Lavorare insieme ai bambini Loperatore nella relazione daiuto Fonte Dr.ssa Flavia Caretto.

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Lavorare insieme ai bambini L’operatore nella relazione d’aiuto Fonte Dr.ssa Flavia Caretto

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Lavorare insieme ai bambini

L’operatore nella relazione d’aiuto

Fonte Dr.ssa Flavia Caretto

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Lavoro con i bambini: definizioni Il termine “intervento”, rispetto al rapporto utente-operatore, siriferisce alla capacità dell’operatore di “prendersi cura” del paziente e di promuoverne il benessere

Negli interventi ad orientamento cognitivo comportamentale il lavoro sull’età evolutiva coincide solitamente con l’attività di parent training, ovvero

con la possibilità che venga preso in carico l’intero nucleo familiare (ocomunque i caregiver del bambino) e l’interazione fra tutti i membri.Ne consegue che l’intervento si indirizza:

al bambinoai caregiver adulti (solitamente, i genitori)

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IL RAPPORTO CON IL BAMBINO: in cosa consiste Vedere il bambinoVedere il bambino così com’è: vedere i comportamenti, non interpretare, vedere anche i comportamenti negativi, vedere le capacità e i punti di forza, vedere i bisogni e le richieste

Stare con il bambinoEssere accoglienti, essere chiari e sinceri, essere propositivi ma non invadenti, essere un buon modello, dare rilievo a ciò che il bambino dice e fa, preservare i prodotti del bambino, valorizzare quello che c’è di buono

Essere consapevoli della relazione con il bambinoSaper rispondere ai bisogni e alle richieste; non negare le cose negative; sapere chi si è e cosa si vuoledal bambino; saper distinguere fra sé, i genitori e il bambino; sapere cosa ci sollecita il bambino e la suasituazione familiare; usare la propria esperienza

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Cosa non fare, cosa fare

1. Non parlate del bambino in sua presenza: se parlate in presenza del bambino, parlate CON il bambino

2. Non mentite: potete glissare su cose difficili, ma non dite sciocchezze che vi faranno trovare in difficoltà. Date spiegazioni se il bambino ve le chiede

3. Non negate : il bambino vi porta contenuti difficili o negativi, non minimizzateli e non li negate, perché se non siete in grado voi di reggerli, come può farlo lui che è così piccolo?

4. Non provate a costringere, convincere, persuadere: semplicemente, non otterrete niente , quello che proponete deve essere appetibile agli occhi del bambino

5. Non siate succubi, passivi, o aggressivi: definite le regole: potete ignorare quello che è possibile ignorare, ma non siate tolleranti nei confronti dell’aggressività.

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Le tre regole per il bambino :

Non puoi farmi maleNon puoi farti maleNon puoi distruggere gli oggetti

Siate autorevoli, definiti, flessibili ma chiari

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Cosa non fare, cosa fare

6. Non siate squalificanti, punitivi, umilianti:

Non accettare alcuni comportamenti del bambino, non significa non accettare il bambino!Offrite al bambino la possibilità di sentirsi con voi “fondamentalmente buono”.Non fate confronti fra il bambino e gli altri.

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Perché la punizione non è una soluzioneCos’è “tecnicamente” la punizioneLa punizione è una stimolazione avversiva che quando avviene in risposta ad un comportamento, ne riduce la probabilità di comparsa nel tempo

La punizione “in natura” quando è efficace ha le seguenti caratteristiche:È forteÈ immediataAvviene sempre Esempio: bruciarsi mettendo la mano sul fuoco

La punizione è l’erogazione di uno stimolo avversivoIl costo della risposta è la sottrazione di uno stimolo rinforzante

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Caratteristiche della punizione

La cosiddetta “punizione” quando è utilizzata dall’essere umano non ha – fortunatamente – mai le caratteristiche della punizione “in natura”Se va bene, la punizione è inutile, ovvero Non serve a far cessare un comportamento indesiderato Non insegna il comportamento adeguato Se va male, la punizione è dannosa perché È soggetta ad imitazione È soggetta ad escalation Produce ansia, induce ambivalenza nei confronti delle figure di accudimento e danneggia la relazione Può produrre danni fisici e morali

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In breve la punizione

NON E’ ETICA

Ma se questo non dovesse interessare gli educatori (!) basterebbe sapere che semplicemente

LA PUNIZIONE NON FUNZIONA!con voi ha mai funzionato? Sì, una volta! Ve la ricordate?Vi ricordate come vi siete sentiti? …

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Perché gli adulti minacciano e puniscono?Considerato che la punizione non ha alcun valore pedagogico, come mai gli adulti minacciano e puniscono?

Gli adulti minacciano e puniscono perché sono arrabbiati!

ALLORA, CHE FARE? Fermarsi, calmarsi e ragionare quando succede qualcosa che non va Non essere soli: confrontarsi e chiedere aiuto serve ad essere meno arrabbiati Essere informati e informare gli altri sia sugli aspetti negativi della punizione, sia su tutte le possibilità alternative di risposta

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Cosa non fare, cosa fare

7. Non adulate o “influenzate” il bambino

Non cercate per forza di rendervi simpatici: fornire un chiaro feedback al bambino è molto differente che lodare eccessivamente e a spropositoNon spingete le risposte in una particolare direzione: questo non è affatto facile, perché in genere non viene fatto consapevolmente!

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Cosa non fare, cosa fare

8. Non fate giochi di parole o altri scherzi che il bambino non capisce.

I bambini sono molto sensibili alla possibilità di sentirsi presi in giro,minimizzare o scherzare su cose gravi può non essere una buona idea, inoltre a volte i bambini non hanno raggiunto la comprensione del“meccanismo” dell’ironia: fare dell’ironia, può essere un modo di non vedere il bambino

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Cosa non fare, cosa fare

9. Non tendete al bambino dei tranelli.Non lo spingete a “confessare” qualcosa, a convenire sul fatto di essersi comportato male, oppure a dire che avete ragione voia nessuno piace ammettere di aver perso, se fate notare al bambino che avete vinto voi, lo state umiliando 

10. Non sentitevi superman. se siete in difficoltà, se fate uno sbaglio, se non sapete qualcosa o non capite, ditelo, ma senza ribaltare il carico della vostra difficoltà sul bambino

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Cosa non fare, cosa fare

11. Non siate noiosi o “didattici”.Il bambino che si diverte e che sta bene con voi è un bambino che torna, che elabora, che migliora

 12. Non vi sostituite a lui.Non decidete quali dovrebbero essere i suoi desideri, o come si sente ecc.. se non potete chiederlo, fate ipotesi, osservando

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Cosa non fare, cosa fare

13. Non chiedete al bambino prestazioni impossibili.Attenti quindi all’uso dei test! La situazione di test non deve mettere in difficoltà!Attenti al problema specifico per cui il bambino è con voi! (es: fobia, mutismo selettivo…) 

14. Non date per scontato che il bambino abbia dei buoni motivi per cambiare.Al contrario, partite dall’idea che ha degli ottimi motivi per essere così com’è. Se volete che abbia buoni motivi per cambiare, cominciate a darglieli voi

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Cosa non fare, cosa fare

15. Non compiacetevi di quanto il bambino è legato a voi.Spingete il bambino all’autonomia o, se è piccolo, aiutate i suoi genitori a essere i suoi punti di riferimento; il vostro obiettivo è che il bambino si faccia carico di sé stesso, nel futuro,ovvero: che faccia a meno di voi 

16. Non abbiate fretta.Vi state prendendo cura del bambino; qualunque altro obiettivo(valutazione, osservazione, analisi…) è secondario

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I metodi tradizionali di aiuto - Le barriere alla comunicazione(a cura di Mario Meringolo, da Thomas Gordon, Genitori efficaci, edizioni La Meridiana)

 Le 12 risposte tipiche - Le barriere alla comunicazione1. dare ordini, dirigere, comandare2. mettere in guardia, ammonire, minacciare3. esortare, moralizzare, fare la predica4. consigliare, offrire soluzioni o suggerimenti5. insegnare, argomentare, persuadere6. giudicare, criticare, opporsi, biasimare7. elogiare, assecondare8. etichettare, ridicolizzare, umiliare9. interpretare, analizzare, assecondare10. rassicurare, simpatizzare, consolare, sostenere11. inquisire, fare domande, indagare12. minimizzare, cambiare argomento, distrarre 

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Le abilità secondo Gordon

1.Ascoltare attivamente2.Dare messaggi in prima persona3.Modificare un comportamento inaccettabile modificando l’ambiente circostante4. Arricchire l’ambiente5. Impoverire l’ambiente6. Semplificare l’ambiente7. Limitare lo spazio di vita del bambino8. Rendere l’ambiente sicuro9. Sostituire un’attività con un’altra10.Pianificare insieme ai bambini più grandi

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Non potete (ancora) lavorare con i bambini se…1.Se i bambini non vi piacciono, se vi imbarazzano o vi infastidiscono, se vi fanno pena2.Se pensate a priori che i loro genitori siano persone orribili che fanno cose sbagliate (che voi sapete fare meglio)3.Se provate rabbia, rancore o una grande tristezza quando pensate a voi da piccolo4.Se siete motivati al potere, al comando, se pensate che gli altri dovrebbero fare quello che è giusto secondo voi5.Se avete assolutamente bisogno di essere amati da un bambino6.Se non vi sapete stupire, divertire, se non sapete ridere o giocare

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Ma… cosa posso fare?

Prova a guardare il mondo con gli occhi del bambino…Dove sono?Cosa mi faranno?Perché mi hanno portato qui?Dove sono i miei genitori?Cosa dicono di me mentre non ci sono?…

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Il setting con il bambino

Gli ambientiLa stanza

Il materiale

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Il setting con il bambino

Gli ambienti

1.Sala d’attesa : Materiali interessanti per grandi e bambini, Non eccessivamente rumorosi; Replicati per quanti bambini potrebbero attendere2.Stanza : Con annessa stanza con specchio o telecamera e monitor per osservazione3.Bagno : Attrezzato per portatori di handicap e per il cambio dei bambini non ancora continenti

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Il setting con il bambino

La stanza

1.Stanza “interessante” : Materiale adeguato all’età, organizzato in contenitori segnalati; 2.Spazi separati e segnalati, con: uno spazio di lavoro, uno spazio di tempo libero, uno spazio dedicato agli adulti3.Tappetino4.Specchio “chiudibile”5.Presenza di potenziali rinforzatori6.“bacheca” per appendere disegni o cartelline per conservare i prodotti7.Armadio chiuso per: referti, test, libri…8.Grande orologio

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Il setting con il bambino

Il materiale

1.materiale “carta e matita”2.materiale per il gioco funzionale3.materiale per il gioco simbolico4.materiale per attività indipendenti5.materiale per attività sociali

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Come si impara a stare con i bambini?

Conoscenze

Capacità

Atteggiamenti

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Conoscenze

Avere una buona formazione teorica su1.Cosa avviene nello sviluppo tipico2.Cosa potreste aspettarvi da un bambino che viene inviato per una determinata problematica3.Cosa dice la letteratura sull’interazione con i bambini con una particolare problematica

Aver fatto buone osservazioni di1.bambini di diverse età e in diverse condizioni di sviluppo2.cosa fanno gli adulti con i bambini e come reagiscono i bambini3.le vostre reazioni con i bambini4.le reazioni dei bambini con voi

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Capacità

1.Avere empatia, calore, attenzione e autentico interesse verso il bambino2.Saper giocare e sapersi divertire3.Saper dare aiuto e saper diminuire gradualmente l’aiuto4.Saper organizzare le proprie modalità comunicative e relazionali in base alle capacità e necessità del bambino5.Essere sufficientemente chiari, definiti e saper usare le contingenze

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Atteggiamenti

1.Amare la sfida2.Non metterla su un piano personale3.Essersi conciliati con se stessi bambini e con i propri genitori4.Non sentirsi come il metro di tutte le cose, ma usare ugualmente la propria esperienza5.Accettare ed amare il confronto, essere aperti alla supervisione6.Assumere una posizione di ascolto e di comprensione nei confronti di bambini e genitori7.Amare la diversità

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Tre regole di base per l’operatore dell’età evolutiva

NON NUOCERE

ASCOLTA e RIFLETTI

SII PREPARATO

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NON NUOCERESe non sai cosa fare, non lo fare1.Chiedi2.Chiedi aiutoSe ti trovi in difficoltà, esci dalla situazione, ascolta, rifletti, parla con qualcuno

A chi non devi nuocere?_ Ai genitori_ Ai bambini_ A te stesso!

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ASCOLTA e RIFLETTI

Chi devi ascoltare?_ Te stesso, prima di tutto!_ Il genitore: mettiti nei suoi panni_ Il bambino: ti ricordi che sei stato bambino anche tu?

Cosa devi ascoltare?_ Come stai?_ La “distanza”_ Le “discrepanze”, le “dissonanze”, tutto quello che “non ti torna”

Rifletti su significato di “prendersi cura”, di “servizio”, di “relazione d’aiuto”

Rifletti sul significato di “riflettere” (come uno specchio…)

Rifletti su quello che stai facendo e condividilo con gli altri1.Perché sei qui?2.Ti piace quello che fai? Ti piace il bambino? Ti piace stare con lui?3.Chiediti: Sta bene il bambino? Cosa sto facendo? Per chi lo sto facendo?4.Stai CON il bambino, non per lui, o per osservare lui ecc…

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SII PREPARATO

1.Non devi saper fare tutto, subito e perfettamente!2.Ma… puoi imparare sicuramente a fare qualcosa, con calma, e in un tuo modo speciale!3.Quindi… sii paziente con te stesso, ma poniti degli obiettivi4.Studia, osserva, chiedi5.Per non trovarti in difficoltà, cerca di sapere prima cosa dovrai fare, prepara quello che puoi, e fallo solo se ti senti in grado: è il miglior modo per rispettare te stesso, il bambino e la sua famiglia6.Nonostante questo, sii consapevole che non puoi prevedere tutto7.Sbaglierai? Si, mettilo in conto. Ammettilo, chiedi scusa se puoi, ricomincia…