzione

12 3 Dicembre 2010

TUTTI I GIORNI

Mattina e pomeriggioSiracusa - Chiesa di Santa Lucia alla BadiaMostra d’arte sacra: “Fruscio d’Ali. Un volo nell’iconografia degli angeli”Fino al 19 dicembre

Mattina e pomeriggio Solarino - Luoghi variPercorso turistico-c u l t u r a l e : “Or ig inar iamente , Solarino”. Fino al 20 dicembre (programma scaricabile dal sito del comune)

Dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00 Siracusa - Galleria d’arte contemporanea “Quadrifoglio”, via SS. Coronati n. 13 (Ortigia)Mostra: “ I luoghi della memoria” di Gaetano Tranchino, a cura di Mario Cucé

04/12/2010

Dalle 8,00 alle 13,00 LentiniPiazza Oberdan (Santa Maria Vecchia) M a n i f e s t a z i o n e : “Mercato contadino di Lentini” Dalle 8,30 alle 20,30 SiracusaCircoscrizione TicheManifestazione agro-alimentare: “I Edizione: i sapori perduti 2010 – Passi di Gusto: l’oro verde del Mediterraneo”

18,00 – SiracusaGalleria d’arte c o n t e m p o r a n e a “Quadrifoglio”, via SS.

Coronati n. 13 (Ortigia)Mostra: “ I luoghi della memoria” di Gaetano Tranchino, a cura di Mario Cucé

05/12/2010

10,00 – SiracusaBasilica di S. Lucia al SepolcroEvento culturale per bambini: “C’era una volta e ancora c’è … la storia e la festa di S. Lucia” - Prezzo: € 5,00

10,30 – SiracusaOrtigia: luoghi variVisite guidate presso le Chiese di San Filippo Apostolo alla Giudecca (inclusi cripta e pozzo) e di San Giovannello

18,00 – SiracusaSalone Carabelli, via Torres n. 10Concerto ASAM: “Trio Broz” (archi)

19,00 – AugustaChiesa MadreConcerto polifonico: “Anthea Odes: concerto a Maria”

06/12/2010

17,30 – LentiniAula Consiliare Comune di LentiniPresentazione libro: “Leonardo Sciascia e i comunisti” di Emanuele Macaluso

20,00 – LentiniTeatro OdeonConcerto musicale: “Italian Ensemble”

20,30 – SiracusaTeatro Vasquez, via Filisteo n. 5Teatro: “La bella

addormentata Russian Ballet Moscow”

21,00 – SortinoTeatro Impianti SportiviT e a t r o : “L’appartamento”

07/12/2010

20,30 – SiracusaTeatro Vasquez, via Filisteo n. 5Teatro: “La bella addormentata - Russian Ballet Moscow”

20,30 – MelilliTeatro Città della Notte, bivio Augusta-VillasmundoSpettacolo musicale: “Costruiamo insieme il domani”

21,00 – SortinoTeatro Impianti SportiviT e a t r o : “L’appartemento”

08/12/2010

Dalle 8,30 alle 20,30 – SiracusaCircoscrizione TicheManifestazione agro-alimentare: “I Edizione: i sapori perduti 2010 – Passi di Gusto: Street Food - Cibo da strada”

Mattina e pomeriggio SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione n. 9 - Mostra di pittura: “Creando l’Invisibile, dodici grandi opere di Elisa Tinè” 19,00 – AugustaChiesa MadreConcerto polifonico: “Anthea Odes: concerto a Maria”

09/12/2010

Mattina e pomeriggio SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione n. 9 - Mostra di pittura: “Creando l’Invisibile, dodici grandi opere di Elisa Tinè”

20,30 – SiracusaTeatro Vasquez, via Filisteo n. 5 Teatro: “Don Ciccio Basalocco”

22,00 – SiracusaSherlock Holmes Pub, Cassibile. Musica Live: “Fandango (tribute a Luciano Ligabue)”

10/12/2010

Mattina e pomeriggio SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione n. 9 - Mostra di pittura: “Creando l’Invisibile, dodici grandi opere di Elisa Tinè”

17,00 – SiracusaPalazzo Impellizzeri, via Delle Maestranze n. 99 - Incontro: “Premio di filosofia: Viaggio a Siracusa – XI Edizione”

22,00 – SiracusaLa Factory Circolo Arci, c/da S. Teresa Longarini (km 101)Musica Live: Gray (cantautore folk)

22,00 – Palazzolo Acreide - BLOB, via Maestranze n. 28/30Musica Live: “The DUB Sync (from Africa Unite)”

11/12/2010

Dalle 8,00 alle 13,00 Lentini - Piazza Oberdan (Santa Maria Vecchia)M a n i f e s t a z i o n e : “Mercato contadino di Lentini”

9,30 – SiracusaPalazzo Impellizzeri, via Delle Maestranze n. 99 - Incontro: “Premio di filosofia: Viaggio a Siracusa – XI Edizione”

22,00 – SiracusaLa Factory Circolo Arci, c/da S. Teresa Longarini (km 101)DJ Set: “Radio Factory & Pezzi da 90”

12/12/2010

8,00 – RosoliniCorso SavoiaM a n i f e s t a z i o n e : “Mercatino delle pulci”

9,30 – LentiniChiesa di San LucaPercorso turistico-culturale: “Pensare a piedi”

20,00 – AugustaTeatro Comunale Concerto polifonico: “Anthea Odes: sulle note dell’arcobaleno”

21,00 – MelilliTeatro “Città della Notte”, bivio Augusta-VillasmundoTeatro: “Cavalleria rusticana”

13/12/2010

15,30 – SiracusaDa Piazza Duomo alla

Basilica di Santa LuciaM a n i f e s t a z i o n e : Festa Patronale - ProcessioneSimulacro di Santa Lucia

14/12/2010

18,00 – SiracusaPiazza Santa LuciaConcerto Musicale: Banda “Città di Siracusa”

21,00 – SiracusaTeatro Vasquez, via Filisteo n. 5 - Teatro: “Ma non è una cosa seria”

15/12/2010

17,30 – SiracusaTeatro Vasquez, via Filisteo n. 5 - Teatro: “Ma non è una cosa seria”

16/12/2010

Mattina – SiracusaVia San Sebastiano n. 38 - Workshop esperienziale gratuito: “Sostenere i legami: il modello della Psicoterapia della Gestalt”

9,00 – SiracusaEx Convento del Ritiro, via Mirabella n. 29R a s s e g n a cinematografica: “A. Re. S. Film e Media Festival”

20,30 – NotoTeatro Vittorio Emanuele Commedia musicale: “L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi”

a cura di Giuseppe Baldini

DOVE ANDIAMO OGGI dal 4 al 16 dicembre 2010

133 Dicembre 2010

L’esperienza del Tecnico per i trasporti e la logistica nei percorsi triennali sperimentali di tipo A e B

L’orientamento al lavoro degli Sportelli nelle scuole fa uscire la Formazione da anni di sprechi e abusi

di GIOVANNI TOTIS

Sono ormai quattro anni che l’Istituto Tecnico per i traspor-ti e la logistica di Siracusa ha sperimentato percorsi misti di formazione ed istruzione uti-lizzando le risorse messe a di-sposizione dalla regione con un apposito bando concordato con la direzione regionale del Mi-nistero. L’iniziativa nasce dal fatto che la legge sull’obbligo individua nella diversificazio-ne dei percorsi e nella valoriz-zazione dei diversi interessi la strada per contenere gli elevati tassi di insuccesso che carat-terizzano il nostro sistema di istruzione. In questa prospetti-va si sono collocate le iniziati-ve di integrazione tra percorso scolastico tradizionale e atti-vità da realizzare con il con-tributo di soggetti ed agenzie esterne al mondo della scuola, di cui soo sicuramente parte i centri di formazione professio-nale riconosciuti.Quest’anno è giunta a conclu-sione la sperimentazione ini-ziata tre anni fa e ben 70 ragaz-zi hanno acquisito la qualifica professionale in settori coerenti con il progetto formativo della scuola con il risultato di aver ottenuto un titolo riconosciu-to e spendibile, da subito, nel mercato del lavoro e un raffor-zamento della loro capacità di saper fare oltre che saper com-prendere i presupposti teorici che supportano le competenze professionali. In particolare, nella nostra sperimentazione, le qualifiche ottenute costitu-

iscono anche per il percorso ordinario un bagaglio di espe-rienza che supporterà l’indiriz-zo prescelto. Di questi ragazzi alcuni hanno lasciato gli studi avendo rispettato l’obbligo ed altri, la maggior parte, conti-nuano il percorso di istruzione intrapreso.Alla fine dell’esperienza un primo giudizio positivo può essere espresso sia dal punto di vita del progetto di vita a cui ogni alunno ha diritto, sia da quello motivazionale: sapere e saper fare ben supportano le motivazioni di ciascuno ad es-sere protagonista della propria formazione. Pochi, infatti, san-no che le iniziative di integra-zione non riguardano solo la fascia degli studenti a rischio di dispersione o propensi ad usci-re dal sistema di istruzione, ma sono destinate potenzialmente

a tutti gli studenti. L’Istituto Tecnico per i trasporti e la logistica, infatti, ha esteso tre anni fa a tutte le classi prime questa opportunità. Esse hanno attivato modalità e percorsi di apprendimento integrati con quelli tradizionali e hanno con-sentito un primo incontro con la cultura del lavoro; i nostri partner operativi per il segmen-to professionalizzante sono sta-te piccole e medie imprese nel settore dei servizi all’industria e nella componentistica dotate di esperienza e capacità opera-tiva pluriennale. Particolare attenzione è stata riservata agli alunni che, dopo il primo anno di scuola supe-riore, passano alla formazione professionale; per essi, che al-trimenti sarebbero stati espulsi dal circuito della formazione, sono stati attivati percorsi di-

versi che, capitalizzando le competenze acquisite nel per-corso ordinario, hanno con-sentito di accompagnarli verso una scelta di minore contenuto tecnico ma pur sempre spen-dibile nel campo del lavoro; la nostra esperienza, già al se-condo anno, ha consentito di formare operatori consapevoli nel campo dell’installazione e manutenziore degli impianti foovoltaici, settore in rapida espansione, che avrà bisogno sempre più di addetti. L’obiet-tivo è stato, quindi, quello di far proseguire gli studi ad alun-ni che per varie vicende della vita (famiglie indigenti con ne-cessità di supporto economico, situazioni difficili e così via) non pagassero sulla propria pelle altri fallimenti ed avesse-ro una prospettiva diversa dal degrado sociale.

Per realizzare iniziative for-mative integrate abbiamo provveduto ad adeguare l’im-pianto curricolare attraverso la riorganizzazione dei percorsi didattici, secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze, e la realizzazione di compensazioni tra le disci-pline e le attività previste dagli attuali programmi, nel rispetto delle risorse di personale e fi-nanziarie di istituto. In questo senso, l’esercizio completo delle opportunità offerte dalle norme sull’autonomia scolasti-ca ci consentono di riprogetta-re, all’interno degli obiettivi di istruzione, i percorsi curricula-ri. I percorsi integrati hanno coin-volto due centri di formazione professionale riconosciuti, e insieme agli operatori, i do-centi dei consigli di classe in-

teressati hanno concorso alla progettazione ed alla valuta-zione degli interventi. Le intese raggiunte tra l’istituzione sco-lastica e i centri di formazione professionale hanno, comun-que, assicurato l’acquisizione di competenze di base neces-sarie e offerto la possibilità di scegliere, dopo il primo anno, tra il percorso di istruzione e quello di formazione Tutto ciò favorito da accordi quadro tra ministero della Pubblica istru-zione e regione siciliana.L’intesa quest’anno si è arric-chita, allargando la collabora-zione a un altro centro di for-mazione, di offrire agli alunni degli ultimi due anni attività di orientamento al lavoro che vengono svolte, grazie alla loro disponibilità, in orari in cui la scuola ha docenti assenti e non sostituibili per la nota caren-za di personale, ottimizzando così risorse pubbliche, statali e regionali, che altrimenti an-drebbero sprecate a danno del tempo scuola.Queste due esperienze, nel loro piccolo, rappresentano esempi di sinergie utili che possono fare uscire la formazione pro-fessionale dall’angolo in cui è stata confinata da anni di sprechi e abusi e alla scuola di utilizzare esperienze profes-sionali che uniscano il mondo dell’istruzione a quello del la-voro senza prevaricazioni né prevalenze, poiché di entrambe hanno necessità i cittadini del domani.

La collaborazione ha consentito, tra l’altro, di formare operatori consapevoli nel campo dell’installazione e manutenziore degli impianti foovoltaici, settore in rapida espansione, che avrà bisogno sempre più di addetti

“Cacciare uccelli acquatici nel Pachinese è incompatibile con gli obblighi di conservazione UE”

A Cuba e Longarini i cacciatori fanno fuggire i fenicotteriLa Lipu: “Vietare definitivamente l’attività venatoria”

“La riapertura dell’attività venatoria nei pantani della Sicilia orientale ha provocato perdite con-sistenti su specie significative dal punto di vista conservazionistico causando la fuga dall’area di migliaia di uccelli acquatici”. A denunciare il fatto è la LIPU-BirdLife Italia: la settimana scorsa, su richiesta della LIPU, sono intervenute la polizia provinciale di Ragusa, una pattuglia di vigilanza venatoria volontaria con un funziona-rio della ripartizione faunistico venatoria di Ra-gusa e una pattuglia del Corpo Forestale di Sira-cusa. Grazie a questo intervento la caccia veniva interrotta già dal primo mattino, ma intanto il danno era fatto: “Fenicotteri ed altre specie di anatre e limicoli erano già fuggiti – dichiarano i volontari LIPU -. Rimanevano solo folaghe e tuffetti”.Quest’anno la chiusura dell’attività venatoria aveva determinato, nei pantani Cuba e Longa-rini, un notevole incremento delle presenze di uccelli selvatici (presente anche la moretta ta-baccata, specie minacciata a livello globale e particolarmente protetta dalla direttiva comu-nitaria Uccelli) e anche una maggiore fruizione dell’area da parte di naturalisti, birdwatchers, escursionisti a piedi, bikers e fotografi naturali-sti. L’area è riconosciuta grazie alle direttive co-munitarie come ZPS (Zona Protezione Speciale) e SIC (Sito importanza comunitaria), e dopo 19 anni dall’approvazione della legge regionale at-

tende ancora la definitiva istituzione come Riser-va naturale. Un’area, quella costituita dalle zone umide del comprensorio di Pachino, frequentata da una parte rilevante dei migratori in transito nel Mediterraneo centrale e che costituisce un sito ideale per lo svernamento di numerosi uc-celli acquatici.Caratteristiche, queste dei pantani siciliani, riba-dite anche dall’intervento dell’Ispra (Istituto su-periore per la protezione e la ricerca ambientale) che in una lettera inviata pochi giorni fa alla Re-gione Sicilia e alle province interessate (Ragusa e Siracusa) dichiarava: “La caccia agli uccelli acquatici in corrispondenza dei pantani di Pachi-no è incompatibile con le esigenze di conserva-zione dell’avifauna acquatica – scrive l’Ispra - e in particolare delle specie prioritarie per le quali questi biotopi sono stati inseriti all’interno della rete Natura 2000. Riteniamo pertanto necessa-rio – prosegue l’Ispra – che venga mantenuto il divieto di caccia per tutta la durata della stagio-ne venatoria in corso e per le future stagioni di caccia”.L’Ispra fa inoltre un confronto tra alcune zone umide siciliane dove la caccia è vietata (Vendi-cari e Saline di Siracusa) e sottolinea come in queste zone, nonostante siano di dimensioni più ridotte rispetto ai pantani di Pachino, vi siano il doppio di specie e un numero di individui dalle 3 alle 10 volte superiore.

“Chiediamo – afferma Nino Provenza, delega-to della LIPU in Sicilia – che in quest’area, che anche l’Ispra definisce di eccezionale interes-se ornitologico, si avvii al più presto l’iter per

l’istituzione della Riserva Naturale, vietando definitivamente l’attività venatoria sia per la sta-gione in corso che per i prossimi anni”.

14 3 Dicembre 2010

Augustano laureatosi a Catania, è docente a Philadelphia e dirige Medicina Translazionale

Gian Maria Pitari: “Negli USA pensano più in grandela ricerca non è fine a se stessa, deve produrre economia”

di CARMELO DI MAURO

La letteratura torna ad occuparsi di migrazione e lo fa con grande successo. Negli Stati Uniti il romanzo “the end” scritto dall’italoamericano di terza generazione Salvatore Scibona, che narra con toni che tendono all’epico della vita di una famiglia di emigranti italiani trasferita in quel di Cleveland, ha ottenuto grandi consensi di critica e pubblico, tanto da far parlare di lui come di uno dei più talentuosi esponenti under 40 della letteratura americana. Scibona si muove su un solco già tracciato da altri grandi autori. Come non pensare, infatti, alla straordinaria epopea narrata da Steinbeck in “furore”, o all’esempio di grandi maestri del cinema neorealista italia-no quali Visconti o Germi, in grado di sublimare storie di comune e diffusa sofferenza in vicende dalla rilevanza storica. In Italia, invece, il feno-meno migratorio viene analizzato in letteratura partendo da un’accezione diversa e tutta nuova. La migrazione non è più soltanto l’unica via per sfuggire alla miseria, ma diventa al contrario lo sfogo, quasi naturale, di quella tensione alla ricerca di una vita maggiormente ritagliata sui propri desideri, che anima molti giovani. Parte da questo presupposto l’analisi di Claudia Cuc-chiarato, giovane blogger che con il suo libro “vivo altrove”, autentico caso letterario degli ultimi mesi, ha descritto un fenomeno in con-tinua crescita, quello dei tanti giovani italiani che scelgono la via dell’estero per cercare un luogo elettivo in cui poter costruire la propria vita e cercare un contesto più adatto ai propri obiettivi, di quanto l’Italia non sia. Sono tanti gli “italians” che vivono con fortuna e successo all’estero, accomunati da un livello di istruzione quasi sempre molto elevato e spinti da importan-ti motivazioni. Per cercare un esempio di talento italiano che già da anni vive con successo altrove, non bisogna andare lontano, o per meglio dire… bisogna an-darci. Lui infatti, pur essendo nato e cresciuto ad Augusta, vive ormai da oltre dieci anni a Phila-delphia, negli Stati Uniti, e si chiama GianMario Pitari. Lo abbiamo raggiunto nel suo studio pres-so la Thomas Jefferson University, college dove svolge la propria attività di docente di Medicina e Farmacologia Clinica e dirige il laboratorio di Medicina Translazionale. Le sue importanti ri-cerche in campo biomedico si incentrano sullo studio di nuovi target diagnostici e terapeutici per la cura del cancro e delle sue metastasi, con particolare enfasi ai tumori dell’apparato dige-rente. Come è nata la sua esperienza negli Stati Uniti?

“Mi sono laureato in medicina a Catania dove ho anche conseguito la specializzazione in tossico-logia presso l’istituto di farmacologia. Durante questo periodo ho iniziato le prime mie ricerche. Poi, grazie ad una convenzione tra l’ateneo ca-tanese e la Thomas Jefferson University di Phi-ladelphia, ho avuto l’occasione di trascorrere un periodo di un anno negli Stati Uniti durante il quale mi sono dedicato allo studio e a una in-tensa attività di ricerca clinica che a Catania non sarebbe stato possibile effettuare. Devo dire che sono partito con l’intenzione di tornare a casa in Italia.”Cosa l’ha spinta poi a restare negli Stati Uni-ti?“Quello che più ha influenzato la mia scelta di restare è stata l’opportunità di poter svolgere l’attività di ricerca cui intendevo dedicarmi, nel migliore dei modi. A Philadelphia, infatti, ho conosciuto un mondo nuovo, profondamente di-verso da quello cui ero abituato. Mi sono impe-gnato in una attività di lavoro molto intensa, ho anche partecipato a continui corsi di formazione e iniziato a lavorare su progetti specifici. Un set-tore di studi in cui mi sono impegnato particolar-mente e in cui ho ottenuto grandi risultati è stata la ricerca sulle cellule tumorali.”Quali differenze ha riscontrato tra il modo in cui viene svolta l’attività di ricerca negli Stati Uniti e nell’Università di Catania?“Qui sicuramente pensano più in grande, hanno mezzi, risorse ed organizzazione eccellenti. Ma vi è anche una profonda differenza di mentalità: negli Stati Uniti la ricerca non è mai fine a se stessa ma persegue l’obiettivo ultimo di giun-gere ad una applicazione pratica, quale la pro-duzione di un farmaco o la definizione di una terapia, che possa anche produrre dei ritorni in termini economici. Questo a Catania, ma più in generale in Italia, non sempre succede.”Quali sono state le prime difficoltà che ha dovuto vivere dopo il suo trasferimento negli USA?“Certamente la lingua è stata un problema, ma più nella vita di ogni giorno che sul lavoro. Avevo già, infatti, una buona confidenza con il linguaggio scientifico e con i termini tecnici e, quindi, dopo un periodo di ambientamento sono riuscito ad acquisire una buona padronanza del-la lingua specialistica. Nessun problema invece con i colleghi di lavoro. Da quando vivo e la-voro a Philadelphia, mi muovo in un contesto multirazziale e multiculturale, con colleghi pro-venienti da ogni parte del mondo, e non ho mai avuto alcun problema. Anzi, ho presto capito

quanto sia importante l’apporto multiculturale al lavoro di ricerca; è stata quasi una lezione di vita. “Nella vita al di fuori del lavoro, invece, vi sono state maggiori difficoltà di adattamento alla loro mentalità, molto più attenta al rispetto delle re-gole di quanto non sia la nostra. Qui poi ho os-servato un senso più alto dello Stato e un mag-gior rispetto delle istituzioni pubbliche. In Italia, però, vi è un tessuto sociale e familiare che tutela meglio gli individui. È stato anche abbastanza complesso ricostruire un giro di amici e matura-re delle relazioni sociali durature, soprattutto a causa dell’alta mobilità. Molti infatti cambiano spesso lavoro durante la loro vita e quindi cam-biano anche città con grande facilità.”Quali differenze ha riscontrato tra i due mo-delli universitari?“Sono profondamente diversi: il sistema ame-ricano si fonda sull’eccellenza e sul profitto, le università sono private e devono produrre utili e per farlo devono garantire un prodotto che tenda all’eccellenza. Tuttavia il sistema è molto costo-so, laurearsi in un college privato costa fino a 250.000 dollari, gli studenti possono anche ac-cedere a un prestito bancario, ma questo finisce per condizionarli per molto tempo. La pressione su chi studia è molto elevata e questo rende il sistema americano molto selettivo, ma capace di far emergere le eccellenze. Il sistema italiano al contrario è accessibile a tantissimi, ma seleziona meno.”

Sul piano della qualità della formazione, come giudica il metodo italiano?“Gli studenti italiani sono certamente preparati, mancano però di un approccio pratico e di soli-to hanno bisogno di un periodo di adattamento quando affrontano le università americane. Tut-tavia il background umanistico aiuta e diventa anzi un vantaggio, anche in campo scientifico, perché consente di ampliare la propria capacità di vedere ed interpretare le cose e il mondo. Cre-do sia un valore da coltivare.”Il dibattito in atto descrive l’Italia come un Paese per vecchi, in cui i giovani non hanno opportunità sufficienti per esprimere le pro-prie qualità. Visto dagli Stati uniti, il nostro Paese le dà la stessa impressione?“Il sistema Italia ha sicuramente un problema culturale e di organizzazione, ma questo non ri-guarda solo le università, al contrario colpisce molti momenti della vita istituzionale e quo-tidiana e fa sì che i giovani di talento non ab-biano opportunità adeguate. Credo, però, che il problema ci sia sempre stato e che sia esploso in maniera così evidente negli ultimi anni solo perché il numero dei laureati è aumentato mol-tissimo. È vero poi che le poche risorse di cui si dispone sono anche utilizzate male, basti pensa-re agli scarsi investimenti nella ricerca. E quindi i talenti fuggono. Io in realtà preferisco definirli “cervelli in cerca di giusta collocazione”, in fuga forse, ma solo per cercare le migliori condizioni per esprimere il proprio talento.”

La spazzatura come simbolo di un’Unità d’Italia a pezziLA PROVOCAZIONE

Lo Stato sperpera ogni anno 780 milioni di Euro per l’emergenza rifiuti in Cam-pania, mentre la Camorra ricava ben 20 miliardi di Euro dal traffico illegale della spazzatura. Capite di cosa stiamo parlando?Inoltre, fra qualche giorno esploderà il dramma della Calabria dove alcune di-scariche sono state sequestrate perché gestite dalla ‘Ndrangheta.In realtà, la vera spazzatura è la nostra classe dirigente che si è inventata la scusa delle associazioni mafiose per coprire le proprie spaventose colpe in merito all’argomento. Giocando con il fuoco.Al Nord ha fatto capire che la colpa dei problemi del nostro Paese è rappresenta-to dalla criminalità operante nel meridione, mentre si sa che ampi spezzoni della politica del nord fanno affari con la criminalità del sud. Al Sud, invece, fa capire che il marcio (è proprio il caso di dirlo) si trova al nord. Mentre tutti sanno che il tipico vittimismo meridionalista è solo una scusa per coprire gli affari che politica e criminalità del sud realizzano con il ceto imprenditoriale del nord d’Italia.Insomma, la spazzatura come simbolo di un’Unità d’Italia a pezzi.

Emanuele Gentile

153 Dicembre 2010

Quasi dieci milioni di spettatori sintonizzati su Rai Tre, mai accaduto da dieci anni

“Vieni via con me” ha battuto persino il Grande FratelloFinalmente più persone di prima cominciano a ragionare

di MONICA LANAIA

Ne hanno parlato tutti. Perché non parlarne anche noi? Il soggetto in questione è il tanto discusso, criticato, stroncato e – allo stesso tempo – amato, apprezzato, elogiato pro-gramma della coppia, ormai celebre, Savia-no-Fazio. A prescindere (anche se, realisticamente, non se ne può prescindere) dalle convinzioni poli-tiche, che si stia dal lato dei critici o, invece, dal lato dei sostenitori, il dato oggettivo è che “Vieni via con me”, in onda il lunedì su rai tre, ha sollevato un gran polverone di opinio-ni, pensieri e discorsi. Prima ancora di vedere la luce, quando anco-ra era in dubbio che il programma varcasse l’agognata soglia dei palinsesti rai, faceva discutere di sé: i contratti di “Vieni via con me” per settimane sono stati fossilizzati ne-gli uffici televisivi senza essere firmati, si è criticato l’eccessivo costo del programma, i compensi degli ospiti e degli artisti sono sta-ti ridotti; Benigni ha, addirittura, partecipato gratis allo show, Saviano ha dovuto protesta-re per sbloccare la situazione di stallo.E l’eco sollevata in anticipo è stata seguita da uno share dai livelli fantasmagorici per rai tre, rete considerata quasi di secondo piano nel panorama televisivo: più di sette milio-ni di spettatori hanno guardato la puntata d’esordio, altri due milioni di curiosi si sono aggiunti in occasione della seconda. È il più alto share di rai tre da dieci anni a questa parte. I sondaggi specificano, anche, che notevoli sono stati gli ascolti da parte dei giovani tra i 15 e i 34 anni ma, al di là dei numeri, quello che è rilevante – soprattutto in una società come la nostra in cui proliferano talk-show, reality-show, programmi-spazza-tura e poco, molto poco, di culturale – è che Fazio e Saviano hanno raggiunto più ascolti del “Grande Fratello” (circa cinque milioni di spettatori) e di un film con l’attore comico Steven Carrel (circa tre milioni di spettatori),

in onda sui canali mediaset; i numeri di “Vie-ni via con me” hanno battuto pure il seguitis-simo programma della De Filippi, “C’è posta per te”, che di solito ha picchi di share. Se i dati, pur nella loro approssimazione, han-no un fondo di verità, la deduzione logica è che quasi dieci milioni di persone in Italia (includendo, per eccesso, anche coloro che hanno seguito il programma in streaming su internet) hanno condiviso, per una sera, un sentimento positivo: la curiosità.Al programma sono seguite critiche (celebri quelle di Travaglio), accuse da parte del Tg5 che ha bollato la rai-telekabul come perseve-rante nel dare “spallate a Berlusconi”, attac-chi da parte del ministro dell’interno, Maroni,

ospite al programma, dopo Vendola, Fini e Bersani: questo viavai di opinioni e dissensi non ha fatto altro che produrre un effetto vir-tuoso sullo share del programma e sull’inte-resse degli spettatori.Si condivida o meno l’ideologia sottostante al programma, il merito di “Vieni via con me” è di aver aperto sipari mediatici su tematiche attuali (dalla politica all’eutanasia, dal preca-riato al senso di “italianità”, il tutto condito da intermezzi comici) e, soprattutto, di aver elevato il livello culturale dei programmi in onda in prima serata, seriamente posto in crisi dai vari reality e fiction.Che se ne parli male o se ne parli bene, “Vieni via con me” ha fatto riflettere. E chissà che

questa riflessioni non transiti dal divano di casa ad azioni concrete e positive per il pae-se; che Saviano, the dead-man-walking, abbia battuto chi non ha altri meriti se non quello di vivere ventiquattr’ore al giorno dentro la “casa” del “Grande Fratello” è già un passo avanti: più persone di prima cominciano a ri-flettere e ragionare. L’accento che si è posto sulle vicende delle organizzazioni criminali, sull’arcano che la “mafia” si infiltri ovunque giri denaro, sulle vicende ormai dimenticate di Eluana Englaro e Piergiorgio Welby, sulle vicende tristemente attuali delle escort e della crisi di politica e di valori, ha aperto una linea di riflessione che, forse, avrà echi futuri e che, forse, consentirà di non relegare nel dimenticatoio un eroe dei giorni nostri, Roberto Saviano. E che sia merito della enorme fortuna del pro-gramma di rai tre o meno, il presidente del consiglio, dopo un lungo silenzio, riapparirà in tv, a Matrix: dopo due posticipi, la data de-cisa dovrebbe essere quella del 14 dicembre (il giorno, peraltro, in cui è fissato il voto di fiducia in Parlamento). Il dibattito, mai sopito del tutto, forse in vista dello spauracchio elezioni, si riaccende ed è assolutamente di questo che abbiamo biso-gno: che si parli, che ci si confronti, in una parola, che si pensi.Nel frattempo, sul blog messo a disposizione dal sito del programma di Fazio-Saviano, in tantissimi hanno lasciato la loro opinione, o meglio – in armonia con il fil rouge del pro-gramma – le loro motivazioni circa “l’andare via” e “il restare qui”. Un’ambivalenza poetica, che dà spunto sia a sogni di evasione che a impegni concreti; che riassume lo stato d’animo di nove milioni di persone sfiduciate, forse, nei riguardi del-la politica, ma convinte dell’inevitabilità che qualcosa cambi: in tv, in politica, nella cultu-ra, nella società.

Elaborati originalissimi sul tema del concorso: “J’ai deux amours: ma ville et Paris”

Gli studenti di lingua francese della Paolo Orsipremiati a Catania nel 60° dell’Alliance Francaise

di SERENA INTAGLIATA

Venerdì 19 Novembre, presso l’auditorium Centro Culturale, Congressuale e Fieristico “Le Ciminiere”di Catania, si è svolta un’ im-portante cerimonia di premiazione organiz-zata per il 60° anniversario della fondazione dell’”Alliance Française” di Catania. In tale occasione, si è provveduto al conferi-mento della certificazione Delf-Dalf ai mi-gliori studenti delle sessioni di esami dell’an-no scolastico 2009-2010 e alla consegna dei premi e degli attestati del “Concours pour les gosses…..” che ha avuto come tema “J’ai deux amours: ma ville et Paris” ovvero “Io ho due amori, la mia città e Parigi”.La docente di lingua francese della Scuola Media “Paolo Orsi”, prof.ssa Lucia Damato ha voluto fortemente far partecipare i propri studenti, i quali, durante tutto lo scorso anno scolastico, hanno realizzato molti elaborati tra cui disegni, racconti in lingua e cartelloni. I 22 studenti, appartenenti alle classi II E-II-IE, IIIC, IIIA, hanno ottenuto ottimi risultati classificandosi tra i più meritevoli. I loro ela-borati infatti si sono particolarmente distinti in quanto essi sono stati capaci di esprime-re, con originalità e spontaneità, tutto il loro amore verso la propria città e verso la città di Parigi, le quali, benché culturalmente diverse, presentano vari lati in comune. Di grande cre-

atività infatti ad esempio gli elaborati che han-no messo a confronto la tour Eiffel, maestoso simbolo di Parigi e il Santuario della Madonna delle Lacrime, simbolo invece della religiosità siracusana. Ma il confronto non è stato basato solo ed esclusivamente sui monumenti o sui siti arche-ologici. Altri ambiti hanno interessato i ragaz-zi, tra cui la cucina e il confronto linguistico: il siciliano e il francese infatti, benché all’ap-parenza siano così differenti, hanno numerose caratteristiche in comune.Gli 11 studenti che si sono recati a Catania, ac-compagnati dalla loro docente e referente del progetto, hanno ricevuto i complimenti della Presidente dell’Alliance Française di Catania, prof.ssa Russa Sudano nonché gli applausi del-la commissione e del pubblico presente, data l’originalità degli elaborati.Un attestato di merito è stato conferito, inoltre, al dirigente dell’istituto prof. Gaetano Barlot-ta, da sempre attento e disponibile a tutte le attività proposte dai docenti.La manifestazione si è conclusa con i consueti ringraziamenti agli enti che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, ovvero il Co-mune e la Provincia Regionale di Catania, e con i saluti delle autorità presenti.Tali iniziative, come essi hanno sottolineato,

non solo contribuiscono ad accrescere l’entu-siasmo verso lo studio della lingua francese ma anche a migliorare le competenze degli

studenti, alcuni dei quali alla scuola superiore e all’Università si troveranno a studiare nuova-mente questa lingua.

16 3 Dicembre 2010

Mezzo secolo di un Ente dalla vita intensa al servizio delle Imprese e dei Lavoratori Edili

Scuola Edile Siracusana: la vita ricomincia a 50 anniPresidente e Vice: “La bilateralità ha dato ottimi frutti”

di SALVATORE RICCIARDINI

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro de-gli Edili, nel 1959, sancì l’obbligatorietà della costituzione di Scuole Edili in tutte le province dove ancora mancavano, ma già in altre realtà del Paese le scuole esistevano da tempo. Par-liamo in particolare di Genova dove la nasci-ta risaliva al 1946, e poi di Belluno, Bologna, Brescia, Padova (tutte del 1947), di Vicenza (1948), di Mantova, Ravenna, Trento, Treviso, Udine, Verona (tutte del 1949). Dieci anni dopo arrivava la decisione contrattuale ed il conse-guente impegno paritario di imprese e sindaca-to a dare vita su tutto il territorio nazionale alle scuole edili.Lungimiranza di imprenditori e sindacatiSiracusa fu la prima in Italia, insieme a Foggia, a dare corso alle indicazioni del CCNL del ’59, perché nel 1960 l’Ente Scuola Edile Siracusana era già una realtà; e Siracusa fu anche la pri-ma in Sicilia, in quanto solo due anni dopo, nel 1962, arrivò Caltanisetta. Quindi fu la volta di Trapani (1974), di Catania (1978), di Ragusa (1981), di Agrigento (1983), di Palermo (1986), di Messina (1986), di Enna (1989).Se questo primato di Siracusa poté verificarsi fu perché il Collegio Provinciale dei costrutto-ri edili (articolazione di categoria di Assindu-stria Siracusa) e le tre Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL, erano guidate da uomini che, al di là delle contrapposizioni naturali tra datori di lavoro e lavoratori, capirono qual era l’inte-resse comune del territorio nel quale si trovava-no ad operare.Per gli imprenditori sottoscrissero l’Atto Costi-tutivo del 3 Agosto 1960 Bruno Ferrari, Vincen-zo Capodicasa, Augusto Dresda, assistiti da Ugo Bianca e Arnaldo Diana; per i sindacati Giovan-ni Saraceno e Sebastiano Moschella (UIL), Enzo Terranova ed Almondo Ferrini (CISL), Epifanio La Porta, Gaetano Boscarino ed Emanuele Mo-ricca (CGIL).Saraceno e Terranova diventeranno segretari regionali delle loro organizzazioni, mentre La Porta era già deputato regionale. Si trattava di persone che seppero guardare lontano e dalle

quali chi ebbe la ventura di seguirli poté appren-dere molto.Secondo i contenuti dell’Atto di costituzione toccavano ad ognuna delle parti sei componenti del consiglio d’amministrazione, tre effettivi e tre supplenti. Con successivi cambiamenti del-lo Statuto tutti i membri divennero effettivi. Il Presidente veniva attribuito alla parte impren-ditoriale, mentre alla parte sindacale toccava il vicepresidente, insieme al Direttore dell’Ente. Così è anche oggi. L’opinione dei vertici dell’ESESQuesta rapida storia delle tappe più significative riguardanti l’Ente Scuola Edile Siracusana serve per capire quanta strada è stata percorsa in questi primi cinquant’anni di vita, in una attività che ha saputo preparare al lavoro in edilizia una grande massa di giovani e di meno giovani, rilascian-do attestati di professionalità che corrispondono ad un valore pratico effettivo, ad una capacità professionale, reale e non cartacea, di coloro che hanno frequentato i corsi, non solo nel comune capoluogo, ma anche nei principali comuni della provincia di Siracusa.È stata preoccupazione costante dell’Ente Scuo-la Edile aggiornare programmi e finalità nel-la propria attività, in modo da rispondere con tempestività alla domanda di qualificazione e di specializzazione professionale proveniente dal mondo del lavoro dell’edilizia. Nel corso di questo mezzo secolo l’offerta formativa dell’ESES ha conosciuto una evo-luzione al passo con la domanda originata dal progresso tecnologico in un comparto produt-tivo fondamentale nell’assetto economico del territorio.“In questi anni - ci dice il presidente dell’ESES Paolo Pizzo - è specialmente sulla qualità della formazione che abbiamo cercato di incardinare l’insegnamento e l’addestramento. Ed è per tali ragioni che abbiamo operato anche in rapporti di partenariato con amministrazioni pubbliche come il Comune di Siracusa, con società tec-nicamente di rilievo come la So.Ge.A.S., con agenzie di cultura come la Facoltà di Architet-

tura di Siracusa e la Facoltà di Ingegneria di Catania, e poi con l’Istituto Tecnico per Geo-metri “Filippo Juvara” di Siracusa, con l’Istitu-to Tecnico per Geometri “P. L. Nervi” di Len-tini, con l’INAIL e nel mondo dell’Artigianato con la CNA e la CASA”.Da parte sua il vicepresidente dell’ESES Paolo Gallo sottolinea che “avere acquisito un grande bagaglio di esperienze nella gestione condivisa della formazione edile ci mette nelle condizioni di guardare con fiducia ad un impegno che svi-lupperemo nei prossimi mesi. Mi riferisco alla Borsa del Lavoro, nata con il Contratto Nazio-nale del 18 Giugno 2008, e per realizzare la qua-le il nostro Ente, sostenuto dal FORMEDIL (la struttura nazionale alla quale facciamo capo), è chiamato a svolgere per favorire l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro”.Su questo impegno tutta la struttura dirigenziale dell’ESES promette una concentrazione di sfor-zi affinché la conquista normativa si traduca in una concreta realtà che faciliti l’ingresso al lavo-ro dei giovani che vogliono intraprendere un’at-tività nell’edilizia.La bilateralità come metodo unitario di ge-stioneL’Ente Scuola Edile non è l’unico esempio di pariteticità sia nel campo delle Costruzioni che in altri campi (pensiamo per esempio al settore alberghiero), ma pur restando nell’edilizia, tro-viamo le Casse Edili (quella di Siracusa nacque un anno prima della Scuola Edile) che fanno capo per le funzioni di controllo e di coordina-mento alla Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili (CNCE).Esiste anche la Commissione Paritetica Tecnica per la certificazione di cui al Decreto Legislativo n. 276 del 10 settembre 2003, che ha l’obiettivo di approfondire aspetti della vita degli enti bila-

terali. C’è la Commissione Paritetica Nazionale che si occupa dell’assistenza sanitaria integrati-va e ci sono ancora la Commissione Paritetica chiamata ad occuparsi della previdenza obbliga-toria, la Commissione Nazionale Paritetica per la prevenzione degli Infortuni, l’Igiene e l’Am-biente di Lavoro (CNCPT) con il corrispondente Comitato Paritetico Territoriale (CPT). La bilateralità è anche una conquista che non è esagerato definire storica; vediamo perché in maniera sintetica. In epoca medievale l’attività professionale veni-va trasmessa per via familiare all’interno di un sistema corporativo nel quale vigeva il rapporto gerarchico e paternalistico fra il “maestro” che era il capo dell’impresa, ed il dipendente, cioè l’apprendista. Questo quadro era concepito na-turalmente all’interno di una collettività caratte-rizzata da immobilità tecnologica, in una società tradizionale che conosceva livelli produttivi sta-tici e indirizzati all’autosufficienza.Quando la rivoluzione industriale smantella l’apparato corporativo ed introduce il conflitto degli interessi, avanza la possibilità di accordi fra le parti sulla base dei rapporti di forza tra i soggetti in contrasto. Nelle società moderne il contrasto ha trovato un limite nella necessità diffusamente avvertita di garantire il progresso generale. E’ maturato un concetto di confedera-lità, cioè di assunzione di responsabilità da parte sia delle associazioni imprenditoriali che delle organizzazioni sindacali. Sulla base di questa maturazione si è potuta costruire la politica della bilateralità che ha dato ottimi frutti.Il prossimo 14 Dicembre l’ESES festeggerà il Cinquantenario con un grande convegno, con la consegna di riconoscimenti, con la stampa di un volume non solo commemorativo, ma anche ri-assuntivo di una preziosa e lunga attività.

2010

1960

I Cinquant’Anni di vita della SCUOLA EDILE SIRACUSANA

14 Dicembre 2010Dalla Costruzione del Sapereal Sapere delle Costruzioni

Il presidente dell’Ente Scuola Edile Siracusana Paolo Pizzo e il vicepresidente Paolo Gallo

Una veduta dello stabile dell’Ente

Ente Scuola Edile SiracusanaSiracusa - Viale Ermocrate, n.6-8-10 - Tel. 0931.60530 - Fax. 0931.60548

e-mail: [email protected] - sito internet: www.eses.sr.it

ANCE SIRACUSA

FILLEACGIL