L’AUTOVALUTAZIONE DELL’IMPRESA NEL RISPETTO DI BASILEA … · fattori di rischio contingenti...

29
Prato, 12 gennaio 2006 Prato, 12 gennaio 2006 L’AUTOVALUTAZIONE L’AUTOVALUTAZIONE DELL’IMPRESA NEL RISPETTO DELL’IMPRESA NEL RISPETTO DI BASILEA 2 DI BASILEA 2

Transcript of L’AUTOVALUTAZIONE DELL’IMPRESA NEL RISPETTO DI BASILEA … · fattori di rischio contingenti...

Prato, 12 gennaio 2006Prato, 12 gennaio 2006

L’AUTOVALUTAZIONE L’AUTOVALUTAZIONE DELL’IMPRESA NEL RISPETTO DELL’IMPRESA NEL RISPETTO

DI BASILEA 2 DI BASILEA 2

PremessaPremessa

L’introduzione del nuovo Accordo sui requisiti del capitale bancario, noto come “Basilea 2”, previsto entro la fine del 2006, ha imposto agli operatori finanziari di dotarsi già da quest’anno di criteri per la valutazione di rischio della clientela più strutturati, caratterizzati da omogeneità, trasparenza e tempestività.

Il pericolo attuale per le imprese è di subire passivamente il processo di valutazione con la conseguenza di vedere ridurre i propri affidamenti e contemporaneamente crescere il costo del denaro.

Verso Basilea 2Verso Basilea 2

• Il Comitato di Basilea venne fondato nel 1974 a seguito di alcuni gravi episodi di crisi bancarie

• Si tratta di un organismo propositivo che esercita le sue funzioni in tema di:– vigilanza bancaria– coordinamento tra autorità nazionali di vigilanza– rafforzamento degli standard di sorveglianza.

• I suoi membri sono rappresentati dai Governatori delle Banche Centrali di Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e USA

• Le proposte del Comitato non hanno valore legale ma sono accettate da oltre 100 Paesi come normativa vincolante.

• Nel 1988 il Comitato di Basilea propose uno strumento per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale degli istituti creditizi (Basilea 1) che introduceva per la prima volta la richiesta di quantificare il capitale “di vigilanza” sulla base del rischio assunto dall’Istituto di credito: il PATRIMONIO DI VIGILANZA è preposto a fronteggiare ilRISCHIO

• In sintesi si sanciva il ruolo del capitale nella sua funzione di copertura dei rischi assunti stabilendo in questo modo anche un vincoloall’espansione dell’attività bancaria.

• Oltre al “rischio di credito” (legato all’attività principale dell’intermediazione) veniva introdotto anche il “rischio di mercato” (relativo all’attività di compravendita su strumenti finanziari).

• Il coefficiente stabilito dalle Banche Centrali quale approssimazione del rischio e per la conseguente determinazione del Capitale di Vigilanza è stato stabilito nell’8% dell’attivo totale.

Verso Basilea 2Verso Basilea 2

I tre pilastriI tre pilastri

L’Accordo di Basilea 2 ha la finalità di ridurre le insolvenze bancarie aumentando la sensibilità delle Banche alla misurazione e alla gestione del rischio di credito.

L’Accordo si basa su tre “pilastri”:

1° PILASTRO: Requisiti minimi di capitale2° PILASTRO: Processo di supervisione prudenziale da parte

delle Autorità di Vigilanza3° PILASTRO: Ricorso alla disciplina di mercato, maggiore

informativa pubblica sul grado di patrimonializzazione delle Banche

1° pilastro: la valutazione del rischio1° pilastro: la valutazione del rischio

• Il requisito patrimoniale introdotto nel Primo Pilastro prevede una nuova metodologia nella valutazione del rischio di credito, ovvero delle perdite derivanti dall’insolvenza della controparte.

• Basilea 2 ha l’obiettivo di rendere la dotazione patrimoniale diciascuna banca più rispondente al rischio effettivamente sostenuto nell’attività di finanziamento .

• Al fine di superare le semplificazioni dell’Accordo precedente ed introdurre un sistema di ponderazione del rischio è stato introdotto l’utilizzo del RATING: a differenti categorie di rating corrisponde un diverso rischio e quindi una diversa quantità di capitale da allocare a copertura.

Correlazione tra rischio e Correlazione tra rischio e ratingrating

La definizione di “default”La definizione di “default”

• Le imprese verranno valutate con riferimento alla rischiosità, cioè alla probabilità di insolvenza (default*) sulla base di unascala ordinale di merito e attraverso l’utilizzo di metodologie e processi organizzativi idonei e approvati dalla Banca d’Italia.

• Aspetto “soggettivo”:– incapacità del debitore di adempiere alle proprie obbligazioni di

pagamento (capitale e interessi) pienamente– coinvolgimento del debitore in una procedura fallimentare o simile

strumento di protezione dei creditori

• Aspetto “oggettivo”:– inadempienza da più di 90 giorni (180 per l’Italia per i prossimi 5

anni)– evento di perdita sul credito da parte della banca per qualsiasi

obbligazione della controparte

(*) insolvenza per rate scadute o sconfinamenti

Le componenti del rischio Le componenti del rischio

L’introduzione del L’introduzione del ratingrating

• Cos’è un rating? Rating è un termine inglese che significa “giudizio”.

• E’ un mezzo segnaletico coinciso ed efficace per comunicare il risultato di una serie di analisi condotta da soggetti autorevolie indipendenti sugli emittenti di titoli. – Segnaletico della solvibilità dell’emittente– Coinciso ed efficace perché semplice da interpretare dagli

utilizzatori– Soggetti autorevoli e indipendenti, cioè esterni sia all’emittente

che ai potenziali investitori

• E’ ormai prassi diffusa nei mercati finanziari accompagnare il collocamento di un nuovo titolo con un rating che attesti la rischiosità dell’investimento e consenta di confrontarlo con le alternative.

Esempi di scale di Esempi di scale di rating rating -- S&P, S&P, Moody’sMoody’s

Esempi di scale di Esempi di scale di rating rating -- ACF ACF RatingRating

80 - 100 AAA79 - 71 AA 70 - 60 A59 - 55 BBB54 - 51 BB 50 - 40 B39 - 20 CCC19 - 0 D

Legenda

Investment grade

Rischio molto basso

Rischio basso

Rischio medio

Junk

Rischio altoRischio molto alto

Default

Misurazione Rischio di CreditoMisurazione Rischio di Credito

Metodo Standard

Metodo IRB

Rischio Credito

Rating Esterno IRB Base

IRB Avanzato

PD BancaLGD AutorityEAD Autority

PD BancaLGD BancaEAD Banca

PD = Probabilità di Default

Coeff. ponderazione RischioAziende senza rating Cp=100%

Come cambia il rapporto Come cambia il rapporto impresaimpresa--banca?banca?

I riflessi nel rapporto bancaI riflessi nel rapporto banca--impresaimpresa

• Poiché l’introduzione del rating comporterà per le banche una riorganizzazione dei processi creditizi anche sotto il profilo operativo, esse provvederanno ad elaborare una segmentazione della clientela:– CORPORATE con cui instaurare una relazione di medio periodo– RETAIL che non rientra per politiche della banca o per scelta della

clientela fra le relazioni privilegiate; spesso si tratta di piccole aziende e numericamente è la parte preponderante.

– SMALL BUSINESS soggetti per i quali l’impegno finanziario della banca è limitato e di cui sono scarse le informazioni.

La segmentazione della clientelaLa segmentazione della clientela

Evoluzione del rapporto bancaEvoluzione del rapporto banca--impresaimpresa

• La clientela “corporate”dovrà essere oggetto di rating.• Quella “retail” verrà sottoposta a valutazioni secondo processi

più automatizzati e su base locale (filiale).• Il segmento “small business” richiederà la massima efficienza

e data la carenza di informazioni, potrà essere valutata in basead un punteggio di scoring quantitativo.

I riflessi nel rapporto bancaI riflessi nel rapporto banca--impresaimpresa

Gli effetti previsti sulle PMI dall’introduzione dell’Accordo -si parla di “rivoluzione”culturale - possono essere indicati in termini di incentivi verso:

• Maggiore capitalizzazione• Crescita dimensionale• Maggiore trasparenza e affidabilità dei dati

Diventa essenziale aumentare il flusso informativo tra i due soggetti del rapporto:

• conoscere/far conoscere il proprio business• conoscere/far conoscere le finalità del ricorso al debito• conoscere/far conoscere le capacità di rimborso (sistemi operativi)

Occorre stabilire un flusso informativo TRASPARENTE, CONTINUO, COMPLETO verso la banca.

La valutazioneLa valutazione

• Vengono presi in esame elementi quantitativi e qualitativi

• La valutazione della performance non può prescindere dalla contestualizzazione dell’impresa nel suo ambito competitivo

• La valutazione considera il rischio connesso a ciascuna tipologia di operazione finanziaria al netto di eventuali garanzie collegate.

ANALISI DI BILANCIO

(valutazione fabbisogni finanziari)

LE AREE DI ANALISILE AREE DI ANALISI

ANALISI QUALITATIVA

POSIZIONE COMPETITIVA

DATI DI SETTORE

ANALISI DELL’ANDAMENTO

DEL RAPPORTO(monitoraggio)

SISTEMA ESPERTO

(rappresentazione formale dello stato di salute dell’impresa)

SCORE(valutazione oggettiva

del rischio di insolvenza)

RATINGRATINGFINANZIARIOFINANZIARIO

ANALISI QUANTITATIVA:• La finanza aziendale e gli equilibri

patrimoniali• La liquidità• Indici di sviluppo complessivo La

performance economica

ANALISI PROSPETTICA

Sistema di ponderazione

RATING FINANZIARIO

• “Chi è” - Informazioni generali• Posizionamento competitivo

ANALISI QUALITATIVA:

GLI ELEMENTI DI VALUTAZIONEGLI ELEMENTI DI VALUTAZIONE

Fattori critici di successo

o debolezza e

posizionamento competitivo

Attività e presenza

sul mercato

Valutazione del

management

Fattori e comportamenti

a rischio

Informazioni relative alle caratteristiche strutturali ed evolutive del settore in cui opera l’impresa e riferite all’attività svolta dalla stessa in termini di qualità dei prodotti venduti e di fasi del processo produttivo realizzate internamente

Analisi della capacità dell’impresa di competere nel suo mercato con riferimento alle specifiche gestionali:

ricerca e sviluppo;produzione ed approvvigionamenti;marketing;distribuzione e servizi post-vendita

Giudizio sui titolari dell’impresa e sul suo management fondamentale, oltre che sotto l’aspetto della competenza imprenditoriale e professionale e della correttezza commerciale, anche nell’ottica della capacità di guidare l’impresa adottando scelte e strategie coerenti con il mercato ed il settore di riferimento

Evidenziazione dell’esistenza di:fattori di rischio contingenti e/o comportamenti aziendali “rischiosi” che

possono condizionare la capacità dell’impresa di competere con successo;fenomeni correlati a modificazioni nelle varie strategie aziendali od ai

segnali di variazioni nel mercato di riferimento e come questi possano “riflettersi” sulla struttura dell’azienda

MODULO QUALITATIVO: MODULO QUALITATIVO: PRINCIPALI AREE DI ANALISIPRINCIPALI AREE DI ANALISI

Aspetti qualitativiValutazione della capacità imprenditoriale/manageriale di guidare l’impresa adottando scelte strategiche coerenti con il mercato ed il settore di riferimento

STADIO DEL CICLO DI VITA DELL’ASASTADIO DEL CICLO DI VITA DELL’ASA

Introduzione Sviluppo Maturità Saturazione

Declino (Rivitalizzazione?)

TEMPO

VO

LUM

E V

END

ITE

(e a

nda

men

ti)

Vendite

Intensità di capitale

Cash flow/ Vendite

Allo stadio del ciclo di vita è connessa la prospettiva di sviluppo e il fabbisogno finanziario e quindi un diverso grado di rischio.

Forte assorbimento di risorse per finanziare gli investimenti e la crescita del capitale circolante

Basso assorbimento di risorse nel capitale fisso e sufficiente reddito per sostenere la crescita del capitale circolante

Riduzione dei flussi reddituali per la pressione competitiva

FORZE COMPETITIVE SETTOREFORZE COMPETITIVE SETTORE

CONCORRENZA INTERNA

AL SETTORE

CONCORRENZA CONCORRENZA INTERNA INTERNA

AL SETTOREAL SETTORE

POTERE DEI FORNITORIPOTERE DEI POTERE DEI FORNITORIFORNITORI

POTERE DEGLI ACQUIRENTI

POTERE DEGLI POTERE DEGLI ACQUIRENTIACQUIRENTI

POTENZIALI ENTRANTI

POTENZIALI POTENZIALI ENTRANTIENTRANTI

PRODOTTI SOSTITUTIVI

PRODOTTI PRODOTTI SOSTITUTIVISOSTITUTIVI

PUNTI DI FORZA/DEBOLEZZAPUNTI DI FORZA/DEBOLEZZA

I punti di forza/debolezza vengono rilevati sulla base dell’analisi storica del comportamento aziendale nelle diverse aree di attività e alla luce dei diversi contesti di mercato in cui opera.

L’indagine conoscitiva di tali elementi riguarda i successi/ (insuccessi) registrati e le motivazioni sottostanti

Si rilevano poi le variabili-chiave dell’impresa e si valuta in che modo vengono presidiate:

prezzo

prodotto

immagine presso la clientela

distribuzione

risorse umane e management

tecnologia

...

ANALISI QUANTITATIVA:• La finanza aziendale e gli equilibri

patrimoniali• La liquidità• Indici di sviluppo complessivo• La performance economica

ANALISI PROSPETTICA

Sistema di ponderazione

RATING FINANZIARIO

• “Chi è” - Informazioni generali• Posizionamento competitivo

ANALISI QUALITATIVA:

Gli elementi di valutazioneGli elementi di valutazione

• Nell’ottica di Basilea 2 l’analisi viene condotta principalmente in ottica finanziaria, sia in termini storici che prospettici per poter ponderare il rischio connesso alla concessione del credito e alla potenziale capacità del debitore di mantenere la propria solvibilità nel medio periodo.

ANALISI DI BILANCIO e BASILEA 2 ANALISI DI BILANCIO e BASILEA 2

Gli equilibri strutturaliLa liquiditàLa finanza aziendale (rapporto di indebitamento)Indicatori di sviluppoLa performance economica

AREE DI INDAGINEAREE DI INDAGINE

Applicazione di un modello di Applicazione di un modello di ratingrating